L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Tuesday, December 14, 2010

Linee serpeggianti e scie chimiche

Premio bread-and-fox della giornata

http://ilsole24h.blogspot.com/2010/12/linee-serpeggianti-e-scie-chimiche.html

Linee serpeggianti e scie chimiche

Pubblichiamo questa interessante ed inquietante immagine satellitare che ritrae la condizione METEO del 12 Dicembre 2010 nel nord Africa, tratta dall'ottimo blog latanadizak.


confrontandola con l'immagine della previsione meteo "Chemtrails-Meteo sulla TV tedesca ufficiale pubblica Z.D.F." si possono notare più o meno le stesse linee serpeggianti.

Monday, December 13, 2010

Giustizia per Sankara. 5000 firme entro il 21 dicembre 2010. E’ possibile!

http://tuttouno.blogspot.com/2010/12/giustizia-per-sankara-5000-firme-entro.html

Giustizia per Sankara. 5000 firme entro il 21 dicembre 2010. E’ possibile!

Giustizia per Sankara giustizia per l’Africa

Buongiorno a tutti,
grazie di aver sostenuto l’appello Giustizia per Sankara giustizia per l’Africa che si trova all’indirizzo:
Con il vostro aiuto abbiamo già superato ampiamente le 4.500 firme, alle quali occorre aggiungere altre 300 firme cartacee che stiamo raccogliendo in questi giorni provenienti dal Burkina Faso.
Già numerose personalità, organizzazioni associative o politiche hanno firmato l’appello. Non esitate quindi a sollecitare altre organizzazioni o personalità.
E’ possibile e allo stesso modo facile, per poco che noi ci impegniamo, raggiungere ed oltrepassare l’obiettivo di 5.000 firme il 21 dicembre. Addirittura, se ognuno di noi raccogliesse una firma in più, potremmo avvicinarci alle 10.000 firme.
Queste cifre ci permettono di entrare in una fase attiva della nostra campagna, ci stiamo lavorando, ma maggiori saranno le firme e più saremo udibili e la stampa non potrà restare ancora a lungo silente sulla nostra campagna.
E’ tempo che la verità sull’assassinio di Sankara sia conosciuta e che giustizia sia resa. E’ ora che questo si muova in Burkina ma anche in Francia.
Noi possiamo contribuire a far si che questo avvenga.

Contiamo su di voi






«Vorrei che la nostra conferenza adottasse la necessità di dire chiaramente che non possiamo pagare il debito. Non in uno spirito bellicoso: questo, per evitare che ci facciamo assassinare individualmente: se il Burkina Faso, da solo, si rifiuta di pagare il debito, io non sarò più qui alla prossima conferenza»

Thomas Sankara, luglio 1987: meno di tre mesi dopo sarà assassinato
Thomas Sankara è l'ex-presidente del Burkina Faso, paese tra i più poveri dell'Africa ed ex-colonia francese.
In soli 4 anni di governo riuscì a risollevare il suo paese oppresso dalla fame e dalla povertà e lo fece sfruttando le esigue risorse che questo poteva offrire.
In questo video il suo famoso "discorso sul debito" in cui esprime una forte opposizione al pagamento del debito che tutt'oggi opprime la libertà e lo sviluppo dei paesi africani
Questo discorso gli costerà l'inimicizia di Francia e America che, nell'Ottobre del 1987, lo fecero assassinare.
Thomas Sankara moriva all'età di soli 38 anni lasciando moglie e figli e un paese che sarebbe presto ritornato nella povertà.
Sottotitoli a cura di Antonio Mele del Comitato Sankara

Un’icona nell’oblio: Thomas Sankara

16 October, 2007 Un centinaio di persone circa ha partecipato ieri al convegno organizzato da Terra del Fuoco per ricordare il ventennale dell’assassinio di Thomas Sankara. Il 15 ottobre 1987 veniva ucciso a colpi di Kalashnikov una tra le figure più promettenti e coraggiose che il continente africano abbia mai visto. E basta informarsi un minimo sulla figura di quest’uomo per domandarsi per quale maledetto motivo sono così poche le persone che ne abbiano anche solo sentito parlare.
Fa rabbia. In anni in cui il bisogno di uomini simbolo è più che mai sentito, in tempi dove il viso stilizzato di Che Guevara si trova ovunque (anche in contesti che poco sarebbero appartenuti al Comandante), quello di Thomas Sankara è schiavo dell’oblio. “Sankara è la luce in fondo al tunnel”, ha detto Mambu Mulumba, dell’associazione Africani in Piemonte. Il buio è formato da tutti quegli africani che, schiavi per decenni dei gioghi europei, non si sono ancora liberati di un intrusione occidentale che oggi sotto altre forme ipnotizza il continente “più vecchio” del pianeta. La fame di potere e denaro accieca la maggior parte dei presidenti africani di oggi che a beneficio di pochi oligarchi arena ogni prospettiva di sviluppo per milioni di africani. Sankara non ci stava. La sua voce suonava forte nel rivendicare il diritto naturale del suo popolo a sfruttare le proprie risorse per il bene del loro Paese. E’ stato ucciso per questo. Perchè unica voce sostenitrice dell’annullamento del debito. Perchè personaggio scomodo. Perchè lo sviluppo dato al Burkina Faso nei suoi quattro anni di presidenza non era previsto e gradito dalla Madre Francia. Perchè il diritto all’istruzione, i diritti dati ai lavoratori, alle donne, la lotta alla corruzione, la sua politica di austerità, tutto faceva digrignare i denti a buona parte dell’Occidente.
Di Sankara rimangono gli sfacciati quanto giustificati discorsi alle Nazioni Unite, rimane l’eco dei cori dei burkinabè nelle strade di Ouagagoudou, rimane quell’incolmabile esempio di leader politico che da vero leader agisce, rimane una tomba vuota, rimane un vergognoso certificato che parla di “morte naturale”. Parliamo di Sankara! Datemi una sua foto, la voglio stilizzare, farla a bandiera e metterla proprio lì, a fianco al posto di quella di Hernesto Guevara.

Monday, November 22, 2010

Scoperto nuovo teschio di cristallo

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/11/18/scoperto-nuovo-teschio-di-cristallo/

Scoperto nuovo teschio di cristallo

Posted: 18 novembre 2010 by neovitruvian

Il teschio di cristallo Mitchell-Hedges non è più unico.In California – è stato scoperto un altro teschio antico, chiamato “compassione”, con la mascella staccabile. Questo teschio sta già riscrevendo lo scenario dei Teschi di cristallo.

Con il rilascio nel 2008 del film “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”, i teschi di cristallo hanno raggiunto un livello di popolarità mai visto prima. Precedentemente solo negli anni 80 questi artefatti avevano acquisito un pò di importanza con il movimento New Age. Oggi, ci sono centinaia di teschi di cristallo, quasi tutti di moderna fabbricazione (la maggior parte made in China) e utilizzati in diversi seminari New Age. Solo una manciata di teschi si presume abbiano origini antiche, tra cui il più famoso di tutti i teschi di cristallo: il teschio di cristallo di Mitchell-Hedges.
“Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo” fa riferimento marginalmente al teschio di Mitchell-Hedges. Si distingue per essere di gran lunga il più complesso, solo questo ha la mascella staccabile, simbolo che chiunque lo abbia creato- è un maestro d’arte in grado di creare capolavori che gli scultori moderni non sono in grado di realizzare. Gerald Leandro De Souza, un maestro intagliatore dal Brasile con 25 anni di esperienza alle spalle, osserva che “il processo di taglio della mascella da un cranio provoca la rottura stessa della mascella ed è quasi impossibile per un intagliatore riuscire nell’impresa.”
Eppure, gli scettici, principalmente guidati da Jane Walsh, un antropologo dello Smithsonian National Museum of Natural History, cercano di sostenere che tutti questi teschi sono delle invenzioni moderne. Finora, nessuna delle affermazioni fatte da Walsh e co. sono state dimostrate, e tanto meno provate da fatti. In particolare, Walsh cerca di puntare il dito verso la Germania e alla città di Idar-Oberstein, sostenendo che la maggior parte di questi crani sono stati scolpiti da artisti lì residenti. Tuttavia, nessun registro documentante intagliature di crani è mai stato trovato lì, non ci sono registrazioni di intagliatori che intagliavano alla metà del 19 ° secolo, epoca in qui questi teschi sarebbero stati prodotti. In breve, le teorie di Walsh rimangono totalmente prive di fondamento – risultando molto poco scientifiche!
Dall’altra parte del dibattito vi sono persone del calibro di Nick Nocerino, uno dei primi ricercatori dei teschi di cristallo, che ha viaggiato molto in tutto il Centro America, in cerca di essi. Ha notato come in diverse occasioni, le tribù indiane avrebbero voluto venderli teschi di cristallo,con i cui soldi, gli sciamani locali avrebbero potuto acquistare preziose medicine occidentali e simili, per aiutare le loro tribù. Nocerino ha sempre rifiutato queste offerte, poichè credeva fermamente che i teschi fossero parte integrante della società e che le tribù dovessero conservarli con cura come preziosi talismani . (Ha in ogni caso cercato di aiutare le varie tribù in altri modi.)

Anche il teschio di cristallo di Mitchell-Hedges ha origine centroamericana. La stessa famiglia ha dichiarato che Anna Mitchell-Hedges trovò il teschio tra le rovine di Lubaantuun il giorno del suo 17 ° compleanno nel 1924. E ‘una storia che Anna ha sostenuto fino alla sua morte, anche se fù sottoposta a severe critiche da parte degli scettici. Infatti, una storia più probabile di come suo padre abbia trovato il teschio è raccontata nel suo romanzo, “The White Tiger”, pubblicato nel 1931. In esso il padre descrive il resoconto di un uomo inglese che fù iniziato alle tribù Maya, per diventare il maggior custode di un importante tesoro. Quando il sacerdote maya decise di mostrargli il tesoro, l’inglese fù condotto in una serie di tunnel: “Dinnanzi a lui, ammassati in una confusione senza fine, giaceva il tesoro degli Aztechi. calici d’oro, ciotole, vasi e altri ornamenti di ogni dimensione e forma. Pietre preziose non ce ne erano, ma vi erano molte chalchihuitl rare (ciondoli di giadeite). Maschere di ossidiana e conchiglie splendidamente intarsiate erano tutte ammucchiati insieme con teste scolpite in solidi blocchi di cristallo. La leggenda non esagerava sul tesoro degli Aztechi. Una ricchezza quasi sconfinata giaceva a disposizione della Tigre Bianca “.
“Teste scolpite in solidi blocchi di cristallo”: un riferimento ai teschi di cristallo fatta da Frederick “Mike” Mitchell-Hedges nel 1931, più di un decennio prima che – secondo quelli con le idee di Walsh – avesse acquistato un teschio all’asta di Sotheby a Londra nel 1943.

Poichè è il più complesso, il teschio di cristallo di Mitchell-Hedges è sia il più famoso sia il più dibattuto. E ‘unico. Ma oggi, il teschio di Mitchell-Hedges non è più solo: il 6 agosto 2009, l’ex pescatore Joe Bennett fù in grado di comprare finalmente, da un negozio di importazione californiano, un teschio di cristallo … con una mascella staccabile, che chiamò presto “compassione “. E’ nata una nuova era nelle ricerce sui teschi di cristallo per svariate ragioni.
Bennett è un pescatore in pensione dell’Alaska. Si era guadagnato il soprannome di “marinaio di cristallo”, poichè per anni, raccolse una serie impressionante di cristalli. Nella sua caccia ai cristalli, nel 2006,incappò in un teschio di cristallo, in un negozio di importazione a Carmel, in California. Il cranio apparteneva ad un amico stretto dei proprietari, che lo portò dall’Africa. Alla sua morte la sua famiglia liquidò l’attività e chiese al negozio di importazione di vendere il teschio di cristallo per loro.
Bennett racconta come avesse “notato un teschio di cristallo nel retro del negozio su un alto scaffale. Ammirai l’arte estrema, vidi il prezzo e me ne dimenticai. Come la maggior parte delle persone non ebbi alcun riferimento per identificare i teschi di cristallo apparte le storielle di hallowen e la magia nera. “Tuttavia, il teschio si impresse bene nella memoria di Joe, che ebbe una serie di sogni vividi sul teschio di cristallo, tanto che mandò la sorella – che viveva nelle vicinanze – ad effettuare una serie di fotografie, che inviò poi a Joe. Era solo questione di tempo prima che il teschio finisse nelle mani di Bennet.

Il teschio “compassione” ha dimensioni umane ed è prodotto con quarzo chiaro, è alto 14 cm, largo 14 cm e lungo 20 cm, e pesa poco meno di 5 kg – molto simile per dimensioni al cranio di Mitchell-Hedges. In bocca ha 28 denti. Poco si sa delle origini del teschio. E’ rimasto negli Stati Uniti per cinque anni prima che il negozio lo mettesse in vendita. Prima, trascorse 22 anni in un magazzino in Africa. Non si sa il nome della tribù africana che lo possedeva, ma le analisi iniziali del cranio hanno dimostrato che il cristallo non proviene dal Brasile. Gerald Leandro De Souza sostiene che il “quarzo viene probabilmente dall’Africa”. La probabile fonte è la Namibia, in Africa, un luogo famoso per le sue riserve di quarzo.
Considerando che il teschio di Mitchell-Hedges è di “cristallo puro”,quello della “compassione” è più simile a un altro teschio di cristallo, noto come “MAX”: Il teschio “compassione” è costruito su 3 strati distinti (il MAX me ha 5). Il più grande, è la parte frontale che è fatta con del cristallo di quarzo puro. Dietro, a livello della fronte, vi è una sezione un po ‘più morbida di cristallo di quarzo meno puro. Sempre dietro vi è lo strato finale, separato dagli altri da una piccola fessura di ossido di ferro, che si può solo vedere dalla parte posteriore del cranio.
La possibilità che il materiale all’interno della fessura sia ossido di ferro è stata suggerita dell’intagliatore di cristalli James Ziegler, che ha aggiunto che il materiale sul fondo della fessura è feldspato. Questa conclusione è stata confermata quando Bennett ha fatto esaminare il suo teschio di cristallo dal Dr. Ray Corbett, Curatore Associato di Archeologia presso il Museo di Storia Naturale di Santa Barbara e dal geologo Dr. John Minch il 30 marzo 2010. E ‘stato Minch a confermare che la fessura fosse stata riempita con l’ossido di ferro.
Questi esperti, inoltre hanno riconosciuto che il teschio di cristallo è stato lavorato a mano e non da una macchina. Un settore del cerchio mostra aree a forma di torta,che un intagliatore avrebbe tenuto, ma che una macchina avrebbe appianato. Ci sono altri aspetti interessanti del cranio, in particolare hanno a che fare con la mancanza di simmetria tra destra e sinistra, che dimostra ancora una volta come il lavoro fosse stato fatto da mano umana.
Quando si passa la punta di un dito sulla parte superiore del teschio, si possono sentire le fratture fra gli strati. Il Dr. Minch sostiene che chiunque abbia fatto questo teschio, avrebbe dovuto farlo molto lentamente, perché se il quarzo si riscalda troppo, va in frantumi – sottolineando in tal modo che l’utilizzo di strumenti per la realizzazione del suddetto teschio è molto improbabile.

Durante i tests, il Dott. Minch ha inoltre scoperto la presenza di una bolla d’aria all’interno del teschio. Quando il cranio è scosso, la bolla si sposta su e giù in una soluzione presumibilmente d’acqua, che in qualche modo si è fatta strada all’interno del teschio è ha intrappolato al suo interno la bolla d’aria. Bennett ha ipotizzato che questa bolla d’aria dovrebbe essere interpretata come una rappresentazione della ghiandola pineale, una parte del cervello che è spesso definita come il “terzo occhio”, e che quindi è fortemente intrisa di significato esoterico. René Descartes addirittura la etichettò come sede dell’anima, facendo eco a una credenza che risale a migliaia di anni fa.
Minch ha anche trovato un rutilo d’oro sia nel cranio sia nella mascella. Un rutilo è un minerale importante del titanio, e si trova in parti microscopiche nel quarzo e in altre pietre preziose. E ‘responsabile di molti degli effetti di luce che si vedono all’interno di questi oggetti.
Gli scienziati hanno avuto difficoltà ad ammettere che la mascella staccabile del teschio di cristallo di Mitchell-Hedges fosse fatta di cristallo (lo è), e che fosse fatta dello stesso cristallo del resto del cranio (lo è). Ma nessun dubbio può sorgere nel caso del teschio “compassione”: nella guancia destra si può osservare un segno del cristallo che parte appunto da qui e finisce nella mascella, ciò dimostra che la parte principale del cranio e la mascella sono state ottenute dallo stesso cristallo.
Sarà interessante vedere cosa faranno i poveri debunkers. Nel caso del teschio di cristallo di Mitchell-Hedges, hanno cercato di incentrare la loro critica sulla provenienza della mascella, poichè nessun intagliatore di cristallo moderno è mai riuscito a realizzare una mascella del genere. Ovviamente il teschio “compassione” non sarà “compassionevole” nei confronti di questi personaggi, che dovranno produrre argomentazioni più forti, se vogliono continuare a persistere nello spiegare, con ipotesi vecchissime e chiaramente erronee, questa recente e importante scoperta.

Per quanto il teschio “la compassione” sia impressionante, la sua faccia non è simmetrica. Con la sua mascella staccabile posizionata sotto i denti del cranio, la compassione sembra ed è effettivamente simmetrica, ma togliendo la mandibola, diventa chiaro che il cranio e scentrato: i denti sono inclinati verso destra. L’unico posto in cui ci sono segni di lucidatura visibili ad occhio umano sono sotto la mascella. Questa zona non è stata finemente lucidata, forse per far intendere che l’opera è stata scolpita a mano. Il resto del teschio non mostra questi segni. Infatti, ” Compassione” ci porta ad una conclusione interessante: il teschio è statto chiaramente costruito dalle mani dell’uomo, ma chi lo ha fatto, dovrebbe aver avuto una esperienza nella lavorazione del cristallo quarzo, che supera quella di tutti gli intagliatori di cristallo esistenti ai giorni nostri. In breve, vi è una intera scienza persa sulla lavorazione del cristallo di quarzo. Da dove proviene e dove è andata a finire?
Infine, quando fissiamo negli occhi il teschio, è chiaro che nessuno dei due sia identico: l’occhio sinistro è molto più chiaro di quello a destra. Fu infatti mentre Bennett e sua moglie fissarono negli occhi il teschio, che sentirono che il teschio esprimeva tristezza. Sua moglie disse che “nel suo sguardo mostrava compassione” e il nome è nato. Entrambi inoltre ritennero che il nome “compassione” possedesse una energia femminile.

La questione chiave è dimostrare che il teschio sia antico. Come accennato, scienziati del calibro di Jane Walsh dallo Smithsonian si sono impuntati sull’argomento – abbandonando del tutto il processo scientifico – dicendo che in ogni caso i teschi sono di moderna fattura. La loro pochezza scientifica è risultata evidente durante i test del teschio di cristallo di Mitchell-Hedges nel 2008, quando un membro della squadra ha semplicemente liquidato la mascella staccabile come un artefatto in vetro. Quando si scoprì poco dopo che non era vetro, esclamò con la coda fra le gambe “questo non significa che sia di cristallo” – nonostante prove precedentemente scoperte da Hewlett-Packard abbiano chiaramente dimostrato che la mandibola era effettivamente di cristallo!
Il problema è che il cristallo è impossibile da datare, ciò vuol dire che ogni datazione si può fare solo tramite mezzi secondari. Prove di strumenti utilizzati per la creazione del teschio, in particolare del tornio, sono stati stabiliti come canoni chiavi per stabilire se un teschio è antico (leggi: epoca pre-colombiana) o moderno. Anche chiudendo un occhio sulle notevoli lacune di questo metodo, esso non può applicarsi ad un teschio che viene dall’Africa – L’Africa non è mai stato un continente isolato, come testimoniano le origini dell’uomo migliaia di anni fa. Il metodo funziona solo se si vede l’argomento teschi di cristallo come un fenomeno puramente americano, per cui l’introduzione del tornio risalga alla scoperta dell’America da parte degli europei.

Naturalmente, la presenza del teschio in Africa per un certo numero di decenni non vuol dire che fosse stato sempre lì. Allo stesso modo, le origini della civiltà in America Centrale, rimangono enigmatiche. La civiltà olmeca risale almeno al 1200 aC, e alcuni hanno sostenuto una origine africana per questa civiltà. Nel 1972, il Dr. A. Wiercinski sostenne che alcuni degli Olmechi erano di origine africana, per fornire prove alla sua affermazione portò testimonianze archeologiche degli scheletri olmechi. Secondo Clyde Winters, gli Olmechi provengono dalla regione Mandinka dell’Africa occidentale (a nord della Namibia). La loro lingua è chiamata Mende, ed è il tipo di linguaggio trovato effettivamente sul Monte Alban, in Messico. È interessante notare,come siano emerse prove del collegamento Maya – teschi di cristallo proprio sul Monte Alban.
Oltre a ciò, lo stesso teschio di cristallo “la compassione” ha come probabile origine la Namibia, il che significa che deve avere una connessione di qualche genere con il continente africano. Ci sono leggende maya che spiegano come i teschi con la mascella removibile possano “cantare e parlare” durante alcune cerimonie religiose che vennero eseguite in numerosi santuari Maya, la questione è quale cultura africana ha costruito/costudito questi teschi.
Poco si sa sul teschio “la compassione”, la maggior parte delle scoperte sono ancora da realizzare. Se dovessimo considerare effettivamente la sua origine africana, allora, siamo di fronte ad un nuovo scenario, 2 teschi di cristallo molto simili provenienti da parti opposte dell’atlantico. Sono quindi prove di un contatto pre-colombiano tra i due continenti, nel qual caso gli Olmechi sarebbero i candidati più probabili, o dovremmo guardare ad origini molto più antiche, nelle leggende della civiltà di Atlantide?

Coloro che hanno comunicato con i teschi – in trance, meditazione o altro -riferiscono di una connessione con Atlantide. Durante una conferenza sui teschi di cristallo nel settembre 2009 – una delle prime volte in cui il teschio “la compassione” veniva mostrato al pubblico l’anziano Maya Men Hunbatz fù uno dei più incuriositi da questo teschio di cristallo. Dopo aver studiato il cranio da vicino, esclamò “Atlantis” aggiungendo che vi era una matrice nella parte posteriore del cranio che li aveva mostrato una mappa antica, che non capiva. Alcuni mesi più tardi, Bennett si rese conto che lo strato di ossido di ferro nel cranio somigliava in gran parte ad una mappa del continente africano. Coincidenza, o no?
Un altro personaggio che ha lavorato al teschio è sta Carole Wilson / Davis. Wilsonlavorò inizialmente con il teschio Mitchell-Hedges e conseguentemente a ciò pubblico il libro “The Skull Speaks”, pubblicato nel 1985 uno dei primi volumi in cui comparivano tutti i teschi di cristallo.

All’interno della mitologia sulla creazione dei Maya, i teschi ricoprono un ruolo speciale. Gli antichi complessi di templi come Chichen Itza sono una riproposizione tridimensionale del mito della creazione maya. Vicino alla famosa corte piramidale vi è l’impressionante “Piattaforma del teschio”. Nel mito della creazione, mentre stavano giocando a palla, le divinità gemelle disturbarono i signori di Xibalba, il mondo sotterraneo dei Maya. I Xibalbani convocato gli Dei negli inferi per rispondere del loro comportamento irrispettoso. Lì, li sottoposero ad una serie di prove. Se avessero dovuto fallire uno dei test, sarebbero stati uccisi e seppelliti nella corte di Xibalba. Fù decapitato il gemello più anziano, la sua testa pendeva nella struttura adiacente alla corte, come avvertimento a chiunque avesse ripetuto i loro reati .

Nel 1980, quando i teschi di cristallo dell’america centrale acquisirono importanza, vennero commessi atroci crimini contro la popolazione Maya lì risiedente. In paesi come il Guatemala, un regime oppressivo ha mandato al patibolo migliaia di Maya. Ci sono voluti anni prima che la notizia di questo “Olocausto silenzioso” divenisse noto, i governi occidentali però sostenevano il regime del Guatemala. In grado di fare affidamento solo su se stessi, il popolo maya cominciò ad organizzarsi- divennerò terroristi o combattenti per la libertà, a seconda della prospettiva – e cominciarono a utilizzare le date chiavi del calendario Maya per le loro campagne, sperando di scuotere il popolo Maya svegliandolo dal torpore comune e farlo riunire alle sue vere origini Maya- quelle origine che trascendevano i confini moderni che le potenze del mondo occidentale hanno creato. I sociologi lo hanno definito il Rinascimento Maya”. Oggi, tre decenni più tardi, il mondo è molto consapevole del calendario Maya – in particolare della sua data chiave, il 21 dicembre 2012 - milioni di persone visitano i vari monumenti Maya del Centro America.
La coppa del Mondo del 2010 in Sud Africa è stato visto come un evento gioioso per l’Africa, dimostrando che l’Africa non è solo un paese di guerre civili e della fame. C’è grande gioia in un continente che ci ha dato la civiltà egizia, mentre il Kenya è visto come la “culla dell’umanità”, per i resti dei primi ominidi che sono stati trovati in quel paese. Venti anni fa, l’autrice di bestseller americana Kathleen McGowan partecipò ad un workshop sul teschio di cristallo di Susan McCune. Alla McGowan fù detto che in futuro, avrebbe lavorato con teschi provenienti dall’Africa, e che altri teschi sarebbero emersi da quel continente. Quando vide “la compassione” nel luglio 2010, McGowan ricordò la profezia di McCune. E se McCune fosse nel giusto,”compassione” sarebbe il primo di una serie di teschi africani che in futuro verranno alla luce. Sarà anche grazie a loro che l’Africa acquisirà di nuovo il suo antico valore storico e culturale? Speriamo di si!:)

Thursday, October 21, 2010

Waka Waka, questo è il tempo dell'Africa

http://ilsole24h.blogspot.com/2010/10/waka-waka-questo-e-il-tempo-dellafrica.html

Waka Waka, questo è il tempo dell'Africa

ZIMBABWE, NUOVA EPIDEMIA

Notiamo con stupore che sui quotidiani si sta parlando pochissimo della nuova crisi epidemica scoppiata nello Zimbabwe, con centro nel distretto di Tsholotsho, nelMatabeleland. L’altra settimana erano stati riscontrati oltre trecento casi nelle aree diMbamba, Dlamini, Bemba, Malanda, Makhazi e altre e tutti i casi erano relativi a bambini colpiti nelle scuole. Anche i bambini della Missione a Magami sono stati contagiati, si tratta quasi sempre di bambini sotto i quattordici anni. La Dr. Portia Manangazira dell’Unità di Controllo Epidemie del Ministero della Salute ha comunicato che si tratta di una pericolosissima mescolanza del comune virus H3N2, quello dell’influenza, con il ben più pericoloso H1N1, la cosiddetta influenza suina. Già nel 2009 la popolazione era stata allertata a causa di un contagiato arrivato in aereo da Londra e uno scolaro che aveva partecipato a un torneo sportivo in Sudafrica e dunque, sembra che il programma di vaccinazione fosse stato messo in moto e avesse coperto circa un milione di persone. Il Dr. Dlodlo, l’ufficiale di controllo per il contagio, ha comunicato che il team di esperti recatosi sui posti dell’epidemia sta somministrando il Tamiflu, del quale il Ministero della Salute sembra avere grosse quantità di scorta. Nel frattempo, anche se le notizie arrivano con difficoltà, le persone contagiate sommano a migliaia e non si vede ancora la possibilità che finisca in breve tempo.
vedi anche questo articolo in inglese: http://www.sundaymail.co.zw/inside.aspx?sectid=19199&cat=1

Tuesday, July 28, 2009

Agli albori dell'"operazione scie chimiche": manipolazioni climatiche nel continente africano

http://www.tankerenemy.com/2009/07/agli-albori-delloperazione-scie.html

Agli albori dell'"operazione scie chimiche": manipolazioni climatiche nel continente africano

E' noto come l'emigrazione di indigenti da stati in grave difficoltà economica e sociale o da paesi dilaniati da conflitti interetnici spesso fomentati dalle multinazionali [ma che caspita dici?], costituisca una grave questione di questi ultimi decenni.

Il continente africano, pur afflitto da vari problemi e da squilibri interni, fino agli inizi degli anni ‘70 del XX secolo, era quasi autosufficiente sotto il profilo alimentare [infatti fino al 1970 in Africa non moriva nessuno di fame - professo', ma vai a defecare, va]: l'agricoltura e l'allevamento, anche se spesso praticati con metodi rudimentali, nell'ambito di un'economia di sussistenza, coprivano il fabbisogno interno, senza il ricorso massiccio ad importazioni e senza gli interessati aiuti della criminale F.A.O. e delle organizzazioni "umanitarie". Poi qualcosa cambiò. Siccità sempre più frequenti in Etiopia, in tutto il Sahel ed altrove portarono alla desertificazione di vaste aree, alla morte per sete e per inedia di moltissimi africani. I pascoli diventarono sempre più magri ed il bestiame contribuì ad isterilire altri territori: là dove si estendevano lussureggianti foreste, cominciò ad allargarsi la savana. La savana si impoverì sino a trasformarsi in una landa inospitale ed arida. La scarsità di precipitazioni e l’intenso sfruttamento delle poche zone ancora produttive aggravarono sempre più la situazione.

Per fortuna, intervennero organismi internazionali per risollevare le attività produttive dei paesi poveri: il Fondo monetario e la Banca mondiale prestarono denaro a governanti corrotti per controllare, un po' alla volta, interi stati sempre in più in difficoltà a restituire i capitali con gli interessi. Società statunitensi, canadesi ed europee, che avevano insediato in Africa le loro filiali per promuovere lo "sviluppo economico", si impadronirono presto di ricchi giacimenti minerari e petroliferi nonché di altre risorse. Intanto le industrie belliche vendevano armi a crudeli presidenti-fantoccio ed a generali ambiziosi, scatenando guerre tra etnie che convivevano in stati i cui confini erano stati disegnati artificialmente dai colonialisti, tenendo conto solo della necessità di convogliare le merci in punti strategici (porti fluviali e costieri). Cristiani contro musulmani, cristiani contro animisti, Hutu contro Watussi, movimenti secessionisti contro il potere centrale (Biafra, Katanga) etc.: le ostilità divamparono in ogni dove, con il loro corollario di eccidi, strupri, distruzioni, esodi di massa, epidemie, carestie. Per “arginare” la diffusione di molte malattie, si agì con perniciose campagne di vaccinazione, cui si deve anche la diffusione dell'A.I.D.S. che ha falcidiato e falcidia intere generazioni.

Stando così le cose, i flussi migratori, un tempo contenuti, aumentarono a dismisura: moltitudini di disperati cominciarono ad affluire verso l'Europa, attratti dal miraggio di una vita migliore o per fuggire dalla miseria, dalle stragi, dalle vessazioni di esecutivi autoritari. Le nazioni europee si trovarono a dover fronteggiare i numerosi problemi collegati all'immigrazione sia legale sia clandestina.

Bisogna a questo punto chiedersi: lo scenario appena tratteggiato fu casuale, dovuto solo a variazioni naturali del clima o qualcuno operò affinché circostanze critiche deflagrassero? In un pianeta dove le élites orchestrano operazioni su vasta scala, giocando con i destini dei popoli, è difficile pensare che i cambiamenti climatici all'origine, insieme con altre cause e concause, della crisi alimentare africana, furono un fenomeno del tutto naturale. Si può ipotizzare che i neo-colonialisti, che controllano altresì il mercato delle materie prime, siano ricorsi a manipolazioni dei fenomeni atmosferici per determinare rovinose e prolungate siccità, da cui, poi, con un effetto domino, sono scaturite tutte le altre instabilità. D'altronde se già con successo l'esercito statunitense, durante la guerra del Vietnam, impiegò armi chimiche per indurre piogge torrenziali che causarono enormi difficoltà ai Vietcong, perché escludere un intervento di guerra climatica nel continente africano per conseguire scopi di controllo economico e demografico? Ex chaos ordo.

Il pur controverso David Icke ha il merito di aver volgarizzato una dialettica para-hegeliana utile non solo per comprendere alcuni avvenimenti del nostro martoriato mondo, ma a volte anche per prevederne gli sviluppi.[1] La triade para-hegeliana si basa sull'articolazione di problema-reazione-risoluzione. Il problema (determinato ad hoc, ossia creato in modo del tutto artificiale) è costituito dalla carestie in Africa; la reazione coincide con lo sradicamento di interi gruppi umani e con i loro spostamenti; la gamma delle "risoluzioni" comprende l'introduzione di cereali geneticamente modificati per “sopperire” alle esigenze produttive, l'erogazione di prestiti con cui rapidamente si sono strangolate e soggiogate intere nazioni, l’imposizione, per opera di organismi esteri, di politiche "liberiste" volte a ridurre in modo drastico le spese sociali affinché i paesi indebitati possono versare gli interessi ai creditori, la cessione di ampie zone forestali (con grave danno per la flora e la fauna) a società minerarie straniere... Alla fine, sebbene molti stati africani siano de iure sovrani, sono diventati del tutto dipendenti dai fondi e dai sussidi alimentari generosamente elargiti dai istituzioni (inclusa la Chiesa cattolica) e governi occidentali: il tutto è avvenuto con la complicità delle classi dirigenti africane, composte da individui avidi e spregiudicati, scelti o rimossi in base ai programmi ed alle necessità dei burattinai. Si è creata una spirale perversa a base di debiti insolvibili, di devastazioni ambientali, epidemie, movimenti migratori incontrollati... : è un vortice in cui sta per essere risucchiato anche il mondo cosiddetto sviluppato, con la sua sfrontata opulenza e le sue fragili certezze.


[1] E' qui doveroso segnalare l'articolo di Corrado Penna, intitolato Cosa si nasconde dietro i libri di David Icke?, 2009. Con sguardo acuto ed argomenti persuasivi, Penna mette in luce le contraddizioni del noto saggista, soffermandosi sulla superficialità con cui è affrontato il cardinale tema delle scie chimiche. Nota Penna: “L''autore si dilunga a parlare di antenne, H.A.A.R.P., manipolazione e controllo mentale in maniera molto simile a come ne parliamo noi, ma quelle due paginette sulle scie chimiche sono concepite come una piccola appendice alla trattazione (molto più ampia) circa la questione delle onde elettromagnetiche e l'autore si limita ad affermare che chi ci governa sta aggiungendo particolato metallico per ottimizzare la trasmissione di segnali per il controllo mentale che operano su particolari frequenze. In queste due paginette, si trova appena una riga e mezzo per descrivere genericamente il morbo di Morgellons, mentre non si trova alcun accenno ai nanosensori ed alle ricerche della dottoressa Staninger".




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