L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

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Saturday, February 6, 2010

Resistenza

http://zret.blogspot.com/2010/01/resistenza.html

Resistenza

E' incredibile quanto sia tenace la resistenza ad acquisire nuovi paradigmi di ragionamento anche nelle persone che ormai conoscono le mille insidie e menzogne del sistema. Ancora molti non hanno compreso quanto sia precaria la condizione attuale e non riescono a concepire un mondo radicalmente diverso da quello in cui viviamo oggi. Stiamo assistendo ad una lenta, ma irreversibile metamorfosi dell'esistenza, ad un cambiamento antropologico, dopo aver accettato l'intrusione della tecnologia e del potere più osceno nella sfera privata. Le telecamere della video-sorveglianza non solo soltanto strumenti che spiano i cittadini, ma occhi di un Gerione minaccioso. Eppure, talvolta, anche tra i desti si evoca lo spettro della paura esterna, ricadendo in logori ed errati schemi di giudizio. Ancora si crede che il denaro possieda un valore intrinseco, che i “politici” contino qualcosa e così via.

La resistenza più pervicace è nell'incapacità di figurarsi una società "medievale", senza più gli agi dell'età contemporanea, ma anche priva delle risorse materiali, strumentali ed etiche del Medioevo. Sarà un salto nel buio, soprattutto per le nuove generazioni e per i popoli occidentali, inetti di fronte a situazioni impreviste ed ardue.

E' inevitabile: decenni di consumismo e di materialismo hanno radicato una forma mentis difficile da estirpare. Ben più preoccupante, però, di queste abitudini inveterate che hanno creato una società di inabili, dipendenti in toto dal sistema, è il solco che è stato scavato tra gli uomini e la natura, tra l'uomo ed i suoi simili sicché gli individui sono ridotti a monadi impazzite. Regna il disorientamento e sovente si cerca un punto fermo purchessia. Ecco perché, oggi giorno, i pifferai tragici riescono ad incantare le masse con tanta facilità.

Forse coloro che, in questi ultimi anni, pur non avendo preso le necessarie precauzioni, hanno cominciato ad immaginare l'inimmaginabile, grazie a folgoranti squarci sul futuro, avranno una possibilità di non perdere il senno, conservando un briciolo di umanità, ma gli altri, presi alla sprovvista, saranno sballottati dagli eventi, a guisa dell’equipaggio di una nave travolta e squassata da una violenta burrasca. Costoro sono i creduloni, quelli che si abbeverano alle fonti avvelenate dell'"informazione" ufficiale: essi, al cospetto di incombenti scie, preferiscono stornare lo sguardo altrove. Oggi sono simili ai porcellini di Sant'Antonio che, immobilizzandosi, si arrotolano su sé stessi, di fronte ad un pericolo reale o presunto; domani saranno implacabilmente schiacciati.

Gli altri, la minoranza degli accorti, resteranno a guardare gli avvenimenti, mentre imploderanno in catastrofi, non dalla finestra di un confortevole appartamento, bensì dalle impannate di un tugurio.



Saturday, November 7, 2009

Pietre dal cielo

http://zret.blogspot.com/2009/11/pietre-dal-cielo.html

Pietre dal cielo

Vence ed i suoi dintorni sono noti tra gli ufologi per gli avvistamenti di sfere luminose e poiché si sospetta che, nella zona, sia ubicata una base militare sotterranea. Sono numerose inoltre la manifestazioni inesplicabili che si ripetono nella località francese sita all'interno del Dipartimento delle Alpi Marittime: malfunzionamenti di apparati elettrici ed elettronici, sparizioni, sincronicità, orbs, riflessi assurdi...

Tuttavia il fenomeno più inquietante è la caduta di pietre che sovente danneggiano il parabrezza e la scocca delle autovetture. A tale proposito Pierre Beake, autore del corposo saggio Les mystères du Col de Vence, 30 ans de investigations, o.v.n.i., apparitions, Poltergeist, Agnières, 2009, scrive: "Le pietre che cadono mi paiono il fenomeno più spettacolare rilevato a Col de Vence. Queste ricorrenti manifestazioni ci hanno indotto a porci domande ed a riflettere... La prima reazione, in tali circostanze, è di supporre l'intervento di persone che, in contesti propizi, lancerebbero questi sassi. [...] Nondimeno l'esame dei luoghi ci ha indotto a scartare questa eventualità. Sono eventi che si ripetono da molti anni... Le traiettorie sono incompatibili con lanci provenienti da strapiombi. In effetti, i proiettili non descrivono delle curve, ma precipitano verticalmente. Si è anche constatato che le pietre non rotolano quasi dopo l'impatto, a causa di una particolare inerzia. Ciò accredita il fatto delle traiettorie verticali, non oblique o radenti.[...] Le pietre sono di differenti dimensioni: alcune sono piccole come monete, le più grosse hanno le dimensioni di un pugno chiuso e pesano da qualche decina a qualche centinaio di grammi. I sassi provengono dall'ambiente circostante... Bisogna notare anche che in caso di impatto sulla carrozzeria, il danno non è sistematico. Abbiamo assistito, increduli, ad impatti molto violenti che non hanno lasciato ammaccature.[...] Questa fenomenologia ha conosciuto un parossismo nel corso dell'inverno del 1996."

Come talvolta avviene, la cultura antica riesce a gettare un barlume su una questione tanto enigmatica o, per lo meno, si possono trovare alcuni addentellati di fenomeni attuali in racconti appartenenti ad ere remote. Sono racconti in cui il fregio mitico pare adombrare qualche verità. Così, riflettendo sulle strane piogge di pietre che cadono a Col de Vence, viene in mente un episodio della saga eraclea. E' ricordato nel mito che, allorquando Eracle, ritornando dal paese di Gerione, attraverso il sud della Gallia, Ligi, eroe eponimo dei Liguri, tentò di impadronirsi della mandria che l'eroe conduceva con sé. Ligi ed i Liguri, suoi compagni, attaccarono Eracle cui vennero a mancare le frecce. Sul punto di essere sopraffatto dagli avversari, Eracle rivolse una preghiera al padre Zeus, che lasciò cadere una gragnola di pietre, con le quali l'eroe riuscì a sconfiggere i nemici. La pianura della Crau è testimone ancora di quell'avvenimento, attraverso la gran quantità di rocce e di pietre di cui è disseminata.

Gli eventi si riferiscono alla decima fatica con Eracle che, su ordine di Euristeo, dovette impossessarsi, riuscendo nell'impresa, dell'armento appartenente a Gerione, mostro figlio di Crisaore e Calliroe, con tre corpi dal ventre in su, ed abitante nella terra di Erizia. A questa circostanza, come ad altre, si abbinano diverse parerga (azioni collaterali), tra cui quella durante la quale il figlio di Zeus confisse le colonne nello stretto di Gibiliterra. Un altro parergon è la lotta contro i Liguri. Eracle uccise i predoni Alebione[1] e Dercino, entrambi figli di Poseidone, dopo che essi avevano tentato di sottrargli i buoi.

La piana della Crau, non distante da Arles, è una landa punteggiata di massi e, come si accennava, la sua particolare morfologia è associata al mito.[2] La costa meridionale della Gallia è regione eraclea: vi si snodava appunto la Via Eraclea e vi sorgeva Portus Herculis Monoeci, l’attuale Monaco, originariamente scalo fenicio, poi incorporato nel dominio di Massalia (Marsiglia). Fu centro fondato, secondo la tradizione, da Eracle.

E’ vero che Col de Vence non è ubicata in area vicina alla Piana di Crau, ma la manifestazione delle pietre che cadono dal cielo si riferisce comunque al litorale meridionale della Gallia, con una parziale coincidenza topografica. E’ possibile che antiche narrazioni trasfigurino e tramandino un singolare fenomeno che, a tutt’oggi, sfida ogni tentativo di spiegazione?


[1] A proposito di Alebione, rammento en passant che il nome di questo personaggio è stato collegato da alcuni paletnologi ad Albione, ossia la Britannia, intesa come terra da cui proverrebbero i Liguri. E' ipotesi tutta da verificare, ma è assodato che Albione nulla c'entra con le "bianche (in latino albus) scogliere di Dover", poiché nella radice alp-alp, diffusa in molti toponimi, bisogna semmai vedere un antichissimo vestigio di una lingua pre-indoeuropea. La matrice alp-alb significa "monte, altura, poggio".

[2] Arles è sita nella regione Provenza, Alpi, Costa azzurra. E’ prossima alla foce del Rodano ed è celebre per i monumenti romani e medievali.


Riferimenti bibliografici:

P. Beake, Les mystères du Col de Vence, 30 ans de investigations, o.v.n.i. apparitions, Poltergeist, Agnières, 2009, pp. 132-164
R. Da Ponte, I Liguri. Etnogenesi di un popolo. Dalle origini alla conquista romana
Enciclopedia della Mitologia, Milano, 2006, s.v. Alebione, Dercino, Eracle, Ligi

Fonti classiche:

Apd. Bibli. 2, 5, 10
Eust. a Dion. Per. 76
Pomp. Mela, 2, 5, 78
Tzet. Chil. 2, 340 ss.


Ringrazio il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione del libro scritto da Pierre Beake.