L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, November 4, 2012

Minchiate vintage: Scie chimiche ed invisibilità


http://www.tankerenemy.com/2009/12/scie-chimiche-ed-invisibilita.html

Scie chimiche ed invisibilità


In un eccellente articolo, intitolato Presenze invisibili, Umberto Visani, focalizza l'attenzione sugli orbs e sulle sfere di luce, ampliando il discorso alle tecnologie militari riguardanti l'invisibilità. Correttamente l'autore osserva che l'industria militare è di almeno trent'anni più avanti rispetto alle tecnologie civili, a disposizione dei comuni mortali. E' dunque per lo meno plausibile che gli eserciti delle superpotenze siano dotati di sistemi stealth totali. A tale proposito, Visani osserva: "L'esame di video e fotografie in cui si vedono sfere di luce che producono scie doppie come comuni aerei non può non far pensare che, dietro una sorta di copertura visiva (cloaking in inglese) che induce a vedere esclusivamente un globo, non ci sia in realtà un velivolo con due motori sulle ali (rese invisibili) che rilascia le classiche scie degli aerei (con il termine 'classico' ormai è più opportuno indicare una scia chimica piuttosto che una di condensazione)".

La tecnologia stealth fu escogitata per conferire l'invisibilità radar parziale a navi ed aeroplani, grazie alla forma del mezzo militare e di superfici radar assorbenti (R.A.S.). Inoltre l’aeromobile (o l'unità navale) deve essere dotato di bassa tracciatura termica (Infrared signature) affinché non venga localizzato attraversi sistemi all'infrarosso. Già nella metà degli anni ‘70 del XX secolo fu fabbricato il prototipo del futuro F117A, il cosiddetto aereo invisibile.

Il passo successivo fu l'invisibilità ottica: secondo Rashid Zeineh, ricercatore della società californiana Advanced american enterprise ed inventore dello Stealth technology system (S.T.S.), esiste già un apparato per l'occultamento visivo applicato ai cosiddetti U.C.A.V. (Unmanned combat air vehicles, ossia velivoli da combattimento senza pilota), ai veicoli terrestri e persino ai soldati: questo apparato garantisce un'invisibilità totale fino a sette-otto metri di distanza dall'osservatore. Pare che l'occultamento sia ottenuto con una serie di videocamere e proiettori che generano immagini dell'ambiente limitrofo sulla superficie del mezzo o del soldato che, in questo modo, si mimetizza con gli oggetti intorno.

Sembra, però, che nel caso delle sfere chimiche, la tecnologia usata per l'invisibilità sia un'altra: infatti questi ordigni, mentre percorrono la loro traiettoria in maniera del tutto assimilabile al volo tipico di un aereo, progressivamente assumono la sagoma di un velivolo, perdendo l'invisibilità. Ci si deve porre a questo punto per lo meno due domande: quale tecnologia determina l'occultamento ottico? Per quale motivo gli artefici dell'operazione "chemtrails" non rendono del tutto impercettibili gli apparecchi, lasciando che si scorga una sfera generante una doppia scia?

Al primo quesito non è difficile rispondere: sono disponibili materiali in grado di deviare i fasci di fotoni con cui gli oggetti diventano visibili all'occhio umano. La seconda questione chiama in causa i piani delle élites che, come già ammonì Carol Rosin, rilanciando le dichiarazioni di Werner Von Braun, intendono instillare la paura e l'ostilità nei confronti degli alieni. Per conseguire tale obiettivo è necessario insinuare il dubbio tra gli ufologi e l'opinione pubblica che extraterrestri malvagi usano delle sfere per disperdere veleni nella biosfera. E' d'altronde questa l'affrettata conclusione cui sono giunti alcuni ricercatori, dopo aver esaminato istantanee e filmati ove si notano cilindri e globi con scie. In tale contesto, s'inquadrano i singolari fenomeni in Norvegia ed a Mosca: nei cieli di Tromso (Norvegia) è stato osservato un vortice azzurro, sulla capitale russa una piramide. Vari studiosi hanno ipotizzato che siano state impiegate tecnologie atte a proiettare giganteschi ologrammi, intesi come esperimenti in vista di una falsa invasione aliena o di un'altrettanto falsa Parousia del Cristo, nell'ambito del famigerato Progetto Bluebeam.

La saturazione dell'atmosfera con elementi e composti chimici e la sua trasformazione in qualcosa di simile al plasma, con l'irradiazione di onde elettromagnetiche in sinergia con il bario, paiono i presupposti adatti per la proiezione di un film in mondovisione. Una volta saggiata la reazione della popolazione, persuasa anche attraverso una capillare ed ossessiva campagna ad hoc, che le civiltà dello spazio sono tutte ostili, sarà possibile instaurare un governo mondiale di tipo totalitario, con il pretesto di difendersi dal "nemico esterno" contro cui incanalare l'astio e la xenofobia.

E' una strategia vecchia come il mondo, ma purtroppo sempre efficace.


Fonti: [STRACATACATACATALOL]

U. Visani, Presenze invisibili, 2009, in X Times n. 14
Zret, Scie chimiche: un'altra angolazione, 2006


Wednesday, February 10, 2010

Scie chimiche ed invisibilità (ma non l'aveva gia' pubblicato?)

http://straker-61.blogspot.com/2010/02/scie-chimiche-ed-invisibilita.html

Scie chimiche ed invisibilità

In un eccellente articolo, intitolato Presenze invisibili, Umberto Visani, focalizza l'attenzione sugli orbs e sulle sfere di luce, ampliando il discorso alle tecnologie militari riguardanti l'invisibilità. Correttamente l'autore osserva che l'industria militare è di almeno trent'anni più avanti rispetto alle tecnologie civili, a disposizione dei comuni mortali. E' dunque per lo meno plausibile che gli eserciti delle superpotenze siano dotati di sistemi stealth totali. A tale proposito, Visani osserva: "L'esame di video e fotografie in cui si vedono sfere di luce che producono scie doppie come comuni aerei non può non far pensare che, dietro una sorta di copertura visiva (cloaking in inglese) che induce a vedere esclusivamente un globo, non ci sia in realtà un velivolo con due motori sulle ali (rese invisibili) che rilascia le classiche scie degli aerei (con il termine 'classico' ormai è più opportuno indicare una scia chimica piuttosto che una di condensazione)".

La tecnologia stealth fu escogitata per conferire l'invisibilità radar parziale a navi ed aeroplani, grazie alla forma del mezzo militare e di superfici radar assorbenti (R.A.S.). Inoltre l’aeromobile (o l'unità navale) deve essere dotato di bassa tracciatura termica (Infrared signature) affinché non venga localizzato attraversi sistemi all'infrarosso. Già nella metà degli anni ‘70 del XX secolo fu fabbricato il prototipo del futuro F117A, il cosiddetto aereo invisibile.

Il passo successivo fu l'invisibilità ottica: secondo Rashid Zeineh, ricercatore della società californiana Advanced american enterprise ed inventore dello Stealth technology system (S.T.S.), esiste già un apparato per l'occultamento visivo applicato ai cosiddetti U.C.A.V. (Unmanned combat air vehicles, ossia velivoli da combattimento senza pilota), ai veicoli terrestri e persino ai soldati: questo apparato garantisce un'invisibilità totale fino a sette-otto metri di distanza dall'osservatore. Pare che l'occultamento sia ottenuto con una serie di videocamere e proiettori che generano immagini dell'ambiente limitrofo sulla superficie del mezzo o del soldato che, in questo modo, si mimetizza con gli oggetti intorno.

Sembra, però, che nel caso delle sfere chimiche, la tecnologia usata per l'invisibilità sia un'altra: infatti questi ordigni, mentre percorrono la loro traiettoria in maniera del tutto assimilabile al volo tipico di un aereo, progressivamente assumono la sagoma di un velivolo, perdendo l'invisibilità. Ci si deve porre a questo punto per lo meno due domande: quale tecnologia determina l'occultamento ottico? Per quale motivo gli artefici dell'operazione "chemtrails" non rendono del tutto impercettibili gli apparecchi, lasciando che si scorga una sfera generante una doppia scia?

Al primo quesito non è difficile rispondere: sono disponibili materiali in grado di deviare i fasci di fotoni con cui gli oggetti diventano visibili all'occhio umano. La seconda questione chiama in causa i piani delle élites che, come già ammonì Carol Rosin, rilanciando le dichiarazioni di Werner Von Braun, intendono instillare la paura e l'ostilità nei confronti degli alieni. Per conseguire tale obiettivo è necessario insinuare il dubbio tra gli ufologi e l'opinione pubblica che extraterrestri malvagi usano delle sfere per disperdere veleni nella biosfera. E' d'altronde questa l'affrettata conclusione cui sono giunti alcuni ricercatori, dopo aver esaminato istantanee e filmati ove si notano cilindri e globi con scie. In tale contesto, s'inquadrano i singolari fenomeni in Norvegia ed a Mosca: nei cieli di Tromso (Norvegia) è stato osservato un vortice azzurro, sulla capitale russa una piramide. Vari studiosi hanno ipotizzato che siano state impiegate tecnologie atte a proiettare giganteschi ologrammi, intesi come esperimenti in vista di una falsa invasione aliena o di un'altrettanto falsa Parousia del Cristo, nell'ambito del famigerato Progetto Bluebeam.

La saturazione dell'atmosfera con elementi e composti chimici e la sua trasformazione in qualcosa di simile al plasma, con l'irradiazione di onde elettromagnetiche in sinergia con il bario, paiono i presupposti adatti per la proiezione di un film in mondovisione. Una volta saggiata la reazione della popolazione, persuasa anche attraverso una capillare ed ossessiva campagna ad hoc, che le civiltà dello spazio sono tutte ostili, sarà possibile instaurare un governo mondiale di tipo totalitario, con il pretesto di difendersi dal "nemico esterno" contro cui incanalare l'astio e la xenofobia.

E' una strategia vecchia come il mondo, ma purtroppo sempre efficace.


Fonti:

U. Visani, Presenze invisibili, 2009, in X Times n. 14
Zret, Scie chimiche: un'altra angolazione, 2006




Sunday, December 20, 2009

Scie chimiche ed invisibilità

http://www.tankerenemy.com/2009/12/scie-chimiche-ed-invisibilita.html

Scie chimiche ed invisibilità

In un eccellente articolo, intitolato Presenze invisibili, Umberto Visani, focalizza l'attenzione sugli orbs e sulle sfere di luce, ampliando il discorso alle tecnologie militari riguardanti l'invisibilità. Correttamente l'autore osserva che l'industria militare è di almeno trent'anni più avanti rispetto alle tecnologie civili, a disposizione dei comuni mortali. E' dunque per lo meno plausibile che gli eserciti delle superpotenze siano dotati di sistemi stealth totali. A tale proposito, Visani osserva: "L'esame di video e fotografie in cui si vedono sfere di luce che producono scie doppie come comuni aerei non può non far pensare che, dietro una sorta di copertura visiva (cloaking in inglese) che induce a vedere esclusivamente un globo, non ci sia in realtà un velivolo con due motori sulle ali (rese invisibili) che rilascia le classiche scie degli aerei (con il termine 'classico' ormai è più opportuno indicare una scia chimica piuttosto che una di condensazione)".

La tecnologia stealth fu escogitata per conferire l'invisibilità radar parziale a navi ed aeroplani, grazie alla forma del mezzo militare e di superfici radar assorbenti (R.A.S.). Inoltre l’aeromobile (o l'unità navale) deve essere dotato di bassa tracciatura termica (Infrared signature) affinché non venga localizzato attraversi sistemi all'infrarosso. Già nella metà degli anni ‘70 del XX secolo fu fabbricato il prototipo del futuro F117A, il cosiddetto aereo invisibile.

Il passo successivo fu l'invisibilità ottica: secondo Rashid Zeineh, ricercatore della società californiana Advanced american enterprise ed inventore dello Stealth technology system (S.T.S.), esiste già un apparato per l'occultamento visivo applicato ai cosiddetti U.C.A.V. (Unmanned combat air vehicles, ossia velivoli da combattimento senza pilota), ai veicoli terrestri e persino ai soldati: questo apparato garantisce un'invisibilità totale fino a sette-otto metri di distanza dall'osservatore. Pare che l'occultamento sia ottenuto con una serie di videocamere e proiettori che generano immagini dell'ambiente limitrofo sulla superficie del mezzo o del soldato che, in questo modo, si mimetizza con gli oggetti intorno.

Sembra, però, che nel caso delle sfere chimiche, la tecnologia usata per l'invisibilità sia un'altra: infatti questi ordigni, mentre percorrono la loro traiettoria in maniera del tutto assimilabile al volo tipico di un aereo, progressivamente assumono la sagoma di un velivolo, perdendo l'invisibilità. Ci si deve porre a questo punto per lo meno due domande: quale tecnologia determina l'occultamento ottico? Per quale motivo gli artefici dell'operazione "chemtrails" non rendono del tutto impercettibili gli apparecchi, lasciando che si scorga una sfera generante una doppia scia?

Al primo quesito non è difficile rispondere: sono disponibili materiali in grado di deviare i fasci di fotoni con cui gli oggetti diventano visibili all'occhio umano. La seconda questione chiama in causa i piani delle élites che, come già ammonì Carol Rosin, rilanciando le dichiarazioni di Werner Von Braun, intendono instillare la paura e l'ostilità nei confronti degli alieni. Per conseguire tale obiettivo è necessario insinuare il dubbio tra gli ufologi e l'opinione pubblica che extraterrestri malvagi usano delle sfere per disperdere veleni nella biosfera. E' d'altronde questa l'affrettata conclusione cui sono giunti alcuni ricercatori, dopo aver esaminato istantanee e filmati ove si notano cilindri e globi con scie. In tale contesto, s'inquadrano i singolari fenomeni in Norvegia ed a Mosca: nei cieli di Tromso (Norvegia) è stato osservato un vortice azzurro, sulla capitale russa una piramide. Vari studiosi hanno ipotizzato che siano state impiegate tecnologie atte a proiettare giganteschi ologrammi, intesi come esperimenti in vista di una falsa invasione aliena o di un'altrettanto falsa Parousia del Cristo, nell'ambito del famigerato Progetto Bluebeam.

La saturazione dell'atmosfera con elementi e composti chimici e la sua trasformazione in qualcosa di simile al plasma, con l'irradiazione di onde elettromagnetiche in sinergia con il bario, paiono i presupposti adatti per la proiezione di un film in mondovisione. Una volta saggiata la reazione della popolazione, persuasa anche attraverso una capillare ed ossessiva campagna ad hoc, che le civiltà dello spazio sono tutte ostili, sarà possibile instaurare un governo mondiale di tipo totalitario, con il pretesto di difendersi dal "nemico esterno" contro cui incanalare l'astio e la xenofobia.

E' una strategia vecchia come il mondo, ma purtroppo sempre efficace.


Fonti:

U. Visani, Presenze invisibili, 2009, in X Times n. 14
Zret, Scie chimiche: un'altra angolazione, 2006



Saturday, November 7, 2009

Pietre dal cielo

http://zret.blogspot.com/2009/11/pietre-dal-cielo.html

Pietre dal cielo

Vence ed i suoi dintorni sono noti tra gli ufologi per gli avvistamenti di sfere luminose e poiché si sospetta che, nella zona, sia ubicata una base militare sotterranea. Sono numerose inoltre la manifestazioni inesplicabili che si ripetono nella località francese sita all'interno del Dipartimento delle Alpi Marittime: malfunzionamenti di apparati elettrici ed elettronici, sparizioni, sincronicità, orbs, riflessi assurdi...

Tuttavia il fenomeno più inquietante è la caduta di pietre che sovente danneggiano il parabrezza e la scocca delle autovetture. A tale proposito Pierre Beake, autore del corposo saggio Les mystères du Col de Vence, 30 ans de investigations, o.v.n.i., apparitions, Poltergeist, Agnières, 2009, scrive: "Le pietre che cadono mi paiono il fenomeno più spettacolare rilevato a Col de Vence. Queste ricorrenti manifestazioni ci hanno indotto a porci domande ed a riflettere... La prima reazione, in tali circostanze, è di supporre l'intervento di persone che, in contesti propizi, lancerebbero questi sassi. [...] Nondimeno l'esame dei luoghi ci ha indotto a scartare questa eventualità. Sono eventi che si ripetono da molti anni... Le traiettorie sono incompatibili con lanci provenienti da strapiombi. In effetti, i proiettili non descrivono delle curve, ma precipitano verticalmente. Si è anche constatato che le pietre non rotolano quasi dopo l'impatto, a causa di una particolare inerzia. Ciò accredita il fatto delle traiettorie verticali, non oblique o radenti.[...] Le pietre sono di differenti dimensioni: alcune sono piccole come monete, le più grosse hanno le dimensioni di un pugno chiuso e pesano da qualche decina a qualche centinaio di grammi. I sassi provengono dall'ambiente circostante... Bisogna notare anche che in caso di impatto sulla carrozzeria, il danno non è sistematico. Abbiamo assistito, increduli, ad impatti molto violenti che non hanno lasciato ammaccature.[...] Questa fenomenologia ha conosciuto un parossismo nel corso dell'inverno del 1996."

Come talvolta avviene, la cultura antica riesce a gettare un barlume su una questione tanto enigmatica o, per lo meno, si possono trovare alcuni addentellati di fenomeni attuali in racconti appartenenti ad ere remote. Sono racconti in cui il fregio mitico pare adombrare qualche verità. Così, riflettendo sulle strane piogge di pietre che cadono a Col de Vence, viene in mente un episodio della saga eraclea. E' ricordato nel mito che, allorquando Eracle, ritornando dal paese di Gerione, attraverso il sud della Gallia, Ligi, eroe eponimo dei Liguri, tentò di impadronirsi della mandria che l'eroe conduceva con sé. Ligi ed i Liguri, suoi compagni, attaccarono Eracle cui vennero a mancare le frecce. Sul punto di essere sopraffatto dagli avversari, Eracle rivolse una preghiera al padre Zeus, che lasciò cadere una gragnola di pietre, con le quali l'eroe riuscì a sconfiggere i nemici. La pianura della Crau è testimone ancora di quell'avvenimento, attraverso la gran quantità di rocce e di pietre di cui è disseminata.

Gli eventi si riferiscono alla decima fatica con Eracle che, su ordine di Euristeo, dovette impossessarsi, riuscendo nell'impresa, dell'armento appartenente a Gerione, mostro figlio di Crisaore e Calliroe, con tre corpi dal ventre in su, ed abitante nella terra di Erizia. A questa circostanza, come ad altre, si abbinano diverse parerga (azioni collaterali), tra cui quella durante la quale il figlio di Zeus confisse le colonne nello stretto di Gibiliterra. Un altro parergon è la lotta contro i Liguri. Eracle uccise i predoni Alebione[1] e Dercino, entrambi figli di Poseidone, dopo che essi avevano tentato di sottrargli i buoi.

La piana della Crau, non distante da Arles, è una landa punteggiata di massi e, come si accennava, la sua particolare morfologia è associata al mito.[2] La costa meridionale della Gallia è regione eraclea: vi si snodava appunto la Via Eraclea e vi sorgeva Portus Herculis Monoeci, l’attuale Monaco, originariamente scalo fenicio, poi incorporato nel dominio di Massalia (Marsiglia). Fu centro fondato, secondo la tradizione, da Eracle.

E’ vero che Col de Vence non è ubicata in area vicina alla Piana di Crau, ma la manifestazione delle pietre che cadono dal cielo si riferisce comunque al litorale meridionale della Gallia, con una parziale coincidenza topografica. E’ possibile che antiche narrazioni trasfigurino e tramandino un singolare fenomeno che, a tutt’oggi, sfida ogni tentativo di spiegazione?


[1] A proposito di Alebione, rammento en passant che il nome di questo personaggio è stato collegato da alcuni paletnologi ad Albione, ossia la Britannia, intesa come terra da cui proverrebbero i Liguri. E' ipotesi tutta da verificare, ma è assodato che Albione nulla c'entra con le "bianche (in latino albus) scogliere di Dover", poiché nella radice alp-alp, diffusa in molti toponimi, bisogna semmai vedere un antichissimo vestigio di una lingua pre-indoeuropea. La matrice alp-alb significa "monte, altura, poggio".

[2] Arles è sita nella regione Provenza, Alpi, Costa azzurra. E’ prossima alla foce del Rodano ed è celebre per i monumenti romani e medievali.


Riferimenti bibliografici:

P. Beake, Les mystères du Col de Vence, 30 ans de investigations, o.v.n.i. apparitions, Poltergeist, Agnières, 2009, pp. 132-164
R. Da Ponte, I Liguri. Etnogenesi di un popolo. Dalle origini alla conquista romana
Enciclopedia della Mitologia, Milano, 2006, s.v. Alebione, Dercino, Eracle, Ligi

Fonti classiche:

Apd. Bibli. 2, 5, 10
Eust. a Dion. Per. 76
Pomp. Mela, 2, 5, 78
Tzet. Chil. 2, 340 ss.


Ringrazio il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione del libro scritto da Pierre Beake.




Sunday, August 2, 2009

La sfera e l'impronta di una mano con sei dita

http://zret.blogspot.com/2009/08/la-sfera-e-limpronta-di-una-mano-con.html

La sfera e l'impronta di una mano con sei dita

Il seguente episodio mi è stato riferito da un amico che ringrazio per avermi dato il consenso a pubblicare la sua testimonianza. Rispettando la volontà del testimone, non riporto i dati personali. Ho anche omesso nel racconto, di quanto successo sette anni or sono, i particolari che potrebbero portare all’identificazione. L’inquietante vissuto si collega ad un tema su cui ho indugiato in alcuni articoli (cfr infra), ossia la presunta esistenza di creature aliene esadattili. Singolare, nel caso in esame, la correlazione tra un’enorme impronta di mano a sei dita e la visione di una sfera simile a quelle avvistate un po' in tutta Italia quest'estate.


Sette anni fa, era un sabato: alle 14 vidi una sfera di luce che volteggiò a circa tre metri da me per un minuto e mezzo. A quella distanza ed in quel lasso di tempo potei osservarla. Al suo interno si notava come un flusso di onde di energia dalla colorazione argentea che a tratti sfumava sul celeste, a tratti svariava sul dorato. Potevo inoltre vedere attraverso il globo, come quando guardi attraverso una superficie d’acqua. La sfera aveva i contorni un po' sfocati. Il globo sembrava leggerissimo e galleggiare nell'aria: ogni tanto si fermava, ma pareva sempre ruotare su sé stesso. Sparì all'improvviso.

Dopo tale avvenimento, fui colto da un senso di enorme stanchezza. Non riuscivo a stare in piedi e mi coricai, cadendo in un sonno profondo. Mi risvegliai alle 19:30 con i postumi di un’ubriacatura, anche se non bevo. Andai a fare una doccia fredda per riprendermi un po'. Uscito dalla doccia, asciugandomi allo specchio i capelli, notai sul torace l’impronta di una mano con sei dita: la mano era leggermente palmata e con dita molto lunghe. Era grande almeno tre volte quella umana.

Chiamai mio padre: "Babbo, gli dissi, guarda che cosa ho sul corpo!"
Egli mi rispose, quasi incurante: "Hai il segno di una mano (contò le dita)... hai il segno di una mano a sei dita".

Dopodichè mio padre si avviò in cucina. Quindi io corsi a cercare la macchina fotografica per avere una prova dello strano fenomeno, ma il tempo di trovarla, inserirci le batterie etc., l’impronta era ormai per lo più sparita e nella foto si intravedono solo dei segni rossi piuttosto indistinti.

L'indomani mattina, mio padre, alle 7, si svegliò di soprassalto per esclamare sconvolto: "Ma che cosa avevi ieri sul corpo?!" Era come se si fosse reso conto solo il giorno dopo della straordinarietà di quei segni. Oggi penso che abbia rimosso l'accaduto: strana la mente...


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