L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label giganti. Show all posts
Showing posts with label giganti. Show all posts

Monday, June 17, 2013

La pista sumera (terza ed ultima parte)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/06/la-pista-sumera-terza-ed-ultima-parte.html

La pista sumera (terza ed ultima parte)

Leggi qui la seconda parte.

L’ufologo tedesco Michael Hesenmann, nel suo saggio “Il mistero dei cerchi nel grano”, dopo aver riportato l’episodio di Holloman, svolge alcune interessanti osservazioni: “Quando lo vidi per la prima volta (il disegno di Emmenger raffigurante gli alieni nasuti, n.d.a.) mi causò un effetto di déjà vù: da qualche parte dovevo aver visto quella fisionomia. Poi mi ricordai: a Berlino, nella sezione dell’Asia Anteriore del museo di Pergamo su un bassorilievo antico di 2800 anni, proveniente da Kalchu, città del regno assiro di Assurnasirpal II (883-859 a.C.) corrispondente all’attuale Iraq settentrionale. Vi si vede un genio – com’era denominato nel catalogo del museo – in realtà uno degli Anunnaki, cioè di 'quelli che vengono sulla Terra dal Cielo' per creare gli uomini a loro immagine e somiglianza. Lo stesso volto dal naso aquilino (sul bassorilievo guarnito, però, anche con una lunga barba), lo stesso scettro, lo stesso orecchino, lo stesso ‘elmo’ anche se, forse perché persona di rango inferiore, qui ornato con soli tre giri di nastro. Gli Egizi raffiguravano questi dei – che chiamavano Neteru, cioè ‘guardiani’ – con una pelle grigio-azzurrina e ne allungavano la parte posteriore del capo, una caratteristica che – prodotta artificialmente o geneticamente – ritroviamo nelle famiglie dei faraoni (come pure il naso adunco, indice di nobiltà) che si ritenevano diretti discendenti degli dei.”

Il presunto approdo alieno a Holloman era stato reso noto per la prima volta da Robert Emmeneger, documentarista ed esponente del Partito Repubblicano. Egli così dipinse gli ufonauti: “Erano esseri simili all’uomo, vestiti con una tuta aderente, alti circa un metro e sessanta, pelle grigio-azzurrina, grandi occhi distanziati dal taglio orientale, testa a ‘pera’ che si allunga dietro, vistoso naso adunco. In testa portavano copricapo adornati da vari giri di larghe fasce (o nastri), portavano orecchini, in mano tenevano un bastone simile ad uno scettro”.

Il musicista ed ufologo britannico Timothy Good, esprimendo le ingenuità dell'ufologia ottimista, in “Base terra”, annota: “In quegli incontri, Eisenhower si era convinto che gli alieni volevano aiutarci. Quindi, stando alle indiscrezioni, Eisenhower ed il suo staff sarebbero stati testimoni dell’atterraggio del disco volante da cui scesero i visitatori alieni, che comunque chiesero all’allora presidente di prendere in considerazione l’idea di rendere pubblica la notizia della loro presenza sul nostro pianeta […] Il nostro pianeta, avrebbero spiegato gli alieni all’ex presidente, è ciclicamente investito da grandi meteoriti, ma neppure loro sono in grado di proteggerci da quelli di mole maggiore. L’unica possibilità per la nostra specie, suggerirono i Grigi(???), potrebbe essere quella di costruire una sorta di ‘scudo spaziale o deflettore’”.

Un anno fa fu progettata la realizzazione di una saga cinematografica intitolata “Anunnaki” con la direzione affidata a Jon Grees. Erano già stati scritturati gli attori e reclutati i tecnici, ma il lungometraggio non hai mai visto la luce. Non solo, le tracce inerenti alla produzione sono quasi tutte sparite dalla Rete. Prima di svanire nel nulla, il regista rilasciò un’intervista in cui asserì: “’Anunnaki’ è il primo film in cui oggettivamente si può dimostrare quale tipo di influsso subirono i Sumeri affinché diventassero ex abrupto la cultura più avanzata del mondo antico. Molte persone ancora non sanno che esistevano macchine volanti sulla Terra, molto prima che gli Egizi avessero attinto il loro acme tecnologico. La conoscenza avanzata degli astri, l’agricoltura, la zootecnia, la struttura sociale… furono elargite al genere umano da civiltà extraterrestri…” Si può immaginare per quale ragione la scure della censura si è abbattuta sul progetto di Gress.

Ancora cinema tra finzione e realtà. In “Prometheus”, per la regia di Ridley Scott, i creatori dell’umanità, una razza esterna descritta come ‘gli ingegneri’, ha intenzione di tornare sulla Terra per introdurre una nuova forma di vita atta a sostituire l’umanità. La 'missione Prometheus' compie la sconvolgente scoperta che gli ingegneri sono i progenitori di Homo sapiens sapiens.

Sebbene l’opera di Scott non indichi espressamente i Sumeri, li introduce in modo obliquo, insistendo sul loro ruolo di creatori del genere umano. La fisionomia degli alieni evocati nella pellicola è piuttosto distante dalla sembianze degli astronauti nasuti protagonisti dell’abboccamento a Holloman, poiché semmai aderisce al testo biblico per lo meno per quanto attiene alla statura ed all’aspetto che incute timore. Siamo in presenza di diversi gruppi appartenenti ad uno stesso popolo o al cospetto di due razze distinte? Questa domanda è forse oziosa, rispetto ad altri quesiti: gli antenati dei Sumeri erano e sono scaltri imbonitori? Esistevano ed esistono varie fazioni? Sono a ancora oggi i supervisori dei principali eventi, di là dalle loro dichiarazioni improntate a sollecitudine?

La pista sumera somiglia spesso ad un campo minato…

Fonti:

M. Biglino, Il dio alieno della Bibbia, 2011
G. Casale, Atterraggio a Holloman, 2007
T. Good, Base Terra, Milano, 1998
M. Hesenmann, Il mistero dei cerchi nel grano, Roma, 1994, ristampa del 2002
A. Marcianò, La lingua dei visitatori, in X Times n. 39

Monday, June 10, 2013

La pista sumera (seconda parte)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/06/la-pista-sumera-seconda-parte.html

La pista sumera (seconda parte)

Leggi qui la prima parte.

Mauro Biglino, insieme con qualche altro esperto, ha cominciato a concatenare gli Ebrei ai Sumeri. E’ noto che Shinaar nella Bibbia indica la terra di Shumer, ma anche gli Anakiti evocano gli Anunnaki. Il professor Biglino in particolare enuclea un passo del Deuteronomio (7,6) in cui è precisato che gli Ebrei, come popolo, sono proprietà di YHWH ed è a lui “consacrato”, cioè a lui riservato in via esclusiva. Questo brano della Torah ricorda un documento cuneiforme conosciuto con il titolo “Enki e l’ordine del mondo”. Come Kramer e Poebel, Biglino scorge un filo sottile che lega Giudei e Sumeri. Egli così riassume l’ipotesi: "Da Noè nasce Sem/Shem; l’accadico Shum di Shumer corrisponde(?) allo Shem di Genesi 10, 21; i figli di Shem, cioè i Semiti possono quindi essere in realtà i figli di Shum, cioè i Sumeri; da Shem deriva Eber, dunque gli Ebrei; da Eber discendono sia Pele (ed Abramo) sia Ioktan, con i popoli da lui generati e spostatisi verso oriente; al tempo di Peleg fu eseguita la divisione tra i vari 'signori dell’alto': YHWH ottiene il territorio in cui si insediarono Abramo e la sua discendenza.

Gli Anakiti sono descritti come giganti in alcuni passi della Torah.

“Salirono attraverso il Negheb e andarono fino a Ebron, dove erano Achiman, Sesai e Talmai, figli di Anak. Ora Ebron era stata edificata sette anni prima di Tanis in Egitto.” (Nm. 13,22)

“Vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro. ”(Nm. 13,33)

“Di un popolo grande ed alto di statura, dei figli degli Anakiti che tu conosci e dei quali hai sentito dire: ‘Chi mai può resistere ai figli di Anak?”(Dt. 9,2)

“Per questo Caleb, figlio di Iefunne, il Kenizzita, ebbe in eredità Ebron fino ad oggi, perché pienamente fedele al Signore, Dio di Israele. Ebron si chiamava prima Kiriat-Arba: Arba era stato l’uomo più grande tra gli Anakiti. Poi il paese non ebbe più la guerra”. (Gs. 14,14)

“A Caleb, figlio di Iefunne, fu data una parte in mezzo ai figli di Giuda, secondo l’ordine del Signore a Giosuè: fu data Kiriat-Arba, padre di Anak, cioè Ebron.” (Gs. 15,33)

Gli Anunnaki ed i Sumeri continuano a perseguitarci e ad incuriosirci: il loro sistema linguistico ci appare allotrio, non sappiamo donde provenissero. Furono capostipiti di una tra le prime e più progredite civiltà del pianeta, eppure sospettati di annoverare fra loro degli astuti manipolatori, degli scienziati opportunisti.

25 aprile 1964. Stati Uniti. Un ufficiale dei Servizi d’informazione dell’Aeronautica militare s’incontrò con due extraterrestri in un luogo stabilito nel deserto del New Mexico, a Holloman. Il contatto durò quasi due ore e, durante l’incontro, l’ufficiale dell’Aeronautica poté scambiare con gli extraterrestri informazioni di fondamentale importanza. Il rendez-vous fu il coronamento del Progetto Sigma che risale al 1954. Il suo obiettivo era quello di stabilire un'interazione con le civiltà stellari.

In un’intervista concessa alla giornalista investigativa Linda Moulton Howe il 20 febbraio 1989 il rivelatore William Cooper dichiarò: “Holloman è reale. Gli extraterrestri sbarcarono. Essi furono in contatto con noi per diversi giorni e soggiornarono negli edifici della base. Asserirono che esistevano altri alieni che visitavano la Terra, ma non sapevano né chi fossero né da dove provenissero”.

La descrizione degli alieni (con tanto di disegno esplicativo) realizzata da Cooper alla Howe è la seguente: “Cinque piedi di altezza, pelle bluastra, nastri attorno alla testa con appendici che terminavano dietro le orecchie: queste appendici sono in realtà dispositivi di traduzione dell’inglese e di altre lingue. Un qualche tipo di ‘schermatura’ sugli occhi. Gli occhi hanno pupille verticali, come i gatti. Il naso è aquilino, molto pronunciato; la bocca è una semplice fessura ed il mento è sfuggente. Il viso è piatto ed inespressivo. La testa non è grande, in proporzione, quanto quella dei 'piccoli Grigi', ma è più grande di quella degli esseri umani e nella parte posteriore è molto pronunciata come quella di alcune antiche immagini dei faraoni egizi.”





Monday, January 10, 2011

Cromlech

http://zret.blogspot.com/2011/01/cromlech_07.html

Cromlech


Le più belle poesie si scrivono sopra le pietre, coi ginocchi piagati e le menti aguzzate dal silenzio. (A. Merini)

Ossa di giganti, antichi abitatori di una terra incognita, flagellata dai venti glauchi dell’oceano. Sono lì confitte nell’orizzonte, chiostra solenne nella notte su cui piove la grandine delle stelle: tracce di mondi perduti dove l’eco degli eoni corre tra i ciuffi di eriche e gli anfratti delle scogliere.

Come voci acuminate intagliano il profilo di brughiere solitarie. Sono coti donde si sprigionano le scintille della pioggia.

Forse allora il tempo era immobile, impietrito nello stupore di un mondo aurorale. Dall’alto il firmamento riversava cascate di luce che subito si cristallizzavano e la Via Lattea cingeva in un radioso abbraccio il silenzio.

Oggi, se ci aggiriamo tra questi monoliti, custodi di segreti per sempre suggellati, se penetriamo nel santuario del passato, tra ombre di druidi salmodianti, le nostre vane parole si stremano ad interrogare il buio, solcato appena da vene esangui.



Friday, May 14, 2010

Il gigante di Erodoto

http://zret.blogspot.com/2010/05/il-gigante-di-erodoto.html

Il gigante di Erodoto

Erodoto, in Storie I, 68, ricorda che lo spartiate Lica, su indicazione della Pizia, la sacerdotessa di Apollo, venne a sapere da un fabbro del luogo in Arcadia, dove presumibilmente era stato sepolto Oreste, figlio di Agamennone e matricida. Nella tomba, secondo il racconto dell’artiere, giaceva lo scheletro di un uomo alto sette cubiti, un gigante di circa tre metri! Lo spartiate riferì il tutto ai concittadini che, accusandolo di propalare notizie mendaci, lo espulsero dalla pòlis. La testimonianza di Erodoto è aneddotica e non trova conferma né in altri autori né in ritrovamenti paleontologici in loco, ma si innesta su altre tradizioni che narrano di uomini di altissima statura (dai due metri e mezzo in su). Si possono qui almeno ricordare, a mero titolo esemplificativo, i giganti descritti in alcuni libri della Bibbia e le creature titaniche i cui resti sono stati reperiti in Sardegna. E’ possibile che la stirpe dei Giganti sia appartenuta ad una specie estintasi in epoca lontana, ma storica. Qualche ricercatore collega questa genia ad antenati non terrestri: è forse un volo pindarico. Non di meno, i paleontologi ufficiali hanno recentemente classificato una nuova specie di ominide dalla notevole statura, Homo Goliath… Poi, però, è calato il silenzio. Riporto il passo di cui sopra.

"Con simili riforme gli Spartani ottennero una buona legislazione; alla morte di Licurgo gli dedicarono un santuario che è tuttora molto venerato. Poiché risiedono in un buon territorio e costituiscono una massa non indifferente di uomini, ebbero un rapido sviluppo e conseguirono un notevole grado di prosperità al punto che non si accontentarono più di vivere in pace, ma, presumendo di essere più forti degli Arcadi, consultarono l'oracolo di Delfi sull'Arcadia intera e la Pizia diede loro il seguente responso: “Mi chiedi l'Arcadia? Chiedi molto: non te la concederò. In Arcadia ci sono molti uomini che si nutrono di ghiande i quali vi respingeranno; ma non voglio opporti solo un rifiuto: ti concederò Tegea, battuta dai piedi, per ballare e la sua bella pianura, da misurare con la fune. Appresa la risposta, gli Spartani si tennero lontani da tutti gli altri Arcadi, ma intrapresero una spedizione militare contro Tegea; e avevano tanta fiducia nell'ambiguo responso che portarono con sé anche le catene, per essere pronti a rendere schiavi i Tegeati. Quando, però, furono sconfitti nella battaglia, quanti di loro rimasero prigionieri furono costretti a lavorare la terra della pianura di Tegea dopo aver misurato con la fune la parte spettante a ciascuno ed incatenati con gli stessi ceppi che si erano portati dietro. […]

Durante questo primo conflitto, gli Spartani continuarono ad avere la peggio negli scontri contro i Tegeati, ma al tempo di Creso e del regno spartano di Anassandride e di Aristone, gli Spartiati ormai avevano acquistato una sicura superiorità bellica ed ecco come. Visto che in guerra risultavano sempre inferiori ai Tegeati, inviarono a Delfi una delegazione a chiedere quale dio dovessero propiziarsi per prevalere nella guerra contro Tegea. La Pizia rispose che ci sarebbero riusciti, quando avessero traslato nella loro città le ossa di Oreste, figlio di Agamennone. Poiché, però, non erano capaci di scoprire il luogo in cui Oreste era stato seppellito, mandarono di nuovo a chiedere al dio dove esattamente giacesse Oreste. Agli inviati la Pizia diede la seguente risposta: 'In Arcadia c'è una città, Tegea, in una aperta regione dove soffiano due venti sotto dura costrizione, dove c'è colpo e ciò che respinge il colpo, dove male giace su male, lì la terra, generatrice di vita, racchiude il figlio di Agamennone. Quando lo avrai con te, sarai signore di Tegea'. Anche dopo aver ricevuto questa risposta, gli Spartani non riuscivano affatto a scoprire il luogo in questione, pur cercandolo in ogni dove, finché lo trovò un certo Lica. […]

Lica, grazie ad un colpo di fortuna e alla sua intelligenza, trovò a Tegea la tomba di Oreste. Esistevano allora libere relazioni fra Sparta e Tegea; Lica, entrato in una fucina, se ne stava ad osservare ammirato la lavorazione del ferro. Il fabbro si accorse del suo stupore e, interrompendo il proprio lavoro, gli disse: 'Ospite spartano, sono sicuro che rimarresti a bocca aperta, se vedessi quello che ho visto io, dal momento che guardi con tanta meraviglia battere il ferro. Devi sapere che io volevo costruire un pozzo nel mio cortile e scavando ho urtato in una bara lunga sette cubiti. Non potendo credere che fossero mai esistiti uomini più alti degli attuali, la scoperchiai e vidi un cadavere lungo quanto la bara. Lo misurai e lo seppellii di nuovo'. Il fabbro gli raccontava quanto aveva visto e Lica riflettendoci ne arguì che quel morto fosse Oreste; lo deduceva dal testo dell'oracolo, interpretato così: nei due mantici del fabbro, che aveva sott'occhio, riconobbe i venti, nel martello e nell'incudine il colpo e ciò che respinge il colpo, nel ferro battuto il male che giace sul male, interpretando in base al principio che il ferro sia stato scoperto per il male dell'uomo. Avendo compreso l'enigma, fece ritorno a Sparta e riferì ai suoi concittadini come stavano le cose. Essi lo accusarono di propagazione di notizie false e lo bandirono dalla città. Lica tornò a Tegea e, narrando al fabbro quanto gli era accaduto cercò, ma senza successo, di prendere in affitto da lui quel cortile. Col tempo, riuscì a convincerlo e vi si poté installare; allora disseppellì la bara, raccolse le ossa di Oreste e con esse rientrò a Sparta. E da quel momento, ogni volta che avevano luogo degli scontri con i Tegeati, gli Spartani avevano sempre la meglio".


Tuesday, October 13, 2009

Il dio di Sefar

http://zret.blogspot.com/2009/10/il-dio-di-sefar.html

Il dio di Sefar

Sono celeberrime le pitture rupestri del Tassili. Il Tassili n'Ajjer è un massiccio montuoso che si erge nel Sahara. Situato tra Libia ed Algeria, si estende in un'area di 500 kilometri quadrati. Nella lingua dei Tuareg, i nomadi del deserto, Tassili n'Ajjer significa "Altopiano dei fiumi", poiché questa plaga è solcata da wadi, alvei di fiumi oggi asciutti, in cui nella preistoria scorreva l'acqua. Nel parco naturale del Tassili, punteggiato di cipressi e di mirti, sono stati classificati circa 80.000 graffiti, studiati per la prima volta da Henri Lothe nel 1956.

Su alcune di queste opere preistoriche si sono sbizzarriti gli studiosi di paleoastronautica, in particolar modo Peter Kolosimo. Questi ricercatori hanno visto nei disegni di esseri con scafandri e strane maschere (talora sono raffigurati con tubi sulle terga e che escono dalla bocca) il ricordo di astronauti extraterrestri. Nel sito di Jabarren, il cui nome nell'idioma dei Tuareg vale "I Giganti", sono appunto effigiati, con dovizia di particolari e con linee piuttosto nette, questi singolari personaggi con quattro dita per mano. Testimonianze paleontologiche, etnografiche, iconografiche e mitologiche circa un'antica razza di giganti sono diffuse un po' in tutto il pianeta, anche se, di solito, i titani sono esadatittili. [1]

Tra le varie raffigurazioni, è famoso il cosiddetto "grande dio di Sefar": è un essere imponente dipinto in modo bidimensionale, con il contorno che traccia una testa bitorzoluta, quasi crestata (indossa una maschera?). Il torso è sproporzionato rispetto al resto del corpo. La creatura tiene le braccia aperte: porta un bracciale al polso ed un altro al braccio in corrispondenza di una strana protuberanza che si protende nell'incavo tra braccio ed avambraccio. Sullo sfondo si intravedono alcune figure sbiadite: antilopi e donne danzanti.

Scrivono Davide Bergami ed Antonella Bergonzoni, a proposito di questo colosso: "L'affresco noto come il 'dio di Sefar' è una figura mascherata antropomorfa alta 3,20 metri, attorniata da donne ed antilopi; siamo perplessi e letteralmente increduli di fronte a questa fantascientifica figura umanoide. Chi era? Un dio dimenticato? Un sacerdote? Oppure un semplice stregone?"

E' plausibile, secondo il mio avviso, che il personaggio sia uno sciamano e che l'intera composizione rappresenti un rituale magico. Potrebbe essere, invece, una scena che riproduce la visione dell'uomo-medicina: un essere titanico, che dimora in altro piano di realtà, viene percepito in particolari condizioni psichiche dallo sciamano. La teoria dell'antropologo Lewis-Williams chiama in causa, per interpretare immagini come questa, le percezioni entottiche, ossia i misteriosi scenari e le inquietanti entità che si mostrano agli occhi della mente, negli stati alterati di coscienza.

L'osservazione del dio di Sefar' mi ha evocato qualcos'altro: la testa "crestata" e la corporatura ricordano l'iconografia dei Dargos, i presunti alieni che rapirono il metronotte Pier Fortunato Zanfretta il 6 dicembre del 1978 a Marzano di Torriglia (Genova). Zanfretta dipinse gli extraterrestri come esseri alti quasi tre metri, dai lineamenti orribili. Le descrizioni del testimone non possiedono l'"oggettività" delle fotografie e quindi la somiglianza con il 'dio di Sefar' è casuale... Forse.


[1] A proposito dei Giganti, è recente la notizia circa il ritrovamento di enormi choppers nel bacino di un lago in Botswana. In realtà il rinvenimento risale agli anni '90, ma la scoperta è stata divulgata solo ora. Le asce litiche, lunghe più di trenta centimetri, non dovevano essere molto maneggevoli, a meno che ad usarle non fossero ominidi assai alti. Il motivo della notevole mole degli strumenti non è stato spiegato dagli studiosi e non si comprende la ragione per cui la scoperta sia stata resa nota dopo tanti anni. Forse, oltre alle selci scheggiate, sono state portate alla luce ossa di dimensioni inusuali?


Fonti:

D. Bergami, A. Bergonzoni, Algeria, Tassili n'Ajjer, 2005
P. Kolosimo, Astronavi sulla preistoria, Milano, ristampa 2004
H. Lothe, The search for the Tassili frescoes: The story of the prehistoric rock-paintings of the Sahara, 1959, 1973
R. Malini, U.F.O. Il dizionario enciclopedico, Firenze-Milano, 2003 s.v. Zanfretta
C. Mesa, M.J. Delgado, La connessione egizia del Tassili, 2009




Sunday, August 2, 2009

La sfera e l'impronta di una mano con sei dita

http://zret.blogspot.com/2009/08/la-sfera-e-limpronta-di-una-mano-con.html

La sfera e l'impronta di una mano con sei dita

Il seguente episodio mi è stato riferito da un amico che ringrazio per avermi dato il consenso a pubblicare la sua testimonianza. Rispettando la volontà del testimone, non riporto i dati personali. Ho anche omesso nel racconto, di quanto successo sette anni or sono, i particolari che potrebbero portare all’identificazione. L’inquietante vissuto si collega ad un tema su cui ho indugiato in alcuni articoli (cfr infra), ossia la presunta esistenza di creature aliene esadattili. Singolare, nel caso in esame, la correlazione tra un’enorme impronta di mano a sei dita e la visione di una sfera simile a quelle avvistate un po' in tutta Italia quest'estate.


Sette anni fa, era un sabato: alle 14 vidi una sfera di luce che volteggiò a circa tre metri da me per un minuto e mezzo. A quella distanza ed in quel lasso di tempo potei osservarla. Al suo interno si notava come un flusso di onde di energia dalla colorazione argentea che a tratti sfumava sul celeste, a tratti svariava sul dorato. Potevo inoltre vedere attraverso il globo, come quando guardi attraverso una superficie d’acqua. La sfera aveva i contorni un po' sfocati. Il globo sembrava leggerissimo e galleggiare nell'aria: ogni tanto si fermava, ma pareva sempre ruotare su sé stesso. Sparì all'improvviso.

Dopo tale avvenimento, fui colto da un senso di enorme stanchezza. Non riuscivo a stare in piedi e mi coricai, cadendo in un sonno profondo. Mi risvegliai alle 19:30 con i postumi di un’ubriacatura, anche se non bevo. Andai a fare una doccia fredda per riprendermi un po'. Uscito dalla doccia, asciugandomi allo specchio i capelli, notai sul torace l’impronta di una mano con sei dita: la mano era leggermente palmata e con dita molto lunghe. Era grande almeno tre volte quella umana.

Chiamai mio padre: "Babbo, gli dissi, guarda che cosa ho sul corpo!"
Egli mi rispose, quasi incurante: "Hai il segno di una mano (contò le dita)... hai il segno di una mano a sei dita".

Dopodichè mio padre si avviò in cucina. Quindi io corsi a cercare la macchina fotografica per avere una prova dello strano fenomeno, ma il tempo di trovarla, inserirci le batterie etc., l’impronta era ormai per lo più sparita e nella foto si intravedono solo dei segni rossi piuttosto indistinti.

L'indomani mattina, mio padre, alle 7, si svegliò di soprassalto per esclamare sconvolto: "Ma che cosa avevi ieri sul corpo?!" Era come se si fosse reso conto solo il giorno dopo della straordinarietà di quei segni. Oggi penso che abbia rimosso l'accaduto: strana la mente...


Articoli correlati:

Gli esseri esadattili di Akakor
Il gigante di Grenada

Il gigante di Mc Clelland
Shumer




Wednesday, July 8, 2009

I "dragon snakes" delle Isole Salomone

http://zret.blogspot.com/2009/07/i-dragon-snakes-delle-isole-salomone.html

I "dragon snakes" delle Isole Salomone

Le Isole Salomone sono uno stato insulare del Pacifico (Melanesia) ad est della Nuova Guinea. Si tratta di due festoni di isole, disposte parallelamente in direzione NO-SE per circa 1450 chilometri, fra gli arcipelaghi di Bismarck e delle Nuove Ebridi. Guadalcanal, San Cristobal, Malaita, Santa Isabel, Choiseul e Nuova Georgia sono le più grandi. Sono montuose e con vulcani attivi.

La popolazione autoctona appartiene al ceppo melanesiano. Le esigue minoranze asiatica ed europea detengono il potere economico.

Già protettorato britannico dal 1893, le Isole Salomone sono uno stato "indipendente" (dal 1978) nell'ambito del Commonwealth britannico.

"Non lontano da dove affondarono molte navi durante la battaglia di Guadalcanal, durante la seconda guerra mondiale, corruschi oggetti non identificati emergono dalle acque dell'oceano per dirigersi verso le montagne e sparire nei laghi seminascosti da una vegetazione lussureggiante.

In questo paradiso tropicale si trovano vestigia di antichi insediamenti testimoniati altresì da una misteriosa scrittura. Fra le aspre vette, avvolte da nubi vaporose, si aggirano, secondo leggende locali, strane creature simili al Sasquatch. Si racconta che questi esseri, da tempo immemorabile, scendano nei villaggi costruiti lungo la costa per sequestrarne gli abitanti. I nativi narrano spaventose storie a base di bambini rapiti e divorati".
(M. Boirayon, Solomon Islands mysteries, 2009)

Marius Boirayon, un militare in pensione della R.A.A.F., le Forze Aeree Australiane, ex pilota d’elicottero, da anni stabilitosi a Guadalcanal, ricorda che i rapitori sono definiti dai Melanesiani, che vivono nell'incantevole arcipelago, "dragon snakes". L'autore reputa che questi “dragon snakes” siano dei giganti. Ritiene pure che nelle Salomone sorgano delle basi segrete.

Nelle Isole Salomone, i vari ingredienti del mistero ufologico non mancano: U.F.O., installazioni militari, rapimenti e persino giganti, come a Grenada ed altrove.

Fonti:

Enciclopedia universale, Milano, 2003, s.v. Isole Salomone
M. Boirayon, Solomon Islands mysteries, 2009
Zret, Il gigante di Grenada, 2009




Sunday, June 28, 2009

Il gigante di Mc Clelland

http://zret.blogspot.com/2009/06/il-gigante-di-mc-clelland.html

Il gigante di Mc Clelland

Clark Mc Clelland è un ingegnere aerospaziale. E' stato responsabile della struttura di controllo per la sicurezza delle missioni dello Shuttle. E' stato pure astronauta dal 1958 al 1992 e, come tale, ha contribuito alla realizzazione delle missioni Mercury, Gemini, Apollo. A causa di alcune sue rivelazioni sulla realtà extraterrestre, Mc Clelland è stato licenziato e gli è stato pure negato il trattamento di quiescenza.

La comunità "scientifica" l'ha ostracizzato per le sue dichiarazioni che vertono su presunti esseri extraterrestri alti 8-9 piedi (circa tre metri). Mc Clelland narra la sua sbalorditiva esperienza nel modo seguente: "Era il 1991. Mi trovavo nel Launch control center (L.C.C.). Usci a prendere una tazza di caffé nero. Ero stanco ed avevo bisogno di qualcosa che mi tirasse un po' su. Tornai in ufficio e subito guardai i monitor in alto. Quando vidi che cosa c'era sul terzo schermo, rimasi impietrito. Vidi i nostri due astronauti fluttuare attaccati alla stiva di carico mediante tether, mentre discutevano con un'altissima creatura aliena. Dietro lo Space shuttle, era visibile una strana nave orbitante a distanza di sicurezza dal nostro shutlle. L'extraterrestre era sospeso, immobile, senza alcunché che lo legasse alla stiva di carico. Secondo quanto vidi, non portava nessun tipo di arma. Aveva due braccia lunghissime, due mani con quelle che sembravano dita, due lunghe gambe, un busto piuttosto magro. Mi parve di scorgere due occhi, il naso e nient'altro."

Il cosmonauta statunitense stimò la statura dell'essere in base alle dimensioni interne dello Shutlle. Purtroppo Mc Clelland non riuscì ad osservare le dita delle mani, quindi non sappiamo se il gigante fosse esadattilo: se così fosse, la testimonianza dell'ingegnere potrebbe corroborare altre dichiarazioni, come quella di Eric Gairy. "Eric Gairy, primo ministro e ministro degli Esteri di Grenada, è noto perché il 12 ottobre del 1978, tenne un discorso all'assemblea dell'O.N.U. in occasione della trentesima e seconda riunione plenaria, i cui cardini, tra gli altri, furono i seguenti: il Triangolo delle Bermuda, gli oggetti volanti non identificati ed il fenomeno extraterrestre.

Gairy, dopo una serie di avvistamenti di U.F.O. nell'isola di Grenada, cominciò ad interessarsi del tema, chiedendosi che cosa potesse collegare il piccolo stato delle Antille a presunti extraterrestri. Un episodio in particolare cambiò la sua vita: un giorno venne a sapere che alcuni pescatori avevano trovato sulla battigia il corpo senza vita di un essere alto circa tre metri, con il capo incorniciato da lunghi capelli intrecciati. La creatura era di pelle bianca ed aveva sei dita per mano. Lo stesso Gairy, recatosi sul luogo del ritrovamento, potè vedere la salma del gigante che gli parve dimostrare una trentina d'anni".

Sono evidenti alcune somiglianze tra il gigante scorto da Mc Clelland e quello visto da Gairy: in particolare la statura corrisponde. Questi Titani extraterrestri non appartengono solo a singolari esperienze della nostra epoca: come è noto, leggende e vestigia paleontologiche riferibili a creature dalla notevole statura si rintracciano presso moltissime civiltà. Nella Bibbia sono citati i Nefilim, il cui nome dovrebbe significare appunto "giganti" e non "caduti". Il suggestivo Libro di Enoch descrive esseri titanici, nati da un connubio tra "dèi" ed uomini.

Come avviene spesso, l'esplorazione del passato aiuta a gettare un barlume sugli enigmi del presente.

Fonti:

L. Sudbury, Il misterioso libro di Enoch, 2009
D. Whitney, L'astronauta extraterrestre, in X Times, n. 8, giugno, 2009
Zret, Il gigante di Grenada, 2009