http://zret.blogspot.com/2009/10/il-dio-di-sefar.html
Il dio di Sefar
Sono celeberrime le pitture rupestri del Tassili. Il Tassili n'Ajjer è un massiccio montuoso che si erge nel Sahara. Situato tra Libia ed Algeria, si estende in un'area di 500 kilometri quadrati. Nella lingua dei Tuareg, i nomadi del deserto, Tassili n'Ajjer significa "Altopiano dei fiumi", poiché questa plaga è solcata da wadi, alvei di fiumi oggi asciutti, in cui nella preistoria scorreva l'acqua. Nel parco naturale del Tassili, punteggiato di cipressi e di mirti, sono stati classificati circa 80.000 graffiti, studiati per la prima volta da Henri Lothe nel 1956.
Su alcune di queste opere preistoriche si sono sbizzarriti gli studiosi di paleoastronautica, in particolar modo Peter Kolosimo. Questi ricercatori hanno visto nei disegni di esseri con scafandri e strane maschere (talora sono raffigurati con tubi sulle terga e che escono dalla bocca) il ricordo di astronauti extraterrestri. Nel sito di Jabarren, il cui nome nell'idioma dei Tuareg vale "I Giganti", sono appunto effigiati, con dovizia di particolari e con linee piuttosto nette, questi singolari personaggi con quattro dita per mano. Testimonianze paleontologiche, etnografiche, iconografiche e mitologiche circa un'antica razza di giganti sono diffuse un po' in tutto il pianeta, anche se, di solito, i titani sono esadatittili. [1]
Tra le varie raffigurazioni, è famoso il cosiddetto "grande dio di Sefar": è un essere imponente dipinto in modo bidimensionale, con il contorno che traccia una testa bitorzoluta, quasi crestata (indossa una maschera?). Il torso è sproporzionato rispetto al resto del corpo. La creatura tiene le braccia aperte: porta un bracciale al polso ed un altro al braccio in corrispondenza di una strana protuberanza che si protende nell'incavo tra braccio ed avambraccio. Sullo sfondo si intravedono alcune figure sbiadite: antilopi e donne danzanti.
Scrivono Davide Bergami ed Antonella Bergonzoni, a proposito di questo colosso: "L'affresco noto come il 'dio di Sefar' è una figura mascherata antropomorfa alta 3,20 metri, attorniata da donne ed antilopi; siamo perplessi e letteralmente increduli di fronte a questa fantascientifica figura umanoide. Chi era? Un dio dimenticato? Un sacerdote? Oppure un semplice stregone?"
E' plausibile, secondo il mio avviso, che il personaggio sia uno sciamano e che l'intera composizione rappresenti un rituale magico. Potrebbe essere, invece, una scena che riproduce la visione dell'uomo-medicina: un essere titanico, che dimora in altro piano di realtà, viene percepito in particolari condizioni psichiche dallo sciamano. La teoria dell'antropologo Lewis-Williams chiama in causa, per interpretare immagini come questa, le percezioni entottiche, ossia i misteriosi scenari e le inquietanti entità che si mostrano agli occhi della mente, negli stati alterati di coscienza.
L'osservazione del dio di Sefar' mi ha evocato qualcos'altro: la testa "crestata" e la corporatura ricordano l'iconografia dei Dargos, i presunti alieni che rapirono il metronotte Pier Fortunato Zanfretta il 6 dicembre del 1978 a Marzano di Torriglia (Genova). Zanfretta dipinse gli extraterrestri come esseri alti quasi tre metri, dai lineamenti orribili. Le descrizioni del testimone non possiedono l'"oggettività" delle fotografie e quindi la somiglianza con il 'dio di Sefar' è casuale... Forse.
[1] A proposito dei Giganti, è recente la notizia circa il ritrovamento di enormi choppers nel bacino di un lago in Botswana. In realtà il rinvenimento risale agli anni '90, ma la scoperta è stata divulgata solo ora. Le asce litiche, lunghe più di trenta centimetri, non dovevano essere molto maneggevoli, a meno che ad usarle non fossero ominidi assai alti. Il motivo della notevole mole degli strumenti non è stato spiegato dagli studiosi e non si comprende la ragione per cui la scoperta sia stata resa nota dopo tanti anni. Forse, oltre alle selci scheggiate, sono state portate alla luce ossa di dimensioni inusuali?
Fonti:
D. Bergami, A. Bergonzoni, Algeria, Tassili n'Ajjer, 2005
P. Kolosimo, Astronavi sulla preistoria, Milano, ristampa 2004
H. Lothe, The search for the Tassili frescoes: The story of the prehistoric rock-paintings of the Sahara, 1959, 1973
R. Malini, U.F.O. Il dizionario enciclopedico, Firenze-Milano, 2003 s.v. Zanfretta
C. Mesa, M.J. Delgado, La connessione egizia del Tassili, 2009
Su alcune di queste opere preistoriche si sono sbizzarriti gli studiosi di paleoastronautica, in particolar modo Peter Kolosimo. Questi ricercatori hanno visto nei disegni di esseri con scafandri e strane maschere (talora sono raffigurati con tubi sulle terga e che escono dalla bocca) il ricordo di astronauti extraterrestri. Nel sito di Jabarren, il cui nome nell'idioma dei Tuareg vale "I Giganti", sono appunto effigiati, con dovizia di particolari e con linee piuttosto nette, questi singolari personaggi con quattro dita per mano. Testimonianze paleontologiche, etnografiche, iconografiche e mitologiche circa un'antica razza di giganti sono diffuse un po' in tutto il pianeta, anche se, di solito, i titani sono esadatittili. [1]
Tra le varie raffigurazioni, è famoso il cosiddetto "grande dio di Sefar": è un essere imponente dipinto in modo bidimensionale, con il contorno che traccia una testa bitorzoluta, quasi crestata (indossa una maschera?). Il torso è sproporzionato rispetto al resto del corpo. La creatura tiene le braccia aperte: porta un bracciale al polso ed un altro al braccio in corrispondenza di una strana protuberanza che si protende nell'incavo tra braccio ed avambraccio. Sullo sfondo si intravedono alcune figure sbiadite: antilopi e donne danzanti.
Scrivono Davide Bergami ed Antonella Bergonzoni, a proposito di questo colosso: "L'affresco noto come il 'dio di Sefar' è una figura mascherata antropomorfa alta 3,20 metri, attorniata da donne ed antilopi; siamo perplessi e letteralmente increduli di fronte a questa fantascientifica figura umanoide. Chi era? Un dio dimenticato? Un sacerdote? Oppure un semplice stregone?"
E' plausibile, secondo il mio avviso, che il personaggio sia uno sciamano e che l'intera composizione rappresenti un rituale magico. Potrebbe essere, invece, una scena che riproduce la visione dell'uomo-medicina: un essere titanico, che dimora in altro piano di realtà, viene percepito in particolari condizioni psichiche dallo sciamano. La teoria dell'antropologo Lewis-Williams chiama in causa, per interpretare immagini come questa, le percezioni entottiche, ossia i misteriosi scenari e le inquietanti entità che si mostrano agli occhi della mente, negli stati alterati di coscienza.
L'osservazione del dio di Sefar' mi ha evocato qualcos'altro: la testa "crestata" e la corporatura ricordano l'iconografia dei Dargos, i presunti alieni che rapirono il metronotte Pier Fortunato Zanfretta il 6 dicembre del 1978 a Marzano di Torriglia (Genova). Zanfretta dipinse gli extraterrestri come esseri alti quasi tre metri, dai lineamenti orribili. Le descrizioni del testimone non possiedono l'"oggettività" delle fotografie e quindi la somiglianza con il 'dio di Sefar' è casuale... Forse.
[1] A proposito dei Giganti, è recente la notizia circa il ritrovamento di enormi choppers nel bacino di un lago in Botswana. In realtà il rinvenimento risale agli anni '90, ma la scoperta è stata divulgata solo ora. Le asce litiche, lunghe più di trenta centimetri, non dovevano essere molto maneggevoli, a meno che ad usarle non fossero ominidi assai alti. Il motivo della notevole mole degli strumenti non è stato spiegato dagli studiosi e non si comprende la ragione per cui la scoperta sia stata resa nota dopo tanti anni. Forse, oltre alle selci scheggiate, sono state portate alla luce ossa di dimensioni inusuali?
Fonti:
D. Bergami, A. Bergonzoni, Algeria, Tassili n'Ajjer, 2005
P. Kolosimo, Astronavi sulla preistoria, Milano, ristampa 2004
H. Lothe, The search for the Tassili frescoes: The story of the prehistoric rock-paintings of the Sahara, 1959, 1973
R. Malini, U.F.O. Il dizionario enciclopedico, Firenze-Milano, 2003 s.v. Zanfretta
C. Mesa, M.J. Delgado, La connessione egizia del Tassili, 2009
qualcuno avverta o'professore di 'sto randazzo che ha scritto esadatittili.
ReplyDeleteilpeyotecorrettoreortografico
Della serie: "sparaminchiate si nasce, e man mano che si cresce si diventa artisti di fama mondiale nel ramo"
ReplyDelete"(...) L'osservazione del dio di Sefar' mi ha evocato qualcos'altro: la testa "crestata" e la corporatura ricordano l'iconografia dei Dargos, i presunti alieni che rapirono il metronotte Pier Fortunato Zanfretta il 6 dicembre del 1978 a Marzano di Torriglia (Genova). Zanfretta dipinse gli extraterrestri come esseri alti quasi tre metri, dai lineamenti orribili. Le descrizioni del testimone non possiedono l'"oggettività" delle fotografie e quindi la somiglianza con il 'dio di Sefar' è casuale... Forse."
professore di 'sto randazzo, turno notturno alla cava di granito, c'è da fare per la tua testa di serie.
ilpeyote rapito
eSSSe, è in arrivo la solita minchiata d'o comandante clusò e d'o professore di 'sto randazzo con la collaborazione dell'altro professore di 'sto randazzo Di Benedetto: http://snipurl.com/shx5m
ReplyDeleteBasta il titolo: "Perturbazione attiva dell’ambiente spaziale vicino alla terra"
ilpeyote professorone
no, ka$$o, basta, NONCELAFACCIO!
ReplyDeletegia' la vita quotidiana e' dura di suo, gia' c'abbiamo tutti i piccoli/grandi problemi di lavoro (per chi sa' cosa e', zret e' escluso, perche' non sa cosa significhi lavorare) / vita / sarca$$o!.
Mo' ci si deve mettere pure questo DEMENTE ad infestare il mondo con le sue visioni!
Ma che cambi tipo di droga, ca$$o!
Che minestrone indigesto e stantio!
ReplyDeleteGli esadattili, i giganti, Zanfretta e, udite udite, Peter Kolosimo, il Giacobbo d'antan, con l'aggravante di una moglie che collaborava nel cucinare pesante. Che ricercatori, che divulgatori! Dei miti o dei mitomani?
il dio di Sefar , Pdor il figlio di Kmer
ReplyDeleteIl grande dio di Sefar secondo alcuni studiosi di fama internazionale si può raffigurare anche nell'ancestrale racconto di Pdor. Alcuni archeologi hanno infatti trovato su una montagna nella terra desolata del Kfnhir una tavola in pietra ove sono riusciti a trascrivere alcune gesta del dio Pdor generato dal Dio Supremo Kmer della tribù di Ifsthar (una popolazione del sud del mondo). In questa tavola si racconta di sacrifici umani che periodicamente il dio Pdor pretendeva fossero eseguiti sulla montagna dalla popolazione degli Ifsthar, fino a che lo stesso dio imposse alla sua gente di migrare e conquistare altre regioni nordiche.
ReplyDeleteGli archeologi che hanno fatto questa importante scoperta tra l'altro sono italiani Giovanni Storti, Cataldo Baglio e Giacomo Poretti.
ReplyDeleteCi mancano solo gli uomini dalla forma gnomica.
ReplyDeleteilpeyote basso
E lo spuntone a forma di vertebra di moffetta non lo vogliamo mettere? :D
ReplyDeleteSaluti
Michele
Chi osa interrompere il sonno di PDOR ?
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