Scopo del Blog
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
Monday, September 21, 2015
Boati di cazzate nella cameretta
Monday, November 3, 2014
Incendi a Canneto di Caronia: una possibile spiegazione
Incendi a Canneto di Caronia: una possibile spiegazione
Vorremmo proporre un’ipotesi per tentare di individuare la genesi degli incendi. Potrebbe essere un sistema radar all’origine delle fiamme? [NO!]

Pablo Ayo, in un suo recente saggio di argomento [f]ufologico, "Alien report" per serendipità ci viene in soccorso.
“Nel 1947 furono installati dei potenti radar ai quattro angoli del perimetro atomico che comprendeva i laboratori nazionali di Los Alamos, il poligono di Alamogordo, la base aerea di Roswell ed il Centro sperimentale missilistico di White sands. […] A White sands era installato l'SCR-584, un nuovissimo modello di radar usato per la prima volta durante lo sbarco degli Alleati ad Anzio. Alla White sands proving ground l’esercito disponeva di due radar, di cui uno era l’SCR-584, impiegato per test sul tracciamento dei missili. Il sistema innovativo sfruttava le microonde in luogo dei segnali radio per tracciare i bersagli. Alla base del suo funzionamento si trovava il famoso Magnetron, un tubo a vuoto ad alta potenza che genera microonde mediante l’interazione di un flusso di elettroni con un campo magnetico. La prima versione del Magnetron fu inventata nel 1920, ma la versione moderna fu concepita nel 1940 da John Randall e Harry Boot presso l’Università di Birmingham”.
Nell’articolo del settembre 2005, pubblicato sulla rivista “Aviation week & space technology”, intitolato “Radar become a weapon”, David A. Fulghum e Douglas Barrie scrivono:
“Da tempo si sa che i radar possono produrre violenti effetti sui sistemi elettronici. Oltre vent’anni fa, i radar montati sui bombardieri erano capaci di generare onde radio di tale potenza da bruciare le valvole di amplificazione nei caccia che stavano monitorando. […] Il radar sembra particolarmente efficace per distruggere i sistemi elettronici di missili balistici supersonici e missili acqua-aria”.
Prosegue Ayo: “Alcuni radar A.E.S.A. (active electronically scanned array, ossia matrice attiva a scansione elettronica, n.d.a.) sono stati rimodulati, sfruttando le microonde ad alto potenziale (high power microwawes, H.P.M.). […] I radar AESA producono un impulso di una precisa frequenza, sostenuto per alcuni microsecondi, creando un effetto con il quale le H.P.M. producono un’onda con un picco superiore ad un gigahertz. […] Naturalmente picchi di microonde sono pericolosi per la salute umana. ‘Potrebbe essere spiacevole per un essere umano trovarsi nella traiettoria di un raggio simile - affermano i tecnici – potrebbe causare gravi ustioni’. Ciò dipende dalla frequenze usate. Il sistema è così efficiente che le modifiche in questione sono già state apportate ai radar di molte navi militari ed intercettori statunitensi, come l’F/A-22 ed il B 2, mentre l’AESA sarà montato anche sul caccia F 35 Joint strike fighter”.
L’excursus di Ayo sui radar ben si innesta alle acquisizioni della commissione investigativa diretta e coordinata dal Dottor Francesco Mantegna Venerando.
Stando agli esperti, Canneto di Caronia è colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Sono fasci di microonde in 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia un dispositivo dovrebbe toccare una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. Dove sia collocata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, cercò di individuare l'impulso madre proveniente dal mare, un compito quasi impossibile dal momento che l'emissione dura solo qualche nanosecondo. “Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre – si legge nel rapporto redatto sotto l'egida del Dottor Mantegna Venerando – potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate”.
Oltre agli inquietanti incendi, a Canneto alcuni abitanti hanno segnalato ustioni che potrebbero essere ricondotte all’azione di fasci concentrati di microonde.
Il quadro tracciato da Ayo pare collimare con le sinistre risultanze di Venerando.
Insomma, abbiamo colto i militari con le mani nella marmellata, anzi sull’innesco?
Fonti:
P. Ayo, Alien report, 2014, pp. 91-94
Diavoli in astronave, 2014
Le microonde, arma contro la biosfera, 2008
[1] Visto che fenomeni come quelli di Caronia si manifestano anche in altre località in tutto il mondo, un vero protocollo d'indagine dovrà considerare i seguenti fattori.
1) Vicinanza di basi militari o di impianti radar (M.U.O.S.?)
2) Presenza di anomalie geomagnetiche
3) Coordinate geografiche
4) Azioni di discredito e di intimidazione nei confronti di testimoni e vittime dei roghi
Monday, October 27, 2014
Gli incendi di Caronia: un’ipotesi (strampalata) sulla loro origine
Gli incendi di Caronia: un’ipotesi sulla loro origine

In Diavoli in astronave avevamo riflettuto sulla possibile cabala esopolitica che potrebbe spiegare le combustioni di Canneto. Qui vorremmo proporre un’ipotesi per tentare di riconoscere la genesi degli incendi. Potrebbe essere un sistema radar all’origine delle fiamme?
Pablo Ayo, in un suo recente saggio di argomento ufologico, per serendipità ci viene in soccorso.
“Nel 1947 furono installati dei potenti radar ai quattro angoli del perimetro atomico che comprendeva i laboratori nazionali di Los Alamos, il poligono di Alamogordo, la base aerea di Roswell ed il Centro sperimentale missilistico di White sands. […] A White sands era installato l'SCR-584, un nuovissimo modello di radar usato per la prima volta durante lo sbarco degli Alleati ad Anzio. Alla White sands proving ground l’esercito disponeva di due radar, di cui uno era l’SCR -584, impiegato per test sul tracciamento dei missili. Il sistema innovativo sfruttava le microonde in luogo dei segnali radio per tracciare i bersagli. Alla base del suo funzionamento si trovava il famoso Magnetron, un tubo a vuoto ad alta potenza che genera microonde mediante l’interazione di un flusso di elettroni con un campo magnetico. La prima versione del Magnetron fu inventata nel 1920, ma la versione moderna fu concepita nel 1940 da John Randall e Harry Boot presso l’Università di Birmingham”.
Nell’articolo del settembre 2005, pubblicato sulla rivista “Aviation week & space technology”, intitolato “Radar become a weapon”, David A. Fulghum e Douglas Barrie scrivono:
“Da tempo si sa che i radar possono produrre violenti effetti sui sistemi elettronici. Oltre vent’anni fa, i radar montati sui bombardieri erano capaci di generare onde radio di tale potenza da bruciare le valvole di amplificazione nei caccia che stavano monitorando. […] Il radar sembra particolarmente efficace per distruggere i sistemi elettronici di missili balistici supersonici e missili acqua-aria”.
Prosegue Ayo: “Alcuni radar A.E.S.A. (active electronically scanned array, ossia matrice attiva a scansione elettronica, n.d.a.) sono stati rimodulati, sfruttando le microonde ad alto potenziale (high power microwawes, H.P.M.). […] I radar AESA producono un impulso di una precisa frequenza, sostenuto per alcuni microsecondi, creando un effetto con il quale le H.P.M. producono un’onda con un picco superiore ad un gigahertz. […] Naturalmente picchi di microonde sono pericolosi per la salute umana. ‘Potrebbe essere spiacevole per un essere umano trovarsi nella traiettoria di un raggio simile - affermano i tecnici – potrebbe causare gravi ustioni’. Ciò dipende dalla frequenze usate. Il sistema è così efficiente che le modifiche in questione sono già state apportate ai radar di molte navi militari ed intercettori statunitensi, come l’F/A-22 ed il B 2, mentre l’AESA sarà montato anche sul caccia F 35 Joint strike fighter”.
L’excursus di Ayo sui radar ben si innesta alle acquisizioni della commissione investigativa diretta e coordinata dal Dottor Francesco Mantegna Venerando.
Stando agli esperti, Canneto di Caronia è colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Sono fasci di microonde in 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia un dispositivo dovrebbe toccare una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt. Dove sia collocata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, cercò di individuare l'impulso madre proveniente dal mare, un compito quasi impossibile dal momento che l'emissione dura solo qualche nanosecondo. “Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre – si legge nel rapporto redatto sotto l'egida del Dottor Mantegna Venerando – potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate”.
Oltre agli inquietanti incendi, a Canneto alcuni abitanti hanno segnalato ustioni che potrebbero essere ricondotte all’azione di fasci concentrati di microonde.
Il quadro tracciato da Ayo pare collimare con le sinistre risultanze di Venerando.
Insomma, abbiamo colto i militari con le mani nella marmellata, anzi sull’innesco?
Fonti:
P. Ayo, Alien report, 2014, pp. 91-94
Diavoli in astronave, 2014
Le microonde, arma contro la biosfera, 2008
Monday, June 23, 2014
Europa centrale: spariscono dai radar tredici aerei
Europa centrale: spariscono dai radar tredici aerei
Europa centrale: i segnali trasmessi dai trasponder di tredici velivoli si sono improvvisamente interrotti. Il fatto è difficile da spiegare: potrebbe essere collegato ai prodromi della tempesta solare che il 13 giugno ha causato un parziale black out satellitare. Possono essere implicate le aberrazioni della magnetosfera: non si dimentichi che dal I sec. d.C. il campo magnetico terrestre è caratterizzato da un progressivo indebolimento. Se fenomeni naturali ostacolano le attività clandestine nei cieli di tutto il mondo, ben vengano. Si può, però, congetturare anche un’interferenza elettromagnetica artificiale, in qualche modo collegata con le consuete e massicce operazioni di geoingegneria illegale o con esercitazioni della N.A.T.O. Infine ricordiamo che alcuni velivoli impegnati nelle operazioni di geoingegneria clandestina, contraddistinti da ID falsi, all'improvviso spariscono dai radar, come avvenuto nel caso degli aerei civili e militari cui si è accennato.
Dopo che un caccia F/A-18 dell’U.S. Navy è precipitato su una città negli Stati Uniti, un aereo militare cinese da addestramento è caduto su un villaggio della Cina ed un caccia iberico Eurofighter si è schiantato in Spagna, adesso, giunge notizia che ben tredici voli civili, tra cui alcuni passeggeri, sarebbero spariti dai radar austriaci per venticinque minuti. I fatti sarebbero occorsi ben due volte, rispettivamente il 5 giugno ed il 10 giugno u.s. Sono gli stessi giorni in cui gli aerei militari hanno subìto i fatali incidenti.
Stando ai dati emersi dalle torri di controllo austriache ed alle dichiarazioni di Marcus Poahanka di Austro Control, il fenomeno non è nuovo: negli ultimi mesi si era già verificato in Germania e nella Repubblica ceca. Anche Eurocontrol e la European Aviation Safety Agency dell'Unione europea indagheranno per tentare di venire a capo delle inspiegabili sparizioni.
Oltre allo scalo di Vienna, gli aeroporti precedentemente interessati dalla perdita delle tracce radar sono stati quello di Praga, Monaco di Baviera e Karlsruhe. Secondo Poahanka, l’anomalia è riconducibile ad un malfunzionamento del trasponder degli aerei. Poahanka non ha voluto indicare le unità coinvolte nell’incidente, ma ha rassicurato i giornalisti dicendo che non si è corso alcun rischio: è stato immediatamente stabilito un contatto radio con i piloti e sono state adottate tutte le misure previste in caso di emergenza.
Fonti: RT, gabrielelombardo
Articolo correlato: La scomparsa del volo MH-370 e la guerra elettronica: quale nesso?, 2014
Friday, December 6, 2013
E’ possibile far fiorire il deserto? Tecnicamente sì
E’ possibile far fiorire il deserto? Tecnicamente sì

Una domanda sorge spontanea: se si può manipolare il clima, può fiorire il deserto?
In realtà accade esattamente l'opposto, perché si cerca di impedire la formazione delle nubi per rendere l'atmosfera simile alla ionosfera e cioé più adatta alle comunicazioni radiosatellitari usate dai militari. Parlare di questa eventualità scatena critiche e accuse di “complottismo”: in realtà l'ipotesi non è per nulla peregrina.
La questione spinosa è stata rivelata nei giorni scorsi in una dettagliata intervista realizzata dal nostro giornale a Rosario Marcianò, il quale ha spiegato che la contemporanea presenza in cielo, accanto alle scie persistenti, di aerei che rilasciano scie piccole ed evanescenti, ha una sua spiegazione. Queste ultime contengono additivi che permettono alle sostanze irrorate in precedenza di produrre la reazione voluta. Può sembrare fantascienza, ma i brevetti di questo tipo di tecnologia sono stati effettivamente depositati.
All'atto pratico, il sistema entrerebbe in funzione nel momento in cui una grossa perturbazione sta arrivando o si sta formando in una zona che si vuole, invece, mantenere "pulita".
Per dissipare o deviare questa perturbazione indesiderata, entrerebbero in azione gli aerei preposti, rilasciando le scie persistenti che nelle previsioni metereologi che (stilate in collaborazione con l'Aeronautica militare) sono solitamente indicate con il termine "innocue velature". Questa copertura artificiale, che ha preso il posto della perturbazione in arrivo, non ostacola le comunicazioni, quindi l'obiettivo sarebbe raggiunto.
Ma se, come ci insegnano, in natura nulla si crea e nulla si distrugge, la perturbazione bloccata o deviata in un luogo può (o forse deve) scaricarsi in un altro, con effetti potenzialmente catastrofici a causa delle grandi forze in gioco.
Marcianò ha ricordato in proposito come nel 2011 abbia previsto sul sito Tanker Enemy l'alluvione di Genova con tre giorni di anticipo: dall'analisi delle foto satellitari, risultava che una grosso vortice depressionario era stata inibito sul Ponente ligure, con il risultato di andare, invece, ad interessare, con gli effetti che tutti abbiamo visto, l'opposto Levante.
E' certo, in quanto pubblicato su documenti ufficiali, che l'esercito statunitense mira ad ottenere un controllo completo del clima entro il 2025. La possibilità di scatenare uragani o di provocare la siccità, in territorio di guerra è sicuramente un vantaggio strategico importantissimo. Ovviamente, non è pensabile che questi risultati si ottengano da un giorno all'altro: numerosi test dovrebbero essere eseguiti e, secondo questa interpretazione, alcuni portano alle conseguenze tragiche che sempre più spesso leggiamo in prima pagina sui giornali.
Per mascherare l'evidente anomalia di questi eventi (quanto spesso si leggono ultimamente espressioni come "il più forte degli ultimi 80 anni...") si sarebbe quindi fatto ricorso ad un paravento, individuando nell'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera la causa dei cambiamenti climatici, in realtà indotti dalle irrorazioni clandestine.
E' interessante in proposito esaminare un documento scovato da Marcianò già nel 2006, avente come oggetto la "Cooperazione Italia - Stati Uniti d’America su Scienza e tecnologia dei Cambiamenti Climatici" e sottoscritto dagli allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. A pagina 38 si possono leggere le attività programmate. Esse comprendono "la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2".
Interessante ed inquietante, si legge anche che "Italia e Stati Uniti collaborano già da tempo su queste tematiche e hanno sviluppato insieme progetti di ricerca e metodologie sperimentali". Che ne verrà lo vedremo, ma non c'è da essere ottimisti.
Manuel D'Elia, 2 dicembre 2013
Fonte: giornalesentire.it
Wednesday, September 11, 2013
Il cloud seeding igroscopico: come e perché sono distrutte le nuvole naturali
Il cloud seeding igroscopico: come e perché sono distrutte le nuvole naturali

Le scie che intersecano i cumuli di quota non superiore ai 1.800 metri (i cumuli sono notoriamente nubi basse) dimostrano che si tratta di aerosol indotti. Altro che scie di condensazione ad alta quota! Queste scie, che possono essere a bassa, media ed alta persistenza, sono usate nel "cloud seeding igroscopico", il cui principale target coincide proprio i con cumuli che, in quanto generati dall’umidità relativa, possono svilupparsi e portare a precipitazioni. Sia le nubi sia le pioggia causano il fenomeno dello scattering, per cui i segnali dei satelliti e dei radar in alta risoluzione funzionanti nel range delle microonde (banda KA) sono indeboliti e diradati. [1] Lo stesso Generale Fabio Mini afferma che le nuove apparecchiature per le tele-comunicazioni sono praticamente "cieche" in presenza di nubi. Per questa ragione i militari sostituiscono alla nuvolosità naturale coltri artificiali, sovente formate da pseudo-cirri che la N.A.S.A. definisce "smart clouds".



Le cosiddette "scie chimiche" sono in gran parte composte da trimetilalluminio (TMA), bario, stronzio, manganese etc. La scia, non di rado scambiata per contrail, è generata dal TMA che, a contatto con l'ossigeno, reagisce in modo violento, assorbendo l'acqua contenuta nell'aria. Si produce così la classica traccia che vediamo nei propulsori per la missilitica, per i quali si usa proprio TMA. La N.A.S.A. impiega questo composto nelle sperimentazioni in quota per misurare lo spostamento delle correnti, sfruttando la persistenza delle scie prodotte da razzi propulsi con trimetilalluminio. Già nel 1958 erano stati risolti i problemi legati alla facile incendiabilità del TMA, quando lo si adoperò come efficace comburente additivato nei carburanti aeronautici. Si legga questo articolo: http://www.tankerenemy.com/2012/12/un-documento-governativo-del-1958.html
Dunque ignoriamo i "normalizzatori" che cercano di tranquillizzare e di circuire l’opinione pubblica con “spiegazioni pseudo-scientifiche”, prive di qualsiasi fondamento empirico e teorico.

Ribadiamo che le scie di condensazione sono un fenomeno molto raro e che dipende dall’infrequente concomitanza di quattro fattori: temperatura, umidità relativa, altitudine, pressione. Scrivono G. Sansosti ed A. Giuffrida: "L’immissione in atmosfera dei gas di scarico degli aerei, ricchi di nuclei di condensazione e di vapore acqueo, determina la sovrassaturazione del vapore acqueo e quindi la formazione di scie. Le scie di condensazione di formano ad altezze in cui la temperatura dell’aria è molto bassa (inferiore a -40 °C), con umidità relativa almeno del 60%. Le scie possono essere più o meno durare nel tempo, a seconda della stabilità dell’aria e della quantità di vapore presente."
[Girolamo Sansosti, Alfio Giuffrida, Manuale di meteorologia, Una guida alla comprensione dei fenomeni atmosferici e climatici in collaborazione con l'U.A.I. (Unione Astrofili Italiani) - 2006 – pag. 86]

UNA MARCHETTA PER TANKER ENEMY - Rimossa per rispetto della decenza.
[1] Che cos’è lo scattering? Scattering significa letteralmente “dispersione, sparpagliamento” ed è un fenomeno per cui un segnale elettromagnetico si dirada e si indebolisce, quando incontra un ostacolo. Come tutte le connessioni, l'antenna emittente e ricevente devono trovarsi preferibilmente in linea di vista. Ciò significa che il segnale e la velocità di connessione decadono drasticamente se fra le due antenne si frappongono ostacoli quali alberi o edifici, ma anche la pioggia, la neve o la nebbia danno luogo a fenomeni di scattering (le gocce d'acqua o di nebbia hanno una dimensione paragonabile alla lunghezza d'onda del segnale trasmesso). Le idrometeore determinano una sensibile attenuazione del campo elettromagnetico.
La complessità dell'ambiente di propagazione, paragonato alla lunghezza d'onda, causa fenomeni di multipath, cioè nella ricezione di un gran numero di repliche del segnale da parte della stazione ricevente che deve quindi essere in grado di ignorare tali repliche. Nel dominio della frequenza tale fenomeno corrisponde ad un'alta selettività del canale radio e ad una forte distorsione da esso indotta nei segnali a banda larga. Per tale ragione si ricorre alla tecnica di modulazione OFDM. L'OFDM suddivide il segnale in un gran numero (fino ad alcune migliaia) di sottoportanti fra loro ortogonali (cioè con prodotto nullo fra sottoportanti diverse) ognuna delle quali ha una banda stretta.
Le conseguenze della geoingegneria in sintesi:
a) diminuzione dell'umidità relativa
b) diminuzione dell'ossigeno
c) aumento del nanoparticolato, solfuri, metalli, polimeri nell'aria
d) aumento delle temperature massime
e) aumento delle radiazioni UVB (oltre il 70%)
f) aumento dei patogeni quali batteri, funghi e parassiti
g) piogge acide e
Testi per approfondire
- La guerra climatica in pillole.
- Le nubi che non ci sono più
- Atlante dei cieli chimici
- Un libro sulle strategie militari spiega perché i velivoli chimici distruggono le nuvole
- Contrails aerodinamiche? No! Inseminazione igroscopica delle nubi
- Rosso di sera: litio in atmosfera
- La N.A.S.A. ammette le scie chimiche
Sunday, November 4, 2012
Minchiate vintage: Scie chimiche ed invisibilità
http://www.tankerenemy.com/2009/12/scie-chimiche-ed-invisibilita.html
Scie chimiche ed invisibilità


Il passo successivo fu l'invisibilità ottica: secondo Rashid Zeineh, ricercatore della società californiana Advanced american enterprise ed inventore dello Stealth technology system (S.T.S.), esiste già un apparato per l'occultamento visivo applicato ai cosiddetti U.C.A.V. (Unmanned combat air vehicles, ossia velivoli da combattimento senza pilota), ai veicoli terrestri e persino ai soldati: questo apparato garantisce un'invisibilità totale fino a sette-otto metri di distanza dall'osservatore. Pare che l'occultamento sia ottenuto con una serie di videocamere e proiettori che generano immagini dell'ambiente limitrofo sulla superficie del mezzo o del soldato che, in questo modo, si mimetizza con gli oggetti intorno.
Sembra, però, che nel caso delle sfere chimiche, la tecnologia usata per l'invisibilità sia un'altra: infatti questi ordigni, mentre percorrono la loro traiettoria in maniera del tutto assimilabile al volo tipico di un aereo, progressivamente assumono la sagoma di un velivolo, perdendo l'invisibilità. Ci si deve porre a questo punto per lo meno due domande: quale tecnologia determina l'occultamento ottico? Per quale motivo gli artefici dell'operazione "chemtrails" non rendono del tutto impercettibili gli apparecchi, lasciando che si scorga una sfera generante una doppia scia?


E' una strategia vecchia come il mondo, ma purtroppo sempre efficace.
Fonti: [STRACATACATACATALOL]
U. Visani, Presenze invisibili, 2009, in X Times n. 14
Zret, Scie chimiche: un'altra angolazione, 2006
Pubblicato da Zret col cervello invisibile
Saturday, October 29, 2011
Marsala in lotta contro il nuovo radar Finmeccanica (di Antonio Mazzeo)
http://straker-61.blogspot.com/2011/10/marsala-in-lotta-contro-il-nuovo-radar.html
Marsala in lotta contro il nuovo radar Finmeccanica (di Antonio Mazzeo)

A scatenare la protesta l’annuncio del ministero della Difesa che il vecchio radar a lunga portata AN/FPS-117, prodotto dalla Lockheed-Martin (il colosso del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari Usa con terminal terrestre a Niscemi, Caltanissetta) sarà presto sostituito da un radar ancora più potente dell’italiana Selex Sistemi Integrati (gruppo Finmeccanica).
“A Marsala è sorto un comitato spontaneo di cittadini per dire No al radar e sensibilizzare tutti al rischio cui si andrebbe incontro”, dichiara il consigliere provinciale di SEL, Ignazio Passalacqua. “Si tratta di un’iniziativa di grande senso civico. I militari ci hanno spiegato che il nuovo radar avrà un impatto meno invasivo dei precedenti grazie alle nuove tecnologie. Ci chiediamo allora a cosa sono stati esposti i civili abitanti in quelle contrade nei decenni scorsi. È l’ora pertanto che si predisponga un rilevamento dei valori di queste onde attraverso uno studio che non abbia natura militare ma civile per fare chiarezza una volta per tutte sui casi, molto frequenti e preoccupanti, di tumori e leucemie che da anni colpiscono le famiglie di quelle zone ”.
In previsione del nuovo sistema radar, il 21 dicembre 2010 il Comando della 3^ Regione Aerea di Bari ha rinnovato per altri cinque anni le servitù militari in un’ampia fascia di territorio prossima al Centro dell’AMI, onde “evitare che la realizzazione di talune opere possa compromettere la funzionalità e la sicurezza dell’installazione militare ubicata in località Timpone Guddino”. Il decreto del Comando di Bari prevede una spesa annua di 65.153 euro per il pagamento degli indennizzi ai proprietari e di 32.576,5 euro al Comune di Marsala. Pochi spiccioli per monetizzare l’alto rischio elettromagnetico sulla salute della popolazione ma che pesa sul bilancio statale complessivamente per 488.647,5 euro. E in tempi di tagli draconiani al welfare non è poco.
La mappa catastale allegata al decreto di proroga evidenzia l’enorme estensione della servitù. Una zona rossa, della larghezza di 600 metri di raggio dal centro della base, impone il divieto alla realizzazione di “ostacoli d’alcun genere, compresi manufatti, vegetazione arbustiva, antenne e strutture metalliche, condotte sopraelevate elettriche e telegrafoniche, depositi di carburante, esplosivo o altre materie infiammabili e strade ferrate…”. Inoltre non sono ammessi “macchinari o impianti che possano irradiare nello spazio disturbi elettromagnetici, né trasmettitori radio di qualsiasi tipo o potenza”. Ancora più vasta la cosiddetta zona verde, all’esterno del perimetro “rosso”, distante in alcuni punti sino a 1.800-2.000 dal Centro radar, dove è proibita la localizzazione di “ostacoli di qualsiasi genere con altezza superiore ai 153 metri s.l.m., condotte elettriche sopraelevate o trasmettitori con potenza superiore ai 200 watt”.
Il sistema che verrà installato a Marsala è il Fixed Air Defence Radar (FADR) RAT31-DL, acquistato dalla Difesa per potenziare la rete operativa dell’Aeronautica militare italiana ed integrarla ancora di più nella catena di comando, controllo, comunicazione ed intelligence della Nato. Il contratto sottoscritto con Selex Sistemi Integrati prevede la fornitura entro il 2014 di dodici impianti radar per altrettanti siti AMI, pèiù due sistemi configurati nella versione mobile (DADR - Deployable Air Defence Radar). Importo del contratto 260 milioni di euro. Una manna per l’azienda elettronica di Finmeccanica che ha già venduto i FADR a nove paesi nel mondo, sette dei quali sono membri Nato (Austria, Danimarca, Germania, Grecia, Malesia, Repubblica ceca, Turchia e Ungheria).
“Il RAT31-DL è stato sviluppato per rispondere ai futuri bisogni della difesa, dove la superiorità delle informazioni e dei comandi giocherà un ruolo sempre maggiore”, affermano i manager di Selex-Finmeccanica. “Il sistema ha eccellenti capacità di scoprire e tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e missili, può supportare diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione e da contromisure elettroniche. In Italia, il FADR consentirà di controllare anche la presenza di missili balistici, comunicherà con gli altri punti di controllo nazionali e della Nato, riducendo la necessità di personale e quindi dei costi di gestione”.
Secondo il generale Mario Renzo Ottone, a capo del Comando Operazioni Aeree nazionali e Nato di Poggio Renatico (Ferrara), il nuovo sistema radar costituisce la “struttura portante del programma con cui l’Aeronautica ha avviato la sostituzione dei propri sistemi di sorveglianza aerea per rendere disponibili le frequenze necessarie all’introduzione della nuova tecnologia Wi-Max (Worldwide Interoperability for Microwave Access) di accesso internet ad alta velocità in modalità wireless”.
Produttori e militari sono invece particolarmente restii a fornire informazioni sulle caratteristiche tecniche e di funzionamento del radar, rendendo difficilissima una valutazione oggettiva dell’impatto ambientale delle future emissioni. La brochure dell’azienda produttrice rivela solo che il Fixed Air Defence Radar opererà in banda D e avrà una portata sino a 470 km di distanza e 30 km in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW e una potenza dell’impulso irradiato di 84 kW. L’antenna opererà in una frequenza compresa tra 1,2 e 1,4 GHz (L-band), all’interno dello spettro delle cosiddette “microonde”. Qualche altro dato è fornito per l’antenna da un sito web specializzato della Repubblica ceca: 77 metri quadri d’area, 11x7 metri di dimensione e una velocità di 6-10 rpm. Quando ci sono in mezzo gli affari e tanti soldi, la salute vale zero e la trasparenza è un inutile optional.
Friday, September 16, 2011
La N.A.S.A. colpisce ancora
http://www.tankerenemy.com/2011/09/la-nasa-colpisce-ancora.html
La N.A.S.A. colpisce ancora

Certe verità parziali nocciono più delle bugie. L’obiettivo è chiaro: individuare un pretesto per continuare nelle attività chimico-biologiche ed elettromagnetiche nonché per proseguire con la campagna a favore della geoingegneria, biossido di carbonio o non biossido di carbonio, Sole o non Sole. La situazione reale è ben diversa da come la dipingono e la plasmano i media di regime e gli enti pseudo-scientifici: il pianeta è al collasso, a causa delle chemtrails e delle irradiazioni elettromagnetiche, in primis di microonde da cui dipende, ad esempio, la riduzione del fenomeno noto come escursione termica diurna, ossia la differenza di temperatura tra giorno e notte, discrepanza ormai assottigliatasi a tal punto che, in estate, si attesta sui due gradi.

“Il grande vantaggio del telerilevamento alle microonde rispetto a quello infrarosso è da ricercarsi nel fatto che le idrometeore che costituiscono le nubi hanno generalmente dimensioni comparabili con le lunghezze d’onda infrarosse, portando quindi la radiazione IR rapidamente all’estinzione per fenomeni di scattering (sparpagliamento). Ciò comporta che in presenza di campi nuvolosi il telerilevamento IR sia in grado di osservare solamente gli strati superiori della nube, senza poter osservare gli strati sottostanti, mentre le MW (microonde) consentono di osservare anche le zone sottostanti la nube, giungendo fino alla superficie terrestre, almeno finché alle nubi non sia associata alcuna precipitazione. Questa è la caratteristica più importante che rende il telerilevamento alle microonde uno strumento molto utile per l’analisi meteorologica in condizione di cielo non chiaro.
Utilizzando invece le microonde (MW), nelle bande di assorbimento dell’O2 a 54 GHz (per la temperatura) e dell’H2O a 183 GHz (per l’umidità) si riesce, sia pure con risoluzione verticale ed orizzontale minore, ad eseguire il sondaggio anche in presenza di nube, almeno finché queste non siano associate a precipitazione. Alle frequenze elettromagnetiche nelle MW corrisponde, infatti, una lunghezza d’onda millimetrica che non interagisce in modo significativo con i costituenti delle nubi che sono generalmente di almeno un ordine di grandezza inferiore”.
A conclusione della nostra analisi, pubblichiamo le informazioni inerenti alla ritrattazione della N.A.S.A.
“Basta allarmismi: il riscaldamento globale non c’è (sic) più. Almeno questo è ciò che emerge dalle più dettagliate analisi dei dati satellitari della N.A.S.A. che, tra 2000 e 2011, non hanno più misurato un aumento delle temperature sulla superficie terrestre. I dati testimoniano che l’atmosfera terrestre disperde calore nello spazio in modo molto più efficiente, rispetto a quanto previsto da alcuni allarmistici modelli di previsione basati sui dati degli anni precedenti e che il biossido di carbonio mantiene (sic) molto meno calore del previsto.
Tra i dati e le previsioni c’è (sic) una differenza enorme, soprattutto sugli oceani: il climatologo Roy Spencer, coautore dello studio e ricercatore dell’Università dell’Alabama, insieme con Danny Braswell, ha spiegato che non bisogna lasciarsi andare a catastrofismi sul clima e che l’andamento termico mondiale è determinato da cicli naturali.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Remote Sensing‘ e si è avvalso dei dati della temperatura superficiale raccolti dall’Unità di ricerca sul clima di Hadley in Gran Bretagna. I dati relativi all'energia radiante sono stati raccolti dal C.E.R.E.S. (Clouds and Earth’s Radiant Energy System), strumento che si trova a bordo del satellite ‘Terra’ della N.A.S.A”.
7 commenti:
- Zucca_Barucca ha detto...
-
Se davvero il riscaldamento globale non c’è più, vorrei sapere come spiegano gli assurdi cambiamenti climatici, non solo degli ultimi anni, ma degli ultimi mesi... io dico che c'è sempre e peggiora sempre più.
Saluti, Sharon - 16 settembre, 2011 07:05
- damocle ha detto...
-
Stanno sabotando gli accessi al sito e tutto per una cosa che non esiste,LE SCIE CHIMICHE.
Anche se indossano la divisa in fatto di menzogne non sono secondi a nessuno. - 16 settembre, 2011 08:05
- damocle ha detto...
-
Messaggio di prova
- 16 settembre, 2011 08:18
- ginger ha detto...
-
Serviva una toppa dopo il caso climategate che ha generato numerose polemiche, troppe forse per i loro gusti.
Non che quelli della NASA si preoccupino di tante finezze, per carità, però ovviamente seguono il loro filone di menzogne... - 16 settembre, 2011 08:52
- ginger ha detto...
-
Le microonde le usano come il formaggio sulla pasta: sembra che in questo rovente settembre i loro programmi siano tali da comportare un uso intenso di queste ARMI offensive.
Non so se vi è capitato di notare una cosa strana (almeno per me): mi capita di "aprire" alcuni frutti (specie agrumi, attualmente i limoni) e dentro trovo i semi già germinati, cioè con il germoglio già sviluppato, malgrado il frutto sia fresco, non troppo maturo e non trattato con sostanze additive. Mi è venuto spontaneo collegare questo fenomeno a quello dell'irradiazione artificiale degli apparati militari, la cui azione si può considerare diffusa a tappeto sul territorio, agendo per lo più dai satelliti, appunto. Avevo anche pensato alla storia dell'irraggiamento degli alimenti voluta dai nuovi parametri del codex alimentarius, come sapete. Ma sono più propensa a ritenere che quell'aberrazione si verifichi direttamente sulla pianta, durante la maturazione del frutto. Non si sa come la natura possa reagire a certe manipolazioni, so che la testa pare friggere quando queste particolari "attività militari" sono intense, e so anche che le radiazioni possono interferire seriamente con lo sviluppo della vita, alterandone i processi normali.
Purtroppo sono moltissime le anomalie che si riscontrano nei prodotti derivanti dalle coltivazioni, dato che gli esperimenti su sto pianeta martoriato sono fuori dal nostro controllo, ne abbiamo solo una sommaria idea grazie agli studi e alle ricerche volontarie di poche mosche bianche dotate di buona volontà. Esclusi quindi giornalisti e servi vari. Mah! - 16 settembre, 2011 09:17
- Straker ha detto...
-
Venerdi', 16 settembre 2011
Nord
Condizioni di cosidetto "bel tempo", con cieli solcati da scie chimiche persistenti nella prima mattinata, seguite da scie di tipo non persistente sino alle prime ore del pomeriggio e poi di nuovo sostituite da passaggi sino a sera (a quote medio basse) con elementi igroscopici di tipo non persistente.
Previsioni centrate in pieno
Satellitare di oggi alle 7:30. - 16 settembre, 2011 09:19
- Straker ha detto...
-
Ciao Ginger, immagina che fine fanno i nostri organi e la nostra pelle...
- 16 settembre, 2011 09:22
Tuesday, August 23, 2011
Perché approdarono?
http://zret.blogspot.com/2011/08/perche-approdarono.html
Perché approdarono?

Poiché gli astronauti non avevano familiarità con la conformazione del terreno e con la nostra atmosfera (i Terrestri avevano compiuto alcuni esperimenti con ordigni nucleari ed alcune bombe atomiche erano state fatte esplodere non molto tempo prima verso la fine della guerra, creando condizioni innaturali) o con l’intensità del campo magnetico terrestre, gli atterraggi conclusisi tragicamente furono più numerosi di quanto si possa immaginare. Frank Scully cita diversi di questi casi nel suo libro ‘Behind flying saucers’. … Nel 1946 i nostri scienziati cominciarono a captare strani segnali in codice che essi non furono in grado di interpretare. Dai calcoli emerse che le trasmissioni provenivano dai pianeti nostri vicini, a dispetto delle teorie scientifiche accettate fino a quel momento e che affermavano con dovizia di motivazioni che la vita vi era impossibile. Altri segnali parevano provenire dallo spazio aperto, uno stato di cose inspiegabile ed incredibile, a meno che non si prendesse in considerazione l’esistenza di veicoli spaziali. Questi segnali sono captati tuttora!”
L’informazione riportata dal controverso Adamski dovrebbe riferirsi alla prima registrazione termica della Luna risalente al 1946 ed eseguita dai radioastronomi Dicke e Beringer, alla frequenza di 24 GHz. Robert Henry Dicke (1916-1997) fu un fisico statunitense noto soprattutto per i suoi studi sulla radiazione cosmica di fondo. Durante la Seconda guerra mondiale lavorò allo sviluppo del radar al Massachusets Institute of Technology (M.I.T.). Quivi progettò uno strumento per misurare la radiazione nelle microonde. Lo strumento, noto come radiometro di Dicke, fu puntato verso il cielo alla ricerca di una radiazione proveniente dalle galassie: l’esito fu negativo e portò alla conclusione, poi rivelatasi corretta, che, se esisteva tale radiazione, essa doveva avere una temperatura inferiore a 20 gradi Kelvin.

L’informazione di Adamski non è da sottovalutare: “I dischi volanti torneranno” è un’opera ricca di notizie interessanti, lontana dal sensazionalismo che connota le frange esaltate del contattismo.[2] Sebbene alcune parti siano infirmate dall’ingenua fede nel progresso e nella scienza, uno studioso paziente potrà a distanza di circa mezzo secolo – il testo apparve nel 1959 – reperirvi anticipazioni, spunti e persino conferme. E’ vero che l’autore offre una visione probabilmente edulcorata ed unilaterale degli incontri con i "Fratelli dello spazio", ma non manca in lui la pur embrionale coscienza delle trame tessute da una struttura di potere segreta che egli chiama il “Gruppo del silenzio”.
Come è risaputo, Adamski, insieme con altri ricercatori e contattati, contribuì a definire, si accetti o si rifiuti la sua visione della questione extraterrestre in tutto o in parte, un’ufologia empirica e con ambizioni umanitarie. Oggi ci sembra che i suoi libri, oltre a rivestire un interesse antropologico, delineino, tra luci ed ombre, i capisaldi di una disciplina che si è poi arenata o ha subìto uno snaturamento. L’approccio strumentale, per quanto limitato, è preferibile alle elucubrazioni fantasiose e totalizzanti.
A tale proposito, osserva Angelo Ciccarella: “Oggi l'ufologo si cimenta in campi sdrucciolevoli, quelli dell'interpretazione del fenomeno, della sua natura e si appiattisce, senza uno straccio di verifica, sui racconti dei presunti rapiti sotto stato alterato di coscienza. Da qui reinventa una nuova cosmovisione dell'uomo e della vita, riempie il pantheon di antichi dèi e prevede disastri immani”.
Di fronte allo scadimento di un’ufologia ibrida con velleità filosofiche (si lasci la Filosofia ai pensatori) e persino onnicomprensive, si è tentati di rivisitare i classici degli anni ’50, ’60 e ‘70, per evitare di accodarsi ad esegesi demoniache o, di converso, salvifiche di sapore New age. Forse si riuscirà ad intravedere un barlume nei tenebrosi meandri di in cui ci aggiriamo.
[1] Carlo Barbera ricorda che le bombe nucleari del 1945 su Hiroshima e Nagasaki e tutti gli esperimenti nucleari successivi causarono uno strappo nell'aura del pianeta donde l'incidente di Roswell, i numerosi avvistamenti di U.F.O., le prime intrusioni aliene. Esistono ponti tra una dimensione ed un'altra, attraverso cui passano esseri, verso cui si accalcano creature imprigionate in un livello basso, anelanti ad entrare in questa realtà? Barbera ci ricorda che Aleister Crowley, con i suoi rituali, evocò inquietanti creature di altri piani dimensionali: tra queste Lam, un essere macrocefalo simile ai Grigi, protagonisti dell’ufologia a partire dagli anni '60 del XX secolo. Lo scienziato Jack Parsons e lo scrittore di fantascienza, Ron Hubbard, seguaci di Crowley, attuarono nel 1946 le Operazioni Babalon. La loro intenzione era quella di usare la magia sessuale per generare un figlio nei reami spirituali. Tali sinistri rituali furono compiuti nello stesso periodo in cui l’aura del pianeta era lacerata dalle esplosioni atomiche. Numerosi contattisti tra gli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo, riportando le ammonizioni di presunti extraterrestri, insistettero sui pericoli connessi all’uso dell’energia nucleare non solo per Gaia, ma anche per i fragili equilibri del sistema solare e della nostra galassia.
[2] Tra le varie indicazioni rilevanti, accenno qui solo alla rarefazione delle nuvole cui Adamski attribuisce un accorciamento della vita media.
Fonti:
G. Adamski, I dischi volanti torneranno, Roma, 1978 pp. 21-23 e passim
Enciclopedia dell’Astronomia e della Cosmologia, Milano, 2005, s.v. Dicke
Tuesday, June 14, 2011
Quattordici nuovi radar in Italia per le guerre N.A.T.O. (di Antonio Mazzeo)
http://straker-61.blogspot.com/2011/06/quattordici-nuovi-radar-in-italia-per.html
Quattordici nuovi radar in Italia per le guerre N.A.T.O. (di Antonio Mazzeo)
“Si tratta di un progetto dall’alta valenza tecnica, importante per la sicurezza aerea nazionale e necessario per migliorare la nostra efficienza militare”, ha spiegato il generale Mario Renzo Ottone, comandante del COA, il Comando Operazioni Aeree nazionali e del Combined Air Operations Center della N.A.T.O., di stanza a Poggio Renatico (Ferrara). “Il FADR costituisce la struttura portante del programma con cui l’Aeronautica militare ha avviato la sostituzione dei propri sistemi di sorveglianza aerea per rendere disponibili le frequenze necessarie all’introduzione della nuova tecnologia Wi-MAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) di accesso internet ad alta velocità in modalità wireless”.

Il primo impianto entrato in funzione è quello installato presso la 112^ Squadriglia Radar Remota di Mortara (Pavia). Si tratta di una stazione dell’Aeronautica che nel periodo di massima espansione – anni 50-60 – era arrivata a contare fino a 700 avieri (300 militari di leva e 400 in servizio permanente), ma che dopo il 1998 è stata drasticamente ridimensionata sino a ospitare oggi solo una trentina di militari. Gli altri undici radar RAT-31DL stanno per essere installati presso il centro meteorologico dell’Aeronautica di Borgo Sabotino (Latina), a Capo Mele – Savona (115^ Squadriglia Radar Remota), Crotone (132^ Squadriglia), Jacotenente – Foggia (131^ Squadriglia), Lame di Concordia – Venezia (13° Gruppo Radar GRAM), Lampedusa (134^ Squadriglia), Marsala (35° GRAM), Mezzogregorio – Siracusa (34° GRAM), Otranto (32° GRAM), Poggio Renatico (Comando Operazioni Aeree) e Potenza Picena – Massa Carrara (14° GRAM). Come per Mortara, alcune di queste stazioni radar erano state ridimensionate negli ultimi quindici anni.

La progettazione e la costruzione delle torri radar e degli impianti ausiliari e l’installazione dei nuovi sistemi nelle dodici basi dell’Aeronautica è stata affidata alla Vitrociset S.p.A. di Roma, una delle maggiori aziende private operanti nel campo della sicurezza, pure vincitrice della gara per il sistema multiradar ARTAS di Eurocontrol, l’agenzia europea per il controllo aereo. Il nome di Vitrociset è stato per anni legato al nome del suo fondatore, Camillo Crociani, uno dei protagonisti dello scandalo delle tangenti per l’acquisto negli anni ‘70 dei velivoli C130 prodotti dalla statunitense Lockheed. Il pacchetto azionario della società è ancora oggi interamente controllato dalla vedova Edoarda Vessel Crociani con una presenza più che simbolica della holding Finmeccanica (1,4%). Presidente del consiglio di amministrazione è invece il generale Mario Arpino, capo di Stato Maggiore della difesa fino al 2001, direttore generale l’ammiraglio Lorenzo D’Onghia, amministratore delegato Antonio Bontempi, ex ad di Alenia Marconi Systems poi Selex Sistemi Integrati.
Il radar RAT31-DL sta progressivamente conquistando sempre maggiore spazio nel mercato internazionale. Il sistema è stato sinora acquistato da nove paesi, sette dei quali membri della NATO, per un totale di 34 esemplari. Tra essi spiccano Germania, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Turchia e Ungheria. Altri esemplari starebbero per essere ordinati dalle aeronautiche militari di Austria, Danimarca e Malesia.
Una conferma che il business di guerra non consoce crisi.
Pubblicato da Straker
Monday, May 23, 2011
Quattordici nuovi radar in Italia per le guerre N.A.T.O. (di Antonio Mazzeo)
http://straker-61.blogspot.com/2011/05/quattordici-nuovi-radar-in-italia-per.html
Quattordici nuovi radar in Italia per le guerre N.A.T.O. (di Antonio Mazzeo)
“Si tratta di un progetto dall’alta valenza tecnica, importante per la sicurezza aerea nazionale e necessario per migliorare la nostra efficienza militare”, ha spiegato il generale Mario Renzo Ottone, comandante del COA, il Comando Operazioni Aeree nazionali e del Combined Air Operations Center della NATO, di stanza a Poggio Renatico (Ferrara). “Il FADR costituisce la struttura portante del programma con cui l’Aeronautica militare ha avviato la sostituzione dei propri sistemi di sorveglianza aerea per rendere disponibili le frequenze necessarie all’introduzione della nuova tecnologia Wi-MAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) di accesso internet ad alta velocità in modalità wireless”.
Molto più espliciti sulle finalità belliche del nuovo sistema radar i manager della società produttrice. “Il RAT31-DL è stato sviluppato per rispondere ai futuri bisogni della difesa, dove la superiorità delle informazioni e dei comandi giocherà un ruolo sempre maggiore”, recita la brochure di Selex Sistemi Integrati. “Il sistema ha eccellenti capacità di scoprire e tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e missili, può supportare diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione e da contromisure elettroniche. In Italia, il FADR consentirà di controllare anche la presenza dei missili balistici, comunicherà con gli altri punti di controllo nazionali e della NATO e apporterà grandi elementi di innovazione, tra cui un migliorato telecontrollo e telediagnosi, riducendo quindi la necessità di personale, con un occhio anche alla riduzione dei costi di gestione”.
Il primo impianto entrato in funzione è quello installato presso la 112^ Squadriglia Radar Remota di Mortara (Pavia). Si tratta di una stazione dell’Aeronautica che nel periodo di massima espansione – anni 50-60 - era arrivata a contare fino a 700 avieri (300 militari di leva e 400 in servizio permanente), ma che dopo il 1998 è stata drasticamente ridimensionata sino a ospitare oggi solo una trentina di militari. Gli altri undici radar RAT-31DL stanno per essere installati presso il centro meteorologico dell’Aeronautica di Borgo Sabotino (Latina), a Capo Mele - Savona (115^ Squadriglia Radar Remota), Crotone (132^ Squadriglia), Jacotenente - Foggia (131^ Squadriglia), Lame di Concordia - Venezia (13° Gruppo Radar GRAM), Lampedusa (134^ Squadriglia), Marsala (35° GRAM), Mezzogregorio – Siracusa (34° GRAM), Otranto (32° GRAM), Poggio Renatico (Comando Operazioni Aeree) e Potenza Picena – Massa Carrara (14° GRAM). Come per Mortara, alcune di queste stazioni radar erano state ridimensionate negli ultimi quindici anni.
Dal punto di vista prettamente tecnico, il Fixed Air Defence Radar (FADR) appartiene all’ultima generazione dei sistemi 3D a lungo raggio: ha una portata sino a 500 km di distanza e 30 km in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW e una potenza dell’impulso irradiato di 84 kW. L’antenna opera in una frequenza compresa tra 1,2 e 1,4 GHz (L-band), all’interno dello spettro delle cosiddette “microonde”, le onde molto corte estremamente pericolose per l’uomo, la fauna e la flora. Il radar può essere controllato anche da centri posti a notevole distanza e la configurazione meccanica con cui è stato disegnato consente facilità di assemblaggio e smontaggio nei campi di battaglia.
La progettazione e la costruzione delle torri radar e degli impianti ausiliari e l’installazione dei nuovi sistemi nelle dodici basi dell’Aeronautica è stata affidata alla Vitrociset S.p.A. di Roma, una delle maggiori aziende private operanti nel campo della sicurezza, pure vincitrice della gara per il sistema multiradar ARTAS di Eurocontrol, l’agenzia europea per il controllo aereo. Il nome di Vitrociset è stato per anni legato al nome del suo fondatore, Camillo Crociani, uno dei protagonisti dello scandalo delle tangenti per l’acquisto negli anni ‘70 dei velivoli C130 prodotti dalla statunitense Lockheed. Il pacchetto azionario della società è ancora oggi interamente controllato dalla vedova Edoarda Vessel Crociani con una presenza più che simbolica della holding Finmeccanica (1,4%). Presidente del consiglio di amministrazione è invece il generale Mario Arpino, capo di Stato Maggiore della difesa fino al 2001, direttore generale l’ammiraglio Lorenzo D’Onghia, amministratore delegato Antonio Bontempi, ex ad di Alenia Marconi Systems poi Selex Sistemi Integrati.
Il radar RAT31-DL sta progressivamente conquistando sempre maggiore spazio nel mercato internazionale. Il sistema è stato sinora acquistato da nove paesi, sette dei quali membri della NATO, per un totale di 34 esemplari. Tra essi spiccano Germania, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Turchia e Ungheria. Altri esemplari starebbero per essere ordinati dalle aeronautiche militari di Austria, Danimarca e Malesia. Una conferma che il business di guerra non consoce crisi.
Antonio Mazzeo
Pubblicato da Straker ricercatore casalingo