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Minimalismo

Intrecciare la vita e la morte come la trama e l'ordito di un tessuto, in maniera inestricabile. Rendere la prospettiva e la tridimensionalità, non incidendo linee, con le sfumature e le proporzioni, ma fondendo il bianco con il nulla fino a quando risalti la profondità ottica nelle forme non più vedute, ma costruite dalla mente, come avviene in certi quadri dell'Iperrealismo, dove la realtà si dà per sottrazione, gelida monocromia ed assenza. Il bianco è colore della morte, il velo sugli occhi che scende inavvertito.
Ancora, spegnere le emozioni per respirare solo il loro ineffabile, struggente profumo nell'aria. Replicare con uno sguardo sfuggente. Illimpidire la pupilla nell'iride. Allontanarsi nell'ombra dell'indifferenza. Ascoltare suoni vuoti per lasciare che fluiscano nel deserto dell'origine... Questo è minimalismo.
Con grazia e concisione tutta orientale, che è spontaneità, leggiadria, distacco, malinconica coscienza del mondo e della sua imperturbabile vanità, soprattutto di fronte al destino più duro, un pilota giapponese scrisse questo haiku.
Se solo potessimo cadere
come i fiori dei ciliegi in primavera,
così puri, così luminosi.