Spaventosa involuzione dello Stato dall’età moderna a quella contemporanea
Lo Stato come piombo si sopporta. (G. Grignani)
Ogni Stato è una dittatura. (A. Gramsci)
Da documentato romanzo storico quali sono “I promessi sposi” ci offrono uno spaccato dello stato moderno. Lo stato moderno è la compagine peculiare dell’ancien régime in cui il dominio monarchico mirava al monopolio della violenza, della fiscalità e della giustizia, in concorrenza o talora in precaria collaborazione con centri di potere, de facto o de iure autonomi, coincidenti con un’aristocrazia più o meno riottosa e con la Chiesa.
Quantunque lo stato moderno sia piuttosto potente e ramificato, non è ancora l’odierna struttura totalitaria grottescamente definita “democrazia”.
Contro Renzo, coinvolto nei tumulti di Milano del giorno 11 novembre 1628, è spiccato un mandato d’arresto, ma il giovane può fuggire nella Repubblica di Venezia dove sarà al sicuro, poiché non esistono né alcun mandato di cattura internazionale né alcunché di simile all’Interpol.
L’individuo appartenente al popolo, in età moderna (dal 1492 al 1789), può sfuggire alle grinfie dello Stato: deve combattere contro la fame e la fatica, contro i soprusi dei signorotti, ma, coltivando la terra o con un mestiere, gode di una libertà economica ignota nella realtà presente.
La monarchia moderna ha ambizioni egemoniche ed espansionistiche, ma il singolo non è perseguito per le sue idee ed azioni, se non quando ledono gli interessi delle élites; oggi l’establishment, attraverso una legge coercitiva ed iniqua, opprime il “cittadino” a priori in quanto tale, equiparandolo ad uno schiavo.
Lo Stato moderno è quasi sempre inefficiente: di fronte al contagio della peste, le autorità di Milano dimostrano per lo più pressappochismo ed insipienza. Oggidì lo Stato è efficacissimo, ogni qual volta perseguita, distrugge, vessa, depreda, tortura, ammorba.
Lo Stato moderno ha il senso del prestigio e dell’onore: considera la guerra non tanto uno strumento di conquista ma un mezzo per dare lustro al re, alla dinastia. Attualmente i conflitti nascondono turpi obiettivi economici o altri ancora più ignominiosi.
Le condizioni migliori in cui vive l’individuo nell’età moderna dipendono senza dubbio da una presa più debole delle istituzioni sul popolo, ma anche da una diversa concezione del potere, oggi degenerato nel delirio del controllo, nella corruzione eretta a sistema, nell’illegalità eretta a legge, nonostante alcune lodevoli eccezioni. Pur tra innumerevoli incoerenze, la politica del passato è, almeno nelle intenzioni, animata da esigenze non sempre opportunistiche ed innestate su una scala di valori.
Il Leviatano contemporaneo, invece, è la perfetta incarnazione dell’immoralità. Chi lo accetta, chi ne riconosce la perversa supremazia, bestemmia la Verità e la Vita. Si sarà costretti ad ottemperare alle scellerate norme dello Stato, ma la Coscienza, che onora principi imperituri, condanna il regime senza appello, lo estirpa dal mondo in quanto bubbone infetto.
Ogni Stato è una dittatura. (A. Gramsci)
Da documentato romanzo storico quali sono “I promessi sposi” ci offrono uno spaccato dello stato moderno. Lo stato moderno è la compagine peculiare dell’ancien régime in cui il dominio monarchico mirava al monopolio della violenza, della fiscalità e della giustizia, in concorrenza o talora in precaria collaborazione con centri di potere, de facto o de iure autonomi, coincidenti con un’aristocrazia più o meno riottosa e con la Chiesa.
Quantunque lo stato moderno sia piuttosto potente e ramificato, non è ancora l’odierna struttura totalitaria grottescamente definita “democrazia”.
Contro Renzo, coinvolto nei tumulti di Milano del giorno 11 novembre 1628, è spiccato un mandato d’arresto, ma il giovane può fuggire nella Repubblica di Venezia dove sarà al sicuro, poiché non esistono né alcun mandato di cattura internazionale né alcunché di simile all’Interpol.
L’individuo appartenente al popolo, in età moderna (dal 1492 al 1789), può sfuggire alle grinfie dello Stato: deve combattere contro la fame e la fatica, contro i soprusi dei signorotti, ma, coltivando la terra o con un mestiere, gode di una libertà economica ignota nella realtà presente.
La monarchia moderna ha ambizioni egemoniche ed espansionistiche, ma il singolo non è perseguito per le sue idee ed azioni, se non quando ledono gli interessi delle élites; oggi l’establishment, attraverso una legge coercitiva ed iniqua, opprime il “cittadino” a priori in quanto tale, equiparandolo ad uno schiavo.
Lo Stato moderno è quasi sempre inefficiente: di fronte al contagio della peste, le autorità di Milano dimostrano per lo più pressappochismo ed insipienza. Oggidì lo Stato è efficacissimo, ogni qual volta perseguita, distrugge, vessa, depreda, tortura, ammorba.
Lo Stato moderno ha il senso del prestigio e dell’onore: considera la guerra non tanto uno strumento di conquista ma un mezzo per dare lustro al re, alla dinastia. Attualmente i conflitti nascondono turpi obiettivi economici o altri ancora più ignominiosi.
Le condizioni migliori in cui vive l’individuo nell’età moderna dipendono senza dubbio da una presa più debole delle istituzioni sul popolo, ma anche da una diversa concezione del potere, oggi degenerato nel delirio del controllo, nella corruzione eretta a sistema, nell’illegalità eretta a legge, nonostante alcune lodevoli eccezioni. Pur tra innumerevoli incoerenze, la politica del passato è, almeno nelle intenzioni, animata da esigenze non sempre opportunistiche ed innestate su una scala di valori.
Il Leviatano contemporaneo, invece, è la perfetta incarnazione dell’immoralità. Chi lo accetta, chi ne riconosce la perversa supremazia, bestemmia la Verità e la Vita. Si sarà costretti ad ottemperare alle scellerate norme dello Stato, ma la Coscienza, che onora principi imperituri, condanna il regime senza appello, lo estirpa dal mondo in quanto bubbone infetto.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
ecco il FRATELLO SCEMO del CRIMINALE di Sanremo che sputa nel piatto in cui mangia.
ReplyDeleteproFESSOre COGLIONE, se non ci fosse lo stato uno SCIACALLO NAZIFASCISTA come TE dovrebbe LAVORARE veramente, invece di RUBARE lo stipendio allo STATO
(il CRIMINALE è rosario FALSARIO marcianò, il FRATELLO SCEMO è il proFESSOre antonio SCIACALLO NAZIFASCISTA marcianò, IL FALLITO INCAPACE BILIOSO INVIDIOSO E INUTILE)
...di fronte al contagio della peste, le autorità di Milano dimostrano per lo più pressappochismo ed insipienza.
ReplyDeleteEd infatti mandarono a morte, tra atroci torture, alcuni innocenti con l'accusa di essere untori, attribuendo a loro azioni immaginarie solo per soddisfare le frustrazioni di una massa di ignoranti incapaci di riconoscere e accettare la realtà delle cose, e di prendere i (purtroppo pochi, allora) provvedimenti che avrebbero potuto mitigare il disastro.
Ma inventarsi colpevoli immaginari non sembra una esclusiva del XVII secolo, così come l'ignoranza presuntuosa di chi è convinto di aver capito tutto.
A cominciare dalla capacità del carbonato di calcio di decomporre l'acqua...
sarebbe dovuto vivere a qeull' epoca, avrebbe un opinione differente ora
DeleteMa scusate, Zretino mi mette in apertura una citazione di Antonio Gramsci ed una di GIANLUCA GRIGNANI????? :-O
ReplyDeleteSemmai una di Grignani e solo dopo una di Gramsci: ci son priorità da rispettare per certe tronfie e gonfie vesciche di scoregge che si credono dispensatori di aerosol profumati...
DeleteE comunque il buon Grignani, che pure non è proprio nelle mie corde, rispetto al professorucolo si può considerare un intellettuale di altissimo rango! :-)
DeleteOgni Stato è una dittatura. (A. Gramsci)
ReplyDeleteAssolumente vero. Nella fattispecie attualmente viviamo nella dittatura della maggioranza, dove il contratto sociale viene fatto rispettare nell'interesse della comunità.
Del resto, se anche io non avessi "timore" delle conseguenze che potrebbero cadermi addosso nel caso violassi le regole, sarei già andato a fare un giro a Sanremo per far sputare i denti a certi coglioni. :D