L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, December 9, 2012

Uno o due Messia? (seconda ed ultima parte) meglio un'accozzaglia di trioate sgrammaticate ed anche un po' acconguagliate no, Zret?


http://zret.blogspot.com/2012/12/uno-o-due-messia-seconda-ed-ultima-parte.html

Uno o due Messia? (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.

Il contrappunto è dato dalle parole parenetiche trascritte da Luca (6,27-38): “Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla ed il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati ed i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

L’esortazione del Messia di Aronne (Yeshua - Gesù bar Abba) collide con la concione infiammata del comprimario. Collide fino ad un certo punto: Giovanni di Gamala (?) non sarà stato tanto in disaccordo sul metodo, se non sul merito, ossia cementare gli Ebrei tutti, di là da inimicizie tra sette e tribù, in nome della causa comune: il rovesciamento dell’inviso potere romano e l’instaurazione del Regno di Israele, un regno molto terreno. Siamo autorizzati a pensare che il messaggio sia rivolto a tutta l’umanità e non ai Giudei?

Lo stesso arcinoto “discorso della montagna” sembra più un pamphlet “comunista” e rivoluzionario che un appello alla fraternità universale, quantunque il Messia levitico non sia scevro qua e là di voli sublimi e di profondi insegnamenti, per lo più radicati nell’humus egizio e nelle filosofie ellenistiche. E’ da questo humus che sbocciò il bel fiore noto come Vangelo di Giuda Tommaso, un opuscolo dove i temi canonici si accendono di scintille esoteriche. Non sono poche anche le gemme incastonate nel Vangelo di Cerinto (Giovanni), ma si respira un’altra aria rispetto ai sinottici.

“Non andate fra i pagani e non entrate nel paese dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della Casa d’Israele” (Mt 10,5-6) Ancora: “Non sono stato mandato, se non alle pecore perdute della Casa di Israele”. (Mt 15,24) Si troveranno pure dei versetti in cui sembra che si affermi il contrario: fatto sta che ai Messia interessava poco o punto il destino dei Gentili. Fu Paolo o chi per lui a cambiare le regole, mentre si stava ancora giocando la partita. Era, invece, controverso se riammettere i disprezzati Samaritani nell’ovile. L’episodio della Samaritana al pozzo lascerebbe pensare che per coloro la porta non fosse sbarrata.

In questa passeggiata tra i labirinti narrativi dei Vangeli ci imbattiamo in un altro personaggio molto intrigante: è Giuda Tommaso detto Didimo (ossia Giuda Gemello detto Gemello… sfrontata tautologia con cui si tentò di nascondere l’identità dell’apostolo). Chi fu costui? Presumibilmente uno dei fratelli del Signore (Il Messia di David): in quanto gemello omozigote gli assomigliava a tal punto da essere scambiato per il germano? Si spiegherebbero così episodi come la Resurrezione e la mancata agnizione del Redentore per opera di due discepoli sino alla cena in Emmaus.

Altri personaggi in cerca di identità sono Maria Maddalena e Lazzaro (Eleazar, "il discepolo che Gesù amava"): ormai molti studiosi sono proclivi ad identificarli rispettivamente con la consorte del Messia regale e con il cognato, strenuo difensore della roccaforte di Masada.

Non manca chi (ad esempio, lo studioso David Donnini) in questo giuoco delle parti, in questo turbinio di figure ora mascherate (Lazzaro) ora sdoppiate (Giuda Taddeo e Giuda Tommaso sono probabilmente lo stesso discepolo etc.) ora incollati (i due Messia a formare il Cristo paolino ed ufficiale) crede che Giovanni Battista, altra labilissima silhouette tra racconto e mito, possa essere identificato con il Messia sacerdotale. E’ supposizione su cui è difficile pronunciarsi, ma, a nostro parere, se fosse plausibile, accennerebbe ad una rivalità tra i due copratogonisti. Il cosiddetto precursore del Cristo fu, infatti, un suo concorrente, come si evince da alcuni passi dei Vangeli. E’ una rivalità che contrasta con l’apparente cooperazione tra i due mattatori.

Sia come sia, il corpus su cui si fonda una storia nota a tutti - e proprio per questo ignorata - nonché la fede di circa due miliardi di “cristiani” è uno dei più grossi pastiches della letteratura. Un’analisi narratologica si rivela dunque più proficua e non meno avventurosa degli innumerevoli studi storiografici e filologici, ammesso e non concesso che sia così importante tentare di accostarsi ad una verità storica, invece che ad una verità ultima.


Wednesday, August 22, 2012

Uomini e topoi e professorucoli analfabeti e frustrati


http://zret.blogspot.com/2012/08/uomini-e-topoi.html

Uomini e topoi

Forse le epoche passate erano più crudeli, più malvagie, più terribili di questa: nessuna mai è stata più stupida. (S. Vassalli)

Estirpare i luoghi comuni è impresa titanica. Ad ogni piè sospinto, ci si imbatte in un cliché interpretativo: quel che più inquieta è constatarli pure tra le nuove generazioni in cui non dovrebbero essere tanto diffusi e radicati.


Ad esempio, se mostriamo il simbolo del Dao (leggi Tao), chiedendo ad un uditorio di indicarne il significato, tutti risponderanno che è l’emblema del Bene e del Male. Nulla di più errato: il Taoismo e, in generale, la cultura cinese tendono ad ignorare la distinzione etica tra Bene e Male, privilegiando la concezione in cui gli opposti, in senso cosmico e metafisico, si conciliano nel Tutto. Lo Yang e lo Yin sono princìpi complementari scaturenti dall’Unità e che in essa confluiscono. La dualità dunque è intesa come movimento speculare, come perenne interazione di due energie da cui dipende la manifestazione delle cose.

Invero, molti preconcetti occidentali si sovrappongono alla visione tradizionale del mondo, di matrice taoista e confuciana: così ci attenderemmo di trovare in Cina l’idea di Dio. Se lo attendevano pure i Gesuiti [non potevano mancare LOL], con il corifeo Matteo Ricci: quando essi giunsero in Cina nel XVI secolo, cercarono di avvicinare i nativi al “Cristianesimo”, ma si accorsero che la loro lingua non contemplava neppure un termine vero e proprio per designare la Divinità: quando i missionari tradussero la Bibbia in cinese, ricorsero al vocabolo che più sembrava accostarsi al significato da suggerire, ossia al lessema Tien, Cielo. Peccato che Tien indichi per lo più il cielo fisico… Mai traduzione fu più approssimativa.

Per restare in ambito religioso, un altro luogo comune, generato da ignoranza e superficialità, investe i Vangeli canonici su cui si fonda in buona misura, la storia (spesso inesatta) del Cristianesimo primitivo e la dottrina desunta dai quattro libretti. Qui prescindiamo dalle incrostazioni posteriori. Quando qualcuno menziona una frase celebre del Messia o un episodio che lo riguarda, di solito chiediamo: quale dei due? Infatti, da una lettura attenta dei Vangeli e dallo studio di altre fonti, si evince che i Messia erano due: uno sacerdotale ed uno regale. Dov’è scritto? E’ proprio segnalato da “Matteo” e da “Luca”: il primo riporta la genealogia regale del Salvatore; il secondo la linea levitica.

Per quanto mi consta, è stato il benemerito David Donnini ad intuire che i Messia – fossero pure figure letterarie -erano due: altri studiosi, in modo del tutto indipendente, sono approdati alla medesima ipotesi. E’ difficile che sia una coincidenza [cioè: se più persone raccontano troiate, queste ultime sono 'verità'?]. E’ una di quelle possibili verità che ricordano le circostanze descritte nel racconto di Edgar Allan Poe, “La lettera rubata”: spesso non vediamo quanto è di fronte ai nostri occhi, proprio perché è in piena vista! [l'ennesima citazione ad minchiam] Se si congettura che i Messia erano due (sulla loro identità ed esistenza il discorso diventa un ginepraio in cui non oso addentrarmi), molte (non tutte) le incongruenze all’interno di ciascun vangelo e tra i canonici, si appianano. Finalmente una narrazione frammentaria, discorde, talora persino inverosimile acquisisce un po’ di linearità, ma quanti secoli abbiamo dovuto aspettare per abbozzare un quadro appena accettabile e quanto tempo dovremo ancora attendere per svellere i pregiudizi che ancora allignano in ogni dove?

Si potrebbe asserire che la maggior parte degli errori propagatisi nell’immaginario popolare trova la sua origine proprio nei Vangeli: così Erode perpetrò la strage degli innocenti; il re della Giudea non fu uno stinco di santo, ma non compì alcuna carneficina di neonati. Barabba è diventato sinonimo di malfattore, laddove Yehoshua Bar Abba, "Gesù, figlio del Padre, è probabilmente da identificare con il Messia di Aronne. Ancora, Cristo trasformò, in occasione delle nozze di Cana, l’acqua in vino: fu il contrario! Il Salvatore moltiplicò il pane ed i pesci. I pesci non c’entrano nulla. Il Redentore (Il Messia di David?) fu processato e condannato quando era prefetto Ponzio Pilato: non è così. [1]

Moltissime false credenze coinvolgono la scienza: tra gli studenti che poco o nulla sanno di chimica, di fisica, di scienze naturali, una delle poche “conoscenze” acquisite, dopo un decennio di scuola, è la giurassica frase di Lavoisier: “Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma”. “Niente si crea?” Ah sì, dov’è finito l’esperimento di Casimir? [e che cazzo c'entra? Leggi qui, straccione che non sei altro] Dov’è finita la fisica [MECCANICA, bestia!] quantistica che, invece, ha osservato che, sebbene in modo inesplicabile, le particelle virtuali emergono dal nulla, un nulla instabile? Sovente viene definito “vuoto”, invece di “nulla”, ma resta l’affioramento dell’energia da un quid incognito, simile al non essere.

Non saremo lontani dal vero, se considereremo la “cultura” attuale come un coacervo di stereotipi e di dogmi.

L’elenco dei luoghi comuni è lunghissimo: lil cosiddetto “effetto serra” è legato al biossido di carbonio, l’A.I.D.S. è provocato da un virus, il debito pubblico è dovuto alla spesa previdenziale, i vaccini sono efficaci e comunque innocui, le scie degli aerei sono formate da vapore acqueo… [ma vattene a farinculo te e chi non te lo dice] I tòpoi sconfinano qui nelle vere e proprie menzogne, bugie inculcate dal sistema ed atte a controllare e ad indottrinare l’opinione pubblica.

Sono falsità [la parola all'esperto] che uccidono più delle armi e che hanno ridotto l’umanità in un gregge di masochisti.

[1] Chi fosse desideroso di avventurarsi in una rilettura non convenzionale dei Vangeli, può compulsare i saggi di David Donnini che, a differenza di altri autori, non usa mai toni apodittici e caustici, presentando i suoi risultati come interpretazioni suscettibili di correzione e falsificazione. Un punto di svolta negli studi fu il suo “Nuove ipotesi su Gesù” che è anche una confutazione del debolissimo ed ingiustamente noto “Ipotesi su Gesù” di Vittorio Messori.