L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Thursday, June 16, 2011

Window within window

http://zret.blogspot.com/2011/06/window-within-window.html

Window within window

Pareti tinteggiate di un verde deprimente: l’aula è tetra con le sue file eguali di banchi, la lavagna d’ardesia e l’attaccapanni ancora gocciolante una grigia pioggia. La penombra autunnale è appena rischiarata da qualche spruzzo di risa, di quando in quando. Tra equazioni, paradigmi e date da mandare a memoria, un’altra mattina si logora, con il tempo bloccato e lo spazio impietrito in un cubo freddo.

Eppure si apre una finestra: un fuggevole sguardo, quasi furtivo e si spalanca il mondo, si effonde la vita, fluttuano ariosi i sogni. Oltre il vetro, ora che la nuvolaglia si dirada, si espande l’azzurro del cielo (anzi il cielo si intinge nel quadrato in cui sembra dilagare), mentre la fronda di un ippocastano ondeggia accarezzata dal vento. Oltre si intravede una striscia di mare, come un nastro argenteo: laggiù una vela si gonfia e l’orizzonte si liquefà nell’infinito. Fra le nubi, coni di luce ambra. I raggi obliqui sul prato sono spighe dorate. Si spandono profumi di lontananze, si rincorrono struggenti desideri. Il cinguettio dei pettirossi è una fresca rugiada.

Dunque è là la vita, la vita vera, oltre quel rettangolo. La felicità è un oceano screziato di colori e di melodie. Il tempo elargirà munifico i suoi magnifici doni… Come si poteva allora solamente immaginare che lo spazio di là dalla finestra era l’interno di un altro freddo cubo?


Thursday, September 2, 2010

Del nuovo idolo

http://zret.blogspot.com/2010/09/del-nuovo-idolo.html

Del nuovo idolo

In una caustica pagina del monumentale “Così parlò Zarathustra”, Nietzsche distrugge lo stato che egli bolla come “nuovo idolo”. Eppure il pensatore tedesco, che con parole implacabili e profetiche demolì il mito dello stato, fu ed è da taluni visto come l’anticipatore dei regimi totalitari. Invero, il filosofo tedesco fu strenuo avversario del potere costituito. Si condividano o no alcune sue idee o tutte, egli resta uno spirito magno, tra l’altro per il coraggio con cui mise a nudo la cattiva coscienza ammantata di perbenismo borghese nonché la miseria del Positivismo trionfante. Nietzsche, a differenza degli “intellettuali” di oggi, organici al sistema, anche e soprattutto quando sfoggiano pose critiche, dichiarò, apertis verbis, la sua esecrazione delle istituzioni che, di là da una facciata di rispettabilità, nascondono un volto sfigurato e turpe. Quanti oggi sono capaci di un’analisi tanto corrosiva ed intemerata? Quanti oggi riescono a coniugare profondità di pensiero ad uno stile affilato e raggiante come folgore?

“Da qualche parte esistono ancora popolazioni e greggi, ma non da noi, fratelli miei; noi abbiamo gli Stati. Stato? Che cosa è mai? Ebbene! Aprite le orecchie, perché sto per dirvi la mia parola sulla morte dei popoli. Stato si chiama il più freddo di tutti i freddi mostri. Freddo anche nel mentire; una menzogna che lingueggia dalla sua bocca: 'Io, lo Stato, sono il popolo. È una menzogna! Creatori erano coloro che crearono i popoli e trasmisero in loro una fede ed un amore: e così servirono la vita. Ma distruttori sono questi che tendono trappole e le chiamano Stato e vi appendono sopra una spada con cento avidità. Dove esiste ancora un vero popolo, questi non ammette Stato, che anzi odia come una iettatura ed un peccato contro il costume e il diritto. […] Lo Stato mente in tutte le lingue circa il bene ed il male: mente, qualunque cosa dica; e anche ciò che ha lo ha rubato. Tutto in lui è falso; con denti rubati morde, il mordace. Persino le sue interiora sono false. La corruzione delle espressioni sia del bene sia del male è il contrassegno dello Stato. Invero, questo contrassegno indica volontà di morte. E in realtà attrae i predicatori di morte! Molti, troppi sono stati messi al mondo: per i superflui è stato creato lo Stato! Guardate, dunque, come esso li alletta, i superflui! Come li inghiottisce e li mastica e li rimastica!

'Sulla terra nulla vi è più grande di me: io sono il dito ordinatore di Dio': così rugge la belva. Cadono in ginocchio non soltanto coloro che hanno lunghi orecchi e vista corta! Ohimé, anche a voi, grandi anime, mormora le sue tristi bugie! Ohimé, individua i cuori ricchi che si sanno prodigare! Sì, ha individuato anche voi, o vincitori dell'antico Dio! Voi vi siete stancati nel combattimento e ora la vostra stanchezza serve al nuovo idolo! 'Desidera circondarsi di eroi e uomini d'onore, il nuovo idolo! Ben volentieri si delizia della luce solare delle coscienze pulite, la fredda bestia!

Tutto vi vuole dare, se voi lo adorate, il nuovo idolo: così acquista la magnificenza delle vostre virtù e lo sguardo dei vostri occhi orgogliosi. E con voi egli vuole adescare le moltitudini in eccesso! È un'opera infernale che così è stata inventata, un cavallo di morte, tintinnante nelle guarnizioni di onorificenze divine! Una morìa per molti è stata così ideata che si pavoneggia come vita: ma in realtà è un servizio reso dal cuore a tutti i predicatori di morte! Ecco lo Stato, dove tutti bevono veleno, buoni e cattivi: lo Stato, dove tutti si perdono, buoni e cattivi: lo Stato, dove il lento suicidio di tutti si chiama 'vita'. Guardateli, questi superflui! Essi si rubano le opere degli inventori ed i tesori dei saggi: chiamano istruzione il loro furto e tutto diviene per causa loro malattia e sconcezza! Guardateli, questi superflui! Sono sempre malati, vomitano la loro collera e la chiamano 'giornale'. Si divorano l'un l'altro e non riescono neppure a digerirsi. Guardateli, questi superflui! Si procurano ricchezze e con queste divengono più poveri. Vogliono autorità e prima ancora la leva del potere, molto denaro; gli impotenti! Guardate come si arrampicano, le agili scimmie! Si avviticchiano l'una sull'altra e così si trascinano nella melma e nell'abisso. Tutti vogliono giungere al trono: questa è la loro follia; come se la felicità fosse sul trono! Spesso sul trono c'è invece la melma; spesso anche il trono è nella melma.

[...] Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite l'idolatria dei superflui! Fuggite sulla strada al cattivo odore! Fuggite dal vapori di questi sacrifici umani! Ancora oggi la terra è libera per le grandi anime. Liberi sono anche molti luoghi per i solitari e le anime gemelle, intorno a cui soffia l'odore di tranquilli mari. C'è ancora una vita libera per le grandi anime. Chi poco possiede, tanto meno è posseduto: sia lodata dunque la piccola povertà! Dove lo Stato finisce, comincia l'uomo che non è superfluo: comincia il canto della necessità, la melodia singolare e irrepetibile. Là dove lo Stato finisce, guardate dunque là, fratelli miei! Non vedete l'arcobaleno ed il ponte dell'oltreuomo?"




Saturday, August 14, 2010

Night knight

http://zret.blogspot.com/2010/08/night-knight.html

Night knight

Il mattino cavalco nel cielo
La sera vedo i gelsi trasformarsi in mare
La speranza abita fra le nubi
Lassù troverai palazzo d’oro e d’argento

(Lao T’sai Ho, poeta taoista)

Il cavaliere sa che la solitudine è il suo orizzonte. In lontananza, gli abeti tendono le picche nell’aria di ghiaccio. In alto gli astri bruciano il velluto del buio. La nebbia, fra il colonnato della foresta, è il respiro di dei ignoti. Il destriero, le froge umide, annusa il sentore delle foglie marcescenti. Il sentiero tra gli olmi porta al confine della notte dove i contrari si congiungono nell’abbraccio del silenzio.

Adesso che la luce dell’aurora, falce d’acciaio, sta per dissipare il sogno, il cavaliere s’interna nel bosco più fitto, ma il raggio del sole, lancia del destino, traversa la distesa ed incenerisce l’ultima ora. Il tempo, grigia ombra sulla vita, si sfila in fragili volute di fumo.