http://zret.blogspot.ch/2014/05/cancellare.html
Cancellare
Cancellare: dovrebbe divenire un imperativo categorico.
Hanno ragione certi architetti ed urbanisti che, considerando quanto sia sfigurato l’orizzonte delle nostre città, consigliano di annullarlo. Finestre e porte-finestre prospettano su orridi casermoni, intrichi di antenne, tetre strade. Così, se ne abbiamo la possibilità, sarà opportuno ingentilire davanzali e terrazzi con vasi in cui coltivare fiori ed erbe aromatiche, con graticci dove lasciar crescere i rampicanti, ove installare frangivento, bersò e bordure. E’ meglio addirittura un parterre di piante artificiali che una skyline deturpata dalla speculazione edilizia e dai grovigli chimici.
E’ oggi pressoché impossibile favorire una simbiosi tra esterno ed interno, lasciar penetrare la luce solare, fondere il cielo con le pareti di una stanza. Così siamo costretti ad inventare gli spazi, a ricrearli secondo nuove prospettive e modalità.
E’ necessario distruggere per costruire, cancellare per disegnare. Persino un trompe l’oeil o dei faretti possono aiutarci ad evocare un piccolo eden dove il naturale e l’artificiale si integrano. Linee e tinte si insinuano, si intrecciano. Le differenze si ammorbidiscono, gli angoli si smussano.
E’ un ripiego, ma può essere anche una scelta estetica come l’esigenza di riprendere, attraverso l'intarsio dei colori ed il pentagramma delle forme, l’abitudine a contemplare il mondo esterno. E’ una consuetudine che è il preludio dell’introspezione.
Hanno ragione certi architetti ed urbanisti che, considerando quanto sia sfigurato l’orizzonte delle nostre città, consigliano di annullarlo. Finestre e porte-finestre prospettano su orridi casermoni, intrichi di antenne, tetre strade. Così, se ne abbiamo la possibilità, sarà opportuno ingentilire davanzali e terrazzi con vasi in cui coltivare fiori ed erbe aromatiche, con graticci dove lasciar crescere i rampicanti, ove installare frangivento, bersò e bordure. E’ meglio addirittura un parterre di piante artificiali che una skyline deturpata dalla speculazione edilizia e dai grovigli chimici.
E’ oggi pressoché impossibile favorire una simbiosi tra esterno ed interno, lasciar penetrare la luce solare, fondere il cielo con le pareti di una stanza. Così siamo costretti ad inventare gli spazi, a ricrearli secondo nuove prospettive e modalità.
E’ necessario distruggere per costruire, cancellare per disegnare. Persino un trompe l’oeil o dei faretti possono aiutarci ad evocare un piccolo eden dove il naturale e l’artificiale si integrano. Linee e tinte si insinuano, si intrecciano. Le differenze si ammorbidiscono, gli angoli si smussano.
E’ un ripiego, ma può essere anche una scelta estetica come l’esigenza di riprendere, attraverso l'intarsio dei colori ed il pentagramma delle forme, l’abitudine a contemplare il mondo esterno. E’ una consuetudine che è il preludio dell’introspezione.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
No ma qualcuno di voi è riuscito a tirar fuori un senso da questa accozzaglia di parole?
ReplyDeleteL'unico senso che riesco a tirarci fuori e' che zrettino ha esagerato con l'alcol. O con le droghe. O con tutti e due...
DeleteUn fallito che si crede un grande.
...saranno appunti che o' professò scribacchia furiosamente nelle sedute dei Consigli di classe di fine anno per farsi vedere indaffarato da chi non può leggergli da dietro le spalle...
ReplyDeleteCredersi architetti e' un vizio di famiglia....
ReplyDeleteE’ una consuetudine che è il preludio dell’introspezione.
ReplyDeleteEcco... dedicati al giardinaggio e alla cura delle piante in vaso... Provaci sul balconcino di Sanremo.
Solo che, temo, il risultato sarà un'insieme di piante morte e non certo per causa delle scie comiche!!!
E dubito che ci sarebbero dei grossi miglioramenti dal punto di vista dell'introspezione... ;-)
Forse intendeva questo:
ReplyDeletehttp://www.comune.cancellara.pz.it/
Oppure questo!!! :)
http://www.fabiancancellara.ch/