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Lo zolfo come un agente protettivo nei confronti del danno da radiazione
Qui di seguito la terza ed ultima parte delle appendici all'articolo Deficit di Zolfo (Sulfur Deficiency) pubblicato da Stephanie Seneff (PhD) sul sito della fondazione Weston A Price.
Leggi anche la traduzione dell'articolo a partire dalla prima parte: Deficit di zolfo: un possibile co-fattore di obesità, malattie cardiache, morbo di Alzheimer e sindrome da fatica cronica.
Leggi anche gli articoli sullo zolfo organico e lo zolfo puro.
Le molecole organiche contenenti zolfo come il glutatione e gli
aminoacidi cisteina e metionina giocano un ruolo importante nelle
reazioni di ossido-riduzione, mitigando gli effetti dannosi dei composti
reattivi all’ossigeno; nel fare questo agiscono come potenti
antiossidanti [1]. Fortemente correlato a questo ruolo di protezione dal
danno ossidativo associato al metabolismo aerobico, è il potenziale
ruolo dello zolfo nella protezione dal danno da radiazione causato sia
dall’esposizione al sole, che dalle applicazioni di radioterapia per il
cancro, che dall’esposizione alle radiazioni nucleari in seguito alla
fusione di un reattore nucleare.
Una prima presa di coscienza che lo zolfo protegge dalle radiazioni
ionizzanti risale almeno al 1949 [10]. Un illuminante articolo del 1985
ha mostrato, attraverso esperimenti condotti a bassissima temperatura,
che la reazione dello zolfo alla radiazione è un effetto secondario.
L’effetto primario ad essa associato è la ionizzazione dell’ossigeno,
che produce il gruppo altamente reattivo O2¯; lo zolfo allora risponde
legandosi al gruppo O2¯ e quindi impedendo alle altre molecole di
reagire pericolosamente con esso.
Attraverso un estensivo controllo della letteratura sulle ricerche
riguardanti la risposta della pelle umana alla radiazione solare, mi
sono imbattuta in una teoria seconda la quale lo zolfo potrebbe essere
profondamente coinvolto non solo nel prevenire il danno da parte dei
raggi solari, ma piuttosto nell’imbrigliare l’energia del sole
indirizzandola verso un uso positivo. Io suppongo che lo zolfo,
facilmente disponibile a partire dalle molecole attive di cisteina in un
enzima denominato (impropriamente) sintasi endoteliale del monossido di
azoto (eNOS), reagisca con due ioni O2¯ prodotti dall’esposizione ai
raggi del sole per generare lo ione solfato, altamente stabile ed
utilile. Questa reazione avrebbe luogo in una cavità formata da due
molecole adiacenti di eNOS (ovvero un dimero di eNOS). Uno ione positivo
di zinco al centro della cavità [8] induce i due ioni O2¯ a combinarsi
con un vicino atomo di zolfo attaccato ad un residuo di cisteina per
formare l’anione solfato SO4 −2. Il solfato quindi, in una reazione
successiva, si combina con il colesterolo per formare il coelsterolo
sulfatato, un composto importante dello strato esterno della pelle (ed
anche dei capelli, del pelo e delle unghie).
Un articolo che è stato pubblicato nel 2002 sugli effetti del
trattamento da irradiazione sulle cellule endoteliali aortiche [4] ha
rivelato che l’irradiazione induce l’espressione di un altra sintasi
dell’ossido nitrico detta iNOS. Io penso che lo scopo dell’ iNOS in
questo caso sia identico allo scopo dell’eNOS nella pelle: convertire
in solfato il radicale O2¯ prodotto dalla radiazione. Gli autori hanno
mostrato che se le cellule vengono rifornite del substrato necessario a
produrre monossido di azoto, la L-arginina, allora si innesca una
reazione programmata di morte della cellula denominata apoptosi. Quello
che succede è che la L-arginina si lega agli iNOS (ed anche agli eNOS)
ed porta tali enzimi a produrre monossido di azoto piuttostro che
biossido di zolfo. Sfortunatamente, nella situazione ottimale, l’ossido
nitrico può trasformarsi nella specie molto reattiva ONOO − (detta
volgarmente “oh, no!”)[9] e questo può inibire la vitalità della
cellula.
Un fatto altamente significativo che dimostra l’esistenza di un ruolo
primario degli NOS nel produrre solfato è il fatto che i globuli rossi
del sangue hanno un’abbondanza di eNOS, ma stanno bene attenti di tenere
lontano il suo substrato L-arginina [6]. Questa azione cosa ha confuso i
ricercatori, eppure diventa comprensibile se ci si rende conto che i
globuli rossi sono forti produttori di colesterolo sulfatato [11], così
come sono importanti apportatori di ossigeno. Ciò ne fa degli ottimi
candidati per l’utilizzo degli eNOS per convertire l’ossigeno in solfato
(avvantaggiandosi della luce del sole come catalizzatrice), e quindi
distribuirlo ai tessuti attraverso la molecola portatrice colesterolo
sulfatato. Questa azione proteggerebbe i globuli rossi dal danno
ossidativo e ridurrebbe il rischio di danno dovuto all’esposizione
all’ossigeno in altre cellule, dal momento che la quantità di ossigeno
contenuta nel solfato permette un efficiente trasporto di ossigeno a
queste cellule. Ho ben pochi dubbi sul fatto che questo sia un
efficiente ma sottovalutato metodo di trasporto dell’ossigeno
all’interno del corpo umano.
Lo zolfo nella cisteina gioca un ruolo cruciale nel proteggere le
proteine dal danno da radiazione. In esperimenti condotti nei tardi ani
’50 [3], è stato mostrato che le proteine avevano bisogno di contenere
solo lo 0,5 per cento in peso di cisteina per essere immuni da ogni
danno agli altri aminoacidi della proteina. Le proteine non contenenti
cisteina hanno prodotto spettri di irradiazione complessi che indicavano
come fossero avvenute diverse reazioni.
Un articolo pubblicato sulla rivista Nature nel 1962 [2] ha mostrato che
lo zolfo ha una notevole capacità di proteggere le macromolecole in
sospensione colloidale contro il cross-linking causato dall’esposizione
alla radiazione [legame tra catene polimeriche che può causare danni al DNA - N.d.T.].
L’effetto era molto maggiore di quello che gli autori si sarebbero
aspettati, dal punto di vista della loro comprensione dei possibili
meccanismi implicati, quindi c’è ancora qualcodsa di misterioso nel
ruolo protettivo dello zolfo. Dal momento che le molecole nel siero
sanguigno sono in un certo senso una sospensione colloidale, questa ha
rilevanza nella protezione dalle radiazioni ionizzanti delle proteine
come la sero albumina, che contiene una significativa quantità di
cisteina.
La migliore fonte di zolfo sono le proteine animali quali carne, pesce
ed uova. Lo zolfo sta scomparendo dal suolo coltivabile, e così i
vegetali contengono persino meno zolfo di quanto succedeva una volta. È
quindi molto verosimile che i vegetariani soffrano di deficit da zolfo,
che può influire sulla loro suscettibilità al danno da radiazione
solare.
Bibliografia delle appendici all'articolo "Deficit di Zolfo"
1. G . Atmaca, “Antioxidant Effects of Sulfur-Containing Amino Acids,” Yonsei Medical Journal, Vol. 45, #5, 776-788, 2004.
2. A . Charlesby, et al., “Radiation Protection with Sulfur and Some Sulfur-containing Compounds” , Nature, Vol. 194, 782, May 26, 1962.
3. W.Gordy and I. Miyagawa, “Electron spin resonance studies of mechanisms for chemical protection from ionizing radiation”, Radiation Research, Vol. 12, 211-229, 1960.
4. M. Hirakawa, M. Oike, K. Masuda, and Y. Ito, “Tumor Cell Apoptosis by Irradiation induced Nitric Oxide Production in Vascular Endothelium”, Cancer Research, Vol. 62, 1450 1457, 2002.
5. H-S Kim and C. Alexander, Jr, “ESR Study of the Requirements for Sulfur Radical Formation in irradiated 6-MeMPR”, J. Korean Physical Society, Vol 16, No 2, 186-189, 1983.
6. P . Kleinbongard, et al., “Red blood cells express afunctional endothelial nitric oxide synthase”, Blood, Vol. 107, No. 7, 2943-2951.
7. L .A. Kormarnisky, et al., “Sulfur: Its Clinical and Toxicologic Aspects,” Nutrition, Vol. 19, 54-61, 2003.
8. H. Li, et al., “Crystal structures of zinc-free and -bound heme domain of human inducible nitric-oxide synthase”, J. Biol. Chem. Vol. 274, 21276-21284, July, 1999.
9. M.L. Pall, “Nitric oxide synthase partial uncoupling as a key switching mechanism for the NO / ONOO − cycle”, Medical Hypotheses Vol. 69, No. 4, 821-5, 2007.
10. H.M. Patt, et al., “Cysteine protection against x-radiation”, Science Vol. 110, 213, 1949.
11. C .A. Strott, “Cholesterol Sulfate in Human Physiology: What’s It All About?”, (2003) 44 J Lipid Res 1268-1278.
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Leggi anche :
Deficit di zolfo parte 1:
Deficit di zolfo parte 2:
Deficit di zolfo parte 3
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/deficit-di-zolfo-atrofia-muscolare.html
Deficit di zolfo appendice 1
http://scienzamarcia.blogspot.com/2012/12/la-pelle-e-una-batteria-solare-per-il.html
Il deficit di zolfo, il morbo di Alzheimer ed il morbo di Parkinson
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Piccolo addendum su rame, alluminio, zolfo, morbo di Parkinson e di Alzheimer
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Disintossicarsi dai metalli pesanti (con informazioni sullo zolfo organico MSM)
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Zolfo, disintossicazione e dermatologia
ancora ...? cos'è non ha raggiunto il traguardo nelle vendite dell' integratore di zolfo ?
ReplyDeleteSi è dimenticato di dire che spargendo un po' di zolfo alla base dei muri si impedisce alle formiche di entrarvi in casa...
ReplyDeleteContinuano le sniffate di zolfo dello scienziato marcio ...
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