L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

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Thursday, September 26, 2013

La legge dell'attrazione (quinta parte)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/09/la-legge-dellattrazione-quinta-parte.html

La legge dell'attrazione (quinta parte)



Leggi qui la quarta parte.

La teologia, la filosofia e la scienza hanno cercato e cercano di dirimere la controversia in merito al libero arbitrio. Alcune correnti teologiche lo ammettono, cercando (invano) di conciliarlo con la prescienza ed onnipotenza di Dio; altre con maggiore coerenza lo negano. Nell’ambito delle dottrine filosofiche le posizioni sono molto eterogenee e con innumerevoli sfumature. La scienza smentisce in toto la libera volizione umana: il determinismo perché essa collide con le ferree leggi della natura; l’indeterminismo in quanto il carattere casuale e probabilistico del microcosmo esclude l’intenzionalità.

Se dunque ci rivolgiamo alla teologia o alla scienza, dobbiamo rinunciare all’idea di libertà. Restano le variegate, ma a volte deboli, opzioni filosofiche. Sono proprio i filosofi i più strenui assertori della volizione libera. Si pensi, fra i contemporanei a Fernando Savater che, nel libro “Le domande della vita” dedica un capitolo alla “Libertà in azione”. Le sue riflessioni sono emblematiche. Leggiamo: "Gli specialisti delle relazioni tra sistema nervoso e sistema muscolare possono spiegare come accade che io muova un braccio, quando lo decido". In questo asserto notiamo un grossolano errore: gli specialisti possono descrivere secondo quali processi un segnale bioelettrico del cervello si trasmette ai muscoli del braccio, ma non spiegare davvero come ciò avvenga. Le scienze sperimentali possono illustrare i modi in cui funzionano i corpi organici e gli oggetti inorganici, non motivare, chiarire, risalire alla vera origine.

Altrove Savater scrive: “L’azione è libera, perché la sua causa è un soggetto capace di volere, di scegliere e di mettere in pratica progetti, vale a dire di realizzare intenzioni. La causa di un’azione sono io in quanto soggetto”. Ora, il pensatore spagnolo, come è ovvio, non riesce a dimostrare, se non con le tautologie, che l’essere umano è libero, ma è incline a pensare che lo sia, poiché “l’uomo sembra essere l’unico animale in grado di essere scontento di sé stesso. Il pentimento è una delle possibilità sempre aperte all’autocoscienza del libero agente”. In altre parole, la libertà è solidale con l’etica: l’una non sussiste senza l’altra, come sostiene Kant. Il filosofo tedesco, in modo onesto, ritiene che il libero volere possa essere solo postulato, essendo in sé indimostrabile.

Dall’esempio riportato si arguisce che il problema della libertà in sé interessa poco o punto, mentre sta a cuore costruire la morale su cui puntellare la responsabilità.

Molti altri aspetti meriterebbero di essere sviscerati in merito allo spinoso tema. Tuttavia per ora li accantoniamo, perché vorremmo tornare al contenuto centrale, la “legge” dell’attrazione. Il potere di attrarre significa che il pensiero agisce sulla materia e sugli eventi. Qui dobbiamo subito sgombrare il campo da un equivoco: non bisogna riferirsi alle onde cerebrali. Esse esistono ed influiscono sull’esterno, ma sono molto deboli.

Il pensiero (res cogitans), a differenza delle onde emesse dall’encefalo, non è materiale. E’ possibile che la mente (A) abbia un influsso sulla res extensa (B), ma ciò avviene quando si crea un ponte tra A e B che sono enti ontologicamente diversi. Questo ponte non può essere gettato dal soggetto agente (A), ma dalla Supermente (Dio, Coscienza), cioè se e solo se A riesce ad entrare in contatto con la Sorgente, può incidere su B, vista la discontinuità, la frattura tra pensiero e materia. Soltanto la potenza di X permette di superare lo iato. Questo potrebbe spiegare perché i fenomeni cosiddetti paranormali sono infrequenti, sempre che alcuni (ad esempio, il Poltergeist) non siano dovuti ad energie che non ci sono ancora note e non al pensiero.

Addentriamoci maggiormente. La legge dell’attrazione implica che calamitiamo gli eventi positivi, se siamo positivi; quelli negativi, se siamo negativi. Prescindiamo pure da tutti quei casi che dimostrano il contrario: sventure che si abbattono all’improvviso su persone ottimiste, giovali e viceversa. Valutiamo il fatto che il pensiero, a mo’ di magnete, dovrebbe attirare i fatti che sono contesti in movimento. Come può il pensiero (A) attrarre a sé delle situazioni che includono eventi ed oggetti (B), stante la discrepanza ontologica sopra indicata?

E’ vero che a volte si ottiene ciò che con ardore si desidera: ci si convince così di poter determinare il corso degli eventi. Di tale correlazione si hanno indizi solo soggettivi, accidentali, non probanti. Quasi sempre i guru di codesta legge insegnano ad attrarre denaro, successo e salute: i primi due sono obiettivi materialistici ed egoistici. La legge dell’attrazione, che è presentata come una risorsa spirituale, si inquadra così in una cornice molto meschina.

Ad ogni modo, la vera felicità non coincide del tutto con i beni concreti. La legge dell’attrazione sembra fallire miseramente proprio nel mondo degli affetti e delle gratificazioni interiori che sovente dipendono da una svolta nella vita. E’ un cambiamento di direzione che non si manifesta mai, nonostante tutta l’intenzione che possiamo concentrare su di essa.

Il pensiero è simile ad una mosca che vede di là dal vetro l’aria e la libertà, ma che non può in nessun modo uscire, continuando a sbattere sulla superficie trasparente. L’abbiamo definita frattura, discontinuità, ma la si può pure chiamare intercapedine, parete. Lo Spirito (A) pare prigioniero nella sua torre d’avorio, incapace di uscirne e di inoltrarsi nel mondo (B). La coesistenza della Coscienza e del mondo sensibile (dualismo) ci condannano all’accettazione del fato? L’unica libertà, come sostenevano gli Stoici e Spinoza, è accogliere con virile coraggio il proprio destino?


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Monday, September 2, 2013

La legge dell’attrazione (terza parte)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/08/la-legge-dellattrazione-terza-parte.html

La legge dell’attrazione (terza parte)

Leggi qui la prima parte.

Se il tempo è uno stratagemma affinché gli eventi non accadano tutti insieme, nello stesso istante; se, in altre parole, tutto è già accaduto, è palese che è impossibile incidere sui fatti.

Siamo attori che recitano una parte? Il copione è stato già scritto e la “libertà” è forse nel timbro di voce con cui possiamo pronunciare le battute? E’ difficile confutare che il tempo è un inganno, per quanto tenace. E’ sufficiente assopirsi per sovvertirne le coordinate e la sequenza passato-presente-futuro (nei sogni) o addirittura per annullarlo (nel sonno profondo).

Se dunque il tempo non esiste come ente assoluto, non esiste neppure la possibilità di dominarlo. Gli accadimenti sono fotogrammi di una pellicola girata da un regista ignoto. Come in una pellicola la rapida successione dei fotogrammi dà l’illusione del movimento, così l’avvicendamento delle vicende nella nostra esistenza crea l’apparenza del moto e del libero arbitrio.

Alcuni autori illustrano l’intenzione nel modo seguente: ”L’intenzione si associa al concetto proposto da Wayne Dyerquale, secondo cui essa sarebbe una forza universale che permette l’atto stesso della creazione, in tutti gli ambiti, ed alla quale abbiamo libero accesso grazie alla nostra caratteristica di essere parte olografica dell’universo stesso, dal quale anche l’intenzione trae origine. L’intenzione cosi intesa non è solo un atteggiamento personale che ci spinge ad agire individualmente, ma è piuttosto un’energia universale alla quale ricorriamo (anche in modo inconsapevole) per dare forma reale alla nostra fisicità”.

Per Deepak Chopra, “l’intenzione è il punto di partenza di ogni sogno. È il potere creativo che soddisfa tutte le nostre esigenze”.

L’aforisma di Chopra è bello, ma è una mera petizione di principio. Dyerquale evoca l’energia universale, l’universo olografico, la fisicità, senza nemmeno provare a spiegare che cosa intenda con queste parole. E’ un discorso del tutto privo di riferimenti chiari. Semmai può servire come consolazione. Il mondo ci appare molto diverso da questo luna park olografico. “Il mondo, brulicante di essere corruttibili, è un disastro inesplicabile”. (L. Bossi)

Che il pensiero individuale possa creare dal nulla la materia, quando più gli aggrada, è da escludere. Che possa in qualche modo influire sugli avvenimenti e sulle “cose” è controverso. Ammettiamo pure che il singolo possa controllare il tempo, quindi gli eventi, in contrasto con quanto sopra affermato. Resta comunque un ostacolo che pare insormontabile: la frattura tra pensiero e “realtà”.

Nota Boutroux che tra fisica e chimica, tra chimica e biologia, tra biologia e psicologia si aprono delle fratture. Le leggi fisiche mostrano discontinuità con quelle chimiche, le chimiche con quelle biologiche etc. E’ arduo comprendere come si possa saltare il fosso.

Il fisico Schrodinger si chiese come gruppi di atomi piccolissimi, troppo piccoli per aderire a leggi statistiche esatte possano rivestire un ruolo dominante negli avvenimenti ordinati di un organismo vivente. Vale a dire, in che maniera il mondo atomico e subatomico, con la sua anarchia e la sua incoscienza, può generare la vita organizzata (la sfera organica) e la coscienza? Manca – è evidente – qualcosa. Che cosa nessuno sa.

Se circoscriviamo il problema alla supposta azione del pensiero sulla corporeità, notiamo anche qui una distanza incolmabile: se res cogitans e res extensa sono ontologicamente diverse, allora la risoluzione migliore per comprendere come si possano collegare, è quella proposta dagli occasionalisti, per cui è Dio ogni volta ad agire. Tale ipotesi esclude il libero arbitrio umano. Se, invece, esiste solo il pensiero (Idealismo), esso opera su una “realtà” fittizia. Tuttavia questo pensiero trascendentale (Io trascendentale per Fichte) non coincide del tutto con ciascun individuo, anche se ciascun individuo partecipa di esso.

Ecco l’errore gigantesco dei new agers: credere che l’intenzione individuale combaci in toto con l’Intenzione universale. L’uomo è Dio. E’ un po’ come pensare che con una sola nota musicale sia possibile comporre un numero considerevole di melodie.

E’ possibile che una Coscienza cosmica produca un universo (un universo-sogno?) che noi percepiamo come tangibile e concreto, anche se potrebbe essere una mera illusione sensoriale. Se è così, però, questa Coscienza onnipotente ed onnisciente può lasciar mai spazio alla libertà dei singoli che, tra l’altro, sono soltanto ombre proiettate dalla Coscienza-luce? Se cedesse anche una minima frazione della sua potenza, non sarebbe più perfetta e quindi non sarebbe più Dio.

Se, invece, esiste solo la materia, allora il libero arbitrio non ha ragion d’essere, poiché alle quattro interazioni fondamentali ed alle loro propaggini chimico-biologiche soggiacciono leggi (modi di funzionamento dei processi energetici) che sono le radici delle esperienze intellettuali e spirituali. I positivisti ottocenteschi riassumevano l’idea in tal guisa: “Il cervello secerne il pensiero”.

Per ora ricapitoliamo. Vedremo in seguito altre implicazioni dell'abnorme problema.

Esiste solo lo Spirito (alias Coscienza, Dio, Mente cosmica, Energia immateriale etc.): il libero arbitrio ed il potere dell’intenzione creativa sono prerogative di Dio. La libera volizione del singolo è un’adesione perfetta alla volontà assoluta, inscalfibile di Dio: “E’ n sua voluntade è nostra pace”, (Par. III). Dio può avere una sola testa ed una sola volontà, altrimenti diventa schizofrenico.

Esistono sia lo Spirito sia la materia: il libero arbitrio si esplica nel momento in cui la coscienza individuale riesce ad agire sui fatti e sulle cose, ma questa azione è solo possibile mediante l’intervento della Coscienza universale (o comunque di un agente esterno) in cui tra l’altro sono stati decisi (sognati?) ab aeterno, fuori dal tempo, gli eventi che sembrano dipanarsi nel tempo. Ergo il libero arbitrio non esiste.

Esiste solo la materia: la libertà umana non esiste, giacché tutto dipende da ineluttabili leggi fisiche.


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