L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Saturday, July 10, 2010

Crollo

http://zret.blogspot.com/2010/07/crollo.html

Crollo

Rido se vedo un bimbo che la mano
schiuda nel vuoto,
credendo di posarvi un qualche oggetto;
non rido piú se noto
che a me pur similmente accade
che nel vano del tempo crolli ogni desio nascente,
ogni nascente affetto.


Nella lirica "Crollo" di Luigi Pirandello è contenuta in nuce la celebra poetica nota come "Umorismo", ossia sentimento del contrario, risultato della coscienza che, nella vita, comico e tragico coesistono. L'autore, le cui poesie, spesso misconosciute nel loro valore stilistico ed introspettivo, svelano una dolente sensibilità, instaura un parallelo-antitesi tra l'infanzia e l'età adulta: il bimbo, credendo di poter appoggiare nel vuoto un oggetto, apre fiducioso la mano su di esso, ma l'oggetto fatalmente cade. Consapevole dell'assurdità del gesto, lo scrittore sorride, ma presto l'ilarità si spegne, poiché egli si accorge che, nell'immagine del fanciullo, si rispecchia la sua condizione esistenziale imperniata sull'illusione di costruire qualcosa di stabile.

Così "ogni desio nascente, ogni nascente affetto" crollano: il chiasmo stringe sogni e speranze in un abbraccio mortale. Il nulla è la sostanza della vita, l'inconsistente base su cui erigiamo caduchi edifici di chimere. Gli anni precipitano nell'abisso del non-senso e la tenerezza, con cui l'autore contempla la puerizia, si impregna di amaro.

La chiave interpretativa del testo è il titolo, "Crollo", immagine dell'improvviso sgretolarsi di un mondo e sia un evento esteriore o una muta, ma non meno dolorosa, rovina interiore. La somiglianza fonica tra “crollo” e “nulla”, parola evocata nel "vuoto", inutile superficie del niente, radica il fragile tempo umano nel substrato della perdita.

Pirandello, nei suoi versi accorati e schivi, descrive la caduta repentina e traumatica nell'abisso, ma spesso il tempo erode un po' alla volta aneliti ed affetti: il disfacimento avviene per gradi, in modo quasi inavvertito.

Così continuiamo a (sopra)vvivere, quasi ignari del dolore che abita nella gioia fugace, della morte che alberga nella nascita.

Di questo al destino siamo infinitamente grati.