http://zret.blogspot.com/2010/07/crollo.html
Crollo
Rido se vedo un bimbo che la mano
schiuda nel vuoto,
credendo di posarvi un qualche oggetto;
non rido piú se noto
che a me pur similmente accade
che nel vano del tempo crolli ogni desio nascente,
ogni nascente affetto.
Nella lirica "Crollo" di Luigi Pirandello è contenuta in nuce la celebra poetica nota come "Umorismo", ossia sentimento del contrario, risultato della coscienza che, nella vita, comico e tragico coesistono. L'autore, le cui poesie, spesso misconosciute nel loro valore stilistico ed introspettivo, svelano una dolente sensibilità, instaura un parallelo-antitesi tra l'infanzia e l'età adulta: il bimbo, credendo di poter appoggiare nel vuoto un oggetto, apre fiducioso la mano su di esso, ma l'oggetto fatalmente cade. Consapevole dell'assurdità del gesto, lo scrittore sorride, ma presto l'ilarità si spegne, poiché egli si accorge che, nell'immagine del fanciullo, si rispecchia la sua condizione esistenziale imperniata sull'illusione di costruire qualcosa di stabile.
Così "ogni desio nascente, ogni nascente affetto" crollano: il chiasmo stringe sogni e speranze in un abbraccio mortale. Il nulla è la sostanza della vita, l'inconsistente base su cui erigiamo caduchi edifici di chimere. Gli anni precipitano nell'abisso del non-senso e la tenerezza, con cui l'autore contempla la puerizia, si impregna di amaro.
La chiave interpretativa del testo è il titolo, "Crollo", immagine dell'improvviso sgretolarsi di un mondo e sia un evento esteriore o una muta, ma non meno dolorosa, rovina interiore. La somiglianza fonica tra “crollo” e “nulla”, parola evocata nel "vuoto", inutile superficie del niente, radica il fragile tempo umano nel substrato della perdita.
Pirandello, nei suoi versi accorati e schivi, descrive la caduta repentina e traumatica nell'abisso, ma spesso il tempo erode un po' alla volta aneliti ed affetti: il disfacimento avviene per gradi, in modo quasi inavvertito.
Così continuiamo a (sopra)vvivere, quasi ignari del dolore che abita nella gioia fugace, della morte che alberga nella nascita.
Di questo al destino siamo infinitamente grati.
schiuda nel vuoto,
credendo di posarvi un qualche oggetto;
non rido piú se noto
che a me pur similmente accade
che nel vano del tempo crolli ogni desio nascente,
ogni nascente affetto.
Nella lirica "Crollo" di Luigi Pirandello è contenuta in nuce la celebra poetica nota come "Umorismo", ossia sentimento del contrario, risultato della coscienza che, nella vita, comico e tragico coesistono. L'autore, le cui poesie, spesso misconosciute nel loro valore stilistico ed introspettivo, svelano una dolente sensibilità, instaura un parallelo-antitesi tra l'infanzia e l'età adulta: il bimbo, credendo di poter appoggiare nel vuoto un oggetto, apre fiducioso la mano su di esso, ma l'oggetto fatalmente cade. Consapevole dell'assurdità del gesto, lo scrittore sorride, ma presto l'ilarità si spegne, poiché egli si accorge che, nell'immagine del fanciullo, si rispecchia la sua condizione esistenziale imperniata sull'illusione di costruire qualcosa di stabile.
Così "ogni desio nascente, ogni nascente affetto" crollano: il chiasmo stringe sogni e speranze in un abbraccio mortale. Il nulla è la sostanza della vita, l'inconsistente base su cui erigiamo caduchi edifici di chimere. Gli anni precipitano nell'abisso del non-senso e la tenerezza, con cui l'autore contempla la puerizia, si impregna di amaro.
La chiave interpretativa del testo è il titolo, "Crollo", immagine dell'improvviso sgretolarsi di un mondo e sia un evento esteriore o una muta, ma non meno dolorosa, rovina interiore. La somiglianza fonica tra “crollo” e “nulla”, parola evocata nel "vuoto", inutile superficie del niente, radica il fragile tempo umano nel substrato della perdita.
Pirandello, nei suoi versi accorati e schivi, descrive la caduta repentina e traumatica nell'abisso, ma spesso il tempo erode un po' alla volta aneliti ed affetti: il disfacimento avviene per gradi, in modo quasi inavvertito.
Così continuiamo a (sopra)vvivere, quasi ignari del dolore che abita nella gioia fugace, della morte che alberga nella nascita.
Di questo al destino siamo infinitamente grati.
Mah, mi sa che siamo sì vicini a un crollo, ma a quello psicotico, il suo (di zret)...
ReplyDeletequello è avvenuto molto ma molto tempo fa temo
ReplyDeleteSi crede un fine intellettuale ma il suo pensiero è di una banalità soporifera.
ReplyDeleteDella serie: "come al solito, sei un clown"
ReplyDeleteNella lirica "Crollo" di Luigi Pirandello è contenuta in nuce la celebra poetica nota come "Umorismo", ossia sentimento del contrario, risultato della coscienza che, nella vita, comico e tragico coesistono.
Senti, professo' di 'sta minchia ADESSO, PER FAVORE, SPIEGA A ME E AI "LETTORI" CHE COSA MINCHIA VUOL DIRE LA PAROLA CHE HO GRASSETTATO, PER FAVORE, GRAZIE.
ilpeyote in attesa
Antò... fa caldoooooo!!!
ReplyDeleteMamma mia che tristezza quest'essere.
ReplyDelete:(
Anto,' la convivenza con Rosario ti ha fatto mooolto ma mooolte male !!!!!
ReplyDeleteVai a vivere per conto tuo, vedrai che starai meglio !!!
Rosario fannullone ovviamente no, non avrebbe piu' la sua fonte di sostentamento ....
Della serie: "leggendo attentamente"
ReplyDeleteil bimbo, credendo di poter appoggiare nel vuoto un oggetto, apre fiducioso la mano su di esso, ma l'oggetto fatalmente cade.
professo' (ma di che cosa?) hai detto, come al solito, una coglionata galattica: Pirandello NON SCRIVE DI NESSUN "OGGETTO" POSATO O MENO. Parla di "cose" IMMAGINARIE.
ilpeyote CIALTRONE NON CAPISCI DI QUELLO CHE LEGGI
Della serie "omissione"
ReplyDeleteNella firma mia precedente, inserire "UNA MINCHIA" tra "CAPISCI" e "DI".
ilpeyote il concetto s'è capito comunque caro il mio cialtrone spaccapietre con la testa
Della serie: "dire fare baciare lettera testamento"
ReplyDeleteDai commenti a questa discarica di minchiate:
Straker ha detto...
Ciao Wladi, io amo dire: "Sii felice del presente, perchè domani sarà peggio" e consapevole di questo ho, per mia scelta, evitato di lasciare eredi. Sono quindi conscio del fatto che le vie di uscita sono "al lumicino", ma bisogna sempre avere un "piano b" pronto e di sicuro non permetterò a nessuno di condizionare il mio libero arbritrio.
In poche parole mio fratello ed io lotteremo sino a che ci sarà la possibilità di farlo, ma non siamo degli imbecilli e se le cose non cambieranno, non staremo certo ad aspettare senza agire.
venerdì, luglio 09, 2010 6:54:00 PM
ilpeyote dubito sia sulla scelta sia sul fatto che siate degl'imbecilli
Le bambole di gomma non rimangono mai incinte... neanche in vitro.
ReplyDelete@ la tigre della malora
ReplyDeleteE' vero, dai! "non sono degli imbecilli", sono molto di più e molto peggio!
@ Margotti Street
ReplyDeleteL'ho notato solo ora, m'ero dimenticato un "non" prima di "siate".
ilpeyote grazie per la precisazione e 'fan... gl'imbecilli
Grat grat...
ReplyDelete(gesto apotropaico)
Saluti
Michele