http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/07/il-cuculo-il-mimetismo-e.html
Il cuculo, il mimetismo e l'evoluzionismo darwiniano
Il cuculo, è noto, costituisce una rara eccezione nell'ordine degli uccelli per quanto riguarda. l'accudimento della prole. Mentre tutti gli altri uccelli costruiscono con amore e con fatica dei nidi ben strutturati ed accoglienti per deporvi le uova e allevarvi i propri cuccioli, il cuculo non costruisce nidi propri, ma sfrutta quelli costruiti dagli altri uccelli deponendovi il proprio uovo.
Con grande furbizia, verrebbe da dire, la femmina del cuculo toglie un uovo dal nido altrui per sostituirlo con uno dei suoi, molto simile a quello sostituito a parte la dimensione appena maggiore. Per giunta quando si schiude l'uovo del cuculo, il piccolo intruso (che si sviluppa ed esce dal suo guscio molto precocemente) sbatte fuori dal nido i suoi "fratellastri" caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati. In tal modo se il cuculo femmina distrugge 15-20 uova fecondate nei nidi in cui deposita il proprio, il piccolo cuculo una volta nato fa morire tutti i reali destinatari dell'amoroso lavoro dei propri genitori.
Bisogna precisare che quando si parla di cuculo si intende per lo più la specie cuculus canorus, ma solo la metà delle specie appartenenti alla famiglia dei cuculidi fanno altrettanto. Del resto questo fenomeno, detto parassitismo di cova è comune a sette gruppi di uccelli, comprese alcune specie di anatre.
Non sempre però il trucco funziona; le specie che senza volerlo finiscono per ospitare le uova del cuculo nel proprio nido hanno infatti una discreta capacità di riconoscere un uovo estraneo e così estrometterlo dal nido.
Cerchiamo adesso di capire se e come tale fenomeno si possa interpretare all'interno dell'evoluzionismo darwiniano.
La prima cosa che salta all'occhio è (nell'ottica della teoria evoluzionista) il dubbio vantaggio conseguito dalle specie che utilizzano questa forma di parassitismo di cova invece che allevare da sé i propri cuccioli. E non parliamo qui del vantaggio dei genitori del cuculo che fanno meno fatica, perché nell'ottica della selezione naturale il vantaggio di un processo riproduttivo dovrebbe essere appunto sul piano della procreazione e quindi della conservazione della specie.
Dal momento che tutte le altre specie di uccelli si riproducono da migliaia di anni allevando e nutrendo le proprie covate con ottimi risultati in termini di continuazione della specie è difficile vedere quale possa essere il meccanismo selettivo che avrebbe dovuto favorire i cuculidi "parassiti" rispetto agli altri. In effetti la femmina del cuculus canorus depone molte più uova rispetto alle femmine delle specie che ricevono l'ospite indesiderato perché molte uova fecondate e deposte nei nidi altrui vengono riconosciute come intruse. Non sarebbe forse più vantaggioso allora accudire e proprie uova dopo avere costruito un proprio nido, come del resto sanno fare molti uccelli della stessa famiglia? Ed è questo del cuculo e degli altri parassiti di cova un esempio di evoluzione o di involuzione?
In realtà il ragionamento qui sopra delineato può sembrare ozioso, dal momento che nessuno può sapere quali fossero le condizioni ambientali nel momento in cui questi uccelli si sono evoluti (o involuti) perdendo l'istinto di accudire la propria prole e quindi nessuno può escludere tassativamente la presenza in un determinato tempo passato di condizioni che avrebbero favorito una modifica del comportamento di tali uccelli agendo da pressione selettiva.
Ma altrettanto oziosi sono i ragionamenti di chi difende la possibilità che le mutazioni casuali diano luogo a cambiamenti utili, che poi verrebbero tramandati alle generazioni successive a causa della selezione natuarale.
Infatti la cosiddetta "teoria" evoluzionista, come le "teorie" sulla creazione dell'universo non possono a rigore chiamarsi tali, dal momento che non possono essere assoggettate ad un serio controllo scientifico (benché qualche errore o contraddizione al loro interno può far decidere per la loro inconsistenza). Tali tentativi di interpretazioni della realtà (giacché di questo si tratta) non si possono verificare o smentire con esperimenti ripetibili dal momento che sul passato non si fanno esperimenti, e l'osservazione scientifica della natura è ancora troppo giovane perché possa esserci d'aiuto (secondo l'evoluzionismo classico ci vogliono tempi dell'ordine dei centomila anni perchè si manifesti un fenomeno evolutivo).
In questo mi permetto di essere d'accordo col noto fisico italiano Antonino Zichichi (personalità mass-mediatica per la quale non ho per altro troppa simpatia) il quale afferma:
"Diciamo subito che la teoria dell’evoluzione biologica della specie umana non è scienza galileiana. Essa pretende di andare molto al di là dei fatti accertati [...] Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è scienza galileiana. Essa può, al massimo, essere un tentativo interessante per stabilire una correlazione temporale diretta tra osservazioni di fatti ovviamente non riproducibili, obiettivamente frammentari e necessariamente bisognosi di ulteriori repliche [...] Se l’uomo dei nostri tempi avesse una cultura veramente moderna, dovrebbe sapere che la teoria evoluzionistica non fa parte della scienza galileiana. A essa mancano i due pilastri che hanno permesso la grande svolta del milleseicento: la riproducibilità e il rigore. Insomma, mettere in discussione l’esistenza di Dio, sulla base di quanto gli evoluzionisti hanno fino ad oggi scoperto, non ha nulla a che fare con la scienza. Con l’oscurantismo moderno, si.
[Antonino Zichichi, Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo, Il Saggiatore (MI), pp. 82-85].
Sebbene sull'esistenza di Dio ho opinioni molto differenti da quelle di Zichichi il ragionamento non fa una grinza.
Ma veniamo adesso alle coincidenze statistiche davvero strabilianti che si manifestano in questa storia del parassitismo di cova, e che rendono alquanto dubbia l'interpretazione ortodossa dalla scienza evoluzionista.
Il cuculo avrebbe sviluppato per selezione naturale (quindi una per una serie di mutazioni che alla fine ne hanno cambiato il comportamento) l'istinto di fare tutta una serie di cose (che elenco separatamente giacché le mutazioni e la selezione naturale avrebbero dovuto contemporaneamente o in sequenza causare tutte queste modifiche)
1) deporre molte più uova di altri uccelli consimili
2) deporre le proprie uova nei nidi altrui
3) scalzare e sostituire uno ed un solo uovo dal nido altrui di modo che l'inganno non venisse notato troppo facilmente
4) spingere ed estromettere dal nido le uova ed i neonati dei legittimi proprietari del nido
5) adottare un comportamento che spinga i "genitori adottivi" a prendersi cura di loro nonostante la vistose differenze; in effetti i piccoli cuculi, che sono vistosamente più grossi degli altri uccelli, pigolano insistentemente lanciando così un segnale fortissimo che spinge gli involontari genitori adottivi a dar loro da mangiare
Come se ciò non bastasse, perché l'inganno si perpetri ci vuole una concomitante (ed ovviamente casuale, ma è possibile crederlo?) modifica dell'uovo originariamente deposto dalla femmina del cuculo che diventa simile per forma e dimensioni a quello della specie "parassitata".
E che dire allora della vicenda del cuculo passeriforme parassita e della prinia subflava, uno degli ospiti del cuculo?
Leggiamo sul sito cordis europa che:
Sembra che man mano che l'abilità del cuculo passeriforme di infiltrare le proprie uova nel nido della prinia rendendole sempre più simili si affina, allo stesso modo aumenta la capacità della prinia di scoprire gli impostori. Il dott. Spottiswoode spiega, "La prinia depone probabilmente la gamma più variegata di uova al mondo e questo potrebbe essere il risultato della lunga lotta co-evolutiva con il cuculo passeriforme. Le uova sono simili a una banconota in termini della varietà e della complessità dei segni, probabilmente in modo da renderle molto difficili da copiare da parte del parassita."
Da notare quale serie di coincidenza fortuite ci vogliano perché questo benedetto cuculo passeriforme sviluppi per puro caso e per una serie di mutazioni la capacità di deporre simili uova. E se fosse vero che la prinia avesse a sua volta cambiato l'aspetto delle uova per difendersi dal parassitismo del cuculo anche questa mutazione sarebbe dovuta accadere per puro caso.
Ma allora il celebre rasoio di Occam, di cui gli scienziati vanno tanto fieri e del quale si servono per scegliere l'ipotesi più semplice e meno contorta che fine ha fatto?
Il contorsionismo necessario per spiegare gli eventi appena descritti a mezzo di coincidenze statisticamente impossibili si potrebbe evitare ricorrendo a parole che sono per adesso tabù nel campo della scienza ortodossa: intenzionalità dell'evoluzione, influenza della mente sui geni tramite meccanismi epigenetici, campi morfici, telepatia animale, genetica ondulatoria, (vedi anche qui), e perché no, eventi creativi in senso lato.
Ma c'è di più, nelle sue sperimentazioni di laboratori l'uomo ha forzatamente causato milioni di mutazioni nel moscerino della frutta (drosophila melanogaster) senza che si sia mai osservata una mutazione che non fosse degenerativa: un brutto scacco per i teorici dell'evoluzionismo darwinista che si trovano di fronte ad una palese contraddizione.
Se aggiungiamo poi che di recente si è scoperto che il DNA ha una struttura ben più stabile di quanto si immaginava e che esiste il fenomeno del back-up del codice genetico, viene ancora più difficile immaginare che mutazioni casuali possano essere alla base di un'evoluzione operante poi per selezione naturale.
Concludo quindi con una citazione di M. Blondet da Il Timone, n.10 (novembre/dicembre 2000)
Dal 1993, l’autorevolissima Boston Review (la rivista del MIT, la più avanzata università scientifica Usa) accoglie un dibattito in cui biologi, matematici, paleontologi e biochimici attaccano "il dogma evoluzionista", e su basi scientifiche. L’evoluzionismo sostiene che nel DNA avvengono di continuo mutazioni accidentali. Il genetista James Shapiro ricorda invece che le mutazioni del DNA, la "scrittura della vita" (un vero "programma di computer", con tutte le istruzioni per formare un essere vivente, presente sia negli esseri più "primitivi" che dei più "evoluti"), sono rarissime. Perché, dice Shapiro (ecco un’altra notizia che Piero Angela evita di fornirci), "il DNA è fornito di molti apparati di ‘correzione di bozze’, su vari livelli, che riconoscono e rimuovono gli errori occorrenti durante la replicazione del DNA". Il DNA dunque si difende attivamente proprio da quelle casuali accidentalità, in cui i darwinisti identificano il motore dell’evoluzione. Di fatto, il DNA è la struttura più stabile dell’universo. Nei secoli, le lapidi egizie di granito diventano illeggibili; il DNA, fatto di proteine, si riproduce sempre uguale, opponendosi in modo attivo al degrado di tutte le cose. E, impariamo ora, si difende anche dal darwinismo. Le sole mutazioni frequenti sono provocate dall’uomo su animali di laboratorio: con radiazioni nucleari o con agenti chimici che sconvolgono brutalmente la struttura del DNA. è il caso del moscerino della frutta (Drosophila Melanogaster), l’insetto preferito dai genetisti perché produce una generazione nuova ogni mese. Studiato da 80 anni in tutti i laboratori del pianeta, il moscerino è stato costretto a subire milioni di mutazioni. Tutte, nessuna esclusa, diminuiscono la sua attitudine alla vita (mancanza di occhi, di ali, di zampe); gli animaletti mutanti possono vivere solo in laboratorio, grazie alle cure degli sperimentatori; in natura sarebbero morti prima di trasmettere il loro patrimonio genetico ai discendenti. Meno che mai la drosofila ha dato luogo ad altra specie. Tutto ciò induce una nuova generazione di scienziati a sostenere, ormai apertamente, che gli esseri viventi sono il frutto di una "progettazione intelligente" (intelligent design); "è una teoria pienamente scientifica che formuliamo come tale", ha scritto William Dembski, logico-matematico della Notre Dame University.
Con grande furbizia, verrebbe da dire, la femmina del cuculo toglie un uovo dal nido altrui per sostituirlo con uno dei suoi, molto simile a quello sostituito a parte la dimensione appena maggiore. Per giunta quando si schiude l'uovo del cuculo, il piccolo intruso (che si sviluppa ed esce dal suo guscio molto precocemente) sbatte fuori dal nido i suoi "fratellastri" caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati. In tal modo se il cuculo femmina distrugge 15-20 uova fecondate nei nidi in cui deposita il proprio, il piccolo cuculo una volta nato fa morire tutti i reali destinatari dell'amoroso lavoro dei propri genitori.
Bisogna precisare che quando si parla di cuculo si intende per lo più la specie cuculus canorus, ma solo la metà delle specie appartenenti alla famiglia dei cuculidi fanno altrettanto. Del resto questo fenomeno, detto parassitismo di cova è comune a sette gruppi di uccelli, comprese alcune specie di anatre.
Non sempre però il trucco funziona; le specie che senza volerlo finiscono per ospitare le uova del cuculo nel proprio nido hanno infatti una discreta capacità di riconoscere un uovo estraneo e così estrometterlo dal nido.
Cerchiamo adesso di capire se e come tale fenomeno si possa interpretare all'interno dell'evoluzionismo darwiniano.
La prima cosa che salta all'occhio è (nell'ottica della teoria evoluzionista) il dubbio vantaggio conseguito dalle specie che utilizzano questa forma di parassitismo di cova invece che allevare da sé i propri cuccioli. E non parliamo qui del vantaggio dei genitori del cuculo che fanno meno fatica, perché nell'ottica della selezione naturale il vantaggio di un processo riproduttivo dovrebbe essere appunto sul piano della procreazione e quindi della conservazione della specie.
Dal momento che tutte le altre specie di uccelli si riproducono da migliaia di anni allevando e nutrendo le proprie covate con ottimi risultati in termini di continuazione della specie è difficile vedere quale possa essere il meccanismo selettivo che avrebbe dovuto favorire i cuculidi "parassiti" rispetto agli altri. In effetti la femmina del cuculus canorus depone molte più uova rispetto alle femmine delle specie che ricevono l'ospite indesiderato perché molte uova fecondate e deposte nei nidi altrui vengono riconosciute come intruse. Non sarebbe forse più vantaggioso allora accudire e proprie uova dopo avere costruito un proprio nido, come del resto sanno fare molti uccelli della stessa famiglia? Ed è questo del cuculo e degli altri parassiti di cova un esempio di evoluzione o di involuzione?
In realtà il ragionamento qui sopra delineato può sembrare ozioso, dal momento che nessuno può sapere quali fossero le condizioni ambientali nel momento in cui questi uccelli si sono evoluti (o involuti) perdendo l'istinto di accudire la propria prole e quindi nessuno può escludere tassativamente la presenza in un determinato tempo passato di condizioni che avrebbero favorito una modifica del comportamento di tali uccelli agendo da pressione selettiva.
Ma altrettanto oziosi sono i ragionamenti di chi difende la possibilità che le mutazioni casuali diano luogo a cambiamenti utili, che poi verrebbero tramandati alle generazioni successive a causa della selezione natuarale.
Infatti la cosiddetta "teoria" evoluzionista, come le "teorie" sulla creazione dell'universo non possono a rigore chiamarsi tali, dal momento che non possono essere assoggettate ad un serio controllo scientifico (benché qualche errore o contraddizione al loro interno può far decidere per la loro inconsistenza). Tali tentativi di interpretazioni della realtà (giacché di questo si tratta) non si possono verificare o smentire con esperimenti ripetibili dal momento che sul passato non si fanno esperimenti, e l'osservazione scientifica della natura è ancora troppo giovane perché possa esserci d'aiuto (secondo l'evoluzionismo classico ci vogliono tempi dell'ordine dei centomila anni perchè si manifesti un fenomeno evolutivo).
In questo mi permetto di essere d'accordo col noto fisico italiano Antonino Zichichi (personalità mass-mediatica per la quale non ho per altro troppa simpatia) il quale afferma:
"Diciamo subito che la teoria dell’evoluzione biologica della specie umana non è scienza galileiana. Essa pretende di andare molto al di là dei fatti accertati [...] Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è scienza galileiana. Essa può, al massimo, essere un tentativo interessante per stabilire una correlazione temporale diretta tra osservazioni di fatti ovviamente non riproducibili, obiettivamente frammentari e necessariamente bisognosi di ulteriori repliche [...] Se l’uomo dei nostri tempi avesse una cultura veramente moderna, dovrebbe sapere che la teoria evoluzionistica non fa parte della scienza galileiana. A essa mancano i due pilastri che hanno permesso la grande svolta del milleseicento: la riproducibilità e il rigore. Insomma, mettere in discussione l’esistenza di Dio, sulla base di quanto gli evoluzionisti hanno fino ad oggi scoperto, non ha nulla a che fare con la scienza. Con l’oscurantismo moderno, si.
[Antonino Zichichi, Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo, Il Saggiatore (MI), pp. 82-85].
Sebbene sull'esistenza di Dio ho opinioni molto differenti da quelle di Zichichi il ragionamento non fa una grinza.
Ma veniamo adesso alle coincidenze statistiche davvero strabilianti che si manifestano in questa storia del parassitismo di cova, e che rendono alquanto dubbia l'interpretazione ortodossa dalla scienza evoluzionista.
Il cuculo avrebbe sviluppato per selezione naturale (quindi una per una serie di mutazioni che alla fine ne hanno cambiato il comportamento) l'istinto di fare tutta una serie di cose (che elenco separatamente giacché le mutazioni e la selezione naturale avrebbero dovuto contemporaneamente o in sequenza causare tutte queste modifiche)
1) deporre molte più uova di altri uccelli consimili
2) deporre le proprie uova nei nidi altrui
3) scalzare e sostituire uno ed un solo uovo dal nido altrui di modo che l'inganno non venisse notato troppo facilmente
4) spingere ed estromettere dal nido le uova ed i neonati dei legittimi proprietari del nido
5) adottare un comportamento che spinga i "genitori adottivi" a prendersi cura di loro nonostante la vistose differenze; in effetti i piccoli cuculi, che sono vistosamente più grossi degli altri uccelli, pigolano insistentemente lanciando così un segnale fortissimo che spinge gli involontari genitori adottivi a dar loro da mangiare
Come se ciò non bastasse, perché l'inganno si perpetri ci vuole una concomitante (ed ovviamente casuale, ma è possibile crederlo?) modifica dell'uovo originariamente deposto dalla femmina del cuculo che diventa simile per forma e dimensioni a quello della specie "parassitata".
E che dire allora della vicenda del cuculo passeriforme parassita e della prinia subflava, uno degli ospiti del cuculo?
Leggiamo sul sito cordis europa che:
Sembra che man mano che l'abilità del cuculo passeriforme di infiltrare le proprie uova nel nido della prinia rendendole sempre più simili si affina, allo stesso modo aumenta la capacità della prinia di scoprire gli impostori. Il dott. Spottiswoode spiega, "La prinia depone probabilmente la gamma più variegata di uova al mondo e questo potrebbe essere il risultato della lunga lotta co-evolutiva con il cuculo passeriforme. Le uova sono simili a una banconota in termini della varietà e della complessità dei segni, probabilmente in modo da renderle molto difficili da copiare da parte del parassita."
Da notare quale serie di coincidenza fortuite ci vogliano perché questo benedetto cuculo passeriforme sviluppi per puro caso e per una serie di mutazioni la capacità di deporre simili uova. E se fosse vero che la prinia avesse a sua volta cambiato l'aspetto delle uova per difendersi dal parassitismo del cuculo anche questa mutazione sarebbe dovuta accadere per puro caso.
Ma allora il celebre rasoio di Occam, di cui gli scienziati vanno tanto fieri e del quale si servono per scegliere l'ipotesi più semplice e meno contorta che fine ha fatto?
Il contorsionismo necessario per spiegare gli eventi appena descritti a mezzo di coincidenze statisticamente impossibili si potrebbe evitare ricorrendo a parole che sono per adesso tabù nel campo della scienza ortodossa: intenzionalità dell'evoluzione, influenza della mente sui geni tramite meccanismi epigenetici, campi morfici, telepatia animale, genetica ondulatoria, (vedi anche qui), e perché no, eventi creativi in senso lato.
Ma c'è di più, nelle sue sperimentazioni di laboratori l'uomo ha forzatamente causato milioni di mutazioni nel moscerino della frutta (drosophila melanogaster) senza che si sia mai osservata una mutazione che non fosse degenerativa: un brutto scacco per i teorici dell'evoluzionismo darwinista che si trovano di fronte ad una palese contraddizione.
Se aggiungiamo poi che di recente si è scoperto che il DNA ha una struttura ben più stabile di quanto si immaginava e che esiste il fenomeno del back-up del codice genetico, viene ancora più difficile immaginare che mutazioni casuali possano essere alla base di un'evoluzione operante poi per selezione naturale.
Concludo quindi con una citazione di M. Blondet da Il Timone, n.10 (novembre/dicembre 2000)
Dal 1993, l’autorevolissima Boston Review (la rivista del MIT, la più avanzata università scientifica Usa) accoglie un dibattito in cui biologi, matematici, paleontologi e biochimici attaccano "il dogma evoluzionista", e su basi scientifiche. L’evoluzionismo sostiene che nel DNA avvengono di continuo mutazioni accidentali. Il genetista James Shapiro ricorda invece che le mutazioni del DNA, la "scrittura della vita" (un vero "programma di computer", con tutte le istruzioni per formare un essere vivente, presente sia negli esseri più "primitivi" che dei più "evoluti"), sono rarissime. Perché, dice Shapiro (ecco un’altra notizia che Piero Angela evita di fornirci), "il DNA è fornito di molti apparati di ‘correzione di bozze’, su vari livelli, che riconoscono e rimuovono gli errori occorrenti durante la replicazione del DNA". Il DNA dunque si difende attivamente proprio da quelle casuali accidentalità, in cui i darwinisti identificano il motore dell’evoluzione. Di fatto, il DNA è la struttura più stabile dell’universo. Nei secoli, le lapidi egizie di granito diventano illeggibili; il DNA, fatto di proteine, si riproduce sempre uguale, opponendosi in modo attivo al degrado di tutte le cose. E, impariamo ora, si difende anche dal darwinismo. Le sole mutazioni frequenti sono provocate dall’uomo su animali di laboratorio: con radiazioni nucleari o con agenti chimici che sconvolgono brutalmente la struttura del DNA. è il caso del moscerino della frutta (Drosophila Melanogaster), l’insetto preferito dai genetisti perché produce una generazione nuova ogni mese. Studiato da 80 anni in tutti i laboratori del pianeta, il moscerino è stato costretto a subire milioni di mutazioni. Tutte, nessuna esclusa, diminuiscono la sua attitudine alla vita (mancanza di occhi, di ali, di zampe); gli animaletti mutanti possono vivere solo in laboratorio, grazie alle cure degli sperimentatori; in natura sarebbero morti prima di trasmettere il loro patrimonio genetico ai discendenti. Meno che mai la drosofila ha dato luogo ad altra specie. Tutto ciò induce una nuova generazione di scienziati a sostenere, ormai apertamente, che gli esseri viventi sono il frutto di una "progettazione intelligente" (intelligent design); "è una teoria pienamente scientifica che formuliamo come tale", ha scritto William Dembski, logico-matematico della Notre Dame University.
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Cosa ci raccontano realmente i fossili?
Darwin e la Betularia, la prova fasulla
Senti cialtrone, gia' non capisci un cazzo di fisica e ti ci sei laureato.
ReplyDeleteOra vuoi anche concionare di evoluzionismo e fossili?
Guarda, l'unica tua relazione con la materia e' la tua abilita' a spaccar pietre con quella testa di minchia affumicata che ti ritrovi.
Saluti
Michele
Questo articolo mi sembra un cumulo di ripetizioni di argomenti che i creazionisti più accorti (sì, ne esistono...) hanno abbandonato già da tempo...non sono un biologo ne' uno zoologo, ma perfino io posso sbufalarli...
ReplyDeleteAllora, con ordine:
1) Cuculo. E' un esempio molto noto. Darwin stesso citò il cuculo come esempio di selezione naturale, nel capitolo 7 della propria opera.
http://www.talkorigins.org/faqs/origin/chapter7.html
Oggi, il cuculo è studiato come esempio di coevoluzione. Basta digitare "cuculus evolution" o "cuckoo evolution" per trovare decine di studi approfonditi. Dire che "l'evoluzionismo" non può spiegare il comportamento del cuculo mi sembra quanto meno imprudente...
2) mutazioni accidentali e 'stabilità del DNA':
http://www.talkorigins.org/indexcc/CB/CB100.html
3) "Le mutazioni sono tutte nocive"
http://www.talkorigins.org/indexcc/CB/CB101_1.html
http://www.talkorigins.org/indexcc/CB/CB101_2.html
4) "Nessuna nuova specie è mai stata osservata"
http://www.talkorigins.org/indexcc/CB/CB910.html
Capito, Dott. Penna?
P.S. ma su blogspot si possono incorporare i link nei commenti?
ReplyDelete"La prima cosa che salta all'occhio è (nell'ottica della teoria evoluzionista) il dubbio vantaggio conseguito dalle specie che utilizzano questa forma di parassitismo..."
ReplyDeleteIl paragone più esatto, parlando di parassitismo, sarebbe comunque il buon corrado pennivendolo ed il suo lavoro.
Saluti
MarcoB
Naturalmente le mutazioni casuali sono improbabili mentre i "bio-fotoni" e "la telepatia animale" o la "genetica ondulatoria", qualunque accidenti di cosa siano, sono la spiegazione migliore dell'evoluzione. A zappare!
ReplyDeleteLa genetica ondulatoria!!!
ReplyDeleteROTFL!
Cos'è, il DNA che sculetta?
non era meglio e più aggiornato parlare dell' evoluzione genetica che hanno riscontrato nelle popolazioni che vivono ad alte quote ??
ReplyDelete....humm... forse era più facile il copiaincolla :D
Certo che uno come zichichi non poteva che essere citato da un fisico ignorante come penna...
ReplyDeleteZichichi è un vecchio cavallo di battaglia degli integralisti cattolici nostrani, cui non par vero di poter citare uno 'scienziato di fama mondiale' che dice che l'evoluzione non esiste. Al di la' di ogni altra considerazione su Zichichi, alla fine della giornata è un fisico e quindi la sua opinione sull'evoluzione vale grosso modo quanto la mia. A giudicare da quel che scrive sull'argomento, direi che non ha capito (non si è sforzato di capire) come realmente funzioni l'evoluzione, probabilmente ha letto giusto qualche pamphlet creazionista...
ReplyDeleteAltro studioso citato continuamente dai nostri creazionisti è Sermonti, che in quanto genetista è apparentemente ben più qualificato. Peccato che lui stesso, nell'introduzione a uno dei suoi libri (forse "Dimenticare Darwin", ma non sono sicuro...), ammetta candidamente di aver abbracciato le tesi creazioniste non per aver trovato falle nella teoria dell'evoluzione, ma per aver realizzato di non poter conciliare le proprie visioni religiose con la scienza che insegnava. I libri che ha scritto da allora sono orrendi pastoni senza capo ne' coda. Per non parlare del suo intervento al recente processo Kitzmiller vs. Dover: roba da vergognarsi a sangue di essere italiani, come se non vi fossero già sufficienti motivi per questo...
Correzione: Sermonti non è intervenuto al processo Kitzmiller, ma è stato ascoltato come 'esperto' nell'ambito del riesame delle decisioni del Consiglio per l'Educazione del Kansas nel 2005...sorry, ricordavo male. In ogni caso il suo intervento fu vergognoso...
ReplyDeleteMa se veramente esiste questo famigerato "intelligent designer", qualcuno può spiegarmi perchè ci ha lasciato chessò, il muscolo erettore del pelo, il coccige e i terzi molari (non a tutti, in verità)?
ReplyDeleteChe niente niente è un po' sbadato? O_o
@Straniero: quando ero in uni si diceva che, se veramente esisteva 'sto 'designer', non poteva che essere un architetto poichè, ragionavamo, solo un architetto potrebbe pensare di piazzare un'area ricreativa accanto allo scarico della fogna... ;-)
ReplyDelete...MA VA A CAGHER!!
ReplyDeleteL'ennesima (ok, non ce n'era bisogno) prova della cialtroneria di corrado pinna di squalene.
ReplyDeleteLeggiamo sul sito cordis europa che: [...]
La pagina è questa http://tinyurl.com/38o53ym
Il sito dice anche questo:
I test hanno mostrato che le prinie sono straordinariamente abili nel rifiutare uova estranee nei loro nidi e vi riescono grazie a piccolissime differenze di colore e segni nelle uova del parassita.
È interessante che i tratti specifici usati dalla prinia per rifiutare le uova estranee erano esattamente quelli che differivano maggiormente tra le uova intruse e le vere uova parassiti. Questo implica che la selezione naturale sta attualmente rendendo le uova del cuculo passeriforme imitazioni migliori dei loro ospiti.
Come la mettiamo con le tue omissioni, corrado? Quando ti fa comodo citi, quando non ti fa comodo stai zitto. Ma va' va', sei la prova vivente (si fa per dire) della teoria che non tutti gli esseri si evolvono, eppoi mica tutti si fanno coglionare da tre link e quattro minchiate.
ilpeyote MENTONO SAPENDO DI MENTIRE
Concludo quindi con una citazione di M. Blondet da Il Timone, n.10 (novembre/dicembre 2000)
ReplyDeleteEcco, ci mancava il premio nobel dei falsari.
ilpeyote è finita la pausa torna in cava