L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label Evoluzione. Show all posts
Showing posts with label Evoluzione. Show all posts

Saturday, January 23, 2016

Friday, September 19, 2014

Un antico drago/dinosauro cinese del 1700 a.C. ...

un po' di tempo fa era fissato con le zanzare OGM, adesso gli e' presa la mania dei draghi...



http://scienzamarcia.blogspot.ch/2014/09/un-antico-dragodinosauro-cinese-del.html

Un antico drago/dinosauro cinese del 1700 a.C. ...

Qui di sotto un'altra traduzione di una slide del power point:



L’antica dinastia Shang [1750 – 1050 a.C.], scriveva su “ossa dell’oracolo”, che in seguito furono vendute dai farmacisti cinesi come “ossa di drago.

Questo drago/dinosauro di giada è risalente alla dinastia Shang, ha una massa di 14 kg ed un'altezza di 39 cm. Notare la conformazione della pelle che sembra ricoperta di scaglie, la cresta sulla schiena, il corno sulla testa che si protende all’indietro, la lunga coda, gli artigli enormi ed il volto da drago! 

“L’artefatto mostra la conformazione semplificata di un tirannosauto con sole due gambe” - afferma il dottor Eugene Huang PhD, ricercatore associato della Cornell University Researcher, Istituto di scienze della terra, Acadamia Sinica.

Il dottor Huang afferma inoltre: “Alcuni pensano che il mitico drago cinese possa rappresentare un dinosauro del periodo cretaceo. La rappresentazione del drago cinese si è formata prendendo origine da qualcosa che appartiene al mondo reale. Se questo è vero allora gli antichi cinesi devono avere visto il dinosauro vivo per ideare la rappresentazione del drago. La forma dell’antica rappresentazione del drago assomiglia alla forma del dinosauro”.



Vedi anche 
 
http://scienzamarcia.blogspot.com/2014/09/due-draghi-vennero-visti-combattere-in.html

Wednesday, September 17, 2014

Ancora dinosauri in antiche cronache

http://scienzamarcia.blogspot.ch/2014/09/ancora-dinosauri-in-antiche-cronache.html

Ancora dinosauri in antiche cronache

Nel 900 d.C. uno scrittore irlandese raccontò di un animale con spuntoni metallici sulla coda ed una testa simile a quella del cavallo, che possedeva gambe robuste e forti artigli.

In Irlanda, all’incirca nel 900 d.C., uno scrittore descrisse un incontro con una enorme bestia con “spuntoni metallici sulla coda rivolti all’indietro”. La testa dell’animale secondo questo resoconto aveva la forma simile a quella di un cavallo. Ed aveva zampe robuste e forti artigli. Questi dettagli denotano una forte corrispondenza con l’aspetto di dinosauri come il Kentrosauro e lo Stegosauro.

Monday, September 15, 2014

Due draghi vennero visti combattere in Suffolk ed Essex nel 1449?

sono convinto che il penna i drachi che combattono li veda tutte le volte che si fuma roba scadente.


http://scienzamarcia.blogspot.ch/2014/09/due-draghi-vennero-visti-combattere-in.html

Due draghi vennero visti combattere in Suffolk ed Essex nel 1449?

Il seguente articolo l'ho tradotto pur non essendo in grado di determinare con estrema certezza se nella biblioteca di Canterbury sia custodito un libro che contenga siffatta cronaca, (ma suppongo sinceramente di sì). 

Quanto al resto ciò che segue è la traduzione di una slide del power point:


Il seguente racconto (in uno stile realistico quasi da articolo di giornale) menziona pure la devozione dei Cristiani che recitano collettivamente le preghiere serali (i vespri).

PERCHÈ MAI QUESTE PERSONE DOVREBBERO MENTIRE SU UN EVENTO CHE HA AVUTO MOLTI TESTIMONI OCULARI E CHE È DESCFRITTO IN UNA CRONACA PUBBLICA DI CANTERBURY? BENE, O LORO HANNO MENTITO, OPPURE I MODERNI “SCIENZIATI” EVOLUZIONISTI STANNO MENTENDO A NOI SU QUEI “65.000.000 DI ANNI FA!”. E SE FOSSE QUEST’ULTIMO IL VERO MITO?

“Il venerdì 26 settembre dell’anno del signore 1449, quasi all’ora dei Vespri, due teribili draghi furono visti combattere per circa un’ora, su due colline, una delle quali, nel Suffolk, è detta Kydyndon Hyl e l’altra nell’ Essex, Blacdon Hyl. Uno dei draghi era nero e l’altro rosso maculato. Dopo una lunga lotta il drago rosso l’ebbe vinta su quello nero, dopo di che entrambi ritornarono alle colline summenzionate dalle queli dovevano essere venuti, cioè ognuno tornò al proprio luogo di provenienza mentre molti osservatori ammiravano la scena.”

Da un manoscritto custodito nella biblioteca di Canterbury denominata “Library of The Dean and Chapter” di Canterbury (la collina di Blacdon è adesso nota come collina di Ballingdon, e la collina Kydyndon è adesso nota come la collina Killingdown a Keddington. Ai piedi di quest’ultima si trova un zona erbosa nota come Sharpfight Meadow).



Vedi anche

http://scienzamarcia.altervista.org/ptero.html

Wednesday, May 8, 2013

Bambini del futuro

http://zret.blogspot.co.uk/2013/05/bambini-del-futuro.html

Bambini del futuro


Siamo al cospetto di un’intelligenza dietro alla quale qualcosa sta in agguato: questi esseri sono parte di una realtà abnorme e sconcertante per la nostra percezione individuale”. (Anonimo)

Il desolante scenario attuale è rischiarato dalla possibilità che siano nati negli ultimi decenni dei bambini dalle doti straordinarie. Questi bambini, definiti “indaco” e “cristallo”, sarebbero l’avanguardia di una generazione più evoluta.

Nel libro “Awakening: how alien can trasform your life”, Mary Rodwell collega il tema del vagheggiato salto evolutivo alle esperienze di contatto. La Rodwell crede che gli star kids (i bimbi delle stelle) siano il risultato di influssi esterni: esisterebbero delle intelligenze all’origine dell’avvento di un nuovo tipo umano, dotato di maggiori intuizione e consapevolezza. I bambini studiati dalla Rodwell descrivono incontri con creature dai grandi occhi magnetici, senza orecchie e glabre. La loro pelle è grigia, talora azzurrognola, in casi eccezionali verde.

Queste entità trasmettono conoscenze e messaggi inerenti al futuro del pianeta. Talune affermazioni degli star children sono sbalorditive: uno di loro, dieci anni, britannico, ha raccontato che aveva scaricato (?!) nella sua mente una tecnologia complessa per creare portali, varchi verso altri universi. Un altro, australiano, otto anni, ha riferito che sulla Terra esistono degli stargates. Ha aggiunto che egli, periodicamente, sale su un’astronave con due compagni di scuola: nel vascello spaziale i tre si ritrovano in capsule dove non possono muoversi (sic). Vengono sottoposti a visite mediche, su di loro sono eseguiti dei controlli.

Il Dottor William Brown, biologo molecolare, reputa che si stiano verificando dei cambiamenti nel D.N.A. di questi bambini. Egli opina che il D.N.A. silente sia integrato nel corredo genetico della specie ventura, homo novus. Se Essi stessero, invece, compiendo una subdola ibridazione volta a creare un genere degenerato?

Come valutare tali esperienze? Che pensare dell’eventualità di un balzo evolutivo? Notiamo che le circostanze (esami medici, cilindri, U.F.O. triangolari…) e l’iconografia delineate dagli star kids combaciano con quelle riferite da molti rapiti. Ciò non basta a dimostrare che i bambini sono vittime di sequestri, interpretati come emozionanti avventure, tuttavia…

Le conoscenze acquisite dagli experiencers – così ama definirli la Rodwell – potrebbero essere l’effetto collaterale positivo di un’interferenza, di un rapimento. Il diavolo si nasconde nei particolari… e nelle parole: termini, sintagmi ed enunciati usati dai piccoli testimoni come “programmare”, “scaricare le informazioni” “esseri dagli occhi enormi che indossano mantelli” … hanno alcunché di meccanico e di sinistro. Eppure la sensibilità che i bambini dimostrano, l’inclinazione a comunicare con gli animali, le piante, l’acqua persino, sono gemme, anche se forse mal incastonate.

La Rodwell dimostra una certa duttilità. Pur essendo un’esponente dell’ufologia “ottimista”, la ricercatrice non esclude l’azione di civiltà ostili. Ipotizza: “Forse all’interno di una stessa specie esistono gruppi diversi ed agende diverse”.

Intanto sappiamo che è in corso un’operazione di modificazione genetica, ma con fini degenerativi… Può essere che tale attività sia finalizzata proprio a contrastare, ad inibire una crescita dell’umanità. Di passaggio, osserviamo che la metanoia e la palingenesi prescindono da una mera spinta biologica, sebbene essa possa essere di giovamento.

Realtà o illusione? E’ sempre meglio essere guardinghi, pur senza chiudere la porta sull’impossibile che si proietta sull’effettuale. Da troppo tempo si fantastica di mirabili cambiamenti (si pensi alla storia circa gli arresti di massa o all’energia panacea di Keshe): alla fine è il solito nulla di fatto. Dunque a proposito della questione per ora sospendiamo il giudizio: non scartiamo l’evenienza di una svolta né accettiamo a scatola chiusa i doni di Danai, in sembianze di salvatori.


Per approfondire si leggano i seguenti testi: B. Chalker, Hair of the alien, D.N.A. and other forensic evidence of alien abduction, 2005; P. Harris, Gli umani del mondo nuovo, 2013 in X Times n. 54, aprile 2013; M. Rodwell, Awakening: how alien can trasform your life, 2012



Wednesday, September 28, 2011

Come si è creata l'emoglobina? Per caso? Molto difficile

http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/09/come-si-e-creata-lemoglobina-per-caso.html

Come si è creata l'emoglobina? Per caso? Molto difficile

Il seguente articolo tratto dal blog Critica Scientifica di Enzo Pennetta si ricollega alle mie ricerche sulla preistoria l'origine della vita e dell'uomo in particolare.


Mentre gli evoluzionisti neodarwiniani difendono a spada tratta le loro congetture (che non possono essere assolutamente considerate "teorie scientifiche" dato che non possiamo immaginare esperimenti lunghi milioni di anni per verificarle o smentirle, dato che non possiamo compiere esperimenti nel passato, non abbiamo la macchina del tempo e nemmeno metodi affidabili per verificare la datazione di un reperto fossile) un'indagine aperta dovrebbe prendere in considerazione quanto meno gli elementi proposti da M. Cremo nel suo ultimo libro "le origini segrete della razza umana" e da B. Lipton nella biologia delle credenze e negli altri suoi libri (un concetto di evoluzione non darwiniana ma lamarckiana, un contributo alla nascita della vita da parte di entità non umane e/o non terrestri) per non parlare degli studi di W. Reich descritti nel libro Esperimenti bionici sull'origine della vita, ove ipotizza che alla base dell'origine della vita ci sia l'energia orgonica (proviente dal sole).

Difficile arrivare alla soluzione del mistero sul'origine della vita, anche perché qualcuno è intento a confondere intenzionalmente le acque affinché noi non veniamo a conoscenza della nostra vera origine (qualcunque essa sia). 



La scalata al monte improbabile

“Il darwinismo è una teoria di processi cumulativi così lenti da richiedere, per completarsi, da migliaia a milioni di decenni”

“La selezione naturale, il processo cieco, inconscio, automatico che fu scoperto da Darwin e che, come noi oggi sappiamo, è la spiegazione dell’esistenza e della forma apparentemente finalistica di ogni essere vivente, non ha in vista alcun fine.”




Queste due affermazioni tratte dal libro “Orologiaio cieco” di Richard Dawkins contengono i principi fondamentali della teoria sintetica dell’evoluzione o neodarwinismo: l’assoluta casualità delle mutazioni e i tempi molto lunghi affinché le stesse possano produrre cambiamenti positivi.

Ma cosa s’intende per tempi lunghi?

È lo stesso Dawkins a fornirci un caso specifico su cui effettuare un calcolo, si tratta di quello che venne definito da Isaac Asimov il “numero dell’emoglobina”. L’emoglobina è la proteina, presente nei globuli rossi, quella che veicola l’ossigeno nel sangue conferendo allo stesso tempo il caratteristico colore rosso. Una proteina è una catena i cui anelli sono costituiti da elementi chiamati aminoacidi, nel caso dell’emoglobina la sua lunghezza è di 146 aminoacidi. Come tutto ciò che riguarda la biologia, secondo la teoria neodarwiniana, anche l’emoglobina è il risultato casuale di un lento processo cumulativo del quale lo stesso Asimov indicava la probabilità che si verificasse. Il calcolo delle probabilità è espresso da una potenza che ha come base il numero di differenti aminoacidi utilizzabili e come esponente il numero di anelli della catena da costruire.

Per fare un esempio, il numero di possibili parole di 4 lettere che si possono comporre con i 21 segni dell’alfabeto italiano è dato da: 214 = 194.481

La probabilità di comporre casualmente la parola “caso” spingendo 4 volte su 21 tasti è dunque una su 194.481.

Nel caso proposto da Asimov il numero di combinazioni possibili per costruire l’emoglobina è espresso da: 20, cioè il numero degli aminoacidi a disposizione, elevato alla 146, il numero degli “anelli” che costituiscono la catena = 20146.

Espresso in base dieci tale numero corrisponde a circa 10190. Al riguardo Dawkins afferma: “La fortuna che si richiederebbe per ottenere questo risultato è inimmaginabile.” e non si può che essere d’accordo con questa considerazione.

Per renderci conto della “fortuna” che bisognerebbe avere, possiamo fare il seguente calcolo: quanti secondi sono passati dall’inizio dell’universo e, nell’assolutamente ipotetico caso in cui potessimo tentare una combinazione al secondo (ammettendo l’ipotesi che nessuna combinazione sia uscita casualmente due volte), quante combinazioni avremmo potuto provare sinora ?

Moltiplicando: i 3600 secondi contenuti in un’ora per le 24 ore del giorno, per i 366 giorni circa di un anno (per eccesso), per i 14 miliardi di anni passati dal Big Bang, risultano trascorsi, (arrotondando ancora per eccesso), 1018 secondi dall’inizio dell’universo.

Nell’ipotesi che dalla nascita dell’universo si fosse potuta provare una combinazione al secondo (questa ottimistica supposizione propone una velocità talmente elevata da essere del tutto irreale, incompatibile con l’assunto della prima frase “Il darwinismo è una teoria di processi cumulativi così lenti da richiedere, per completarsi, da migliaia a milioni di decenni”), per sapere quante combinazioni dovremmo ancora tentare prima di esaurirle tutte dovremmo sottrarre dalle combinazioni totali 10190 la quantità di quelle provate 1018.

Il risultato visibile sulla calcolatrice sarebbe ancora 10190 in quanto la sottrazione avrebbe solo intaccato in modo impercettibile la quantità iniziale e il display non riuscirebbe visualizzare la differenza. Il numero resterebbero quindi ancora 10190 combinazioni da provare, il che, sempre ad una combinazione al secondo, richiederebbe un tempo pari a poco più di 10172 volte l’età dell’universo.

Anche ipotizzando che esistano diverse combinazioni di 146 aminoacidi, equivalenti dal punto di vista funzionale, la questione non cambia di molto, infatti ammettendo che ad esempio esistano 1000 tipi varianti di emoglobina, e tutti ugualmente funzionanti, la probabilità di trovarne uno “migliora” di 103 portando le combinazioni da provare a “solo” 10187.

Come suggerisce Dawkins di superare questa difficoltà ? Dawkins ricorre al concetto di selezione cumulativa, il suo ragionamento è il seguente: “Nella selezione cumulativa, invece, esse (le entità selezionate) «si riproducono» , o in qualche altro modo i risultati di un processo di cernita vengono sottoposti ad un altro processo di cernita…”
Il concetto di selezione cumulativa, che poi sarebbe realizzata dalla selezione naturale, viene chiarito con il seguente esempio:

Se una scimmia dovesse battere casualmente a macchina la frase di Shakespeare “Methinks it is like a weasel” (“O forse somiglia a una donnola”), essendo la frase composta da 28 caratteri, ed essendo l’alfabeto inglese composto da 27 lettere, le possibili combinazioni di 27 lettere in una frase di 28 lettere (compresi gli spazi) sarebbero espresse da: 2728.
A questo punto Dawkins inserisce un computer che “seleziona” frasi mutanti che più si avvicinino alla frase originale: “Il computer esamina le frasi mutanti nonsense, la “progenie” della frase originaria, e sceglie quella che, per quanto poco, assomiglia di più alla frase bersaglio…”

Per poter completare la frase in un numero ragionevole di tentativi lo scienziato inglese introduce quella che definisce una “frase bersaglio” e un computer che conosce in anticipo la frase che deve essere composta, il che inserisce il finalismo nella teoria. L’unico modo per evitare il finalismo è quello di ammettere che le frasi debbano essere scelte mediante la selezione naturale, ma il fatto che le frasi intermedie siano dallo stesso Dawkins definite “nonsense” esclude che esse possano essere premiate dalla selezione naturale.

Ecco la contraddizione di Dawkins: si parte da un “il processo cieco, inconscio, automatico” e per renderlo possibile nei dodici miliardi di anni dall’origine dell’universo si finisce per postulare un “computer” e una “frase bersaglio” che negano il processo cieco da cui si era partiti.

Se invece si volesse mantenere un processo cieco, si dovrebbe ipotizzare un’età dell’universo del tutto incompatibile con quella stimata dalla comunità scientifica.
In matematica quando si parte da un assunto e questo conduce ad una contraddizione, si giunge alla conclusione che l’assunto iniziale era errato. Questo procedimento viene detto “dimostrazione per assurdo”.

La vita dell’universo è troppo breve per poter ammettere che abbia potuto verificarsi una dinamica neodarwiniana per la quale i circa 14 miliardi di anni stimati dagli astronomi sono insufficienti, esattamente come lo sono i 12.000 dei fondamentalisti creazionisti: credere che le circa centomila proteine del corpo umano siano state prodotte e assemblate casualmente in un ecosistema complesso nel corso della vita dell’universo richiede un atto di fede superiore a quello dei creazionisti stessi.

La scienza dovrebbe compiere un gesto di umiltà e riconoscere che riguardo all’origine della vita e delle specie sfugge ancora qualcosa di fondamentale.

Saturday, April 16, 2011

De-gene-(irr)a(dia)zione

http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/04/de-gene-irradiazione.html

De-gene-(irr)a(dia)zione

I fautori dell'evoluzione darwiniana sostengono che cambiamenti accidentali nel DNA causati da svariate cause (una delle quali potrebbe essere secondo loro la radioattività naturale), sono alla base di mutamenti altrettanto casuali. Secondo queste persone tra tali mutazioni a volte se ne generano alcune particolarmente positive che conferiscono all'organismo mutato maggiori capacità di adattamento e di sopravvivenza.

Eppure l'esperienza di questi ultimi 60 anni non ci ha mostrato alcuna mutazione positiva causata dalle numerose esplosioni nucleari sperimentali, belliche, dalle numerose perdite di sostanze radioattive durante gli incidenti nucleari, dalla radioattività dispersa nell'aria a cusa dell'uso di armi all'uranio impoverito.

Frequentissime invece sono state non solo le degenerazioni dell'organismo delle persone soggette a radiazioni che hanno sviluppato forme spesso mortali di leucemia e di altri tipi di tumore, ma anche le nascite di bambini letteralmente degenerati; poveri piccoli cuccioli di uomini nati con mutamenti genetici che li hanno resi orribilmente deformi e malati. Con tutte questo incremento massiccio di radioattività, se avessero ragione i neodarwinisti, avremmo dovuto sicuramente osservare la nascita di qualche mutazione positiva. E invece niente.

A dire il vero in epoca moderna le uniche irradiazioni che hanno portato a delle mutazioni "utili" o quanto meno utlizzabili sono quelle che hanno modificato la struttura genetica di alcuni cereali causando molto probabilmente un alto aumento dei casi di celiachia, e anche altri problemi alla salute. Il 90% del grano che viene consumato in Italia deriva infatti da una varietà di grano Cappelli irradiato con raggi gamma, ma occorre dire che in questo caso la selezione è stata innaturale, dal momento che è stato l'uomo a selezionare e poi far riprodurre le varietà da lui scelte.

Quanto sopra riportato dovrebbe far comprendere come uno degli scopi occulti della contaminazione radioattiva odierna possa essere proprio quello di un attacco al DNA umano. Difficile dire se questo attacco serva anche a prevenire una possibile prossima evoluzione dell'uomo (causata da ben altri fattori che non dalla selezione naturale); molte delle persone che parlano di questa eventulità sono collegate al movimento new age o a David Icke, persona di cui poco mi fido.

Ciò non toglie che tale ipotesi potrebbe in parte spiegare quello che stiamo vivendo in questi anni di attacco all'umanità sotto forma di scie chimiche e veleni vari, ed in attesa di ulteriori conferme o smentite sospendiamo il giudizio, invitando però a informarsi sulla storia di un ragazzo che è cresciuto senza cervelletto per una sorta di mutazione (premetto però che non condivido le teorie di Sitchin, sebbene in alcuni suoi libri siano menzionati alcni dati interessanti).

Nel video seguente potete vedere come uno dei più famosi assertori della teroria neodarwinista non sappia come rispondere alla domanda: dove sono le mutazioni che aggiungono informazioni al DNA? Chi le ha mai osservate? Come giustificare quindi (per esempio) la trasformazione dei rettili in uccelli dotati di piume?



NB: il video proviene da un sito creazionista cristiano (la rivelazione); ciò non ostante occorre accostarsi senza pregiudizi alle utili informazioni che esso diffonde e non fare la stupidaggine di confondere il messaggio col messaggero.



Monday, November 15, 2010

Rettili estinti in mosaici di 2.000 anni fa?

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/11/rettili-estinti-in-mosaici-di-2000-anni.html

Rettili estinti in mosaici di 2.000 anni fa?


L'immagine qui sopra (fare click sull'immagine per vederla ingrandita) rappresenta il famoso Mosaico del Nilo di Palestrina, opera d'arte di epoca romana, realizzata circa 2.000 anni fa, un mosaico che rappresenta uomini ed animali che vivevano nei pressi del corso del più lungo fiume africano. Il mosaico subì diversi restauri, e fu persino smantellato e ricostruito, e se pensiamo che ciò avvenne nel settecento potremmo avere qualche dubbio sul fatto che la corrispondenza col mosaico originale sia stata preservata integralmente.

Ciò non ostante la presenza in tale mosaico di alcuni strani animali ha ingenerato dei sospetti negli studiosi con mente più aperta.


Tra gli animali rappresentati se ne trova uno che presenta delle caratteristiche sconcertanti, e che nel mosaico viene indicato col nome di crocodilopardalis, ovvero qualcosa che potremmo tradurre coccodrillo-leopardo. Ma quale essere vivente ha un aspetto che rassomiglia da una parte ad un felino e dall'altra ad un coccordillo?

L'ordine dei rettili al giorno d'oggi conta solo una minima parte delle migliaia e migliaia di specie una volta presenti sul nostro pianeta, e fra quelli che sono sopravvissuti fino all'era presente non si riesce a trovare nessun buon candidato che corrisponda a quel "coccodrillopardo", presumibilmente (a giudicare dal nome e dalla sua raffigurazione) un rettile carnivoro con alcune caratteristiche che lo apparentano ai mammiferi.

Ovviamente non si può escludere a priori che tale animale sia un parto della fantasia dell'autore, sebbene mi sembra difficile pensare che i restauri dell'opera d'arte e abbiano stravolto così tanto la rappresentazione da trasformare un normale abitante della zona del Nilo in un essere rettiloide con le attaccature delle zampe che non corrispondono assolutamente a quelle dei rettili viventi, ma che assomigliano fin troppo a quelle dei dinosauri o di altri ordini di rettili estinti, come ad esempio i terapsidi. Qui sotto a mo' di esempio riporto un'illustrazione del terapside Biarmosuchus.


Fin qui quindi si potrebbe trattare solo di un sospetto, di una curiosa coincidenza, però a ben vedere sono molti altri gli animali inquel mosaico che potrebbero sembrare "fuori posto. Per una carrellata di questi animali potete consultare il sito creazionista inglese thefirstsixdays.com (il fatto che io non condivida la loro impostazione creazionista non significa chiaramente che i dati presentati in quel sito siano privi di significato).


Fra tutti quello che mi sembra più convincente è una sorta di cammello del quale riporto qui sotto la rappresentazione del mosaico accanto alla ricostruzione del Camelops, camelide ufficialmente estintosi alla fine del pleistocene.


Ma c'è un'altra rappresentazione che proviene da Pompei, dalla casa del medico, e quindi risalente anch'essa a circa 2000 anni fa, che mostra ben due esseri che somigliano fin troppo a rettili ormai estinti (fare click sull'immagine per vederla ingrandita o vedere i particolari qui sotto). L'animale sulla sinistra non è facilmente individuabile e può lasciare adito a dubbi, ma quello sulla destra no, e la sua somiglianza con rettili sfenacodontidi o con altri rettili estinti (per esempio alcuni dinosauri stegosauridi) è notevole.

Se davvero dinasauri ed altri grandi rettili si sono estinti 60 milioni di anni fa, cosa ci fanno tutte queste loro raffigurazioni nell'arte antica? Su alcune per altro possiamo avere dei dubbi, ma su altre proprio no, vedi ad esempio il caso dello stegosauro cambogiano.



Qui sotto le raffigurazioni di due sfenacodontidi ed in fondo una raffigurazione ingrandita dello stegosauride lexovisauro, "parente" del più famoso stegosauro.
Ctenospondylus

Sfenacodonte

Lexovisauro

Vedi anche gli articoli:

Friday, August 27, 2010

Evoinvoluzione

http://zret.blogspot.com/2010/08/evoinvoluzione.html

Evoinvoluzione

La visione di un universo che cresce ed evolve come un organismo vivente collide con la concezione di un cosmo che è, invece, di per sé un cedimento rispetto ad una perfezione originaria. Forse evoluzione ed involuzione coesistono, sintropia ed entropia si intersecano: la spinta evolutiva paradossalmente potrebbe essere un processo degenerativo o culminare in una cadaverizzazione della coscienza.

In un pensoso articolo intitolato “Prima dell'abisso”, Whitley Strieber, lungi da approcci ingenui allo spinoso tema, considera le implicazioni di un eventuale contatto dell'umanità con esseri non terrestri. Scrive l'autore di Communion: "Quando domandai ad uno dei visitatori quale fosse la sua concezione dell'universo, rispose con la vivida immagine di una bara!". Strieber vede nella struttura biotecnologica degli Altri la conseguenza di un processo che, se da un lato, ha consentito loro di acquisire una formidabile conoscenza del creato sino al punto di manipolare la materia, dall'altro li ha condannati al tedio di chi ormai non ha più alcuno scopo da perseguire.

I visitatori hanno sovrapposto alla “prima natura” (per usare una distinzione che risale a Leopardi), ossia la condizione primigenia, non solo la “seconda natura” di esseri "sociali", ma un terzo strato di tipo tecnologico che ha per sempre assopito la spontaneità vitale. Cercano ora invano qualcosa di cui non serbano neppure il ricordo? In questo iter verso la nullificazione dell'anima pare adombrato il destino dell'umanità. Esistono probabilmente altri percorsi in cui il progresso spirituale prescinde da deviazioni scientifiche e tecniche. In verità, il vero progresso è la stabilità o, meglio, il ritorno ad una situazione primordiale. Il salto non è verso un traguardo più alto, ma il tentativo di risalire. Ogni processo di miglioramento è rimontare di qualche passo su una china che è comunque discendente, un rinviare il momento in cui si toccherà il fondo.

Il moto è la meta. Così, se si perde lo stimolo per l'innovazione, se non si avverte il pungolo della trasformazione (sia pure una chimera), l'esistenza ristagna ed il tutto si tramuta in un gelido sepolcro. Scrisse Samuel Johnson: "La condizione della vita è tale che si è felici, solo in attesa di un cambiamento". Per un motivo simile Leopardi percepiva in parole come "antico" e "lontano" l'incanto dell'indefinito, il fascino dell'indistinto. Vagheggiare l'antico, luogo di una perduta felicità, o immaginare suggestive lontananze nel tempo e nello spazio, sono le uniche consolazioni per un essere confinato nella monade di un presente inafferrabile ed illusorio.

Di fronte al mito positivista dell'avanzamento conoscitivo, ma anche al cospetto del nuovo credo basato sul pensiero che crea, dell'immaginazione che plasma la realtà (versione aggiornata e semplificata della filosofia idealistica, ignara sia della frattura sia dell'irrazionalità del mondo), resta l’attesa di una palingenesi che riporti al Principio. Tendere l'arco è già scoccare la freccia.




Tuesday, July 13, 2010

Il cuculo, il mimetismo e l'evoluzionismo darwiniano

http://scienzamarcia.blogspot.com/2010/07/il-cuculo-il-mimetismo-e.html

Il cuculo, il mimetismo e l'evoluzionismo darwiniano


Il cuculo, è noto, costituisce una rara eccezione nell'ordine degli uccelli per quanto riguarda. l'accudimento della prole. Mentre tutti gli altri uccelli costruiscono con amore e con fatica dei nidi ben strutturati ed accoglienti per deporvi le uova e allevarvi i propri cuccioli, il cuculo non costruisce nidi propri, ma sfrutta quelli costruiti dagli altri uccelli deponendovi il proprio uovo.

Con grande furbizia, verrebbe da dire, la femmina del cuculo toglie un uovo dal nido altrui per sostituirlo con uno dei suoi, molto simile a quello sostituito a parte la dimensione appena maggiore. Per giunta quando si schiude l'uovo del cuculo, il piccolo intruso (che si sviluppa ed esce dal suo guscio molto precocemente) sbatte fuori dal nido i suoi "fratellastri" caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati. In tal modo se il cuculo femmina distrugge 15-20 uova fecondate nei nidi in cui deposita il proprio, il piccolo cuculo una volta nato fa morire tutti i reali destinatari dell'amoroso lavoro dei propri genitori.

Bisogna precisare che quando si parla di cuculo si intende per lo più la specie cuculus canorus, ma solo la metà delle specie appartenenti alla famiglia dei cuculidi fanno altrettanto. Del resto questo fenomeno, detto parassitismo di cova è comune a sette gruppi di uccelli, comprese alcune specie di anatre.

Non sempre però il trucco funziona; le specie che senza volerlo finiscono per ospitare le uova del cuculo nel proprio nido hanno infatti una discreta capacità di riconoscere un uovo estraneo e così estrometterlo dal nido.

Cerchiamo adesso di capire se e come tale fenomeno si possa interpretare all'interno dell'evoluzionismo darwiniano.

La prima cosa che salta all'occhio è (nell'ottica della teoria evoluzionista) il dubbio vantaggio conseguito dalle specie che utilizzano questa forma di parassitismo di cova invece che allevare da sé i propri cuccioli. E non parliamo qui del vantaggio dei genitori del cuculo che fanno meno fatica, perché nell'ottica della selezione naturale il vantaggio di un processo riproduttivo dovrebbe essere appunto sul piano della procreazione e quindi della conservazione della specie.

Dal momento che tutte le altre specie di uccelli si riproducono da migliaia di anni allevando e nutrendo le proprie covate con ottimi risultati in termini di continuazione della specie è difficile vedere quale possa essere il meccanismo selettivo che avrebbe dovuto favorire i cuculidi "parassiti" rispetto agli altri. In effetti la femmina del cuculus canorus depone molte più uova rispetto alle femmine delle specie che ricevono l'ospite indesiderato perché molte uova fecondate e deposte nei nidi altrui vengono riconosciute come intruse. Non sarebbe forse più vantaggioso allora accudire e proprie uova dopo avere costruito un proprio nido, come del resto sanno fare molti uccelli della stessa famiglia? Ed è questo del cuculo e degli altri parassiti di cova un esempio di evoluzione o di involuzione?

In realtà il ragionamento qui sopra delineato può sembrare ozioso, dal momento che nessuno può sapere quali fossero le condizioni ambientali nel momento in cui questi uccelli si sono evoluti (o involuti) perdendo l'istinto di accudire la propria prole e quindi nessuno può escludere tassativamente la presenza in un determinato tempo passato di condizioni che avrebbero favorito una modifica del comportamento di tali uccelli agendo da pressione selettiva.

Ma altrettanto oziosi sono i ragionamenti di chi difende la possibilità che le mutazioni casuali diano luogo a cambiamenti utili, che poi verrebbero tramandati alle generazioni successive a causa della selezione natuarale.

Infatti la cosiddetta "teoria" evoluzionista, come le "teorie" sulla creazione dell'universo non possono a rigore chiamarsi tali, dal momento che non possono essere assoggettate ad un serio controllo scientifico (benché qualche errore o contraddizione al loro interno può far decidere per la loro inconsistenza). Tali tentativi di interpretazioni della realtà (giacché di questo si tratta) non si possono verificare o smentire con esperimenti ripetibili dal momento che sul passato non si fanno esperimenti, e l'osservazione scientifica della natura è ancora troppo giovane perché possa esserci d'aiuto (secondo l'evoluzionismo classico ci vogliono tempi dell'ordine dei centomila anni perchè si manifesti un fenomeno evolutivo).

In questo mi permetto di essere d'accordo col noto fisico italiano Antonino Zichichi (personalità mass-mediatica per la quale non ho per altro troppa simpatia) il quale afferma:

"Diciamo subito che la teoria dell’evoluzione biologica della specie umana non è scienza galileiana. Essa pretende di andare molto al di là dei fatti accertati [...] Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è scienza galileiana. Essa può, al massimo, essere un tentativo interessante per stabilire una correlazione temporale diretta tra osservazioni di fatti ovviamente non riproducibili, obiettivamente frammentari e necessariamente bisognosi di ulteriori repliche [...] Se l’uomo dei nostri tempi avesse una cultura veramente moderna, dovrebbe sapere che la teoria evoluzionistica non fa parte della scienza galileiana. A essa mancano i due pilastri che hanno permesso la grande svolta del milleseicento: la riproducibilità e il rigore. Insomma, mettere in discussione l’esistenza di Dio, sulla base di quanto gli evoluzionisti hanno fino ad oggi scoperto, non ha nulla a che fare con la scienza. Con l’oscurantismo moderno, si.
[Antonino Zichichi, Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo, Il Saggiatore (MI), pp. 82-85].


Sebbene sull'esistenza di Dio ho opinioni molto differenti da quelle di Zichichi il ragionamento non fa una grinza.

Ma veniamo adesso alle coincidenze statistiche davvero strabilianti che si manifestano in questa storia del parassitismo di cova, e che rendono alquanto dubbia l'interpretazione ortodossa dalla scienza evoluzionista.

Il cuculo avrebbe sviluppato per selezione naturale (quindi una per una serie di mutazioni che alla fine ne hanno cambiato il comportamento) l'istinto di fare tutta una serie di cose (che elenco separatamente giacché le mutazioni e la selezione naturale avrebbero dovuto contemporaneamente o in sequenza causare tutte queste modifiche)

1) deporre molte più uova di altri uccelli consimili
2) deporre le proprie uova nei nidi altrui
3) scalzare e sostituire uno ed un solo uovo dal nido altrui di modo che l'inganno non venisse notato troppo facilmente
4) spingere ed estromettere dal nido le uova ed i neonati dei legittimi proprietari del nido
5) adottare un comportamento che spinga i "genitori adottivi" a prendersi cura di loro nonostante la vistose differenze; in effetti i piccoli cuculi, che sono vistosamente più grossi degli altri uccelli, pigolano insistentemente lanciando così un segnale fortissimo che spinge gli involontari genitori adottivi a dar loro da mangiare

Come se ciò non bastasse, perché l'inganno si perpetri ci vuole una concomitante (ed ovviamente casuale, ma è possibile crederlo?) modifica dell'uovo originariamente deposto dalla femmina del cuculo che diventa simile per forma e dimensioni a quello della specie "parassitata".

E che dire allora della vicenda del cuculo passeriforme parassita e della prinia subflava, uno degli ospiti del cuculo?

Leggiamo sul sito cordis europa che:

Sembra che man mano che l'abilità del cuculo passeriforme di infiltrare le proprie uova nel nido della prinia rendendole sempre più simili si affina, allo stesso modo aumenta la capacità della prinia di scoprire gli impostori. Il dott. Spottiswoode spiega, "La prinia depone probabilmente la gamma più variegata di uova al mondo e questo potrebbe essere il risultato della lunga lotta co-evolutiva con il cuculo passeriforme. Le uova sono simili a una banconota in termini della varietà e della complessità dei segni, probabilmente in modo da renderle molto difficili da copiare da parte del parassita."

Da notare quale serie di coincidenza fortuite ci vogliano perché questo benedetto cuculo passeriforme sviluppi per puro caso e per una serie di mutazioni la capacità di deporre simili uova. E se fosse vero che la prinia avesse a sua volta cambiato l'aspetto delle uova per difendersi dal parassitismo del cuculo anche questa mutazione sarebbe dovuta accadere per puro caso.

Ma allora il celebre rasoio di Occam, di cui gli scienziati vanno tanto fieri e del quale si servono per scegliere l'ipotesi più semplice e meno contorta che fine ha fatto?

Il contorsionismo necessario per spiegare gli eventi appena descritti a mezzo di coincidenze statisticamente impossibili si potrebbe evitare ricorrendo a parole che sono per adesso tabù nel campo della scienza ortodossa: intenzionalità dell'evoluzione, influenza della mente sui geni tramite meccanismi epigenetici, campi morfici, telepatia animale, genetica ondulatoria, (vedi anche qui), e perché no, eventi creativi in senso lato.

Ma c'è di più, nelle sue sperimentazioni di laboratori l'uomo ha forzatamente causato milioni di mutazioni nel moscerino della frutta (drosophila melanogaster) senza che si sia mai osservata una mutazione che non fosse degenerativa: un brutto scacco per i teorici dell'evoluzionismo darwinista che si trovano di fronte ad una palese contraddizione.

Se aggiungiamo poi che di recente si è scoperto che il DNA ha una struttura ben più stabile di quanto si immaginava e che esiste il fenomeno del back-up del codice genetico, viene ancora più difficile immaginare che mutazioni casuali possano essere alla base di un'evoluzione operante poi per selezione naturale.

Concludo quindi con una citazione di M. Blondet da Il Timone, n.10 (novembre/dicembre 2000)

Dal 1993, l’autorevolissima Boston Review (la rivista del MIT, la più avanzata università scientifica Usa) accoglie un dibattito in cui biologi, matematici, paleontologi e biochimici attaccano "il dogma evoluzionista", e su basi scientifiche. L’evoluzionismo sostiene che nel DNA avvengono di continuo mutazioni accidentali. Il genetista James Shapiro ricorda invece che le mutazioni del DNA, la "scrittura della vita" (un vero "programma di computer", con tutte le istruzioni per formare un essere vivente, presente sia negli esseri più "primitivi" che dei più "evoluti"), sono rarissime. Perché, dice Shapiro (ecco un’altra notizia che Piero Angela evita di fornirci), "il DNA è fornito di molti apparati di ‘correzione di bozze’, su vari livelli, che riconoscono e rimuovono gli errori occorrenti durante la replicazione del DNA". Il DNA dunque si difende attivamente proprio da quelle casuali accidentalità, in cui i darwinisti identificano il motore dell’evoluzione. Di fatto, il DNA è la struttura più stabile dell’universo. Nei secoli, le lapidi egizie di granito diventano illeggibili; il DNA, fatto di proteine, si riproduce sempre uguale, opponendosi in modo attivo al degrado di tutte le cose. E, impariamo ora, si difende anche dal darwinismo. Le sole mutazioni frequenti sono provocate dall’uomo su animali di laboratorio: con radiazioni nucleari o con agenti chimici che sconvolgono brutalmente la struttura del DNA. è il caso del moscerino della frutta (Drosophila Melanogaster), l’insetto preferito dai genetisti perché produce una generazione nuova ogni mese. Studiato da 80 anni in tutti i laboratori del pianeta, il moscerino è stato costretto a subire milioni di mutazioni. Tutte, nessuna esclusa, diminuiscono la sua attitudine alla vita (mancanza di occhi, di ali, di zampe); gli animaletti mutanti possono vivere solo in laboratorio, grazie alle cure degli sperimentatori; in natura sarebbero morti prima di trasmettere il loro patrimonio genetico ai discendenti. Meno che mai la drosofila ha dato luogo ad altra specie. Tutto ciò induce una nuova generazione di scienziati a sostenere, ormai apertamente, che gli esseri viventi sono il frutto di una "progettazione intelligente" (intelligent design); "è una teoria pienamente scientifica che formuliamo come tale", ha scritto William Dembski, logico-matematico della Notre Dame University.



ARTICOLI CORRELATI

Cosa ci raccontano realmente i fossili?

Darwin e la Betularia, la prova fasulla

Saturday, May 8, 2010

Involuzione

http://zret.blogspot.com/2010/05/involuzione.html

Involuzione

Michael Cremo è un ricercatore statunitense, autore, insieme con il matematico Richard Thompson, di "Archeologia proibita" (la traduzione italiana del titolo è infelice e forviante, poiché il voluminoso saggio tratta per lo più di paleontologia). La sua ultima fatica è "Le origini segrete della razza umana, Le prove scientifiche e spirituali della vera storia dell'umanità", 2008.

Quanto espone Cremo, nelle sue scrupolose opere, contraddice i paradigmi scientifici imperanti, soprattutto nell'ambito della biologia, della paleontologia e della storia antica, collegandosi alle investigazioni di altri studiosi eretici, ma con una visione di più ampio respiro. Cremo, infatti, non resta confinato nell'ambito dell'empiria, ma slarga l'orizzonte verso le dimensioni immateriali. L'establishment scientifico può soltanto ignorare le acquisizioni provenienti dalle ricerche eterodosse o aggredire quanti non si allineano.

La scienza accademica, nonostante qualche timido tentativo di svecchiamento, è ancora quella ottocentesca, di cui Friedrich Nietzsche nella celebre opera "La gaia scienza", denuncia la misera visione meccanicistica. Scrive infatti il filosofo tedesco: "Un'interpretazione scientifica del mondo, come l'intendete voi, potrebbe essere pur sempre una delle più sciocche, cioè tra tutte le possibili interpretazioni del mondo, una delle più povere di senso: un mondo essenzialmente meccanico sarebbe un mondo essenzialmente privo di senso".

Nel campo delle scienze biologiche i dogmi darwiniani sono proclamati a gran voce da accademici aggrappati ad un'assurda teoria in cui il caso e un'inesplicabile differenziazione e presunta evoluzione delle specie viventi generano un guazzabuglio. Noncuranti delle falle e delle incongruenze che minano (uso una voce eufemistica) il neo-darwinismo, gli "scienziati" ortodossi sono simili a soldati che battono in ritirata, ancora inalberando, in un ultimo sussulto di orgoglio, una bandiera lacera.

Il merito maggiore di Michael Cremo, di cui alcune tesi restano opinabili, è l'aver sostituito al falso concetto di evoluzione, il principio contrario di involuzione. L'autore crede che in remote epoche geologiche già esistevano degli uomini, le cui tracce sotto forma soprattutto di reperti litici sono state trovate in gran copia. Egli ritiene pure che antichi abitanti della Terra fossero più evoluti sul piano spirituale e della coscienza rispetto al moderno Sapiens sapiens, constatando come la percezione della realtà si sia, con il passare del tempo, viepiù offuscata e la mente ottusa. Tale ottundimento trova una conferma nei testi della Tradizione che, sebbene con metafore differenti, alludono alla caduta dell'umanità da un primigenio stato di armonia e saggezza ad una condizione di ignoranza (avydia) e separazione.

Le esplorazioni di Cremo palesano qualche tangenza con le pur controverse risultanze di altri scrittori: mi riferisco, ad esempio, al vituperato Zecharia Sitchin cui, quantunque le sue traduzioni del sumero siano molto approssimative e nonostante altri limiti, non si può disconoscere il merito di aver intuito nella sua retrospezione storica sugli Anunnaki, gli sviluppi dell'ingegneria genetica, corroborando la teoria dell'intervento esterno.

Naturalmente, occorrerebbe comprendere il motivo del regresso ed individuarne i fattori (naturali? artificiali? esotici?), ma che l'umanità attuale occupi il segmento finale della parabola è incontestabile. Ancor più saremo rafforzati in questo convincimento, se considereremo il livello infimo in cui è precipitata la comunità "scientifica", rappresentata oggi in Italia (ma all'estero la situazione non è migliore) dai rauchi bardi del C.I.C.A.P.[1] Se questa non è la prova provata dell'involuzione!

[1] Recentemente l'orda barbarica del C.I.C.A.P., dopo aver bivaccato in Report, ha piantato le tende nella trasmissione Rebus, nuova serie. Per il buon De Collanz auspicavamo un decollo, ma paventiamo una decollazione.