L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Monday, May 27, 2013

Plum Island: l’isola maledetta (articolo di Chris Holly)

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Plum Island: l’isola maledetta (articolo di Chris Holly)

Wednesday, May 8, 2013

Bambini del futuro

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Bambini del futuro


Siamo al cospetto di un’intelligenza dietro alla quale qualcosa sta in agguato: questi esseri sono parte di una realtà abnorme e sconcertante per la nostra percezione individuale”. (Anonimo)

Il desolante scenario attuale è rischiarato dalla possibilità che siano nati negli ultimi decenni dei bambini dalle doti straordinarie. Questi bambini, definiti “indaco” e “cristallo”, sarebbero l’avanguardia di una generazione più evoluta.

Nel libro “Awakening: how alien can trasform your life”, Mary Rodwell collega il tema del vagheggiato salto evolutivo alle esperienze di contatto. La Rodwell crede che gli star kids (i bimbi delle stelle) siano il risultato di influssi esterni: esisterebbero delle intelligenze all’origine dell’avvento di un nuovo tipo umano, dotato di maggiori intuizione e consapevolezza. I bambini studiati dalla Rodwell descrivono incontri con creature dai grandi occhi magnetici, senza orecchie e glabre. La loro pelle è grigia, talora azzurrognola, in casi eccezionali verde.

Queste entità trasmettono conoscenze e messaggi inerenti al futuro del pianeta. Talune affermazioni degli star children sono sbalorditive: uno di loro, dieci anni, britannico, ha raccontato che aveva scaricato (?!) nella sua mente una tecnologia complessa per creare portali, varchi verso altri universi. Un altro, australiano, otto anni, ha riferito che sulla Terra esistono degli stargates. Ha aggiunto che egli, periodicamente, sale su un’astronave con due compagni di scuola: nel vascello spaziale i tre si ritrovano in capsule dove non possono muoversi (sic). Vengono sottoposti a visite mediche, su di loro sono eseguiti dei controlli.

Il Dottor William Brown, biologo molecolare, reputa che si stiano verificando dei cambiamenti nel D.N.A. di questi bambini. Egli opina che il D.N.A. silente sia integrato nel corredo genetico della specie ventura, homo novus. Se Essi stessero, invece, compiendo una subdola ibridazione volta a creare un genere degenerato?

Come valutare tali esperienze? Che pensare dell’eventualità di un balzo evolutivo? Notiamo che le circostanze (esami medici, cilindri, U.F.O. triangolari…) e l’iconografia delineate dagli star kids combaciano con quelle riferite da molti rapiti. Ciò non basta a dimostrare che i bambini sono vittime di sequestri, interpretati come emozionanti avventure, tuttavia…

Le conoscenze acquisite dagli experiencers – così ama definirli la Rodwell – potrebbero essere l’effetto collaterale positivo di un’interferenza, di un rapimento. Il diavolo si nasconde nei particolari… e nelle parole: termini, sintagmi ed enunciati usati dai piccoli testimoni come “programmare”, “scaricare le informazioni” “esseri dagli occhi enormi che indossano mantelli” … hanno alcunché di meccanico e di sinistro. Eppure la sensibilità che i bambini dimostrano, l’inclinazione a comunicare con gli animali, le piante, l’acqua persino, sono gemme, anche se forse mal incastonate.

La Rodwell dimostra una certa duttilità. Pur essendo un’esponente dell’ufologia “ottimista”, la ricercatrice non esclude l’azione di civiltà ostili. Ipotizza: “Forse all’interno di una stessa specie esistono gruppi diversi ed agende diverse”.

Intanto sappiamo che è in corso un’operazione di modificazione genetica, ma con fini degenerativi… Può essere che tale attività sia finalizzata proprio a contrastare, ad inibire una crescita dell’umanità. Di passaggio, osserviamo che la metanoia e la palingenesi prescindono da una mera spinta biologica, sebbene essa possa essere di giovamento.

Realtà o illusione? E’ sempre meglio essere guardinghi, pur senza chiudere la porta sull’impossibile che si proietta sull’effettuale. Da troppo tempo si fantastica di mirabili cambiamenti (si pensi alla storia circa gli arresti di massa o all’energia panacea di Keshe): alla fine è il solito nulla di fatto. Dunque a proposito della questione per ora sospendiamo il giudizio: non scartiamo l’evenienza di una svolta né accettiamo a scatola chiusa i doni di Danai, in sembianze di salvatori.


Per approfondire si leggano i seguenti testi: B. Chalker, Hair of the alien, D.N.A. and other forensic evidence of alien abduction, 2005; P. Harris, Gli umani del mondo nuovo, 2013 in X Times n. 54, aprile 2013; M. Rodwell, Awakening: how alien can trasform your life, 2012



Wednesday, January 16, 2013

Il lato oscuro dei dischi volanti: siamo di fronte a qualcosa di malvagio? (articolo di Sean Castell)

http://zret.blogspot.co.uk/2013/01/il-lato-oscuro-dei-dischi-volanti-siamo.html

Il lato oscuro dei dischi volanti: siamo di fronte a qualcosa di malvagio? (articolo di Sean Castell)

Il ricercatore Sean Castell recensisce un libro di Cecil Michael, "Round trip to Hell in a flying saucer". La valutazione è piuttosto equilibrata: Castell evidenzia l’eccezionalità di un testo risalente agli anni ‘50 del XX secolo. Mentre dominava la visione del contattismo volto ad ostentare uno scenario edulcorato con extraterrestri saggi e dall’aspetto attraente, se non angelicato, Michael fu una voce fuori dal coro, con il suo ammonimento a guardare oltre le apparenze. Invero, nell’epoca d’oro dei dischi volanti anche Williamson e Bailey avvertirono dei pericoli di un’operazione “cavallo di Troia”. Oggi, alla luce di ulteriori indagini ed acquisizioni, l’ufologia “pessimista” di Michael trova una giustificazione non irrilevante, sebbene il rischio dell’integralismo e del manicheismo sia dietro l’angolo. Tuttavia, se il saggio di Michael è stato valorizzato tramite una nuova edizione arricchita di recenti contributi, significa che i tempi sono maturi per cominciare a superare interpretazioni ingenue. Di estremo interesse, soprattutto per i risvolti antropologici, è il capitolo dedicato alle creature proteiformi all’interno di un testo il cui limite maggiore risiede nella descrizione dei governi: come sappiamo essi hanno delle immani responsabilità e dipingerli come difensori dei popoli è ridicolo, oltre che inverosimile.

Il mistero di chi sta manipolando i testimoni di U.F.O in tutto il mondo fin dai tempi antichi annovera molte interpretazioni. Usufruendo delle prove disponibili, si può congetturare che gli extraterrestri siano araldi della seconda venuta di Cristo o che siano invasori dal sangue freddo, decisi a colonizzare il nostro pianeta per mezzo di una sapiente combinazione del nostro D.N.A. con il loro.

Esiste anche un’interpretazione meno frequente: che l'attuale fenomeno U.F.O. ed i sequestri alieni siano semplicemente una manifestazione tecnologica degli stessi demoni che tormentarono e cercarono di manipolare l'umanità fin dall'inizio dei tempi. In altre parole, gli alieni grigi non sono una novità ed il loro intento malvagio di base non è mai cambiato.

La seguente affermazione proviene da un'autorità quale Lord Hill-Norton, il defunto ammiraglio a cinque stelle ed ex direttore del Ministero della difesa britannico. L’asserzione di Lord Hill-Norton aiuta a mettere a fuoco questo punto di vista: "Gli U.F.O. sono essenzialmente una questione religiosa piuttosto che una minaccia militare, inoltre si può enucleare un grado di coinvolgimento psichico in quasi tutti i casi. Molto spesso queste esperienze sono sicuramente antitetiche rispetto alla fede cristiana".

Recentemente ho partecipato alla stesura di un nuovo libro su questo lato oscuro dei dischi volanti. Il testo si intitola "Round trip to Hell in a flying saucer" Una parte della pubblicazione è una ristampa di un volume precedente, edito negli anni ’50 del XX secolo da Cecil Michael. Nel libro, Michael descrive un'esperienza di rapimento infernale durante la quale visitò il regno dei dannati da cui in qualche modo tornò miracolosamente con abbastanza lucidità per riferire il vissuto. L’ottica di Michael è esattamente agli antipodi della maggior parte dei resoconti dovuti ai contattisti degli anni ‘50, la maggior parte dei quali descrivono alieni biondi, di bell’aspetto che con compassione avvertono gli uomini del loro possibile destino inerente ad una guerra nucleare ed all’inquinamento ambientale.

Dato che Michael è per il suo tempo una voce fuori dal coro, si potrebbe facilmente liquidare quanto dichiara. Questo, però, non è il caso. Come dimostra tutto il materiale aggiornato che è stato riversato in "Round trip to Hell in a flying saucer", un gran numero di ricercatori e di sequestrati della generazione più recente vedono nel fenomeno U.F.O. qualcosa di satanico e demoniaco.

Due dei nomi più importanti nella ricerca sugli U.F.O., John Keel ed il celebre Jacques Vallée, giunsero alla conclusione che ai dischi volanti soggiace un aspetto parafisico che viene troppo spesso negato dai ricercatori “viti e bulloni”, inclini a valorizzare la dimensione concreta di visitatori provenienti da un altro pianeta a bordo di astronavi tangibili. Non sono pochi, però, gli incontri con gli U.F.O. e con i loro occupanti che si fondono e si confondono con le storie di demoni e con i protagonisti del “piccolo popolo”.

Il libro aggiornato effettivamente presenta alcuni aneddoti spaventosi. Una sezione del libro si occupa dei Jinn, i demoni della tradizione pre-islamica ed islamica, creature in genere più dispettose che malvagie. [...]

All’interno del libro Adam Gorightly si occupa di incontri sessuali tra umani e alieni e discute di come "la Grande Bestia", Aleister Crowley, usò droghe allucinogene e la magia sessuale per evocare entità ultraterrene. Gorightly, nel capitolo "Psychic space age vampires", correla le abductions ai miti antichi che descrivono predatori sessuali. Tim Swartz racconta storie di mutilazioni umane per opera degli occupanti degli U.F.O., un episodio che occorse in una base militare in Texas nel 1956. E’ anche esplorata l'idea che gli alieni-demoni possano nutrirsi dell'energia contenuta nel sangue umano e della sofferenza inflitta agli esseri viventi.

I miei contributi al saggio includono una panoramica delle ipotesi formulate da Keel e da Vallée nonché l’interpretazione del fenomeno per opera del pilota e ricercatore John Lear. John Lear ci ammonisce: quando si vede lo spettacolo sfavillante di un che U.F.O. che si avvicina, è preferibile correre via a rompicollo e non lasciarsi incantare dalla bellezza delle astronavi. Secondo Lear, gli alieni vogliono solo succhiare il midollo della nostra anima: la nostra paura ed umiliazione sono nutrienti per loro.

Ho anche intervistato un pastore in pensione di nome Tom Horn, che racconta la storia di un vero incontro con un’entità demoniaca che è stata confermata da diversi seguaci della sua congregazione. [...]

Ho anche contribuito con un breve capitolo in cui analizzo le opinioni esposte in "Communion" del rapito Whitley Strieber e le ricostruzioni del ricercatore Budd Hopkins, autore di "Intruders". Strieber, quando mi rilasciò un’ìintervista, riconobbe che era molto facile per lui collocare sullo stesso piano gli alieni grigi ed i demoni e che il terrore e l’angoscia delle esperienze resero impossibile distinguerli. Hopkins, d'altra parte, evidenzia che la complessità del fenomeno abduction rende impossibile trarre conclusioni circa l’intrinseca natura degli alieni, discernendoli in benevoli e malvagi. [...]

Nel frattempo, non mancano storie terribili da raccontare circa i lati più sinistri della tradizione ufologica. In un'intervista con Timothy Beckley, editore, Christopher O'Brien indugia sul folklore che circonda creature chiamate "skin-walkers", avvistate nella misteriosa Saint Louis Valley. E’ un luogo che si estende su parte del Colorado e del New Mexico ed è una regione di avvistamenti U.F.O. da diversi decenni. Il termine "skin-walkers" è intercambiabile con "mutaforma" e si riferisce essenzialmente ad una creatura che può cambiare le sue sembianze da umane in animali e viceversa.

"Secondo le conoscenze tradizionali", osserva O'Brien, "gli skinwalkers sono in grado di leggere i pensieri della vittima. Si pensa che siano capaci di imitare qualsiasi suono umano o animale. Questa abilità è talvolta usata per attirare vittime inconsapevoli, chiamandole con la voce di una persona a loro nota con un il verso familiare di un animale. Non bisogna mai fissare gli occhi di un versipellis per evitare che la propria volontà sia soggiogata”.

Qual è il collegamento del governo con tutto questo? Il noto autore Nick Redfern sostiene, in un'intervista a Tim Beckley contenuta in "Final events," che l’esecutivo tempo fa concluse che gli U.F.O. erano di natura demoniaca e che i margini di azione in termini di protezione dei cittadini erano molto risicati. Hanno cominciato a sviluppare un piano per convertire la popolazione al cristianesimo evangelico in modo da offrire un’arma per un combattimento spirituale tale da difendere le proprie anime immortali. Tom Horn, citato sopra in questa recensione, chiama queste persone "guerrieri della preghiera". Egli afferma: "La preghiera fervente del giusto potrebbe essere l’ariete in grado di sfondare l'oppressione demoniaca." [...]

I demoni classici del cristianesimo insieme con gli zombies, i mutaforma, i vampiri, gli incubi ed i succubi sono tutti passati in rassegna in "Round trip to Hell in a flying saucer".[…] Non esiste uno studio altrettanto esaustivo delle valenze oscure collegate alle manifestazioni xenologiche. [...]

Vorrei concludere notando che il fenomeno U.F.O. e persino i rapimenti alieni non sono sempre di natura demoniaca. Ci vorrebbe un libro intero altro per perorare la tesi degli alieni benevoli in modo da completare il quadro delineato all’interno di "Round trip to Hell in a flying saucer" la cui copertina, da sola, con i disegni di Tim Swartz, è agghiacciante. E’ necessario approcciare questo libro con cautela.

Fonte: ufodigest

Wednesday, July 6, 2011

Messaggi dall'universo

http://zret.blogspot.com/2011/07/messaggi-dalluniverso.html

Messaggi dall'universo

L’attuale noioso e stagnante panorama della letteratura ufologica, è stato finalmente avvivato dalla pubblicazione del testo vergato da Stan Romanek, scritto in collaborazione con J. Allan Danelek, Messaggi dall’universo, Milano, 2011.

Romanek è un cittadino del Colorado, i cui incontri con gli extraterrestri sono considerati tra i più documentati. Egli è in possesso di video, di numerose fotografie e di prove fisiche del suo vissuto. Il primo avvistamento di Romanek risale al 27 dicembre 2000. Egli, da allora, sostiene di aver avuto più di cento esperienze individuali.

Romanek ha, in passato, prodotto fotografie di cicatrici sul suo corpo, dovute - stando al testimone - ai suoi rapitori. Egli ha anche esibito fotografie di segni di combustione nel cortile dell'appartamento in cui abita nonché di un U.F.O. mentre decolla. Il contattato ha anche elaborato strane equazioni, la cui autenticità ha causato infuocate controversie. Nel 2003, quando l'uomo viveva in Nebraska, installò una videocamera per riprendere quello che egli pensava fosse un voyeur. Grande fu la sua sorpresa, allorché si accorse che il video mostrava presumibilmente la testa di un furtivo extraterrestre in atto di sbirciare attraverso la finestra di casa.

A Romanek si devono pure delle sibilline predizioni, frutto dei suoi abboccamenti con i visitatori. Egli reputa che l'umanità sia ormai prossima a qualcosa di cruciale: è necessario prepararsi per affrontare il cambiamento che è un bivio. Se non compiamo il passo decisivo per maturare, saremo perduti, sebbene il rapito ritenga che il percorso temporale stia deviando verso una situazione un po' più propizia rispetto a quanto paventato, allontanandoci dal Nuovo ordine mondiale
”.

E’ quanto scrivevo tempo fa, nell'articolo "Le linee temporali", prima che il libro fosse tradotto in italiano. La lettura del volume conferma che l’approccio di Romanek è eccezionale: l’autore è lontano sia dalla saggistica pedantesca ed inconcludente alla Pinotti sia dal superficiale ottimismo dei contattisti. Le aperture, gli addentellati e le convergenze di “Messaggi dall’universo” si focalizzano su domande cruciali: Chi sono? Che cosa vogliono? Sono benevoli o ostili? Il Nostro non risponde, ma offre un vastissimo e, a mio parere, più che credibile campionario di esperienze: grazie a tale inventario si potrà aprire qualche prospettiva. L’insegnamento che si trae dal testo è forse nell’invito a superare il dualismo alieni buoni o alieni cattivi, come schematismi monopolari: si comprende come certe dicotomie siano funzionali al potere ed alle ideologie dominanti. Gli Altri sono gli Altri: le categorie, come sempre, pur comode, vincolano ad una sola interpretazione, ma la realtà è molto più complessa, contraddittoria, talvolta spaventosa, di come la concepiamo.

E’ vero che alcune ipotesi di Romanek derivano dalla prassi dell’ìpnosi regressiva, da reputare una breccia attraverso cui si infiltrano entità oscure, più che un affidabile metodo per disseppellire esperienze giacenti nell’inconscio. Nondimeno il ruolo svolto dalle ricostruzioni tramite ipnosi è esiguo, mentre spazio amplissimo assume un’esperienza vissuta sulla propria pelle (letteralmente…): abductions con la loro eredità di microlesioni cutanee ed epistassi, contatti con creature sfuggenti, sfere rosse che sfrecciano nelle stanze, filmati e fotogrammi strabilianti, linee telefoniche sotto controllo, inspiegabili incendi di apparecchiature, pedinamenti…

Sulla storia grava l’ombra dei servizi e pure del governo occulto: Romanek non è uno studioso di cospirazioni, ma si imbatte in sabotaggi e minacce di chiara origine. L’intreccio tra casistica ufologica ed interessi strategici è inestricabile e Romanek ne dà conto con l’ingenuità ma la schiettezza tipica del cittadino medio, il cui ordinario consenso nei confronti delle istituzioni può essere incrinato solo dall’irruzione nella vita dello straordinario.

Mi limito ad elencare alcuni temi dell’opera, poiché anche solo sfiorarli tutti richiederebbe troppo tempo. Sono contenuti da approfondire e da comparare con altri disseminati nella saggistica non solo xenologica: la commistione tra fenomenologia U.F.O. e manifestazioni metapsichiche, il dodicesimo pianeta, i ponti di Einstein-Rosen, il legame tra l’idioma dei visitatori e l’aramaico, l’energia del punto zero, l’apertura di un portale nel 2012, l’ipercubo, i Grigi e le Mantidi, gli esperimenti genetici e gli ibridi…

Romanek, che probabilmente non è informato circa la bio-geoingegneria, per serendipità ci fornisce delle utili chiavi di lettura più di tanti ricercatori, magari ancora atrofizzati sullo scopo della manipolazione climatica. Le complicate equazioni prodotte da Romanek sembrano riguardare la possibilità di influire sul continuum spazio-temporale, attraverso l’uso dell’energia elettrodinamica(?): è quanto, secondo fonti attendibili, stanno tentando i militari per mezzo del binomio chimica ed elettromagnetismo. Sempre in modo involontario, il testimone chiarisce per quale motivo gli aerei chimici siano tanto spesso impegnati a dissolvere le nuvole.

Alle disavventure della storia si alternano indugi riflessivi: il più profondo tocca la questione per eccellenza, l’interrogativo su Dio. A pagina 271 si legge: “Grandpa (un presunto Grigio, n.d.r.) ci disse che Dio va di là dalla comprensione umana, ma che anch’essi stanno ancora cercando di capire il concetto di divinità”.

Non siamo i soli nell’universo a porsi domande.


Saturday, April 30, 2011

Predatori di anime

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Predatori di anime

“Predatori di anime” è il secondo episodio della serie a fumetti “The secret”, albo ideato da Giuseppe di Bernardo, cui si devono l’originale soggetto e l’arguta sceneggiatura. In questo numero le tavole sono dell’esordiente Rosario Raho: il suo disegno asciutto e quasi araldico culmina nei quadri di paesaggi notturni in cui Raho riesce a suggerire, miracoli del bianco e nero, la fosforescenza degli U.F.O. La grafica essenziale ben si adatta soprattutto a raffigurare situazioni in cui sono protagonisti dei bambini (i precursori anagrafici degli eroi) con il loro immaginario ingenuo e fantasioso.[1]

La seconda avventura di “The secret”, che vede protagonista lo scanzonato Adam Mack, sviluppa i tratti anti-realistici già presenti in nuce nel primo episodio: lo spazio e soprattutto i piani temporali si moltiplicano e si intersecano, attraverso il gioco dei rimandi, delle analessi e delle psichedeliche esplorazioni dell’inconscio. Si sarebbe tentati di asserire che il cuore pulsante di “Predatori di anime”, non è tanto il tema dei parassiti alieni, ma la riflessione sul tempo: in che misura la dimensione cronologica è “oggettiva”? Il tempo rettilineo, simile al tragitto unidirezionale di una freccia, non è forse una trappola della mente?

Su questo orizzonte euristico si stagliano le vicende di Mack e degli altri personaggi, dai nomi evocativi: Robyn, Soul, Conrad Malcor (l’alter ego di un noto ufologo). Sono figure, se si esclude il “dottore degli alieni”, schizzate con attenzione al ruolo più che alla psicologia, come si conviene ad una storia che, gradatamente, colloca nelle giuste posizioni gli attanti.

Nel districarsi della trama, tra colpi di scena e retrospezioni in bilico tra avventura e lirismo, spesso con un pizzico di brio, si ricostruisce un po’ alla volta l’antefatto. Di Bernardo predilige una narrazione per scatti ed addizioni ad un racconto disteso: la continuità espositiva risulta in questo modo spezzata nell’entralecement con effetti stranianti. Si dura fatica a riavvolgere gli eventi, secondo un processo rassicurante di causa ed effetto, mentre le stesse teorie malanghiane, con un’incursione nella tradizione celtica, perdono qualsiasi tono apodittico, anzi velate come sono di una sottile ironia, si assimilano agli altri ingredienti narrativi.

Nonostante il gusto del racconto per il racconto, il lettore è indotto a porsi il quesito-epigrafe da cui si irradia la storia: “L'uomo è davvero al vertice della piramide alimentare o è a sua volta l'inconsapevole nutrimento di spaventose creature?” Le risposte sono mere ipotesi e le stesse ipotesi si aprono in una raggiera di percorsi più o meno praticabili, ma la domanda non solo è ben posta: è doverosa. Ne va del nostro futuro.

[1] La presentazione porta la firma di Dario Maria Gulli che, insieme con la citazione delle fonti cui si è ispirato “Predatori di anime”, anticipa una collaborazione fra “The secret” ed “X Times”, la rivista diretta dall’ottima Lavinia Pallotta.



Tuesday, February 22, 2011

Ospiti indesiderati

http://zret.blogspot.com/2011/02/ospiti-indesiderati.html

Ospiti indesiderati

Noma è una statunitense che afferma di aver vissuto un’esperienza di contatto con inquietanti creature. La donna era andata a dormire alla solita ora, quando, nel cuore della notte si svegliò all’improvviso: si accorse che un bagliore bluastro inondava la camera da letto. Avvertì poi una scossa elettrica che le attraversava le membra, mentre aveva l’impressione che il chiarore le penetrasse nel corpo. Si trovava, atterrita, in uno stadio convulsivo, quando scorse delle tenebrose figure avvolte in mantelli scuri ed incappucciate. Ella, paralizzata nel letto ed in preda al panico, non riuscì a distinguere i volti degli esseri, ma potè osservare che uno di loro sollevò una croce dorata. L’estraneo esclamò in modo sibillino: “Questa è magia!”. Quindi i visitatori indesiderati si allontanarono dalla stanza: la donna uscì sul poggiolo. Vide che gli alieni, dopo aver attraversato un ruscello, raggiunsero un’astronave che stazionava sopra una collina. Infine Noma sentì un irrefrenabile impulso a tornare nel letto dove si riaddormentò. Durante tutta l’esperienza, il marito della donna continuò a dormire profondamente.

L’aspetto più curioso e pressoché unico di questo caso coincide con la croce vista da Noma: dal racconto e dai quadri ad olio realizzati dalla testimone risulta essere l’ankh egizia, la croce della vita. [1]

La luce bluastra è quasi un invariante delle abductions, mentre la presenza di entità con la testa coperta da un cappuccio è un particolare riferito solo da pochi testimoni. [2] Whitley Strieber, nel celebre Communion, descrive, accanto ai noti Grigi, goffi ufonauti di bassa statura, vestiti con tabarri scuri.

In circostanze già sinistre si insinuano queste scene “gotiche” con alieni o presunti tali che assomigliano a monaci. Non sappiamo se siano il frutto di una percezione manipolata o se, in una certa misura, contengano un quid di “oggettivo”. E’ plausibile che questi singolari “frati” siano una delle forme con cui un’enigmatica intelligenza dagli scopi reconditi ama palesarsi al fine di nascondersi.

[1] Ankh è il geroglifico più noto dell’antico Egitto. Con il simbolo ankh si scrivono il nome “vita” ed il verbo “vivere”. Per la sua somiglianza con la croce cristiana, esso sopravvisse al tramonto della religione egizia e divenne la croce dei Copti, i cristiani monofisiti d’Egitto. Sull’origine e l’essenza del glifo, ricercatori ortodossi ed eretici si sono sbizzarriti: vi è stato visto un po’ di tutto. E’ probabile comunque che il segno adombri l’unione dei due principi cosmici.

[2] Alcuni ricercatori asseriscono che l’azzurro è il colore dell’etere.

Fonti:

Discovery science, Gli alieni sono tra noi
Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, Novara, 1998, 2005, s.v. ankh
W. Strieber, Communion, Milano, 1988 passim




Wednesday, August 25, 2010

Il rapimento di Myrna Hansen: un’operazione dei militari?

http://zret.blogspot.com/2010/08/il-rapimento-di-myrna-hansen.html

Il rapimento di Myrna Hansen: un’operazione dei militari?

Myrna Hansen, una donna di ventotto anni e suo figlio di sei, videro cinque U.F.O. planare su un pascolo, mentre ella stava guidando verso casa, in una strada rurale di Cimarron, New Mexico, il 5 maggio del 1980. La Hansen ebbe un missing time di quattro ore e confuse memorie di un rapimento. In seguito, mediante una seduta di ipnosi regressiva, la donna ricordò quanto avvenuto. Secondo la sua ricostruzione, due figure in tute bianche erano uscite da una delle astronavi per dirigersi verso una mucca che mutilarono con un coltello da diciotto pollici.

La sventurata rammentò di essere stata catturata, insieme con il figlioletto e che furono condotti su navi separate. Alla malcapitata, che invano tentò di resistere, furono tolti i vestiti. Fu poi sottoposta ad un esame che fu interrotto da un uomo alto: costui si scusò e ordinò che gli alieni fossero puniti per la loro azione.

Poi guidò la Hansen in un giro all’interno dell’aeronave. L’ U.F.O. quindi decollò: ella vide un paesaggio che credette fosse ad occidente di Las Cruces ed un’altra zona nei paraggi di Roswell. Quindi fu portata in una base sotterranea. Qui riuscì fugacemente ad introdursi in un luogo dove l’attendeva un orrido spettacolo. Si trovò, infatti, in una stanza in cui erano allineati dei contenitori pieni di un liquido: nei cilindri galleggiavano parti di corpi umani [ vedi filmato ]. La Hansen fu trascinata fuori da tale area. Fu allora sottoposta, assieme al figlio, ad un doloroso processo di condizionamento che coinvolse rumori assordanti e lampi. Infine i due sequestrati furono riportati a bordo dell'U.F.O. che volò verso il sito in cui era stato perpetrato il rapimento.

Il caso della Hansen fu indagato dal noto psichiatra ed ufologo Leo Sprinkle e dall'ingegnere Paul Bennewitz. Essi furono impressionati dagli agghiaccianti particolari della storia: la visione dei cilindri, la mutilazione ed il dissanguamento di bovini all’interno dell’installazione ipogea, gli impianti che gli extraterrestri(?), prima di rilasciare le vittime, avevano inserito nel loro organismo, con il fine di controllarli a distanza.

Roberto Malini, che, però, non precisa la fonte da cui ricava l’informazione, afferma che il ratto fu compiuto da militari camuffati da Grigi. I militari impiantarono nella Hansen e nel figlio un microprocessore controllato dalla base di Manzano, nel New Mexico.

L’episodio, qui compendiato, sembrerebbe essere la dimostrazione o di una cooperazione tra alieni malevoli e terrestri o che le abductions sono opera dell’esercito, come sostenuto da vari ricercatori, tra cui Helmut Lammer che coniò pure il termine “milabs” (crasi di “military abductions”).

Il caso della Hansen, che annovera gli ingredienti tipici dei rapimenti, è uno dei pochi che si può connettere alle M.A.M., misteriose mutilazioni animali. La vicinanza degli eventi alla struttura militare di Manzano indurrebbe ad ipotizzare il coinvolgimento, in questi misfatti, dei servizi segreti che si prefiggono – secondo certi autori - l’obiettivo di suscitare nell’opinione pubblica odio e sospetto verso i visitatori. Le false abductions rientrano nella attività di guerra psicologica per condizionare cittadini usati come cavie, attraverso la somministrazione di psico-farmaci, l’uso della realtà virtuale, le sevizie, l’ipnosi e l’impianto di microsensori. I suoni rintronanti e le luci corrusche con cui culminò l’esperienza della Hansen e del figlio paiono indicare un’operazione di plagio percettivo e psichico affinché la vittima si convinca che il rapimento è legato ai soliti Grigi.

E’ arduo fornire una risposta definitiva in merito. Certo è che l’”Intelligence” ha molte scelleratezze da nascondere e non solo nel campo ufologico-xenologico. Il “rilascio” di informazioni in materia di avvistamenti U.F.O., per opera di governi ed autorità, è solo e sempre depistaggio o una forma raffinata di censura.

Fonti:

Autore non indicato, Abduction of Myrna Hansen, 2009
G. Casale, La saga delle E.B.E., 2005
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. abduction


Articolo correlato: F. Lamendola, Due casi ufologici brasiliani di terrestri uccisi dal “raggio della morte” di creature aliene, 2010




Monday, August 16, 2010

Joseph

http://zret.blogspot.com/2010/08/joseph.html

Joseph

Il caso di Alan Godfrey, risalente al 28 novembre 1980, è uno dei più noti esempi britannici di presunto rapimento alieno. In qualità di ufficiale di polizia nel West Yorkshire, in una fredda ed umida mattina, alle 5.15, l'uomo era impegnato nella ricerca di alcuni capi di bestiame, di cui era stata denunciata la scomparsa, quando ebbe la ventura di imbattersi in un grande oggetto posto di traverso sulla strada di Todmorden. L'oggetto assomigliava ad una trottola: la sua veloce rotazione scuoteva le fronde degli alberi ed i cespugli. La superficie bagnata della strada risultava asciugata laddove si librava l’U.F.O. Secondo la descrizione dell'agente, nella parte centrale dell'aeromobile si apriva una fila di finestre, mentre la parte inferiore ruotava. Godfrey ebbe la presenza di spirito di disegnare l'oggetto su un taccuino per i rapporti.

Una volta sparito l'ordigno, l'agente scoprì di trovarsi più in basso lungo la carrozzabile, senza, però, ricordarsi di essersi ivi recato. Interrogato sotto ipnosi, egli rammentò di essere stato sequestrato e portato a bordo dell'U.F.O. e di essere stato esaminato su un tavolo. A bordo del disco, l'uomo aveva incontrato un essere barbuto dalle sembianze umane. Costui, solennemente avviluppato in un tabarro bianco, gli rivelò di chiamarsi Joseph. Nell'astronave, si trovavano anche altre creature alte un metro e dieci circa, dalle teste a forma di lampada. Gli alieni comunicarono telepaticamente, affermando che sarebbero tornati. Godfrey, attraverso sedute di regressione, tenute da uno psichiatra di Manchester, aggiunse altri particolari: ricordò che il motore dell'auto si era spento all'improvviso e delle interferenze sul telefono della vettura. Dopo che l'abitacolo fu inondato da una luce abbacinante, egli perse coscienza. Godfrey ritrasse gli ufonauti di bassa statura come simili ad androidi: la descrizione del rapito evoca i classici Grigi, anche se con qualche differenza.

Godfrey venne licenziato in seguito al clamore suscitato dalla divulgazione della sua esperienza.

Un aspetto inquietante della vicenda – non mi consta sia stato approfondito dai ricercatori - è la sparizione del bestiame, evento da cui principiò l'avventura di Godfrey. E’ noto che, in alcuni casi, si rileva la scomparsa di animali da allevamento (per lo più mucche, cavalli e pecore) in concomitanza con l’avvistamento di strane luci nella notte. Questi animali sono spesso poi ritrovati, ma morti e con alcuni organi asportati.

La circostanza più singolare coincide con la figura di Joseph che, nella sua ieraticità e nel nome, contiene un quid di “biblico”, come osservò lo stesso Godfrey. Quest’aura sacrale di Joseph (un mascheramento? Una mistificazione?) ricorda il vissuto dell’ingegnere statunitense Brian Scott che riferì di essersi imbattuto a Garden Grove, in California il 22 dicembre del 1975, in un essere semitrasparente che si presentò come The Host (L’Ospite). Così si espresse il testimone: “Host parlava con una voce il cui suono richiamava un qualche tipo di linguaggio computerizzato. La voce sembrava uscire da me: era una voce interiore che, però, non era mia. L’entità affermò che io ero tutt’uno con lui. Ripeté: ‘Io sono, io sono’. Steiger nota una reminiscenza con intento blasfemo del nome con cui Dio si palesò a Mosé sul Monte Sinai: infatti YHWH dovrebbe significare “Io sono colui che sono” o “Io sono colui che è” o meglio “Io sono colui che sarà”.


Fonti:

J. Randles, Le regole dell’Ufologia, 1998
Id.,
Police constable Alan Godfrey's abduction in West Yorkshire, England
Z. A. , Abduction nel mondo, 2007


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Thursday, July 29, 2010

Chi ruba giacinti?

http://zret.blogspot.com/2010/07/chi-ruba-giacinti.html

Chi ruba giacinti?

"Chi ruba giacinti?" E' questo il titolo di un romanzo tedesco. Piante, animali e specialmente uomini scompaiono dalla Terra nelle maniere più impensate. Pullulano le congetture sulle cause delle inesplicabili sparizioni, finché un anziano scienziato riesce a sciogliere l'enigma: gli scomparsi sono stati rapiti e trasportati su un satellite artificiale costruito dagli abitanti di un lontano pianeta. Gli alieni sono in procinto di invadere la Terra. Nel loro attrezzatissimo laboratorio spaziale, i cosmonauti studiano la struttura ed il comportamento degli esseri che popolano "il mondo dell'ossigeno".

L'opera narrativa, edita negli anni '60 del XX secolo, pare anticipare la saga dei rapimenti. Ogni anno circa tremila persone scompaiono tra Stati Uniti d'America e Regno Unito: di loro si perde ogni traccia. In non pochi casi purtroppo, si tratta di bambini che finiscono tra le grinfie di adepti appartenenti a sette abominevoli.

Alcuni sequestri, come è noto, sono attribuiti a presunti alieni, altri ai militari talora in combutta con gli extraterrestri. Sono episodi che non determinano, però, la sparizione della persona, perché il malcapitato viene prelevato diverse volte per essere poi rilasciato, spesso senza ricordi o con ricordi molto sfocati dell'evento. Sui fini di tali rapimenti, è tutto un ventaglio di ipotesi: si va dallo scopo di ibridazione umano-aliena al trasferimento di memorie, dal fine di studio all'istruzione e preparazione dei rapiti in vista di epocali accadimenti futuri...

Queste abductions testimoniano una silenziosa invasione? Si ha talora l'impressione che alcuni uomini siano sostituiti da cloni: è uno scenario da libro di fantascienza, eppure potrebbe spiegare perché certe persone paiono trasformate in involucri vuoti. Dove finiscono i rapiti di cui non si sa più alcunché? In un'altra dimensione? Su una microluna come nel romanzo sopra citato? Scivolano, attraverso un crepaccio, in un altro tempo? E' plausibile che, nel caso di scienziati e di ricercatori scomodi per il sistema, essi vengano prelevati ed eliminati o costretti a continuare i loro studi in totale segretezza, sotto la rigida sorveglianza dei loro carcerieri.

Fortunatamente, alcuni rapimenti falliscono: la notte del 13 settembre 1953 fu perpetrato un tentativo di ratto a Brovst, in Danimarca, ai danni di una donna che tornava in bicicletta da un paese vicino. Due possenti creature si staccarono d'un tratto dagli alberi, si lanciarono sulla vittima, cominciando a trascinarla verso l'aperta campagna. La donna si salvò, divincolandosi con tutte le sue forze dagli aggressori e gettandosi in un torrente: il giorno dopo, interrogata sull'accaduto, dichiarò che le era parso non trattarsi di uomini, ma di creature mostruose, le cui membra mandavano riverberi dorati. Non una parola né un ansito erano sfuggiti ai sequestratori durante la lotta. La malcapitata, venendo a contatto con i loro corpi, non aveva incontrato né un tessuto né pelle, ma "qualcosa di freddo e ruvido, come le squame dei pesci".




Saturday, May 29, 2010

U.F.O. e potere

http://zret.blogspot.com/2010/05/ufo-e-potere.html

U.F.O. e potere

Molti si chiedono per quale motivo i governi si ostinino a non rilasciare informazioni sugli U.F.O. (molti sono velivoli terrestri) e sugli alieni. Essi ritengono che le notizie centellinate, gli archivi messi a disposizione del pubblico, files con i rapporti circa gli avvistamenti, non siano bastevoli per fugare i dubbi e chiarire una volta per tutte il mistero sugli oggetti volanti non identificati e le civiltà extraterrestri. Bisogna avere un'idea davvero ingenua degli esecutivi e degli stati, in cui non esistono - come taluno afferma - apparati deviati, poiché gli stati sono deviati per definizione. Bisogna essere degli sprovveduti per pensare che le autorità decidano di svelare novità destabilizzanti.

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Che il governo segreto planetario da decenni dispone di tecnologie che potrebbero affrancare l'umanità dalla dipendenza dai combustibili fossili? Come si potrebbe soggiogare l'umanità con la fandonia dell'effetto serra da biossido di carbonio e come potrebbero le multinazionali lucrare ingenti profitti? E' assodato che i militari dispongono di conoscenze e di ritrovati che, se applicati nel mondo civile, risolverebbero ipso facto tutte le più gravi questioni energetiche, economiche, ecologiche, sanitarie... Come potrebbero, però, le abominevoli classi dirigenti adottare la strategia problema-reazione-risoluzione senza l'abbrivo del problema? Come potrebbero controllare i popoli e dirigerli verso un invocato totalitarismo?

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Che alcuni governi hanno stipulato patti criminali con entità infide, svendendo gli uomini, ridotti a capi di bestiame, in cambio di tecnologie esotiche? Che i vertici mondiali sono certi di conquistare il dominio totale del pianeta, con la collaborazione degli Altri? Che da secoli (o forse da millenni) l'umanità è schiacciata da forze oscure e sanguinarie?

Che cosa dovrebbero, infatti, dichiarare? Dovrebbero ammettere che i militari perpetrano i rapimenti (Milabs)? Che si combatte una guerra invisibile? Che la meta finale non è il controllo delle risorse, ma quello delle menti e, in un delirio di faustiana hybris, l'egemonia sulla vita e sulla natura stessa.

Sono queste ed altre le tetre verità che i potenti dovrebbero divulgare, dimostrando di essere degli ipocriti, dei bugiardi e dei pervertiti, loro che amano ostentare saggezza, rettitudine e disinteresse. Sarebbero rivelazioni sconvolgenti in grado di delegittimare una classe di parassiti, suscettibili di esautorarla del suo immondo ed illegale potere.

Dunque è necessario che le verità siano censurate o filtrate o intrecciate a credibili menzogne. Forse un giorno, quando sin l'ultimo cittadino sarà trasformato in suddito, in automa radiocomandato, queste ed altre circostanze saranno mostrate in mondovisione. Allora, dopo una lunga e spasmodica attesa, il servo reagirà con un annoiato sbadiglio.