Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Friday, January 15, 2016
Saturday, July 12, 2014
Misteriose mutilazioni animali anche nel lontano passato?
http://zret.blogspot.it/2014/07/misteriose-mutilazioni-animali-anche.html
Misteriose mutilazioni animali anche nel lontano passato?

Le "mutilazioni animali"
sono un fenomeno noto anche come "mysterious animals mutilations"
(M.A.M.) e che occorre da circa quarant'anni anni negli Stati Uniti, in
Canada, in America meridionale, Australia ed Europa. Qualche caso è
stato segnalato pure in Africa. Nell'aprile del 1971, i casi di
mutilazione di bestiame aumentarono improvvisamente negli Stati Uniti,
specialmente nel Nuovo Messico ed in Colorado. Furono reperite
all'interno di allevamenti e fattorie carcasse di bovini sgozzati,
dissanguati, privi di occhi, di orecchie, degli organi riproduttivi e di
altri parti del corpo.
Linda Moulton Howe, giornalista, scrittrice e regista di documentari scientifici, è la maggiore studiosa delle M.A.M.: ella ha passato in rassegna le principali ipotesi esplicative dell'inquietante fenomeno, contribuendo in parte a diffondere l'idea degli alieni macellai.
Linda Moulton Howe, giornalista, scrittrice e regista di documentari scientifici, è la maggiore studiosa delle M.A.M.: ella ha passato in rassegna le principali ipotesi esplicative dell'inquietante fenomeno, contribuendo in parte a diffondere l'idea degli alieni macellai.
n.d.eSSSe
Qui apro una parentesi, tanto per rendere l'idea:
Linda Moulton Howe, born January 20, 1944, is an American investigative journalist and documentary producer-writer-director-editor. She is best known as a ufologist and advocate of a variety of conspiracy theories. She is well known for her investigations of cattle mutilations, and her conclusion that they are of extraterrestrial origin. She is also noted for her speculations that the U.S. government is involved with aliens.
e qui chiudo la parentesi.
Secondo
vari ricercatori, le mutilazioni del bestiame possono essere ricondotte
alle seguenti cause: l'aggressione di animali selvatici; l'azione di
roditori, corvidi ed altri volatili necrofagi su bovini ed ovini morti
per malattia; riti satanici; messaggi cruenti legati ad organizzazioni
criminali presenti nel mondo degli allevatori; mistificazioni. Alcuni
studiosi scettici di fronte all'assenza degli organi interni, chiamano
in causa l'autolisi, un processo decompositivo a causa del quale gli
organi interni si trasformano in un fluido che si disperde all'interno
del corpo degli animali. Costoro tendono a sorvolare sulle incisioni
molto precise con cui è tagliata e staccata la pelle degli animali:
paiono incisioni praticate con strumenti laser. La sofisticata tecnica
chirurgica, la cauterizzazione, l'assenza di tracce attorno alle
carcasse dei poveri animali ed il pur occasionale avvistamento di U.F.O.
in concomitanza con le M.A.M. hanno indotto alcuni ufologi ad
attribuirle ad extraterrestri carnefici.
Mentre solo in qualche caso sono stati scorti oggetti volanti non identificati, molti testimoni hanno riferito di aver visto, in coincidenza con le M.A.M, silenziosi elicotteri privi di contrassegni identificativi: si può congetturare che i militari siano implicati in queste sanguinose operazioni o come alleati di intrusi ostili o autonomamente, forse per incolpare i visitatori di queste scelleratezze, al fine di demonizzarli e con lo scopo di intorbidare le acque.
Tempo fa ebbi un’istruttiva conversazione con Ghigo di "Freeskies". Ci chiedevano se l’inquietante problema fosse una prerogativa di questi ultimi decenni o se fossero noti casi di mutilazione animale pure nelle epoche trascorse e riportati quindi da autori antichi e medievali. Ad esempio, l’autore latino Giulio Ossequente (secolo IV d.C.), nel Prodigiorum liber (ne conosciamo la parte che copre gli anni dal 190 al 12 a.C.), silloge di episodi portentosi, desunti da Livio e dalle liste dei consoli, non accenna ad alcunché di riconducibile alle M.A.M.
Avevamo concluso, anche se in forma dubitativa, che il fenomeno in esame fosse appannaggio dei nostri tempi feroci. Tuttavia, rileggendo un classico dell’ufologia, “Messaggeri di illusioni” di Jacques Vallée, mi sono imbattuto in un’informazione che, almeno in parte, smentisce quanto stabilito. Nel capitolo intitolato “Una vacca per il N.O.R.A.D.”, Vallée ripercorre le esperienze narrate da un un allevatore sudafricano di nome Anton Fitzgerald.
“Fitzgerald nella metà degli anni ‘60 del XX secolo, insieme con un agricoltore, Jock Marrais, stava scendendo il declivio di un colle in una splendida mattina. All’improvviso i due scorsero un ‘bizzarro bagliore rossastro’ sopra il sentiero della fattoria a circa duecento metri di distanza. Il gregge di pecore, nel recinto situato accanto al sentiero, si era diviso in due gruppi a semicerchio, ai lati opposti del fulgore. Gli animali fissavano immobili la luce. Fitzgerald sulle pagine della rivista dedicata all’aviazione “Wings over Africa” annotò attraverso un’efficace similitudine: ‘Le pecore mi ricordavano della limatura di ferro su un foglio di carta attorno ad una calamita’. Il chiarore cominciò ad alzarsi verticalmente senza produrre il minimo suono. Il mandriano ispezionò la zona e notò che mancava una vecchia pecora. Gli ritornò alla mente la leggenda degli Zulu del Sole rosso che si leva dritto nel cielo dopo aver divorato qualche capo di bestiame appartenente alla tribù. Anche i nativi americani Cherokee hanno una leggenda simile con l’astro che si solleva a perpendicolo nel firmamento”.
Dunque qualcuno da tempo immemorabile preleva e divora il bestiame? Chi è questo aguzzino? Per quale ragione questa scelleratezza si è intensificata negli ultimi decenni sino a coinvolgere anche animali domestici che, in precedenza, non ne erano vittime? Domande che gli ufologi ottimisti continueranno ad ignorare.
Fonti:
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. Mutilazioni animali
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, p. 214-215
Mentre solo in qualche caso sono stati scorti oggetti volanti non identificati, molti testimoni hanno riferito di aver visto, in coincidenza con le M.A.M, silenziosi elicotteri privi di contrassegni identificativi: si può congetturare che i militari siano implicati in queste sanguinose operazioni o come alleati di intrusi ostili o autonomamente, forse per incolpare i visitatori di queste scelleratezze, al fine di demonizzarli e con lo scopo di intorbidare le acque.
Tempo fa ebbi un’istruttiva conversazione con Ghigo di "Freeskies". Ci chiedevano se l’inquietante problema fosse una prerogativa di questi ultimi decenni o se fossero noti casi di mutilazione animale pure nelle epoche trascorse e riportati quindi da autori antichi e medievali. Ad esempio, l’autore latino Giulio Ossequente (secolo IV d.C.), nel Prodigiorum liber (ne conosciamo la parte che copre gli anni dal 190 al 12 a.C.), silloge di episodi portentosi, desunti da Livio e dalle liste dei consoli, non accenna ad alcunché di riconducibile alle M.A.M.
Avevamo concluso, anche se in forma dubitativa, che il fenomeno in esame fosse appannaggio dei nostri tempi feroci. Tuttavia, rileggendo un classico dell’ufologia, “Messaggeri di illusioni” di Jacques Vallée, mi sono imbattuto in un’informazione che, almeno in parte, smentisce quanto stabilito. Nel capitolo intitolato “Una vacca per il N.O.R.A.D.”, Vallée ripercorre le esperienze narrate da un un allevatore sudafricano di nome Anton Fitzgerald.
“Fitzgerald nella metà degli anni ‘60 del XX secolo, insieme con un agricoltore, Jock Marrais, stava scendendo il declivio di un colle in una splendida mattina. All’improvviso i due scorsero un ‘bizzarro bagliore rossastro’ sopra il sentiero della fattoria a circa duecento metri di distanza. Il gregge di pecore, nel recinto situato accanto al sentiero, si era diviso in due gruppi a semicerchio, ai lati opposti del fulgore. Gli animali fissavano immobili la luce. Fitzgerald sulle pagine della rivista dedicata all’aviazione “Wings over Africa” annotò attraverso un’efficace similitudine: ‘Le pecore mi ricordavano della limatura di ferro su un foglio di carta attorno ad una calamita’. Il chiarore cominciò ad alzarsi verticalmente senza produrre il minimo suono. Il mandriano ispezionò la zona e notò che mancava una vecchia pecora. Gli ritornò alla mente la leggenda degli Zulu del Sole rosso che si leva dritto nel cielo dopo aver divorato qualche capo di bestiame appartenente alla tribù. Anche i nativi americani Cherokee hanno una leggenda simile con l’astro che si solleva a perpendicolo nel firmamento”.
Dunque qualcuno da tempo immemorabile preleva e divora il bestiame? Chi è questo aguzzino? Per quale ragione questa scelleratezza si è intensificata negli ultimi decenni sino a coinvolgere anche animali domestici che, in precedenza, non ne erano vittime? Domande che gli ufologi ottimisti continueranno ad ignorare.
Fonti:
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. Mutilazioni animali
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, p. 214-215
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Pubblicato da quel boccalone di
Zret
Sunday, July 6, 2014
Jacques Bordas: il preludio del Contattismo (seconda ed (speriamo) ultima parte)
http://zret.blogspot.it/2014/07/jacques-bordas-il-preludio-del.html
Jacques Bordas: il preludio del Contattismo (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.
Conferme, smentite, interpretazioni
Il caso in esame fu studiato dall’ufologo iberico Antonio Ribera. Ribera concluse che la storia di Bordas era più credibile rispetto a quella di altri contattisti come Adamski, perché numerosi testimoni ribadirono le sue dichiarazioni: ad esempio, molte persone a Casteil ricordavano l’etre etrange. Lo stesso sindaco raccontò che gli aveva domandato di esibire i documenti, ma lo staniero ipnotizzò il borgomastro che dimenticò la richiesta.
In anni più recenti tre investigatori dell’associazione ufologica francese LDLN si recarono a Casteil per trovare convalide delle conclusioni cui era giunto Ribera: il sindaco, il signor Nou, smentì l’episodio sopra riportato; altri testimoni confermarono in parte fatti occorsi.
Intervistato da Jacques Vallée, Bordas sembrò sincero e, a differenza di quasi tutti gli altri contattisti, avvertì che “là fuori ci sono delle forze luciferine”. Rivelò al matematico francese che l’alieno da lui incontrato gli aveva comunicato di provenire da Titano.
Il caso contiene gli ingredienti tipici del contattismo, ma se ne discosta pure. Peculiari sono le rivelazioni circa un’umanità prigioniera del suo egocentrismo, la necessità di evolvere, le disquisizioni sulla natura del cosmo e della coscienza; aberrante è l’atteggiamento razionale e persino critico di Bordas che, a differenza di molti cultisti, non manifestò mai il contegno dell’emissario intento a diffondere alati messaggi trasmessi dai “fratelli dello spazio”. Le sembianze del visitatore sono, invece, in linea con alcuni resoconti di contattisti e contattati: le fattezze sono nordiche, ma gli occhi oblunghi conferiscono un’aria orientale. Ad esempio, è descritto con gli occhi a mandorla l’ufonauta che plagiò il giornalista Claude Vorilhon, noto con lo pseudonimo di Rael.
Le somiglianze maggiori si notano con le esperienze di Orgeo Angelucci e Maurizio Cavallo. L’italo-statunitense Orfeo Angelucci, tecnico che lavorava per la Lockheed a Burbank, in California, fu, secondo il suo racconto, prescelto da abitanti di un altro pianeta, come destinatario di un messaggio per l’umanità, in cui si riscontrano quei temi destinati a diventare nei decenni successivi motivi conduttori della frangia contattista. Tutto era cominciato nel 1952 con l’avvistamento di un disco verde fluorescente cui erano seguiti alcuni rendez-vous con un essere cordiale e sensibile che Angelucci chiamò Nettuno. Costui trasmise al giovane informazioni di tipo scientifico-tecnologico oltre ad insegnamenti filosofici. Non mancò la previsione, divenuta poi quasi un tòpos delle comunicazioni da mondi lontani, di un futuro conflitto nucleare. L’esperienza di Angelucci culminò a bordo di un aeromobile durante un tour nello spazio, quando, in una sorta d’iniziazione, sentì allargarsi in modo inimmaginabile la sua coscienza, tanto da fargli avvertire l’infinita miseria della condizione umana. Egli così comprese che il tempo non esiste, che la vita terrena è solo una fase di un lungo percorso spirituale. Le informazioni più singolari furono tuttavia altre: i visitatori possono facilmente mimetizzarsi tra noi; esistono oggetti extraterrestri invisibili, se non ai radar; certi dischi sono dei cervelli elettronici, quasi delle macchine pensanti; i vertici militari delle superpotenze intendono mettere a punto delle armi spaziali per colpire e distruggere le aeronavi aliene.
Maurizio Cavallo, alias Jhlos, nato a Vercelli nel 1952, all’età di trent’anni, fu prelevato da alieni dall’aspetto umano, ma dalla cultura e dalla saggezza notevolmente superiori a quella della nostra specie. I rapitori, originari del pianeta Clarion, nella Chioma di Berenice, sottoposero Cavallo ad un processo di trasformazione fisica, psicologica e spirituale: costretto ad apprendere abilità e conoscenze inconcepibili per la mente umana, Jhlos cominciò a scrivere poesie, a dipingere quadri surreali ed a comporre musiche stranamente arcaiche. Dagli abitanti di Clarion egli ricevette pure il dono della scienza delle cose passate e future in modo da rievocare la storia di civiltà scomparse e da preannunciare per l’umanità un’era di grande trasformazione, un’opportunità che, però, per la sua follia potrebbe anche perdere. L’esperienza di Cavallo, simile ad un sogno ad occhi aperti, magnifico e terribile al tempo stesso, sfociata in una trasformazione per molti versi traumatica, non s’incentra sulla missione tesa a divulgare messaggi, secondo lo stile di tanti contattisti.
Che cosa pensare delle vicende occorse a Bordas, antesignano del Contattismo? Occorrerà sospendere il giudizio in attesa di raccogliere altri dati che possano ratificare o smentire quanto riferito, quantunque la distanza temporale renda disagevole riaprire questo cold case.
Fonti:
A. Ribera, Gli UFO: processo con testimoni, Milano, 1975
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, Milano, 1984
Conferme, smentite, interpretazioni
Il caso in esame fu studiato dall’ufologo iberico Antonio Ribera. Ribera concluse che la storia di Bordas era più credibile rispetto a quella di altri contattisti come Adamski, perché numerosi testimoni ribadirono le sue dichiarazioni: ad esempio, molte persone a Casteil ricordavano l’etre etrange. Lo stesso sindaco raccontò che gli aveva domandato di esibire i documenti, ma lo staniero ipnotizzò il borgomastro che dimenticò la richiesta.
In anni più recenti tre investigatori dell’associazione ufologica francese LDLN si recarono a Casteil per trovare convalide delle conclusioni cui era giunto Ribera: il sindaco, il signor Nou, smentì l’episodio sopra riportato; altri testimoni confermarono in parte fatti occorsi.
Intervistato da Jacques Vallée, Bordas sembrò sincero e, a differenza di quasi tutti gli altri contattisti, avvertì che “là fuori ci sono delle forze luciferine”. Rivelò al matematico francese che l’alieno da lui incontrato gli aveva comunicato di provenire da Titano.
Il caso contiene gli ingredienti tipici del contattismo, ma se ne discosta pure. Peculiari sono le rivelazioni circa un’umanità prigioniera del suo egocentrismo, la necessità di evolvere, le disquisizioni sulla natura del cosmo e della coscienza; aberrante è l’atteggiamento razionale e persino critico di Bordas che, a differenza di molti cultisti, non manifestò mai il contegno dell’emissario intento a diffondere alati messaggi trasmessi dai “fratelli dello spazio”. Le sembianze del visitatore sono, invece, in linea con alcuni resoconti di contattisti e contattati: le fattezze sono nordiche, ma gli occhi oblunghi conferiscono un’aria orientale. Ad esempio, è descritto con gli occhi a mandorla l’ufonauta che plagiò il giornalista Claude Vorilhon, noto con lo pseudonimo di Rael.
Le somiglianze maggiori si notano con le esperienze di Orgeo Angelucci e Maurizio Cavallo. L’italo-statunitense Orfeo Angelucci, tecnico che lavorava per la Lockheed a Burbank, in California, fu, secondo il suo racconto, prescelto da abitanti di un altro pianeta, come destinatario di un messaggio per l’umanità, in cui si riscontrano quei temi destinati a diventare nei decenni successivi motivi conduttori della frangia contattista. Tutto era cominciato nel 1952 con l’avvistamento di un disco verde fluorescente cui erano seguiti alcuni rendez-vous con un essere cordiale e sensibile che Angelucci chiamò Nettuno. Costui trasmise al giovane informazioni di tipo scientifico-tecnologico oltre ad insegnamenti filosofici. Non mancò la previsione, divenuta poi quasi un tòpos delle comunicazioni da mondi lontani, di un futuro conflitto nucleare. L’esperienza di Angelucci culminò a bordo di un aeromobile durante un tour nello spazio, quando, in una sorta d’iniziazione, sentì allargarsi in modo inimmaginabile la sua coscienza, tanto da fargli avvertire l’infinita miseria della condizione umana. Egli così comprese che il tempo non esiste, che la vita terrena è solo una fase di un lungo percorso spirituale. Le informazioni più singolari furono tuttavia altre: i visitatori possono facilmente mimetizzarsi tra noi; esistono oggetti extraterrestri invisibili, se non ai radar; certi dischi sono dei cervelli elettronici, quasi delle macchine pensanti; i vertici militari delle superpotenze intendono mettere a punto delle armi spaziali per colpire e distruggere le aeronavi aliene.
Maurizio Cavallo, alias Jhlos, nato a Vercelli nel 1952, all’età di trent’anni, fu prelevato da alieni dall’aspetto umano, ma dalla cultura e dalla saggezza notevolmente superiori a quella della nostra specie. I rapitori, originari del pianeta Clarion, nella Chioma di Berenice, sottoposero Cavallo ad un processo di trasformazione fisica, psicologica e spirituale: costretto ad apprendere abilità e conoscenze inconcepibili per la mente umana, Jhlos cominciò a scrivere poesie, a dipingere quadri surreali ed a comporre musiche stranamente arcaiche. Dagli abitanti di Clarion egli ricevette pure il dono della scienza delle cose passate e future in modo da rievocare la storia di civiltà scomparse e da preannunciare per l’umanità un’era di grande trasformazione, un’opportunità che, però, per la sua follia potrebbe anche perdere. L’esperienza di Cavallo, simile ad un sogno ad occhi aperti, magnifico e terribile al tempo stesso, sfociata in una trasformazione per molti versi traumatica, non s’incentra sulla missione tesa a divulgare messaggi, secondo lo stile di tanti contattisti.
Che cosa pensare delle vicende occorse a Bordas, antesignano del Contattismo? Occorrerà sospendere il giudizio in attesa di raccogliere altri dati che possano ratificare o smentire quanto riferito, quantunque la distanza temporale renda disagevole riaprire questo cold case.
Fonti:
A. Ribera, Gli UFO: processo con testimoni, Milano, 1975
J. Vallée, Messaggeri di illusioni, Milano, 1984
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
Pubblicato da
Zret
Wednesday, February 27, 2013
Mondi cibernetici ed iperdimensionali: da Philip K. Dick a Giorgio Grati (seconda parte)
Ancora questo incompetente che osa parlare di Dick.
http://zret.blogspot.co.uk/2013/02/mondi-cibernetici-ed-iperdimensionali_23.html
http://zret.blogspot.co.uk/2013/02/mondi-cibernetici-ed-iperdimensionali_23.html
Mondi cibernetici ed iperdimensionali: da Philip K. Dick a Giorgio Grati (seconda parte)
Leggi qui la prima parte.
Nel marzo del 1972, durante un viaggio a Vancouver, soffrì per due settimane di vuoti di memoria. Alcuni anni dopo riferì a Tessa di essere stato rapito da uomini della mafia (o da men in black?). I loschi figuri l’avevano portato in giro in una limousine, subissandolo di domande.
In un'altra visione, Dick asserì di aver incontrato alcuni esseri grigi con tre (!) occhi bionici. I Grigi erano chiusi in sfere di vetro. Gli androidi erano in una stanza in cui si trovavano degli elaboratori, con cui operavano tecnici sovietici.
Dick era sottoposto a sorveglianza per opera dell’Intelligence? Senza dubbio, ma a fini di persecuzione o di sperimentazione? Questo è arduo da stabilire, come è difficile orizzontarsi nella sue produzione ed esistenza visionarie, discernere tra fantasia e realtà.
Dick ha avuto una vita sociale molto gratificante, contando molti scrittori di fantascienza nella sua cerchia di amici e conoscenti. Una persona che certamente ha considerato Dick un amico fu Ira Einhorn, rinchiuso in una prigione degli Stati Uniti, dopo la sua estradizione dalla Francia con l'accusa di aver ucciso nel 1977 la fidanzata, Holly Maddox. Tra la fine degli anni ‘60 ed i primi anni ‘70 del XX secolo, Einhorn fondò l’"Invisible college", un sodalizio di scrittori, pensatori, scienziati, attivisti e uomini d'affari tra i quali si discutevano idee eccentriche in ambito filosofico e scientifico e dove furono forse prodotti apparati tecnologici. Tra gli aderenti al cenacolo, annoveriamo l'astronauta Edgar Mitchell, il fisico Jack Sarfatti, lo parapsicologo Andrija Puharich e l’ufologo Jacques Vallée.
L’ossessione di Einhorn fu il lavoro svolto negli Stati Uniti ed altrove circa la telepatia, il controllo mentale ed il remote viewing, la visione a distanza. Egli sostenne che le sue conoscenze a proposito di tali programmi spinsero la C.I.A. ad uccidere la povera Maddox per poi incolpare lui.
Nel 1977, nel suo intervento al Festival della fantascienza di Metz, Dick affermò che le sue esperienze paranormali lo avevano persuaso che i suoi romanzi ed i racconti erano in un certo senso “veri”. L'autore credeva di ricordare una vita precedente molto diversa. Pensava che la realtà in cui viviamo sia fittizia, una sorta di programma generato da un gigantesco computer, dove ci accorgiamo che accade qualcosa di strano, solo quando una variabile viene mutata. I déjà vu, secondo il narratore statunitense, potrebbero essere indizi che in un qualche punto del passato una variabile è stata modificata: da ciò scaturirebbe una realtà alternativa. Il tempo non è reale: gli uomini percepiscono il tempo in cui ritengono di essere, ma invero si trovano in un’altra epoca. Le discrepanze cronologiche che egli visse così drammaticamente, ma che noi tutti esperiamo, prima o poi, attraverso i déjà vu, ne sarebbero la prova.
Le speculazioni di Dick, inerenti alla natura della realtà e che preludono in parte alla “filosofia” della saga “Matrix”, si inquadrano in quella che potremmo definire “ipotesi tecno-ufologica”, ossia un’intepretazione secondo cui gli Altri sono androidi o addirittura il nostro pianeta (o dimensione?) è il risultato di un programma informatico.
Nel marzo del 1972, durante un viaggio a Vancouver, soffrì per due settimane di vuoti di memoria. Alcuni anni dopo riferì a Tessa di essere stato rapito da uomini della mafia (o da men in black?). I loschi figuri l’avevano portato in giro in una limousine, subissandolo di domande.
In un'altra visione, Dick asserì di aver incontrato alcuni esseri grigi con tre (!) occhi bionici. I Grigi erano chiusi in sfere di vetro. Gli androidi erano in una stanza in cui si trovavano degli elaboratori, con cui operavano tecnici sovietici.
Dick era sottoposto a sorveglianza per opera dell’Intelligence? Senza dubbio, ma a fini di persecuzione o di sperimentazione? Questo è arduo da stabilire, come è difficile orizzontarsi nella sue produzione ed esistenza visionarie, discernere tra fantasia e realtà.
Dick ha avuto una vita sociale molto gratificante, contando molti scrittori di fantascienza nella sua cerchia di amici e conoscenti. Una persona che certamente ha considerato Dick un amico fu Ira Einhorn, rinchiuso in una prigione degli Stati Uniti, dopo la sua estradizione dalla Francia con l'accusa di aver ucciso nel 1977 la fidanzata, Holly Maddox. Tra la fine degli anni ‘60 ed i primi anni ‘70 del XX secolo, Einhorn fondò l’"Invisible college", un sodalizio di scrittori, pensatori, scienziati, attivisti e uomini d'affari tra i quali si discutevano idee eccentriche in ambito filosofico e scientifico e dove furono forse prodotti apparati tecnologici. Tra gli aderenti al cenacolo, annoveriamo l'astronauta Edgar Mitchell, il fisico Jack Sarfatti, lo parapsicologo Andrija Puharich e l’ufologo Jacques Vallée.
L’ossessione di Einhorn fu il lavoro svolto negli Stati Uniti ed altrove circa la telepatia, il controllo mentale ed il remote viewing, la visione a distanza. Egli sostenne che le sue conoscenze a proposito di tali programmi spinsero la C.I.A. ad uccidere la povera Maddox per poi incolpare lui.
Nel 1977, nel suo intervento al Festival della fantascienza di Metz, Dick affermò che le sue esperienze paranormali lo avevano persuaso che i suoi romanzi ed i racconti erano in un certo senso “veri”. L'autore credeva di ricordare una vita precedente molto diversa. Pensava che la realtà in cui viviamo sia fittizia, una sorta di programma generato da un gigantesco computer, dove ci accorgiamo che accade qualcosa di strano, solo quando una variabile viene mutata. I déjà vu, secondo il narratore statunitense, potrebbero essere indizi che in un qualche punto del passato una variabile è stata modificata: da ciò scaturirebbe una realtà alternativa. Il tempo non è reale: gli uomini percepiscono il tempo in cui ritengono di essere, ma invero si trovano in un’altra epoca. Le discrepanze cronologiche che egli visse così drammaticamente, ma che noi tutti esperiamo, prima o poi, attraverso i déjà vu, ne sarebbero la prova.
Le speculazioni di Dick, inerenti alla natura della realtà e che preludono in parte alla “filosofia” della saga “Matrix”, si inquadrano in quella che potremmo definire “ipotesi tecno-ufologica”, ossia un’intepretazione secondo cui gli Altri sono androidi o addirittura il nostro pianeta (o dimensione?) è il risultato di un programma informatico.
Pubblicato da
Zret, poi mi spieghi perche' c'e' strakerenemy nelle label...
Wednesday, January 16, 2013
Il lato oscuro dei dischi volanti: siamo di fronte a qualcosa di malvagio? (articolo di Sean Castell)
http://zret.blogspot.co.uk/2013/01/il-lato-oscuro-dei-dischi-volanti-siamo.html
Il lato oscuro dei dischi volanti: siamo di fronte a qualcosa di malvagio? (articolo di Sean Castell)
Il
ricercatore Sean Castell recensisce un libro di Cecil Michael, "Round
trip to Hell in a flying saucer". La valutazione è piuttosto
equilibrata: Castell evidenzia l’eccezionalità di un testo risalente
agli anni ‘50 del XX secolo. Mentre dominava la visione del contattismo
volto ad ostentare uno scenario edulcorato con extraterrestri saggi e
dall’aspetto attraente, se non angelicato, Michael fu una voce fuori dal
coro, con il suo ammonimento a guardare oltre le apparenze. Invero,
nell’epoca d’oro dei dischi volanti anche Williamson e Bailey
avvertirono dei pericoli di un’operazione “cavallo di Troia”. Oggi, alla
luce di ulteriori indagini ed acquisizioni, l’ufologia “pessimista” di
Michael trova una giustificazione non irrilevante, sebbene il rischio
dell’integralismo e del manicheismo sia dietro l’angolo. Tuttavia, se il
saggio di Michael è stato valorizzato tramite una nuova edizione
arricchita di recenti contributi, significa che i tempi sono maturi per
cominciare a superare interpretazioni ingenue. Di estremo interesse,
soprattutto per i risvolti antropologici, è il capitolo dedicato alle
creature proteiformi all’interno di un testo il cui limite maggiore
risiede nella descrizione dei governi: come sappiamo essi hanno delle
immani responsabilità e dipingerli come difensori dei popoli è ridicolo,
oltre che inverosimile.
Il mistero di chi sta manipolando i testimoni di U.F.O in tutto il mondo fin dai tempi antichi annovera molte interpretazioni. Usufruendo delle prove disponibili, si può congetturare che gli extraterrestri siano araldi della seconda venuta di Cristo o che siano invasori dal sangue freddo, decisi a colonizzare il nostro pianeta per mezzo di una sapiente combinazione del nostro D.N.A. con il loro.
Esiste anche un’interpretazione meno frequente: che l'attuale fenomeno U.F.O. ed i sequestri alieni siano semplicemente una manifestazione tecnologica degli stessi demoni che tormentarono e cercarono di manipolare l'umanità fin dall'inizio dei tempi. In altre parole, gli alieni grigi non sono una novità ed il loro intento malvagio di base non è mai cambiato.
La seguente affermazione proviene da un'autorità quale Lord Hill-Norton, il defunto ammiraglio a cinque stelle ed ex direttore del Ministero della difesa britannico. L’asserzione di Lord Hill-Norton aiuta a mettere a fuoco questo punto di vista: "Gli U.F.O. sono essenzialmente una questione religiosa piuttosto che una minaccia militare, inoltre si può enucleare un grado di coinvolgimento psichico in quasi tutti i casi. Molto spesso queste esperienze sono sicuramente antitetiche rispetto alla fede cristiana".
Recentemente ho partecipato alla stesura di un nuovo libro su questo lato oscuro dei dischi volanti. Il testo si intitola "Round trip to Hell in a flying saucer" Una parte della pubblicazione è una ristampa di un volume precedente, edito negli anni ’50 del XX secolo da Cecil Michael. Nel libro, Michael descrive un'esperienza di rapimento infernale durante la quale visitò il regno dei dannati da cui in qualche modo tornò miracolosamente con abbastanza lucidità per riferire il vissuto. L’ottica di Michael è esattamente agli antipodi della maggior parte dei resoconti dovuti ai contattisti degli anni ‘50, la maggior parte dei quali descrivono alieni biondi, di bell’aspetto che con compassione avvertono gli uomini del loro possibile destino inerente ad una guerra nucleare ed all’inquinamento ambientale.
Dato che Michael è per il suo tempo una voce fuori dal coro, si potrebbe facilmente liquidare quanto dichiara. Questo, però, non è il caso. Come dimostra tutto il materiale aggiornato che è stato riversato in "Round trip to Hell in a flying saucer", un gran numero di ricercatori e di sequestrati della generazione più recente vedono nel fenomeno U.F.O. qualcosa di satanico e demoniaco.
Due dei nomi più importanti nella ricerca sugli U.F.O., John Keel ed il celebre Jacques Vallée, giunsero alla conclusione che ai dischi volanti soggiace un aspetto parafisico che viene troppo spesso negato dai ricercatori “viti e bulloni”, inclini a valorizzare la dimensione concreta di visitatori provenienti da un altro pianeta a bordo di astronavi tangibili. Non sono pochi, però, gli incontri con gli U.F.O. e con i loro occupanti che si fondono e si confondono con le storie di demoni e con i protagonisti del “piccolo popolo”.
Il libro aggiornato effettivamente presenta alcuni aneddoti spaventosi. Una sezione del libro si occupa dei Jinn, i demoni della tradizione pre-islamica ed islamica, creature in genere più dispettose che malvagie. [...]
All’interno del libro Adam Gorightly si occupa di incontri sessuali tra umani e alieni e discute di come "la Grande Bestia", Aleister Crowley, usò droghe allucinogene e la magia sessuale per evocare entità ultraterrene. Gorightly, nel capitolo "Psychic space age vampires", correla le abductions ai miti antichi che descrivono predatori sessuali. Tim Swartz racconta storie di mutilazioni umane per opera degli occupanti degli U.F.O., un episodio che occorse in una base militare in Texas nel 1956. E’ anche esplorata l'idea che gli alieni-demoni possano nutrirsi dell'energia contenuta nel sangue umano e della sofferenza inflitta agli esseri viventi.
I miei contributi al saggio includono una panoramica delle ipotesi formulate da Keel e da Vallée nonché l’interpretazione del fenomeno per opera del pilota e ricercatore John Lear. John Lear ci ammonisce: quando si vede lo spettacolo sfavillante di un che U.F.O. che si avvicina, è preferibile correre via a rompicollo e non lasciarsi incantare dalla bellezza delle astronavi. Secondo Lear, gli alieni vogliono solo succhiare il midollo della nostra anima: la nostra paura ed umiliazione sono nutrienti per loro.
Ho anche intervistato un pastore in pensione di nome Tom Horn, che racconta la storia di un vero incontro con un’entità demoniaca che è stata confermata da diversi seguaci della sua congregazione. [...]
Ho anche contribuito con un breve capitolo in cui analizzo le opinioni esposte in "Communion" del rapito Whitley Strieber e le ricostruzioni del ricercatore Budd Hopkins, autore di "Intruders". Strieber, quando mi rilasciò un’ìintervista, riconobbe che era molto facile per lui collocare sullo stesso piano gli alieni grigi ed i demoni e che il terrore e l’angoscia delle esperienze resero impossibile distinguerli. Hopkins, d'altra parte, evidenzia che la complessità del fenomeno abduction rende impossibile trarre conclusioni circa l’intrinseca natura degli alieni, discernendoli in benevoli e malvagi. [...]
Nel frattempo, non mancano storie terribili da raccontare circa i lati più sinistri della tradizione ufologica. In un'intervista con Timothy Beckley, editore, Christopher O'Brien indugia sul folklore che circonda creature chiamate "skin-walkers", avvistate nella misteriosa Saint Louis Valley. E’ un luogo che si estende su parte del Colorado e del New Mexico ed è una regione di avvistamenti U.F.O. da diversi decenni. Il termine "skin-walkers" è intercambiabile con "mutaforma" e si riferisce essenzialmente ad una creatura che può cambiare le sue sembianze da umane in animali e viceversa.
"Secondo le conoscenze tradizionali", osserva O'Brien, "gli skinwalkers sono in grado di leggere i pensieri della vittima. Si pensa che siano capaci di imitare qualsiasi suono umano o animale. Questa abilità è talvolta usata per attirare vittime inconsapevoli, chiamandole con la voce di una persona a loro nota con un il verso familiare di un animale. Non bisogna mai fissare gli occhi di un versipellis per evitare che la propria volontà sia soggiogata”.
Qual è il collegamento del governo con tutto questo? Il noto autore Nick Redfern sostiene, in un'intervista a Tim Beckley contenuta in "Final events," che l’esecutivo tempo fa concluse che gli U.F.O. erano di natura demoniaca e che i margini di azione in termini di protezione dei cittadini erano molto risicati. Hanno cominciato a sviluppare un piano per convertire la popolazione al cristianesimo evangelico in modo da offrire un’arma per un combattimento spirituale tale da difendere le proprie anime immortali. Tom Horn, citato sopra in questa recensione, chiama queste persone "guerrieri della preghiera". Egli afferma: "La preghiera fervente del giusto potrebbe essere l’ariete in grado di sfondare l'oppressione demoniaca." [...]
I demoni classici del cristianesimo insieme con gli zombies, i mutaforma, i vampiri, gli incubi ed i succubi sono tutti passati in rassegna in "Round trip to Hell in a flying saucer".[…] Non esiste uno studio altrettanto esaustivo delle valenze oscure collegate alle manifestazioni xenologiche. [...]
Vorrei concludere notando che il fenomeno U.F.O. e persino i rapimenti alieni non sono sempre di natura demoniaca. Ci vorrebbe un libro intero altro per perorare la tesi degli alieni benevoli in modo da completare il quadro delineato all’interno di "Round trip to Hell in a flying saucer" la cui copertina, da sola, con i disegni di Tim Swartz, è agghiacciante. E’ necessario approcciare questo libro con cautela.
Fonte: ufodigest
Il mistero di chi sta manipolando i testimoni di U.F.O in tutto il mondo fin dai tempi antichi annovera molte interpretazioni. Usufruendo delle prove disponibili, si può congetturare che gli extraterrestri siano araldi della seconda venuta di Cristo o che siano invasori dal sangue freddo, decisi a colonizzare il nostro pianeta per mezzo di una sapiente combinazione del nostro D.N.A. con il loro.
Esiste anche un’interpretazione meno frequente: che l'attuale fenomeno U.F.O. ed i sequestri alieni siano semplicemente una manifestazione tecnologica degli stessi demoni che tormentarono e cercarono di manipolare l'umanità fin dall'inizio dei tempi. In altre parole, gli alieni grigi non sono una novità ed il loro intento malvagio di base non è mai cambiato.
La seguente affermazione proviene da un'autorità quale Lord Hill-Norton, il defunto ammiraglio a cinque stelle ed ex direttore del Ministero della difesa britannico. L’asserzione di Lord Hill-Norton aiuta a mettere a fuoco questo punto di vista: "Gli U.F.O. sono essenzialmente una questione religiosa piuttosto che una minaccia militare, inoltre si può enucleare un grado di coinvolgimento psichico in quasi tutti i casi. Molto spesso queste esperienze sono sicuramente antitetiche rispetto alla fede cristiana".
Recentemente ho partecipato alla stesura di un nuovo libro su questo lato oscuro dei dischi volanti. Il testo si intitola "Round trip to Hell in a flying saucer" Una parte della pubblicazione è una ristampa di un volume precedente, edito negli anni ’50 del XX secolo da Cecil Michael. Nel libro, Michael descrive un'esperienza di rapimento infernale durante la quale visitò il regno dei dannati da cui in qualche modo tornò miracolosamente con abbastanza lucidità per riferire il vissuto. L’ottica di Michael è esattamente agli antipodi della maggior parte dei resoconti dovuti ai contattisti degli anni ‘50, la maggior parte dei quali descrivono alieni biondi, di bell’aspetto che con compassione avvertono gli uomini del loro possibile destino inerente ad una guerra nucleare ed all’inquinamento ambientale.
Dato che Michael è per il suo tempo una voce fuori dal coro, si potrebbe facilmente liquidare quanto dichiara. Questo, però, non è il caso. Come dimostra tutto il materiale aggiornato che è stato riversato in "Round trip to Hell in a flying saucer", un gran numero di ricercatori e di sequestrati della generazione più recente vedono nel fenomeno U.F.O. qualcosa di satanico e demoniaco.
Due dei nomi più importanti nella ricerca sugli U.F.O., John Keel ed il celebre Jacques Vallée, giunsero alla conclusione che ai dischi volanti soggiace un aspetto parafisico che viene troppo spesso negato dai ricercatori “viti e bulloni”, inclini a valorizzare la dimensione concreta di visitatori provenienti da un altro pianeta a bordo di astronavi tangibili. Non sono pochi, però, gli incontri con gli U.F.O. e con i loro occupanti che si fondono e si confondono con le storie di demoni e con i protagonisti del “piccolo popolo”.
Il libro aggiornato effettivamente presenta alcuni aneddoti spaventosi. Una sezione del libro si occupa dei Jinn, i demoni della tradizione pre-islamica ed islamica, creature in genere più dispettose che malvagie. [...]
All’interno del libro Adam Gorightly si occupa di incontri sessuali tra umani e alieni e discute di come "la Grande Bestia", Aleister Crowley, usò droghe allucinogene e la magia sessuale per evocare entità ultraterrene. Gorightly, nel capitolo "Psychic space age vampires", correla le abductions ai miti antichi che descrivono predatori sessuali. Tim Swartz racconta storie di mutilazioni umane per opera degli occupanti degli U.F.O., un episodio che occorse in una base militare in Texas nel 1956. E’ anche esplorata l'idea che gli alieni-demoni possano nutrirsi dell'energia contenuta nel sangue umano e della sofferenza inflitta agli esseri viventi.
I miei contributi al saggio includono una panoramica delle ipotesi formulate da Keel e da Vallée nonché l’interpretazione del fenomeno per opera del pilota e ricercatore John Lear. John Lear ci ammonisce: quando si vede lo spettacolo sfavillante di un che U.F.O. che si avvicina, è preferibile correre via a rompicollo e non lasciarsi incantare dalla bellezza delle astronavi. Secondo Lear, gli alieni vogliono solo succhiare il midollo della nostra anima: la nostra paura ed umiliazione sono nutrienti per loro.
Ho anche intervistato un pastore in pensione di nome Tom Horn, che racconta la storia di un vero incontro con un’entità demoniaca che è stata confermata da diversi seguaci della sua congregazione. [...]
Ho anche contribuito con un breve capitolo in cui analizzo le opinioni esposte in "Communion" del rapito Whitley Strieber e le ricostruzioni del ricercatore Budd Hopkins, autore di "Intruders". Strieber, quando mi rilasciò un’ìintervista, riconobbe che era molto facile per lui collocare sullo stesso piano gli alieni grigi ed i demoni e che il terrore e l’angoscia delle esperienze resero impossibile distinguerli. Hopkins, d'altra parte, evidenzia che la complessità del fenomeno abduction rende impossibile trarre conclusioni circa l’intrinseca natura degli alieni, discernendoli in benevoli e malvagi. [...]
Nel frattempo, non mancano storie terribili da raccontare circa i lati più sinistri della tradizione ufologica. In un'intervista con Timothy Beckley, editore, Christopher O'Brien indugia sul folklore che circonda creature chiamate "skin-walkers", avvistate nella misteriosa Saint Louis Valley. E’ un luogo che si estende su parte del Colorado e del New Mexico ed è una regione di avvistamenti U.F.O. da diversi decenni. Il termine "skin-walkers" è intercambiabile con "mutaforma" e si riferisce essenzialmente ad una creatura che può cambiare le sue sembianze da umane in animali e viceversa.
"Secondo le conoscenze tradizionali", osserva O'Brien, "gli skinwalkers sono in grado di leggere i pensieri della vittima. Si pensa che siano capaci di imitare qualsiasi suono umano o animale. Questa abilità è talvolta usata per attirare vittime inconsapevoli, chiamandole con la voce di una persona a loro nota con un il verso familiare di un animale. Non bisogna mai fissare gli occhi di un versipellis per evitare che la propria volontà sia soggiogata”.
Qual è il collegamento del governo con tutto questo? Il noto autore Nick Redfern sostiene, in un'intervista a Tim Beckley contenuta in "Final events," che l’esecutivo tempo fa concluse che gli U.F.O. erano di natura demoniaca e che i margini di azione in termini di protezione dei cittadini erano molto risicati. Hanno cominciato a sviluppare un piano per convertire la popolazione al cristianesimo evangelico in modo da offrire un’arma per un combattimento spirituale tale da difendere le proprie anime immortali. Tom Horn, citato sopra in questa recensione, chiama queste persone "guerrieri della preghiera". Egli afferma: "La preghiera fervente del giusto potrebbe essere l’ariete in grado di sfondare l'oppressione demoniaca." [...]
I demoni classici del cristianesimo insieme con gli zombies, i mutaforma, i vampiri, gli incubi ed i succubi sono tutti passati in rassegna in "Round trip to Hell in a flying saucer".[…] Non esiste uno studio altrettanto esaustivo delle valenze oscure collegate alle manifestazioni xenologiche. [...]
Vorrei concludere notando che il fenomeno U.F.O. e persino i rapimenti alieni non sono sempre di natura demoniaca. Ci vorrebbe un libro intero altro per perorare la tesi degli alieni benevoli in modo da completare il quadro delineato all’interno di "Round trip to Hell in a flying saucer" la cui copertina, da sola, con i disegni di Tim Swartz, è agghiacciante. E’ necessario approcciare questo libro con cautela.
Fonte: ufodigest
Pubblicato da
Zret
Thursday, December 13, 2012
Karla Turner: quando il dubbio scotta più della verità
http://zret.blogspot.co.uk/2012/12/karla-turner-quando-il-dubbio-scotta.html
Karla Turner: quando il dubbio scotta più della verità
E' meglio tormentarsi nel dubbio che adagiarsi nell'errore. (A. Manzoni)
“La Dottoressa Karla Turner morì di tumore il 9 gennaio 1996, dopo aver ricevuto delle minacce legate alle sue ricerche. Aveva solo quarantottotto anni. Come lei, molte altre persone coinvolte in indagini ufologiche hanno subìto intimidazioni seguite da tumori molto particolari. Molti dei soggetti da lei studiati sono ormai deceduti.[1]
Karla Turner era ed è ampiamente rispettata nella comunità degli ufologi per le sue investigazioni circa i rapimenti. La Turner, conseguito un dottorato di ricerca in studi concernenti la tradizione inglese, fu docente all’università in Texas per più di dieci anni. Nel 1988, però, la donna, suo marito ed il figlio vissero una serie impressionante di esperienze che li costrinsero a riconoscere che erano stati rapiti.
La reazione della Turner fu quella di abbandonare la sua carriera all’interno dell’ateneo e di consacrarsi anima e corpo ad una questione che la coinvolgeva direttamente. Il suo primo libro, "Into the fringe"(1992), dipana i vissuti dell’autrice e dei suoi familiari. Il suo secondo saggio, "Taken: inside the alien-human abduction agenda",(1994) riporta le storie di sequestri di cui furono vittime otto donne le cui vicissitudini includono intrusioni sia esterne sia umane, con risvolti tanto benefici quanto deleteri, in modo da illustrare la natura profondamente complessa del tema. Il suo testo più recente, "Masquerade of Angels" (1994), fu scritto insieme con il sensitivo Ted Rice: il volume racconta la vita di Ted, gli incontri con strane creature la cui identità aleggia in una regione di penombra tra angelico e demoniaco. Karla stava lavorando ad un altro titolo, quando si ammalò al principio del 1995”.
La biografia della compianta Karla Turner è emblematica del destino che attende gli xenologi inclini a scavare in profondità per denunciare l’alleanza scellerata tra militari ed entità mefitiche. Putroppo questo filone di ricerca, oltre ad essere oggetto dei tabù che circondano argomenti eccentrici, è quasi del tutto eclissato dall’ufologia solare pullulante di “angeli in astronave” e di salvatori scafandrati. Nessuno nega l’articolazione e la contraddittorietà delle manifestazioni xenologiche. E’ un dato di fatto, però, che sono quasi sempre i ricercatori “pessimisti” ad essere vessati e neutralizzati, inscenando un improbabile suicidio, con un infarto o qualche altra patologia. All’ostracismo si associa la congiura del silenzio che, nei casi estremi, giunge sino all’eliminazione fisica.
Che cosa scoperse la Turner di tanto scottante da convincere qualcuno ad assassinarla? Se ella si accoda alla linea ermeneutica tracciata da Jacques Vallée e da quegli ufologi che non credono nelle intenzioni benevole di razze aliene, la vera forza della Turner è proprio nella sua riluttanza a formulare un’interpretazione onnicomprensiva, nel bene come nel male. In un suo lucidissimo ma interlocutorio articolo, “Alien abductions in the gingerbread house”, la Turner compie la seguente analisi.
“La Bartholic mi ha insegnato a diffidare di quei ricercatori che pretendono di avere tutte le risposte. Devo ancora sentire di una singola teoria o spiegazione che rappresenti tutti i dati.[2]
Alcuni ricercatori hanno messo in evidenza la successione degli eventi nell'esperienza del rapimento, come l'esame fisico, il prelievo di gameti e la presentazione successiva di un bambino ibrido al rapito. Altri patterns includono l’ avvertimento circa qualche disastro imminente su scala planetaria. Si è tentati di pensare che il chiarimento a proposito delle abductions potrebbe risiedere in questi schemi.
Così i ricercatori annunciano che il problema è risolto. Gli Altri stanno compiendo esperimenti di ibridazione oppure ci viene ripetuto che gli Stranieri sono qui per salvarci affinché non distruggiamo noi stessi ed il nostro pianeta con la violenza, l’uso di droghe, le malattie epidemiche, l'inquinamento e lo sfuttamento indiscriminato delle risorse. Non importa se questi problemi sono peggiorati da quando gli extraterrestri hanno cominciato a visitare la Terra.
I ricercatori più esasperanti di tutti ci assicurano che gli extraterrestri non esistono, che ogni fenomeno dipende dal subconscio. Non importa che molti rapiti sono bambini, troppo piccoli per essere affetti da disturbi psicologici. Allora alcuni psicologi immaginano che gli alieni scaturiscano dall’inconscio collettivo in modo da rispecchiare i nostri fallimenti e le nostre paure. Questa teoria adora particolarmente l'archetipo del Grigio, perché il Grigio ricorda una qualche forma malata fetale di umanità e deve quindi essere un ammonimento oggettivato circa quello che la nostra specie potrebbe diventare, se non si pentirà. Non importa che molti, molti rapiti non hanno contatti con i Grigi, giacché sono vittime di Rettiliani e di Insettoidi, senza dimenticare le creature dall'aspetto totalmente umano, bionde o more.
No, troppi ricercatori sembrano aver trovato una teoria e si aggrappano ad essa a dispetto dei fatti che la contraddicono. Sono queste le idee che dominano l’ufologia. Nondimeno, se il pubblico ha la possibilità di accedere ai dati grezzi, ai rapporti di prima mano dei sequestrati, in particolare di quelli che non hanno alcuna dimestichezza con libri, pellicole e riviste del settore, troverà un modello esegetico molto meno strutturato. Questi casi ‘vergini’ - le persone non contaminate dalla letteratura ufologica - forniscono un quadro impressionante di contatti tra uomini ed alieni”.
Così Karla Turner fu uccisa – poiché di omicidio si trattò – non tanto per le verità che aveva attinto e divulgato, ma per il sano dubbio con cui appannò le certezze di scienziati ed esperti. Sono le sue perplessità a spronare ad un’inchiesta inesausta, mai paga dei risultati acquisiti, preludio di chissà quale sconvolgente rivelazione… Si capisce: le teorie esaustive accontentano il pubblico, lo narcotizzano nell’illusione di aver conquistato il vero. Scoperchiare il vaso di Pandora è molto più scomodo che adagiarsi su un cuscino di convinzioni. Se il cuscino nasconde dei chiodi, pazienza: l’importante è che la fodera sia decorata.
Oggi, complici le speculazioni sulla Nuova era, è soprattutto lo scenario dell’ufologia leziosa a riscuotere successo. Nondimeno è una prospettiva in gran parte edulcorata, distorta: questo orientamento dominante ignora a bella posta tutte le tessere che non possono incastrarsi nell’idillico mosaico. Eppure sono proprio queste piccole, petulanti incongruenze a definire l’intero soggetto dell’affresco.
[1] Altre fonti indicano il 10 gennaio come data del decesso.
[2] Barbara Bartholic è un’investigatrice ufologica che collaborò con il matematico ed astronomo Jacques Vallée. Morì di infarto all’età di settantuno anni.
Fonti: goodreads, alienjigsaw, estiqaatsi
“La Dottoressa Karla Turner morì di tumore il 9 gennaio 1996, dopo aver ricevuto delle minacce legate alle sue ricerche. Aveva solo quarantottotto anni. Come lei, molte altre persone coinvolte in indagini ufologiche hanno subìto intimidazioni seguite da tumori molto particolari. Molti dei soggetti da lei studiati sono ormai deceduti.[1]
Karla Turner era ed è ampiamente rispettata nella comunità degli ufologi per le sue investigazioni circa i rapimenti. La Turner, conseguito un dottorato di ricerca in studi concernenti la tradizione inglese, fu docente all’università in Texas per più di dieci anni. Nel 1988, però, la donna, suo marito ed il figlio vissero una serie impressionante di esperienze che li costrinsero a riconoscere che erano stati rapiti.
La reazione della Turner fu quella di abbandonare la sua carriera all’interno dell’ateneo e di consacrarsi anima e corpo ad una questione che la coinvolgeva direttamente. Il suo primo libro, "Into the fringe"(1992), dipana i vissuti dell’autrice e dei suoi familiari. Il suo secondo saggio, "Taken: inside the alien-human abduction agenda",(1994) riporta le storie di sequestri di cui furono vittime otto donne le cui vicissitudini includono intrusioni sia esterne sia umane, con risvolti tanto benefici quanto deleteri, in modo da illustrare la natura profondamente complessa del tema. Il suo testo più recente, "Masquerade of Angels" (1994), fu scritto insieme con il sensitivo Ted Rice: il volume racconta la vita di Ted, gli incontri con strane creature la cui identità aleggia in una regione di penombra tra angelico e demoniaco. Karla stava lavorando ad un altro titolo, quando si ammalò al principio del 1995”.
La biografia della compianta Karla Turner è emblematica del destino che attende gli xenologi inclini a scavare in profondità per denunciare l’alleanza scellerata tra militari ed entità mefitiche. Putroppo questo filone di ricerca, oltre ad essere oggetto dei tabù che circondano argomenti eccentrici, è quasi del tutto eclissato dall’ufologia solare pullulante di “angeli in astronave” e di salvatori scafandrati. Nessuno nega l’articolazione e la contraddittorietà delle manifestazioni xenologiche. E’ un dato di fatto, però, che sono quasi sempre i ricercatori “pessimisti” ad essere vessati e neutralizzati, inscenando un improbabile suicidio, con un infarto o qualche altra patologia. All’ostracismo si associa la congiura del silenzio che, nei casi estremi, giunge sino all’eliminazione fisica.
Che cosa scoperse la Turner di tanto scottante da convincere qualcuno ad assassinarla? Se ella si accoda alla linea ermeneutica tracciata da Jacques Vallée e da quegli ufologi che non credono nelle intenzioni benevole di razze aliene, la vera forza della Turner è proprio nella sua riluttanza a formulare un’interpretazione onnicomprensiva, nel bene come nel male. In un suo lucidissimo ma interlocutorio articolo, “Alien abductions in the gingerbread house”, la Turner compie la seguente analisi.
“La Bartholic mi ha insegnato a diffidare di quei ricercatori che pretendono di avere tutte le risposte. Devo ancora sentire di una singola teoria o spiegazione che rappresenti tutti i dati.[2]
Alcuni ricercatori hanno messo in evidenza la successione degli eventi nell'esperienza del rapimento, come l'esame fisico, il prelievo di gameti e la presentazione successiva di un bambino ibrido al rapito. Altri patterns includono l’ avvertimento circa qualche disastro imminente su scala planetaria. Si è tentati di pensare che il chiarimento a proposito delle abductions potrebbe risiedere in questi schemi.
Così i ricercatori annunciano che il problema è risolto. Gli Altri stanno compiendo esperimenti di ibridazione oppure ci viene ripetuto che gli Stranieri sono qui per salvarci affinché non distruggiamo noi stessi ed il nostro pianeta con la violenza, l’uso di droghe, le malattie epidemiche, l'inquinamento e lo sfuttamento indiscriminato delle risorse. Non importa se questi problemi sono peggiorati da quando gli extraterrestri hanno cominciato a visitare la Terra.
I ricercatori più esasperanti di tutti ci assicurano che gli extraterrestri non esistono, che ogni fenomeno dipende dal subconscio. Non importa che molti rapiti sono bambini, troppo piccoli per essere affetti da disturbi psicologici. Allora alcuni psicologi immaginano che gli alieni scaturiscano dall’inconscio collettivo in modo da rispecchiare i nostri fallimenti e le nostre paure. Questa teoria adora particolarmente l'archetipo del Grigio, perché il Grigio ricorda una qualche forma malata fetale di umanità e deve quindi essere un ammonimento oggettivato circa quello che la nostra specie potrebbe diventare, se non si pentirà. Non importa che molti, molti rapiti non hanno contatti con i Grigi, giacché sono vittime di Rettiliani e di Insettoidi, senza dimenticare le creature dall'aspetto totalmente umano, bionde o more.
No, troppi ricercatori sembrano aver trovato una teoria e si aggrappano ad essa a dispetto dei fatti che la contraddicono. Sono queste le idee che dominano l’ufologia. Nondimeno, se il pubblico ha la possibilità di accedere ai dati grezzi, ai rapporti di prima mano dei sequestrati, in particolare di quelli che non hanno alcuna dimestichezza con libri, pellicole e riviste del settore, troverà un modello esegetico molto meno strutturato. Questi casi ‘vergini’ - le persone non contaminate dalla letteratura ufologica - forniscono un quadro impressionante di contatti tra uomini ed alieni”.
Così Karla Turner fu uccisa – poiché di omicidio si trattò – non tanto per le verità che aveva attinto e divulgato, ma per il sano dubbio con cui appannò le certezze di scienziati ed esperti. Sono le sue perplessità a spronare ad un’inchiesta inesausta, mai paga dei risultati acquisiti, preludio di chissà quale sconvolgente rivelazione… Si capisce: le teorie esaustive accontentano il pubblico, lo narcotizzano nell’illusione di aver conquistato il vero. Scoperchiare il vaso di Pandora è molto più scomodo che adagiarsi su un cuscino di convinzioni. Se il cuscino nasconde dei chiodi, pazienza: l’importante è che la fodera sia decorata.
Oggi, complici le speculazioni sulla Nuova era, è soprattutto lo scenario dell’ufologia leziosa a riscuotere successo. Nondimeno è una prospettiva in gran parte edulcorata, distorta: questo orientamento dominante ignora a bella posta tutte le tessere che non possono incastrarsi nell’idillico mosaico. Eppure sono proprio queste piccole, petulanti incongruenze a definire l’intero soggetto dell’affresco.
[1] Altre fonti indicano il 10 gennaio come data del decesso.
[2] Barbara Bartholic è un’investigatrice ufologica che collaborò con il matematico ed astronomo Jacques Vallée. Morì di infarto all’età di settantuno anni.
Fonti: goodreads, alienjigsaw, estiqaatsi
Pubblicato da
Zret
Sunday, June 3, 2012
Il fattore Oz
http://zret.blogspot.com/2012/06/il-fattore-oz.html
Il fattore Oz

La rassegna di differenti indirizzi filosofici e scientifici (ma la scienza è solo una delle tante correnti filosofiche) ci conferma che siamo quanto mai lontani non solo dalla Teoria del tutto, da un’unificazione dei molteplici modelli interpretativi del mondo. Non solo, anche se si decide di circoscrivere l’ambito della ricerca al tema delle abductions, ci si impiglia in una rete di contraddizioni, sia pur feconde, tali da impedire di delineare un quadro coerente.
Ormai siamo abituati a maneggiare termini come “materia”, “energia”, “spazio”, “tempo”, “etere”, “coscienza”, persino “akasha”, “entanglement”, “non località”, “ipercomunicazione” etc., ma dobbiamo ammetterlo: se non sappiamo che cosa sia veramente la materia-energia, ancora più disarmati siamo di fronte allo Spirito. Che cos’è la Mente? Che cosa sono gli archetipi? Sono reali? Qual è la vera natura, qual è lo statuto della cosiddetta “realtà”?
Sembra comunque – il saggio della Perrucchietti ne è un’indiretta conferma – che non si possa rinunciare ad una forma di dualismo, distinguendo tra una dimensione non ilica da cui, in modo inesplicabile, è generato l’universo – lo si intenda pure come proiezione olografica. Merito del testo è sottolineare come gli uomini (non tutti!) non siano esseri confinati in un involucro caduco, ma scintille di una luce infinita: le vie per riscoprire la propria natura divina sono additate, anche se è arduo infrangere le barriere.
Lascia, invece, un po’ perplessi come in un titolo costruito sulle relazioni con l’invisibile, sia così esiguo lo spazio dedicato alla dominazione dell’umanità. Il cenno alle concezioni gnostiche circa gli Arconti avrebbe potuto costituire l’abbrivo per un’analisi metastorica, in cui il dipanarsi degli eventi è visto come riflesso di una millenaria ed occulta macchinazione. La tendenza a liquidare l’ufologia hard, quella “viti e bulloni”, trascina con sé il rischio di ridimensionare le implicazioni tecnologiche che si conclamano nelle attività di geoingnerizzazione del pianeta e nei deliri del Transumanesimo. Dubitiamo che esseri incorporei siano così condizionati ed ossessionati dalla tecnica. Si potrebbe cercare un modo per armonizzare l’ipotesi multidimensionale con quella interstellare. Perciò, pur condannando il culto di dèi che dei non sono, non escluderemmo in toto le spiegazioni di Biglino et al.
Sono ricostruzioni che si potrebbero applicare ad una parte sola dell’umanità e… delle Potenze.
[1] Di passaggio si osserva che le varie teorie (la fisica quantistica, la teoria delle stringhe, il sistema dei molti mondi, il modello olografico etc.) non riescono a spiegare – forse è tema che non suscita interesse - il mysterium iniquitatis. Il male resta così una specie di ospite ignorato.
Pubblicato da Zret
Leggiamo questi commenti, tanto per inquadrare 'o professò e i suoi adepti, tipo il minchiarella:
2 commenti:
- Leggiamo Platone, indaghiamo, esaminiamo pure questo mistero dell'universo, immaginiamo altri mondi, abbandoniamoci alla fantasia, consoliamoci così, ma pensiamo anche che non abbiamo ancora imparato a vivere.Rispondi
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Che alcune esoforme siano extraterrestri, ossia abitanti di altri pianeti, non esclude che ve ne siano altre provenienti da piani sottili, forse folletti elfi coboldi di Magonia. Gli elementali del magismo rinascimentale, operano indisturbati sul nostro piano di realtà da sempre, e possono benissimo esser scambiati per alieni. I grigi, esoforme prive di anima - ecco perché grigi di colore - anch'essi son presi per creature extraterrestri, in realtà sono automi mascherati da esseri. ma l'elenco è sconfinato, quasi.
Le teorie del Tutto, rimangono teorie più o meno ben formulate, quello che manca è una dottrina sapienzale che dia dei parametri, o meglio, dei dati tradizionali che non sono per questo obsoleti.
Ritorniamo a Platone.