L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

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Monday, July 16, 2012

La questione sumerica

http://zret.blogspot.co.uk/2012/07/la-questione-sumerica.html

La questione sumerica

Serendipità, ossia compiere un’importante ed inattesa scoperta, mentre si sta cercando qualcos’altro. Per serendipità sia Mario Biglino sia Biagio Russo, tentando di venire a capo dello spinoso problema concernente le origini degli esseri umani, hanno rispolverato una possibile verità, già intuita nel 1956 da Poebel, ma a lungo ignorata, anzi ostracizzata. [1]

Qual è dunque tale riscoperta? Indagini linguistiche e filologiche sugli antichi testi (le saghe sumere, la Torah etc.) hanno evidenziato una parentela fra i termini Shumer-Shinar e Shem-Sem, quindi fra l’enigmatico popolo dei Sumeri (“Guardiani"?Teste nere”?) ed i Semiti. L’assenza di riferimenti ai Sumeri nel Pentateuco, se si esclude il cenno alla regione di Shinar, quasi certamente la terra di Sumer, ricorda il silenzio circa gli Esseni(?) nei Vangeli canonici. E’ un silenzio che alcuni esegeti hanno interpretato come l’eventualità di un collegamento, per qualche motivo occultato, tra il Messia e la comunità qumranita.

Ecco che cosa scrive il Professor Biglino: “Nella cosiddetta Tavola delle nazioni (Gen. 10) sono elencati i popoli che abitavano nei territori del Medio Oriente e non solo (Egizi, Assiri, Babilonesi, Cananei, Filistei, Hurriti, Hittiti, Etiopi, Amorrei, Evei, Accadi, quelli di Cipro, Rodi, Tarsi, Ofir…), ma non ci sono i Sumeri. Com’è stato possibile dimenticare proprio il popolo da cui l’Antico Testamento ha addirittura tratto gran parte dei suoi contenuti originali? E’ un’incomprensibile ed imperdonabile dimenticanza? Il sumerologo Kramer ci riconduce agli studi del suo maestro Poebel raccolti in un articolo in cui in sostanza si afferma che gli Ebrei sono i discendenti dei Sumeri. La Bibbia non li cita quindi espressamente perché, quando parla degli Ebrei, parla in realtà di un ramo diretto discendente del popolo che portà la civiltà nel mondo. I Sumeri erano dunque Semiti? Proviamo a rispondere con l’aiuto della Bibbia stessa. Sappiamo (Gen. 10, 21 e segg.) che Shem (Sem), figlio di Noè, ebbe vari figli da cui derivarono popolazioni che la storia conosce molto bene: Ashur, Elam, Aram… Da uno di questi figli discese Eber (Ever), capostipite degli Ebrei.”

Gli accademici hanno osservato che le forme Shumer-Sumer e Shum-Shem sono equivalenti sotto il profilo fonetico: a tali annotazioni bisogna aggiungere che i Sumeri si erano insediati nella Mesopotamia, la patria del patriarca Avram (Gen. 15, 7 e 24, 10), rampollo di Ever e dal cui figlio Isacco prosegue la discendenza geneticamente pura. Le consuetudini matrimoniali seguite da Abramo, Isacco e Giacobbe alias Israele corrispondevano agli usi endogamici dei Sumeri ed ancora prima degli Anunnaki. La Bibbia (Gen. 10, 29-30) infine ci informa a proposito del sito in cui si installò un altro gruppo ebraico, quello dei figli di Ioktan, il cui padre fu Ever: la regione è la Mesha, il territorio dell’attuale Arabia fino a Sefar, l’odierna catena dello Zufar che si snoda lungo il Mare arabico.

Annota Russo: “Secondo gli studi di Kramer, gli antenati dei patriarchi ebrei, lasciato l’Eden, si stabilirono nella terra di Shin'ar, l’antica Sumer. … Nella Bibbia vengono citate quasi tutte le civiltà importanti del Vicino Oriente antico come Egizi, Cananei, Amorrei, Hurriti, Hittiti, Assiri, Babilonesi (i Babilonesi sono gli Amorrei, popolo semita occidentale, n.d.r.) ed altri, ma i Sumeri non vengono indicati. Perché? Viene quasi il dubbio che nella famosa ‘questione sumerica’, i sostenitori della negazione del popolo sumero abbiano ragione… Ora, considerato che, come è comunemente accettato dall’intera comunità degli storici, per figli di Eber si intende il popolo ebreo, non potrebbe ugualmente dirsi che il nome Shem rappresenta l’eponimo del termine Shumer, ovvero la terra di Shumer?” [2]

Come si può constatare, identiche valutazioni storiche e glottologiche, spingono i due ricercatori verso lo stesso lido, cioè ad individuare nei Sumeri i predecessori degli Ebrei (Habiru).

A questo punto, però, sono d’obbligo alcune domande. Pur riconoscendo la rilevanza degli indizi raccolti da Poebel, Kramer, Biglino, Russo et al., restano delle zone d’ombra. Le lingue semitiche palesano una notevole discontinuità rispetto alla parlata dei Sumeri, il cui idioma era agglutinante. Come si spiega tale discrepanza? Se gli Ebrei furono i discendenti diretti dei "Guardiani", Giapeti (Indoeuropei) e Camiti, successori anch’essi di Noè, con quali etnie si mescolarono? In che dose il sangue sumerico-ebreo, dopo tanti secoli, scorre nelle vene degli attuali sedicenti Giudei? Le altre nazioni debbono essere considerate “sumerico-ebraiche” diluite? Esistono ceppi umani non derivanti da Shumer? Siamo di fronte a questioni meramente religiose (gli Israeliti come seguaci di YHWH) o, almeno in una certa misura, etnico-linguistiche?

Siamo ancora lontani dal trovare il bandolo della matassa, soprattutto perché non si è ancora riusciti a rispondere in modo soddisfacente ad altri quesiti: chi erano veramente gli AnunnaKi, gli Igigu (o Igigi) ed i Lulu? Esiste ancora oggi una genia che, menando vanto di un’ascendenza dai primigeni Dingir (i Superiori, gli “dei”), agisce dietro le quinte della storia per dirottarla verso inconfessabili obiettivi? E’ evidente che non è sufficiente interpellare l’archeologia, la paleografia, la linguistica, l’antropologia per dissipare le fitte nebbie del passato e per stanare i veri dominatori di oggi. Occorre esplorare altri campi in cui forse si può internare qualche intrepido pioniere. Sono ovviamente campi minati.[3]


[1] Qualcuno ha scritto che Russo, con le sue ipotesi contenute nel libro "Schiavi degli dei", va oltre Sitchin. A me non sembra: il suo saggio è prudente ed interlocutorio. Non si pronuncia sull’identità degli Anunnaki né si avventura in ipotesi riguardanti Nibiru etc. Forse l’autore intende riservare ad un prossimo lavoro risultati più decisivi.

[2] Sono, tra gli altri, D. Marin, E. Schievenin, I. Minella nel saggio "Atlantidi, i tre diluvi che hanno cancellato la civiltà", 2010, a negare l’esistenza del popolo sumero.

[3] Si pensi all’idea di Carl Edward Sagan (1934-1996). Il celebre astronomo statunitense, noto soprattutto per aver indagato con zelo il tema della possibile esistenza di civiltà tecnologiche nel cosmo e l’eventualità di comunicare con loro, predispose per la sonda Pioneer 10 un messaggio destinato a civiltà stellari che comprendeva musiche di un complesso mariachi ed auguri scritti in sumero, per illustrare a nazioni extraterrestri i caratteri precipui della vita sul nostro pianeta. Nella pellicola per la regia di Olatunde Osusanmi, Il quarto tipo, 2010, malvagi alieni parlano… in sumero.

Fonti:

M. Biglino, Il dio alieno della Bibbia, 2011
S. N. Kramer, I Sumeri agli esordi della civiltà, Milano, 1958
Id., I Sumeri alle radici della storia, Roma, 1979
B. Russo, Schiavi degli dei, 2010, pp. 115-124, 146-150


Sunday, June 3, 2012

Il fattore Oz


http://zret.blogspot.com/2012/06/il-fattore-oz.html

Il fattore Oz

Il fattore Oz, Alieni, sciamanesimo, multidimensionalità” è la nuova fatica di Enrica Perrucchietti, nota per il suo pamphlet, “L’altra faccia di Obama”. Il saggio dell’autrice cerca di contemperare le teorie scientifiche più recenti (sia evidenziato: tra loro in una certa misura incompatibili) con il pensiero della Tradizione sciamanica ed esoterica.[1] Sono dunque valorizzate le interpretazioni parafisiche in tema di contatti con gli Altri, nel solco dell’ufologia soft che affonda le radici nelle concezioni dei suoi corifei, Jacques Vallée e John Keel. La lettura del libro è appassionante e soprattutto spinge ad approfondire per mezzo della corposa bibliografia, sebbene più che fornire delle risposte, ribadisca gli interrogativi di sempre.

La rassegna di differenti indirizzi filosofici e scientifici (ma la scienza è solo una delle tante correnti filosofiche) ci conferma che siamo quanto mai lontani non solo dalla Teoria del tutto, da un’unificazione dei molteplici modelli interpretativi del mondo. Non solo, anche se si decide di circoscrivere l’ambito della ricerca al tema delle abductions, ci si impiglia in una rete di contraddizioni, sia pur feconde, tali da impedire di delineare un quadro coerente.

Ormai siamo abituati a maneggiare termini come “materia”, “energia”, “spazio”, “tempo”, “etere”, “coscienza”, persino “akasha”, “entanglement”, “non località”, “ipercomunicazione” etc., ma dobbiamo ammetterlo: se non sappiamo che cosa sia veramente la materia-energia, ancora più disarmati siamo di fronte allo Spirito. Che cos’è la Mente? Che cosa sono gli archetipi? Sono reali? Qual è la vera natura, qual è lo statuto della cosiddetta “realtà”?

Sembra comunque – il saggio della Perrucchietti ne è un’indiretta conferma – che non si possa rinunciare ad una forma di dualismo, distinguendo tra una dimensione non ilica da cui, in modo inesplicabile, è generato l’universo – lo si intenda pure come proiezione olografica. Merito del testo è sottolineare come gli uomini (non tutti!) non siano esseri confinati in un involucro caduco, ma scintille di una luce infinita: le vie per riscoprire la propria natura divina sono additate, anche se è arduo infrangere le barriere.

Lascia, invece, un po’ perplessi come in un titolo costruito sulle relazioni con l’invisibile, sia così esiguo lo spazio dedicato alla dominazione dell’umanità. Il cenno alle concezioni gnostiche circa gli Arconti avrebbe potuto costituire l’abbrivo per un’analisi metastorica, in cui il dipanarsi degli eventi è visto come riflesso di una millenaria ed occulta macchinazione. La tendenza a liquidare l’ufologia hard, quella “viti e bulloni”, trascina con sé il rischio di ridimensionare le implicazioni tecnologiche che si conclamano nelle attività di geoingnerizzazione del pianeta e nei deliri del Transumanesimo. Dubitiamo che esseri incorporei siano così condizionati ed ossessionati dalla tecnica. Si potrebbe cercare un modo per armonizzare l’ipotesi multidimensionale con quella interstellare. Perciò, pur condannando il culto di dèi che dei non sono, non escluderemmo in toto le spiegazioni di Biglino et al.

Sono ricostruzioni che si potrebbero applicare ad una parte sola dell’umanità e… delle Potenze.

[1] Di passaggio si osserva che le varie teorie (la fisica quantistica, la teoria delle stringhe, il sistema dei molti mondi, il modello olografico etc.) non riescono a spiegare – forse è tema che non suscita interesse - il mysterium iniquitatis. Il male resta così una specie di ospite ignorato. 






2 commenti:

  1. Caro Zret, hai ben individuato i limiti - ma chi non ne ha - delle tesi della giornalista Perrucchietti. Da qualche anno a questa parte, vengono pubblicati libri siffatti, dove troviamo un mix di livelli interpretativi sulla realtà, anzi sulla Realtà. Credo ci sia un errore di fondo che pochi evitano. Errore dovuto a scarsa dottrina e limitato buon senso. Da Vittorio Marchi a Braden fino a Lipton: la commistione di livelli, è l'errore decisivo. La confusione dei piani, umano extraterrestre ultraterrestre psichico fisico parafisico quantistico trascendentale mitico spirituale, fa sì che cada ogni possibilità di leggere la Realtà nelle sue cause e nei sue fenomeni. Tutto si mischia e quel che emerge è un surrogato gnostico che dovrebbe, senza riuscirci, interpretare l'uomo e il mondo. Il teilhardismo è un male NON necessario, l'alto e il basso, il micro e macrocosmo, sono collegati ma non sono equivalenti. C'è un'inversione di fondo, la limitazione dell'uomo di vedere l'universo nella sua reale espressione, un velo cognitivo non gli permette di percepire, sentire la forma, lo schema simbolico e l'energia della manifestazione.
    Che alcune esoforme siano extraterrestri, ossia abitanti di altri pianeti, non esclude che ve ne siano altre provenienti da piani sottili, forse folletti elfi coboldi di Magonia. Gli elementali del magismo rinascimentale, operano indisturbati sul nostro piano di realtà da sempre, e possono benissimo esser scambiati per alieni. I grigi, esoforme prive di anima - ecco perché grigi di colore - anch'essi son presi per creature extraterrestri, in realtà sono automi mascherati da esseri. ma l'elenco è sconfinato, quasi.

    Le teorie del Tutto, rimangono teorie più o meno ben formulate, quello che manca è una dottrina sapienzale che dia dei parametri, o meglio, dei dati tradizionali che non sono per questo obsoleti.
    Ritorniamo a Platone.
    Rispondi
  2. Leggiamo Platone, indaghiamo, esaminiamo pure questo mistero dell'universo, immaginiamo altri mondi, abbandoniamoci alla fantasia, consoliamoci così, ma pensiamo anche che non abbiamo ancora imparato a vivere.
    Rispondi

Friday, May 7, 2010

Gli dei che giunsero dallo spazio?

http://zret.blogspot.com/2010/05/gli-dei-che-giunsero-dallo-spazio.html

Gli dei che giunsero dallo spazio?

Su richiesta di un gentilissimo rappresentante della "Infinito Records Edizioni", pubblico la presentazione di un saggio scritto da Mario Biglino. Conscio che si tratta di un tema delicato, mi riservo di scrivere qualche nota su questo libro, dopo che lo avrò letto. Sono comunque persuaso che la ricerca onesta (eloquente il punto interrogativo del titolo), anche qualora addivenga a conclusioni "eterodosse", è sempre lodevole.

Il libro affronta una serie di passi dell’Antico Testamento, offrendone il vero significato così come si presenta nelle traduzioni letterali: la creazione aliena dell’uomo; la verità sui dieci comandamenti; le visioni degli U.F.O. da parte dei profeti, così come loro stessi le hanno raccontate; il brano in cui l’Antico Testamento afferma in modo sconcertante che Dio muore come tutti gli uomini; le figure degli angeli spogliate di tutto ciò che su di loro è stato inventato nei secoli; la probabile fonte di ispirazione del Vangelo di Giovanni…

Il tutto con il testo ebraico e la traduzione letterale chiaramente riportata parola per parola con un sistema incredibilmente semplice, comprensibile per ogni tipo di lettore.

Concetti chiave: la Genesi, nel significato letterale dei termini ebraici, racconta la creazione dell’uomo attraverso un intervento di ingegneria genetica. Era un U.F.O. la gloria di Dio che passa davanti a Mosè che si protegge nella roccia per non essere ucciso? Che cosa hanno veramente visto Elia, Zaccaria, Ezechiele… ? Che cosa erano gli oggetti volanti decritti letteralmente nei loro libri? Ma perché gli Angeli della Bibbia dovevano lavarsi i piedi e mangiare anche due volte in un giorno? Perché potevano essere aggrediti e per difendersi usavano alta tecnologia?

È vero che l’Antico Testamento afferma che Dio muore come tutti gli uomini? La traduzione letterale dice di sì. E molto altro…

L'autore: Mauro Biglino

L’autore - realizzatore di numerosi prodotti multimediali di carattere storico, culturale e didattico per importanti case editrici italiane, collaboratore di riviste, studioso di storia delle religioni - da circa trent'anni si occupa dei cosiddetti testi sacri nella convinzione che solo la conoscenza e l’analisi diretta di ciò che hanno scritto gli antichi redattori, possano aiutare a comprendere veramente il pensiero religioso formulato dall’umanità nella sua storia.

È traduttore di ebraico antico e collabora con le Edizioni San Paolo, eseguendo la traduzione letterale dei libri dell’Antico Testamento, a partire dalle edizioni più antiche della Bibbia in lingua ebraica, la cosiddetta Bibbia stuttgartensia. Sapere di non sapere, non essere condizionato da verità precostituite o da dogmi, curiosità e desiderio di comprendere sono la base del suo pensiero e del suo lavoro.

Infinito Records Edizioni e-mail: infoatinfinitorecordsedizioni.com


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