L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Wednesday, April 9, 2014

Api

http://zret.blogspot.co.uk/2014/04/api.html

Api


I veri studiosi sono simili alle api: come questi imenotteri volano sui fiori di differenti specie per suggerne il nettare, così gli uomini amanti della sapienza desumono le idee e gli insegnamenti migliori da diversi libri ed insegnanti, attingendo a fonti disparate.

Come le api, essi si rivolgono soprattutto alla Natura, sapendo che è essa è maestra. Coloro non disdegnano i fiori più umili, all’apparenza insignificanti: ne sanno estrarre l’’ambrosia. I sophoi sono alchimisti: trasformano il nettare in biondo miele, in eburnea cera.

Il loro sapere non è né analitico né scientista, ma sostanziato di ispirazione e di meraviglia. E’ una scienza indistinguibile dall’arte, trasfusa nella bellezza.

E’ una cultura coltivata nel terreno della Vita, con le radici nel mondo e le fronde protese verso l’infinito.

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Monday, May 13, 2013

Brusco risveglio

http://zret.blogspot.it/2013/05/brusco-risveglio.html

Brusco risveglio

E’ difficile non vedere l’ombra livida della Consunzione negli eventi tumultuosi di questi ultimi tempi, tempi finali. Un disastro succede ad un altro, come scosse elettriche che percorrono il corpo del mostro creato dal Dottor Frankenstein. L’umanità è, infatti, un corpo disarticolato che sussulta appena di fronte alle disgrazie. Solo in questa reazione effimera e piattamente emotiva, palpita una larva di vitalità. Non sorprende allora che i soliti noti si ingegnino per scuotere di continuo un’opinione pubblica ridotta quasi ad un cadavere.

E’ difficile non constatare che gli avvenimenti, orchestrati da menti sopraffine, ci indirizzano verso un’unica meta, anzi baratro. Non credo sia una coincidenza se, da quando è stato eletto il nuovo califfo di Roma, la situazione è ulteriormente precipitata. Dietro le prediche sciroppose di Francesco e la smanacciante gestualità, si nasconde un furbastro. Com’era facile prevedere, di là dall’immagine di una Chiesa “buona”, la solfa è la solita: Roma continua a puttaneggiare con i potenti del mondo, come prima, più di prima. Quanti sacerdoti e prelati hanno denunciato o denunciano il marchio dell’Apocalisse, il microprocessore sottocutaneo, la geoingegneria assassina, i micidiali vaccini, gli organismi transgenici, il signoraggio bancario, i crimini della N.A.T.O. e dell’O.N.U. etc.? Un paio, forse. Perché così pochi? Non tanto per insipienza, ma poiché il Vaticano è l’anima nera della cospirazione globale. Non sarà quel pacioccone del nuovo pontefice a cambiare le cose.

Finalmente l’ingenuo ottimismo di chi pensava che il peggio accadesse solo agli altri, in Africa, in Asia o anche un po’ più vicino, in Grecia, comincia a sgretolarsi. Ormai anche molti cittadini comuni cominciano a subodorare aria di recessione con annessi e connessi. Purtroppo pochi hanno compreso che la sequenza dei ferali fatti non è tanto frutto del caso né del sistema capitalista e neppure della volontà di dominio economico per opera dei Fulminati, ma un preciso itinerario tracciato da chi intende distruggere quasi l’intero pianeta per edificare sulle sue rovine un unico stato mondiale di tipo tecnocratico. Per questo motivo ogni ricetta per promuovere la ripresa economica, ogni misura per riportare il benessere e la pace sociale vanno nella direzione diametralmente opposta. Anche qui non è incapacità, ma un’azione deliberata volta a devastare il più possibile ed in breve tempo.

Nulla sfugge alla smania annientatrice degli infami globalizzatori: ha ragione Enrico Galoppini a stigmatizzare l’adozione dei testi digitali dall’anno scolastico 2014-2015. Nell’editoriale “Le follie della scuola moderna: il libro elettronico obbligatorio dal 2014-2015”, 2013, svolge intelligenti riflessioni. Tuttavia nella mostruosa idea di sostituire ai volumi cartacei le opere digitali non si manifestano solo la demente idolatria dell’informatica, l’efficientismo, il culto fanatico della modernità, in quanto la smaterializzazione dei documenti è il cavallo di battaglia delle élites. Una volta incenerito l’ultimo foglio ed annichilita l’ultima memoria storica, sarà imposto un sistema informatico globale di cui ogni suddito sarà una pròtesi staccabile in qualsiasi momento.

La lavagna interattiva elettronica, l’iPad, il testo virtuale… non sono la tomba sulla cultura scolastica, poiché la cultura è quasi sempre stata estranea a licei ed università. Nel passato, la scuola “seria” era tempio dell’erudizione. Ne uscivano diplomati che sapevano a memoria ampi passi di classici greci e latini, interi canti della “Commedia”: tutto ciò non era cultura, bensì nozionismo. I diplomati di un tempo in genere imparavano a scrivere in discreto italiano ed a destreggiarsi con i rudimenti dell’aritmetica: rispetto agli standard odierni non è poco, ma neppure il non plus ultra. Solo per un concorso propizio di circostanze o per serendipità ogni tanto il sistema educativo partoriva un intellettuale o uno scienziato vero.

L’università italiana una volta sfornava per lo più critici letterari, filologi, giurisperiti, storiografi… sui cui tomi siamo piombati in un sonno profondo, quando frequentavamo le superiori. Oggi, visto che le conoscenze umanistiche sono reputate inutili, gli atenei fabbricano soprattutto “specialisti” e tecnici impiegati nei settori strategici (biotecnologia, nanotecnologia, industria bellica, industria farmaceutica, informatica, bionica, robotica… ). Quelli tonti, dopo che hanno conseguito la laurea in una materia scientifica, vengono sbattuti con un calcio nel deretano ad operare come negazionisti affinché abbindolino i grulli. Molti, ahinoi, abboccano all’amo. Frastornati e vuoti si bevono tutte le bugie della propaganda: seguitano a votare, ad accalorarsi con i finti dibattiti televisivi, ad indignarsi, divertendosi, con “Cozza nel paese delle meraviglie”. Costoro continuano a credere ciecamente nei mantra dei media ufficiali e ad ignorare la realtà al punto che, quando troveranno i supermercati vuoti e le banche chiuse, penseranno di essere su “Candid camera”…

Wednesday, June 8, 2011

Sapienza

http://zret.blogspot.com/2011/06/sapienza.html

Sapienza

L'erudito parla, il sapiente preferisce tacere.

La sapienza non è conoscenza. L’etimologia è istruttiva: sapienza (latino sapientia) provenendo dal verbo “sapere”, che vale assaporare, è essere in grado di gustare la verità, di sentirla dentro di sé, di afferrare il senso. Non è una verità intellettuale, ma il sentimento profondo delle cose, la cui scoperta è affidata ad una balenante intuizione o ad un itinerario lungo e difficile. Si comprende quanto sia lontana dalla sapienza la nostra epoca che è tutta dominata dalle scienze profane, bandite come certezze, poiché radicate nei numeri, nelle analisi spinte sino alla cavillosità e nelle “leggi” di natura.

La sapienza è agli antipodi: che sia simboleggiata dal sale e dal pane, che il termine stesso, così vicino alla sfera spirituale, appartenga al mondo della concretezza sensoriale, il sapore, tutto ciò scava la trincea della distanza rispetto alle cognizioni razionali e quantitative tanto più astratte, cerebrali, quanto più avulse dalla vita.

La sapienza è ignoranza delle cause, poiché le cause si situano nella dimensione fenomenica e nell’illusorietà dei paradigmi scientifici. E’ poi tanto importante apprendere tutti i segreti della materia, quando si comprende il come, ma non il perché?

Sapienza è dunque gustare: ma possiamo spiegare agli altri le inafferrabili qualità di un sapore? Ecco: la sapienza è conquista personale, in gran parte incomunicabile, un patrimonio che non si può dividere né condividere.

La sapienza è imparentata con la saggezza: per questo motivo Orazio, rivolgendosi a Leuconoe, la esorta, in Carm. I, 11: Sapias, vina liques et spatio spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

"Sii saggia, mesci il vino e riconduci in un breve lasso di tempo la speranza che si protende nel futuro. Mentre parliamo, il tempo sarà fuggito invidioso: cogli il giorno, senza confidare troppo nell’avvenire".

La sapienza è consapevolezza dei limiti umani come dei suoi illimitati orizzonti.