http://zret.blogspot.it/2013/06/ipotassi-paratassi.html
Ipotassi, paratassi
Qualcuno
un paio di settimane addietro volle consigliarmi di privilegiare la
paratassi rispetto all’ipotassi. Al suo suggerimento allegò un breve
testo scritto (molto male) da un gazzettiere. L’ignoranza impera: vero è
che la coordinazione è sovente più icastica della subordinazione, ma la
scelta tra l’una e l’altra dipende da esigenze espressive e persino
dalla Weltanschauung.
Accuseremo scrittori come Cicerone o Livio, che optano per un periodare ampio, gerarchico, di non saper scrivere? Si è che autori come quelli sullodati esprimono con il loro modus scribendi una precisa concezione del reale, improntata a prospettiva ed ordine. Cicerone e Livio sono dei classici e “classico” vale in primo luogo regolare, armonico.
Un altro esempio: Giovanni Boccaccio, come è noto, predilige costruzioni linguistiche molto complesse dove attorno al “pianeta” della principale ruotano i numerosi “satelliti” delle complementari. Anche qui si rintraccia una visione del mondo, quella pre-umanistica destinata a culminare nell’interpretazione rinascimentale che colloca l’Uomo al centro della Storia e della Natura.[1]
Quando il concetto di realtà muta, cambia anche la lingua che insieme lo traduce e lo plasma. Così, verbigrazia, un poeta come Pascoli frantuma l’architettura del periodo, disarticola la frase, la scompone nei suoi atomi fonici, poiché l’universo che egli trasfigura è disgregato, privo di un baricentro.
Oggigiorno il gusto ci induce ad anteporre uno stile paratattico ad uno ipotattico. Tuttavia, in talune circostanze, solo un impianto linguistico complesso può rendere una stratificazione concettuale. La lingua è embricata al pensiero e viceversa: non comprenderlo significa non saper né scrivere né pensare. Di tale abissale ignoranza abbiamo, ahinoi, molti e sintomatici saggi.
La padronanza della subordinazione denota la capacità di ragionare, di sviluppare argomentazioni. In verità, chi oggi propugna una prosa esclusivamente paratattica, non ha alcuna dimestichezza con la lingua e, mentre crede di essere à la page, verga testi sconnessi e scorretti, dove le secondarie spesso non sono rette da alcunché.
Vediamo un campione. Vomita Heidi: “Sono in tanti, nel mondo scientifico italiano, a essere stufi delle cretinate pseudoscientifiche pubblicate sui giornali e trasmesse alla radio e in televisione (sì, Roberto Giacobbo, sto parlando con te) e del modo in cui il giornalismo sensazionalizza il lavoro paziente di chi fa ricerca scientifica: entrambi rimbambiscono la gente, spaventano inutilmente, affossano la ricerca italiana e causano sprechi e decisioni idiote (e a volte letali) da parte dei politici.
Così per domani (8 giugno) è stato organizzato l'evento “Italia unita per la corretta informazione scientifica”: una serie di incontri, in varie città d'Italia, per fare divulgazione scientifica e fare chiarezza su alcuni temi (pseudo)scientifici controversi.
Io contribuirò nel mio piccolo partecipando alla sessione di Pavia (dalle 14:30) con una relazione sulle cosiddette “scie chimiche”, ma ci saranno relatori esperti anche per parlare di piante geneticamente modificate, di vaccini, di cellule staminali e di modelli animali nella ricerca biomedica. Siateci: è un modo per far vedere che non tutti si sono rimbambiti e che c'è ancora voglia di fare scienza per il bene di tutti. Anche dei ciarlatani e dei catastrofisti”.
Si censurino almeno la vomitevole ripetizione del verbo “fare”, l’uso di termini del registro familiare (stufi, cretinate), "pseudo-scientifiche" scritto senza il trattino, l’impiego di orridi neologismi (sensazionalizza), l’immancabile ma molesto verbo “esserci”, le cadute a rompicollo nella sintassi popolare (trasmesse alla radio)… Dulcis in fundo, si deplori la proposizione conclusiva ellittica del verbo, enunciato che resta lì impiccato. E’ indubbio che taluni Autori amano talvolta suggellare un discorso con un’ellissi, ma in primo luogo non ne abusano, inoltre la loro scelta rientra in una ricerca di efficacia e non è sintomo di analfabetismo, a differenza di quanto succede nel caso della “guardia svizzera”.
Si potrebbero soggiungere altre osservazioni, ma non intendo sviscerare un tema comunque analizzato all’interno di altri articoli. Ho tratto spunto da una balzana “critica” di negazionisti la cui tracotanza è pari solo alla loro infinita sprovvedutezza. Costoro, Attivissimo in primis, producono scritti che, nella loro pacchiana pretenziosità, sono simili alle riproduzioni in plastica del Colosseo. L’analogia con l’Anfiteatro Flavio è pressoché assente, giacché il monumento di plastica sembra una dentiera.
[1] E' una semplificazione esegetica che riporto per comodità comunicativa, sebbene il discorso sia molto più sfaccettato.
Accuseremo scrittori come Cicerone o Livio, che optano per un periodare ampio, gerarchico, di non saper scrivere? Si è che autori come quelli sullodati esprimono con il loro modus scribendi una precisa concezione del reale, improntata a prospettiva ed ordine. Cicerone e Livio sono dei classici e “classico” vale in primo luogo regolare, armonico.
Un altro esempio: Giovanni Boccaccio, come è noto, predilige costruzioni linguistiche molto complesse dove attorno al “pianeta” della principale ruotano i numerosi “satelliti” delle complementari. Anche qui si rintraccia una visione del mondo, quella pre-umanistica destinata a culminare nell’interpretazione rinascimentale che colloca l’Uomo al centro della Storia e della Natura.[1]
Quando il concetto di realtà muta, cambia anche la lingua che insieme lo traduce e lo plasma. Così, verbigrazia, un poeta come Pascoli frantuma l’architettura del periodo, disarticola la frase, la scompone nei suoi atomi fonici, poiché l’universo che egli trasfigura è disgregato, privo di un baricentro.
Oggigiorno il gusto ci induce ad anteporre uno stile paratattico ad uno ipotattico. Tuttavia, in talune circostanze, solo un impianto linguistico complesso può rendere una stratificazione concettuale. La lingua è embricata al pensiero e viceversa: non comprenderlo significa non saper né scrivere né pensare. Di tale abissale ignoranza abbiamo, ahinoi, molti e sintomatici saggi.
La padronanza della subordinazione denota la capacità di ragionare, di sviluppare argomentazioni. In verità, chi oggi propugna una prosa esclusivamente paratattica, non ha alcuna dimestichezza con la lingua e, mentre crede di essere à la page, verga testi sconnessi e scorretti, dove le secondarie spesso non sono rette da alcunché.
Vediamo un campione. Vomita Heidi: “Sono in tanti, nel mondo scientifico italiano, a essere stufi delle cretinate pseudoscientifiche pubblicate sui giornali e trasmesse alla radio e in televisione (sì, Roberto Giacobbo, sto parlando con te) e del modo in cui il giornalismo sensazionalizza il lavoro paziente di chi fa ricerca scientifica: entrambi rimbambiscono la gente, spaventano inutilmente, affossano la ricerca italiana e causano sprechi e decisioni idiote (e a volte letali) da parte dei politici.
Così per domani (8 giugno) è stato organizzato l'evento “Italia unita per la corretta informazione scientifica”: una serie di incontri, in varie città d'Italia, per fare divulgazione scientifica e fare chiarezza su alcuni temi (pseudo)scientifici controversi.
Io contribuirò nel mio piccolo partecipando alla sessione di Pavia (dalle 14:30) con una relazione sulle cosiddette “scie chimiche”, ma ci saranno relatori esperti anche per parlare di piante geneticamente modificate, di vaccini, di cellule staminali e di modelli animali nella ricerca biomedica. Siateci: è un modo per far vedere che non tutti si sono rimbambiti e che c'è ancora voglia di fare scienza per il bene di tutti. Anche dei ciarlatani e dei catastrofisti”.
Si censurino almeno la vomitevole ripetizione del verbo “fare”, l’uso di termini del registro familiare (stufi, cretinate), "pseudo-scientifiche" scritto senza il trattino, l’impiego di orridi neologismi (sensazionalizza), l’immancabile ma molesto verbo “esserci”, le cadute a rompicollo nella sintassi popolare (trasmesse alla radio)… Dulcis in fundo, si deplori la proposizione conclusiva ellittica del verbo, enunciato che resta lì impiccato. E’ indubbio che taluni Autori amano talvolta suggellare un discorso con un’ellissi, ma in primo luogo non ne abusano, inoltre la loro scelta rientra in una ricerca di efficacia e non è sintomo di analfabetismo, a differenza di quanto succede nel caso della “guardia svizzera”.
Si potrebbero soggiungere altre osservazioni, ma non intendo sviscerare un tema comunque analizzato all’interno di altri articoli. Ho tratto spunto da una balzana “critica” di negazionisti la cui tracotanza è pari solo alla loro infinita sprovvedutezza. Costoro, Attivissimo in primis, producono scritti che, nella loro pacchiana pretenziosità, sono simili alle riproduzioni in plastica del Colosseo. L’analogia con l’Anfiteatro Flavio è pressoché assente, giacché il monumento di plastica sembra una dentiera.
[1] E' una semplificazione esegetica che riporto per comodità comunicativa, sebbene il discorso sia molto più sfaccettato.
Pubblicato da
Zret
ipotattico, paratattico e anche un po' cornigero
STRACATALOL collega agente eSSSe, non ci crederete ma ero sul punto di copiare quest'ultima coglionata d'o professò, e al posto di coglionassi avrei scritto 'sticassi' :)
ReplyDeleteMa cosa caspio si e' bevuto zrettino, per partorire questo post? Benzina mista a candeggina?
ReplyDeleteMamma mia, che delirio...
Zret è inutile che fai il professorino erudito, sei più ignorante di una bestia
ReplyDeleteAHAHAHAHAHAHAHAH, che rosicata pazzesca Zretino!!
ReplyDeleteMa vai al mare, coglione, invece di stare appiccicato al piccì insieme al tuo germano fallito Strakkino.
Strakkino, ricorda: -11
Strakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
Bisogna che, quando trovo il tempo, prenda in esame qualcuno dei post che compaiono nella discarica. Tanto per vedere come stanno a ipotassi, paratassi, ellissi ed idiotassi....
ReplyDeleteAd idiotassi stanno messi bene :D:D:D
DeletePezzo di Zretino,povero stupido,lo vuoi capire o no che sei totalmente negato a scrivere?
ReplyDeleteE ti permetti pure di criticare quello che scrivono gli altri?
Rosario Marcianò ha condiviso un link.
ReplyDeletecirca un'ora fa
STEFANO MONTANARI DIFFAMA GRATUITAMENTE ROSARIO MARCIAN0'
Ecco come si esprime lo "scienziato" Stefano Montanari, interpellato sui metalli ritrovati in quota ed ascoltate come mi tira in ballo senza nemmeno avere la prudenza di non farsi registrare. A questo punto, Dottor Montanari, o Lei fa una pubblica ammenda, oppure io la querelo per diffamazione.
http://youtu.be/4dl6bAxAFu4?t=1h56m52s
Al netto delle nanominchiate sparate dalla premiata ditta Montanari & Gatti da anni su nanoparticelle nelle merendine, vaccini ecc. e il loro appoggiarsi a spandimacrocazzate - a cominciare da Grillo, ai tempi, per finire con FQ e autismovaccini, anche per mendicare donazioni - M. chiama le cose col proprio nome.
DeleteCerto che Montanari poteva risparmiarselo, di aggiungere "chimiche" parlando di scie. Dal contesto sembra non crederci, e forse l'aggettivo è stato messo solo per allinearsi al gergo degli interlocutori. Ma con gente che fa dell'attenzione selettiva la ragione di esistenza sarebbe bene essere precisi.
DeleteAnche l'accenno alla quota di 4000 metri sembra una strizzatina d'occhio ai sciachimisti. Magari ha buttato lì una cifra a caso senza avere le idee chiare, ma in ogni caso è tutta acqua al mulino dei sciachimisti.
Guerre fuffiche ?
Deletehttp://leoniero.blogspot.it/2013/06/lo-querelo-eccome.html
ReplyDeleteAHAHAHAHAHAH, Strakkino, che rosicata pazzesca con Montanari!!!!
ReplyDeleteTi ha trattato per quello che sei realmente, un CIARLATANO che spara solo ed esclusivamente TROIATE.
Strakkino, sei un coglione.
Ubi maior, Strakkino cessat.
STRACATALOL doppio eSSSe, ho appena letto la 'correzione' al titolo :)))))
ReplyDeleteilpeyote sticassi
Si potrebbero soggiungere [si dovrebbe dire più correttamente AGgiungere] altre osservazioni, ma non intendo sviscerare un tema comunque analizzato all’interno di altri articoli. Ho tratto spunto da una balzana “critica” [nessuna critica, era un articolo. Falsario] di negazionisti la cui tracotanza è pari solo alla loro infinita sprovvedutezza. Costoro, Attivissimo in primis, producono scritti che, nella loro pacchiana pretenziosità, sono simili alle riproduzioni in plastica [si dice DI plastica, professò, ricordiamoci dell'analisi logica e del complemento di materia] del Colosseo. L’analogia con l’Anfiteatro Flavio è pressoché assente, [è TUA, l'analogia. Di che cosa vai cianciando?] giacché il monumento di plastica sembra una dentiera.
ReplyDeleteNon ricordo se già l'avevo detto, ma questi post di zret mi ricordano la schiuma da barba in bomboletta.
DeleteAppena uscita è una bella massa candida e voluminosa, ma quando il gas che la sostiene se ne è andato, rimane uno straterello giallognolo, viscido e unticcio, cioè il reale contenuto.
Insomma: un post pieno di vuoto.
Accuseremo scrittori come Cicerone o Livio, che optano per un periodare ampio, gerarchico, di non saper scrivere?
ReplyDelete...
Un altro esempio: Giovanni Boccaccio, come è noto, predilige costruzioni linguistiche molto complesse
La questione zretino è che Cicerone, Livio e Boccaccio erano gandi scrittori dotati di
grande cultura e potevano permettersi di scrivere in quel modo. Tu invece no, sei solo un professoruncolo fallito di italiano che conosce male la lingua che insegni. I tuoi scritti sono perciò un accozzaglia di paroloni messi insieme a casaccio. Il risultato è che sono senza capo ne coda, confusi, senza senso ed incompresnisbili.
Rassegnati Antonio sei una ciofeca di scrittore, come direbbe il grante Totò
Quoto.Parole sante,sto czretino infarcisce di paroloni "difficili" le sue sequele di cazzate per nascondere al mondo quanto e' incapace di scrivere.
Deletezretino non sai scrivere, fattene una ragione.
ReplyDeletePer scrivere bene bisogna studiare e tu sei pigro.
Ricordati che scrivere difficile è molto facile, è scrivere facile che è molto difficile.