L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label vimana. Show all posts
Showing posts with label vimana. Show all posts

Sunday, August 17, 2014

The objective

 
http://zret.blogspot.ch/2014/08/the-objective.html

The objective

Monday, December 6, 2010

Dossier Majestic 12

http://ilsole24h.blogspot.com/2010/12/dossier-majestic-12.html

Dossier Majestic 12

(Giacomo Casale)

Copertina del SOM 1.01

Nel dicembre del 1984, Jaimie Shandera, un oscuro produttore televisivo, riceve per posta un plico anonimo contenente un microfilm in bianco e nero da 35 mm. Il rullino contiene le foto di 8 pagine di documenti classificati TOP SECRET/MAJIC. Tali documenti, sui quali si è subito sviluppato ed è tuttora in corso, un infuriato dibattito, fanno riferimento ad un segretissimo gruppo di studio costituito dal presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel 1947, in seguito allo schianto di un disco volante avvenuto nei pressi della cittadina di Roswell, New Messico.
Il gruppo di studio sugli UFO, denominato in codice Majestic 12, era formato da scienziati e alti ufficiali dell’esercito ed aveva il compito di investigare a fondo sugli UFO e sui suoi misteriosi occupanti, definiti convenzionalmente Entità Biologiche Extraterrestri (EBEs).
Nel corso degli anni, la mole di documenti reperiti facenti riferimento, diretto od indiretto, al Majestic 12, ha assunto dimensioni monumentali. Alcuni di essisono stati ottenuti dagli studiosi grazie alla legge sulla libertà di informazione (FOIA).
Ma i più interessanti, dal punto di vista contenutistico, sono i documenti inviati da fonti anonime. Tra questi ultimi il più rilevante è senza dubbio il SOM 1.01, ovvero il manuale operativo del Majestic 12.
Tale manuale contiene un’inquietante e dettagliata descrizione delle procedure operative da seguire in caso di UFO crash (incidenti UFO).
Nel testo vengono descritte, nel freddo linguaggio militare, le varie tipologie di UFO e di extraterrestri nonché le località presso cui venivano custoditi i resti dei dischi precipitati e dei loro occupanti.
Questi documenti costituiscono una lettura estremamente affascinante, anche se ovviamente permangono seri dubbi sulla loro autenticità. Un team di ricercatori statunitensi, guidati dal fisico Robert Wood e dal figlio Ryan, è da anni impegnato in analisi di altissimo livello scientifico e forense sui documenti collegati al Majestic 12 (MJ-12). Costoro hanno creato un interessante sito (www.majesticdocuments.com) presso cui è possibile trovare l’intero corpus dei documenti finora studiati

Tabella contenuti del SOM

Il manuale fu inviato, nel dicembre del 1994, in un pacco postale anonimo proveniente dal Wisconsin, al ricercatore americano Don Berliner, membro del Direttivo del Fund for U.F.O. Research. Il documento, contenuto in un microfilm, reca sulla copertina la dicitura : "SOM 1-01" che sta per: Special Operations Manual 1-01 ("Manuale per operazioni speciali 1-01"). Il titolo del manuale non lascia molto spazio all’immaginazione:

ENTITA' E TECNOLOGIE EXTRATERRESTI
RECUPERO E COLLOCAZIONE

Il documento è classificato Top Secret/Majic Eyes only (solo in visione), che, stando alle fonti più accreditate sarebbe il massimo livello di segretezza da cui possono essere coperti i file governativi.
E’ inoltre specificato in calce: “ATTENZIONE! Questo è un documento Top-Secret Majic solo in visione contenente informazioni divise in sezioni e di essenziale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L'accesso solo in visione al materiale in esso contenuto è strettamente limitato al personale in possesso del livello di segretezza Majic-12. L'esame o l'uso di questo da parte del personale non autorizzato è rigorosamente proibito ed è punibile secondo le leggi federali” . la presunta data di stampa è il 12 Aprile 1954.
Proseguendo nella lettura, appare subito evidente che il SOM 1-01 è un vero e proprio manuale operativo, redatto con l’intento di fornire al personale autorizzato le necessarie istruzioni rispetto al recupero di velivoli ed entità extraterrestri nonché alla politica da adottare nei confronti della stampa e dell’opinione pubblica. Viene quindi fornito al lettore un breve riassunto sull’origine e gli scopi dell’”Operazione Majestic 12”, avviata per ordine speciale e classificato dal presidente degli USA Truman il 24 Settembre del 1947, su suggerimento del Ministro della Difesa James V. Forrestal e del dr. Vannevar Bush. Nonostante venga posto l’accento sulle presunte “intenzioni benigne” dei visitatori, è palpabile lo stato di confusione ed incertezza che in quel periodo sembrava attanagliare il governo USA. Ammettere che non si ha alcun controllo sul proprio spazio aereo è dura per una nazione che è da poco uscita vincitrice da un devastante conflitto e che ha consolidato il proprio status di leader del “mondo libero”. Viene inoltre data la massima importanza alla “segretezza delle operazioni” suggerendo di ricorrere, in caso di incidente UFO, a:
1. smentita ufficiale
2. discredito dei testimoni e intimidazione nei confronti degli stessi
3. affermazioni false.

E la storia dell‘Ufologia, purtroppo, ci insegna che tali indicazioni sono state scrupolosamente seguite, nel corso degli anni, dall’intelligence.


Pagina con la descrizione delle diverse tipologie di UFO

1. Velivoli Extraterrestri

La sezione 2, del capitolo 2, fornisce un’ esaustiva descrizione delle diverse tipologie di velivoli non identificati.

I mezzi extraterrestri recuperati in seguito ad incidenti e/o azioni militari, indicati con il termine UFOBs (1) (usato per la prima volta ufficialmente dal capitano dell'Air Force Edward J. Ruppelt, direttore del Progetto Blue Book), vengono classificati in quattro categorie:

a) Forma ellittica o discoidale. Si tratta di scafi metallici, di colore alluminio opaco, che non presentano giunture ed hanno un diametro variabile dai 15 ai 90 metri, con un'altezza che corrisponde approssimativamente al 15% del diametro. Possono essere muniti di oblò e luci esterne e dotati di carrelli di atterraggio retrattili, e portelli rettangolari sulla superficie inferiore del disco. Questi oggetti sono capaci di prestazioni folgoranti.

b) Cilindrici o sigariformi. Questi oggetti sono di enormi dimensioni - 700 metri di lunghezza e 30 di altezza - e non sono operativi nella bassa atmosfera. Come prestazioni non superano i 2500 Km l'ora e non sono in grado di effettuare manovre erratiche.

c) Forma ovoidale o circolare. La loro lunghezza varia da 10 a 12 metri e sono spesso caratterizzati da una luce estremamente brillante, posta nell'estremità inferiore. In ragione dell'angolo di osservazione, gli oggetti appaiono di forme diverse.

d) Forma a "foglio" o triangolare. Si tratta di oggetti ritenuti frutto di una tecnologia avanzatissima e capaci di prestazioni straordinarie.

2. Entità Biologiche Extraterrestri:

Il termine EBE (Entità Biologica Extraterrestre) viene usato per la prima volta nel famoso briefing Eisenhower, appartenente al carteggio MJ-12, e sarebbe stato coniato da uno dei membri del gruppo, il dott. Detlev Bronk, biofisico, pioniere nello studio della fisiologia umana in aeronautica e figura di spicco nelle organizzazioni scientifiche e governative del dopoguerra .

Anche in questo caso il manuale ci fornisce una precisa classificazione, distinguendo le EBE in due categorie :

EBE tipo 1) Si tratta di umanoidi che, visti a distanza, potrebbero essere scambiati per esseri umani di razza orientale. Sono bipedi, glabri, alti da 1 metro e 50 a più di 1 metro e 60 e pesano una cinquantina di chili. Presentano un cranio largo e arrotondato, colorito dalla pelle giallastro-pallido, occhi piccoli, distanziati e a mandorla, con iridi di colore marrone o nero e grandi pupille, orecchie piccole, naso sottile e lungo, bocca ampia e labbra impercettibili. Il loro corpo è sottile e privo di grasso, con muscoli ben sviluppati, mani piccole (con quattro dita allungate e prive di un pollice opponibile), gambe leggermente arcuate e piedi piuttosto divaricati e proporzionalmente grandi.


Sopra, in una foto di provenienza anonima, il probabile aspetto di un’EBE di tipo 1

EBE tipo 2) Si tratta di umanoidi bipedi, probabilmente non mammiferi, di altezza compresa tra il metro e il metro e venti, glabri e dal peso fra i 15 e i 30 chilogrammi. Hanno un capo allungato, occhi molto grandi e neri, inclinati e posti lateralmente, privi di cornee. Il naso consiste in due piccoli buchi posti sopra l'orifizio che costituisce la bocca e non hanno orecchie esterne. La pelle è di colorito pallido grigio-bluastro, le braccia sono lunghe, la mani hanno tre dita lunghe e affusolate con un pollice, i piedi sono piccoli e stretti e le quattro dita appaiono collegate da una membrana.

EBE di tipo 2

3. Tecnologia Extraterrestre

L’articolo 11 del SOM descrive sommariamente la tecnologia extraterrestre. Le informazioni raccolte dal governo USA deriverebbero da rapporti preliminari di analisi realizzate sui rottami recuperati in diversi luoghi di caduta di velivoli extraterrestri, fra il 1947 e il 1953. Secondo l’estensore del manuale “L'analisi iniziale dei frammenti dal luogo di caduta sembrano indicare che essi fanno parte di un mezzo extraterrestre esploso dall'interno e venuto in contatto con il suolo con gran forza, distruggendosi completamente”. In questo punto si riscontra una discrasia rispetto a quanto alcuni ricercatori, sulla base di numerose testimonianze di prima mano, hanno appurato: in alcuni casi di UFO crash, il velivolo sarebbe stato recuperato quasi del tutto intatto. I materiali extraterrestri sottoposti a test evidenzierebbero una grande forza e resistenza al calore, in proporzione al peso e alle dimensioni. Il manuale passa quindi alla descrizione dei materiali recuperati
a. La maggior parte del materiale, dall'apparenza di fogli di alluminio o di lastre alluminio-magnesio, non presenta alcuna caratteristica dei suddetti metalli, ed è il più simile invece a qualche tipo sconosciuto di materiale plastico.
b. Strutture solide e travature strutturali di sostegno, presentanti all'apparenza una netta somiglianza con il legno compatto senza fibre, mostrano una estrema leggerezza per quanto riguarda il loro peso e sono caratterizzati da una forza di tensione e compressione non ottenibile con alcun mezzo noto all'industria moderna.
Secondo il documento diversi campioni risulterebbero caratterizzati da incisioni, marchi e simboli, non identificabili. I tentativi delle autorità di decifrarli sarebbero stati infruttuosi. “L'esame dei diversi apparenti mezzi e congegni meccanici ha rivelato poco e nulla circa le loro funzioni o i loro metodi di fabbricazione”. Insomma, gli scienziati americani, in quel periodo storico, avevano ancora capito poco o nulla circa il funzionamento degli UFO

4. Operazioni di recupero

Il capitolo 3 del manuale è dedicato alle “operazioni di recupero”. Le istruzioni, anche in questo caso sono precise e puntuali. Viene subito chiarita la linea politica da adottare in caso di UFO crash: gli UFO non esistono, e chiunque sostiene il contrario, come testimoni o persone comunque informate dei fatti, va screditato agli occhi dell'opinione pubblica, corrotto ed eventualmente minacciato.
L'area dovrà essere chiusa il più rapidamente possibile per evitare che il personale non autorizzato s'infiltri nel luogo. L'ufficiale incaricato deve erigere un perimetro e stabilire un posto di comando all'interno di esso. Il personale avente l'accesso al sito sarà ridotto al minimo strettamente necessario alla preparazione del velivolo o dei rottami per il trasporto, e sarà composto da squadre di sicurezza. Ci si potrà servire delle autorità locali per il controllo del traffico o della folla.
In nessuna circostanza si consentirà al personale o ai funzionari delle forze dell'ordine locali di accedere all'interno del perimetro, e si dovranno prendere tutte le precauzioni necessarie al fine di assicurarsi che essi non interferiscano con l'operazione. Le squadre speciali incaricate della gestione dei materiali alieni e delle entità extraterrestri vengono denominate Red Team ed OPNAC Team.
Molti ricercatori, nel corso degli anni, si sono chiesti il significato dell’acronimo OPNAC. Dopo una lunga ed attenta ricerca penso di essere in grado di individuarne il senso. L’acronimo sta per OPeration NAval Command, un corpo speciale della marina USA. Esso appare nella lista di acronimi in uso presso l’esercito statunitense, nonché in un manuale della marina USA . E’ appena il caso di specificare che la Marina statunitense ha avuto fin dall’inizio l’assoluta priorità nella gestione della questione UFO. Infatti uno dei componenti originali del Majestic12, nonchè primo direttore CIA, era l’Ammiraglio Reale ROSCOE H. HILLENKOETTER. Questo dettaglio è stato confermato da molti “Rivelatori” tra i quali Dan Burich, biologo e capitano della Marina Militare USA! Inoltre la famosa Area 51 in Nevada non è gestita dall’Air Force, come si potrebbe logicamente ritenere, bensì dal Dipartimento Navale, e, a questo punto, il cerchio si chiude! Ho avuto di recente uno scambio di corrispondenza con Ryan Wood, che come detto sopra fa parte del Team di studio impegnato nell’autenticazione dei documenti Majestic 12, il quale si è mostrato entusiasta di questa spiegazione.
Ryan Wood

L’OPNAC Team sembra rivestire la massima importanza nel complesso ingranaggio dell’Intelligence facente capo al Majestic 12. Ad esso infatti viene affidato il delicatissimo compito degli incontri con le EBE. L’art. 21, della sezione 1, del capitolo 5 del SOM sancisce espressamente che “Tali incontri cadono sotto la giurisdizione di MJ-12 OPNAC BBS-01 e verranno trattati solo da questa unità speciale”. La sigla “BBS” che segue OPNAC parrebbe indicare il quartier generale di tale unità e potrebbe significare "Barking Sands", una base dell’esercito USA localizzata nelle Hawaii e già esistente prima della data riportata nel manuale. Inoltre, essendo ubicata su di un isola, costituiva il luogo ideale per tener relegate lontano da sguardi indiscreti le EBEs recuperate vive.
Il Red Team, composto da personale all’uopo addestrato, entra invece in azione quando il velivolo extraterrestre è funzionante ma appare abbandonato. L’accesso al velivolo alieno è consentito esclusivamente a questa unità speciale. L’art. 14 del SOM dispone inoltre che “velivoli completi o parte di velivoli che fossero troppo grandi per essere trasportati su mezzi coperti, verranno smontati, se questo si può fare facilmente e rapidamente. Qualora dovessero essere trasportati interi, o su rimorchi aperti, essi verranno coperti in modo tale da camuffarne la forma”.

Il manuale prosegue fornendo una classificazione degli incontri con le EBE:
  1. Incontri avviati da EBE. In questo caso il contatto viene sollecitato dalle EBE. Gli incontri devono ovviamente avvenire all’interno di installazioni militari o di altre località al riparo da occhi indiscreti. Il fatto che il governo contempli questa possibilità lascia presagire che tali incontri siano già avvenuti all’epoca della redazione del manuale che, già come ricordato, reca la data del 7 aprile 1954. Un possibile contatto di tal tipo potrebbe essere quello presumibilmente avvenuto presso la base di Muroc Field (odierna Base Edwards dell’USAF) il 20 febbraio 1954. In tale data ci sarebbe stato, secondo numerose fonti più o meno attendibili, il primo incontro tra una delegazione di alieni ed i rappresentanti del governo USA.
  2. Incontri conseguenti alla caduta di un velivolo. Viene contemplata anche la possibilità di un contatto a seguito di UFO crash dovuto a “cause naturali” o“ad azione militare”. L’ultimo inciso lascia presagire che il qualche occasione l’Air force abbia aperto il fuoco contro un UFO, con risultati che possiamo soltanto immaginare.(2)

Una sezione del manuale che riveste la massima importanza ai fini dell’indagine è quella relativa alla tabella di classificazione della tecnologia extraterrestre. In essa sono indicati i manufatti alieni (e le eventuali EBE recuperate) con relativo codice di identificazione, nonchè la struttura di destinazione. La tabella viene, per comodità, riportata di seguito.

1. Velivolo di manifattura e progettazione extraterrestre integro, operativo, o semi integro. UA-002-6 Area 51 S-4
2. Qualunque meccanismo congegno o macchinario integro elettronico o meccanico che appaia indenne e funzionale. ID-301-F Area 51 S-4
3. Meccanismo Qualunque congegno o macchinario danneggiato elettronico o meccanico che appaia danneggiato ma pressochè completo. DD-303N Area 51 S-4
4. Impianto Congegni e macchinari o frammenti propulsivo che possano essere uniti di propulsione, pannelli e congegni per il controllo del carburante ed associati. PD-40-8G Area 51 S-4
5. Frammenti composti di elementi identificati o materiali facilmente riconoscibili in quanto noti alla scienza e tecnologia attuali, p. es.: alluminio, magnesio, plastica, ecc. IF-101-K Area 51 S-4
6. Frammenti composti di elementi o non identificati o materiali ignoti alla scienza ed alla tecnologia attuali e che mostrino caratteristiche insolite o straordinarie. UF-103-M Area 51 S-4
7. Scorte Materiali non meccanici o non elettronici provviste per il sostentamento, quali vestiario, oggetti personali, sostanze organi- che ingeribili, ecc. SP-331 Laboratorio blu e WP-61
8. Entità o Organismi non umani viventi, apparentemente in buona o discreta salute. L'entità in vita dovrà essere contenuta in attesa dell'arrivo di personale OPNAC. EBE-010 OPNAC BBS-01
9. Entità non Organismi non umani deceduti o porzioni di organismi, resti organici, o altra materia sospetta. Laboratorio blu e WP-61
10. Media Materia stampa, registrazioni elettroniche, mappe, diagrammi, fotografie e film. MM-54A -- KB-88 Edificio 21
11. Armi Qualsiasi congegno o porzione di congegno che si pensa faccia parte di armamenti offensivi o difensivi. WW-010 Area 51 S-4

Come si può notare da una attenta lettura, la tecnologia extraterrestre veniva destinata all’Area 51, Nevada, le EBE decedute ed il materiale organico venivano inviate al “Laboratorio Blu” della base di Wright Patterson mentre, come già visto, le EBE vive erano nella disponibilità dell’ OPNAC Team, presso l’installazione di Barking Sands, Hawaii. Tutti i media (materiale fotografico, filmati, mappe etc.) erano invece destinati all’edificio 21 della base di Kirkland (KB) sita ad Albuquerque, New Messico.

Rarissima foto, inviata da Ryan Wood all’autore del presente articolo, dell’edificio 21
(attualmente denominato edificio750) della base di Kirkland

L’art 16 del SOM prevede la possibilità che velivoli extraterrestri possano atterrare o schiantarsi in zone ad alta densità di popolazione, nelle quali la sicurezza, per ovvi motivi, non possa essere efficacemente mantenuta. In tale frangente ampie porzioni della popolazione e la stampa potrebbero costituire dei testimoni indesiderati. In tal ipotesi, il gruppo Majestic avrebbe predisposto un piano di contingenza (MJ-1949-04P/78). Tale piano sarebbe stato attuato, dispone il manuale, nel caso in cui “si dovesse rendere necessaria una pubblica divulgazione”. Esso viene citato anche nel briefing Eisenhower (di cui costituisce un allegato non disponibile) anche se la terza cifra non è identica a quella presente nel SOM (MJ-1949-P48/78).
Purtroppo non vengono specificati i termini del piano di contingenza (3), anche se possiamo senz’altro dedurre che esso era destinato a fornire una versione edulcorata del delicatissimo problema dell’esistenza di vita intelligente extraterrestre. Vi erano (e continuano ad esserci), infatti, alcuni sinistri aspetti del fenomeno che non si prestavano ad una pubblica divulgazione, tra i quali una probabile ostilità dei Visitatori. Esistono infatti prove del fatto che in più occasioni erano stati abbattuti caccia militari a seguito di azioni tese ad intercettare gli UFO. E poi vi era la spinosa questione dei rapimenti di terrestri da parte degli alieni, di cui sicuramente le autorità cominciavano a percepire l’esistenza e la portata. Anche se in un secondo momento, stando a numerose testimonianze, i rapimenti sarebbero stati addirittura effettuati con l’esplicito consenso e sotto la supervisione del governo USA.
Il capitolo 4 del manuale è dedicato alla “RICEZIONE E TRATTAMENTO” dei reperti extraterrestri ed è una puntuale raccolta di istruzioni (con tanto di tabella esplicativa) per l’imballaggio ed il trasporto degli stessi.
L’ultimo capitolo (Guida all’identificazione degli UFOBs) si interrompe bruscamente a pagina 21, ma il manuale, stando al sommario introduttivo ne contiene almeno 37. Segue quindi un’appendice con i testi di riferimento.
Sarebbe stato estremamente interessante leggere le pagine mancanti, perché vi sono contenuti : le possibili origini degli UFO e delle EBE, la lista dei componenti il Majestic12 (conosciamo bene i componenti originali grazie al briefing Eisenhower, ma potrebbero esserci stati altri nomi oltre quelli già noti), fotografie (presumibilmente dei dischi recuperati e delle EBE!).
Il documento esaminato, se autentico, è di capitale importanza per lo studioso in quanto fornisce numerose informazioni, anche particolareggiate, sul problema UFO/alieni negli Stati Uniti degli anni ’50. Come era prevedibile la comunità ufologia si è immediatamente spaccata sulla questione. Fra i più accesi sostenitori dell’autenticità del manuale vi sono il fisico nucleare Stanton Friedman, massimo esperto dell’incidente di Roswell, Timothy Cooper, Ryan e Robert Wood.
I detrattori annoverano tra le loro fila il capitano Kevin Randle (sul quale esprimo le mie riserve, vista la sua passata appartenenza all’Air Force), autore di diversi studi approfonditi su Roswell e il non compianto debunker Philip Klass, che alcuni ritenevano un agente al soldo della C.I.A.

Le principali obiezioni avanzate dagli scettici si possono così riassumere:

1. La non uniformità del SOM1-01 con i documenti classificati emanati dalle agenzie di intelligence tramite ordini presidenziali esecutivi .

2. L'estrema precisione e la dovizia di particolari possono essere interpretate come un tentativo di dare un alone di autenticità ai documenti e non costituiscono assolutamente una prova a favore .

3. Il contenuto del manuale è inappropriato al suo scopo. Un manuale che dovesse servire per illustrare le procedure di recupero di eventuali ufo precipitati non avrebbe alcun bisogno di illustrare la situazione storica degli UFO, né tanto meno gli schemi tecnici dei vari tipi di UFO o addirittura una lista di fenomeni che potessero essere scambiati come un avvistamento UFO .

4. Il manuale tace completamente riguardo le qualifiche del personale e le specifiche dell'equipaggiamento. Tutte cose tipiche di un manuale militare .

In realtà l’equipe di Wood è riuscita a smontare tali obiezioni, dimostrando invece che tutti i termini usati nel documento sono coerenti con la manualistica militare dell’epoca. Inoltre la lista delle referenze (4), riportata alla fine del manuale, è stata puntigliosamente verificata con risultati positivi.

Note:

(1) Il manuale adotta il termine UFOBs in luogo di UFO, ed i documenti governativi del 1954 hanno effettivamente usato tale acronimo, seppur per un breve periodo di tempo .
(2) Nel primo capitolo del manuale viene detto espressamente :” Non ci sono stati tentativi da parte di entità extraterrestri, di contattare nostre autorità o di recuperare i loro compagni morti, nonostante uno di tali incidenti sia stato effetto di una diretta azione militare”.
(3)A puro titolo di curiosità, bisogna dire che il rivelatore Bill Cooper, ex ufficiale della Marina Statunitense, in un suo dettagliato rapporto sul Majestic12, diramato in rete negli anni ’90 del XX secolo, accenna anche ad un piano di contingenza del Majestic. Secondo Cooper “questo piano (in caso l’informazione divenisse pubblica o in caso gli alieni tentassero di instaurarsi sulla Terra), mirava a diffondere la notizia che un gruppo terroristico era entrato negli Stati Uniti con armi atomiche, e che i terroristi avevano un piano per far brillare una bomba atomica in una delle città principali. Sarebbe stata dichiarata la legge marziale e tutti gli individui impiantati dagli alieni assieme a tutti i dissidenti, sarebbero stati rinchiusi in campi di concentramento. La stampa, la radio e la TV sarebbero state nazionalizzate e controllate. Chiunque avesse tentato di resistere sarebbe stato arrestato o ucciso”. Un piano alquanto “drastico”, non c’è dubbio!
(4) La pagina 28 del manuale è una lista di referenze. Stanton Friedman, a seguito di una ricerca presso l’archivio dell’esercito a Carlyne Barks, Pennsylvania, ha trovato le copie di alcuni dei documenti declassificati indicati nella lista.

Fonti:

- www.majesticdocuments.com
- Stanton Friedman : TOP SECRET/MAJIC. Marlowe & Company, 1996
- Stanton Friedman : Update on Operation Majestic 12 Documents su http://www.v-j-enterprises.com
- JOINT STATEMENT ON SOM-01-1 MANUAL PURPORTING TO CONFIRM MJ-12, su http://www.cufos.org
- Richardson G.: THE MAJESTIC 12 su http://www.thewhyfiles.net

Monday, November 8, 2010

In edicola i nuovi numeri delle riviste "X Times" e "Fenix"

http://zret.blogspot.com/2010/11/in-edicola-i-nuovi-numeri-delle-riviste.html

In edicola i nuovi numeri delle riviste "X Times" e "Fenix"

Presto saranno in edicola i nuovi numeri delle riviste "X Times" e "Fenix". Tra gli altri articoli di "X Times", segnalo l'inchiesta sull'U.F.O. crash a San Antonio (Texas) con immagini e testimonianze in esclusiva.

Diverse le ipotesi (non si escludono a vicenda) sugli schianti di oggetti volanti non identificati: sono abbattuti da sistemi d'arma terrestri? Precipitano in seguito a duelli nei cieli tra squadriglie di civiltà esterne, come sembrano confermare gli antichi testi indiani che descrivono epici scontri fra i vimana, "carri volanti"? Cadono per avarie o a causa di particolari condizioni geo-magnetiche?



Qui le copertine di "X Times" e "Fenix".


Friday, October 29, 2010

Antiche tecnologie

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/10/28/antiche-tecnologie/

Antiche tecnologie

Posted: 28 ottobre 2010 by neovitruvian

IL MECCANISMO DI ANTIKYTHERA

Il meccanismo di Antikythera è attualmente in mostra al Museo ellenico di Atene, in Grecia.

Questo notevole dispositivo meccanico che viene spesso descritto come il primo computer analogico al mondo è stato recuperato dai sub a largo delle coste di Antikythera nel 1900. Gli scienziati sono tutti d’accordo nel datarlo nel 2 secolo avanti cristo, il che lo rende vecchio più di 2000 anni. Si compone di un sistema complesso di quadranti, ingranaggi e ruote dentate che hanno una precisione straordinaria. Gli esperti concordano sul fatto che esso rappresenta uno standard di produzione che non si sarebbe visto fino alla nascita dei primi orologi complessi nel 18 ° secolo. Dopo decenni di ricerca il pensiero corrente è che il meccanismo sia stato utilizzato come un calcolatore astronomico per prevedere e misurare il movimento dei pianeti in relazione al Sole, la Terra e la Luna.

Per decenni dopo la sua scoperta originale, l’importanza della sua scoperta è stata sottovalutata, fino a quando gli archeologi e gli scienziati moderni hanno cominciato ad apprezzare il significato di tale precoce sofisticazione meccanica. Da allora è stato più volte passato ai raggi x e analizzato con l’uso di apparecchiature sempre più avanzate. Si sono costituiti gruppi di lavoro con l’obiettivo di scoprire i segreti del meccanismo. La sua esistenza ha messo in discussione molte idee preconcette che riguardavano la capacità tecnologica delle antiche civiltà.

LE INCISIONI DI ABYDOS

Le incisioni di Abydos mostrano un elicottero e altri veicoli futuristici
E’ situato nel Tempio di Seti I – Abydos, Egitto

Situata a circa 450 chilometri a sud del Cairo in Egitto vi è l’antichissima città-complesso di Abydos. Ritenuta da molti uno dei più importanti siti storici relativi all’antico Egitto è anche la locazione di una serie di incisioni che hanno causato gravi controversie tra gli archeologi e gli storici. All’interno del Tempio di Seti 1 ° (Seti I) si può trovare, nella sala ipostila più esterna, una serie di sculture che assomigliano molto ad elicotteri e ad astronavi futuristiche. L’elicottero è particolarmente riconoscibile e questo ha portato gli studiosi a discutere il perchè della sua esistenza. Naturalmente, ogni appassionato di UFO o credente in una civiltà antica tecnologicamente avanzata, come Atlantide, ritrova in queste immagini prove delle sue teorie.

Allo stesso modo, ogni egittologo (che segue la corrente di pensiero ufficiale) ha cercato di dare una spiegazione (abbastanza fumosa) di tutto ciò: Vecchi geroglifici intonacati per scolpircene nuovi, quando l’intonaco è crollato le immagini vecchie si sono fuse a quelle nuove creando queste “coincidenze”. Questa è stata la linea ufficiale per il “debunking” delle Macchine Abydos. Sono stati prodotti molti grafici complessi per spiegare cosa sia accaduto.

Recentemente ci sono state delle critiche molto intelligenti contro la teoria ufficiale. La prima è che l’edificio è molto importante e l’uso del gesso sarebbe stato anomalo. Gli egiziani invece, avrebbero usato uno stucco speciale di arenaria di cui erano molto esperti nella lavorazione e soprattutto era molto più resistente. La teoria della re-incisione è stata valutata cercando di riprodurre materialmente ma è risultato impossibile. Infine, alcuni ricercatori ritengono che il layout degli elementi ha un rapporto forte e preciso con il concetto di sezione aurea. Il loro punto diventa molto interessante quando sostengono che sia impossibile che il rapporto aureo si mantenga anche dopo la re incisione. In entrambi i casi ce ne è da discutere e il dibattito continuerà. Che gli egiziani avessero costruito magie tecnologiche o avessero cercato di riprodurre cose che non riuscivano a spiegare? Forse il tempo ce lo dirà.

LE LAMPADE DI DENDERA

Uno dei rilievi raffiguranti le lampade di Dendera.
Scoperto nel Tempio di Hathor, Dendera, in Egitto.

Ci sono tre rilievi in pietra (incisioni), che si possono vedere nel Tempio di Hathor nel complesso archeologico di Dendera che si trova sulle rive del Nilo, a circa 300 miglia a sud del Cairo, in Egitto. Alcuni ricercatori sostengono che queste immagini ritraggono una antica forma di tecnologia o sistema elettrico di illuminazione. Gli egittologi che sostengono la tesi ufficiale contestano fortemente il fatto che ci possa essere qualcosa di strano nelle incisioni e continuano a sostenere che si tratti solo di mitologia egiziana e più in dettaglio della nascita mitologica del serpente da un fiore di loto. Tuttavia, uno sguardo da vicino all’immagine solleva alcuni punti interessanti e delle domande. Il fiore di loto è facilmente riconoscibile, ma la trave (o bulbo) è insolito. La radice del loto è insolitamente a forma di cavo e sembra connettersi a un dispositivo che assomiglia all’antica batteria di Baghdad (Che si riprenderà più avanti). Il pilastro ha un aspetto molto simile ad un isolante elettrico moderno tipico delle moderne linee elettriche e da questo dispositivo due braccia sostengono il bulbo/fascio. Il serpente è una rappresentazione del potere e dell’energia e abbandona il loto in maniera molto simile a dei filamenti allungati associati alla illuminazione industriale. I debunkers, sostengono che se fosse veramente un sistema di illuminazione dovremo averne una controparte reale. In effetti oggetti come le lampade scolpite non sono mai state trovate. Questo però, è un argomento fallace. Non è detto che un’oggetto perchè non ritrovato non sia mai esistito.

LA GLORIFICAZIONE DELL’EUCARESTIA

Glorificazione dell’Eucaristia di Ventura Salimbeni, 1.599 dC, raffigurante tecnologia antica. Situato nella Chiesa di San Pietro, Montalcino, Italia

Situati nella chiesa, di San Pietro a Montalcino, in Italia, vi sono tre splendide opere d’arte. Quella che si trova immediatamente dietro l’altare è chiamata la Glorificazione dell’Eucaristia e fu dipinta poco prima del 1600 dC ad opera del bravissimo artista Ventura Salimbeni. Ciò che rende questo dipinto sia raro che insolito è il punto focale che include un dispositivo meccanico che ricorda molto un satellite o un drone di osservazione. Anche se questo particolare è stato classificato come un globo di creazione ci sono alcuni punti che vale la pena notare che confutano questa tesi. Il dispositivo ha chiaramente una antenna telescopica, quello che sembra essere un obiettivo, così come un riflettore.

Secondo alcuni l’obiettivo è una rappresentazione della luna e la luce è una rappresentazione del sole. Se fosse questo il caso, allora la luna sarebbe in fase crescente e il Sole sarebbe rappresentato in proporzione più piccolo di quanto dovrebbe essere. Inoltre, le antenne sono chiaramente fissate al globo con dispositivi simili a dei gommini. Il globo mostra anche delle linee le quali rappresenterebbero le linee di longitudine della Terra. Questa teoria però risulta errata,infatti nel 1600 dC, la convinzione prevalente era che il mondo non fosse rotondo ma piatto. Sarebbe stato effettivamente illegale rappresentarlo in questo modo. In realtà, le linee sembrano saldature tra piatti di metallo e forse è quello che sono.

I MEGALITI DI BAALBEK

Uno dei più grandi megaliti di Baalbek e noto nell’antichità come la pietra delle donne incinte
Baalbek, Libano

Situate a Baalbek in Libano vi sono le più grandi pietre megalitiche mai scavate nella roccia “vivente” di una cava. Spesso definite come ciclopiche, esse variano nel formato e nella massa, ma la più consistente è stimata pesare quasi 1.300 tonnellate e giacce per terra inutilizzata. Sembra che migliaia di anni fa furono lavorate per assumere una forma rettangolare e vennero poi trasferite a più di un chilometro per essere utilizzate nel vicino Complesso Archeologico di Baalbek, che è stato ampliato nel corso del periodo romano, quando la città era conosciuta come Heliopolis (Città del Sole) .

La precisione con cui questi megaliti sono stati scolpiti è incredibile e sarebbe quasi impossibile da raggiungere anche oggi. Come siano stati spostati e collocati all’interno della costruzione del più grande tempio di Baal-Giove (Zeus) rimane inspiegabile. Nel corso degli anni hanno avuto luogo molti esperimenti i quali mostrano che, mentre è possibile per un gran numero di uomini con leve e rulli, spostare pietre di grandi dimensioni (300 tonnellate) per brevi distanze questi megaliti sono due volte più grandi. Le dimensioni del megalite più grande e il fatto che anche con la nostra tecnologia sarebbe difficile spostarlo suggerisce che le antiche civiltà possano aver avuto una tecnologia più avanzata di quello che attualmente crediamo. Eppure, qual’era questa tecnlogia e come funzionasse rimane ancora un mistero per ora.

IL DISCO DI FESTO

I due lati dell’antico disco di Festo, i simboli sono indecifrabili
In mostra nel Museo di Heraklion a Creta.

Questa insolita scoperta è stata fatta nel 1908 in un deposito sotterraneo del tempio collegato all’antico sito del palazzo minoico di Festo, nell’isola di Creta. L’archeologo Luigi Pernier rimosse il disco da uno strato di terra nera che ha permesso la datazione dell’artefatto ad un periodo che va dal 1850 aC al 1600 aC. Realizzato in argilla cotta, il disco è di circa 15 cm di diametro e ha un centimetro di spessore con simboli impressi su entrambi i lati. Il significato dei simboli non è mai stato inteso in un modo che sia accettabile per gli archeologi ufficiali o per gli studenti di lingue antiche. E ‘insolito per una serie di motivi. In primo luogo, è unico nel suo genere e nessun altro elemento (forse con l’eccezione dell’ascia di Arkalochori) può essere associabile con i caratteri scolpiti.

La scrittura stessa è stata creata premendo personaggi già modellati nella creta molle, il che lo rende il primo registratore portatile. E ‘importante notare che è stato ritrovato nei pressi di una seconda tavoletta la cui scrittura era quella standard del periodo, conosciuta come Lineare A. Anche se ci sono state alcune polemiche sulla autenticità del disco è ampiamente riconosciuto come genuino ed è in mostra nel Museo di Heraklion di Creta, in Grecia. Numerose teorie sono state proposte una di esse ad esempio è quella che il disco fosse usato come “preghiera” per antichi alieni. Una teoria recente e piuttosto plausibile è che si trattava di un messaggio in codice che è stato letto e quindi eliminato gettandolo nel pozzo. Se questo fosse il caso, rappresenterebbe una delle prime forme di crittografia sofisticata.

LA BATTERIA DI BAGHDAD
Una riproduzione della batteria di Baghdad scoperta nel 1936 Iraq. Si pensa sia in possesso del museo di Baghdad

Questi strani artefatti sono stati inizialmente scoperti nel 1936 durante uno scavo archeologico nel villaggio di Khuyut Rabbou’a che si trova a circa 20 miglia a sud est del centro della città moderna città di Baghdad e vicino l’Arco di Ctesifonte. Sono grandi 13 – 14 centimetri in altezza e contenevano un cilindro di rame nel quale vi era sospesa una barra di ferro. Nel dicembre del 1939, poco dopo l’inizio della seconda guerra mondiale un archeologo tedesco di nome Wilhelm Konig si imbatte in questi artefatti nel seminterrato del Museo Nazionale dell’Iraq. Riconobbe immediatamente la loro somiglianza con le batterie galvaniche e pubblicò un documento il quale suggerisce che questi dispositivi elettrici antichi potrebbero essere stati utilizzati per la galvanostegia per ricoprire ad esempio l’argento con l’oro.
E ‘in questo periodo che Adolf Hitler ha iniziato seriamente, se non in maniera eccentrica, il programma per studiare la tecnologia degli antichi.Films relativamente moderni come “I predatori dell’arca perduta”, sono basati su questa realtà oscura. Non esiste una spiegazione semplice per la batteria di Baghdad e, naturalmente, questo ha creato polemiche, dibattito e disaccordo nella comunità scientifica. Ricostruzioni di questo dispositivo hanno dimostrato che si può generare una corrente elettrica che varia tra i 0,4 e i 1,9 volt. Naturalmente, alcuni scienziati contestano queste affermazioni e sostengono che le ricostruzioni sono inesatte. (Questi scienziati amano fare opposizione- è l’equivalente scientifico di mettersi a discutere con l’insegnante di storia per assicurarsi che tutti gli altri alunni sappiano che sei ancora in classe.)
I VIMANA
Francobolli sovietici raffiguranti le ambizioni dell’URSS per quanto riguarda l’esplorazione dello spazio. A fianco un ‘interpretazione di un Vimana dall’India antica. Anche qui ci sono moduli/sezioni staccabili come nei più moderni shuttle?
(Questa è la sezione più importante del post)
Si riferisce a una raccolta di documenti storici dell’antica India che descrivono una serie di incredibili macchine volanti e di armi con uno standard tecnologico più avanzato rispetto a quello di oggi. La più antica menzione di queste macchine si trova nei testi sanscriti conosciuti come i Veda e risalgono al 1500 aC circa. Una traduzione moderna dice: “saltano velocemente nello spazio con una navicella utilizzando fuoco e acqua … la navicella contiene dodici stamghas (pilastri), una ruota, tre macchine, 300 perni, e 60 strumenti. “Nei testi Ramayana ci sono riferimenti a macchine volanti che sono state utilizzate per la convenienza della classe dominante.
Nei testi Mahabharata ci sono le descrizioni dei piani di battaglia e dei missili che usano il suono per trovare il loro obiettivo e fasci di luce che distruggono tutto ciò che toccano con la loro energia. Nei primi anni 50 un testo più moderno è stato reso disponibile. Chiamato il Sastra Vaimanika (scienza della aeronautica) è un’opera di Subbaraya Shastry il quale sosteneva che i suoi scritti erano basati sulle parole del grande saggio Bharadwaja dando così autenticità alle rivendicazioni scientifiche. L’immagine è un disegno basato sulle descrizioni scritte dell’oggetto. E’ interessante notare che ci sono indicazioni sul fatto che nel 1960 gli scienziati russi si sono profondamente interessati al fenomeno Vimana e, stranamente, è proprio in questo periodo che hanno fatto balzi in avanti significativi nelle loro conquiste tecnologiche. Eppure, tutto ciò è probabilmente solo una coincidenza. I Vimana non esistono solo in India, ci sono riferimenti da tutto il mondo come ad esempio il Saqqara Bird in Egitto, i modelli pre-colombiani di velivoli d’oro, il mito greco di Icaro, il Carro di Ezechiele, le piste di Nazca (linee), Le sculture ad Abydos , Le pitture rupestri di Tassili dall’Algeria ed i riferimenti agli aerei di legno del cinese Lu Ban che volavano a grande distanza. Naturalmente, questi riferimenti sono spesso respinti dagli storici moderni come fatti semplicemente impossibili. Si tratta solo di un desiderio generale di volare( nel mondo antico) oppure testimonianze del livello tecnologico a cui i nostri avi erano arrivati?
IL FUOCO GRECO
Biblioteca nazionale di Madrid dimostrazione dell’utilizzo del fuoco greco
Il fuoco è stato utilizzato in guerra fin dalle prime testimonianze e migliaia di anni dopo l’uomo dipende dalla stessa potenza portata all’estremo, sotto forma di esplosivi, cannoni, missili e lanciafiamme. Tuttavia, a volte un’arma viene sviluppata in anticipo sui tempi e le capacità militari delle altre forze e ciò cambia il corso della storia. Il Fuoco greco divenne l’arma segreta dell’impero bizantino. In breve un composto chimico infiammabile viene spruzzato addosso alle navi e al personale. I suoi effetti sono stati devastanti, perché questo liquido non poteva essere spento con l’acqua.
In realtà, fu progettato in modo da bruciare sott’acqua e che non potesse essere spento normalmente. Avrebbe dovuto incendiarsi su tutti i materiali e bruciare la carne del corpo di un uomo in pochi secondi in un modo molto simile alle moderne armi al fosoforo. La formula è stata tenuta così segreta che nessuno sa quale sia, né gli scienziati sono stati in grado di ricrearlo utilizzando gli ingredienti disponibili al momento. La sua invenzione è stata attribuita all’ingegnere siriano e architetto Kallinikos attorno al 675-673 dC. L’uomo era fuggito da Baalbek (Heliopolis), in quello che oggi è il Libano. Un’altra teoria dice che un angelo ha fatto visita a Costantino, svelandoli la formula e fancendoli promette che il fuoco greco rimarrà per sempre un segreto cristiano. L’unica persona che ha cercato di svelare il segreto del fuoco sarebbe stato colpito da un fulmine dal cielo. Qualunque sia l’origine della scoperta e il successivo uso del fuoco greco, certamente ha salvato Costantinopoli dalla conquista musulmana e ha arginato la rapida invasione dell’Europa. E’ stato certamente scoperto in un momento critico, giusto per salvare l’impero Bizantino. Questa coincidenza merita un’indagine molto più profonda. Per quanto riguarda la ricetta si ritiene che contenesse una prima forma di petrolio raffinato, nafta, zolfo, nitro, salnitro e altri ingredienti che che potevano includere anche il fosforo. Le resine sono inoltre menzionate come possibile componenti, di recente è stata formulata l’idea che vi fosse anche della polvere di ferro. Fino a quando non ci saranno studi più approfonditi non verrano mai svelati questi arcani e la probabile tecnologia antica rimarra sempre un grosso interrogativo.