http://zret.blogspot.it/2014/01/ego-ed-eco.html
Ego ed eco
Viviamo nell'epoca delle ciarle insulse per gli stessi ciarlieri.
Non sono pochi i brillanti conversatori, ma quanti sanno veramente ascoltare? L’ego ipertrofico impedisce a molti di udire nelle parole altrui, se non un’eco delle proprie. Osserviamo costoro: il loro sguardo non si posa sull’interlocutore. Sono distratti, assorti a seguire il filo dei loro discorsi, insofferenti. Si annoiano, se gli interventi altrui superano una certa lunghezza.
Per quanto mi consta [ti consta male, babbeo], nessun regista ha mai avuto l’idea di rinunciare in modo sistematico al campo e controcampo, l’inquadratura alternata degli attori-personaggi che dialogano, per adottare una tecnica uguale e contraria, indugiando con la macchina da presa non su chi parla, ma su chi ascolta o dovrebbe ascoltare.
Dagli occhi del destinatario, dalla mimica, dal modo di ammiccare, si comprenderebbe se davvero egli presta attenzione, quanto si immedesima nel locutore, se è empatico o noncurante o persino ostile, nonostante le sue parole di disponibilità, dietro il velo della cortesia. Particolari inquadrature e tagli permetterebbero di scrutare l’anima del personaggio.
La finzione cinematografica ci aiuterebbe ad estrarre una scheggia di vita.
Non sono pochi i brillanti conversatori, ma quanti sanno veramente ascoltare? L’ego ipertrofico impedisce a molti di udire nelle parole altrui, se non un’eco delle proprie. Osserviamo costoro: il loro sguardo non si posa sull’interlocutore. Sono distratti, assorti a seguire il filo dei loro discorsi, insofferenti. Si annoiano, se gli interventi altrui superano una certa lunghezza.
Per quanto mi consta [ti consta male, babbeo], nessun regista ha mai avuto l’idea di rinunciare in modo sistematico al campo e controcampo, l’inquadratura alternata degli attori-personaggi che dialogano, per adottare una tecnica uguale e contraria, indugiando con la macchina da presa non su chi parla, ma su chi ascolta o dovrebbe ascoltare.
Dagli occhi del destinatario, dalla mimica, dal modo di ammiccare, si comprenderebbe se davvero egli presta attenzione, quanto si immedesima nel locutore, se è empatico o noncurante o persino ostile, nonostante le sue parole di disponibilità, dietro il velo della cortesia. Particolari inquadrature e tagli permetterebbero di scrutare l’anima del personaggio.
La finzione cinematografica ci aiuterebbe ad estrarre una scheggia di vita.
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Ma si', dai, sputtaniamo subito o'professore. Dove indugia la telecamera, idiota? Anche quando parla Finney l'inquadratura resta sulla Bergman, che ascolta.
Qualcuno di voi ha mai letto "Una banda di idioti" di J.K.Toole?
ReplyDeleteChe mi venga un colpo se gli scritti di zret non sono tali e quali in forma e stile agli scritti farneticanti del protagonista Ignatius J. Reilly...
Lol io!
DeleteMa almeno Ignatius faceva ridere nei suoi sproloqui di "giovane lavoratore" XD
Viviamo nell'epoca delle ciarle insulse per gli stessi ciarlieri.
ReplyDeleteMai cappello fu più azzeccato per questo pezzo, lo descrive in pieno: più ciarle insulse di quelle che scrive il c(z)retino ...
Zretino l'unica cosa che sa fare sono le seghe mentali ...
ReplyDeletead ogni sua "riflessione" mi sorge sempre spontanea una domanda: e quindi?
ReplyDeleteperchè cosa voglia dire non si sa, scrive al solo scopo di sfoggiare il suo nozionismo (non si può definire cultura)
Skipper ma è chiaro sta volta, sta descrivendo se stesso.
ReplyDeleteil NAZISTELLO di merda deve DIMENTICARE di essere tornato a scuola, quindi DERISO, SBEFFEGGIATO, PERCULATO, DILEGGIATO, CANZONATO, IRRISO,, SCHERNITO... dai suoi allievi, COME SEMPRE?
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