L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

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Tuesday, April 14, 2015

Clonazione, infiltrazione

http://zret.blogspot.ch/2015/04/clonazione-infiltrazione.html

Clonazione, infiltrazione



L’avvincente saggio di Ardy Sixkiller Clarke, Il ritorno dei popoli delle stelle, dedicato agli incontri dei Nativi americani con presunti alieni sia ostili sia benevoli, comprende un’ampia gamma di disparati episodi: si va dal contatto con esploratori non terrestri alle abductions, dall’avvistamento di gigantesche aeronavi agli schianti di U.F.O. nei deserti del Nord America. Tra i vari resoconti, uno dei più inquietanti e singolari concerne le esperienze di Willie Joe, un Navajo con alle spalle un’educazione universitaria. L’autrice del volume intervistò Willie Joe nella primavera del 1987 e questa è la sua storia.

“La mia vita non mi è mai appartenuta. Ho un gemello dalla nascita, ma non si tratta di un fratello normale. Gli alieni lo hanno creato a partire dal mio sangue e lo hanno cresciuto in un pianeta lontano, da qualche parte nello spazio. Quando ero piccolo, venivano a prendermi ogni anno e mi portavano da lui. Ci lasciavano giocare un po’insieme, poi ci conducevano in una stanza e ci collegavano ad un macchinario. Ho sempre pensato che trasferissero al gemello le mie conoscenze. Sono cresciuto, sapendo che si sarebbero potuti presentare da un giorno all’altro. Non so a che cosa servisse loro un mio doppio. Forse ognuno di noi possiede un gemello alieno e, prima o poi, l’umanità sarà sostituita da replicanti. Da piccolo li credevo capaci di qualsiasi cosa. Avevano rapito e clonato anche altri bambini. Quando venivano a prelevarmi nell’astronave vedevo altri bambini della mia età. Credo che negli anni ne abbiano sequestrati a centinaia, se non a migliaia, di tutte le razze. Sono convinto che il governo è a conoscenza di tutto. Forse ci considerano cittadini sacrificabili... Se gli alieni sono più forti dell’uomo, è naturale che l’esecutivo è disposto a collaborare con loro, magari per paura o per ottenere benefici, ad esempio tecnologie avanzate. Il che spiegherebbe perché il governo sia così irremovibile nel negare l’esistenza degli extraterrestri. Le istituzioni non potrebbero certo permettersi di confessare di fronte al popolo che consentono ai visitatori di condurre esperimenti sugli uomini in cambio di dispositivi tecnologici. Così ai nostri politici non resta che sollevare una cortina di fumo. Chiedono poi a qualche professore di scrivere libri che gettino nel ridicolo chiunque sostenga tesi diverse in modo da corroderne la credibilità. Così riescono ad insabbiare la verità”.

Willie Joe, pur non essendo un ricercatore nel campo della xenologia, offre uno spaccato che coincide con quello delineato da alcuni perspicaci investigatori. Il Navajo colloca pure gli eventi a lui occorsi in un quadro interpretativo con profondi risvolti: egli ritiene, infatti, che gli Altri clonino i corpi, ma non l’anima. Gli ufonauti, privi essi stessi di un’essenza spirituale, si limiterebbero a produrre dei sosia forse con lo scopo di sostituire in modo progressivo ed inavvertito l’umanità per mezzo di una progenie clonata: dalla clonazione all’infiltrazione quindi, in una sorta di stratagemma “cavallo di Troia”. Anche il retroscena esopolitico suggerito dall’experiencer (tecnologia in cambio della possibilità per gli intrusi di rapire e mutilare esseri umani ed animali) è plausibile nonché corroborato da non poche testimonianze esterne.

E’ lo scenario che era già stato evocato nella cupa, sinistra pellicola “L’invasione degli ultracorpi” (1956), per la regia di Don Siegel (1912-1991). Nella produzione, “tappa fondamentale nella storia della fantascienza”(G. Canova), gli Stranieri si prefiggono di invadere la Terra, sostituendo agli uomini delle copie.

Willie Joe reputa gli alieni (almeno quelli da lui incontrati) animati da intenzioni malevole. L’uomo avverte: quando un bambino racconta di estranei che nottetempo entrano nella camera, è bene che i genitori diano ascolto ai figli.

E’ veramente opportuno non sottovalutare certe relazioni che alludono a “patti scellerati”, a collusioni cosmiche ai danni di una popolazione ignara. Sapere potrà forse aiutarci a schivare qualche proditorio fendente…

Fonti:

Enciclopedia del cinema, Milano, 2002, s.v. Siegel Don.
A. Sixkiller Clarke, Il ritorno dei popoli delle stelle, Venezia, 2015, pp. 91-97


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Wednesday, October 20, 2010

Telefon

http://zret.blogspot.com/2010/10/telefon.html

Telefon

"Telefon" è una pellicola statunitense del 1977, per la regia di Don Siegel. Tra gli interpreti figurano Charles Bronson, Lee Remick, Donald Pleasence, Alan Badel, Patrick Magee, Tyne Daly. Paolo Mereghetti recensisce il film: "Una scheggia impazzita del KGB (Charles Bronson) mette in azione alcuni agenti di stanza negli Stati Uniti, addestrati solo a livello inconscio. Tratto dal romanzo di Walter Wager e sceneggiato con abilità da Stirling Silliphant e dal futuro regista Peter Hyams, 'Telefon' è una spy story originale e ben diretta, che mantiene la tensione altissima fino all'ultima scena. Tra gli attori, meglio il mefistofelico Pleasence del legnoso Bronson."

L'intreccio del film, collocato nella temperie della cosiddetta "Guerra fredda", sviluppa i tòpoi della storia spionistica, introducendo il tema dell'ipnosi usata come strumento di controllo mentale: infatti negli Stati Uniti cinquantuno agenti sotto copertura ed "assopiti" sono destati, attraverso messaggi telefonici contenenti i versi del poeta Robert Frost, da un anziano esponente del KGB, contrario alla distensione tra le due superpotenze.

Se sfrondiamo l'opera cinematografica dal frusto e, in buona misura, fittizio, agone tra "buoni e cattivi", "Telefon" si può apprezzare, oltre che per l'atmosfera di angosciosa fatalità, per il riferimento al condizionamento subliminale, attuato con comandi post-ipnotici. E' un motivo quanto mai scottante: i Sovietici furono i primi a compiere esperimenti nel campo dei poteri psichici e ad usarli in operazioni segrete, ma gli Statunitensi non hanno nulla da invidiare. Si pensi al diabolico programma MK Ultra ed a tutte le sue filiazioni.

Non si sbaglia di molto, se si considera il mondo odierno una sorta di gigantesco laboratorio per il dominio delle coscienze e di quanto si situa oltre la labile soglia dell'io. Si impiegano – con successo - i mezzi più disparati per soggiogare l'umanità e tenerla in uno stato di perenne torpore.

Don Siegel, il regista statunitense noto soprattutto per il classico della fantascienza, “L'invasione degli ultracorpi” (1956), esprime "crudezza stilistica e scetticismo morale" in una pellicola secca ed ellittica. Come in altre sue produzioni, Siegel evoca implacabili scenari per esibire tutta la falsità di un epilogo consolatorio.


Fonti:

P. Mereghetti, Il dizionario, dei film, 2000, s.v. Telefon
Enciclopedia del cinema, a cura di G. Canova, Milano, 2002, s.v. Siegel




Sunday, August 29, 2010

The arrival

http://zret.blogspot.com/2010/08/arrival.html

The arrival

"The arrival" è una pellicola statunitense del 1996, per la regia di David Twohy. "Un astronomo, Zane Zaminski, (interpretato da Charlie Sheen) capta messaggi extraterrestri dallo spazio, ma gli alieni cattivi in realtà sono già mimetizzati tra noi e non ci tengono a divulgare la notizia. Il regista, già sceneggiatore del 'Fuggitivo', guarda ad 'X Files' ed all''Invasione degli ultracorpi', con prevedibile corredo di effetti speciali." (P. Mereghetti, Dizionario dei film, Milano, 1999).

La frettolosa e scarna recensione riportata è comunque sufficiente per rendere l'idea di come il cinema di fantascienza lavori in modo sotterraneo: veicola ed intreccia messaggi. Qui il tòpos dell'invasione aliena è declinato nella sua variante più sinistra: un'invisibile colonizzazione per cui gli uomini non sono più uomini. L'archetipo cinematografico di Don Siegel viene fatalmente depauperato in una quasi rivisitazione, aggiornata con il riferimento al S.E.T.I ed alla N.A.S.A., struttura paramilitare nazistoide più che ente scientifico. Tra i personaggi, Filippo Gordian (Ron Silver) è il doppio-giochista, il fidato fedifrago, figura-stereotipo che lascia sdrucciolare la trama nello scontato.

Il motivo dei radio-segnali di natura intelligente (allusione a WOW!) immette nella storia un addentellato esobiologico su cui si staglia il silenzio delle voci "terrestri": captiamo radio-sorgenti distanti anni-luce dalla Terra, ma non percepiamo gli echi mortali che s'irradiano dal nostro mondo.

Nella produzione, non priva di suspense nella prima parte, ma che poi si sfilaccia, è sceneggiato il dramma di un'aggressione esterna pur sempre possibile, anche se in forma realisticamente fittizia (Bluebeam?). Non fummo forse, però, infiltrati millenni or sono? Mentre ci interroghiamo sulle minacce dello spazio e su come schivarle, dimentichiamo di chiederci, ormai sull’orlo dell'abisso, chi potrà salvare l'umanità da sé stessa.




Wednesday, August 12, 2009

Cloni

http://zret.blogspot.com/2009/08/cloni.html

Cloni

Viviamo in un mondo dai connotati sovente inconcepibili. Così, in questi ultimi tempi, il tema della clonazione ha cominciato a gettare lunghe ombre sul futuro prossimo. Pare che qualche "scienziato" intenda clonare il Messia, usando le tracce ematiche della Sindone, il noto lenzuolo sulla cui autenticità è impossibile pronunciarsi. Alcuni ricercatori ritengono che la creazione di un falso Cristo non sia un'ipotesi tanto peregrina. La sceneggiatura è già stata scritta: più della regia, ammireremo gli effetti speciali. Se tra noi già vivono dei cloni, chi sono e chi li ha generati? L'ufologo Michael Rubens, nell'articolo They are among us, si richiama alle investigazioni di Budd Hopkins e di David Jacobs sui rapimenti alieni: egli crede che l'agenda dei Grigi preveda l'infiltrazione tra l'umanità di ibridi umani alieni, mentre Corrado Malanga descrive le copie dei sequestrati.

Si pone anche un problema antropologico: come classificare questi presunti esseri ed in che cosa si differenziano dagli uomini? Non sarà inopportuno rispolverare quel concetto che lo scientismo odierno rigetta, l'idea di anima. Poi si tratta di comprendere il fine dell'ibridazione tratteggiata con dolente stupore anche da Katharina Wilson. Orientarsi non è punto facile: pare un'invasione silenziosa e letale come nel film per la regia di Don Siegel, l'invasione degli ultracorpi, ma è un'invasione più subdola. Gli ultracorpi erano cloni, nell'angosciante pellicola.

Rubens riprende in mano i libri di Nigel Kerner e ne ricorda alcune conclusioni: "Kerner è il più originale autore che si sia soffermato sull'intrusione del fenomeno extraterrestre. Egli propone una visione del piano elaborato dai Grigi (da non confondere con le E.B.E., n.d.r.) Suggerisce che il miglior modo per comprendere il loro comportamento apparentemente bizzarro è definire chi esattamente essi sono e soprattutto come diventeranno. Dopo aver esplorato questi temi, l'autore dà uno sguardo nuovo ai resoconti dei testimoni, alla luce delle più recenti scoperte scientifiche, specialmente nel campo della genetica e della fisica quantistica

Kerner è stato il primo autore a chiarire una connessione tra gli Arconti dei testi gnostici trovati a Nag Hammadi in Egitto ed i Grigi. Egli operò questo abbinamento nel suo primo libro del 1997... Siamo sull'orlo di una tragedia cosmica e la ragione è drammaticamente semplice: le nostre società sono alla ricerca disperata di un messia che sia in grado di unire la scienza con il senso intuitivo di un'invisibile realtà mistica. Per molte persone questo senso intuitivo non va oltre la superstizione: il problema è che il fenomeno dei Grigi è interpretato da molti autori carismatici e da imbonitori come qualcosa che offre quegli elementi scientifici intrecciati alla superstizione che essi stanno cercando.

Secondo Kerner, i Grigi sono messia meccanici. Non hanno empatia, non hanno anima. Sono entità bioniche programmate con lo scopo di perpetuare sé stessi ad ogni costo. E' ironico che i Grigi potrebbero diventare la soluzione ideale per chi aspira ad una risoluzione tecnologica e scientifica per i problemi umani. Non importa quanto intelligenti e sofisticati essi siano, i Grigi non sono della stessa natura degli uomini, poiché non hanno origini naturali, ma sono creazioni artificiali. Essi sono persi in una ricerca infinita per capire la differenza tra noi e loro. La differenza per Kerner giace lungo una linea di connessione che egli definisce Godverse: egli pensa all'anima e suggerisce che i Grigi sono alla disperata ricerca per capire che cos'è l'anima, poiché, senza di essa, è preclusa loro la via per una vita eterna".

Non credo gli Arconti coincidano con i Grigi che forse sono tra i loro emissari, ma sconcerta apprendere che solo qualche sparuta confraternita gnostica seppe riconoscere l’influsso dei Dominatori sull’esangue umanità.

Ancora una volta, attraverso il territorio impervio della xenologia, si imboccano strade che portano lontano, alla riflessione sulla meccanicità del male e persino alla metafisica: infatti questa ricerca dell'anima per opera dei Grigi ci rammenta la caducità della vita, murata in un mondo ordinario. Ci sentiamo viandanti in cammino verso l'altrove: lungo il sentiero non mancano le insidie. Questi fantomatici Grigi si interrogano sull'essenza e credono sia possibile catturarla con la tecnologia: un insegnamento, anche se ex contrario. La sfida è la rinuncia alla scienza inumana ed alle sue rutilanti promesse, in un'era che è avviata al gelido trionfo della tecnica.

Quante volte, camminando per le cimiteriali strade delle metropoli, abbiamo l'impressione di imbatterci in automi: i veri robot sono tra noi ed i Grigi non paiono costituirne la maggioranza.