L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Monday, September 22, 2014

Asimmetria

http://www.tankerenemy.com/2014/09/asimmetria.html

Asimmetria


Molti si domandano per quali ragioni, nonostante l’informazione sulla geoingegneria clandestina, il signoraggio bancario e crimini correlati sia sempre più capillare, benché siano molteplici i movimenti che si battono per la verità, non si ottengano risultati concreti. In primo luogo, se escludiamo le associazioni che sono in realtà espressioni del sistema (Thrive, Zeitgeist, WWF, Greenpeace, Lega Ambiente, Italia nostra, FAI etc.), il numero degli attivisti sinceri si riduce in modo drastico sicché il vero dissenso occupa una parte molto esigua.

E’ evidente l’asimmetria con l’establishment da una parte, sistema che detiene il potere ed ingenti risorse finanziarie, ed i cittadini dall’altra. Essi, pur organizzati, non dispongono né di strumenti finanziari né di altro tipo. Sbilanciato è anche il quadro globale in merito all’informazione: gli apparati monopolizzano i media sia tradizionali sia digitali, laddove il fronte della libertà, tra mille impedimenti pratici e legali, a mala pena riesce a manifestare il suo pensiero ed a divulgare. L’ostacolo principale, però, in cui ci si imbatte è la divisione che connota la galassia dei gruppi anti-sistema. Siamo spesso al cospetto di una polverizzazione ora alimentata da individualismo ora da egomania ora da oggettive, logistiche difficoltà a creare un coordinamento.

Questa divisione, però, non è del tutto deplorevole, anzi. Infatti, mentre gli apparati sono compatti nel segno di obiettivi biechi (denaro, egemonia, carriere universitarie, censura, controllo, persecuzione dei dissidenti), gli attivisti sono talora in disaccordo tra loro per motivi legati alle idee. La frattura più importante è quella che separa i laici dai credenti. I credenti di solito sono cattolici, ma non mancano gli aderenti ad altre confessioni cristiane anche minoritarie. Gli stessi cattolici, però, sono distinti in cattolici canonici (papisti), sedevacantisti, lefebrviani e via discorrendo. Anche i laici (laico non significa che sia indifferente a risvolti metastorici, metafisici e persino spirituali, ma che non ritiene necessario, per attuare certe strategie, sconfinare dall’ambito empirico) si parcellizzano in diversi orientamenti più o meno contigui a compagini istituzionali. Si pensi solo alle logoranti ed inutili diatribe tra economisti indipendenti (contrari al signoraggio bancario) circa la funzione e gli scopi della moneta. [1]



Non mancano divergenze a proposito delle strategie da adottare: qualcuno intende privilegiare le manifestazioni, altri l’informazione, altri gesti simbolici, altri iniziative legali, altri propendono per una metodologia “mista”. Alcuni preferiscono concentrare le proprie energie su obiettivi minimi (la sovranità monetaria), altri vorrebbero azioni di più ampio respiro. Purtroppo la scarsa unità di intenti fra gli attivisti rischia di indebolire una condotta già profondamente condizionata dallo strapotere del sistema. Bisognerebbe porre tra parentesi certe differenze di idee per incanalare le forze verso un fine condiviso da tutti.

In linea di massima, in questi anni si è riusciti ad aprire qualche breccia nel muro poderoso del negazionismo, ma gli esiti sono stati insoddisfacenti e non tanto per l’intrinseca vigoria dell’establishment, quanto per l’inerzia e l’indifferenza di gran parte dell’opinione pubblica preoccupata solo di difendere il suo hortus conclusus. La gente è restia a prendere coscienza e ad intraprendere un itinerario difficile ma alla fine proficuo, un percorso verso la libertà e la dignità. Dunque le fenditure spesso si sono richiuse. In questi anni poi non pochi attivisti, per una ragione o per un’altra, hanno defezionato.

Stando così le cose, è arduo sperare in una svolta positiva e per giunta in tempi brevi. Non si può mai sapere: nella storia e nella natura agiscono fattori imponderabili, ma pare restino poche opportunità almeno sul piano pratico di individuare risoluzioni definitive. Né si può dimenticare che probabilmente il tracciato principale è, almeno in una certa misura, predeterminato: l’umanità non poté in passato scampare al cataclisma planetario noto come diluvio universale.

L’asimmetria non si limita solo al confronto tra l’uomo e la struttura governativa, ma pure alla dialettica tra “progetto e destino” per usare un’efficace antitesi di Giulio Carlo Argan. Da tale dialettica non si può prescindere. L’asimmetria fondamentale è, però, un’altra ed è a nostro vantaggio: è quella tra coscienza e “macchina”, tra onestà intellettuale ed ingiustizia, tra verità e menzogna, tra sapere ed ignoranza. Ci deprederanno, ci vesseranno, ci aggrediranno in ogni modo, devasteranno il pianeta purtroppo, ma la coscienza non si può svellere. Essa è quercia di cui la bufera squassa la chioma, ma che non può essere sradicata.

Se, sotto il profilo storico, la sconfitta è probabile, sul piano metastorico, la vittoria ci appartiene. Non vinceremo, perché abbiamo già vinto. Da sempre.

[1] Purtroppo i cattolici non vogliono riconoscere che la Chiesa di Roma, in quanto istituzione, fatti salvi quindi singoli esponenti che sono anche degnissimi, è convinta promotrice della dittatura planetaria nota come Nuovo ordine mondiale.

Sunday, April 6, 2014

Superare il riduzionismo antropologico

http://zret.blogspot.it/2014/04/superare-il-riduzionismo-antropologico.html

 Superare il riduzionismo antropologico

Il pensiero libero deve essere anche provocatorio.

Il dibattito tra chi sostiene che la specie Homo sapiens differisce dagli animali da un punto di vista meramente quantitativo e chi, invece, crede l’uomo manifesti delle caratteristiche irriducibili rispetto agli altri esseri viventi, è infuocato. Come spesso avviene, il problema in questi termini dilemmatici è mal posto. Se si affrontano le questioni con discernimento, esse diventano meno ostiche e si evitano dicotomie inconciliabili.

Vediamo dunque come si potrebbe approcciare tale spinoso tema. E’ forse errato disquisire di uomini tout court. Piaccia o no, gli uomini non sono tutti uguali: alcuni – abbiamo il coraggio di ammetterlo – sono inferiori agli animali; altri sono senza dubbio, sotto il profilo qualitativo, superiori. Non sono forse dei bruti tutti coloro che oggigiorno sono incapaci di usare i cinque sensi e la ragione, donati loro dalla Natura? Se potessimo immedesimarci in alcuni primati non umani, probabilmente scopriremmo che possiedono sensi più vividi ed un’intelligenza più acuta della massa irragionevole. Coloro che, come ci insegna Giovanni Pico della Mirandola nel “De dignitate hominis”, sono scivolati sul pendio che conduce alll’imbarbarimento, non sono più “uomini”, non appartengono più alla specie Homo sapiens sapiens, avendo subito una mutazione antropologica.

La Bibbia ed altre tradizioni (si pensi soprattutto alla cultura gnostica) sembrano suggerire che l’umanità del passato non coincideva con un’unica specie: coesistettero diversi tipi dissimili da un punto di vista strutturale. Forse da uno dei vari gruppi discendono le cosiddette élites, invero una stirpe degenere di degenerati che definire “umana” è erroneo in rapporto alla loro origine e natura.

Resta un barlume di umanità e di etica in tutta quella masnada di individui che definiamo “negazionisti”? Essi ci sembrano l’incarnazione di una subspecie che pare non avere alcuna speranza o perché a tal punto corrotta da occupare una nuova nicchia biologica, la specie Homo insipiens insipiens, o in quanto derivante da una razza imbastardita cui si accenna in pristini retaggi.

Sono accese le polemiche tra i carnivori ed i vegetariani-vegani: i primi accusano i secondi di essere incoerenti, di difendere gli agnelli, ma non le zanzare. Li incolpano di commuoversi per la mucca ed il maiale mandati al macello, ma di non muovere un dito per tutti i bambini che muoiono di fame e di sete. Quasi sempre queste accuse sono strumentali e pretestuose. Spesso provengono da chi non ha cuore la vita né umana né animale né vegetale. Esistono i Giainisti che, per quanto è loro possibile, cercano di evitare anche l’uccisione accidentale di un moscerino e, accontentando i carnivori, considerano strappare un frutto dall’albero un’azione riprovevole come macellare una capra.

Ora, chi reputa la vita sacra, cerca di rispettarla in ogni sua forma, sebbene ci possa riuscire solo in alcuni casi: chi comincia ad eliminare un po’ di sofferenza dal mondo è da apprezzare, visto che il male non potrà mai essere del tutto annichilito.

Quanto alle zanzare che i vegetariani-vegani non esitano a schiacciare, allorquando questi insetti diventano molesti, quanto ai frutti ed agli ortaggi che finiscono sulle tavole dei sanguinari vegetariani-vegani, non è certo colpa di costoro se la vita si basa, almeno in una certa misura, sulla morte. Bisogna dunque rivolgersi alla Natura o a Dio per tentare di capire per quale ragione il mondo debba fondarsi sul pesce piccolo divorato dal pesce grande, sull’erbivoro sbranato dal predatore. L’Artefice (o chi per Lui) ha generato (o promanato) un universo in cui per alimentarsi occorre, volenti o nolenti, uccidere: in linea teorica, se Egli avesse voluto (o potuto?), la vita potrebbe sostenersi solo con l’etere o qualcosa del genere. Compito dell’uomo non è dunque abolire il male da questa dimensione – è, infatti, impresa impossibile – ma provare a migliorare le condizioni del mondo.

Molte parabole buddhiste narrano di animali che si immolano per salvare vite umane preziose. Se un filosofo vegetariano, la cui benevolenza è destinata ad alleviare le sofferenze del prossimo, decide, spinto dalla fame, di uccidere una lepre e di cibarsene, la sua azione è equiparabile alle crapule carnee di un maldicente che sul pianeta diffonde solo veleni?

Vediamo quindi quanto sia utile il discernimento: ci aiuta a distinguere caso per caso, a non perderci in diatribe infinite. Allora gli uomini sono differenti per natura dagli animali? Alcuni sì ed altri no? Quali uomini? Che cosa s’intende per “uomo”? Vale più la vita di una mosca o quella del principe Filippo d’Edimburgo?


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Thursday, March 27, 2014

FAI attenzione!

http://zret.blogspot.se/2014/03/fai-attenzione.html

FAI attenzione!

Il FAI, ossia il Fondo ambiente per l’Italia (sic) per il 22 e 23 marzo scorsi ha organizzato la ventesima e seconda edizione delle giornate di primavera. L’epico slogan quest’anno è il seguente: “2 giorni per ammirare l’Italia, 365 giorni per salvarla”.

Colpisce l’immagine che è abbinata alla campagna del 2014: giganteggia un bel volto femminile che osserva lo spettatore di là da un’apertura arcuata i cui stipiti sono decorati con scomparti affrescati a motivi floreali e da girali.

Il viso, dalla pelle levigata, appoggia quasi le labbra su un pavimento a scacchi bianchi e neri. Peculiare è l’unico occhio, il cui arco sopracciliare riprende la curva a tutto sesto della luce. L’occhio onniveggente, di matrice orwelliana, fissa chi guarda: è una sgradevole fissità accentuata dalla vicinanza allo spettatore.

La composizione è di evidente taglio “massonico” dove per “massonico” intendiamo qui non il repertorio simbolico della Frammassoneria, ma il campionario di emblemi ossessivi e distorti che la feccia globalizzatrice ha usurpato.

Il pavimento a riquadri bianchi e neri, esibito pure nella scenografia kitsch di “Sanremo 2014”, a differenza degli altri particolari dell’immagine, ha ben poco di rinascimentale, anzi, evocando l’ambiente di una macelleria, stride con il resto della raffigurazione.

Attraverso questi ed altri espedienti iconici la ciurmaglia crea un clima, adombra la sua appartenenza, mistifica, gioca con cifre e figurazioni dense di significati, passibili di sedimentarsi nell’inconscio, di incunearsi nell’immaginario collettivo.

Il FAI, come tutte le altre associazioni pseudo-ambientaliste, è una creatura del sistema ideata per dare ai cittadini l’illusione che le istituzioni si preoccupano di tutelare sia il patrimonio artistico ed architettonico sia il paesaggio. [1] Nel migliore dei casi, con una frazione dei denari spillati ai grulli, si restaura un rudere di campagna, mentre insigni opere sono sventrate da architetti pazzi e la biosfera è straziata dalla Geoingegneria clandestina.


Ai margini di questi enti e fondazioni pseudo-ecologiste sono purtroppo germinati movimenti che, in apparenza contrari all’establishment, ne sono, invece, protesi camuffate: il pensiero corre in particolar modo a “Thrive” (Prosperità, quella dei furbastri...), l’organizzazione che, simulando di denunciare lo strapotere dei loschi banchieri internazionali, persegue, proprio come il pericoloso “Zeitgeist movement”, una politica mondialista e transumanista. “Rimedi” peggiori dei mali. Il logo di “Thrive” è sintomatico: un volto muliebre con un occhio bendato. La donna è in procinto di togliersi la benda ad indicare, falsamente, il proposito di emanciparsi da una visione parziale della realtà, laddove siamo al cospetto del solito private eye degli Oscurati.

Stiamo attenti dunque a questi gruppi gestiti e coordinati dal sistema. Occhio all’occhio...

[1] Si pensi alla coerenza del W.W.F., World wild fraud: gli ipocriti che si sgolano per salvare la fauna selvatica, partecipano a selvaggi safari in cui impallinano tranquillamente animali in via di estinzione, come i rinoceronti. Per carità di patria, non indugiamo sulle sesquipedali contraddizioni di LegaAmbiniente.


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Tuesday, April 17, 2012

WWF. I membri "visionari" del Serraglio Globalista e Petroliero.


...ed ecco il WWF. Direi che mancano i termosifoni rottamati e le piantine di basilico eppoi la lista dei partecipanti al complotto è praticamente completa.
tdm


WWF. I membri "visionari" del Serraglio Globalista e Petroliero.


La legittima tutela della fauna e della flora, ha preso una strana piega, attraverso l'azione dei sostenitori del nuovo ordine mondiale, una deriva, peculiare del movimento New Age, che ha portato ad una divinizzazione della natura: il principio di "Gaia"o "madre terra".
Numerose istituzioni diffondono questa contorsione filosofica della mente, in particolare il WWF (Fondo mondiale per la vita selvatica) nato nel 1961.
Quello che si ignora e' che il WWF e' stato creato per merito e per l'utilita' di Membri del Serraglio Globalista.

Il WWF contribuisce a diffondere l'ideale panteista e costituisce una branca d'azione del globalismo. Infatti non e' per azzardo che il primo presidente del WWF fu un leader del Bilderberg*, il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld (presidente dal 1962 al 1976). Altri presidenti si sono succeduti a capo del WWF, ad esempio John Loudon, che fu come John Kerr presidente della compagnia petrolifera, la Royal Dutch Shell (n.d.t. come sappiamo la natura e il petrolio sono sempre andati a braccetto...!). Questa associazione anglo-olandese è un vivaio del Nuovo Ordine Mondiale. Da notare inoltre che il principe Filippo, marito della regina Elisabetta II d'Inghilterra, ha diretto il WWF dal 1981 al 1996.

La sua creazione sarebbe dovuta a Julian Huxley. Fra i membri fondatori bisogna menzionare i fratelli Aldous e Julian Huxley. 
Aldous Huxley e' l'autore del "profetico" Il Mondo Nuovo, pubblicato nel 1931, ma che in effetti e' una vera e propria agenda della politica globalista sotto l'apparenza di romanzo di fiction.
Questo romanzo descrive uno stato globale composto da un'umanita' sottomessa e gerarchizzata, in seguito a manipolazioni genetiche. L'autore ha trascorso la sua vita facendo uso di droghe le piu' disparate per poter ottenere una certa "forma di misticismo". Questi deliri, che hanno da sempre caratterizzato questo ambiente, furono anche l'appannaggio del fratello, Julian Huxley, sostenitore dell'eugenetica e primo direttore dell'UNESCO nel 1946. Questa identica mentalità dei fratelli Huxley è dovuta all'influenza del nonno paterno, Thomas Henry Huxley (1825-1895) noto come "Il Bulldog di Darwin". Questo biologo, feroce difensore di principi darwiniani, trasmise questi concetti ai suoi nipoti.
Aggiungiamo che i collegamenti ed i legami tra la famiglia globalista sono molto stretti infatti uno degli studenti di Thomas Huxley si chiamava ... H.G. Wells (ndt. ma come e' piccolo il mondo!) sapete colui che ha scritto L'isola del dottor Moreau, L'uomo invisibile, La macchina del tempo (1895), La guerra dei mondi.

Il passaggio delle consegne da una generazione all'altra ci fa comprendere meglio la permanenza del globalismo e del suo crescente potere. Possiamo oramai collegare l'azione passata di questi uomini alla creazione del WWF nel 1961. 
Estratto dell' "Histoire du Nouvel Ordre Mondial" di P. Hillard
Traduzione di Giuditta per TUTTOUNO

Fu presidente del Gruppo Bilderberg fino a quando nel 1976 diede le dimissioni per lo scandalo di una tangente da 1,1 milioni di dollari dalla Lockheed Corporation per la vendita di aerei caccia all'aviazione olandese.

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WWF FINANZIATO E GESTITO DA ROYAL DUCTH-SHELL
Se una persona o un gruppo osa mettere in dubbio il riscaldamento globale e la grande ortodossia del cambiamento climatico, i sacerdoti verdi per prima cosa tentano di screditarli, di solito saltando sul tavolo e puntando il dito della vergogna diritto in faccia, esclamando: "Sei finanziato da Big Oil! "

Questo è ancora più ironico se si considera chi per primo ha finanziato, e successivamente ha gestito, la grande nave ammiraglia globale del moderno movimento verde ... Di Patrick Henningsen

InfoWars
Il recente articolo di Donna Laframboise dal titolo La grande riserva di soldi del petrolio del WWF racconta l'ascesa dell'istituzione benefica verde globalista – beneficiata con il finanziamento del gigante globale del petrolio Royal Dutch Shell, il cui ex presidente per 15 anni, John Loudon, in seguito è stato presidente di WWF International per quattro anni da allora.

Nel 1961 Shell Oil sborsò la bella somma di 10.000 sterline per aiutare il WWF-UK, denaro che oggi equivale a 418.000 sterline - o 663.000 dollari (si veda la calcolatrice storica qui ).
Ma questo è solo l'inizio. Il WWF ha continuato a cavalcare l'onda dei soldi dell'industria petrolifera per i successivi 40 anni - da colossi come BP, Shell e altri, fino al 2000.

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LA FAMIGLIA ROCKEFELLER, AZIONISTA DI EXXON, FINANZIA GREENPEACE
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Saturday, August 7, 2010

Ci siamo? - LA FEBBRE FILANTROPICA

http://ilsole24h.blogspot.com/2010/08/ci-siamo-la-febbre-filantropica.html

Ci siamo? - LA FEBBRE FILANTROPICA

IL FILANTROPISMO NEGLI STATI UNITI

I miliardari americani contagiati
dalla febbre della beneficenza

I Paperoni rispondono all'appello di Gates e Buffett: «Destinare a fini sociali il 50% delle nostre ricchezze»






Warren Buffett, a sinistra, con Bill Gates
Warren Buffett, a sinistra, con Bill Gates

NEW YORK - «Miliardari di tutto il mondo unitevi. Per il bene di chi ha meno di voi». Non sarebbe male come slogan per la grande associazione di Paperoni che sta vedendo la luce negli Stati Uniti. Niente paura, non si tratta di una Spectre del dollaro pronta a far arrivare i propri tentacoli nei recessi più nascosti e misteriosi del Globo, a caccia di profitti e affari. Tutt'altro. Il fine è quanto mai nobile: filantropia, beneficenza. Rispondendo infatti all'appello - battezzato «The Giving Pledge» - lanciato sei settimane fa dai due uomini più ricchi d'America, l'investitore per antonomasia Warren Buffett, decano della Berkshire Hathaway, e Bill Gates, fondatore di Microsoft, già quaranta miliardari di quelli che riempiono le classifiche di Fortune e Forbes, le bibbie del denaro, hanno aderito all'invito di destinare a scopi sociali almeno la metà del patrimonio. Sì, proprio la metà. Un'infinità di soldi: 600 miliardi secondo le stime. Una cosa tipo: fai il bene al prossimo tuo. Riempi di opportunità lo stanco e depresso suolo americano, sfiancato dalla crisi finanziaria, spaventato dalla concorrenza cinese, deluso dall'indecisione degli europei e avvilito dalle guerre all'Internazionale del terrorismo.

I PRIMI NOMI - Tra i primi a rispondere (e chi altri?) il miliardario-politico per eccellenza, il sindaco di New York Michael Bloomberg, e il fondatore della Cnn Ted Turner. Poi, per robusta tradizione filantropica familiare, i banchieri David Rockefeller e Donald Perelman. Per dovere di fratellanza, nel primo lotto c'è anche Paul Allen, cofondatore di Microsoft proprio con Gates, ma anche il vecchio rivale di Mr Microsoft, Larry Ellison, patron di Oracle e ora affermato armatore di scafi da Coppa America, per non dire di George Lucas, il produttore di tante pellicole da urlo, a cominciare dalla saga di Star Wars. Tra gli altri membri del club caritatevole ci sono anche Pierre Omidyar, il 43enne fondatore di Ebay, il fondatore di Citigroup Sandy Weill e sua moglie Joan, i due proprietari di hedge fund Julian Robertson e Jim Simons, e il mago del private equity David Rubenstein.

FEBBRE FILANTROPICA - Altro che febbre dell'oro. Quella che sembra essere scoppiata negli Stati Uniti - tra coloro che di oro, finora, si sono riempiti le tasche - è dunque la febbre della beneficenza. E c'è da giurare che questi quaranta miliardari che hanno già aderito alla chiamata filantropica, presto saranno molti di più. Anche perché la formula dell'appello suono un po' come «dividi il tuo patrimonio, prima o poi». Insomma, c'è tempo per riflettere e per spiegare agli eredi le ragioni di un taglio così robusto. Ma l'esempio dei primi due «firmatari» della petizione non ammette troppe esitazioni: La Fondazione Bill Gates & Melinda ha già donato decine di miliardi, mentre il grande vecchio della Finanza, Buffett, 79 anni, ha promesso di voler impiegare non il 50% ma addirittura il 99% delle sue ricchezze in opere filantropiche. Quanti soldi sono? Il patrimonio del «Saggio di Omaha» è stimato in 47 miliardi di dollari. Fate voi il conto al centesimo. Insomma, se non ci riesce l'Antitrust o la Patrimoniale, a suddividere i grandi patrimoni, meglio affidarsi direttamente alla (ritrovata) generosità degli Uncle Scrooge d'America.
Paolo Ligammari 04 agosto 2010(ultima modifica: 05 agosto 2010)fonte: http://www.corriere.it
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Nelle flash-news del TG1 tedesco, la TAGESSCHAU, si viene a sapere che:
- in sostanza si tratta di convincere le famiglie benestanti di riflettere sul come si potrebbe usare la loro ricchezza in modo sensato.
- Bill Gates si dà da fare già da molto tempo alle organizzazioni di beneficenza . Insieme con sua moglie Melinda ha creato una fondazione che è uno delle più importanti.
- Buffet ha annunciato che avrebbe lasciato dopo la sua morte, il 99 per cento dei suoi beni in beneficenza.
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