L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, February 1, 2015

Il fantastico mondo del negazionismo

http://www.tankerenemy.com/2015/01/il-fantastico-mondo-del-negazionismo.html

Il fantastico mondo del negazionismo

In che modo i negazionisti "confutano" le prove addotte dagli scienziati e dai ricercatori indipendenti



Ormai la Rete è quasi del tutto sotto l’egemonia dei negazionisti: di recente la famigerata piattaforma Feccia del buco, nota anche come Facebook, ha implementato una funzione che penalizza gli articoli contenenti notizie scomode per l’establishment. Questi articoli sono così eclissati dalle veline, dai vaniloqui che imperversano in ogni dove. Ormai le pubblicazioni più serie sono quelle sull'ikebana; per il resto è tutto un pullulare di sproloqui in cui, oltre alla disinformazione più stolida, spicca l'ignoranza di "giornalisti" il cui vocabolario è rimpicciolito in modo talmente pauroso che - non è un'iperbole - il lessico appreso dalle scimmie antropomorfe è più ampio e soprattutto più profondo. Il repertorio dei negazionisti comprende, infatti, i seguenti termini e pochi altri: "bufala", "sbufalare", "boccaloni", "perculare", "complottardi", “rosicata”, "sciachimisti", "sciacomici", "teoria", (quest'ultimo lessema è uno dei pochi di registro medio, ma è usato a sproposito). 



mentre gli scienziati indipendenti (dai neuroni) usano un linguaggio ricco includendo termini aulici come acconguaglia, evaquata, quisquiglie, pinzellacchere, d'apprima, per non parlare dell'etimologia di scienza (qui e qui)





Sono guazzabugli tutti uguali, con sempre le stesse bubbole riciclate, con le solite sesquipedali fandonie. Bisogna, però, riconoscere che tali scartafacci, se non suscitano tedio, sono spassosi: ciò accade quando i paranoici si cimentano nella “confutazione” delle prove addotte dagli scienziati, quelli veri, non i polverosi baroni universitari o i loro viscidi pupilli.



Vediamo quali sono le loro persuasive "argomentazioni".

- Di fronte ad una dimostrazione irrefragabile circa l'esistenza della geoingegneria clandestina o di altri crimini governativi, gli occultatori scrivono "gombloddo!". Per Bacco! Che sagacia, che dialettica!

- Quando si dimostrano le responsabilità di certe istituzioni, di taluni enti civili, di qualche militare…, i pennivendoli ribattono con "Sarà la Spectre..." Che lucida analisi! Comunque la loro cultura cinematografica è amplissima.

- Nel momento in cui si evidenzia che tale o tal'altra operazione è un false flag, ossia un atto compiuto dai servizi (più o meno deviati) o da apparati di uno Stato per incolpare un nemico esterno, i disinformatori "precisano" che "in realtà un false flag è un atto compiuto dagli apparati di uno Stato per attribuirlo ad un nemico esterno". Si noti l'abissale differenza.

- Nelle occasioni in cui gli scienziati esibiscono documenti ufficiali, questa prova è bellamente ignorata.

- Al cospetto di argomenti decisivi sulla geoingegneria illegale, gli irregimentati sviano il discorso con frasi del genere: "E già, non siamo mai stati sulla luna; Le Torri gemelle se le sono buttate giù da soli (sic... si apprezzi il pleonasmo); Sono stati gli alieni...".

- Allorquando si attesta in modo inoppugnabile che i depistatori hanno contraffatto libri, adulterato fonti, frodato nel compiere gli esperimenti, gli araldi del sistema prorompono in insulti e, se possono, si adoperano per far rimuovere i documenti.

- Ad ogni piè sospinto, gli influencers si aggrappano alle toghe che garantiscono loro impunità e sostegno: ecco allora fioccare bislacche querele e strumentali rinvii a giudizi. Protetti e vezzeggiati da certa magistratura, agiscono contro la legge: senza quest'arma, non sarebbero così arroganti.

Questo è il pittoresco mondo del negazionismo, un mondo in cui ad un infinito squallore si associa la protervia più ridicola. Questi sono i puffi che bandiscono l''’informazione” di regime. E’ una fruizione comunque istruttiva ed esilarante, soprattutto quando si legge di “scie pettinate dal vento”… pronte per la messa in piega e la tinta.

Tuesday, August 20, 2013

La questione del negazionismo: psicopatologia della morte quotidiana

http://zret.blogspot.it/2013/08/la-questione-del-negazionismo.html

La questione del negazionismo: psicopatologia della morte quotidiana

Con il passare del tempo i significati di certi vocaboli possono cambiare. A volte il valore semantico originario si offusca, talora si perde del tutto, soppiantato da un altro. Talvolta le accezioni si moltiplicano.

Nel Medioevo il termine “usura” denotava il prestito di denaro ad interesse, anche modico, attività condannata e proibita dalla Chiesa. Oggi per “usura” si intende un interesse eccessivo. Usuraio è quindi lo strozzino, non chi si accontenta che gli sia restituito il denaro prestato cui aggiungere una piccola quota magari per coprire l’inflazione.

Negli ultimi anni i lessemi “negazionista” e “negazionismo” sono via via slittati dal campo relativo alla Shoah all’àmbito dei crimini governativi: chi non ammette le scelleratezze del sistema o di alcuni suoi apparati è, a ragione, dichiarato “negazionista”. Infatti egli, contro ogni evidenza, ignorando una mole imponente di prove e documenti, si incolla alle versioni ufficiali, false in toto o in parte, negando in primo luogo a sé stesso l’opportunità di conoscere e di approfondire.

Occorre, però, a questo punto una distinzione: esistono i negazionisti ingenui e quelli in mala fede che sono, invero, disinformatori sempre impegnati a nascondere o a filtrare le verità scabrose ed a denigrare cittadini liberi e ricercatori non omologati. I negazionisti sprovveduti sono persone in cui agisce il bias di conferma, ossia un istinto che li porta a rifiutare a priori le informazioni destabilizzanti per un già precario equilibrio psicologico.

Siamo di fronte a sintomi psicologici che connotano l’uomo spersonalizzato nella folla. Alla psicologia incentrata sull’individuo subentra lo studio della massa. Elias Canetti docet. Qui ci limitiamo a constatare che nei creduloni una percezione distorta, parziale, edulcorata del reale eclissa una visione più o meno oggettiva e critica. Le capacità cognitive sono molto limitate, la memoria storica è quasi cancellata, le competenze interpretative sono ad un livello embrionale: sono casi di cecità e di semi-analfabetismo intellettivo, qualche volta di idiozia.

Il problema diventa squisitamente psichiatrico, quando si considerano le psicopatologie da cui sono affetti i depistatori. Codesti figuri sono senza dubbio paranoici: infatti la paranoia è una malattia mentale contraddistinta da idee deliranti e da manie di grandezza in personalità che paiono, per il resto, normali.

Il ritratto del disinformatore è presto delineato: megalomane, ossessivo, violento, monomaniacale, guerrafondaio, amante delle armi, ultranazionalista, estimatore di tiranni, scientista, fissato, fanatico, ignorante, dogmatico, settario, bigotto. In qualche occasione si osservano inclinazioni scatologiche e persino coprofile o pedofile. Il suo ego ipertrofico e gigantesco si rimpicciolisce al cospetto dell’Autorità cui obbedisce con vile adulazione di tipo fantozziano. Diffusi tra i negazionisti la sindrome di Stoccolma e conflitti irrisolti con enormi difficoltà a costruire rapporti interpersonali equilibrati e costruttivi.

Di grande interesse è inoltre lo sciatto idioletto del negazionista prezzolato: è invaso da frasi fatte, da vocaboli gergali, da improperi da taverna. Uno studio delle occorrenze consente di stabilire che per un buon 80 per cento i testi dei vari disinformatori sono sovrapponibili, a causa degli stereotipi linguistici. Ciò denota una pressoché totale mancanza di personalità. Coloro sono simili a tanti timbri firma, la cui unica differenza consiste nell’inclinazione della sigla e nella quantità maggiore o minore di inchiostro, secondo la pressione esercitata. I sudditi nell’era della loro riproducibilità tecnica... Si amplia la prospettiva di Walter Benjamin.

“La psicopatologia della vita quotidiana” degenera nei disinformatori in “psicopatologia della morte quotidiana”. Costretti, in cambio di qualche privilegio (temporaneo) ad insultare su centinaia di forum e di blog, a studiarsi a memoria i vaneggiamenti sgrammaticati di Paolo Attivissimo, a compulsare furiosamente manuali di cui non capiscono una sillaba, si riducono in uno stato pietoso di larve.

Gli insabbiatori, obbligati a trascorrrere interi giorni ed intere notti per tappare le falle che sempre più si aprono nella propaganda negazionista di regime, defraudati di una vita relazionale, possono solo sublimare insuccessi e nevrosi, enfatizzando il loro ridicolo ruolo, simili a persone colpite da gravi disturbi alimentari. Costoro più sono frustrati, più ingurgitano cibo, più ingrassano in una spirale perversa.

I negazionisti istituzionali amano ostentare fotografie che li ritraggono: smunti, gli occhi strabuzzati e spiritati (si pensi all’inquietante Stefano Petrò), terrei, hanno atteggiamenti muscolari solo sulla Rete. Al di fuori sono più molli di budini.


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Thursday, August 1, 2013

Disturbo cospirativo paranoide? Aberranti rivelazioni sul DSM 5

http://straker-61.blogspot.it/2013/08/disturbo-cospirativo-paranoide.html

Disturbo cospirativo paranoide? Aberranti rivelazioni sul DSM 5


Chuck Giuliani è uno psichiatra italoamericano, nonché mio amico di infanzia. I suoi nonni paterni vivevano nella casa a fianco della mia, e lui ed i suoi genitori, che erano emigrati anni prima negli Stati Uniti, erano soliti far loro visita tutti gli anni, nel mese di luglio. E' stato così che ho conosciuto "Ciak", all'epoca un ragazzino un po' più grande di me.

Sono passati molti anni. Chuck, come preannunciavo, ha compiuto intensi studi universitari ed è diventato uno psichiatra abbastanza affermato anche se non famosissimo, iscritto all'American Psychiatric Association. Tale impegno non gli ha comunque impedito di continuare a far visita ai suoi amici italiani, né, qualche volta, di ospitarli nella sua dignitosa dimora, nel distretto di Washington. Io stesso gli ho fatto visita in un paio di occasioni. L'ultima volta è stato nel 2006.

Più volte, sia personalmente che via internet, abbiamo discusso, anche in modo animato, dei problemi della nostra società. Inutile dire che, da quando ho scoperto il signoraggio, e più che mai da quando tale argomento è diventato uno spinoso tabù, non ho mancato di parlargliene ogni volta che potevo, pur col rischio di annoiarlo. In cambio, lui cercava in ogni modo di annoiarmi con lezioncine sulle più disparate teorie psicologiche e novità nel campo del trattamento farmacologico delle patologie mentali.


UN AIUTO PER TANKER ENEMY - Il Comitato "Tanker enemy" dal 2006 è impegnato nella divulgazione e nella denuncia dello spinoso tema noto come "scie chimiche" o "geoingegneria clandestina", tramite la pubblicazione di articoli, video, documenti, traduzioni e per mezzo di varie iniziative (ad esempio, l'indagine sulle polveri sottili).

Questo lavoro ha richiesto e richiede un impegno quotidiano con il conseguente dispendio di energie e risorse. In questi anni il blog "Tanker enemy" e quelli collegati hanno garantito, anche grazie al contributo di lettori e sostenitori, un'informazione indipendente e circostanziata a tal punto da suscitare la reazione del sistema. Questa reazione si è tradotta, oltre che in attacchi di ogni genere, nell'apertura di procedimenti "legali", volti all'oscuramento del blog e dei siti ad esso correlati. Sono procedimenti all'origine di notevoli difficoltà pratiche e di cospicui esborsi per avvocati e consulenti tecnici.

Auspichiamo perciò un fattivo sostegno sotto forma di donazioni e di altri interventi (gratuito patrocinio, consulenze...) affinché il Comitato possa continuare ad agire nell'interesse della collettività. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che accoglieranno, per quanto nelle loro possibilità, il presente appello. Il Vostro contributo è assolutamente fondamentale al fine di permetterci di proseguire con il nostro operato. Qui la pagina Paypal per eseguire una donazione.

Tutto questo fino a ieri sera, quando le nostre "passioni" si sono incontrate inaspettatamente in un punto. Dopo alcuni giorni di silenzio, Chuck ha risposto ad una mia e-mail per darmi un aggiornamento in merito ad un tema a lui abbastanza caro, ossia il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM). Da qualche tempo è infatti in circolazione una bozza della prossima edizione, la quinta, la quale si prevede che uscirà nella sua versione definitiva alla fine del 2013.

Chuck mi ha riferito che, sebbene non presente in bozza, è tuttora in discussione la possibilità di inserire fra i disturbi mentali riconosciuti il cosiddetto "Disturbo cospirativo paranoide". E che cos'è questo disturbo cospirativo paranoide?
Non si tratta d'altro che non della credenza in quelle che spregiativamente vengono definite "teorie del complotto"!
E così, la comunità psichiatrica si sta preparando al passo successivo verso l'edificazione di quello che, ormai, non ho alcun problema a chiamare il Nuovo Ordine Mondiale: dichiarare insano di mente ogni possibile oppositore a tale aberrante linea politica.

Chuck, che è una persona fidata, per bene, si è detto ovviamente contrario ad una tale presa di posizione da parte della comunità medica. Ma non si è astenuto dal manifestare la sua preoccupazione, in quanto, a suo dire, da parte dell'APA si sarebbe recentemente raggiunta una quasi unanimità nell'accettare l'esistenza del Disturbo Cospirativo Paranoide. Io sono basito. Cosa possiamo fare?

Zeno Manfredi

Thursday, June 13, 2013

I semi transgenici della Semantica

http://zret.blogspot.co.uk/2013/06/i-semi-transgenici-della-semantica.html

I semi transgenici della Semantica

Tempo fa Romeo, il gatto dell’ateneo, si risentì perché, nel corso di un dibattito, era stato definito negazionista. E’ una reazione grottesca, irragionevole. Orbene, coloro i quali negano l’olocausto chimico-biologico ed altri crimini devono essere solo bollati come “negazionisti”. Si offendano pure. Sarebbe ipocrita usare eufemismi ed infingimenti. Si potrebbe anche etichettarli come paranoici, dato che difettano del senso della realtà.

E’ fondamentale che i significati aderiscano alle cose e ne qualifichino la sostanza. La precisione lessicale rende le sfumature, le tonalità. L’onestà comincia dal linguaggio.

Qualcuno vorrebbe che si schivassero certi termini e sintagmi, quali “genocidio”, “scie chimiche”, “Nuovo ordine mondiale”... Si ha paura di intimorire l’uditorio o di scandalizzarlo. Ci si dovrebbe nascondere dietro la cortina fumogena di una terminologia fumosa. In questo modo si perde il contatto con il reale, con la verità, a vantaggio di una “divulgazione” da pusillanimi. Dovremmo forse convertirci al vostro idioletto sterile a somiglianza di un seme transgenico? E’ vero che la dicitura “scie chimiche” non è del tutto appropriata sotto il profilo scientifico, ma è entrata nell’uso ed è efficace perché sottintende la loro natura sinistra. Si ignora che le parole hanno la loro storia, la loro tradizione. La parole è più importante della langue, per dirla con De Saussure. A questo punto non dovremmo più adoperare il termine “atomo” (letteralmente ciò che non si può dividere), visto che esso non è inscindibile. E’ vero: l’espressione “Geoingegneria clandestina” o “assassina” è preferibile: rende con icasticità l’essenza e le finalità delle attività chimico-biologiche.

Non rinunceremo mai a queste iuncturae: “scie chimiche”, “scie tossiche”, “scie mortali”. Risparmiateci perciò i vostri tentennamenti, la vostre pruderie da educande, le vostre censure lessicali. Il perbenismo linguistico consuona con il depauperamento semantico. Prelude al deserto culturale ed è soprattutto disonestà conclamata, come ci insegna Manzoni che aborre dalle circonlocuzioni.

E’ emblematico quanto scrive George Orwell in “1984” e nell’appendice all’opera: obiettivo dell’establishment è non solo la progressiva riduzione del vocabolario, ma pure l’assottigliamento dei valori semantici, onde i lessemi dimagriscano nella mera struttura denotativa. E’ necessario espungere certi termini per eclissarne i significati. Data la corrispondenza biunivoca tra significante e senso, estirpare l’uno significa svellere anche l’altro e viceversa. Non solo, come si può strappare la coscienza agli uomini, così si può sradicare l’anima alle parole (il significato) e persino lo spirito (il senso profondo, recondito, con tutti gli echi e le valenze connotative). Alla fine rimane solo il corpo della parola, simile ad un brandello.

I disinformatori amano fregiarsi del titolo di “debunkers”. Non lo meritano affatto. Ora, non è un contegno schifiltoso nei confronti di una voce inglese – sebbene si tenda oggigiorno ad abusare di termini inglesi – piuttosto l’amore per l’accuratezza. “Debunker”, infatti, vale “ridimensionatore”: i negazionisti, però, non ridimensionano alcunché. Costoro non si limitano a circoscrivere la portata degli eventi e dei fenomeni, poiché la respingono in toto e per di più in maniera aprioristica. Delimitare richiede un’intelligenza che i depistatori non hanno e non acquisiranno mai: a loro sono preclusi l’oggettività ed il discernimento. Rien à faire. Possono solo vomitare insulti e calunnie o, nel migliore dei casi, recere uno scartafaccio a base di “dire”, “mettere”, “fare”, “parlare”. Non si pensi che il compito di immiserire la lingua di Dante sia affidato a questi lacché: è un ufficio adempiuto da chi sta più in alto e che da decenni persegue l’obiettivo di demolire la cultura, intesa come baluardo di libertà e di senso critico.

Sono già riusciti a snaturare la “scienza”: un tempo si soleva contrapporre la scienza, imperniata sulla ricerca, la verifica dei dati, il principio di falsificazione..., alla religione. Oggi tuttavia non esiste nulla di più dogmatico e rigido della “scienza ufficiale” a tal punto che il più cieco fanatismo è indistinguibile dal “sapere” universitario, oscurantista e superstizioso.

E’ giunto il momento per gli apparati di annacquare l’istruzione umanistica, di svuotarla della sua carica talora rivoluzionaria di modo che si riduca ad orpello. In tal guisa, la conoscenza letteraria ed artistica assomiglia a quei fregi posticci e patetici con cui un architetto sprovveduto intende ingentilire le linee semplici ed austere di edifici che trovano il loro unico ornamento nella loro stessa forma, nei volumi, nella sinergia con lo spazio e la luce.

Non si pensi che l’ufficio di dissanguare l’idioma di Dante sia devoluto agli occultatori: per abbattere un edificio in modo efficace, sono necessarie comunque delle competenze. I depistatori falliscono anche nel fallire. Conosciamo due cose infinite: l’universo e l’ignoranza dei negazionisti. Della seconda siamo arcisicuri.