http://zret.blogspot.it/2014/02/semantica-delluniverso.html
Semantica dell'universo
A
volte ci chiediamo quale sia l’etimologia di vocaboli particolarmente
significatiivi. Si può percorrere la storia a ritroso Si può, come carpe
o salmoni, risalire il fiume per giungere alla sorgente.
Alla fine reperiremo la radice da cui si è formato il tronco del valore principale, da cui si sono ramificate le accezioni, i sensi, i simboli. Tuttavia arriva il momento in cui bisogna fermarsi: ci ritroviamo con una sillaba, un paio di suoni impregnati di silenzio, quel silenzio infinito che vibra di voci. Invano cercheremo la genesi della scaturigine.
Stesso discorso vale per l’universo materiale, la vita, la coscienza: quando e da che cosa sono emersi?
Scrive un gigante del pensiero contemporaneo, Karl Jaspers: “L’essenza della materia permane inattingibile. Cosmo e materia trasformano la nostra conoscenza in un processo all’infinito; il cosmo ci dischiude l’infinitamente grande e perciò stesso inattingibile, la materia l’irragiungibile infinitamente piccolo. Il cosmo racchiude la nostra Terra, questo pulviscolo di materia in fuga nell’universo sul quale ha luogo la nostra esistenza. […] Il cosmo, tanto grande che rispetto ad esso tutto è nulla, non è per il nostro sapere che il deserto senza vita dei giganteschi movimenti della materia. Non di meno il nostro mondo, questo stupendo e crudele mondo, pur connesso con la materia, è infinitamente più che materia e non può essere compreso come alcunché di scaturito da essa. […] Noi diciamo con Kant: l’unità della vita, che permetterebbe di comprendere l’emergere della vita dall’inorganico, resta, qualora sussista, irraggiungibile all’infinito. Le nuove conoscenze non fanno che approfondire, con i loro stupefacenti risultati nel dominio del particolare, il mistero che si addensa quanto alla totalità”.
Siamo costretti ad arrestarci sull’orlo dell’illimitato, ma per muoverci subito dopo di un moto centrifugo: il pensiero si irradia in molteplici direzioni. Le intuizioni rimbalzano, come particelle di luce proiettate in ogni dove, dopo che hanno colpito un solido. Così immaginiamo altri universi oltre a questo, una sequela di conflagrazioni cosmiche, il cosmo che pulsa col suo ritmo incessante di espansioni e contrazioni.
L’avventura del pensiero è avventura del linguaggio e viceversa, poiché il pensiero si materializza nelle parole e le parole sono pensieri dissigillati. Siamo in cammino verso il linguaggio dell’essere, come ci insegna Heidegger. L’etimologia è scienza dell’essere, dei lessemi che si sfaccettano in significati ed in cose.
Ogni ricerca è viaggio in un oceano vasto, enigmatico: non bisogna temere né le burrasche né l’ignoto, ma solo le bonacce.
Alla fine reperiremo la radice da cui si è formato il tronco del valore principale, da cui si sono ramificate le accezioni, i sensi, i simboli. Tuttavia arriva il momento in cui bisogna fermarsi: ci ritroviamo con una sillaba, un paio di suoni impregnati di silenzio, quel silenzio infinito che vibra di voci. Invano cercheremo la genesi della scaturigine.
Stesso discorso vale per l’universo materiale, la vita, la coscienza: quando e da che cosa sono emersi?
Scrive un gigante del pensiero contemporaneo, Karl Jaspers: “L’essenza della materia permane inattingibile. Cosmo e materia trasformano la nostra conoscenza in un processo all’infinito; il cosmo ci dischiude l’infinitamente grande e perciò stesso inattingibile, la materia l’irragiungibile infinitamente piccolo. Il cosmo racchiude la nostra Terra, questo pulviscolo di materia in fuga nell’universo sul quale ha luogo la nostra esistenza. […] Il cosmo, tanto grande che rispetto ad esso tutto è nulla, non è per il nostro sapere che il deserto senza vita dei giganteschi movimenti della materia. Non di meno il nostro mondo, questo stupendo e crudele mondo, pur connesso con la materia, è infinitamente più che materia e non può essere compreso come alcunché di scaturito da essa. […] Noi diciamo con Kant: l’unità della vita, che permetterebbe di comprendere l’emergere della vita dall’inorganico, resta, qualora sussista, irraggiungibile all’infinito. Le nuove conoscenze non fanno che approfondire, con i loro stupefacenti risultati nel dominio del particolare, il mistero che si addensa quanto alla totalità”.
Siamo costretti ad arrestarci sull’orlo dell’illimitato, ma per muoverci subito dopo di un moto centrifugo: il pensiero si irradia in molteplici direzioni. Le intuizioni rimbalzano, come particelle di luce proiettate in ogni dove, dopo che hanno colpito un solido. Così immaginiamo altri universi oltre a questo, una sequela di conflagrazioni cosmiche, il cosmo che pulsa col suo ritmo incessante di espansioni e contrazioni.
L’avventura del pensiero è avventura del linguaggio e viceversa, poiché il pensiero si materializza nelle parole e le parole sono pensieri dissigillati. Siamo in cammino verso il linguaggio dell’essere, come ci insegna Heidegger. L’etimologia è scienza dell’essere, dei lessemi che si sfaccettano in significati ed in cose.
Ogni ricerca è viaggio in un oceano vasto, enigmatico: non bisogna temere né le burrasche né l’ignoto, ma solo le bonacce.
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A volte ci chiediamo quale sia l’etimologia di vocaboli particolarmente significatiivi.
ReplyDeleteE poi ce lo ricordiamo... vengono dal blog dello zretino
Si può, come carpe o salmoni, risalire il fiume per giungere alla sorgente.
ReplyDeleteUna occhiata a wikipedia e a qualche altro sito collegato, conferma le mie scarne conoscenze sull'argomento, cioè che la carpa vive anche in acque lente e si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti ad inquinamento organico. Non disdegna neanche le acque più sporche. (it.wiki)
E non risulta neanche che la carpa risalga i fiumi per la riproduzione, ma I banchi di carpe in questo periodo si spostano in acque basse presso le sponde, che sono più tiepide, vicino a canneti ed erbai dove possono nutrirsi facilmente e si riuniscono in superficie smuovendo l'acqua e producendo schizzi e spruzzi. (ibidem).
Per esemplificare il suo modo di procedere, zret ha trovato un ottimo paragone. Un pesce che si aggira nel fango e nel torbido, si nasconde tra le erbe e schizza e spruzza la melma nella quale sguazza.
Le carpe sono da sempre allevate anche nelle risaie, dato che sterminano sia parassiti sia erbe infestanti (ed erano un qualcosa in piu' di cibo per i coltivatori).
DeleteNon me la vedo una carpa a risalire una risaia...
A volte ci chiediamo quale sia l’etimologia di vocaboli particolarmente significatiivi.
ReplyDeleteMi piacerrebbe che zcretino mi illumuninasse sull'etimologia del verbo acconguagliare
:D:D:D
si diceva "gli manca sempre un soldo per fare una lira"
Deleteattualizzato, ha pagato 0.98€ per l'account
e 0,02€ acconguaglio
IMMANUEL KANTI
ReplyDeleteilpeyote pezzente straccione analfabeta