http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/12/il-cuore-nuovo-che-uccide-un-mortale.html
IL CUORE NUOVO CHE UCCIDE: un mortale trapianto d'urgenza ... che di urgente non aveva niente!
Solo adesso , a quasi un anno e mezzo di distanza dai fatti, viene resa pubblica la vicenda della morte per trapianto di Silvia Trabalzini, giornalista di 34 anni morta il 04/07/2008. Dobbiamo infatti aspettare il 20 dicembre 2009 perché il quotidiano “Il Fatto” pubblichi un articolo dal titolo “Il cuore nuovo che uccide”; a quanto pare i cosiddetti "successi" dei trapianti vengono sbandierati in tempo reale dai mass-media, mentre le vittime dei trapianti vengono nascoste.
Per altro nessuno spiega mai bene che i "successi" dei trapianti corrispondono a persone che per sopravvivere al trapianto devono prendere a vita farmaci che sopprimono il sistema immunitario, che rischiano di morire per una banale infezione, che spesso vivono una vita d'inferno (come confessa la trapiantata Claire Sylvia nel suo libro autobiografico "Con il cuore di un altro") e magari muoiono a pochi anni di distanza dall'operazione.
Nanni Costa (Direttore del Centro Nazionale Trapianti) ha dichiarato in un'intervista rilasciata ad un settimanale che “lo stato di salute di Silvia era gravissimo, una persona da sottoporre urgentemente a trapianto”.
Ma, come confermano le parole di sua madre riportate in questo articolo di giornale, Silvia aveva un problema cardiaco di aritmia dalla nascita, che le ha permesso di condurre per 34 anni una vita normale, ed era tranquilamente al lavoro (non certo in ospedale come farebbe supporre la cosiddetta “urgenza” del trapianto) quando le hanno comunicato la disponibilità di un cuore nuovo per lei.
Come si legge nell'articolo “Quel cuore avrebbe però potuto permettere di proseguire a vivere ancor più normalmente rispetto a sempre”. Sono parole che fanno pensare.
Perché allora rischiare la vita con un trapianto? Il consenso è stato ottenuto con una informazione corretta sui rischi? E' stata informata della terapia dell'ablazione con radiofrequenze delle aree colpite da fibrillazione che risolve la malattia nell'80% dei casi? Praticata su scala mondiale, in Italia 16.300 pazienti trattati (Corriere 20/12/2009).
Chissà se sono tutte “gravi” come Silvia le persone che vengono sottoposte a un trapianto, chissà se queste “urgenze” sono tutte finalizzate alla creazione del business del trapianto così come le "pandemie" artificiali e gonfiate servono a creare il business del vaccino (se non a qualcosa di peggio). Da notare che in tutti gli ospedali abilitati al trapianto si deve superare la soglia del 50% dell'attività minima prevista dagli standard per non vedersi revocare l'idoneità all'attività trapiantistica (Legge 91/99 art. 16).
Chiamata al telefono il 3 luglio, operata il 4 dalle ore 2 alle 16.30, Silvia muore un'ora dopo. La fretta è cattiva consigliera, e forse ha impedito di fare indagini mirate volte a scongiurare quanto poi è successo.
“Un dono per la vita - il trapianto è vita” dice la propaganda ufficiale sbandierata sui mass media.
Ancora più difficile crederci dopo avere letto una storia come questa. Se poi aggiungiamo il fatto che la maggior parte dei cosiddetti "morti cerebrali" che vengono espiantati (i cosiddetti "donatori") potrebbero salvarsi dalla morte se correttamente assistiti e curati (tanto è vero che a volte pur essendo stati dichiarati morti si risvegliano ugualmente dal coma), è chiaro che quello slogan è la solita distorsione orwelliana della realtà.
Nei fatti l'espianto è un esproprio mortale: il trapianto è morte.
Si ringrazia la Lega contro la predazione degli organi e l'espianto a cuore battente per la segnalazione della notizia e la fornitura di alcune informazioni tecniche.
Nei fatti l'espianto è un esproprio mortale: il trapianto è morte.
ReplyDeleteE' proprio brutto augurare ad uno che scrive una tale frase di ritrovarsi in condizione di dover ricevere un organo e vederselo negare dai parenti del donatore perché hanno letto tale frase?
Crepa, cialtrone!
ReplyDeleteChe uomo di merda, corrado.
Squallido, infimo e inutile.
Dunque, la tipa abbisognava di un trapianto se no il cuore lo davano ad una altro (ci sono liste d'attesa lunghe chilometri). Quando un cuore trapiantabile si rende disponibile, o lo trapianti entro 6-8 ore (se non erro) o l'organo se ne va a signorine poco per bene (materiali di facile consumo?).
ReplyDeleteEsiste la possibilità del rigetto, è un evento ormai raro ma esiste. Nella medicina nulla è sicuro al 100%, siamo tutti uno diverso dall'altro e ognuno reagisce a modo suo. Mi dispiace per la giornalista morta,
MA PORCA PUTT*** CORRADO CIALTRONE SEI UNO SCIACALLO DI MERDA A SCRIVERE QUESTE CIALTRONAGGINI.
Avevo letto l'articolo del Fatto, corrado pinna di squalene evidentemente no. La giornalista viveva dal 2002 con un defibrillatore, e a causa di una complicanza polmonare s'era volontariamente messa in lista d'attesa per un trapianto, immagino consigliata da un cardiologo (che immagino non si chiamasse Mengele). Ora, i genitori fecero un esposto nel marzo 2009 per CAPIRE le cause della sua morte, e spero che siano capite, se per incuria, fatalità o altro. Perché non desiderano (non lo desidero neanch'io) colpevoli, e penso che a qualsiasi soluzione si arriverà, sarà un bene perché o ci sarà qualche cialtrone in meno in circolazione o si farà un ulteriore passo avanti nella "gestione" dei trapianti o comunque sarà una soluzione positiva per tutti noi. Trovo in ogni caso disgustoso lo sfruttamento di una morte per fini ideologici. Mi fermo qui se no scado nel turpiloquio, sono realmente arrabbiato con certi personaggi. corrado, ti do qualche consiglio:
ReplyDelete1) informati meglio prima di sparare vaccate. La terapia dell'ablazione con radiofrequenze non è stata prescritta alla ragazza forse perché volevano ammazzarla? O forse perché non era adatta a lei? Tu ti fidi più di un articolo del corriere (che non citi, ovviamente) o di uno studio come questo http://snipurl.com/txgiq (dal giornale di cardiologia) che dice (cito testualmente)
Conclusioni
L’ablazione transcatetere mediante RF delle TV appare, a tutt’oggi, una valida opzione terapeutica, particolarmente indicata nei pazienti senza cardiopatia di rilievo in cui i risultati sono eccellenti e in cui può pertanto
essere considerata come il trattamento di prima scelta.
L’ablazione può, tuttavia, essere considerata anche in pazienti con cardiopatia strutturale, soprattutto di origine ischemica.
Nei soggetti con cardiopatia rimane, comunque, una procedura palliativa e spesso complementare all’impianto di defibrillatore. La presenza di una patologia cardiaca, ischemica o dilatativa, con un substrato aritmogeno che spesso evolve nel contesto di un peggioramento della malattia di base, spiega i risultati meno
soddisfacenti in tali soggetti.
2) Vergognati, coi trapianti si sono salvate (e si salveranno) migliaia e migliaia di persone e tu consideri questa tecnica criminale.
3) Auguri di buon anno comunque, cialtrone, utilizza i prossimi 365 giorni alla cava di granito, invece di propalare pericolose minchiate.
ilpeyote corrado pinna di squalene cialtrone a vita
@Anonymous, "E' proprio brutto augurare ad uno che scrive una tale frase di ritrovarsi in condizione di dover ricevere un organo e vederselo negare dai parenti del donatore perché hanno letto tale frase?"
ReplyDeleteDi norma, si'!
Se la frase l'ha scritta corrado-pezzo-di-m...a, NO!
Buon 2010 a quasi tutti (NO!, a quelli di TE NON auguro un buon 2010!)