http://zret.blogspot.com/2011/07/il-genocidio-degli-armeni.html
Il genocidio degli Armeni
L’Armenia è lo stato attuale dell’Asia sud occidentale (29.785 kmq) e regione storico-geografica suddivisa tra l’attuale Armenia, Turchia ed Iran. Chiamata Subartu sin dal XVI sec. a. C., sede del regno di Urartu (terra delle montagne?) tra il IX e l’VIII secolo, la ragione fu occupata dagli Armeni nel VII sec. a.C. Conquistata dai Persiani Achemenidi, diventò parte poi dell’Impero di Alessandro Magno e fu in seguito incorporata nel regno ellenistico dei Seleucidi. Nel I sec. a. C. vi si formò il Regno di Tigrane che fu sconfitto nel 69 a.C. dai Romani. Nel 117 si ricostituì in Regno di Armenia che adottò il Cristianesimo come religione di stato (305). Inglobata nell’Impero romano d’Oriente da Giustiniano (527-565) fu occupata dagli Arabi. Nel 1473, dopo secoli di invasioni e di instabilità, l’Armenia fu invasa dai Turchi Ottomani. Fra XVII e XVIII secolo fu spartita tra Russia e Persia; nel 1828 la parte persiana passò alla Russia. La zona turca fu teatro di feroci repressioni della popolazione armena, culminate con il genocidio degli anni 1894-1918. In seguito al collasso dell’Impero zarista, nel 1918 fu creata un’effimera repubblica. Occupata dai bolscevichi nel 1920, divenne una repubblica sovietica. La disgregazione dell’Unione sovietica al principio degli anni 90 del XX secolo, infiammò le tensioni con l’Azerbaigian musulmano, per il progetto armeno di inglobare l’enclave del Nagorno-Karabah, abitata in prevalenza da Armeni cristiani. Ne seguì un sanguinoso conflitto trascinatosi per quasi un decennio. Nel 1991 l’Armenia si staccò dalla Comunità di stati indipendenti. Nel 1997 con l’Azerbaigian fu stipulato un accordo in vista della concessione dell’autonomia alla provincia del Nagorno-Karabah.
Secondo alcuni studiosi, l’area armena potrebbe essere il centro di irradiazione degli Indoeuropei: la lingua armena è indogermanica, forma un gruppo a sé stante e presenta notevoli somiglianze lessicali con vari idiomi dello stesso ceppo, in particolare l’inglese. Erodoto ricorda che gli Armeni erano imparentati con i Frigi, antica etnia dell’Asia minore, mentre, tra i contemporanei, il professor Paris Herouni afferma, che l’Armenia è la regione in cui sbocciò la più antica civiltà del pianeta. Terra montuosa, ricca di pascoli, sorgenti, fiumi pescosi e di amene valli, legata a venerande tradizioni – secondo il racconto biblico l’arca di Noè si adagiò sul Monte Ararat, l’Armenia è popolata da una gente di fede cristiana monofisita. I cristiani monofisiti ammettono in Cristo, una sola natura, quella divina, come i Giacobiti della Siria, i Copti d’Egitto e d’Etiopia. La Chiesa apostolica armena conserva antiche dottrine ed adotta una liturgia non molto diversa da quella delle comunità ortodosse, rimase isolata rispetto alle diatribe teologiche che impegnarono i vescovi riuniti nei concili del IV e V secolo, evitando così di snaturare le concezioni del III, un po’ più vicine al Cristianesimo pre-costantiniano.
Purtroppo gli atroci massacri subiti dagli Armeni, ad opera dei Turchi soprattutto tra il 1915 ed il 1918, quando sfaldatosi l’Impero ottomano, fu instaurato in Anatolia con Ataturk un governo nazionalista, sono spesso sottaciuti. Eppure fu un’orrenda carneficina: lo storico britannico Toynbee stima in 1.800.000 le vittime, barbaramente trucidate o morte di stenti. Il genocidio non è stato neppure riconosciuto come tale dall’O.N.U. (Organizzazione dei nazisti uniti), a causa delle forti pressioni esercitate dal governo turco sulla comunità internazionale, esecutivo intento ad occultare ed a ridimensionare le stragi.
Perseguitati come quasi tutti i Cristiani non subalterni alle gerarchie cattoliche, di fronte al genocidio armeno, lo stesso olocausto anti-ebraico (non anti-semita: Arabi ed Aramei sono Semiti, mentre gli Israeliani attuali sono discendenti per lo più dai Turchi Khazari e, stando a Flavio Barbiero, gli Ebrei biblici erano Camiti e non Semiti) impallidisce. Nel 1983 la Televisione della Svizzera italiana realizzò un documento sulla diaspora armena, seguìta allo sterminio in patria: il reportage, nonostante alcune imprecisioni storiche, colma un’enorme lacuna, riepilogando con immagini crude e testimonianze dirette, la tragica storia di una nazione che cerca di preservare la sua identità culturale, in primis, l’armoniosa lingua, e di consentire all’opinione pubblica mondiale di conoscere e di condividere la causa armena.
Il dossier contiene un’intervista all’anziana Mélanouche Tchitbachian, fuggita dalla patria, dopo mille disavventure. La donna, mancata non molto tempo fa, risiedeva a Sanremo. Alla sua storia si sono ispirati i fratelli Taviani nella pellicola intitolata “La masseria delle allodole”. Il documentario è un spaccato su una delle pagine più tragiche e terribili di una storia ancora piena di dolorosi capitoli. Gli Armeni, infatti, non negli anni successivi conobbero la guerra con l’Azerbaigian ed il rovinoso terremoto artificiale scatenato dai Russi il 7 dicembre del 1988. Causò 25.000 morti.
Secondo alcuni studiosi, l’area armena potrebbe essere il centro di irradiazione degli Indoeuropei: la lingua armena è indogermanica, forma un gruppo a sé stante e presenta notevoli somiglianze lessicali con vari idiomi dello stesso ceppo, in particolare l’inglese. Erodoto ricorda che gli Armeni erano imparentati con i Frigi, antica etnia dell’Asia minore, mentre, tra i contemporanei, il professor Paris Herouni afferma, che l’Armenia è la regione in cui sbocciò la più antica civiltà del pianeta. Terra montuosa, ricca di pascoli, sorgenti, fiumi pescosi e di amene valli, legata a venerande tradizioni – secondo il racconto biblico l’arca di Noè si adagiò sul Monte Ararat, l’Armenia è popolata da una gente di fede cristiana monofisita. I cristiani monofisiti ammettono in Cristo, una sola natura, quella divina, come i Giacobiti della Siria, i Copti d’Egitto e d’Etiopia. La Chiesa apostolica armena conserva antiche dottrine ed adotta una liturgia non molto diversa da quella delle comunità ortodosse, rimase isolata rispetto alle diatribe teologiche che impegnarono i vescovi riuniti nei concili del IV e V secolo, evitando così di snaturare le concezioni del III, un po’ più vicine al Cristianesimo pre-costantiniano.
Purtroppo gli atroci massacri subiti dagli Armeni, ad opera dei Turchi soprattutto tra il 1915 ed il 1918, quando sfaldatosi l’Impero ottomano, fu instaurato in Anatolia con Ataturk un governo nazionalista, sono spesso sottaciuti. Eppure fu un’orrenda carneficina: lo storico britannico Toynbee stima in 1.800.000 le vittime, barbaramente trucidate o morte di stenti. Il genocidio non è stato neppure riconosciuto come tale dall’O.N.U. (Organizzazione dei nazisti uniti), a causa delle forti pressioni esercitate dal governo turco sulla comunità internazionale, esecutivo intento ad occultare ed a ridimensionare le stragi.
Perseguitati come quasi tutti i Cristiani non subalterni alle gerarchie cattoliche, di fronte al genocidio armeno, lo stesso olocausto anti-ebraico (non anti-semita: Arabi ed Aramei sono Semiti, mentre gli Israeliani attuali sono discendenti per lo più dai Turchi Khazari e, stando a Flavio Barbiero, gli Ebrei biblici erano Camiti e non Semiti) impallidisce. Nel 1983 la Televisione della Svizzera italiana realizzò un documento sulla diaspora armena, seguìta allo sterminio in patria: il reportage, nonostante alcune imprecisioni storiche, colma un’enorme lacuna, riepilogando con immagini crude e testimonianze dirette, la tragica storia di una nazione che cerca di preservare la sua identità culturale, in primis, l’armoniosa lingua, e di consentire all’opinione pubblica mondiale di conoscere e di condividere la causa armena.
Il dossier contiene un’intervista all’anziana Mélanouche Tchitbachian, fuggita dalla patria, dopo mille disavventure. La donna, mancata non molto tempo fa, risiedeva a Sanremo. Alla sua storia si sono ispirati i fratelli Taviani nella pellicola intitolata “La masseria delle allodole”. Il documentario è un spaccato su una delle pagine più tragiche e terribili di una storia ancora piena di dolorosi capitoli. Gli Armeni, infatti, non negli anni successivi conobbero la guerra con l’Azerbaigian ed il rovinoso terremoto artificiale scatenato dai Russi il 7 dicembre del 1988. Causò 25.000 morti.
Perché offendere gli Armeni vivi che, per fortuna loro, non sanno neppure che esisti e soprattutto la memoria di quelli morti, con le solite baggianate di terremoti artificiali e balle varie?
ReplyDeleteLa loro "armoniosa" lingua, che ovviamente tu conosci e parli a meraviglia, risuonerebbe un po' meno armoniosa nell'esprimere quello che pensano di te, che non ti fai scrupolo di portare acqua sporca al tuo sordido mulino, speculando sulle sciagure che hanno colpito questo sfortunato popolo.
Nasconditi: solo come sciacallo avresti potuto salire sull'Arca.
crepa coglione trist..
ReplyDeleteSe ragioniamo per numeri (è freddo lo so) l'olocausto non impallidisce di fronte al genocidio armeno. Parliamo di 6 milioni di vittime a fronte di ca. 2 milioni. L'olocausto per contesto storico-politico-geografico è più vivo nella memoria europea ma gli armeni non sono dimenticati, non del tutto. Ricordo gli sforzi della Francia (che pure fa parte dell'ONU) per ricordarli.
ReplyDeleteSarò in Armenia il mese prossimo, by the way, e sarà una bella occasione per conoscere da vicino un popolo e un Paese affascinanti.Zret magari farti un viaggetto invece di accontentarti delle stronzate che raccatti in internet potrebbe essere una bella occasione per ampliare i tuoi orizzonti.
Israeliani attuali sono discendenti per lo più dai Turchi Khazari
ReplyDeleteChe gli ebrei ashkenaziti, quindi non tutti ma solo quelli provenienti dall'europa orientale, siano discendenti dei khazari e' una vecchia panzana definitivamente smentita da recenti studi sul DNA degli ashkenaziti.
Inoltre all'ebraismo si convertirono essenzialmente solo il re e i nobili khazari ...
ed il rovinoso terremoto artificiale scatenato dai Russi il 7 dicembre del 1988. Causò 25.000 morti.
ReplyDeleteCazzo, fino alla fine (quasi) mi sembrava un'articolo normale, anzi, ricco di citazioni storiche...e poi zretino ci piazza il terremoto artificiale. Ma allora è proprio vero che sei imbecille...non sono voci di corridoio...
:-)
gli Ebrei biblici erano Camiti e non Semiti
ReplyDeleteForse il tipo si confonde con i cananei, che, secondo la tradizione biblica, sono i discendenti di Canaan figlio di Cam.
Gli ebrei sono semiti, come gli arabi del resto ...