L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Thursday, January 17, 2013

Continuano i misteriosi boati dalle parti del terrazzino: affiora una nuova ipotesi, scorregge cerebrali


http://www.tankerenemy.com/2013/01/continuano-i-misteriosi-boati-negli.html

Continuano i misteriosi boati negli Stati Uniti: affiora una nuova ipotesi

"A questo punto, nessuno più si raccapezza. I geologi affermano che i boati non dipendono da sommovimenti tellurici. L'aviazione militare nega che sia un fenomeno aereo. Gli astronomi asseriscono che i rimbombi non c’entrano con fenomeni cosmici. Quindi siamo a corto di spiegazioni". Così chiosa Jeffrey Braun, Ph.D., fisico dell’università di Evansville, nello stato dell’Indiana, a proposito dei misteriosi ed inquietanti boati che continuano a squassare gli Stati Uniti e non solo.

Cittadini esterrefatti seguitano a segnalare le spaventose deflagrazioni: le autorità brancolano (o fingono?) di brancolare nel buio. Si balbetta qualche timida delucidazione, ma subito dopo la si smentisce, poiché già rivelatasi del tutto destituita di fondamento (un aereo ha infranto la barriera del suono, è scoppiata una bombola di gas, è brillata una mina…).

La ricercatrice Linda Moulton Howe sta raccogliendo le testimonianze ciirca le assordanti detonazioni: negli ultimi tempi ne sono state udite parecchie talora associate a lampi di luce nei centri e negli stati di seguito elencati. La lista va a ritroso nel tempo: dal 9 gennaio 2013 al 3 dicembre 2012.

• Albuquerque, New Mexico
• Salem, Massachusetts
• Riverdale, Utah
• Indiana sud occidentale
• Kentucky occidentale
• Illinois meridionale
• Anchorage, Alaska
• Verde Valley, Arizona
• Narragansett Bay, Rhode Island

Biosogna precisare che il fragore udito ad Anchorage ha preceduto di ventisei ore il terremoto che ha colpito la città di Anchorage in Alaska. Vari esperti interpellati, però, tendono a respingere una correlazione tra il suono ed il sisma che ha toccato la magnitudo 7,5 della scala Richter.

Alcuni residenti hanno osservato che i suoni (spesso di bassa frequenza) sembrano provenire dall'atmosfera. Sono dovuti forse a meteore? Il Professor Jeff Braun è incline ad escludere tale ipotesi: "La caduta delle meteore può essere associata a rumori, ma ma quasi sempre gli aeroliti, quando entrano nell’atmosfera terrestre diventano visibili come sfere infuocate. Nondimeno tale fenomeno non è stato riportato dai testimoni”.

La manifestazione è sempre più enigmatica: alcune persone si riferiscono ad una serie di fragori, seguiti da un sordo brontolio. Intanto comincia ad essere ventilata una nuova congettura che, in verità inerisce a due ambiti, uno artificiale e l’altro naturale: la Moulton Howe, infatti, chiama in causa un non meglio definito “interfacciamento informatico” con altre dimensioni e cambiamenti relativi al Sole ed al pianeta Giove. Speculazioni? Fantasie? Può darsi. Vero è che molte situazioni anomale vedono il coinvolgimento dei militari spesso intenti a compiere pericolose sperimentazioni di cui possiamo solo vagamente immaginare la vera natura. (Vedi "Il nucleo", 2012) E’ anche possibile, come suggerito da recenti studi, che qualcosa nella struttura della materia-energia stia mutando. I boati potrebbero essere la conseguenza di una concomitanza tra l’uso di dispositivi strategici e fenomeni nel sistema solare? La dichiarata ignoranza degli scienziati in merito denota che siamo di fronte a qualcosa di eccezionale? Questione intricata, ma forse non del tutto inestricabile.

Articolo correlato: "Quelle strane emissioni dal Sole che mutano la materia", 2011


 

Sunday, June 3, 2012

Prendo spunto dal buon Daminchia, pardon, Damocle



Grazie e buone tangenti,sempre sulle pelle delle persone ovviamente.

Bene, andiamo a leggere il link:

Friday, June 1, 2012


Il Terremoto in Emilia

** E' un post lungo, e chiedo scusa a tutti quelli che mi hanno scritto e a cui non ho potuto rispondere ancora. Per quello che possa contare, un abbraccio all' Emilia **


La premessa di tutto e' che io non sono un geologo o un sismologo, ma un fisico, per cui non so e non posso io determinare la causa del terremoto in Emilia, ammesso che sia possibile farlo. (e allora di che cosa cazzo stai parlando?)

La sotto-premessa e' che sono anni che continuo a leggere la letteratura sul petrolio, gas, fracking, e che in questi anni ho visto diverse comunita' trivellate, parlato con persone, incontrato registi, attivisti, scienziati, in America, in Francia, in Nigeria e credo di avere una buona cultura, di persona di scienza, su tutte le tematiche collegate al tema. (se per te "letteratura" significa una ricerca del cazzo su gùgol...)

Posso allora porre una serie di osservazioni, in relazione a cio' che ho visto e letto, che poi si traducono in domande e che poi alla fine riconducono ad un unica conclusione:

L'Italia e' fragile - tutta - da nord a sud, e faremmo molto meglio a proteggere questo paese evitando di trivellare alla cieca, fracking o non fracking, o di fare stoccaggi sotterranei per il beneficio di Aleanna, Padania Energia, ENI, Northern Petroleum, Petroceltic, Po Valley, Shell, Rivara Erg Storage, o chi per loro, in cambio di dubbi vantaggi alla collettivita' e molti rischi.

Proteggere il territorio vale non solo per il petrolio, ma per la cementificazione selvaggia, i capannoni di Modena e le universita' dell'Aquila crollate perche' costruite alla leggera, evitare di trasfomare i letti di fiumi e le coste marine in colate di cemento e cosi via.

Quando si prendono le scorciatorie, prima o poi se ne pagano le conseguenze, perche' chi comanda non e' lo speculatore di turno, ma la natura, con i suoi ritmi e le sue logiche. E anche se oggi ti pare di averla fatta franca, di avere risparmiato o speculato, alla fine lei ti presenta il conto senza guardare in faccia a nessuno.

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Veniamo alle osservazioni che io posso fare sul tema terremoto in Emilia.

1. Ho cercato in tutti i modi di capire se ci fosse fracking in Italia. I termini in inglese da cercare sono "hydraulic fracturing", "stimulated fracture", "shale gas". Non ho trovato molto da parte delle ditte petrolifere, in inglese o in italiano, ne da parte del governo Italiano sull'ultilizzo di questa tecnica, in Italia *in questo momento*. (RIPETO: 'se per te "letteratura" significa una ricerca del cazzo su gùgol...' e "ricerca" significa più o meno la stessa cosa... Ma vattene, IGNORANTE)

Nulla esclude che si voglia o possa fare fracking in futuro. So per esempio che Stefano Saglia, sottosegretario alle attivita' produttive nel governo Berlusconi ne e' stato un forte proponitore, so che si parla di possibili riserve di shale gas nella Pianura Padana, ma non credo che il fracking vero proprio sia gia' in atto in Italia.

Se e' in atto, e' sicuramente qualcosa di ben ben nascosto da tutti i siti internet che io abbia potuto indagare.

Questo porta alla domanda: il governo Italiano vuole dirci qualcosa su questo tema? (QUALE CAZZO DI "TEMA"??? SE IL FRACKING IN ITALIA, COME HAI AMMESSO TU STESSA, NON E' PRATICATO, DI CHE CAZZO STAI PARLANDO?) La Francia ha un divieto integrale sul fracking, cosi pure la Bulgaria. La Germania ne sta discutendo. Anche in Inghliterra dove la pratica e' stata inizialmente applaudita come rivoluzionaria, ci stanno ripensando. Negli USA lo stato del Vermont e di New York hanno moratorie piu' o meno lunghe. E noi?

Stefano Saglia come puo' essere cosi sicuro che questa tecnica sia una cosa buona per l'Italia? Con quale esperto parla lui?  Ecco cosa disse l'anno scorso:

Lo shale gas potrebbe aprire nuove strade per l’approvvigionamento energetico in un momento particolarmente delicato a livello globale. L’Italia accoglie con favore l’avvio di approfondimenti a riguardo.

A che conclusione e' giunto? Che approfondimenti ha fatto? Ci scommetto nemmeno uno.

Ora, anche se ("ANCHE SE" UNA MINCHIA. VEDI SOPRA) il fracking per ora non e' una tecnica usata in Italia, visto che ne parla tutto il mondo, e visto che la gente vuole risposte, i nostri governanti attuali, Clini, Passera, Monti vogliono dire qualcosa su come l'Italia si pone di fronte alla possibilita' di fare fracking sul nostro territorio? (MA BASTA: SE NON VIENE UTILIZZATO, DALLE NS. PARTI, PERCHE' CAZZO DISCUTERNE???)
Perche' non c'e' informazione su questo tema? Perche' dobbiamo sempre arrivare per ultimi, in maniera disorganizzata, per sentito dire e con l'acqua alla gola? Tutto il web parla di questo fracking,
in maniera piu' o meno scorretta. Com'e' che neanche si accenna minimamente a spiegare, regolamentare, discurtere in modo ufficiale, questa pratica che prima o poi potrebbe arrivare anche in Italia?


2. Ma poi, cos'e' questo fracking? In termini molto semplici, e' una tecnica relativamente nuova
con la quale si manda giu' nel terreno un cocktail di roba chimica ad alta pressione, si causano microterremoti con i quali la roccia porosa viene fratturata (e di qui il nome hydraulic fracturing), il gas contenuto nei pori della roccia viene sprigionato e poi catturato per essere commercializzato.

Ecco allora il concetto dei (micro)-terremoti collegati al fracking: il fracking di per se causa delle microscosse. Ma queste microscosse, in generale, sono di intensita' bassa, o almeno questo secondo le intenzioni di chi fa il fracking.  A volte restano gli interrogativi se sia proprio la pratica del fracking in se a scatenare terrmoti di intensita' media - attorno al grado 2,3 o eccezionalmente anche 4 della scala Richter, ma in genere i terremoti sono di intensita' bassa.

Quello che invece e' piu' pericoloso, in relazione al fracking, e' l'utilizzo di una miriade di pozzi cosiddetti di re-ineizione, pozzi dismessi in cui si iniettano i fluidi di scarto - la monnezza del fracking.

Per ogni pozzo attivo, infatti vengono prodotti enormi quantita' di  monnezza fluida - tossica e radioattiva -  e non si sa che farne. A volte i petrolieri costruiscono delle vasche a cielo aperto per metterci questa monnezza, i cosiddetti waste pits, altre volte invece usano pozzi sotterranei dismessi per il contenimento.

Qui un waste pit a cielo aperto e non nel Burundi, ma negli USA:



Ora, quando si usano pozzi dismessi di re-iniezione, il fluido di scarto viene tenuto ad *alta pressione* ed e' questo il vero problema: l'alta pressione dei pozzi, che spingono sulla roccia circostante, potenzialmente lubrificando e cambiando gli equilibri fra le faglie sismiche.

Negli USA ci sono state diverse regioni colpite da sciami sismici in zone in cui si fa fracking - in Arkansas, in Ohio, in Oklahoma, in Texas, e cosi pure in Inghilterra, a Blackpool, dove proprio a causa della sismicita' indotta dal fracking c'e' un ripensamento in generale di questa tecnica.

Si e' trattato di terremoti in zone in cui prima non ce ne erano, e si e' arrivati anche al grado 4.7 della scala Richter.

Non e' stato semplicissimo capire se ci fossero collegamenti fra fracking, pozzi di re-iniezione e sismi, ma lentamente si e' arrivati alla conclusione che molto probabilmente la "colpa" e' non del fracking in se, quanto di questi pozzi di reiniezione.

Questo non lo dice Maria Rita, ma lo dice il Servizio Geologico degli Stati Uniti: il USGS, che afferma:

a possible explanation is the increase in the number of wells drilled over the past decade and the increase in fluid used in the hydraulic fracturing of each well. The combination of factors is likely creating far larger amounts of wastewater that companies often inject into underground disposal wells. Scientists have linked these disposal wells to earthquakes since as early as the 1960s. The injections can induce seismicity by changing pressure and adding lubrication along faults.

Infine, come gia' discusso varie volte su questo blog,  a parte i terremoti in modo piu' o meno diretto, questo fracking porta a innumerevoli problemi - l'inquinamento delle falde idriche in primis, l'uso di enormi quantita' di acqua, e l'emissione di gas nocivi.

E' per tutti questi motivi che non e' proprio una cosa saggia e che secondo me l'Italia dovrebbe bannarlo, in maniera preventiva, cosicche' nessuno neanche ci pensi a farlo nel nostro paese.


3. Ma allora sorge la domanda, in Emilia, ammesso che il fracking non si faccia in questo momento in Italia, ci sono pozzi di reiniezione di rifiuti liquidi provenienti dalle estrazioni di gas e di petrolio "normale"?  Qualcuno li ha studiati? Ecco cosa dice il nostro Ministero delle Attivita' produttive.

In Emilia Romagna ci sono 514 pozzi perforati, di cui 69 non produttivi e destinati ad "altro uso".



Fra questi, che ho potuto indentificare io, ce ne sono almeno 7 di reiniezione:

1. Angelina 001 - concessione Ravenna Mare (Ravenna) ENI
3. Cavone 14 - concessione Mirandola (Modena) Padana Energia
9. Cortomaggione 038 - concessione Cortomaggiore (Piacenza) ENI
23. Cortomaggiore 134 dir - concessione Cortomaggiore (Piacenza) ENI
29. Minerbio 021 - concessione Minerbio (Bologna) ENI-Agip
63. Spilamberto 009 - concessione Spilamberto (Bologna-Modena) Padana Energia
65. Tresigallo 007 - concessione Tresigallo (Ferrara) ENI

Ecco le schede:







Di questi tre sono molto vicini all'area dei terremoti - Mirandola, Spilamberto, Minerbio.

Il nostro governo ha qualcosa da dire su questi siti di reiniezione, sulle pressioni che possono essere esercitate su eventuali faglie circostanti, specie visto che alcuni di questi siti sono vicini all'epicentro del terremoto e visto che negli USA almeno i siti di reiniezione ad alta pressione hanno "quasi sicuramente" scatenato i terrremoti come dice l'USGS?

E anche se non sono i siti di reiniezione la causa scatenante di questi terremoti, e' possibile che abbiano in qualche modo acuito o partecipato ai terremoti o invece sono stati assolutamente innocui?

In questo senso, condivido pienamente il pensiero del Prof. Ortolani che chiede maggiore vigilanza sui siti di reiniezione in Italia. 


4. In Emilia ci sono, come detto, piu' di 500 pozzi scavati di petrolio e di gas "normali", senza fracking, di cui varie centinaia attivi, alcuni di questi vicinissimi al punto d'impatto. Io non so se questi pozzi in cui non si pratica il fracking possano essere relazionati ai terremoti, ma so che vi sono casi registrati in altre parti del mondo in cui le trivelle hanno portato a terremoti. Casi eccezionali certo, ma pur sempre accaduti.

Qui quello che avevo scritto a suo tempo sul terremoto dell'Aquila - era uno studio commisionato dai petrolieri della Sclumberger ed eseguito da scienziati russi che affermavano che trivellare aveva portato a terremoti di grado anche 7 della scala Richter in zone desertiche dell'Uzbekistan.


Si riportano casi di sismicita' indotta in Oman, in Francia, in Texas, anche senza fracking, ma, come detto, io non so, e non posso dire se questo sia il caso in Emilia Romagna, data la forte magnitudine del sisma.

Anche qui, quello che posso sottoscrivere e' quanto scritto da Vitaly Adushkin, Vladimir Rodionov, Sergei Turuntaev, scienziati russi dell'Istituto della Dinamica della Geosfera, dell'Accademia Russa di Scienza, assieme alla Schlumberger:

Few will deny that there is a relationship between hydrocarbon recovery and seismic activity, but exactly how strong a relationship exists has yet to be determined." They caution that in regions where tectonic activity is already high, extracting oil and natural gas could trigger strong quakes.

Poche persone possono negare l'esistenza di correlazioni fra estrazioni di idrocarburi e attivita' sismica, ma esattamente quanto forte sia la relazione fra i due eventi deve essere ancora determinato. Occorre dunque essere prudenti, perche' in zone dove l'attivita' sismica e' gia' molto elevate, l'estrazione di petrolio e di gas potrebbe scatenare forti terremoti.

Infine, un caso simile di sismicita' indotta si e' verificato qualche anno fa a Basilea, Svizzera, dove nel 2006 Markus Haring stava trivellando un pozzo per geotermia che scateno' uno sciame sismico di 30 terremoti con grado massimo 3.4. Fu anche messo sotto processo per avere causato instabilita' al territorio, rischiava il carcere, ma se l'e' cavata con una multa se non mi sbaglio.


5. Infine, si parla di creare un mega campo di stoccaggio di gas nell'area del terremoto detto Rivara. 
Si parla di "importanza strategica nazionale". Ma come abbiamo fatto finora senza? E' davvero cosi importante o si tratta dei giochini soliti per farci soldi?

Di questi campi di stoccaggio ne sono previsti 14 in tutta Italia, fra cui a San Benedetto del Tronto, a San Martino sulla Marrucina, zone sismiche, delicate.

Cui prodest?

Qui un articolo su simili progetti in Olanda, dove si vogliono stoccare 4 miliardi di metri cubi di gas ad alta pressione, da parte della Gazprom e della Taqa, che e' una sussidiaria della ditta nazionale di gas di Abu Dhabi. Si afferma che per il progetto nella zona di Bergermeer

"Gas storage plan will boost earthquake risk"

Si dice che:

A number of scientific reports however show that gas storage might bring about serious seismic hazard to the surrounding municipalities of Bergen, Heiloo and Schermer and the town of Alkmaar. The area has known a number of (man) induced earthquakes during the depletion of the field between 1994 and 2008, with subsequent higher magnitudes on the Richter scale. Scientists from a number of renowned scientific institutes such as KNMI, MIT and TNO are comfortable with an estimated maximum magnitude of 3,9 on the Richter scale, with a chance of occurrence of 2% over the concession period. Earthquakes with lower magnitude but still quite damaging are of a much higher likelihood.

Un numero di rapporti scientifici mostrano che lo stoccaggio di gas possa portare seri rischi alle citta' vicine di Bergen, Heiloo e Schermer e la vitta' di Alkmaar. L'area ha gia' vissuto un certo numero di terremoti indotti dall'uomo durante lo svuotamento del campo fra 1l 1994 ed il 2008, con scosse sempre piu' alte sulla scala Richter. Gli scienziati da un gran numero di noti istituti di ricerca come il KNMI, MIT e TNO sono soddisfatti nell'estimare una magnitudine massima di 3.9 sulla scala Richter, con la possibilita' di occorrenza del 2% sul periodo della concessione. Terremoti di grado minore ma allo stesso modo con danni notevoli sono di una probabilita' molto maggiore.   

Per l'Olanda allora i sismologi dell'MIT hanno stimato che questo impianto di stoccaggio del gas puo' arrivare fino a terremoti del grado 3.9 con un tasso di occorrenza del 2%.

Per la cronaca. l'MIT e' il Massachusetts Institute of Tecnology, Boston, uno degli istituti di ricerca piu' noti del mondo, il KNMI e'il Koninklijk Nederlands Meteorologisch Instituut, l'Istituto Olandese di Meterologia, e il TNO e' il Nederlandse Organisatie voor Toegepast Natuurwetenschappelijk Onderzoek, Netherlands Organisation for Applied Scientific Research.

Qualcuno *che non sia la ditta proponente* ha fatto gli stessi studi per Rivara? Se uno infatti va a leggere quello che dice la Rivara Erg Storage, ti dicono che e' tutto perfetto e tuttapposto, ma loro cosa possono dire?

Qualcuno ha parlato alle persone del fatto che terremoti piu' lievi sono di probabilita' maggiore?

Qualcuno ha interpellato l'MIT per Rivara, San Benedetto del Tronto, o per San Martino sulla Marrucina?

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Di tutte queste cose riparleremo.

Alla fine resta la sola domanda: chi ci guadagna in tutto questo trivellare, stoccare, petrolizzare?

Nessuno di noi esseri normali.

In Emilia, ci sono stati morti, perdite ingenti, angoscia, paura, domande senza risposte in cambio di niente.

Magari il petrolio, i pozzi di reiniezione, lo stoccaggio del gas non c'entrano niente, ma e' evidente che non puoi continuare a insultare madre natura e ad aspettarti che non ci siano mai conseguenze di nessun genere.

Con le trivelle ci guadagnano le ditte petrolifere, l'ENI, la Erg Rivara Storage, gli speculatori. Per cui anche se non si sa, le leggi della fisica, della probabilita', e soprattutto il semplice buon senso dicono che il gioco per noi cittadini davvero non ne vale la candela.



Friday, April 30, 2010

La nube vulcanica che ha obnubilato la verità

http://www.tankerenemy.com/2010/04/la-nube-vulcanica-che-ha-obnubilato-la.html

La nube vulcanica che ha obnubilato la verità

Eyjafjallajökull è un ghiacciaio dell'Islanda. Con un'area di 100 km quadrati, è il quinto per estensione dei ghiacciai islandesi. E' ubicato nella parte meridionale dell'isola. Il nome significa "Ghiacciaio dei monti delle isole". Il ghiacciaio ricopre il vulcano Eyjafjöll. In località Fimmvörðuháls, la notte del 20 marzo 2010 si è aperto un cratere vulcanico. Prima del 2010, l'ultima eruzione avvenne dal 1821 al 1823 e causò un'inondazione dovuta allo scioglimento dei ghiacci che provocò notevoli danni.

Il 20 marzo 2010, dopo 187 anni, si è verificata una nuova eruzione dell'Eyjafjöll che ha causato l'evacuazione di circa 600 persone. Il 15 aprile la presenza di una nube di ceneri vulcaniche emessa dal vulcano ha portato alla (strumentale) chiusura degli spazi aerei e di vari aeroporti di alcuni paesi dell'Europa centro-settentrionale: Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Norvegia, Belgio, Francia, Germania , Svizzera, Svezia, Polonia, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Romania, Spagna ed Italia. Campioni di cenere vulcanica, raccolti nelle vicinanze dell'eruzione, hanno mostrato una concentrazione di fluoruri solubili in acqua pari a 104 milligrammi per chilogrammo di cenere. L'agricoltura è molto importante in questa regione dell'Islanda e gli allevatori residenti nelle vicinanze del vulcano sono stati avvisati di non usare le acque dei pozzi e dei fiumi, per via dell'elevata concentrazione di fluoruri che può determinare gravi problemi ai reni ed al fegato del bestiame.

Il 14 aprile 2010, dopo una breve pausa, è ripresa l'eruzione da Eyjafjallajökull, questa volta dal centro del ghiacciaio, con un'inondazione che ha costretto gli abitanti a sgomberare la zona.

Diversamente dalla prima eruzione, la seconda è avvenuta sotto i ghiacci. L'acqua fredda del ghiacciaio miscelata alla lava ha creato delle piccole particelle di ghiaccio che, miscelate alla cenere, si sono innalzate a formare una nube di vapore e fumo, trasportata poi, stando alle fonti ufficiali, a grande distanza. Ciò, assieme alle dimensioni dell'eruzione, stimata venti volte maggiore di quella del 20 marzo ha generato una nube di particelle di silicio, molto pericolose per la navigazione aerea.

Le ceneri vulcaniche sono un pericolo notevole per i collegamenti aerei. A seguito della seconda eruzione, è stato deciso un blocco del traffico aereo a causa della nube di cenere che si è diffusa nell'atmosfera. Sono stati cancellati voli con provvedimenti che hanno interessato milioni di viaggiatori. Il 17 aprile, con la dichiarata diffusione della nube in Italia, l'E.N.A.C. ha provveduto a chiudere alcuni scali nel nord del paese. La I.A.T.A. ha stimato una perdita di circa 200 milioni di dollari al giorno per le compagnie di trasporto aereo.

Le eruzioni vulcaniche di grandi dimensioni sono note, perché producono cambiamenti nell'atmosfera. Gli aerosol di solfati che raggiungono la stratosfera, catalizzano la produzione di monossido di cloro (ClO), che distrugge l'ozono (O3). Nella troposfera superiore, gli stessi aerosol diventano nuclei di cirri che aumentano l'albedo della Terra e quindi alterano il suo equilibrio di radiazioni. Diverse eruzioni nel corso del secolo passato hanno causato, stando ad alcuni studi, un calo della temperatura media sulla superficie terrestre fino a mezzo grado (scala Celsius) per periodi da uno a tre anni. Altri scienziati affermano, invece, (ipotesi assai più probabile) che l’accumulo di ceneri vulcaniche porta ad un innalzamento dei valori termici.

Questa è, in sintesi, la ricostruzione degli eventi, basata sulle fonti dei media mainstream, ma gli accadimenti sono da esaminare nei loro risvolti non ufficiali. Alcuni aspetti, infatti, meritano un approfondimento. In primo luogo, il fenomeno vulcanico è stato concomitante con un'esercitazione militare (operazione Brilliant) condotta dalla N.A.T.O. per simulare la risposta ad un attacco nucleare sferrato dall'Iran. Qualcuno ha ipotizzato che l’interruzione dei voli civili sia da collegare alla necessità di rafforzare ed implementare l’operazione “scie chimiche”, per mezzo di una pausa tecnica.

In questo lasso di tempo gli aerei chimici hanno continuato a volare, soprattutto nelle ore notturne: ciò è dimostrato dalle mappe satellitari in cui sono rimaste immortalate le chemtrails ed è anche testimoniato da fotografie, riprese video di numerosi attivisti del Nord Europa. Non era stato strombazzato dai vari “giornalisti” che i voli erano stati cancellati in tutta l'Europa settentrionale? I velivoli fotografati e filmati erano dunque aerei militari impegnati nelle operazioni di aerosol clandestino a bassa quota. Questo è un fatto incontrovertibile. E' evidente che l'eruzione è stata enfatizzata e che il blocco del traffico aereo non è stato motivato da esigenze di sicurezza, ma da ragioni di tipo strategico. Infatti, è vero che le microparticelle di silicio possono danneggiare i motori degli aerei, ma tonnellate di silicio vengono ogni giorno disperse nell'atmosfera dagli aerei chimici e nessun ente si è mai preoccupato per la sicurezza. Gli incidenti aerei, il cui numero è aumentato in questi ultimi anni, sono imputabili anche alle attività di aerosol: ne è una funesta testimonianza il sinistro occorso al volo Alaska 261.

Scrive l'acuto Michael Castle a tale proposito: "E' necessaria un'altra osservazione circa il particolato Welsbach: si tratta di una mistura molto abrasiva, poiché contiene ossido di alluminio e silicio. Questi composti nella scala di Mohs, che misura la durezza, sono secondi solo al diamante. La polvere Welsbach, le cui dimensioni si aggirano intorno al micron ed anche meno, tende a depositarsi su qualsiasi superficie ed anche sugli apparati di un aereo che si trovi a volare attraverso questa "sabbia". I meccanismi lubrificati, usati negli stabilizzatori orizzontali e verticali, negli alettoni, nei flaps, nei sistemi di atterraggio possono essere danneggiati dai metalli abrasivi dispersi con le chemtrails. Il jack-screw (vite di alzata) coperto del materiale Welsbach può causare una graduale "fresatura" del metallo della vite di alzata e provocare un'avaria, determinando una configurazione incontrollabile dei parametri relativi all'assetto di volo. Riteniamo che il volo Alaska 261 incappò in circostanze imprevedibili. Quel volo attraversava ogni giorno aree pesantemente irrorate, come la costa occidentale degli Stati Uniti o la regione sopra Dallas, in Texas.

Altri aerei sia civili sia militari hanno subìto malfunzionamenti che sono stati attribuiti ad una componentistica di scarsa qualità. Queste conclusioni potrebbero non essere lontane dal vero, ma si potrebbe vedere nelle chemtrails la causa di alcuni incidenti aerei?"




Senza escludere che il governo segreto mondiale abbia strumentalizzato l'eruzione per saggiare le reazioni dei cittadini di fronte a gravi ed inattese difficoltà negli spostamenti, crediamo che il pretesto della nube di cenere vulcanica sia stato usato soprattutto per "giochi di guerra", naturalmente all'insaputa dell’opinione pubblica che si balocca con le versioni ufficiali (e false) propalate da telegiornali e quotidiani. Ne è la prova il fatto che nessun organo di informazione ha anche solo accennato all'esercitazione congiunta delle forze N.A.T.O.

D'altronde, il problema costituito dalla nube è stato ingigantito ad arte: essa si è espansa sopra l'Islanda e nelle aree limitrofe, mentre al di fuori di questa zona, tutto sommato non amplissima, non se ne è vista neanche l'ombra. Alcuni elicotteri hanno tranquillamente sorvolato il vulcano, senza incorrere in alcun pericolo.



La manifestazione geologica è occorsa, dopo essere stata preceduta da numerosi articoli ed interventi sulla diabolica geoingegneria, un insieme di progetti ed attività basate sulla dispersione di vari composti chimici, in primis il biossido di zolfo (SO2), ufficialmente per contrastare il global warming. Il biossido di zolfo si sprigiona proprio con le eruzioni vulcaniche.

Infine non si può escludere che l'eruzione sia stata causata o per lo meno propiziata con l'impiego di armi ad hoc. D'altra parte una delle Illuminati cards raffigura proprio un evento vulcanico distruttivo…


Nota: altri addentellati meritano di essere esaminati circa l'eruzione vulcanica: ne daremo conto, appena possibile. Intanto, rimandiamo agli ottimi articoli sul tema pubblicati da Corrado Penna. Queste inchieste si possono leggere qui, qui e qui.

Appendice: trascrizione del testo di un "profetico" servizio giornalistico mandato in onda dal TG2 nel mese di febbraio 2010.

Eruzioni vulcaniche controllate per combattere il riscaldamento globale. Proposta bizzarra, ma lanciata da serissimi scienziati (sic) su un'importante rivista. La proposta scaturisce dalla constatazione degli effetti in parte benefici, per quanto strano possa sembrare, di un immane disastro che colpì nei primi mesi del 1991 l'isola Luzon nelle Filippine.

Il vulcano Pinatubo dette vita piuttosto lentamente, il che permise di evacuare la popolazione, ad una gigantesca eruzione. La massa di polveri a base di zolfo emesse dal Pinatubo creò per molti mesi una sorta di ombrello che, filtrando i raggi del sole, fece abbassare la temperatura del pianeta di quasi mezzo grado centigrado.

Tre scienziati nordamericani ci hanno ragionato ed adesso con un articolo sull'autorevole (sic) rivista "Nature" propongono di provocare artificialmente delle eruzioni vulcaniche per raggiungere lo stesso obiettivo: creare un ombrello di polveri che riduca temporaneamente, ma velocemente, la febbre del pianeta. In questo modo, dicono, si potrebbe guadagnare tempo per realizzare una riduzione a lungo termine dell'effetto serra.

I critici obiettano che l'operazione sarebbe costosa e soprattutto ad altissimo rischio, ma i tre insistono: bisogna lavorarci, poiché la situazione è troppo grave per ignorare questa possibilità.

Staremo a vedere: se c'è una cosa che non manca in Italia, sono proprio i vulcani.



Tuesday, April 6, 2010

I rospi possono 'prevedere i terremoti' e l'attività sismica (articolo di Matt Walzer)

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I rospi possono 'prevedere i terremoti' e l'attività sismica (articolo di Matt Walzer)

Pubblichiamo un importante articolo tradotto in modo adamantino dalla gentilissima Giulia. Il testo verte sulla correlazione tra i prodromi di un sisma ed i comportamenti degli anfibi: una scienziata britannica, la Dottoressa Grant, ha scoperto che i rospi sono molto sensibili alle aberrazioni che si manifestano nella ionosfera, preludio sovente di una scossa. Se la Dottoressa Grant non è stata in grado di stabilire le cause delle alterazioni nella ionosfera [1], cambiamenti legati anche al rilascio di gas radon (si ricordino gli studi di Giuliani), non saremo poi così lontani dalla verità se vedremo nelle variazioni ionosferiche la conseguenza diretta di interventi militari attuati con i sistemi H.A.A.R.P. E' del 5 aprile 2010, il fenomeno tellurico che ha colpito un'area al confine tra il Messico e gli Stati Uniti: il terremoto che ha toccato 7,2 della scala Richter, è un evento distruttivo di una lunga serie: la profondità dell'ipocentro (10 km circa) simile a quella di altri sommovimenti della litosfera, ci induce a ritenere che sia stato un altro sisma indotto, senza dimenticare che la pesante manipolazione della ionosfera sembra stia provocando un pericoloso effetto domino.

I rospi comuni sembrano avere la facoltà di percepire un imminente terremoto e abbandonano la loro colonia con giorni di anticipo rispetto al verificarsi dell'attività sismica

La prova viene da una popolazione di rospi che ha abbandonato la propria colonia riproduttiva tre giorni prima del terremoto che ha colpito L'Aquila in Italia nel 2009.

Non è chiaro in che modo i rospi abbiano percepito l'imminente terremoto, ma di fatto la maggior parte delle coppie in riproduzione e dei maschi è fuggita.

Secondo quanto dichiarato dai biologi nel "Journal of Zoology", questa reazione è occorsa, nonostante la colonia si trovasse a 74 chilometri di distanza dall'epicentro del sisma.

Studiare le reazioni degli animali all'attività sismica in maniera oggettiva e quantificabile è reso difficoltoso in parte dalla stessa rarità ed imprevedibilità dei terremoti. Alcuni studi sono stati condotti sulle reazioni degli animali domestici, ma la misurazione del responso negli animali selvatici presenta ulteriori difficoltà. Anche quelli di cui è stata dimostrata la reattività, come i pesci, i roditori ed i serpenti, tendono a mostrarla nell'imminenza di un evento sismico piuttosto che con giorni di anticipo. Tuttavia, all'epoca in cui un devastante terremoto ha colpito l'Italia, la biologa Dott.ssa Rachel Grant della Open University di Milton Keynes (UK) vi era impegnata in un monitoraggio sul campo di varie colonie di rospi comuni, con rilievi a cadenza quotidiana.

I dati inclusi nei suoi studi sono stati raccolti in un periodo di 29 giorni prima, durante e dopo il sisma che ha scosso l'Italia il 6 aprile del 2009. Il terremoto (artificiale n.d.t.), di magnitudo Richter 6.3, ha avuto il suo epicentro vicino a L'Aquila, a circa 95 km (60 miglia) a nord-est di Roma. La Dott.ssa Grant stava studiando i rospi del Lago di San Ruffino nell'Italia Centrale, a circa 74 km di distanza, quando si accorse che questi mostravano un comportamento anomalo. Cinque giorni prima del terremoto, il numero di maschi all'interno della colonia riproduttiva calò del 96%. Questo è del tutto inconsueto per i rospi maschi: una volta compiuto l'atto riproduttivo, normalmente essi rimangono attivi in gran numero presso i siti riproduttivi, fin quando non è conclusa la deposizione delle uova. Inoltre, non si sono verificati fenomeni meteorologici tali da poter giustificare la scomparsa dei maschi.

Tre giorni prima del fenomeno tellurico, anche il numero delle coppie in riproduzione era improvvisamente calato a zero. Mentre fino a sei giorni prima del terremoto e poi di nuovo nei sei giorni successivi, nel sito furono rinvenute ovature, l'attività di ovodeposizione cessò completamente per tutta la durata del terremoto stesso - cioè tra la prima scossa principale e l'ultima scossa di assestamento.

"Il nostro studio è uno dei primi a documentare il comportamento animale prima, durante e dopo un sisma", dice la Dott.ssa Grant.

A suo parere i rospi sono fuggiti a quote più alte, probabilmente per sfuggire al rischio di caduta di massi, frane e inondazioni.

La percezione del pericolo

Il meccanismo per cui i rospi sarebbero in grado di percepire l'imminente attività sismica non è stato del tutto chiarito.

Il cambiamento nel comportamento dei rospi è avvenuto in coincidenza con alcune perturbazioni nella ionosfera, lo strato elettromagnetico più esterno dell'atmosfera terrestre, aberrazioni individuate dai ricercatori nei giorni del terremoto de L'Aquila con l'ausilio di una tecnica nota come radiosondaggio delle onde a frequenza molto bassa (Very Low Frequency = V.L.F.). Tali cambiamenti dell'atmosfera, a loro volta, sono stati associati da alcuni scienziati al rilascio di gas radon o alle onde di gravità che precedono un sisma. Nel caso del terremoto de L'Aquila, la Dott.ssa Grant non è stata in grado di determinare che cosa abbia causato le alterazioni nella ionosfera. Tuttavia, le sue scoperte suggeriscono che i rospi sono effettivamente capaci di sentire qualcosa.

"Le nostre scoperte lasciano supporre che i rospi siano in grado di percepire gli indizi pre-sismici come la fuoruscita di gas e particelle elettricamente cariche e di usarli come un sistema di pre-allarme sismico", dice la Grant.

Le formiche ignorano i terremoti

Un diverso studio ha quantificato il responso di un altro animale ad un terremoto di vaste proporzioni.

Alcuni ricercatori hanno avuto la fortuita opportunità di studiare il comportamento delle formiche mietitrici del deserto (Messor pergandei) nel Deserto del Mojave in California, quando la terra cominciò a tremare il 28 giugno del 1992.

Il più forte terremoto degli ultimi quattro decenni negli Stati Uniti colpì mentre era in corso uno studio volto a misurare la quantità di formiche che frequentavano i percorsi in entrata ed in uscita dalla colonia, la distribuzione delle formiche operaie e addirittura la quantità di biossido di carbonio prodotta dal formicaio.

Ebbene, in risposta a quel terremoto di magnitudo 7.4, non venne notato il benché minimo cambiamento nel comportamento delle formiche.


[1] N.A.S.A.: i terremoti sono prevedibili

WASHINGTON, U.S.A. -- La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l'agenzia americana, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera.


Fonte: NEWSBBC.CO.UK


Saturday, February 6, 2010

Haiti e l'arma sismica

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Haiti e l'arma sismica

Pubblichiamo un articolo di Thierry Meyssan di Réseau Voltaire ed intitolato "Haiti e l'arma sismica". Il testo, scelto e tradotto da Matteo Bovis di www.comedonchisciotte.org, si sofferma sulla possibilità che il terremoto occorso nello stato di Haiti sia stato di origine artificiale. L'inchiesta, scevra da sensazionalismi, focalizza l'attenzione sulle armi sismiche impiegate dai Sovietici e dagli Statunitensi e, pur accennando solo al sistema H.A.A.R.P., lo inquadra nel corretto contesto delle inquietanti manipolazioni climatiche, meteorologiche e tettoniche. Un'affermazione di Meyssan ci lascia perplessi, ossia la seguente: "Nulla differenzia un sisma artificiale da un sisma naturale, tuttavia non si è in grado di causare che sismi superficiali, come quello di Haiti". Riteniamo che la profondità dell'ipocentro tipica dei terremoti artificiali, profondità corrispondente a 10 kilometri, sia già un indizio per stabilire che il sommovimento è causato con armi ad hoc. Altre peculiarità concernenti i prodromi del sisma, le caratteristiche delle onde sismiche etc. possono contribuire a stabilire l'origine del terremoto.

La polemica aperta dalla pubblicazione sul nostro sito di un articolo che evocava la possibile origine artificiale del terremoto nello stato di Haiti richiede qualche precisazione.

Sì, l'arma sismica esiste e gli Stati Uniti, tra gli altri, ne sono in possesso. Sì, le forze armate statunitensi erano già in posizione pronte a dispiegarsi sull'isola. Ciò non è sufficiente per giungere a conclusioni, ma merita una riflessione.

Con la pubblicazione dell'articolo Gli Stati Uniti hanno provocato il terremoto ad Haiti?", il nostro obiettivo è stato quello di rilanciare una questione che agita gli ambienti militari e mediatici in molti paesi, ma che è ignorata in altri [1].

Ciò non equivale ad una presa di posizione. Semplicemente, fedeli al nostro metodo, anche se spesso mal compreso, riteniamo che non si possano capire le relazioni internazionali, se non studiando quello che pensano i dirigenti del pianeta. Il conformismo diffuso fa sì che, quando rendiamo conto dei dibattiti che si svolgono a Washington nessuno si offende, ma quando riferiamo dei dibattiti nei paesi non allineati assistiamo ad una levata di scudi in Europa. E' come se gli Europei giudicassero a priori che solo i problemi "occidentali" siano pertinenti e che le altre siano irragionevoli.

Uno dei nostri collaboratori ha cercato di rintracciare l'origine dell'accusa secondo la quale il terremoto nello stato di Haiti potrebbe essere artificiale. Si è preoccupato che si potesse trattare di pura disinformazione, iniziata da un certo David Booth (alias Sorcha Faal), che si sarebbe propagata negli ambienti di governo mondiali. In definitiva, non sappiamo con certezza quale sia la fonte iniziale, ma sappiamo che la questione viene dibattuta ai massimi livelli in numerosi stati in America meridionale, in Europa ed in Asia.

In qualità di responsabile della pubblicazione del Réseau Voltaire, ho scelto di tradurre il servizio di ViveTV, che era stato redatto sotto forma di comunicato sul sito web del Ministero dell'Informazione in Venezuela e di pubblicarlo con il video di Russia Today, facendoli precedere da una nota preliminare:
"Stranamente, la fonte televisiva venezuelana indica come fonte delle sue accuse l'esercito russo, mentre la televisione russa indica come origine delle stesse accuse il presidente Chavez.".

Se questi elementi sono stati ripresi fedelmente da numerosi giornali, specialmente in Medio Oriente, essi sono stati deformati dalla stampa atlantista che si è basata sull'articolo di Sorcha Faal. Questi ha estratto dei passaggi dal testo di ViveTV e li ha posti tra virgolette in bocca al presidente Chavez. Quella che era un'ipotesi di lavoro è diventata allora una posizione governativa. Alcuni di questi giornali si sono spinti ancora più lontano, inventando di sana pianta il contesto nel quale il presidente venezuelano si sarebbe pronunciato, in modo da concludere che il presidente ed il suo uditorio erano in preda a delirio anti-americano acuto e che il Réseau Voltaire condividesse la stessa patologia.

Non lasciamoci intimidire da questa manipolazione e approfondiamo l'ipotesi.

Che cosa sappiamo al momento dell'arma sismica?

Durante la Seconda guerra mondiale, alcuni ricercatori neozelandesi hanno tentato di creare una macchina in grado di provocare tsunami che potesse essere usata contro il Giappone. I lavori furono diretti dall'australiano Thomas Leech dell'università di Auckland, sotto il nome di "Progetto Seal". Furono compiuti numerosi esperimenti su piccola scala, nel 1944-45, a Whangaparaoa. Gli esperimenti furono coronati da successo.

Gli Stati Uniti consideravano questo programma tanto promettente quanto il "progetto Manhattan" per la fabbricazione della bomba atomica. Fu designato il dottor Karl T. Compton per collegare le due unità di ricerca. Compton era il presidente del M.I.T. [Massachusets Institute of Technology, n.d.t.]. Aveva già reclutato numerosi esperti per lo sforzo bellico ed era una delle otto persone incaricate di consigliare il presidente Truman sull'uso della bomba atomica. Egli pensava che la bomba avrebbe potuto fornire l'energia necessaria all'équipe di Leech per provocare grandi tsunami.

I lavori di Thomas Leech proseguirono durante la Guerra fredda. Nel 1947, Giorgio VI innalzò lo scienziato alla dignità di Cavaliere dell'Impero britannico per ricompensarlo di avere costruito una nuova arma. Essendo il Progetto Seal ancora un segreto militare, non fu rivelato all'epoca che Leech aveva ricevuto un'onorificenza per la bomba a tsunami. In seguito, i servizi statunitensi si sono applicati affinché si credesse che queste ricerche non fossero mai esistite e che tutto fosse una finzione per impressionare i Sovietici. Tuttavia, l'autenticità degli esperimenti di Leech è stata stabilita, nel 1999, quando una parte della documentazione è stata declassificata dal ministero neozelandese degli Affari esteri. Ufficialmente, ora gli studi sono stati ripresi all'università di Waikato [2].

Si ignora se le ricerche anglo-sassoni siano proseguite negli anni '60, ma esse sono per forza ricominciate, quando fu deciso di abbandonare i test nucleari nell'atmosfera a vantaggio dei test sottomarini. Gli Stati Uniti temevano di provocare involontariamente terremoti e tsunami. Volevano saperlo fare volontariamente.

Ufficialmente, alla fine della guerra del Vietnam, gli Stati Uniti e l'Unione sovietica hanno rinunciato alle guerre ambientali (terremoti, tsunami, distruzione dell'equilibrio ecologico di una regione, modificazioni delle condizioni atmosferiche - nubi, precipitazioni, cicloni e uragani - modificazioni delle condizioni climatiche, delle correnti oceaniche, dello strato di ozono o della ionosfera), firmando la "Convenzione sul divieto di impiego di tecniche di modificazione dell'ambiente per scopi militari o per altri fini ostili" (1976).

Tuttavia, a partire dal 1975, l'U.R.S.S. ha cominciato nuove ricerche di Magnetoidrodinamica (MHD). Si trattava di studiare la crosta terrestre e di prevedere i terremoti. I Sovietici studiarono la possibilità di provocare piccoli terremoti per evitarne uno grande. Tali ricerche furono ben presto militarizzate. Sfociarono nella costruzione di Pamir, la macchina per i terremoti.

All'epoca della disgregazione dell'U.R.S.S., alcuni responsabili del programma decisero di passarlo agli Stati Uniti per denaro, ma essendo la loro ricerca incompiuta, il Pentagono rifiutò di pagare. Nel 1995, quando la Russia era governata da Boris Eltsin e dall'oligarca Victor Chernomyrdin, l'US Air Force reclutò i ricercatori e il loro laboratorio a Nijni Novgorod. Vi costruirono una macchina molto più potente, Pamir 3, che fu sperimentata con successo. Il Pentagono acquisì allora gli uomini ed il materiale e li trasportò negli Stati Uniti dove furono integrati nel programma H.A.A.R.P.



Negli ultimi anni sono stati suggeriti alcuni usi dell'arma sismica, particolarmente in Algeria e in Turchia. Tuttavia, il caso più discusso è quello del sisma del Sichuan (Cina), il 12 maggio 2008. Durante i 30 minuti che hanno preceduto il terremoto, gli abitanti della regione hanno osservato colori insoliti in cielo. Se certuni vedono in questi eventi il segno che il Cielo ha ritirato la sua fiducia nel Partito comunista, altri li interpretano in maniera più razionale. L'energia adoperata per provocare il sisma avrebbe anche determinato le perturbazioni della ionosfera. Nei mesi seguenti, la Rete ed i media cinesi hanno diffuso e discusso questa ipotesi che oggi viene data per certa dall'opinione pubblica cinese.

Ritorno ad Haiti

Nulla differenzia un sisma artificiale da un sisma naturale, tuttavia non si è in grado di causare che sismi superficiali, come quello di Haiti.

Quello che provoca turbamento è la reazione degli Stati Uniti. Mentre i media atlantisti si accontentano di rilanciare la polemica sulle violazioni della sovranità haitiana, i media latino-americani si interrogano sulla rapidità nello spiegamento di soldati: fin dal primo giorno, più di 10 000 soldati e contractors sono arrivati ad Haiti. Questa prodezza logistica si spiega semplicemente. Questi uomini erano già stati dispiegati nell'ambito di un'esercitazione militare. Sotto l'autorità del vice comandante del SouthCom, il generale P.K. Keen, partecipavano ad una simulazione di una operazione umanitaria, anello stato di Haiti, dopo un uragano. Keen e la sua squadra erano arrivati qualche giorno prima. Al momento preciso del terremoto si trovavano tutti al sicuro, nella sede dell'ambasciata statunitense che è costruita secondo le norme antisismiche, ad eccezione di due uomini che si trovavano all'hotel Montana e che sarebbero rimasti feriti.

Il generale Keen ha rilasciato numerose interviste alla stampa statunitense che ha moltiplicato i servizi e le trasmissioni circa le operazioni di soccorso. Egli ha fatto spesso menzione della sua presenza a Port-au-Prince durante il sisma, ma senza mai accennare ai motivi della sua presenza.

Tra gli obiettivi dell'esercitazione militare, figurava il test di un nuovo software finalizzato a coordinare gli sforzi umanitari delle O.N.G. e dei soldati. Nei minuti che hanno seguito la catastrofe, questo software è stato messo in linea e 280 O.N.G. si sono iscritte.

E' legittimo chiedersi se queste coincidenze siano o no dovute al caso.

Thierry Meyssan

Analista politico francese, presidente-fondatore del Réseau Voltaire e della conferenza Axis for peace. Pubblica ogni settimana delle cronache di politica estera nella stampa araba e russa. Ultima opera pubblicata: L’Effroyable imposture 2 , edizione JP Bert.

Note:

[1] « Les Etats Unis ont-ils provoqué le tremblement de terre à Haiti ? », Réseau Voltaire, 22 gennaio 2010.
[Traduzione italiana: "Haiti. Un terremoto artificiale provocato dagli USA?", Comedonchisciotte.org, 23 gennaio 2010]
[2] « Tsunami bomb NZ’s devastating war secret » e « Devastating tsunami bomb viable, say experts », di Eugene Bingham, New Zealand Herald, 25 e 28 settembre 1999. « Experimental bomb to create huge tidal wave was tested in 1944 » di Kathy Marks, The Independent, 27 settembre 1999.



Leggi qui l'articolo tratto da www.voltaire.org e qui il testo tratto da www.comedonchisciotte.org




Saturday, October 3, 2009

Fenomeni gravitazionali, onde a bassa frequenza, esperimenti militari e terremoti: dagli studi di Bendandi alla fisica iperdimensionale (prima parte)

http://www.tankerenemy.com/2009/10/fenomeni-gravitazionali-onde-bassa.html

Fenomeni gravitazionali, onde a bassa frequenza, esperimenti militari e terremoti: dagli studi di Bendandi alla fisica iperdimensionale (prima parte)

Gli studi compiuti dallo statunitense Jim Berkland e dal faentino Raffaele Bendandi possono offrire un contributo alla comprensione dei fenomeni tellurici. Cristiano Fidani, nel suo articolo intitolato Raffaele Bendandi (1893-1979), fornisce delle informazioni che, correlate ai dati acquisiti su H.A.A.R.P., scie chimiche e nuove frontiere della fisica, consentono di delineare un quadro più articolato, includente sia manifestazioni naturali sia artificiali. Riporto un ampio stralcio del testo elaborato da Fidani, per enuclearne addentellati collegabili all'attualità ed a nuovi indirizzi di ricerca.

"Terremoti, maree e comportamento degli animali sono gli argomenti di un libro pubblicato all'inizio di quest'anno dalla giornalista Cal Orey. Il titolo del libro è The man who predicts earthquakes, Jim Berkland, maverik geologist', 2006. Alla domanda se sono prevedibili i terremoti l'autrice risponde che Jim Berkland sta sperimentando con successo un metodo di previsione da circa 30 anni.

Berkland è un geologo statunitense di San Jose, California, che ha avuto il coraggio di portare avanti una serie di osservazioni sulle congiunzioni luni-solari, lo smarrimento di animali domestici ed i terremoti, nonostante lo scetticismo dei colleghi. Dalle sue osservazioni ha potuto appurare che, durante l'anno, è possibile individuare delle "finestre temporali" entro le quali è molto probabile che si verifichino forti terremoti. Queste "finestre" sono determinate dall'allineamento Sole-Terra-Luna in concomitanza con la posizione del nostro satellite in prossimità del perigeo. Ciò capita da due a cinque volte l'anno. L'epicentro dell'evento è, invece, individuato attraverso il monitoraggio degli animali domestici scomparsi, con l'aiuto degli annunci dei quotidiani locali.

Già negli anni '20 un sismologo italiano tentò delle previsioni, ricorrendo alla forza di marea. Si tratta del faentino Raffaele Bendandi (1893-1979). Bendandi scrisse un primo libro che pubblicò completamente a sue spese nel luglio 1931. Tale libro, intitolato 'Un principio fondamentale dell'universo' era dedicato all'attività solare e conteneva il primo caposaldo su cui egli basava le sue ricerche, il ciclo undecennale che venne interpretato come un battimento delle sollecitazioni mareali prodotte dai pianeti che ruotavano attorno al Sole.

La variabilità delle altre stelle venne spiegata attraverso lo stesso principio e descritta in un secondo volume ancora inedito. Essendo anche il fenomeno sismico inquadrabile sotto lo stesso ragionamento, nella situazione di non poter divulgare le previsioni dei terremoti, Raffaele Bendandi volle probabilmente fissare un primo principio che, se apprezzato, gli avrebbe permesso di far riconsiderare le sue previsioni. Nello studio dei terremoti si occupò del fenomeno delle variazioni di inclinazione del terreno e degli effetti dei moti planetari sui movimenti della crosta terrestre. Strettamente legato a questi fu lo studio della migrazione della posizione del polo. La soluzione dell'enigma del ciclo undecennale solare costituì uno dei suoi maggiori argomenti, assieme a quello delle stelle variabili.

Bendandi ipotizzò anche l'esistenza di cinque nuovi pianeti: quattro extra-nettuniani ed uno situato fra il Sole e Mercurio. L'esistenza dei primi quattro fu dedotta dall'osservazione dei terremoti, mentre quella dell'ultimo dall'attività solare [...] Dopo la Seconda guerra mondiale, attraverso una bussola ed alcuni radio ricevitori su onda corta, ma probabilmente anche prima attraverso strumenti per la ricetrasmissione radio-telegrafica, realizzò osservazioni sistematiche delle interferenze elettromagnetiche che accompagnavano le tempeste solari e che, qualche volta, sembravano essere associate ai terremoti. Anche Jim Berkland, come riportato nel libro di Cal Orey, considera la manifestazione delle anomalie elettromagnetiche, le variazioni del campo magnetico terrestre e gli altri disturbi a bassa frequenza come quei segnali che gli animali sono in grado di percepire prima di un terremoto e che li spinge ad abbandonare l'area interessata dall'evento.

Raffaele Bendandi fu uno dei primi a riconoscere tali anomalie come responsabili di strani effetti sugli esseri viventi. Dal 1950 inaugurò, infatti, un nuovo genere di osservazioni sull'aumento di aggressività delle forme influenzali e sulla recrudescenza della criminalità, legate all'attività solare. Si servì delle scoperte di Giorgio Piccardi (1895-1972) per giustificare l'effetto dei vari tipi di radiazioni solari sulle forme viventi. Introdusse un nuovo genere di previsioni meteorologiche e compì utili osservazioni sulle esplosioni nelle miniere, ma, soprattutto, comprese tutti questi argomenti in un quadro più ampio che egli chiamò "crisi cosmica".

L'attività di pochi scienziati è paragonabile a quella di Raffaele Bendandi, innanzitutto per i risultati ottenuti, cioè per i contributi alla previsione dei terremoti, dell'attività solare e delle 'crisi cosmiche'".

Nota: le fonti del presente articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.