L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Wednesday, April 15, 2015

Vivere nell'età dell'ipocrisia

http://zret.blogspot.ch/2015/04/vivere-nelleta-dellipocrisia.html

Vivere nell'età dell'ipocrisia


Avevano perfettamente ragione i sofisti quando asserivano che la “giustizia” è solo la legge del più forte e del più scaltro. E’ così! Tutte le elucubrazioni ed esegesi, anche le più sottili, circa i problemi giuridici non valgono un fico secco, se confrontate con la spietata constatazione dei sofisti. A che pro lambiccarsi su ponderosi manuali di diritto (nulla è più storto del diritto) per tentare di stabilire che cosa sia l’equità? Viviamo in un mondo capovolto in cui gli onesti e gli innocenti non hanno alcuna speranza di veder riconosciuta la loro integrità, laddove i farabutti istituzionali imperversano impuniti, delinquono allegramente.

Era già Catone il Censore a scrivere: “I ladri privati sono in catene, mentre i ladri pubblici vivono tra l’oro e la porpora”. Tacito ci ricorda che “in uno stato molto corrotto, le leggi pullulano”. I classici sono gli autori il cui insegnamento è sempre attuale e veramente è difficile aggiungere qualcosa ai loro immortali moniti. Anche Manzoni della mefitica “giustizia” umana aveva inteso tutto: attraverso i personaggi e gli episodi dei “Promessi sposi” denuncia con amara ironia l’iniquità, la pochezza, la ferocia, l’avventatezza di magistrati e birri.

Le tare della “giustizia” sono innumerevoli. Nelle false “democrazie occidentali” le magagne della giurisprudenza sono nascoste dietro una folta e ben sagomata siepe di disposizioni, regole, clausole, commi, codicilli... I mali peggiori sono senza dubbio le deroghe e le proroghe. Le eccezioni si annidano in leggi che possono essere condivisibili, per snaturarle o vanificarle. Le posticipazioni situano in un futuro che non verrà mai l’applicazione di quelle pochissime prescrizioni il cui rispetto migliorerebbe le condizioni del consorzio umano. Così ci si ritrova con una “giustizia” che è solo coercizione ed arbitrio. Invano si invocheranno norme giuste e sagge: chi le dovrebbe rispettare, le calpesterà sempre. In ogni caso resteranno disattese.

In verità il sistema giuridico attuale è del tutto indistinguibile da una giustizia sommaria e sommamente ipocrita.


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Monday, March 30, 2015

La prigione del pensiero

http://zret.blogspot.ch/2015/03/la-prigione-del-pensiero.html

La prigione del pensiero



La malvagità si può forse ancora tollerare, la stupidità no.

L’alfabeto dei veleni

E’ arduo immaginare un’età più tossica di quella in cui viviamo. Dall’A di alluminio alla Z di zinco, l’ambiente rigurgita di veleni. Aggiungiamo le radiazioni nucleari, i pesticidi, la diossina, il benzene, gli additivi, gli edulcoranti artificiali… ed il quadro sarà... incompleto. Quando respiriamo, quando beviamo e ci nutriamo, sappiamo che respiriamo morte, sappiamo che ci alimentiamo con la morte.

Come se non bastasse, a guisa di complemento, l’attuale coscienza dell’umanità è “inquinata alle radici” (I. Svevo). Il bombardamento che la coscienza subisce per opera dei media non è meno deleterio della contaminazione fisica. Proprio come non si riesce più a contemplare un cielo naturale, azzurro e solcato da nuvole vaporose, così è diventato utopico accostarsi alla vita collettiva, senza restare invischiati nell’”informazione” e nella “cultura” di regime. Tutto è filtrato, distorto, stravolto, sfigurato come in un quadro di Francis Bacon. L’erudito di un tempo poteva compulsare fonti più meno attendibili e veridiche; oggi, prima di reperire un documento genuino, uno studioso deve sciropparsi centinaia di resoconti spuri, di bolse sceneggiature.

Una volta si distingueva tra cronaca e storia (meglio storiografia): la prima, pur nel suo corto respiro, nel suo limitato orizzonte, presupponeva il dignitoso e difficile lavoro dell’inviato che in loco raccoglieva testimonianze e notizie circa il “fatto” per poi scrivere il suo pezzo. Da tempo la storiografia è defunta, ma ormai anche la cronaca è agonizzante.

Se oggi nascesse un Tacito, riuscirebbe a ricostruire e ad interpretare un periodo quale il nostro, in cui la più fanatica finzione e la propaganda più delirante hanno soppiantato la genesi e la concatenazione degli eventi? Dovrebbe affidarsi a Fichipedia ed a scartafacci simili: il risultato sarebbe disastroso.

Ormai ad inficiare qualsiasi indagine non è solo la censura, quanto la composizione di “romanzi mediatici”, al cospetto dei quali scemeggiati televisivi come “Ultimo”, risultano più credibili e coerenti.

Il servizio pubblico è snaturato ad impudico disservizio, l’informazione è degenerata in quotidiana montatura. Non si salva più alcunché: la ricerca scientifica è ostaggio di baronie universitarie, le scuole, quando non sono prigioni del pensiero, sono agenzie turistiche in cui insegnanti-tour operators si affannano per cercare mete che non siano teatri del prossimo false flag.

La prigione del pensiero

Le facoltà intellettive dell’umanità sono state azzerate. Prima è stata distrutta la fantasia, la capacità di creare ed immaginare, poi sono state erose le abilità dialettiche: persino il sistema aristotelico, con la sua binaria e rigorosa semplicità, è stato intaccato in modo irreversibile a tal punto che è difficile imbattersi in una persona dotata di un pur embrionale “organo” logico.

Oggidì gli uomini non pensano: in vece loro, ad elaborare “concetti” e ad esprimersi è la televisione. Si ripetono i luoghi comuni del piccolo schermo, persino usando lo stesso telidiota idioletto.

Il dissenso non è possibile, non in quanto la scure del controllo si sia abbattuta sulla libertà d’opinione, ma perché tale libertà non si manifesta più, sostituita dal livellamento, dall’abitudine a “ragionare” tutti allo stesso modo, a reagire secondo schemi pavloviani. L’unica reazione è l’assuefazione.

Soprattutto gli uomini non avvertono più né l’esigenza di conoscere né quella di palesare le proprie idee, perché non ne hanno più. Questo panorama desolante sembra coinvolgere ogni classe sociale, ogni generazione in maniera indistinta.

Decenni fa si levava qualche voce critica (si pensi a Montale o a Pasolini): la classica vox clamantis in deserto non era ascoltata, ma si levava. Attualmente le voci tacciono e nella waste land non si ode un’eco che sia una.

Vero è che esistono le eccezioni, ma una rondine non fa primavera. Tra l’altro anche le rondini e le primavere sono soltanto un pallido ricordo di un tempo per sempre tramontato.

Nessuno va alla recherche di un tempo che non si è neppure consapevoli di aver perduto.

Articolo Delirio di un coglione correlato: Precipita velivolo commerciale: completamente falsa la versione ufficiale!


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Wednesday, March 19, 2014

Impronte di uomini e zampate di demoni

http://zret.blogspot.co.uk/2014/03/impronte-di-uomini-e-zampate-di-demoni.html

Impronte di uomini e zampate di demoni


Hanno creato un deserto e lo hanno chiamato pace. (Tacito)

Gli pseudo-ambientalisti ripetono sino alla noia che gli uomini sono la causa delle ferite inferte al pianeta. Per uomini i cialtroni intendono i comuni cittadini che, con il loro stile di vita e, in quanto consumatori, inquinano l’ambiente e, un po’ alla volta, esauriscono le risorse. Tale impatto è definito “impronta ecologica”. Che ciascuno di noi, in misura maggiore o minore, concorra ad incidere sugli equilibri dei biomi, è indubbio. Siamo, però, alle solite: il singolo è demonizzato in modo sommario, dimenticando le pesanti responsabilità della feccia mondialista e delle istituzioni che ne eseguono gli ordini.

Che sia necessaria un’educazione al vero rispetto per la natura è altresì indiscutibile. Tuttavia l’ipocrisia vanifica tutte le buone intenzioni, ogni fine fintamente nobile. Incide di più sull’ambiente chi fuma una sigaretta sul terrazzo o chi ogni giorno diffonde nella biosfera in maniera deliberata tonnellate di veleni con gli aerei chimici ed in mille altri modi?

Purtroppo ho notato che, tra gli stessi attivisti, qualcuno concorda con i globalizzatori, riconoscendo che la sovrappopolazione è un problema: le risorse stanno scemando e non sarebbero sufficienti a ragione di un’inarrestabile incremento demografico. Sono “argomentazioni” da Club di Roma, degne di Bill Gates ed ineffabile consorte.

Ci si fida troppo delle versioni ufficiali e delle statistiche di Stato, anche quando finalmente si è un po’ meno creduloni. Così crediamo che veramente sulla Terra vivano oggi sette miliardi di persone. Così riteniamo che, tutto sommato, non abbiano tutti i torti i pur scellerati governi a voler preservare le risorse naturali per le generazioni future, sfoltendo un po’ la popolazione.

Pazzesco!!! Ammettiamo pure che davvero le cifre siano quelle divulgate dagli organi del regime. Su un altro punto bisogna, però, dichiarare la verità: i criminali al potere non hanno alcun interesse a tutelare gli ecosistemi con le loro ricchezze. Altrimenti non esisterebbe la geoingegneria clandestina che è l’aggressione più violenta e più distruttiva ai danni del nostro martoriato pianeta. La geoingegneria abusiva coincide con un depauperamento ed una contaminazione così radicali dell’ambiente da mettere a repentaglio la stessa possibilità in un non lontano futuro di ottenere qualche pianta alimentare da un suolo inquinato in misura spaventosa, da annullare la possibilità di bere un sorso d’acqua che non sia una pozione di metalli tossici.

No: la cricca mondialista non vuole attuare la depopulation per salvare Gaia. Forse il Gotha ha intenzione di proteggere alcune oasi destinate alle élites, ma gran parte del pianeta è destinato a divenire una waste land in cui, secondo i piani dei banditi, dovrà sopravvivere una massa di schiavi dotati di microchip.

Quando si analizza la psicologia dei delinquenti istituzionali, si dimenticano due cose: in primo luogo essi non sono mossi soltanto dalla cupidigia di denaro, dalla smania di accaparrarsi beni materiali che i manigoldi possiedono già in misura esorbitante. Inoltre moltissime idee ed azioni nascono da menti malate, con forti inclinazioni al sadismo. Qualcuno farnetica di classi dirigenti che potrebbero mantenere il loro potere, cui sono attaccate come ostriche allo scoglio, ma per esercitarlo per il bene dell’umanità, magari una volta sciolto il nodo demografico e stabilizzato il rapporto tra ecosistemi e popolazione.

Non ribadiamo qui che la questione non è tanto nella presunta carenza di risorse, ma nella loro sperequata distribuzione a livello mondiale. Non ricordiamo che, se si diffonde il benessere, il trend demografico si assesta. Affermiamo, invece, senza tema di smentita che le energie pulite, in grado di emanciparci dai combustibili fossili e dal mortale atomo, esistono. Affermiamo che queste fonti sono pressoché inesauribili: se si continua a generare inquinamento con sistemi arcaici, ciò dipende da un preciso sabotaggio perpetrato dall’establishment politico-militare il cui interesse non è solo quello economico, cioè il monopolio delle fonti energetiche, del cibo e dell’acqua, poiché soprattutto mira a serbare, anzi ad inasprire il controllo sulle nazioni. Questo dominio è ottenuto con i pretesti più disparati. La crisi finanziaria attuale è in gran parte fittizia: è uno stratagemma per tenere in pugno interi popoli. Tale supremazia è conseguita in particolar modo con la proprietà della moneta e con il debito pubblico che ne deriva: le banconote sono stampate da banche private ed il denaro digitale è emesso da un cartello di istituti creditizi anch’essi privati, Banca d'Italia compresa.

Fino a quando i cittadini non riusciranno ad appropriarsi della moneta, fino a quando non saranno disponibili per tutti energie pulite, alimenti sani, terapie efficaci, fino a quando lo Stato non sarà abolito, l’umanità non sarà svincolata dalle ipoteche che gravano sul suo destino. Sperare che l’esecutivo mondialista decida di governare in modo saggio ed oculato, è un’ingenua e pericolosa utopia. La libertà e la prosperità sono conquiste: se sono calate dall’alto, sono inganni.

Oggigiorno, sempre incolpando il singolo ritenuto un virus per la Terra, si istiga al suicidio. Siamo d’accordo sulla strategia del suicidio: auspichiamo il suicidio immediato di tutti gli esponenti delle élites sataniste e dei loro servili collaboratori. Dopodiché, se resteranno delle difficoltà, si risolveranno con agio nell’arco di poco tempo. Il vero problema, infatti, è in chi vede la risoluzione di ogni problema come il problema per eccellenza.

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Sunday, December 27, 2009

War flames

http://zret.blogspot.com/2009/12/war-flames.html

War flames

In Afghanistan abbiamo compiuto dei sacrifici umani.(?) (S. Berlusconi)

Gli analisti oggi discutono di guerra "asimmetrica", un conflitto contro un nemico inafferrabile, subdolo: ma la definizione di "guerra asimmetrica" è solo un'altra ipocrita menzogna dei burattini che hanno appreso perfettamente la retorica orwelliana della "guerra è pace" giù giù fino alla "guerra giusta" propugnata dal lussurioso ladro di pere.

Com' è possibile confidare anche solo per un istante in queste classi dirigenti composte, nel migliore dei casi da ignavi e, quasi sempre, da satrapi sanguinari? In verità, i mercanti di morte, tutti uniti ed affiatati, hanno inventato i nemici per trascinare il pianeta nell'abisso della distruzione. Nessuno studente islamico in Afghanistan combatte le forze della coalizione: sterminata da tempo la resistenza ora, soldati innocentemente feroci, massacrano i loro commilitoni, senza saperlo. Oggi non si combattono guerre civili, ma guerre contro i civili: i loro corpi dilaniati da bombe "intelligenti", da ordigni di candidati manciuriani, giacciono nelle strade tra nugoli di mosche, in stagni di putridume. Il grido muto delle madri si schianta contro un cielo di piombo.

Chi arma i belligeranti? Banchieri in doppio petto, pingui porporati, presidenti "patrioti"... Nel mondo si dilapida un milione di dollari al minuto in spese militari: ecco perché tutti quelli che (politici, economisti, papi...) ciarlano di pace non sono credibili e suscitano solo infinito disgusto per la loro zuccherosa affettazione.

Guerra elettronica, guerra codarda combattuta da vigliacchi con i loro aerei radar e strumentazioni sofisticate per trucidare bambini inermi.

Ogni conflitto ne genera altri in una sequela infinita. Le superpotenze non mirano a vincere le guerre (come si potrebbe poi vincere, se l'avversario non esiste?), ma a straziare intere nazioni, a distruggere, ad atterrire le popolazioni. "Hanno fatto un deserto e lo chiamano pace".

La retorica bellicista esercita sempre il suo fascino sinistro sul filisteo geloso del suo unto benessere. Questa retorica martellante, ammantata di orpelli, ritmata da marce marziali, è il basso fondamentale del nostro mondo, l'unica tragica certezza in una selva di dubbi.

Alessandro Magno mise a repentaglio la sua stessa vita, pugnando in prima fila, con eroismo ed intrepidezza. Oggi i guerrafondai mandano al fronte giovani disoccupati: tornano storpi e pazzi, se tornano...

Quando l'ultimo taliban sarà snidato dalla sua grotta tra gli aridi monti afghani, allora i missili saranno puntati contro le stelle.

Fino a quando non sarà annientata questa genia di guerrafondai, avidi e crudeli, sulla Terra non si potrà costruire una società fondata sulla libertà e sulla rettitudine.

Intanto, si insegni a scuola, la fucina dei valori, il patriottismo: "Il libro in una mano, la bomba nell'altra".




Friday, August 14, 2009

Clochards

[commenti miei]

http://zret.blogspot.com/2009/08/clochards.html

Clochards

I benpensanti si lamentano spesso dei clochards che trasformano panchine ed aiuole in bivacchi. Senza dubbio a nessuno piace che in certe zone delle città regnino il degrado e la sporcizia. Tuttavia è lecito chiedersi se non sarebbe preferibile che non esistessero persone costrette a sopravvivere in modo tanto precario [mi sa che stanno mettendo le mani avanti...]: è un problema che le amministrazioni comunali hanno pensato di "risolvere" installando dissuasori sulle panchine o mandando i vigili a cacciare, con le loro arcinote buone maniere, i clochards dai luoghi in cui dormono e consumano qualche magrissimo pasto.

Di fronte a certe questioni lo stato e le sue protesi locali sanno ricorrere solo alla coercizione, alle misure punitive ed a salatissime ammende. Tra l'altro, ci sorge il dubbio che quanto più si inaspriscono le norme e le sanzioni, tanto più si manifesta la trasgressione. In re publica corruptissima plurimae leges: aveva ragione Tacito con la precisazione che l'Italia è tutto, fuorché una res publica. Chi comprende che queste situazioni sono dovute (e volute!) alle istituzioni stesse che dilapidano somme astronomiche per le iniziative più becere (notti bianche e sagre a base di canzonette) o criminali? Il Leviatano scialacqua ogni anno milioni di euro
[qui c'e' qualche problema con gli ordini di grandezza: milioni di euro l'anno vengono spesi ad esempio per i soli insegnanti - le spese militari ammontano a gigabite di euro] in spese militari e per l'avvelenamento globale, ma lesina pochi baiocchi alle categorie che sono ormai sull'orlo della povertà.

Gli ipocriti continuano a scandalizzarsi dei vagabondi, invocando interventi draconiani, ma non vedono di là dal proprio schizzinoso naso. Anzi il loro naso non è grado di percepire odori di nessun tipo, se nel territorio tra Sanremo e Ceriana è stata aperta una discarica da cui si sprigiona un tanfo insopportabile. Qualcuno ha mai protestato per questa discarica i cui miasmi non sono certo salutari? Attendiamo che l'illustre borgomastro di Sanremo se ne occupi, invece di eseguire gli scellerati ordini del feudatario imperiese. Come dimenticare poi che, mentre si elevano contravvenzioni a chi siede sul bordo di una fontana (delitto gravissimo), non si agisce contro i criminali che imperversano nelle aree urbane e soprattutto contro i farabutti (si escludono le eccezioni) che governano?

Lo stato non è tanto "un comitato d'affari", ma un'associazione a delinquere, legalizzata.