http://zret.blogspot.it/2014/03/una-brutale-bruttezza.html
Una brutale bruttezza
L’ignoranza avanza e non abbiamo più speranza.
Omo de panza, omo de sostanza. (mi sembrava che ci stesse bene)
Non sono un estimatore di Vittorio Sgarbi che, alla fine, palesa una visione ingenua e parziale degli amministratori di cui egli condanna "solo" l’insipienza e la corruzione. Purtroppo i governanti, quelli veri, non i pu-pazzi putrefatti che infestano i media, sono tutto fuorché incapaci, ma questo è un altro discorso...
Sgarbi ha ragione, però, quando si avventa contro le brutture del “paese dove il sì suona”, quando si scaglia contro i bruti che stuprano l’arte e la natura. In una scadente skyline si stagliano abominevoli edifici pubblici progettati da architetti ignoranti, costruiti per volontà di "politici" ancora più beoti, opere pubbliche che devastano il territorio con colate di cemento, obbrobriose nonché pericolose rotatorie, squallidi centri commerciali e parcheggi che sorgono là dove si estendevano parchi o campi coltivati... E’ in ogni dove l’inno alla più brutale bruttezza, il peana all’orrore.
Contemporamente capolavori architettonici, scultorei e pittorici, nel migliore dei casi, giacciono nell’incuria, quando non sono più o meno deliberatamente danneggiati o distrutti. E’ il caso in special modo di quei monumenti che, con la scusa dei restauri, sono poi in parte demoliti o stravolti nella loro originaria fisionomia.
Invano tuoneremo contro questi scempi che si consumano nell’indifferenza e nell’ignavia di una popolazione incapace di vedere, figuriamoci di guardare. Dappertutto mefitiche discariche, mortali inceneritori, fabbricati industriali, quartieri congestionati da tetri casermoni...
Le montagne sono sventrate, gli alvei dei fiumi cementificati, le pianure dilaniate da superstrade. Nelle colline sono conficcati tralicci ed antenne, il cielo è un viluppo di scie velenose e nebbie mortali.
La vita sul pianeta sta agonizzando, ma la bellezza è già morta da tempo. E’ morta, perché oggigiorno quasi nessuno più è sensibile ai veri valori estetici.
Non sorprende che in questa età attratta in modo irresistibile verso il laidume e la deformità si celebri il trionfo di una pellicola italiota che incarna, con la sua sconvolgente mostruosità, un’epoca di ammorbante putrefazione.
Non sorprende che la televisione ed il cinema siano impastati di sangue, di scene truculente e sordide. Soprattutto le nuove generazioni amano sguazzare in questa pozza ripugnante.
Prima ci hanno defraudato dell’incanto che si sprigiona da un firmamento trapunto di stelle, da una volta su cui fluttuano nubi vaporose, ora ci privano del benessere, della salute. Se l’anima è morta, è fatale che il corpo, ormai patetico, inutile involucro, langua e perisca.
Non sono un estimatore di Vittorio Sgarbi che, alla fine, palesa una visione ingenua e parziale degli amministratori di cui egli condanna "solo" l’insipienza e la corruzione. Purtroppo i governanti, quelli veri, non i pu-pazzi putrefatti che infestano i media, sono tutto fuorché incapaci, ma questo è un altro discorso...
Sgarbi ha ragione, però, quando si avventa contro le brutture del “paese dove il sì suona”, quando si scaglia contro i bruti che stuprano l’arte e la natura. In una scadente skyline si stagliano abominevoli edifici pubblici progettati da architetti ignoranti, costruiti per volontà di "politici" ancora più beoti, opere pubbliche che devastano il territorio con colate di cemento, obbrobriose nonché pericolose rotatorie, squallidi centri commerciali e parcheggi che sorgono là dove si estendevano parchi o campi coltivati... E’ in ogni dove l’inno alla più brutale bruttezza, il peana all’orrore.
Contemporamente capolavori architettonici, scultorei e pittorici, nel migliore dei casi, giacciono nell’incuria, quando non sono più o meno deliberatamente danneggiati o distrutti. E’ il caso in special modo di quei monumenti che, con la scusa dei restauri, sono poi in parte demoliti o stravolti nella loro originaria fisionomia.
Invano tuoneremo contro questi scempi che si consumano nell’indifferenza e nell’ignavia di una popolazione incapace di vedere, figuriamoci di guardare. Dappertutto mefitiche discariche, mortali inceneritori, fabbricati industriali, quartieri congestionati da tetri casermoni...
Le montagne sono sventrate, gli alvei dei fiumi cementificati, le pianure dilaniate da superstrade. Nelle colline sono conficcati tralicci ed antenne, il cielo è un viluppo di scie velenose e nebbie mortali.
La vita sul pianeta sta agonizzando, ma la bellezza è già morta da tempo. E’ morta, perché oggigiorno quasi nessuno più è sensibile ai veri valori estetici.
Non sorprende che in questa età attratta in modo irresistibile verso il laidume e la deformità si celebri il trionfo di una pellicola italiota che incarna, con la sua sconvolgente mostruosità, un’epoca di ammorbante putrefazione.
Non sorprende che la televisione ed il cinema siano impastati di sangue, di scene truculente e sordide. Soprattutto le nuove generazioni amano sguazzare in questa pozza ripugnante.
Prima ci hanno defraudato dell’incanto che si sprigiona da un firmamento trapunto di stelle, da una volta su cui fluttuano nubi vaporose, ora ci privano del benessere, della salute. Se l’anima è morta, è fatale che il corpo, ormai patetico, inutile involucro, langua e perisca.
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obbrobriose nonché pericolose rotatorie
ReplyDeletezretino, non prendertela con le rotatorie, che sono più sicure degli incroci.
Se non sai guidare e urti contro il guardrail non dare, come sempre, la colpa agli altri.
Un maggiorenne dovrebbe sapere quando prendersi le proprie responsabilità, e non scaricarle sempre sugli altri, ma purtroppo la maturità non la decide l'anagrafe.
E poi, invece di imprigionarti da solo tra scuola e terrazzino, prova a fare un giro nell'entroterra, e vedrai che la natura non è così devastata come a te piace pensare.
Vuoi solo trovare una scusa per crogiolarti nel tuo misero mondo e fare la vittima del tuo carnefice preferito: tu stesso.
Pensato la stessa cosa!
DeleteChe astio per ste rotonde :D
la rotonda proprio non gli va giù. Notate che dice, ora, che la rotonda è pericolosa ma non era stato un SUV nero?
DeleteUna brutale bruttezza
ReplyDeleteÉ evidente che si riferisce a se stesso e al fratellonzo nullafacente ...
Fino a "casermoni" era condivisibile, poi ha cagato il cazzo al suo solito... :D
ReplyDeleteEra condivisibile, perché si tratta delle solite osservazioni che tutti hanno fatto e continuano a fare e, purtroppo, faranno perché sono problemi di non facile soluzione, incancreniti dal tempo. Ha scoperto l'umidità nei pozzi e la usa per farene schiuma voluminosa con la sua retorica pomposa.
ReplyDeleteOvviamente dall'alto della sua saggezza non è che zret prospetti soluzioni o escogiti rimedi, anche solo in astratto, e possibilmente che non peggiorino le cose nell'intervenire in una situazione delicata.
Molto più semplice dire banalità lamentandosi, lamentandosi, lamentandosi sempre.
Si straccia le vesti per le antenne ma poi usa il telefonino! Spero che i suoi allievi imparino molto poco da lui.
farene = farne
Delete"L’ignoranza avanza e non abbiamo più speranza."
ReplyDeleteE' quello che ho sempre sostenuto da quando leggo le boiate degli sciamisti / complottisti e i commenti dei relativi seguaci