L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label Anima mundi. Show all posts
Showing posts with label Anima mundi. Show all posts

Wednesday, July 20, 2011

Una teoria di teorie

http://zret.blogspot.com/2011/07/una-teoria-di-teorie.html

Una teoria di teorie

Dove affiora la vita e che cos’è? E’ possibile che la vita sia generata dalla coscienza, ma non sappiamo che cosa si debba intendere veramente per coscienza. Perché affermiamo che piante, animali ed uomini sono esseri animati, mentre le pietre ed i cristalli non lo sono? Anche i cristalli potrebbero essere creature viventi in cui la coscienza è sopita.

Alcuni indirizzi di pensiero oggi riscoprono l'Anima mundi, studiando l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, ma nessuno è riuscito a spiegare, a dar conto della discontinuità tra il mondo delle particelle e l’universo delle cellule per risalire via via sino alla consapevolezza, all’anima, fino allo spirito.

Giustamente si suppone che la mente possa influire sul corpo, ma resta un enigma in che modo e come gettare un ponte tra le due rive. E’ in gioco non solo una questione conoscitiva, ma anche la salute che è il risultato di un fragile equilibrio. Affermare che le cellule, le molecole e persino gli atomi sono dotati di mente è più uno stratagemma linguistico che un chiarimento, anche se probabilmente è così.[1]

Non conosciamo dove finisca la fisica per dar spazio alla chimica, dove termini la chimica e principi la biologia, dove si compia la biologia per dar luogo alla psicologia… In modo quasi paradossale, in una struttura del sapere ad anello, è la fisica la disciplina più contigua alla metafisica: qui l’orizzonte diviene elusivo, quasi immateriale.

E’ evidente: bisognerebbe riuscire a comporre tutte le discontinuità, a saldare le fratture, ma è compito arduo. Così la “semplice” frase: “La mente influisce sulla materia” implica dei passaggi concettuali audaci, vertiginosi, poiché ignoriamo i due corni del dilemma e come interagiscano. Anche qualora intendessimo eliminare uno dei due corni, per mezzo di una visione monistica, ci troveremmo di fronte a tante e tali aporie da sbriciolare la teoria nel momento stesso in cui venisse ventilata.[2]

Le teorie sono edifici splendidi, ma fragili. Le teorie sono edifici grandiosi che si riempiono di crepe, un istante dopo che sono stati innalzati. Ipotesi, sistemi, interpretazioni… mai come in questi anni si sono moltiplicati e sono più gli aspetti che li differenziano da quelli che li accomunano.

Mi pare che i modelli esegetici siano dei cerchi perfetti, ma vuoti. La realtà manifesta rimane un enigma e, quanto più tentiamo di delinearla, tanto più il quadro si complica, abbisognando di continui aggiustamenti. Le teorie sono simili a quei dipinti che un artista incontentabile continua a ritoccare con il risultato che, alla fine, li rovina.

Altro che teoria del tutto, qui non siamo ancora stati in grado di formulare un agile e comprensibile modello di settori limitati del reale. Se poi si aggiunge che le teorie che ambiscono ad essere onnicomprensive sono complesse a tal punto da debordare nell’astrusità, si intende che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Si consideri che molte interpretazioni si ostinano ad aggredire, in verità con scarsissimo successo, solo il mondo fenomenico. Che cosa succede quando si tenta di addentrarsi nell’essenza? Siamo ciechi che brancicano nel buio.

Ancora, ammesso e non concesso che si riesca a fornire un quadro pur sommario, ma plausibile dell’universo, come si potrà poi attaccare la roccaforte del male? Se la presenza della vita nel cosmo è una sfida formidabile anche per gli intelletti più eccelsi, il problema del male, in quanto realtà incongrua, dissonante con il tutto, disarma.

Eppure si seguita a cercare ed a porsi domande, perché è nella natura umana, anche se forse sarebbe meglio evitare di porsi quesiti che non possono avere risposta.

[1] Se la medicina allopatica considera solo i sintomi, perdendo di vista l’uomo, priva com’è di una visione olistica, alcune medicine cosiddette alternative tendono a colpevolizzare il paziente. Lo riconosce lo stesso Deepak Chopra, medico ayurvedico: se – egli nota – riteniamo che molte malattie affondino le radici in conflitti interiori, in squilibri psichici di cui spesso non si è consapevoli, esortare il paziente a prendere coscienza di questi problemi significa creare dei sensi di colpa, senza che si riesca a favorire la guarigione, anzi causando talvolta un peggioramento.

[2] E’ naturale che pure “la materia produce il pensiero” è asserzione altrettanto ardita ed indimostrabile.


Tuesday, February 22, 2011

Haida: tracce di Shumer in America

http://zret.blogspot.com/2011/02/haida-tracce-di-shumer-in-america.html

Haida: tracce di Shumer in America

L’etnia Haida è una tribù di nativi americani del Canada e dell’Alaska, ormai purtroppo quasi estinta, poiché oggi formata da non più di 600 anime che abitano per lo più le Isole della Regina Carlotta. Sono tipici esponenti, assieme ai Tlingit, delle “culture del salmone”, con evolute tecniche di pesca. Questo popolo, presso cui è diffuso l’artigianato del legno, parla una lingua che i glottologi considerano isolata.

A proposito della loro lingua e delle loro tradizioni, gli autori del saggio “Atlantidi, i tre diluvi che hanno cancellato l’umanità” scrivono: “Secondo recenti studi di ricercatori russi, l’idioma degli Haida presenta forti affinità con il sumero. Trentacinquemila tavolette vennero dissotterrate in Mesopotamia tra l 1899 ed il 1900, a Nippur, la città di Enlil, dio del vento e delle inondazioni. Secondo queste, la civiltà sumero-accadica aveva la sua origine a Dilmun, un’isola montagnosa perduta nell’oceano in direzione sud, da cui gli uomini fuggirono su una grande nave per sfuggire al diluvio. E’ interessante confrontare il mito sumero col mito Haida.

Versione sumera: “Tanto tempo fa, i nostri antenati vivevano sull’isola Dilmun. La vita non destava preoccupazioni, finché il dio del cielo decise di annientare l’umanità, trasformando il cielo e causando un diluvio universale. I sopravvissuti fuggirono su una grande nave e sbarcarono in una nuova terra, sulla cima di una montagna. Così cominciò una nuova era.

Versione Haida: “Tanto tempo fa, i nostri antenati vivevano nel più grande villaggio del mondo. La vita non destava preoccupazioni, finché il grande capo dei cieli decise di eliminare l’umanità, trasformando il cielo e causando un diluvio universale. I superstiti fuggirono su grandi canoe e sbarcarono in una nuova terra, sulla cima di una montagna. Così cominciò una nuova era”.

Una tale somiglianza non può imputarsi al caso, ma solo ad un’origine comune: Atlantide”.

Non è questa l’unica sconcertante analogia che si può evidenziare tra il mondo sumero e culture americane: Jose Luis Espejo è convinto che nell’idioma Hopi è possibile trovare vestigia di una protolingua universale, nella quale si ingloba la lingua sumera. Ad esempio "kiva", in hopi, vale casa sotterranea e ricorda il sumero "ki", terra, luogo, area, suolo, grano; "toho" in hopi olio per ungere con scopi rituali evoca il sumero "tu", lavare, cospargere, compiere libagioni; "mana" in hopi, spirito della natura degli antenati femminili, è confrontabile con il sumero "mu", donna, e "nu", essere umano etc.

Anche qui è difficile pensare solo a coincidenze, benché si notino slittamenti semantici di radici comuni, mentre è plausibile che il centro di irradiazione di antichissime civiltà fu unico: Atlantide? Mu? Lemuria… o forse un lontano pianeta oppure una realtà occultata alla nostra debole percezione?


Fonti:

D. Marin, E. Schievenin, I. Minella, Atlantidi I tre diluvi che cancellarono l’umanità, Latina, 2010, p 37
J. L. Espejo, Voci da Mu, L’Eden ad Oriente, 2010
Nuova enciclopedia universale, Milano, 2000, s.v. Haida




Saturday, January 16, 2010

L'anima delle pietre

http://zret.blogspot.com/2010/01/lanima-delle-pietre.html

L'anima delle pietre

L'arché è l'Inesistente. (Basilide)

"Le cose sono piene di dei", insegnava Talete di Mileto. Molti filosofi pensano che nel mondo alberghi un'anima. Gli scienziati materialisti non solo negano che oltre la realtà fisica esista alcunché, ma affermano pure che la coscienza stessa emerge dalla materia. Non è questione di poco conto stabilire se la coscienza abbia, invece, la priorità e qui per coscienza non intendiamo un fenomeno cerebrale, ma un principio ontologicamente diverso dalla materia, un arché da cui scaturisce il cosmo.

Lo studio della materia nei suoi costituenti "fondamentali" ci ha condotto in una regione liminare, dove le particelle subatomiche fluiscono in correnti di energia per scorporarsi in processi. Ai confini di questa regione l'universo si affaccia sul nulla. Ai bordi di questo spazio la mente traccia mappe di un territorio che è vuoto. Geoffrey Chew ha elaborato una teoria paradossale ed astrusa, la teoria del bootstrap: secondo Chew, non esistono unità basilari della natura né costanti fisiche né equazioni. Tralasciando questa interpretazione ardita(?) che ci conduce sull'orlo dell'abisso mentale, resta il dubbio che un quid incorporeo fluttui in tutto il creato, a guisa di sangue che irrora un intero organismo.

Anche le pietre hanno un'anima? Le pietre sono esseri viventi la cui coscienza è sopita? E' noto che i cristalli possiedono singolari qualità, come se fossero in un certo qual modo dotati di una forma, per quanto aurorale, di vita. Bisogna chiedersi quale sia il confine tra inorganico ed organico e che cosa determini il salto verso la vita. E' certamente casuale la somiglianza fonica tra il termine greco che denota l'esistenza (bìos) ed il vocabolo indicante la forza e la violenza (bìa): è come se uno strappo, un'azione repentina e lacerante provocasse la creazione della vita (o la creazione tout court?). D'altronde i parti sono dolorosi.

La rivoluzione copernicana del futuro consisterà nel collocare al centro dell'universo la Coscienza? In questi ultimi decenni alcuni orientamenti scientifici hanno sfiorato una realtà "magica", in cui invisibili corrispondenze legano le parti, dove anche le cose all'apparenza più banali ed insignificanti splendono di una luce spirituale. Sarà questa rivoluzione solo il ritorno ad antiche concezioni e potrà effondere un soffio mistico in un corpo che pare inerte. Siamo forse vicini non ad una maggiore comprensione del reale, giacché, quanto più ci si interna in dimensioni enigmatiche ed impensabili, tanto più il discorso logico si indebolisce, piuttosto siamo prossimi ad un sentimento dello spazio e del tempo svincolato da coordinate e da schemi.

Quantunque sia precluso normalmente agli uomini elevarsi oltre la dimensione sublunare, attingendo alle sfere celesti, resta la pur fuggevole intuizione di un regno dove tutto è possibile ed in cui le catene terrene sono spezzate. Lì l'esistenza è riassorbita nel Principio da cui, per un errore o a causa della solitudine o chi sa per quale altro motivo, è stata esiliata. Come, via via che ci si inoltra nei misteriosi meandri delle particelle subatomiche, il reale si rarefa sino ad essere quasi risucchiato nel nulla, così a mano a mano che risaliremo la vetta, l'aria si illimpiderà sino a diventare un terso cristallo. Le sembianze trascoloreranno in sottili veli di nebbia, in diafane trasparenze, infine...




Sunday, July 26, 2009

Anima mundi

http://zret.blogspot.com/2009/07/anima-mundi.html

Anima mundi

Se rileggiamo le opere dei classici, ci accorgiamo di come essi riuscissero a descrivere la natura, a differenza degli autori contemporanei la cui vista annebbiata consente loro soltanto di pasticciare qualche abbozzo. Su questa discrepanza mi sono soffermato in Descrizione cui rimando. Qui vorrei accennare ad un altro aspetto: non si tratta solo di declino della cultura, ma di un cambiamento della percezione, dovuto ad un ottundimento della capacità di creare e ricreare in sé la realtà.

Possiamo solo costruirci un'immagine assai vaga di come fossero gli scenari nel I sec. a.C., quando Virgilio, con la sua sensibilità, dipingeva boschi, campagne, fiumi, litorali... Quale luce e quali colori dovevano splendere dinanzi agli occhi! Che cosa poteva significare la contemplazione di una fonte cristallina immersa tra le ombre verdeggianti di lecci! Veramente era possibile avvertire il sacro nella voce del vento, nel respiro di una nuvola, nella sinfonia dei suoni. Le ninfe e tutti le altre creature che abitavano negli alberi, nelle sorgenti, nascoste in umidi anfratti o insinuate tra le onde, non erano invenzioni di poeti e di mitografi, ma i palpiti di una natura viva, fremente.

L'Anima mundi si spargeva in lacrime di luce ed in raggi di pioggia, echeggiava nei versi di cantori, nelle note dei citaredi. Il sole, la luna, le costellazioni disegnavano le linee del destino e fili invisibili legavano gli uomini al cosmo. Soprattutto l'Anima mundi pervadeva le anime, simile ad un chiarore che, a poco a poco si spande in una camera, scivolando lungo gli strombi di una finestra. Era un'osmosi tra "esterno" ed "interno": il sangue scorreva nelle vene del mondo per irrorare, dopo essere stato depurato, le arterie del cuore.

Oggi l'esistenza è strozzata: in molti un'anima residuale è stata risucchiata. La vita è stata trasmutata al contrario, da afflato in energia elettrica.

Assistiamo ad una metodica distruzione della Terra. Senza più linfa, il pianeta è una mummia, un cadavere rinsecchito.