L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, March 15, 2015

L'estinzione della Scienza

Puntuale come la sfiga, ecco a voi la rosicata domenicale d'o'professore

 http://zret.blogspot.ch/2015/03/lestinzione-della-scienza.html

L'estinzione della Scienza



Si estinguono le specie animali e vegetali; si estinguono le lingue. In questi ultimi tempi è sparita anche la Scienza.

Di recente Simone Angioni, la disinformazione dal volto umano, in un’ennesima, bolsa intervista sul tema della geoingegneria clandestina, ha asserito che la “scienza è una e che all'interno della comunità scientifica non c'è un dibattito, ma c'è una posizione unica dettata dai fatti e dalle evidenze”. Questa affermazione, che è sconvolgente per rozzezza ed autoritarismo intellettuale, denota l’abissale ignoranza epistemologica di Simonetto: è una concezione che sarebbe stata ritenuta angusta, riduttiva e persino ridicola anche dai Positivisti ottocenteschi, figuriamoci nei nostri tempi dopo la rivoluzione della Fisica quantistica. E’ una posizione ancora più arretrata di quella tenuta dai peripatetici sbeffeggiati da Galileo. E' come se il nostro chimico non avesse mai letto una riga di Feyerabend... Forse non sa nemmeno chi sia.

Il proclama del cicappino, novello Simplicio, si addice alla religione più che alla Scienza: essa progredisce attraverso il dibattito, la curiosità, l’attitudine a sperimentare, il confronto delle idee, l’intuizione, la formulazione di nuove teorie, l’atteggiamento euristico, il cambiamento di paradigma… Nulla di ciò affiora nella retrograda ed assiomatica visione di Simonetto: è un pregiudizio che si potrebbe accettare da uno studente di scuola media, non da un sedicente scienziato. Il richiamo “ad una posizione unica, ai fatti ed alle evidenze” è disarmante nel suo dogmatismo, nella sua incrollabile fede nei cosiddetti “fatti”.

Tra l’altro, nei pistolotti degli occultatori non si comprende bene dove finisca l’incompetenza epistemologica e dove cominci l’insincerità verso sé stessi: infatti, se almeno gli influencers fossero coerenti ed onesti, non negherebbero la geoingegneria illegale che è appunto ancorata ad una serie di dati incontrovertibili e di evidenze.

In realtà, l’attuale “scienza” è solo propaganda, plagio, pensiero unico. Le università sono per lo più "comitati d'affari". E' significativo nella predica del piccolo chimico il riferimento ad una “posizione unica”, come se ci si dovesse attenere ad una sorta di “dottrina rivelata” da una classe sacerdotale depositaria della Verità. Tale dottrina è bandita da gente che manifesta un contegno reazionario, dispotico, discriminatorio, oscurantista: la vera scienza dovrebbe essere avulsa del tutto o quasi dall’ideologia, mentre una Ideenkleid settaria ed inquisitoria ha soppiantato la ricerca ed il metodo empirico. E’ un’ideologia che è stampella del potere, organica ad un sistema corrotto, alla più sfacciata distorsione della realtà.

Primo Levi scrisse “Se questo è un uomo”; noi siamo costretti a suggellare la riflessione con “Se questo è un chimico”.


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Saturday, August 3, 2013

Il Nulla è Tutto: paradigmi e paradossi della cosmologia

http://zret.blogspot.it/2013/08/il-nulla-e-tutto-paradigmi-e-paradossi.html

Il Nulla è Tutto: paradigmi e paradossi della cosmologia

Tuesday, September 11, 2012

Keshe test dummies

AGGIORNAMENTO: scusate, ma evidenzio in rosso la perla di saggezza del cretino. Poi vi invito a leggere il commento di mastrocigliegia.

http://straker-61.blogspot.co.uk/2012/09/keshe-test-dummies.html

Keshe test dummies


Per l’establishment la risoluzione del problema è il problema.

Si chiama Keshe ed è un ingegnere iraniano, di religione israelita. Ha acceso gli entusiami di molti, annunciando che presto il mondo potrà usufruire di un’energia tale da consentire di compiere viaggi interplanetari, di emanciparsi dai combustibili fossili, di sanare molte malattie ed altre mirabilia. Non è proprio un’energia elargita senza un corrispettivo (la “free energy” di cui si discute da decenni nella cerchia di scienziati “eretici”, tra cui i continuatori di Tesla e di Reich), giacché il tecnico persiano ritiene che nulla nell’universo sia del tutto gratuito. Questa opinione è condivisibile: è giusto che si ricavino dei proventi dalle proprie invenzioni e dal proprio talento, frutto di studi di studi e sacrifici. Deplorevoli sono, invece, la cupidigia ed il monopolio delle risorse.

Crediamo che sia ingenuo lo slancio con cui sono state accolte le rivelazioni di Keshe, diffuse in Italia attraverso una verbosa ed inconcludente intervista. Distinguiamo il lato teorico da quello pratico. La teoria descritta da Keshe è astrusa e farraginosa. Si somma alle numerose interpretazioni nell’ambito della Fisica, la scienza in cui oggi sembra essere ipotizzabile tutto ed il contrario di tutto. La diatriba tra relativisti ed anti-relativisti è solo la principale controversia. Siamo di fronte ad un’anarchia dei sistemi. Il premio Nobel per la Fisica, Feynman, ascrive la responsabilità di una situazione tanto intricata e contraddittoria alla Natura stessa, in quanto intrinsecamente assurda, almeno per l’umana ragione. E’ questione difficile da dirimere. Forse il mondo è irrazionale e le equazioni, le matrici, le leggi, le teorie incomprensibili a volte alla stessa comunità scientifica, sono la testimonianza di un’irriducibile incongruità del reale.

Tralasciamo, però, le riflessioni epistemologiche e consideriamo i risvolti concreti delle dichiarazioni sopra accennate. Davvero siamo alle soglie di una radiosa era o ci stanno ingannando? Che si possa viaggiare nello spazio, senza ricorrere a velivoli propulsi da combustibili, accorciando in modo sensibile i tempi, è una prospettiva che non ci tocca più di tanto. Sarebbe auspicabile risolvere i problemi urgenti: la contaminazione del pianeta, il depauperamento degli ecosistemi, la proliferazione delle patologie, la miseria. Sono situazioni che hanno degradato la qualità della vita. Qui casca l’asino. Keshe o dimostra infinita dabbenaggine o è uno dei tanti interpreti di una sofisticata operazione psicologica. Egli afferma di aver collaborato con un’università del Belgio: ci sorge una perplessità, sapendo che gli atenei sono vivai di ricercatori succubi del complesso industriale-militare. La perplessità diventa sospetto, quando l’ingegnere prospetta di condividere i suoi brevetti con Israele e la N.A.S.A. (sic). Santi numi! Costui va nella tana del lupo! Non ha compreso che le oligarchie vedono le energie rinnovabili e non inquinanti come il fumo negli occhi? Come accaduto con Tesla ed altri, militari e banchieri mettono le grinfie su scoperte ed invenzioni per costruire armi e, se non possono trarne grossi vantaggi strategici ed economici, insabbiano. Molti scienziati indipendenti ed inventori sono stati perseguitati e pure trucidati per evitare che le loro idee minassero l’iniqua egemonia politico-economica delle élites. L’importante è che i plutocrati siano sempre più potenti, mentre l’umanità deve continuare a spezzarsi le reni. Anzi, gli schiavi presto, per un tozzo di pane, dovranno lasciarsi impiantare un microchip. Altro che benessere per tutti! Intanto i gonzi abboccanno...

Non è finita: Keshe vagheggia la creazione di una religione mondiale che puzza di New age ad anni luce di distanza. Il solito mondialismo, mascherato da progresso scientifico, dietro cui si nasconde uno di nome Keshe... ed il cash.

Wednesday, July 20, 2011

Una teoria di teorie

http://zret.blogspot.com/2011/07/una-teoria-di-teorie.html

Una teoria di teorie

Dove affiora la vita e che cos’è? E’ possibile che la vita sia generata dalla coscienza, ma non sappiamo che cosa si debba intendere veramente per coscienza. Perché affermiamo che piante, animali ed uomini sono esseri animati, mentre le pietre ed i cristalli non lo sono? Anche i cristalli potrebbero essere creature viventi in cui la coscienza è sopita.

Alcuni indirizzi di pensiero oggi riscoprono l'Anima mundi, studiando l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, ma nessuno è riuscito a spiegare, a dar conto della discontinuità tra il mondo delle particelle e l’universo delle cellule per risalire via via sino alla consapevolezza, all’anima, fino allo spirito.

Giustamente si suppone che la mente possa influire sul corpo, ma resta un enigma in che modo e come gettare un ponte tra le due rive. E’ in gioco non solo una questione conoscitiva, ma anche la salute che è il risultato di un fragile equilibrio. Affermare che le cellule, le molecole e persino gli atomi sono dotati di mente è più uno stratagemma linguistico che un chiarimento, anche se probabilmente è così.[1]

Non conosciamo dove finisca la fisica per dar spazio alla chimica, dove termini la chimica e principi la biologia, dove si compia la biologia per dar luogo alla psicologia… In modo quasi paradossale, in una struttura del sapere ad anello, è la fisica la disciplina più contigua alla metafisica: qui l’orizzonte diviene elusivo, quasi immateriale.

E’ evidente: bisognerebbe riuscire a comporre tutte le discontinuità, a saldare le fratture, ma è compito arduo. Così la “semplice” frase: “La mente influisce sulla materia” implica dei passaggi concettuali audaci, vertiginosi, poiché ignoriamo i due corni del dilemma e come interagiscano. Anche qualora intendessimo eliminare uno dei due corni, per mezzo di una visione monistica, ci troveremmo di fronte a tante e tali aporie da sbriciolare la teoria nel momento stesso in cui venisse ventilata.[2]

Le teorie sono edifici splendidi, ma fragili. Le teorie sono edifici grandiosi che si riempiono di crepe, un istante dopo che sono stati innalzati. Ipotesi, sistemi, interpretazioni… mai come in questi anni si sono moltiplicati e sono più gli aspetti che li differenziano da quelli che li accomunano.

Mi pare che i modelli esegetici siano dei cerchi perfetti, ma vuoti. La realtà manifesta rimane un enigma e, quanto più tentiamo di delinearla, tanto più il quadro si complica, abbisognando di continui aggiustamenti. Le teorie sono simili a quei dipinti che un artista incontentabile continua a ritoccare con il risultato che, alla fine, li rovina.

Altro che teoria del tutto, qui non siamo ancora stati in grado di formulare un agile e comprensibile modello di settori limitati del reale. Se poi si aggiunge che le teorie che ambiscono ad essere onnicomprensive sono complesse a tal punto da debordare nell’astrusità, si intende che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Si consideri che molte interpretazioni si ostinano ad aggredire, in verità con scarsissimo successo, solo il mondo fenomenico. Che cosa succede quando si tenta di addentrarsi nell’essenza? Siamo ciechi che brancicano nel buio.

Ancora, ammesso e non concesso che si riesca a fornire un quadro pur sommario, ma plausibile dell’universo, come si potrà poi attaccare la roccaforte del male? Se la presenza della vita nel cosmo è una sfida formidabile anche per gli intelletti più eccelsi, il problema del male, in quanto realtà incongrua, dissonante con il tutto, disarma.

Eppure si seguita a cercare ed a porsi domande, perché è nella natura umana, anche se forse sarebbe meglio evitare di porsi quesiti che non possono avere risposta.

[1] Se la medicina allopatica considera solo i sintomi, perdendo di vista l’uomo, priva com’è di una visione olistica, alcune medicine cosiddette alternative tendono a colpevolizzare il paziente. Lo riconosce lo stesso Deepak Chopra, medico ayurvedico: se – egli nota – riteniamo che molte malattie affondino le radici in conflitti interiori, in squilibri psichici di cui spesso non si è consapevoli, esortare il paziente a prendere coscienza di questi problemi significa creare dei sensi di colpa, senza che si riesca a favorire la guarigione, anzi causando talvolta un peggioramento.

[2] E’ naturale che pure “la materia produce il pensiero” è asserzione altrettanto ardita ed indimostrabile.


Saturday, June 25, 2011

Bufala

http://complottisti.blogspot.com/2011/06/bufala.html

Bufala

Nell'attuale società, il disfacimento del linguaggio è al tempo stesso causa e conseguenza del declino generale, comunque ne è uno specchio fedele. Tra i tanti esempi che denunciano una crisi irreversibile del pensiero è l'uso improprio di vocaboli il cui valore è completamente stravolto in una commistione di saccenteria ed ignoranza.

Pensiamo al termine "teoria": la "teoria" è un modello interpretativo della realtà. Purtroppo è invalso di adoperare tale parola come sinonimo di "opinione", "idea", ma siamo in presenza di un uso dozzinale, per lo meno inidoneo, poiché una teoria, essendo una formulazione e sistemazione di principi generali di una scienza o di una sua parte, o di una dottrina filosofica, implica un'esegesi della realtà, una peculiare visione del mondo. Infatti il lessema in questione discende dal verbo greco "theoreo" che vale "guardare", "osservare". [n.d.eSSSe - da wiki: Il termine teoria (dal greco θεωρέω theoréo "guardo, osservo", composto da θεά theà, "dea" e ὁράω horào, "vedo") indica, nel linguaggio comune, un'idea nata in base ad una qualche ipotesi, congettura, speculazione o supposizione, anche astratte rispetto alla realtà.]

Tralasciamo i problemi spinosi dell'antitesi e talora intersezione tra modelli e "fatti, tra teoria e prassi, dobbiamo ribadire che la prima è una concezione, un tentativo di organizzare dati e fenomeni per includerli in un corpus. E' evidente che tale organizzazione è selettiva, ossia alcuni aspetti della realtà vengono scartati, affinché non minino la coerenza del quadro di riferimento. Inoltre, come ci insegnano Feyerabend e Kuhn, le teorie sono paradigmi, non scevri di declinazioni (e derive) ideologiche, paradigmi che possono essere superati o addirittura negati, attraverso salti che generano discontinuità.

E' chiaro che le teorie sono astrazioni con cui si tenta di razionalizzare la realtà, di estrapolare un disegno da una congerie di elementi disparati ed eterogenei. Non ci si avvalga dunque del termine teoria per indicare un'ipotesi che è, invece, una proposizione, un dato iniziale ammesso provvisoriamente per servire di base ad un ragionamento, ad una dimostrazione, ad una spiegazione e che sarà giustificato dalle conseguenze, dall'esperienza.

Si eviti di riferirsi ad un complesso di fenomeni osservati come ad una teoria: è così del tutto errata la dicitura "teoria delle scie chimiche", poiché le attività chimico-biologiche confluiscono in un contesto empirico, coincidono con un riscontro, avulsi da una visione del mondo, sebbene possano fornire indizi per l’interpretazione di particolari eventi.

Quanto più una teoria è generale e tenta di dar conto di un amplissimo settore dell'universo, tanto più essa è astratta e filosofica, laddove l'empiria è situata agli antipodi delle strutture concettuali. Dunque al vertice dei sistemi teorici troviamo gli impianti deduttivi della matematica, contrapposta alle discipline ancorate alla percezione, all'analisi ed alla classificazione dei fenomeni. In modo opportuno il matematico e pensatore britannico, Alfred North Whitehead (1861-1947), nota che la filosofia prende le mosse dalla complessa e multiforme esperienza della vita per tentarne una generalizzazione teorica, consapevole che ogni teoria è un “azzardo” ed una semplificazione ideale ed inadeguata, bisognosa di continui aggiustamenti.

Si apprezzi l’atteggiamento anti-dogmatico e dinamico della concezione dovuta a Whitehead.

Chi confonde teoria, ipotesi, dottrina, osservazioni, esperienze, pareri... in un unico calderone, non ha compreso alcunché di temi epistemologici e linguistici ed è d'uopo che si dedichi, se ne è capace, ad allevare bufale. Almeno acquisirà dimestichezza con bufale reali e ci risparmierà le sue sgrammaticate elucubrazioni.


Wednesday, June 1, 2011

Teoria

http://zret.blogspot.com/2011/06/teoria.html

Teoria

Nell'attuale società, il disfacimento del linguaggio è al tempo stesso causa e conseguenza del declino generale, comunque ne è uno specchio fedele. Tra i tanti esempi che denunciano una crisi irreversibile del pensiero è l'uso improprio di vocaboli il cui valore è completamente stravolto in una commistione di saccenteria ed ignoranza.

Pensiamo al termine "teoria": la "teoria" è un modello interpretativo della realtà. Purtroppo è invalso di adoperare tale parola come sinonimo di "opinione", "idea", ma siamo in presenza di un uso dozzinale, per lo meno inidoneo, poiché una teoria, essendo una formulazione e sistemazione di principi generali di una scienza o di una sua parte, o di una dottrina filosofica, implica un'esegesi della realtà, una peculiare visione del mondo. Infatti il lessema in questione discende dal verbo greco "theoreo" che vale "guardare", "osservare".

Tralasciamo i problemi spinosi dell'antitesi e talora intersezione tra modelli e "fatti, tra teoria e prassi, dobbiamo ribadire che la prima è una concezione, un tentativo di organizzare dati e fenomeni per includerli in un corpus. E' evidente che tale organizzazione è selettiva, ossia alcuni aspetti della realtà vengono scartati, affinché non minino la coerenza del quadro di riferimento. Inoltre, come ci insegnano Feyerabend e Kuhn, le teorie sono paradigmi, non scevri di declinazioni (e derive) ideologiche, paradigmi che possono essere superati o addirittura negati, attraverso salti che generano discontinuità.

E' chiaro che le teorie sono astrazioni con cui si tenta di razionalizzare la realtà, di estrapolare un disegno da una congerie di elementi disparati ed eterogenei. Non ci si avvalga dunque del termine teoria per indicare un'ipotesi che è, invece, una proposizione, un dato iniziale ammesso provvisoriamente per servire di base ad un ragionamento, ad una dimostrazione, ad una spiegazione e che sarà giustificato dalle conseguenze, dall'esperienza.

Si eviti di riferirsi ad un complesso di fenomeni osservati come ad una teoria: è così del tutto errata la dicitura "teoria delle scie chimiche", poiché le attività chimico-biologiche confluiscono in un contesto empirico, coincidono con un riscontro, avulsi da una visione del mondo, sebbene possano fornire indizi per l’interpretazione di particolari eventi.

Quanto più una teoria è generale e tenta di dar conto di un amplissimo settore dell'universo, tanto più essa è astratta e filosofica, laddove l'empiria è situata agli antipodi delle strutture concettuali. Dunque al vertice dei sistemi teorici troviamo gli impianti deduttivi della matematica, contrapposta alle discipline ancorate alla percezione, all'analisi ed alla classificazione dei fenomeni. In modo opportuno il matematico e pensatore britannico, Alfred North Whitehead (1861-1947), nota che la filosofia prende le mosse dalla complessa e multiforme esperienza della vita per tentarne una generalizzazione teorica, consapevole che ogni teoria è un “azzardo” ed una semplificazione ideale ed inadeguata, bisognosa di continui aggiustamenti.

Si apprezzi l’atteggiamento anti-dogmatico e dinamico della concezione dovuta a Whitehead.

Chi confonde teoria, ipotesi, dottrina, osservazioni, esperienze, pareri... in un unico calderone, non ha compreso alcunché di temi epistemologici e linguistici ed è d'uopo che si dedichi, se ne è capace, ad allevare bufale. Almeno acquisirà dimestichezza con bufale reali e ci risparmierà le sue sgrammaticate elucubrazioni.



Sunday, April 24, 2011

L'arciere bendato

http://zret.blogspot.com/2011/04/larciere-bendato.html

L'arciere bendato

L’uomo è incline a catalogare, ad etichettare: la grammatica, dal settore linguistico, viene facilmente traslata nel mondo della vita. Ecco: viene costruita la grammatica della vita e la vita si sclerotizza nelle forme. L’uomo tende spesso a categorizzare: tale inclinazione, nata come esigenza di ordine, come “sfida al labirinto (I. Calvino), degenera in un’attitudine all’incasellamento più rigido, proprio laddove tale esigenza non si può applicare. La vita e la coscienza rifuggono da ogni schema, da ogni norma normalizzante. La vita viola le norme, le coercizioni. Insofferente di limiti, anela ad espandersi oltre l’oltre. Essa si riconosce nelle regole, principi regali e profondi attinti dal Sé, ma spezza le catene delle costrizioni empiriche e concettuali.

Quando qualcuno ci chiede se crediamo in Dio, in lui agisce in modo più o meno inconscio, il solito istinto classificatorio, di stampo dualistico. Bisognerebbe rispondergli: “Non so se Dio creda in me oppure no”. La risposta che incenerisce la domanda, provocatoria e paradossale, è la vera risposta. Se poi la provocazione è spinta, proiettata anzi fino al koan, l’affermazione apparentemente assurda e straniante, avremo reso la pariglia all’interlocutore che intende chiuderci nella trappola del gruppo. Cristiano, buddhista, induista, musulmano, ebreo, ateo, agnostico…: tutte classificazioni, generalizzazioni più false che detestabili.

Credere in Dio? E se fossimo dei credenti perplessi o degli atei fidenti o dei cercatori? Se la realtà trasgredisce il principio di non contraddizione, perché noi dovremmo essere sempre logici, razionali, quadrati? Se l’esistenza ci pone di fronte ad interrogativi, se essa smentisce sé stessa in ogni istante e rovescia i suoi assiomi, se la vita è permeata di morte, se si nega affermandosi, dovremmo noi ridurre il nostro essere alla bidimensionalità di un’etichetta? La vera identità non si lascia identificare, perché è anima e “per quanto tu possa camminare – scrive Eraclito l’oscuro - e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima.”

Le verità che offriamo sono simili a fiocchi di neve che cadono sul deserto: si sciolgono, ancora prima di sfiorare il suolo. Come possiamo dispensare la verità assoluta su una “realtà” su cui possiamo formarci solo delle speculazioni e teorie che difficilmente non entreranno in contrasto con la logica e con gli elementi percepiti dai sensi? Scrivono Shea e Wilson: “Questa mancanza di contraddizioni è rara: alcuni conflitti tra la teoria e la logica non vengono scoperti per secoli (per esempio, l’allontanamento di Mercurio dal calcolo newtoniano della sua orbita). Anche quando la si ottiene, l’assenza di incongruenze è soltanto la prova che la teoria non è totalmente falsa: mai in nessun caso, dimostra che la teoria è totalmente vera, dato che un numero indefinito di teorie simili può essere elaborato in ogni momento, partendo da dati conosciuti.”

Così le scienze esatte (esatte nella loro perfetta astrazione, avulse come sono dal cuore dell’esperienza umana), si rivelano le più inidonee per comprendere la natura intima delle cose, proprio come i giudizi che vengono trinciati sugli altri, sulla base per lo più di impressioni e pregiudizi. Siamo ossimori viventi, antitesi inconciliabili, antinomie dirompenti: le nostre parole assurgono a disfatta, non appena dimenticano l’assurdo ed il silenzio.

“Non giudicate e non sarete giudicati”: anche perché il giudizio mancherà clamorosamente il bersaglio, come una freccia scoccata a caso da un arciere bendato.

Tuesday, June 15, 2010

La garrula "scienza"

http://zret.blogspot.com/2010/06/la-garrula-scienza.html

La garrula "scienza"

"Esistono due storie: la storia ufficiale, bugiarda, e la storia segreta che è vergognosa". (H. de Balzac)

Non ha alcun significato un termine cominciante per "c": questo vocabolo, cui i ciarlatani ricorrono con intento dispregiativo, non è attestato in nessun buon dizionario della lingua italiana. Talora è adoperato anche dai ricercatori indipendenti (o sedicenti tali) con coperti fini di scherno. In verità, il sostantivo incriminato nasce o da una precisa volontà di ghettizzare gli storici seri o da un radicale fraintendimento: ormai raramente si investigano cospirazioni, ma si mettono a nudo gli eventi, portando alla luce le loro radici.

La volgare propaganda contro la verità vilipende lo stesso Lorenzo Valla. L'umanista, nel De falso credito et ementita Constantini donatione, dimostrò che la cosiddetta donazione di Costantino era un documento spurio vergato dalla cancelleria pontificia nel secolo VIII. Oggi il dottissimo Valla sarebbe bollato come "c...a". Con lui, riceverebbero l'insultante epiteto tutti gli storiografi che hanno svelato verità scomode: l'elenco sarebbe non breve.

Siamo seri: coloro che si fregiano del titolo di "storici" sono o panegiristi o, nella migliore delle ipotesi, cronisti che si limitano ad affastellare gli avvenimenti, senza riuscire né ad interpretarli né a collocarli in una linea diacronica o in un quadro sincronico. E' come se, la mente, ricevuti dei segnali "esterni", non riuscisse ad organizzarli in forme, colori, prospettiva, percependo solo un'accozzaglia incomprensibile.

Del tutto capzioso è il solito mantra degli pseudo-scienziati che invocano i "fatti" e l'"oggettività", allorquando si affrontano argomenti disparati. In primo luogo, non si può asserire con Nietzsche che "i fatti non esistono, poiché esistono solo le interpretazioni": è vero, però, che il "fatto assoluto" è un concetto limite e che la sua osservazione [1] tende a sfumarne i contorni. Inoltre chi insiste in modo ossessivo sui "fatti" e sull'"oggettività" è ancora impantanato in un frusto ed infruttuoso positivismo di stampo ottocentesco: tra l'altro, paradossalmente, proprio i propugnatori della "verità effettuale", gli araldi del metodo "scientifico" sono i primi che, mancando di criteri precisi e per ignoranza, ignorano i "fatti", confondendo teorie con dati, ambiti empirici con sfere concettuali, linguaggio con referente etc. Ne risulta un calderone dove, alla fine, gli unici "argomenti" addotti sono l'insulto e la calunnia... Una garrula scienza.

Ancora una scienza (anche la scienza storica) basata su dicotomie inconciliabili non è scienza: se si può accettare che i dualismi, pragmaticamente utili, si radichino nel "senso comune", è inammissibile che forzate antitesi spezzino la ricerca più avanzata. Queste contrapposizioni possono valere in alcuni contesti, ma, quando ci si addentra in discorsi di più alto livello, si rivelano strumenti inidonei.

Ora, quando l'attaccamento ai "fatti" non denota pochezza intellettuale, è solo un alibi per evitare di sfiorare temi scabrosi e di scoprire certi altarini. Basterebbe grattare via un po' di vernice e se ne scoprirebbero delle... brutte. Non è la serietà il vero movente di chi afferma di volersi attenere ai "dati incontrovertibili" ed alle "fonti accreditate", ma la viltà o il bieco opportunismo. Chi, a parole, rifiuta le "teorie" (sic) in nome dei "fatti" assodati, oltre a misconoscere il significato e la portata di ambedue, rinuncia ad inquadrare gli avvenimenti in un disegno complessivo, simile ad un collezionista di schede telefoniche, motivato solo da un impulso incoercibile a raccogliere oggetti perfettamente inutili.

Non è in atto alcuna congiura: miliardi di persone muoiono di fame, di sete e di malattie, mentre una minoranza dell'umanità vive nella più vergognosa e sfacciata opulenza. La storia umana è una lunghissima scia di sangue. Il pianeta viene deliberatamente avvelenato. Una feccia di satanisti domina i governi che, succubi e scodinzolanti, obbediscono ad ordini criminali. I ricercatori veri prendono atto di ciò, invece di imbellettare la realtà con discorsi speciosi. Inoltre cercano di comprendere le ragioni delle ingiustizie e della violenza. E' forse questo studio della cospirazione o piuttosto denuncia di delitti e ricerca della verità?

Le
scie tossiche sono forse una cospirazione? No, solo lì, nude e crude, per tutti i gusti. Vero è che gli indagatori tentano di comprendere gli scopi ed inseriscono le analisi in una Weltanschauung, ma questo non significa che gli accadimenti debbano essere interpretati secondo orizzonti predefiniti. Ognuno cercherà di collegarli e di proiettarli su uno scenario adatto. La capacità critica risiede qui, nell'abitudine a vagliare, a confrontare, a riflettere, cercando di cogliere la sinopia delle circostanze di distinguere il vero dal falso: si eviterà sia di accogliere le versioni ufficiali sia di abbracciare elucubrazioni troppo eccentriche. Il “credere” o “non credere” saranno banditi, sostituiti dall’indagine e dall’osservazione. Occorre equilibrio ed il fine non è stabilire una verità assoluta, ma avvicinarsi il più possibile al cuore dei problemi e ad una possibile risoluzione.

Certo è, che se si resta appiccicati a pregiudizi scientisti o ai preconcetti del non-senso comune, è meglio non ostentare indipendenza di giudizio. Se, esibendosi in investigazioni "coraggiose", si inciampa nel pressapochismo linguistico e nelle chiacchiere da bar, peculiari di Attivissimo e dei suoi fans, è meglio tacere. Non abbiamo bisogno di
divulg-attori sblendorizzati e, se vogliamo ascoltare dei luoghi comuni, conversiamo con la casalinga di Voghera che magari è pure più sveglia di tanti "intellettuali".


[1] Benché generalmente sia travisato o semplificato, mutatis mutandis, il discorso sulla compenetrazione tra soggetto ed oggetto, tra osservatore ed osservato, trova, nella fisica quantistica, con l'indeterminazione di alcuni parametri, una corrispondenza con princìpi peculiari della Philosophia perennis in cui la separazione netta tra interno ed esterno, microcosmo e macrocosmo, perde valore ed aderenza.

Articolo correlato: C. Penna, Una catastrofe accidentale? No, una cazzata micidiale, 2010




Monday, June 1, 2009

Cumuli distrutti dagli aerei chimici

http://www.tankerenemy.com/2009/05/cumuli-distrutti-dagli-aerei-chimici.html

Dettagli sul blog di Nico-Francesco

Cumuli distrutti dagli aerei chimici

Pubblichiamo la preziosa testimonianza dell'amico System Failure corredata da un eloquente video circa la distruzione dei cumuli per opera di aerei chimici. Occorre ribadire che siamo in presenza di un fenomeno artificiale, di un deliberato scioglimento di nuvole, fenomeno che i disinformatori possono negare soltanto stuprando l'evidenza ed abiurando i princìpi su cui si fondano l'osservazione e l'analisi scientifica.

La loro "scienza" in verità si basa su un'inversione ed un capovolgimento di dati e risultati sicché si trasforma in un'ideologia di controllo, in un'accozzaglia di contraddizioni. E' un'operazione non molto diversa da quella di Umberto Eco e che è stata definita dallo studioso Ezio Albrile "pedagogia rovesciata". Il cinismo degli occultatori, infatti, appartiene ad una "scienza" stravolta che, nel condannare e ridicolizzare il mondo della ricerca indipendente e non asservita ai poteri forti, crea una realtà finta ed edulcorata.


Scia sotto il cumulo, scia sopra... Evidentemente i disinformatori non ci avevano mai pensato. Se si dimostra che gli aerei chimici volano alla quota dei cumuli, sarà molto difficile, continuare ad affermare che le finte scie di condensa rilasciate dagli aerei non identificati che ci sorvolano, anche decine e decine di volte in una giornata, sono rilasciate ad altitudini uguali o superiori agli 8000 metri.

La stessa scienza marcia per ora (non si sa mai, in futuro potrebbe ritrattare, rivedere le proprie posizioni) afferma che "un cumulo da bel tempo si forma a quote tra i 1700 e i 2300 metri circa e non a 10.000, come sosterrebbe qualche presuntuoso arrogante, allo scopo di avvalorare le proprie risposte sommarie e prive di ogni fondamento fornite in replica ale acquisizioni dei ricercatori indipendenti.

I disinformatori prezzolati continuano ad invocare metodi scientifici, prove scientifiche, ma poi sono essi stessi i primi a non accettarli ed a smentirli!

Se, con uno scatto o un filmato, dimostro che una scia tossica è ad altezza cumulo o che un cumulo sparisce, poi non ci si può attaccare al fatto che io non sono un meteorologo e che bisogna lasciare la parola agli esperti, perché questo comportamento è scorretto ed in perfetta malafede. Andando avanti di questo passo, qualcuno rischia seriamente di perdere quel briciolo di credibilità che ancora gli rimane, dopo anni e anni trascorsi a scovare "bufale".

Ma evidentemente la credibilità acquisita non è il fine, ma solo il mezzo per certe persone al fine di nascondere la realtà. [...]

Quello che voglio proporvi è un video-SHOCK che dimostra come anche un comune mortale, se si muove con tempestività e decisione, può mostrare come effettivamente stanno le cose, suscitare salutari dubbi e porre domande, senza per forza essere un luminare della scienza (marcia ed invertita).

Non ci vuole molto per capire che, quando un cumulo da bel tempo sparisce in meno di 180 secondi, c'è qualcosa che non va. Vediamo quante e quali menzogne inventeranno per negare, ancora una volta, l'evidenza dei fatti. E' un'evidenza assai inquietante di un fenomeno sicuramente indotto come la distruzione dei cumuli.

Leggi qui il testo tratto dal blog Il cospirazionista visionario






posted by Zret