http://zret.blogspot.com/2009/07/anima-mundi.html
Anima mundi
Se rileggiamo le opere dei classici, ci accorgiamo di come essi riuscissero a descrivere la natura, a differenza degli autori contemporanei la cui vista annebbiata consente loro soltanto di pasticciare qualche abbozzo. Su questa discrepanza mi sono soffermato in Descrizione cui rimando. Qui vorrei accennare ad un altro aspetto: non si tratta solo di declino della cultura, ma di un cambiamento della percezione, dovuto ad un ottundimento della capacità di creare e ricreare in sé la realtà.
Possiamo solo costruirci un'immagine assai vaga di come fossero gli scenari nel I sec. a.C., quando Virgilio, con la sua sensibilità, dipingeva boschi, campagne, fiumi, litorali... Quale luce e quali colori dovevano splendere dinanzi agli occhi! Che cosa poteva significare la contemplazione di una fonte cristallina immersa tra le ombre verdeggianti di lecci! Veramente era possibile avvertire il sacro nella voce del vento, nel respiro di una nuvola, nella sinfonia dei suoni. Le ninfe e tutti le altre creature che abitavano negli alberi, nelle sorgenti, nascoste in umidi anfratti o insinuate tra le onde, non erano invenzioni di poeti e di mitografi, ma i palpiti di una natura viva, fremente.
L'Anima mundi si spargeva in lacrime di luce ed in raggi di pioggia, echeggiava nei versi di cantori, nelle note dei citaredi. Il sole, la luna, le costellazioni disegnavano le linee del destino e fili invisibili legavano gli uomini al cosmo. Soprattutto l'Anima mundi pervadeva le anime, simile ad un chiarore che, a poco a poco si spande in una camera, scivolando lungo gli strombi di una finestra. Era un'osmosi tra "esterno" ed "interno": il sangue scorreva nelle vene del mondo per irrorare, dopo essere stato depurato, le arterie del cuore.
Oggi l'esistenza è strozzata: in molti un'anima residuale è stata risucchiata. La vita è stata trasmutata al contrario, da afflato in energia elettrica.
Assistiamo ad una metodica distruzione della Terra. Senza più linfa, il pianeta è una mummia, un cadavere rinsecchito.
Possiamo solo costruirci un'immagine assai vaga di come fossero gli scenari nel I sec. a.C., quando Virgilio, con la sua sensibilità, dipingeva boschi, campagne, fiumi, litorali... Quale luce e quali colori dovevano splendere dinanzi agli occhi! Che cosa poteva significare la contemplazione di una fonte cristallina immersa tra le ombre verdeggianti di lecci! Veramente era possibile avvertire il sacro nella voce del vento, nel respiro di una nuvola, nella sinfonia dei suoni. Le ninfe e tutti le altre creature che abitavano negli alberi, nelle sorgenti, nascoste in umidi anfratti o insinuate tra le onde, non erano invenzioni di poeti e di mitografi, ma i palpiti di una natura viva, fremente.
L'Anima mundi si spargeva in lacrime di luce ed in raggi di pioggia, echeggiava nei versi di cantori, nelle note dei citaredi. Il sole, la luna, le costellazioni disegnavano le linee del destino e fili invisibili legavano gli uomini al cosmo. Soprattutto l'Anima mundi pervadeva le anime, simile ad un chiarore che, a poco a poco si spande in una camera, scivolando lungo gli strombi di una finestra. Era un'osmosi tra "esterno" ed "interno": il sangue scorreva nelle vene del mondo per irrorare, dopo essere stato depurato, le arterie del cuore.
Oggi l'esistenza è strozzata: in molti un'anima residuale è stata risucchiata. La vita è stata trasmutata al contrario, da afflato in energia elettrica.
Assistiamo ad una metodica distruzione della Terra. Senza più linfa, il pianeta è una mummia, un cadavere rinsecchito.
"declino della cultura"?
ReplyDeleteBeh, leggendo gli scritti di zret non ci possono essere dubbi!
Primo anche qui!