http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/07/video-divertente-e-riflessioni-ranocchi.html
VIDEO DIVERTENTE E RIFLESSIONI - RANOCCHI E PRINCIPESSE
I cartoni animati sono i moderni racconti per bambini, e talvolta riprendono le medesime strutture narrative di fondo delle vecchie fiabe.
Ad esempio, la storia di Demetan, (forse qualcuno di voi la ricorda) è una delle tante in cui c’è la lotta al malvagio, c’è l’eroe dapprima bistrattato e il trionfo del bene.
C’è il maschile che vuole congiungersi al femminile amato, ma prima di farlo deve manifestare il maschile nella lotta al “cattivo”.
C’è la lotta al malvagio che minaccia perché vuole usurpare il potere e vuole dominare anche su quelli che lo rifiutano.
Alla base c’è il dualismo bene/male da cui origina la situazione amico/nemico.
Questa è la sigla completa italiana del cartone animato giapponese del 1973, giunto in Italia nel 1980.
Demetan è un ranocchio di umili origini che stringe amicizia con Ranatan, una ranocchia di condizione agiata; l'amicizia è osteggiata dal padre di lei e dai pregiudizi di alcuni abitanti dello stagno. Alla fine Demetan dimostrerà molto coraggio nell’aiutare a difendere lo stagno dai nemici e dunque sarà benvoluto da tutti.
Molte altre storie hanno al centro la lotta buoni/malvagi e la conquista del femminile buono (la principessa). In alcune storie c’è l’ingiustizia e la sofferenza provocati dai nemici, e il finale trionfo dei buoni.
I racconti per bambini vengono resi divertenti, ma hanno alla loro base il fulcro di ciò che permetterà la manipolazione mentale. Ad esempio, basterà far credere che un paese sia “malvagio” per giustificare una guerra, com’è avvenuto per l’Iraq e come hanno tentato di fare con l’Iran.
Oggi altre produzioni televisive statunitensi o giapponesi hanno una struttura che conferisce più spazio alle lotte e alle minacce che al racconto.
Il bambino si identifica nell'eroe che uccide i mostri oppure nel personaggio principale su cui ruota tutta la vicenda.
Nei cartoni e videogiochi giapponesi i personaggi sono rappresentati con caratteristiche somatiche infantili, con la testa e gli occhi grandi e il naso e la bocca piccoli. Hanno le forme tondeggiati dei bambini ma colpiscono con estrema violenza e distruttività. Ci sono differenze nette nella rappresentazione dei buoni e dei cattivi: i buoni hanno visi e proporzioni infantili, mentre i cattivi sono mostruosi o con sembianze da adulti. Ma sia i buoni che i cattivi combattono e uccidono.
In queste produzioni, di solito americane o giapponesi, non c'è molto dialogo fra i personaggi, e spesso fra le parti in lotta ci sono soltanto combattimenti furiosi, minacce e distruttività. Il bambino sarà indotto a credere che il dialogo fra persone sia inutile, mentre la violenza è necessaria.
Persino quando si racconta la storia di una squadra di giocatori sportivi, le partite vengono descritte in chiave competitiva e sembra che le squadre debbano avere come una predisposizione “bellica” e una dedizione sacrificale per poter vincere.
I protagonisti dei cartoni giapponesi sembrano bambini ma si comportano da adulti, mettendo al centro della loro esistenza la competizione violenta. Sono aggressivi, picchiano duro e sono attanagliati dall'ansia di vincere.
Nei cartoni più vecchi, come questo, c’era più spazio per il racconto vero e proprio, e c’erano anche momenti lieti in cui venivano mostrati i “buoni sentimenti”, come accadeva nei vecchi racconti.
Dedico questo divertente video alla mia nipotina, con gli auguri per il suo compleanno.
Ciao!
Ma basta!!! Ma che cazzo vi hanno fatto di male i giapponesi e i loro cartoni animati!!!
ReplyDeleteMa che infanzia triste ha mai avuto questa gente qua?
ReplyDeleteSolo 500 parole...
ReplyDeleteFinalmente si è comprata il vibratore!!!
Solo che ora deve anche comprare le batterie a lunga durata
Quante generalizzazioni e luoghi comuni...
ReplyDeleteGiovanni
sai che palle per una nipotina avere una zia così rintronata !
ReplyDeleteMi è capitato solo una volta di sentire una serie simile di "luoghi comuni" sui cartoni giapponesi: per sbaglio ho aperto la porta a dei Testimoni di Geova e questi hanno cominciato con una tiritera simile.
ReplyDeleteSuggerirei alla signora filosofa di:
- vedere la versione completa di tutti cartoni animati giapponesi in quanto quelle che propinano qui ai bimbi sono "tagliate"
- di notare che i tagli sono dovuti ad "ignoranza"; in occidente si pensa che i cartoni animati abbiamo come "target" i bambini, in Giappone no! Nel Paese del Sol Levante ci sono cartoni animati per diversi destinatari di diverse fasce d'età!
- di capire che i cartoni giapponesi sono spesso pieni di riferimenti CHIARI alla loro cultura; questi riferimenti possono essere simili ai nostri ma sono usati con significati DIFFERENTI (si veda la croce uncinata, ad esempio!)
Avere una laurea in materie umanistiche non implica necessariamente di avere le conoscenze sufficienti ad affrontare qualunque argomento.
Magari la prossima volta provi prima a pensare a questo: si è mai chiesta come mai i nomi dei personaggi di molti cartoni animati giapponesi non hanno nulla a che fare con dei nomi giapponesi???
J.
consiglio alla randazzo (un cognome un programma ... sempre se nè ha visto uno in vita sua) questo video musicale ... www.youtube.com/watch?v=-9Iv1dvE9cU
ReplyDelete