http://zret.blogspot.com/2010/01/lanima-delle-pietre.html
L'anima delle pietre
L'arché è l'Inesistente. (Basilide)
"Le cose sono piene di dei", insegnava Talete di Mileto. Molti filosofi pensano che nel mondo alberghi un'anima. Gli scienziati materialisti non solo negano che oltre la realtà fisica esista alcunché, ma affermano pure che la coscienza stessa emerge dalla materia. Non è questione di poco conto stabilire se la coscienza abbia, invece, la priorità e qui per coscienza non intendiamo un fenomeno cerebrale, ma un principio ontologicamente diverso dalla materia, un arché da cui scaturisce il cosmo.
Lo studio della materia nei suoi costituenti "fondamentali" ci ha condotto in una regione liminare, dove le particelle subatomiche fluiscono in correnti di energia per scorporarsi in processi. Ai confini di questa regione l'universo si affaccia sul nulla. Ai bordi di questo spazio la mente traccia mappe di un territorio che è vuoto. Geoffrey Chew ha elaborato una teoria paradossale ed astrusa, la teoria del bootstrap: secondo Chew, non esistono unità basilari della natura né costanti fisiche né equazioni. Tralasciando questa interpretazione ardita(?) che ci conduce sull'orlo dell'abisso mentale, resta il dubbio che un quid incorporeo fluttui in tutto il creato, a guisa di sangue che irrora un intero organismo.
Anche le pietre hanno un'anima? Le pietre sono esseri viventi la cui coscienza è sopita? E' noto che i cristalli possiedono singolari qualità, come se fossero in un certo qual modo dotati di una forma, per quanto aurorale, di vita. Bisogna chiedersi quale sia il confine tra inorganico ed organico e che cosa determini il salto verso la vita. E' certamente casuale la somiglianza fonica tra il termine greco che denota l'esistenza (bìos) ed il vocabolo indicante la forza e la violenza (bìa): è come se uno strappo, un'azione repentina e lacerante provocasse la creazione della vita (o la creazione tout court?). D'altronde i parti sono dolorosi.
La rivoluzione copernicana del futuro consisterà nel collocare al centro dell'universo la Coscienza? In questi ultimi decenni alcuni orientamenti scientifici hanno sfiorato una realtà "magica", in cui invisibili corrispondenze legano le parti, dove anche le cose all'apparenza più banali ed insignificanti splendono di una luce spirituale. Sarà questa rivoluzione solo il ritorno ad antiche concezioni e potrà effondere un soffio mistico in un corpo che pare inerte. Siamo forse vicini non ad una maggiore comprensione del reale, giacché, quanto più ci si interna in dimensioni enigmatiche ed impensabili, tanto più il discorso logico si indebolisce, piuttosto siamo prossimi ad un sentimento dello spazio e del tempo svincolato da coordinate e da schemi.
Quantunque sia precluso normalmente agli uomini elevarsi oltre la dimensione sublunare, attingendo alle sfere celesti, resta la pur fuggevole intuizione di un regno dove tutto è possibile ed in cui le catene terrene sono spezzate. Lì l'esistenza è riassorbita nel Principio da cui, per un errore o a causa della solitudine o chi sa per quale altro motivo, è stata esiliata. Come, via via che ci si inoltra nei misteriosi meandri delle particelle subatomiche, il reale si rarefa sino ad essere quasi risucchiato nel nulla, così a mano a mano che risaliremo la vetta, l'aria si illimpiderà sino a diventare un terso cristallo. Le sembianze trascoloreranno in sottili veli di nebbia, in diafane trasparenze, infine...
"Le cose sono piene di dei", insegnava Talete di Mileto. Molti filosofi pensano che nel mondo alberghi un'anima. Gli scienziati materialisti non solo negano che oltre la realtà fisica esista alcunché, ma affermano pure che la coscienza stessa emerge dalla materia. Non è questione di poco conto stabilire se la coscienza abbia, invece, la priorità e qui per coscienza non intendiamo un fenomeno cerebrale, ma un principio ontologicamente diverso dalla materia, un arché da cui scaturisce il cosmo.
Lo studio della materia nei suoi costituenti "fondamentali" ci ha condotto in una regione liminare, dove le particelle subatomiche fluiscono in correnti di energia per scorporarsi in processi. Ai confini di questa regione l'universo si affaccia sul nulla. Ai bordi di questo spazio la mente traccia mappe di un territorio che è vuoto. Geoffrey Chew ha elaborato una teoria paradossale ed astrusa, la teoria del bootstrap: secondo Chew, non esistono unità basilari della natura né costanti fisiche né equazioni. Tralasciando questa interpretazione ardita(?) che ci conduce sull'orlo dell'abisso mentale, resta il dubbio che un quid incorporeo fluttui in tutto il creato, a guisa di sangue che irrora un intero organismo.
Anche le pietre hanno un'anima? Le pietre sono esseri viventi la cui coscienza è sopita? E' noto che i cristalli possiedono singolari qualità, come se fossero in un certo qual modo dotati di una forma, per quanto aurorale, di vita. Bisogna chiedersi quale sia il confine tra inorganico ed organico e che cosa determini il salto verso la vita. E' certamente casuale la somiglianza fonica tra il termine greco che denota l'esistenza (bìos) ed il vocabolo indicante la forza e la violenza (bìa): è come se uno strappo, un'azione repentina e lacerante provocasse la creazione della vita (o la creazione tout court?). D'altronde i parti sono dolorosi.
La rivoluzione copernicana del futuro consisterà nel collocare al centro dell'universo la Coscienza? In questi ultimi decenni alcuni orientamenti scientifici hanno sfiorato una realtà "magica", in cui invisibili corrispondenze legano le parti, dove anche le cose all'apparenza più banali ed insignificanti splendono di una luce spirituale. Sarà questa rivoluzione solo il ritorno ad antiche concezioni e potrà effondere un soffio mistico in un corpo che pare inerte. Siamo forse vicini non ad una maggiore comprensione del reale, giacché, quanto più ci si interna in dimensioni enigmatiche ed impensabili, tanto più il discorso logico si indebolisce, piuttosto siamo prossimi ad un sentimento dello spazio e del tempo svincolato da coordinate e da schemi.
Quantunque sia precluso normalmente agli uomini elevarsi oltre la dimensione sublunare, attingendo alle sfere celesti, resta la pur fuggevole intuizione di un regno dove tutto è possibile ed in cui le catene terrene sono spezzate. Lì l'esistenza è riassorbita nel Principio da cui, per un errore o a causa della solitudine o chi sa per quale altro motivo, è stata esiliata. Come, via via che ci si inoltra nei misteriosi meandri delle particelle subatomiche, il reale si rarefa sino ad essere quasi risucchiato nel nulla, così a mano a mano che risaliremo la vetta, l'aria si illimpiderà sino a diventare un terso cristallo. Le sembianze trascoloreranno in sottili veli di nebbia, in diafane trasparenze, infine...
Anche le pietre hanno un'anima? Le pietre sono esseri viventi la cui coscienza è sopita?
ReplyDeleteBeh, una volta tanto 'o professore di 'sto randazzo parla di cose delle quali s'intende perfettamente, data l'attività quotidiana della sua testa alla solita cava di granito.
ilpeyote buffone
@TDM, spaccare pietre col cranio e' l'unica attivita' "cerebrale" che zrettino puo' capire ed e' in condizioni di fare.
ReplyDeleteChe' quando prova a pensare, son dolori!
le particelle subatomiche fluiscono in correnti di energia per scorporarsi in processi
ReplyDeleteMa che c..o dici zret ?
Lascia la fisica delle particelle a chi la capisce
@ frankbat
ReplyDeletePerché, 'o professore di 'sto randazzo ha mai PENSATO?
ilpeyote che cialtrone la "mente" del minchia team sanremese
Zret tra tanti filosofi mi sa che ti dimentichi sempre di Kant... E si che tanto bene ti farebbe.
ReplyDeleteIl peyote giudizio sintetico a priori
per non parlare di popper...
ReplyDeleteE un saluto finale da NY, prima di partire.
ReplyDeleteSono alla sede centrale del NWO e sto lasciando un log lungo come un anaconda sul blog del comandante.
Chissa' se riuscira' a tracciarmi... :P
Saluti
Michele
il duo deve essere in ferie oggi. Su TE tutto tace....
ReplyDelete@alkcxy:
ReplyDeleteLi sei già troppo avanti... Zrettino ha dei limiti... :P
all'anima delle pietre!!!
ReplyDeletema i post di zret, più che altro, sono mattoni...