http://zret.blogspot.com/2010/01/viaggio-ad-atlantide.html
Viaggio ad Atlantide
Dionisio di Mileto è storico greco vissuto tra il VI ed il V sec. a.C. La tradizione antica gli attribuisce opere mitologiche di dubbia autenticità, una "Periegesi" e due scritti sulla Persia. E' considerato anche autore di "Viaggio ad Atlantide", un libro sul continente scomparso. Dionisio è il primo scrittore noto di opere di carattere storico-etnografico sui Persiani. "Viaggio ad Atlantide" è un testo che dovette costituire una delle fonti cui attinse Platone. Il filosofo greco nei dialoghi "Timeo" e "Crizia" rievocò le vicende dell'isola inabissatasi nell'Atlantico e di cui descrisse morfologia, ambiente e cultura. Una copia del manoscritto di "Viaggio ad Atlantide" fu reperita tra i documenti personali dello scrittore e storico Pierre Benoit, ma purtroppo fu smarrita nei passaggi tra i restauratori e le persone che la presero in prestito dopo la morte di Benoit.
La sorte del libro è una iattura, poiché priva gli studiosi di un importante documento su Atlantide. Non risulta che tale opera sia stata trascritta e così ne ignoriamo il contenuto. Tuttavia è possibile che si riusciranno a colmare, almeno in parte, le lacune dovute alla sparizione di moltissimi volumi antichi, per mezzo dell'archeologia. Si riuscirà, però, a sopperire alla perdita dei papiri custoditi nella biblioteca di Alessandria, a causa dei vari incendi che incenerirono tante preziose testimonianze culturali? Viene anche il sospetto che lo smarrimento di "Viaggio ad Atlantide", come la distruzione di altre opere del passato, non sia da attribuirsi del tutto al caso. E' una forma di censura, un modo per (ri)scrivere la storia, secondo precisi intenti ideologici ("chi controlla il passato controlla il futuro): è una prassi che dagli Egizi in poi ha contraddistinto il potere, uso a contraffare, interpolare, modificare le testimonianze per trasmettere una visione degli avvenimenti funzionale agli interessi delle élites. E' una prassi che possiamo ben definire instrumentum regni, oggi più che mai diffusa.
Tuttavia, se circoscriviamo il discorso alle civiltà antidiluviane, come accennavo, sarà l'archeologia a lasciar affiorare frammenti di verità occultate per millenni. Sta avvenendo, ad esempio, al largo di Yonaguni, l'isola giapponese che si trova a 125 km dalla costa est del Taiwan, nell'arcipelago delle Ryūkyū. L'isola è diventata famosa all'inizio del XX secolo, dopo che fu scoperta una grande costruzione di pietra conosciuta come Monumento di Yonaguni. Sebbene archeologi e geologi accademici affermino che si tratta di formazioni naturali, recenti indagini subacquee hanno permesso di individuare altre strutture di evidente origine artificiale. Sulla datazione di questo sito sottomarino gli studiosi non sono concordi, poiché la cronologia oscilla dall'undicesimo millennio a.C. al terzo.
Naturalmente questa scoperta, come molte altre, sarà oscurata e finirà nell'oblio, soprattutto perché ammettere che esistettero civiltà in grado di erigere edifici ciclopici e città durante il Paleolitico, quando ufficialmente la terra era abitata solo da orde di cacciatori-raccoglitori, significherebbe dover rivedere le versioni canoniche. Questo è troppo per l'establishment e comunque poco per i cercatori della verità che sono abituati ad esplorare anche regioni oltre la storia.
La sorte del libro è una iattura, poiché priva gli studiosi di un importante documento su Atlantide. Non risulta che tale opera sia stata trascritta e così ne ignoriamo il contenuto. Tuttavia è possibile che si riusciranno a colmare, almeno in parte, le lacune dovute alla sparizione di moltissimi volumi antichi, per mezzo dell'archeologia. Si riuscirà, però, a sopperire alla perdita dei papiri custoditi nella biblioteca di Alessandria, a causa dei vari incendi che incenerirono tante preziose testimonianze culturali? Viene anche il sospetto che lo smarrimento di "Viaggio ad Atlantide", come la distruzione di altre opere del passato, non sia da attribuirsi del tutto al caso. E' una forma di censura, un modo per (ri)scrivere la storia, secondo precisi intenti ideologici ("chi controlla il passato controlla il futuro): è una prassi che dagli Egizi in poi ha contraddistinto il potere, uso a contraffare, interpolare, modificare le testimonianze per trasmettere una visione degli avvenimenti funzionale agli interessi delle élites. E' una prassi che possiamo ben definire instrumentum regni, oggi più che mai diffusa.
Tuttavia, se circoscriviamo il discorso alle civiltà antidiluviane, come accennavo, sarà l'archeologia a lasciar affiorare frammenti di verità occultate per millenni. Sta avvenendo, ad esempio, al largo di Yonaguni, l'isola giapponese che si trova a 125 km dalla costa est del Taiwan, nell'arcipelago delle Ryūkyū. L'isola è diventata famosa all'inizio del XX secolo, dopo che fu scoperta una grande costruzione di pietra conosciuta come Monumento di Yonaguni. Sebbene archeologi e geologi accademici affermino che si tratta di formazioni naturali, recenti indagini subacquee hanno permesso di individuare altre strutture di evidente origine artificiale. Sulla datazione di questo sito sottomarino gli studiosi non sono concordi, poiché la cronologia oscilla dall'undicesimo millennio a.C. al terzo.
Naturalmente questa scoperta, come molte altre, sarà oscurata e finirà nell'oblio, soprattutto perché ammettere che esistettero civiltà in grado di erigere edifici ciclopici e città durante il Paleolitico, quando ufficialmente la terra era abitata solo da orde di cacciatori-raccoglitori, significherebbe dover rivedere le versioni canoniche. Questo è troppo per l'establishment e comunque poco per i cercatori della verità che sono abituati ad esplorare anche regioni oltre la storia.
La sorte del libro è una iattura, poiché priva gli studiosi di un importante documento su Atlantide. Non risulta che tale opera sia stata trascritta e così ne ignoriamo il contenuto.
ReplyDeleteCome al solito, professore di 'sto randazzo (non cito le vaccate successive per carità di patria) parli/scrivi DEL NULLA.
ilpeyote pago le tasse sino all'ultimo centesimo (anche) per questi idioti
Questo è troppo per l'establishment e comunque poco per i cercatori della verità che sono abituati ad esplorare anche regioni oltre la storia.
ReplyDeleteCerca, cerca la verità... Cosa vuoi che interessi agli archeologi seri, quelli che sono andati a Yonaguni a vedere con i loro occhi cosa sono quelle robe di te che non ti schiodi da quel PC manco per andare al cesso a defecare...
zretino davanti al suo nuovo pc pontifica su siti archeologici dall'altra parte del mondo. Ma fammi il piacere, babbeo...
ReplyDeleteAnonymous said...
ReplyDeletezretino davanti al suo nuovo pc pontifica su siti archeologici dall'altra parte del mondo..
Si tra una pippa e l'altra, e si vede!