L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, August 26, 2012

San Diego: fuoriuscita di gas dall’oceano? No, massiccia attività chimica


http://www.tankerenemy.com/2012/08/san-diego-fuoriuscita-di-gas-dalloceano.html

San Diego: fuoriuscita di gas dall’oceano? No, massiccia attività chimica

24 luglio 2012, San Diego (California). Parecchi cittadini avvertono un forte miasma che proviene dall'oceano. Il sito “socalskywatch” informa che sono stati visti numerosi aerei rilasciare lunghe scie chimiche ad est di San Diego, a partire dalle 6:00 del mattino. Sul social network "Twitter" pullulano le testimonianze di utenti che lamentano bruciori alle vie respiratorie e dolori di stomaco. Le autorità "competenti" affermano che è stata una fuoriuscita di gas metano dall'oceano profondo(?) all’origine dell'esalazione graveolente.

Sennonché, la spiegazione delle istituzioni interpellate è certamente menzognera. Vediamo per quale motivo. Il gas metano è un idrocarburo alifatico, di formula CH4. E' un gas incolore, inodoro, non tossico, che brucia a contatto con l'aria, sviluppando una fiammella azzurrognola poco luminosa. In natura è presente nei gas naturali, di cui è uno dei principali costituenti. La molecola del metano ha una struttura tetraedica con l'atomo di carbonio al centro ed i quattro atomi di idrogeno ai vertici. Il metano è comunemente usato come combustibile industriale e domestico, dato il suo elevato potere calorifico e l'alquanto economica possibilità di trasporto dai pozzi di estrazione, generalmente localizzati in zone piuttosto circoscritte (in Italia per lo più in alcune zone dell'Emilia, nel Polesine ed in Romagna), ai centri di consumo, mediante una rete di tubazioni (metanodotti) nelle quali il gas scorre sotto pressioni di varie decine di atmosfere.

Ora, come si è visto, il metano non solo non sprigiona odore, ma non è neppure tossico [ah sì? Va' a respirar metano, straccione]: dunque come si spiegano sia il tanfo sia i disturbi accusati da molti residenti di San Diego? Qui ricordiamo che il gas di città contiene un additivo dal sentore inconfondibile: tale additivo ha proprio lo scopo di allertare circa eventuali fughe che possono causare incendi.

Insomma, ogni versione ufficiale è buona per tentare di sviare i sospetti dalle scellerate operazioni di Geoingegneria clandestina. Sarà meglio che la prossima volta le autorità “competenti” si inventino una scusa un po’ più credibile.

Fonte: Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. metano

Informazioni desunte dai seguenti blog: ilsole24h latanadizak 



le prime 2 commenti cazzate:

  1. Buongiorno T.E.
    Già che c'erano potevano dire che trattasi di flautolenze bovine,o perchè no di centinaia di cetacei con problemi intestinali.
    Sempre più beceri...
    Koenig m.b.
    Rispondi
  2. ... o le esalazioni mefitiche di Ass.
    Rispondi

Saturday, December 18, 2010

Le chaff dell’U.S.A.F. sono prodotte con proteine geneticamente modificate (Articolo di Carolyn Williams Palit)

http://www.tankerenemy.com/2010/12/le-chaff-dellusaf-sono-prodotte-con.html

Le chaff dell’U.S.A.F. sono prodotte con proteine geneticamente modificate (Articolo di Carolyn Williams Palit)

E’ esemplare la recente ricerca della valentissima giornalista indipendente Carolyn Williams Palit che chiarisce origine e natura delle “ragnatele artificiali”, confermando in buona misura le ipotesi di vari ricercatori, tra cui il biologo Giorgio Pattera. Ne emerge un impietoso e lucido ritratto di una “scienza” alla Dottor Frankenstein, un gioco pericoloso sulla pelle lacerata dei malati. Veramente, come avevamo scritto, ci si trova sul limitare di un mondo dove il confine tra naturale e tecnologico è molto sottile o, meglio, in presenza di un cambiamento antropologico in direzione di una “vita” sintetica.

I filamenti diffusi con gli aerei, soprattutto nella stagione autunnale, sono un nuovo tipo di chaff che si presta, però, a molteplici applicazioni, non essendo confinati questi ritrovati agli usi militari in senso stretto. Nei laboratori statunitensi, interventi su capre geneticamente modificate, hanno consentito di produrre una specie di seta che risulta un cross-over tra organico ed inorganico. Questo spiega perché i filamenti in oggetto, pur possedendo qualcosa di artificiale, sono bio-compatibili. L’agghiacciante scenario descritto dalla Palit, che ha attinto queste informazioni da siti governativi, investe la biotecnologia, l’industria chimica e dei biosensori per evidenziare come il Morgellons sia un’affezione legata a fibre biosintetiche e ad una possibile loro infestazione, a causa di microorganismi che attaccano sia gli Aracnidi sia le capre. All’interno di uno studio già dirompente, risulta esplosiva l’informazione circa i nematodi, i parassiti che, tempo fa, reperimmo nell’acqua piovana. Fibre biosintetiche, loro possibile contaminazione a causa dei nematodi vettori del batterio Wolbachia, Morgellons: il cerchio si chiude ed è un cerchio molto simile ad un cappio.

L’autrice sottolinea la situazione paradossale per cui chi dovrebbe indagare sulle fibre del Morgellons, fingendo di non cavare un … ragno dal buco, appartiene proprio a quelle agenzie che le producono! Quis custodiet custodes? Fino a quando gli inetti disinformatori ed i loro inutili caudatari continueranno a cianciare di ragni che migrano tutto l’anno?

Il National Institutes of Health e la United States Air Force (U.S.A.F.) sono elencati come le agenzie che hanno sovvenzionato le ricerche per l'invenzione di chaff create con le proteine della seta fibroina derivate dal latte di capre transgeniche. L'esercito degli Stati Uniti ha finanziato lo sviluppo delle capre transgeniche, nel cui D.N.A. è stato appunto incorporato un gene di un ragno serigeno. Questo materiale, una fibroina della seta, viene raccolto dal latte delle capre transgeniche. Si è ottenuto così un nuovo tipo di chaff, in luogo delle vecchie chaff a base di alluminio. Per molti anni, l'Air Force ha scaricato alluminio anti-radar nei cieli degli Stati Uniti.

Le informazioni qui di seguito sono state carpite dalla prima pagina del sito (il portale dell’U.S.A.F., n.d.t).

"L'Air Force ed il National Institutes of Health hanno finanziato composti cross-over organici-inorganici: sono materiali polimerici avanzati ed auto-replicanti che possono essere usati per chaff, biosensori, fibre, schiume, gel, pellicole e cristalli.

Si può inserire al loro interno quasi qualunque cosa biologica: germi, anticorpi, ormoni, geni. Possono essere usati per dispositivi microelettronici. I brevetti si riferiscono ad un processo di cristallizzazione che può essere eseguito in vivo, dopo l'impianto.

E stato dimostrato che la seta funzionale ricombinante mostra una capacità di promuovere la nucleazione di idrossiapatite.[1] Le sete funzionali ricombinanti (proteine di fusione della seta) della presente invenzione hanno potenziali applicazioni nei biomateriali, nell'ingegneria dei tessuti, nei materiali avanzati e nei biosensori". [...]

Chi sta indagando sul Morgellons? Il National Institutes of Health e l'Istituto di Patologia dell'esercito stanno investigando questa patologia: proprio loro, che possiedono i brevetti sulle nanotecnologie, non riescono a riconoscere nanotecnologia, quando la vedono? [...]

Che cosa succede, se il ragno o le capre ospitano un germe parassita? Potrebbe il parassita replicarsi ulteriormente, dopo essere stato introdotto in un materiale organico-inorganico, auto-replicante?

Da circa quattordici anni, molti cittadini riferiscono che gli aerei stanno diffondendo qualche tipo di sostanza che viene giù dal cielo e che assomiglia a ragnatele.

Gli attivisti contro le scie chimiche che studiano le fibre precipitare dal cielo, hanno notato che questi filamenti presentano una fluorescenza con colori brillanti, quando una luce UV li illumina. [...]

Le capre sono soggette ad essere attaccate dai nematodi. Il batterio Wolbachia è diffuso nei ragni usati nei laboratori. Wolbachia provoca sterilità nei maschi delle specie di ragno. E’ stato estratto un gene adatto a sintetizzare la proteina della seta negli Aracnidi in un laboratorio che potrebbe essere stato contaminato per inserirlo nel latte delle capre che potrebbero essere state contagiate. Poi hanno raccolto le proteine della seta dal latte di capra per trasformarle in una molteplicità di prodotti. […]

Wolbachia è un genere di batterio che infetta alcune specie di Artropodi, tra cui un'alta percentuale di insetti (circa il 60% delle specie). E 'uno dei microbi più comuni nel mondo.[…]

Oltre agli insetti, Wolbachia infetta una grande varietà di specie di Aracnidi e molte specie di nematodi filaria (un tipo di verme parassita), compresi quelli che causano l'oncocercosi (cecità del fiume Niger) ed elefantiasi in esseri umani, come la filaria dei cani. L’eliminazione di Wolbachia dai nematodi comporta in genere o la morte o la sterilità. Di conseguenza, le attuali strategie per il controllo delle malattie dovute al nematode comprendono l'eliminazione di Wolbachia tramite l’antibiotico doxiciclina piuttosto che con farmaci anti-nematodi piuttosto tossici.

Esistono molti brevetti relativi alla produzione di sete artificiali. I brevetti militari si devono a Kaplan ed a Lombardi. In alcuni casi, queste sete sono impiegate in medicina per il controllo della crescita cellulare, in chimica, per la filtrazione e la separazione, la catalisi, la decontaminazione (direttamente o con sostanze chimiche adeguate o enzimi), per le chaff [2], in additivi inorganici per indurire i materiali che possono essere riempiti con un secondo componente.

[1] L'idrossiapatite è un minerale raro, avente composizione chimica Ca5(PO4)3(OH). L'idrossiapatite è anche prodotta e riassorbita da tessuti organici: infatti è uno dei componenti principali delle ossa, dove si trova sotto forma di sali di Calcio. L'idrossiapatite può essere usata come riempitivo per sostituire ossa amputate, oppure come rivestimento per stimolare la crescita ossea all'interno di impianti protesici. Sebbene questo minerale possa essere presente anche in altre fasi (con una formula chimica simile o addirittura identica), l'interazione che si crea con l’organismo può variare molto. Gli scheletri di corallo possono essere trasformati in idrossiapatite, se sottoposti ad alte temperature. Le alte temperature inoltre neutralizzano eventuali molecole organiche, potenziali portatrici di malattie.

[2] Le chaff sono adoperate come misura antiaerea: sono costituite da cilindri o da sottili lastre rettangolari. Per confondere i sistemi missilistici antiaerei a guida termica, le chaff producono, attraverso la combustione di sostanze chimiche, un fortissimo calore che "depista" i sistemi missilistici dotati di un congegno di guida sensibile al calore, proveniente dai motori degli aerei a reazione e ad elica. Un altro tipo di chaff implica la diffusione nell'atmosfera di particelle metalliche di alluminio o di lunghi filamenti di alluminio o di fibra di vetro, sempre con lo scopo di interferire con gli apparati missilistici antiaerei a guida radar. Dispositivi ancora più sofisticati emettono onde radio di disturbo.

Fonte: exoticwarfare.com




Friday, November 12, 2010

L’aggressione della nanotecnologia al D.N.A. ed all'ambiente

http://www.tankerenemy.com/2010/11/laggressione-della-nanotecnologia-al.html

L’aggressione della nanotecnologia al D.N.A. ed all'ambiente

L'articolo che pubblichiamo riguarda gli abnormi danni provocati dalla nanotecnologia, ma anche implicitamente le scie chimiche: le chemtrails, infatti, contengono micidiali nanoparticelle. Non ci sembra sia necessario aggiungere altro: solo notiamo che l'autore dell'inchiesta ha lo stesso atteggiamento irresoluto e poco cristallino di chi sconsiglia l'uso della geo-ingegneria, mentre tonnellate di veleni vengono riversate ogni giorno nella biosfera. Così vengono paventate le possibili insidie di una tecnologia che, priva di veri benefici, ha già aggredito da tempo il pianeta ed i suoi abitanti.

Noi tutti pensiamo che gli articoli personali di uso quotidiano siano inoffensivi: cosmetici, lozioni abbronzanti, calze ed abbigliamento sportivo, ma questi prodotti potrebbero contenere particelle nanotech (novità sviluppata dalla cosiddetta nanotecnologia). Le minuscole particelle generate dalla nanotecnologia hanno dimostrato la loro capacità di far ammalare ed uccidere i lavoratori di fabbriche che usano questo tipo di tecnologia. I rischi conosciuti per la salute umana includono danni gravi e permanenti al polmone, mentre gli studi sulle cellule rivelano danni genetici al D.N.A. Estremamente tossiche per la fauna acquatica, le nanoparticelle comportano chiari rischi per molte specie e minacciano l’intera catena alimentare.

Le nanoparticelle sono state presentate dall’industria come il meraviglioso ingrediente di nuovi prodotti per l’igiene personale, il confezionamento degli alimenti, le vernici, le procedure mediche, gli articoli farmaceutici, gli pneumatici ed i pezzi di automobile, tra il numero sempre crescente di altri prodotti di consumo. Le compagnie cosmetiche aggiungono nanoparticelle di diossido di titano alle creme solari per renderle trasparenti sulla pelle. I produttori di abbigliamento sportivo hanno inventato vestiti inodori che contengono nanoparticelle d’argento, due volte più tossiche per i batteri rispetto alla candeggina. Le compagnie industriali automobilistiche hanno aggiunto nanofibre di carbonio per rinforzare pneumatici e pannelli di carrozzeria.

Secondo il "Progetto statunitense sulle Nanotecnologie Emergenti" (P.E.N.), gli articoli per la salute ed il fitness continuano a dominare l’offerta della produzione nanotecnologica, raggiungendo il 60% dei prodotti conosciuti. Il nanoargento è il nanomateriale più impiegato, grazie alle sue proprietà antimicrobiche: nella fabbricazione di gran parte di prodotti, infatti, ben 259 di essi lo contengono (il 26% di 1.000 articoli studiati). L’inventario aggiornato del PEN presenta i prodotti di 24 paesi, inclusi Stati Uniti, Cina, Canada e Germania.

Finora i nanomateriali sono stati così poco compresi che gli scienziati non sono in grado di predire come si comporteranno e di testare la loro sicurezza (sic). Più di 1.000 articoli di consumo manifatturati con nanoparticelle, che possono essere fino a 100 volte più piccole di un virus, sono già sul mercato, nonostante la quasi totale assenza di dati certi sui pericoli che comportano per la salute umana e l’ambiente. Mentre queste particelle atomiche possono essere un beneficio in alcune applicazioni mediche (sic), scienziati ed ambientalisti richiedono maggiori studi. Fino ad oggi sono pochi gli effetti nocivi riscontrati di questa nuova tecnologia virtualmente non regolamentare. Ma questa mancanza potrebbe essere dovuta proprio agli scarsi studi che sono stati condotti nella fretta di trovare un sempre maggior numero di applicazioni nanotech redditizie.

La nanotecnologia, la scienza dell’infinitamente piccolo, è un’importante industria emergente, con un mercato annuale proiettato intorno a un trilione di dollari statunitensi entro il 2015. Essa implica la manipolazione o la produzione di nuovi materiali a partire da piccole porzioni di materia leggermente più grandi di atomi e molecole; argento e carbonio costituiscono i materiali base più importanti.

I nanomateriali sono più piccoli del diametro di un capello umano e possono essere osservati solo attraverso potenti microscopi. Un nanometro è la miliardesima parte di un metro, un capello umano misura circa 80.000 nanometri. Un atomo è pressappoco la terza parte di un nanometro e le nanoparticelle sono gruppi di atomi di solito più piccoli di cento nanometri. Le minuscole particelle di materiali presentano spesso proprietà uniche e diverse da quelle degli stessi materiali in scala più grande. Le nanoparticelle devono il loro successo alle straordinarie e, a volte, davvero insolite, proprietà che possiedono. Ad esempio, le racchette da tennis costruite con nanotubi di carbonio sono incredibilmente forti, mentre i pezzi più grandi di grafite si rompono facilmente. L’industria medica sta investendo enormemente sulle nanoparticelle per creare farmaci di precisione in grado di mirare a specifici tessuti, come le cellule cancerose (sic). Mentre alcuni di questi nuovi materiali possono avere applicazioni benefiche nelle procedure mediche, medicazioni di ferite e prodotti farmaceutici (?), cresce la preoccupazione sui possibili effetti tossici. Le nanoparticelle sono state collegate soprattutto alle malattie polmonari ed ai danni genetici.

Nel corso di un nuovo studio britannico, gli investigatori hanno riscontrato un processo mai visto prima, soprannominato “toxic gossip”, in cui le nanoparticelle di metallo danneggiano il D.N.A., perfino attraverso le barriere di tessuto epidermico intatte. I ricercatori hanno definito la scoperta come un’”enorme sorpresa”, poiché le nanoparticelle, sembra, abbiano indirettamente creato dei danni.

Adesso, per la prima volta, uno studio scientifico ha stabilito una relazione chiara e causale tra il contatto umano con le nanoparticelle e gravi problemi di salute. Secondo un articolo pubblicato sull’ European Respiratory Journal da un gruppo di ricercatori cinesi diretti da Yuguo Song, del "Dipartimento di Medicina del Lavoro e Tossicologia Clinica del Chaoyang Hospital" di Beijing (Pechino), sette giovani operaie si sono gravemente ammalate dopo aver lavorato in una fabbrica di vernici che usava la nanotecnologia. Le operaie hanno sofferto danni gravi e permanenti ai polmoni, oltre ad eruzioni cutanee su viso e braccia. Due di loro sono morte, mentre le altre cinque non sono ancora guarite, nonostante siano passati diversi anni.

Circa cinquecento studi hanno dimostrato la tossicità della nanotecnologia per gli animali, le cellule umane e l’ambiente. Sebbene l’articolo di Song provi per la prima volta l’evidenza della tossicità negli esseri umani, secondo la ricercatrice Silvia Ribeiro questo risultato potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di un’industria estremamente rischiosa.

Gli agglomerati di nanoparticelle dello stesso materiale, invece, si comportano diversamente, in modo più potente, più tossico, ed hanno proprietà radicalmente differenti. Ciò che le rende così utili rende anche la loro sicurezza così incerta. È necessaria una ricerca immediata e approfondita sulla tossicità delle nanoparticelle. Gli effetti sulla salute umana e sull’ambiente derivano dalle nanoparticelle che si riversano nei condotti idrici attraverso il trattamento delle acque reflue, colpendo gli organismi che vivono nell’acqua e le persone che bevono e cucinano con quell’acqua.

Le nanoparticelle che destano maggiore preoccupazione sono tre: quelle d’argento, le nanofibre di carbonio e le cosiddette “buckyballs”, ovvero microscopiche strutture di carbonio a forma di pallone da calcio.

Il nanoargento è noto per la sua alta tossicità verso la vita acquatica. Mentre per gli esseri umani l’argento risulta più sicuro di altri metalli tossici come il piombo e il cromo, per gli organismi acquatici purtroppo non è così. L’argento è più tossico per molti organismi di acqua dolce e salata, risalendo dal fitoplancton (alla base della catena alimentare) fino agli invertebrati marini, come ostriche e lumache, e per i pesci, soprattutto nella loro fase di crescita. Molte specie di pesci e crostacei, così come i pesci di cui si nutrono, sono vulnerabili. La prolungata esposizione all’argento colpisce e spezza la salute dell’ecosistema. Il nanoargento è significativamente più tossico dei pezzi d’argento, perché le particelle microscopiche in una vasta area aumentano la loro capacità di interagire con l’ambiente. È stata comprovata la capacità del nanoargento di rompersi, scomporsi e infiltrarsi nell’acqua quando, per esempio, gli indumenti sportivi contenenti nanoparticelle d’argento per il controllo degli odori, vengono centrifugati nelle lavatrici. Secondo uno studio sulle nanoparticelle d’argento adoperate come antimicrobici nei tessuti, su sette campioni testati, quattro di questi hanno perso dal 20 al 35% dell’ argento al loro primo lavaggio ed una marca ha perso la metà del suo contenuto d’argento già dopo i primi due lavaggi, andando a finire direttamente nell’ambiente. Molti corsi d’acqua si stanno riprendendo dagli alti livelli d’argento introdotti dall’industria fotografica durante il ventesimo secolo. I nuovi prodotti contenenti nanoparticelle d’argento possono risultare altamente tossici per i livelli d’argento che verrebbero così reintrodotti nei fiumi e nei laghi attraverso gli impianti per il trattamento delle acque.

Le nanofibre di carbonio aggiunte agli pneumatici ed intessute nell’abbigliamento per produrre diversi colori senza usare tinte, sono tendenzialmente impiegate anche in prodotti attraverso i quali potrebbero essere inalate provocando danni ai polmoni. In uno studio pubblicato sul Journal of Molecular Cell Biology, i ricercatori cinesi hanno scoperto che una classe di nanoparticelle ampiamente sviluppata in medicina, i dendrimeri poliamidoaminici (PAMAM), causa danni ai polmoni, innescando un tipo di cellule programmate, conosciute come cellule mortali autofagiche. Inoltre, le “buckyballs” a base di carbonio hanno dimostrato di essere assorbite dagli organismi semplici, sollevando la preoccupazione che le sostanze tossiche contaminino la catena alimentare danneggiandola alla base.

Oggi, secondo il P.E.N., più di un mille prodotti basati sulla nanotecnologia, sono stati resi disponibili ai consumatori di tutto il mondo. Il più recente aggiornamento dell’inventario, risalente a tre anni e mezzo fa, riflette il crescente uso delle minuscole particelle in ogni cosa, dai prodotti convenzionali come gli utensili da cucina antiaderenti, accendigas, racchette da tennis più resistenti, fino a dispositivi sofisticati come sensori indossabili che monitorano la postura.

“L’uso di nanotecnologia nei prodotti per i consumatori continua a crescere rapidamente”, afferma il direttore del P.E.N. David Rejeski. "Quando abbiamo avviato l’inventario nel marzo 2006, c’erano soltanto 212 prodotti. Se l’introduzione di nuovi prodotti dovesse continuare a questo ritmo, il suo numero potrebbe avvicinarsi a 1.600 entro i prossimi due anni. Questo porterà a significative cause legali per negligenza contro organismi come la Food and Drugs Administration (Agenzia per gli Alimenti e i medicinali) e la Consumer Product Safety Commission (C.P.S.C.), che spesso adottano provvedimenti insufficienti ad identificare prodotti nanotech, prima che vengano introdotti sul mercato”.


Fonte: http://www.comedonchisciotte.org




Monday, October 11, 2010

Le irrorazioni clandestine nei cieli: un articolo senza difesa (di Carole Pellat, 1 agosto 2010 - Seconda parte)

http://www.tankerenemy.com/2010/10/le-irrorazioni-clandestine-nei-cieli-un.html

Le irrorazioni clandestine nei cieli: un articolo senza difesa (di Carole Pellat, 1 agosto 2010 - Seconda parte)

Leggi qui la prima parte.

MA TORNIAMO AL CIELO

Allora il cielo è “normale” o è una “cospirazione della normalità”? Disgraziatamente, ho la sensazione che ciò di cui siamo attualmente testimoni è la nuova “normalità”. La tragedia dello stupro del nostro cielo potrebbe essere considerata una “cospirazione” o una “teoria della cospirazione”. se i fatti, i rapporti, i libri, i brevetti, le statistiche, le industrie beneficiarie ed i documenti scientifici che descrivono questi accadimenti e pratiche, fossero mantenuti strettamente “segreti”. Ma non è così.Ci sono letteralmente migliaia di migliaia di documenti, libri ed articoli sulla modificazione del tempo atmosferico ed altre azioni che coprono l'arco di più di un secolo.C'è una quantità inesauribile di legittima informazione su esperimenti, ricerche, eventi, pratiche, esercitazioni e verificarsi di anomalie come chaff militare, aerosol artificiali, goccioline liquide, vapori, gas, onde elettromagnetiche, frequenze letali – sia udibili sia non udibili, modificazioni atmosferiche, sostanze chimiche velenose ed agenti biologici che sono stati creati in laboratorio e cosparsi sulla terra, nei corpi idrici, nelle nuvole, nella troposfera, nella stratosfera, nella mesosfera e nell'atmosfera. Queste imitazioni tossiche sono state mietute, iniettate, propulse, detonate, sversate, irraggiate, rovesciate e spruzzate nel nostro ambiente vitale. Le abbiamo mangiate ed esse hanno mangiato noi.

Si potrebbe passare una vita intera a leggere documenti tecnici su crimini efferati contro l'uomo e la natura. Questo dovrebbe chiudere ogni discussione sulle teorie della cospirazione e dovrebbe ricordarci che chiunque usi ancora questa espressione è vittima di un'abissale ignoranza nei confronti della realtà.

TU LE CHIAMI SCIE CHIMICHE, LUI LE CHIAMA "SCIE DI CONDENSA": diamoci un taglio!

Discutiamo ora alcuni aspetti di ciò che la gente chiama “scie chimiche”. Prima di tutto, io faccio del mio meglio per non chiamarle mai “scie chimiche”. Non provo risentimento per chi lo fa, ma preferisco scegliere le mie parole diversamente. Per svariati motivi. Il primo di questi è che non si ritrova questa definizione nei documenti scientifici che ho letto. Sì, so tutto della proposta di legge HR2977 di Dennis Kucinich dove le “scie chimiche” sono menzionate tra le armi esotiche. Ma ci sono dei problemi associati all'uso di una dicitura che è connessa a questo tipo di definizione: arma esotica. Ciò nega le implicazioni del loro uso corrente su base quotidiana come sistema di guida missilistico, “autostrada” per le comunicazioni in ambito militare, sistema di sabotaggio dei radar, strumento di massima accuratezza per la distruzione di Internet e dei satelliti di comunicazione internazionale, sistema per le generazione di tempeste di fulmini, uragani, tempeste di sabbia, armi biologiche e perfetta piattaforma per il lancio di ordigni nucleari.

Questi sono solo alcuni degli usi correnti di queste irrorazioni. Vedete, se dite a qualcuno: “Guarda, c'è questa paurosa nuova tecnologia chiamata scie chimiche ed è un piano su larga scala per spruzzare i cieli di tutto il mondo”, state rimanendo un po' troppo sul vago. Usare un sintagma che è stata forgiato decenni e decenni dopo che il governo ha iniziato a spruzzare i cieli con chaff militare e ioduro d'argento – per nominare solo due conduttori in forma di aerosol – rivela ignoranza della storia dell'irrorazione di aerosol e particolato metallico. Queste tecnologie multifunzionali ci consentono di creare uno “scudo di plasma” attorno alla terra e di dominare la nuova “autostrada” elettromagnetica creata nel cielo. Fondamentalmente, la guerra fredda è migrata nel cielo.

“Scie chimiche” è un’espressione che è comparsa nella proposta di legge di un senatore, ma l'irrorazione dei cieli o iniezione di aerosol e particolati conosciuti e sconosciuti nell'atmosfera, è un retaggio della Prima guerra mondiale. Bisogna inoltre ricordare che la modificazione atmosferica è stata potenzialmente investigata e praticata dai popoli antichi, dalle tribù indigene fino agli Egiziani ed agli antichi Greci. Ancora, io non entro mai in quelle sterili discussioni centrate sulla “scienza delle scie di condensazione”. Gente che non ha mai letto una riga di relazione scientifica in vita sua è ora lì che espone quale deve essere la temperatura della stratosfera per consentire la formazione di scie di condensa degli aerei. Questa è la spiegazione per la loro negazione. Se qualcuno mi rimanda l'ennesimo “copia e incolla” di questa dissertazione, mi metto a urlare. Non riesco a capacitarmi di come si possa “sapere” così tanto di fisica e, al contempo, essere così completamente all'oscuro delle attuali acquisizioni della scienza moderna e delle correnti pratiche tecnologiche. Se qualcuno vuole sostenere che lo spettacolo orribile nel cielo è semplicemente il risultato di scie di condensa, che faccia pure.

Scie di condensa; tossiche, manipolate, succintamente spruzzate, “scie di condensa”. Fine della discussione. Dopo tutto, questa storia è iniziata proprio con lo studio delle “scie di condensa”. Davvero, chiamatele come vi pare, sono tossiche per la vita sulla terra. Perché questi giovani “scienziati” non riescono mai a spiegarmi – e neanche ci provano – com'è possibile che le nuvole invadano il cielo nel deserto quando l'umidità è al 3%? E come facciano a comparire all'improvviso e poi misteriosamente a svanire? “Scie chimiche”, “scie di condensa”, ma facciamocela finita...

Un altro argomento che tirano fuori i negazionisti è il seguente: “Qualche svitato sostiene l'assurda ipotesi che in tutto il mondo ci sia una cospirazione sincronizzata di centinaia di jet che spruzzano ogni giorno”. ”Come potrebbe esserci una cospirazione di questa portata ed al contempo non se ne sappia niente?”, chiedono sarcasticamente. Beh, cominciate a leggere la documentazione militare e vedrete che non è affatto un segreto. Vi renderete conto che qualsiasi paese sia dotato di forze militari irrora il cielo. Se non è un segreto, non è una cospirazione. Sostengono che è a scopo di “esercitazioni militari”, ma fondamentalmente questo significa che “è lì tutto il tempo”.

Ecco dov'è la nostra tecnologia. Ecco dove si combatte la guerra. Se un paese ha la tecnologia, inevitabilmente ogni altro paese se la procurerà e la gente di tutto il mondo sta assistendo a queste irrorazioni. Esse non sfuggono all'attenzione del pubblico. C'è poi bisogno di ricordare quante basi militari statunitensi e quante altre basi alleate esistono in tutto il mondo? Ora, a queste aggiungiamo le nazioni non alleate che hanno anch'esse la tecnologia perché dispongono di squadriglie aeree. Devo continuare? Dovunque ci siano aerei militari e radar, ci sono irrorazioni di aerosol. Quindi non c'è bisogno di una potenza malvagia centralizzata implicata in una cospirazione di livello globale. Basta avere forze militari con squadriglie aeree e la stessa alta tecnologia bellica e/o il potenziale per esplorazioni e sperimentazioni. Nessuna difesa. Fate le vostre ricerche.

Inoltre, devo sgombrare il campo dalla nozione altruistica che i fautori della geo-ingegneria vogliono così bene a noi ed al pianeta che stanno cercando di combattere il “riscaldamento globale” con queste irrorazioni in tutto il globo per proteggerci dai dannosi raggi UV del sole. Questo concetto è assimilabile al tentativo di spegnere un incendio boschivo con il petrolio. Questa teoria e questa pratica potrebbero essere un prodotto collaterale della sperimentazione altamente tecnologica al plasma, ma non sono che un piccolo componente del parco giochi sopra la terra ed uno degli esperimenti più recenti, se si guarda a questa teoria alla luce dei primi esperimenti con le “scie di condensa” dei primi anni '40.

Quindi, prima ancora di metterci a discutere su che cosa sia il “riscaldamento globale”, possiamo cortesemente ammettere la realtà dei decenni di modificazione atmosferica, inquinamento industriale, sfruttamento corporativo dell'ambiente, detonazioni nucleari – in superficie, sotto terra, sott'acqua e nello spazio? Siamo in grado di ammettere la quasi completa distruzione delle foreste planetarie – i naturali regolatori climatici e la costruzione di un numero eccessivo di devastanti dighe che hanno compromesso il sistema circolatorio dell'ecosistema? Forse prima ancora di dibattere sull'esistenza o meno del “riscaldamento globale” e sulle relative responsabilità, possiamo prendere atto del nostro stile di vita basato su consumo e profitto che propugna una totale mancanza di rispetto per tutti gli organismi viventi e per le loro necessità riproduttive e migratorie. Se apriamo gli occhi, forse riusciremo a vedere tutto il danno che la pavimentazione e l'asfalto causano agli ambienti naturali.

Poi, potremo parlare del calore...




Thursday, August 5, 2010

Disturbi e patologie causati da alcuni elementi chimici contenuti nelle chemtrails

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Disturbi e patologie causati da alcuni elementi chimici contenuti nelle chemtrails

In un articolo intitolato "Unire i puntini tra H.A.A.R.P., scie chimiche e la nostra acqua", l'autore, tra le altre osservazioni, si sofferma su alcuni elementi chimici contenuti nell'acqua piovana raccolta ed analizzata in Australia, in seguito alle attività di irrorazione clandestina. L'”oro blu” risulta contaminato da bario, arsenico, manganese, ferro, boro etc. in dosi di gran lunga superiori a quelle consentite dalla legge. Riportiamo i passaggi relativi alle ripercussioni sull'organismo dovute ad un accumulo dei vari elementi.

Il bario provoca ansia, irregolarità nel battito cardiaco, fiato corto, debolezza muscolare, senso di affaticamento, secchezza delle fauci. Un'esposizione prolungata può determinare paralisi e morte.

L'arsenico causa cefalea, confusione, sonnolenza e convulsioni. L'avvelenamento da arsenico provoca vomito, diarrea, danni renali, cancro della pelle, cancro scrotale, tumore del fegato, tumori del sistema linfatico, cancro ai polmoni, sangue nelle urine, gravi crampi muscolari, perdita di capelli, mal di stomaco, coma e morte.

Il manganese è contenuto nelle scie e quindi nelle acque meteoriche. Il manganese è usato nelle batterie a secco e nelle leghe: è utile per diffondere le onde elettromagnetiche. Il manganese è anche impiegato nelle coibentazioni dei soffitti: ogni abitazione con una pellicola di manganese nel soffitto agisce come un eccellente propagatore dei campi elettromagnetici.

Quando la quantità di zinco nel sangue supera i limiti consentiti (15 mg al giorno), si determina una concomitante diminuzione del rame. Se la quantità di rame scende sotto i livelli richiesti nel sangue, la mielina, una sostanza che copre i nervi come una guaina isolante, viene persa. Ciò comporta un danno grave e irreparabile per il sistema nervoso e diverse complicazioni neurologiche, come la malattia di Wilson, neuropatie etc.

L'accumulo eccessivo di ferro è letale ed è un fattore che predispone al diabete. L'eccesso di ferro è all'origine di malattie cardiache, dell'artrite, del morbo di Alzheimer e di certune forme di neoplasia. Alcuni studi medici citano, tra gli effetti di un accumulo di ferro, infezioni croniche, perdita di capelli, ipotiroidismo, comportamento iperattivo e violenza.

Il boro è un metalloide relativamente inerte, tranne quando entra in contatto con agenti ossidanti forti. Il boro è presente nell'atmosfera in quantità molto modeste. Poiché il boro presenta bassa volatilità, non dovrebbe essere rintracciato in misura significativa nell'aria. Il contenuto naturale borato delle acque sotterranee e di superficie è solitamente minimo. Nell'acqua potabile è pari 0,2 e 0.1 mg/litro, in generale, ma, per la maggior parte dei paesi nel mondo, la gamma ammissibile per legge è giudicata quella tra 0,1 e 0,3 mg/litro. Il contributo dell'assunzione di boro dall'aria è trascurabile.

L'esposizione soverchia al boro determina depressione, atassia, convulsioni e morte. La degenerazione dei reni e l'atrofia testicolare ed ovarica sono le principali conseguenze legate all'ingestione di boro.

Fonte: wemustknow.net




Friday, June 25, 2010

La morte della vegetazione

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La morte della vegetazione

"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro." (Piede di Corvo, esponente dei Nativi americani)

Alberi, arbusti ed ortaggi, secondo numerose testimonianze, sono sempre più spesso colpiti dalla clorosi, ossia dal progressivo ingiallimento degli organi verdi, in seguito a distruzione o mancata formazione della clorofilla. La clorosi può essere provocata da condizioni climatiche sfavorevoli, da attacchi di parassiti, da penuria o eccesso di elementi e composti chimici nel suolo. Tipica è la clorosi da ferro, dovuta ad un terreno molto calcareo che rende difficile l'assorbimento del ferro per opera della pianta.

Vari fattori concorrono a danneggiare la vegetazione: le condizioni meteorologiche avverse, i funghi ed il cambiamento delle condizioni pedologiche sono tutti aspetti riconducibili alle scie chimiche o esacerbati dalle criminali attività di irrorazione. Si aggiunga che, come nota il biologo Michael Castle, le chemtrails hanno portato sull'orlo dell'estinzione il Rizobio (Rhizobium), genere di batteri aerobi che vivono in simbiosi con le radici delle Leguminose, in caratteristici tubercoli che la pianta forma come prima reazione all'aggressione batterica. I rizobi sono capaci di fissare l'azoto atmosferico, trasformandolo in sostanza organica che si accumula nei tubercoli stessi. Sullo sfruttamento di questo fenomeno, è basata la pratica economica del sovescio, l'interramento di piante erbacee, ricche di composti azotati (di solito trifoglio, fava, lupino, veccia) allo scopo di rendere fertile il terreno e per migliorarne le caratteristiche chimico-fisiche (PH, compattezza, permeabilità e popolazione della microflora utile).

E' dunque compromesso il ciclo dell'azoto, inoltre i terreni sono resi improduttivi dal carbonato di calcio, un composto peculiare delle scie chimiche. Il carbonato di calcio (CaCO3) è un costituente del calcio, delle concrezioni calcaree, della pietra da calce, ma è ricavabile anche artificialmente ed usato in varie industrie. E' un sale pochissimo solubile in acqua, ma abbastanza solubile in presenza di biossido di carbonio in seguito alla formazione di bicarbonato. Questa reazione reversibile è molto importante nel ciclo geochimico del calcio. Essa dà luogo anche, nel caso di acqua ad elevata durezza temporanea, alla formazione di incrostazioni in tubi e caldaie.

I suoli calcarei sono inadatti all'agricoltura: principale difetto dei terreni calcarei consiste nella ridotta fertilità a causa dell'immobilizzazione di alcuni elementi nutritivi. Tale difetto è lieve nei terreni moderatamente calcarei, mentre si manifesta in modo più intenso al di sopra di PH 8. Poche colture manifestano tutta la loro potenzialità produttiva in questo tipo di terreno.

L'assottigliamento dell'humus, dilavato dalle piogge, fenomeno collegato al generale depauperamento floro-faunistico dell'ambiente boschivo, priva le piante di un fondamentale substrato nutritivo ed espone la vegetazione, sempre più vulnerabile, agli attacchi di parassiti ed ai capricci delle intemperie.

La desertificazione e la crisi agricola sono dietro l'angolo.

Fonti:

Michael Castle, La metodica distruzione della Terra, 2009
Enciclopedie delle Scienze, Milano, 2005, s.v. calcio, rizobio, sovescio
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Saturday, May 30, 2009

Neve appiccicosa: Mercalli "indaga"

http://www.tankerenemy.com/2009/05/neve-appiccicosa-mercalli-indaga.html

Neve appiccicosa: Mercalli "indaga"

Durante la trasmissione "Che tempo che fa", andata in onda il 16 maggio 2009, tra il meteorologo(?) Luca Mercalli ed il conduttore Fabio Fazio, è intercorso un breve dialogo imperniato sulle segnalazioni di alcuni telespettatori circa una sostanza appiccicosa accumulatasi sulla neve. Si può ragionevolmente pensare a composti chimici di ricaduta collegati alle irrorazioni: potrebbe trattarsi di gel di silicio o di qualche altro intruglio venefico diffuso con gli aerei.

Tuttavia siamo tranquilli, perché il Mercalli ha garantito che il "Laboratorio della neve e dei suoli alpini" dell'Università di Torino presto esaminerà dei campioni di neve per stabilirne la composizione. Il responso sarà che la neve contiene sabbia del deserto stranamente attaccaticcia o tracce di inquinanti provenienti da stabilimenti industriali. Questa sarà la versione ufficiale: la verità è un'altra e facilmente intuibile.

Dal sito Cieliliberi traiamo il dialogo succitato.

Trascrizione delle battute tra Mercalli e Fazio.

Mercalli: Ci sono giunte molte segnalazioni da alcuni telespettatori che chi pratica lo sci fuori pista in questo periodo, ritorna a valle con gli sci completamente ricoperti da una sostanza catramosa che si accumula sulla neve, una sorta di materiale vischioso che impedisce, perfino, agli sci di muoversi quando si arriva al termine, così della gita.

Fazio: Ma dove questo, scusi?

Mercalli: Nelle Alpi occidentali, in generale, dal cuneese fino ad arrivare all'Ossola sono giunte alcune di queste segnalazioni.

Fazio: gli U.F.O. (sic)

Mercalli: Chi lo sa.

Fazio: Chiediamo a Giacobbo. Non lo so….

Mercalli: L'appello è: chi dovesse incappare in questa sostanza, chi pratica gite di sci alpinismo anche in altre zone delle Alpi, di segnalarcelo all'indirizzo di posta elettronica del programma ed il 'Laboratorio Laboratorio della neve e dei suoli alpini' dell'Università di Torino sta già raccogliendo i primi campioni per analizzarli e poi sveleremo il mistero, quando si saprà di che cosa è fatta questa... questo materiale. Di sicuro non è gradevole.

Fazio: No, non è gradevole, di certo… "



posted by Zret