L'immensa sputtanata a Zelig

Il blog che si sta visitando potrebbe utilizzare cookies, anche di terze parti, per tracciare alcune preferenze dei visitatori e per migliorare la visualizzazione. fai click qui per leggere l'informativa Navigando comunque in StrakerEnemy acconsenti all'eventuale uso dei cookies; clicka su esci se non interessato. ESCI
Cliccare per vederla

Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

http://indipezzenti.blogspot.ch/

https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/

Showing posts with label CableGate. Show all posts
Showing posts with label CableGate. Show all posts

Friday, March 4, 2011

Cablegate: Berlusconi in declino come il paese

http://neovitruvian.wordpress.com/2011/02/19/cablegate-berlusconi-in-declino-come-il-paese/

Cablegate: Berlusconi in declino come il paese

Posted: 19 febbraio 2011 by neovitruvian

Le valutazioni della diplomazia statunitense contenute nei nuovi documenti segreti. “La reputazione in Europa è lesa”. “Il premier danneggia l’Italia ma ci è utile e non dobbiamo abbandonarlo, alla fine ne trarremo vantaggi”

Quattromila cables riservati filtrati dall’ambasciata Usa a Roma, oltre 30 mila pagine di documenti finora segreti che raccontano l’Italia e i suoi protagonisti dal punto di vista critico e sferzante del suo più importante alleato. E molti di questi con un denominatore comune: il declino del ruolo internazionale dell’Italia è strettamente legato all’immagine di Silvio Berlusconi, l’uomo che la guida e la condiziona dal 1994, l’anno della sua discesa in campo. Dal 2002 al 2010 parlano ambasciatori, segretari di Stato, diplomatici di alto livello, politici di primo piano. Tutte comunicazioni rigorosamente classificate. Tutte rigorosamente destinate a restare riservate. Tutte, adesso, contenute nei cables che WikiLeaks ha ottenuto e che l’Espresso, in collaborazione con Repubblica, comincia da oggi a pubblicare.

UN PREMIER CHE OFFENDE TUTTI

“Il premier Silvio Berlusconi con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata delle parole” ha offeso nel corso del suo mandato “quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader politico europeo”, mentre “la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa ed ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti”.
E’ il febbraio del 2009 quando Ronald Spogli, ambasciatore americano in Italia nominato dal Presidente George W. Bush,

si congeda dal suo mandato e scrive al nuovo segretario di Stato Hillary Clinton un memoriale intitolato “What can we ask from a a strong allied” (Cosa possiamo chiedere ad un forte alleato), classificato come Confidential e che ha un sapore profetico. Non è ancora esploso lo scandalo di Noemi Letizia, non è apparsa all’orizzonte la escort Patrizia D’Addario, non c’è ancora traccia dei festini di Arcore, né delle accuse di sfruttamento della prostituzione minorile con la marocchina Ruby, né delle pressioni sulla questura di Milano per procurarsi il silenzio della vittima. Le leggi ad personam proposte per tutelare il primo ministro dalle conseguenze dei processi in corso non sono state ancora respinte e non ha raggiunto l’apice il violento conflitto con la magistratura. Ma ad inizio 2009 il premier, visto dagli Usa, è già un uomo debole, prigioniero dei suoi conflitti di interesse e dell’evidenza internazionale dei suoi abusi di potere. Quindi bisognoso dell’aiuto americano per legittimarsi sul piano interno e estero e come tale disponibile, quando richiesto, a comportarsi come “il migliore alleato”. Berlusconi insomma non è nelle condizioni di dire alcun “no” a chi lo sostiene. Una sorta di ostaggio, che accetta volentieri tutte le richieste in termini di impegno militare e politico negli scacchieri strategici che vanno dall’Afghanistan alla ricollocazione dei prigionieri di Guantanamo, dalle basi sul territorio italiano alle sanzioni all’Iran. Un prezzo che finora non si sapeva di aver pagato.

L’IMMAGINE DI UN PAESE IN DECLINO

“Il lento ma costante declino economico dell’Italia – scrive l’ambasciatore Spogli – compromette la sua capacità di svolgere un ruolo nell’arena internazionale. La sua leadership spesso manca di una visione strategica. Le sue istituzioni non sono ancora sviluppate come dovrebbero essere in un moderno paese europeo. La riluttanza o l’incapacità dei leader italiani a contrastare molti dei problemi che affliggono la società, come un sistema economico non competitivo, l’obsolescenza delle infrastrutture, il debito pubblico crescente, la corruzione endemica, hanno dato tra i partner l’impressione di una governance inefficiente e irresponsabile. Il primo ministro Silvio Berlusconi è il simbolo di questa immagine”. Spiega Spogli: gaffes e preminenza per gli interessi personali, assieme “al frequente uso delle istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali sui suoi avversari politici, la sua preferenza per soluzioni a breve termine hanno danneggiato la reputazione dell’Italia in Europa”. Un’immagine che Berlusconi tenta di rivitalizzare con iniziative che lasciano perplessi gli Usa. L’Italia – annota Spogli – “fa molti sforzi, alcuni seri altri meno, per mantenere una posizione di rilevanza e influenza”. Come quando “si propone nel ruolo di grande mediatore delle crisi mondiali, un ruolo autoconferitosi che alcuni politici, specialmente il premier Silvio Berlusconi, pensano possa conferire grande visibilità senza praticamente spendere alcunché”. O come quando, senza alcun coordinamento, ritiene di avere i titoli per “mediare tra la Russia e l’Occidente, impegnarsi con Hamas e Hezbollah, stabilire nuovi canali di negoziato con l’Iran, espandere l’agenda del G8 con mandati al di là di ogni riconoscimento”.
Insomma, una politica assolutamente velleitaria. Con costernazione Spogli prende atto che in una puntata di “Porta Porta” Berlusconi annuncia il ritiro dall’Iraq: svegliati in piena notte i generali Usa a Baghdad e mandata la trascrizione della puntata tv al Pentagono. Esterrefatto l’ambasciatore registra che mentre Israele bombarda Gaza il Cavaliere rilancia l’idea del tutto estemporanea di costruirvi alberghi e resort, annunciando che potrebbe “trovare investitori”. Allibito informa Washington che il premier ha una sua strategia per la Siria, visto che l’allora moglie Veronica “ha conosciuto la consorte di Assad a Damasco”, e dice: “Dovremmo coinvolgerla…”
Ma a Washington sono pragmatici. Si deve abbandonare un alleato pasticcione, in declino economico e inviso alle cancellerie europee per idiosincrasia politica?. “No – scrive Spogli alla Clinton – non dobbiamo. Dobbiamo anzi riconoscere che un impegno di lungo termine con l’Italia e i suoi leader politici ci darà importanti dividendi strategici adesso e in futuro”

IL DIVIDENDO DI WASHINGTON

Cosa può incassare l’America da questo governo? Spogli è esplicito. “L’Italia ci permetterà di consolidare i progressi fatti faticosamente nei Balcani negli ultimi vent’anni, le loro forze armate continueranno a giocare un ruolo importante nelle operazioni di peacekeeping in Libano e in Afghanistan, e, infine, il territorio italiano sarà strategico per l’Africom (United States African Command)”, l’organismo costituito nel 2008 dalla Difesa Usa per coordinare gli interventi militari in Africa: comando a Stoccarda, ma bombardieri di stanza a Vicenza, nella base Dal Molin, e portaerei della VI flotta a Napoli. ” Se useremo una forte pressione – sostiene inoltre Spogli – l’Italia eserciterà la sua influenza economica in Iran per mandare a Teheran un chiaro segnale che potrebbe influire sulla loro politica di sviluppo nucleare”. E anche sul fronte del terrorismo Washington sa che Roma spalancherà le sue porte. Già nel febbraio 2009 Spogli avverte infatti che l’Italia si sta diligentemente preparando ad esaudire “quelle che ritengono saranno tra le nostre prime richieste, il farsi carico della custodia di alcuni detenuti nella prigione di Guantanamo (il ministro Frattini ufficializzerà la decisione 4 mesi dopo, ndr.) e un maggiore sforzo militare in Afghanistan (l’Italia sorprenderà gli Usa aggiungendo altri 1200 soldati ad Herat, portando il contingente schierato ad un totale di 4200 uomini).
L’unica vera preoccupazione è il rapporto tra Roma e Mosca, tra Berlusconi e Putin. Gli Usa vogliono controbilanciare la crescente influenza russa sul fronte dell’energia, e notano con disappunto che “l’Italia, sfortunatamente, invece la favorisce”. Sui rapporti tra Berlusconi e Putin il punto di vista americano è noto. L’ambasciata Usa anche dopo la sostituzione di Spogli con David Thorne è in allarme e agisce su più fronti. Stimola il ritorno al nucleare, interviene sul governo per spezzare l’asse con Mosca e suggerisce: “dobbiamo far capire a Berlusconi che ha una relazione personale con noi e dobbiamo assecondare la sua convinzione di essere uno statista esperto”. Ma l’operazione non è facile, il legame del cavaliere con “il suo amico Vladimir” è solida e ha radici misteriose. tanto misteriose da indurre Hillary Clinton nel gennaio 2010 a chiedere alle rappresentanze diplomatiche interessate di indagare sulle “possibili relazioni e investimenti personali che legano Putin e Berlusconi e che possono influenzare la politica energetica dei due paesi”, e di svelare ” i rapporti tra l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, i top manager dell’Eni e i membri del governo italiano, specialmente il premier e il ministro degli esteri Frattini”. Gli americani si troveranno davanti ad un muro: in un cable un diplomatico italiano spiega che “tutto avviene direttamente tra Berlusconi e Putin”.

UN PREZZO IRRISORIO DA PAGARE

Pasticciona e in difficoltà, l’Italia chiede aiuto agli Usa quando si accorge che l’organizzazione del G8 a L’Aquila comincia a fare acqua. Gli americani se ne sono già accorti, e una serie di cables descrivono la tensione nell’ambasciata di Roma: il flop può tramutarsi in una debacle per Berlusconi, già colpito dalle prime rivelazioni sugli scandali sessuali. Scatta il soccorso all’utile alleato: “Berlusconi – annotano – ha bisogno di mostrarsi un leader credibile a livello internazionale per ripulire la sua immagine, e ci sarà tremenda attenzione” al trattamento che riceverà dagli altri capi di stato e di governo. Obama acconsente e in Abruzzo il presidente “abbronzato” è gentile e comprensivo. Il vertice è un successo, il Cavaliere è salvo, l’opposizione politica è sconfitta

CONDANNATI ALL’INSTABILITA’

Gli americani capiscono dunque che con Berlusconi dovranno conviverci. A lungo. E sfruttarne le debolezze, che utilitaristicamente diventeranno per Washington preziose cambiali in bianco, da riscuotere all’occorrenza. Ne sono consci già prima delle elezioni del 2008, che – dopo la caduta della litigiosa coalizione guidata da Romano Prodi – riporteranno a Palazzo Chigi il Cavaliere, vittorioso su Walter Veltroni. “Se vince Veltroni la situazione sarà eccellente – scrivono da Roma a Washington – se ritorna Berlusconi sarà molto eccellente”. Ne sono ancora più convinti dopo il G8 de L’Aquila. Non apprezzano la magistratura, definita “una casta inefficiente e autoreferenziale”, priva di controllo e che condiziona la vita politica; non credono nei dissidenti della maggioranza; giudicano il Pd disorganizzato. E anche quando la Corte Costituzionale boccia il lodo Alfano non si preoccupano: Berlusconi resisterà. Temono invece gli effetti sul Paese dello scontro con il presidente Napolitano. Il Presidente è visto come una figura assolutamente cruciale per la stabilità del Paese, è stimato e seguito. Il Quirinale non si tocca, è un assoluto punto di riferimento. “Gli attacchi a una figura molto rispettata potrebbero essere presi male da molti italiani e determinare più ampie divisioni tra le due istituzioni”.
È uno scenario preoccupante, ma che porta anche dei vantaggi. Il premier infatti “per difendersi dai processi si dovrà distrarre dal lavorare per il popolo italiano”. Ma ci sono altri referenti pronti a lavorare per gli Usa. I ministri Frattini e La Russa, ad esempio, vengono definiti particolarmente ansiosi di collaborare. Mentre ad Arcore continuano i festini, il business può proseguire.

Fonte

Tuesday, March 1, 2011

Cablegate: Il consenso segreto del Vaticano per gli OGM

http://neovitruvian.wordpress.com/2011/01/26/cablegate-il-consenso-segreto-del-vaticano-per-gli-ogm/

Cablegate: Il consenso segreto del Vaticano per gli OGM

Posted: 26 gennaio 2011 by neovitruvian

Mentre si accende il dibattito sul fatto che gli OGM siano idonei o meno al consumo, la Chiesa cattolica ha preferito non sbilanciarsi pubblicamente su questo argomento.

Nonostante questo tentativo di rimanere pubblicamente neutrale, Wikileaks ha recentemente scoperto un “cable” da Christopher Sandrolini, un diplomatico degli Stati Uniti presso la Santa Sede, che dimostra l’approvazione clandestina del Vaticano delle colture geneticamente modificate.

“I recenti colloqui tra Santa Sede, i funzionari della USAID e i rappresentanti dell’EB in visita al vaticano hanno confermato la cauta accettazione del cibo Ogm da parte della Santa Sede. I funzionari del Vaticano hanno affermato che i cibi geneticamente modificati, non sarebbero un problema per la Santa Sede” si legge nella nota.

Deniza Gertsberg scrive che mentre nel 2000, la Pontificia Accademia delle Scienze ha dato una approvazione preliminare, più recentemente, alcuni dei suoi membri hanno verbalmente appoggiato gli OGM.

Nonostante le censure agli organi scientifici che studiano il fenomeno OGM per quanto riguarda l’impatto sulla salute e sull’ambiente, è stato riconosciuto che la loro adozione su larga scala sarebbe disastrosa per gli agricoltori, specialmente per quelli nei paesi in via di sviluppo.

“… Il problema principale per la Chiesa continuerà ad essere il punto di vista economico del cibo OGM. Molti nella Chiesa hanno il timore che queste tecnologie danneggino gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo poichè aumentano l’interdipendenza dagli altri e perchè, semplicemente, servono ad arricchire le società multinazionali” prosegue la nota.

Monday, January 24, 2011

Cablegate: Società tedesca consiglia agli Usa di sabotare i siti nucleari iraniani

http://neovitruvian.wordpress.com/2011/01/20/cablegate-societa-tedesca-consiglia-agli-usa-di-sabotare-i-siti-nucleari-iraniani/

Cablegate: Società tedesca consiglia agli Usa di sabotare i siti nucleari iraniani

Posted: 20 gennaio 2011 by neovitruvian

Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, mentre ispeziona la centrale nucleare di Natanz, bersaglio del virus Stuxnet.

Un “cable” trapelato dall’ambasciata statunitense rivela che una influente società tedesca ha “consigliato” agli Stati Uniti di adottare una politica che miri a “sabotare” le strutture nucleari clandestine dell’Iran, si cita l’utilizzo del computer hacking e il provocare “inspiegabili esplosioni”.

Volker Perthes, direttore dell’istituto, finanziato dal governo tedesco, per la Sicurezza e gli Affari Internazionali, ha detto ai funzionari Usa a Berlino, che le operazioni sotto copertura sarebbero “più efficace di un attacco militare” nel limitare le ambizioni nucleari iraniane.

Un sofisticato virus, Stuxnet, si è infiltrato nell’impianto nucleare di Natanz lo scorso anno, ritardando il programma iraniano di alcuni mesi. Il New York Times questa settimana ha riportato che Stuxnet fù un’operazione congiunta USA-Israele.

Lunedi’, il capo negoziatore nucleare iraniano ha accusato gli Stati Uniti dell’attacco informatico. Saeed Jalili ha detto alla NBC News di un’indagine che ha portato a scoprire che gli Stati Uniti sono stati coinvolti in un attacco che apparentemente avrebbe chiuso un quinto delle centrifughe nucleari iraniane nel mese di novembre. ”Ho visto alcuni documenti che dimostrano la partecipazione [USA],” ha dichiarato.

Un “cable” diplomatico inviato dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, Philip Murphy, nel gennaio 2010, riporta che Perthes disse che una politica di “sabotaggio segreto” (inspiegabili esplosioni, incidenti, pirateria informatica, ecc) sarebbe stato più efficace di un attacco militare, i cui effetti nella regione avrebbero potuto essere “devastanti”.

Perthes è uno dei maggiori esperti occidentali sull’Iran. Un precedente “cable” diplomatico, inviato da Murphy il 14 dicembre 2009 ha dimostrato che il suo consiglio venne ascoltato da politici e funzionari – tra cui Condoleezza Rice, l’ex segretario di stato americano.

Murphy riporta: “La maggior parte degli ospiti seduta al tavolo delle trattative non era d’accordo con le tematiche di Perthes riguardo la questione Iran.”E’ stato sorprendente un atteggiamento del genere, da un gruppo di personalità di alto livello che lavorano operativamente sulla questione Iran”.

In un’intervista con il Guardian, Perthes ha detto che l’ambasciatore riflette perfettamente la sua idea, ”degli incidenti inspiegabili” o “dei problemi informatici” sono certamente meglio che degli attacchi militari. – Una escalation militare contro l’Iran – deve essere evitata.

“Rispetto alle azioni militari, questi atti hanno il vantaggio che la leadership del paese interessato non avrebbe necessità di rispondere – quando tutti sono d’accordo sul guasto tecnico, non c’è bisogno di sparare o bombardare. Tutti capirebbero il messaggio e cioè che certe innovazioni sono inaccettabili per il paese contrapposto (USA ISRAELE).

“Il mio intuito, fù all’inizio del 2010 – senza avere alcuna conoscenza specifica – Che alcuni paesi si stessero preparando a rallentare il programma nucleare iraniano attraverso atti di sabotaggio, o di pirateria informatica”

I funzionari americani e israeliani rifiutarono di commentare il loro coinvolgimento in Stuxnet riportato ieri. Tuttavia, i “cables” trapelati indicano quali tecniche utilizzare per creare danni al programma nucleare iraniano – compresi potenti cyber attacchi – una soluzione che ha cominciato a riscuotere pareri positivi all’interno dei circoli diplomatici degli Stati Uniti lo scorso anno.

Il presidente George Bush ha approvato un piano da $ 300m (£ 189m) su progetti segreti contro l’Iran, capendo di dover includere il progetto Stuxnet, prima di lasciare la poltrona di presidente nel 2009.

Le probabilità di un attacco militare contro l’Iran sono ormai scemate, in parte a causa del successo di Stuxnet, ma anche grazie all’assassinio di due scienziati nucleari iraniani lo scorso anno, il cui mandante fù Israele.

Stuxnet ha spazzato via circa un quinto delle centrifughe utilizzate per arricchire l’uranio a Natanz in Iran nell’agosto dello scorso anno. Gli esperti di sicurezza hanno detto al Guardian, quando uscì Stuxnet, che era “il malware più raffinato mai scoperto”, sollevando il sospetto che si trattasse di una operazione ben finanziata e, potenzialmente, sponsorizzata dallo stato. Secondo il New York Times, il worm Stuxnet è stato testato in un bunker segreto israeliano a Dimano, nei pressi del deserto del Negev.

Cablegate: Confermata estensiva investigazione sovietica sugli Ufo

http://neovitruvian.wordpress.com/2011/01/11/cablegate-confermata-estensiva-investigazione-sovietica-sugli-ufo/

Cablegate: Confermata estensiva investigazione sovietica sugli Ufo

Posted: 11 gennaio 2011 by neovitruvian

Il primo “cable” diplomatico statunitense che parla di UFO è stato appena rilasciato. Si basa su un commento di Yuriy Zhadobin, presidente del servizio di intelligence della ex Repubblica sovietica di Bielorussia. Nel
“cable” preparato dall’ambasciata americana a Minsk, Zhadobin viene ricordato per aver detto che durante il periodo dell’Unione Sovietica, ci sono stati fondi quasi illimitati per investigare sul fenomeno UFO. Egli lamenta che
dopo la rottura sovietica, la Bielorussia non ha più i fondi per indagare sugli UFO come faceva un tempo.

Questo è ciò che ha detto Zhadobin nel “cable” appena rilasciato dal giornale norvegese, Aftenposten:

A differenza del periodo Urss, il dipartimento non è impegnato nello studio dei fenomeni paranormali. [Allora,] avevamo avuto maggiori mezzi e opportunità che potevamo utilizzare per ogni esigenza. Oggi la situazione è
diversa. Ancora, quando la società era eccitata per qualcosa, l’argomento entrava nella nostra sfera di interesse. Ma adesso, quando si tratta di guaritori, di UFO e simili, non possiamo semplicemente occuparcene più.

Wikileaks ha finora pubblicato solo 2000 dei circa 250.000 ”cables” diplomatici, meno dell’uno per cento. In un’intervista con il quotidiano The Guardian, nel dicembre del 2010, Julian Assange ha confermato che alcuni
dei “cables” inediti riguardavano gli UFO. Tali “cables” che devono ancora essere rilasciati potrebbero rivelare la misura in cui gli Stati Uniti e gli altri paesi hanno indagato, e pubblicamente coperto il fenomeno UFO e il suo
rapporto con la vita extraterrestre.

Link Cable originale

Monday, January 17, 2011

Cablegate: Saddam vuole essere amico degli Usa, messaggio a Bush

http://neovitruvian.wordpress.com/2011/01/04/cablegate-saddam-vuole-essere-amico-degli-usa-messaggio-a-bush/

Cablegate: Saddam vuole essere amico degli Usa, messaggio a Bush

Posted: 4 gennaio 2011 by neovitruvian

SOMMARIO:

Saddam disse all’ambasciatore, il 25 luglio, che Mubarak aveva organizzato un incontro tra le delegazioni kuwaitiane e irachene A RIYADH, e che il 28 luglio, 29 o 30, il principe ereditario del Kuwait arriverà a BAGHDAD per iniziare dei seri negoziati. Saddam promise a Mubarak che “nulla sarebbe capitato” prima di quei giorni.

- Saddam desiderava trasmettere un messaggio importante al presidente Bush: L’ Iraq vuole l’amicizia, ma gli Stati Uniti lo vogliono altrettanto? In Iraq le vittime innocenti della guerra sono state oltre 100.000, ed il paese è ora così povero che le pensioni per gli orfani di guerra verranno presto tagliate; Nonostante la situazione l’elite del Kuwait non accetta le norme dell’Opec. L’Iraq è distrutto dalla guerra, ma il Kuwait ha ignorato la diplomazia. Le manovre del governo americano condotte assieme agli Emirati Arabi Uniti incoraggeranno questi ultimi e il Kuwait ad ignorare la diplomazia convenzionale. Se l’Iraq verrà pubblicamente umiliato dal governo USA, risponderà, per quanto la scelta possa sembrare irrazionale.

Saddam era cordiale, ragionevole e perfino caldo durante il colloquio di due ore, ed espresse all’ambasciatore il desiderio di comunicare un messaggio a Bush.

Analizzando le sue parole con attenzione, Saddam disse che ci sono “alcuni ambienti” all’interno del governo americano, come la Cia e il Dipartimento di Stato, escludendo il presidente e il segretario, che non sono amichevoli nei confronti delle relazioni Usa-Iraq. Ha poi elencato una serie di motivazioni a sostegno della sua tesi: «alcuni circoli stanno raccogliendo informazioni sul possibile successore di Saddam, “hanno mantenuto i contatti nel golfo ma, allo stesso tempo, hanno evitato che gli aiuti raggiungessero l’Iraq.

L’Iraq, ha sottolineato il presidente, è in forti difficoltà finanziarie, con 40 miliardi di dollari di debito.

Riprendendo l’elenco di motivazioni per il quale Saddam accusava ”Alcuni ambienti” nel governo americano di fare il gioco sporco, ha ricordato la ”CAMPAGNA USIA” che venne condotta contro lui stesso, e il generale assalto dei media all’Iraq e al suo presidente.

Nonostante tutte queste frecciate, Saddam disse di avere ancora la speranza di sviluppare un buon rapporto con gli Usa. Coloro i quali vogliono con vigore abbassare il prezzo del petrolio si stanno impegnando in una guerra economica e l’Iraq non può accettare tale affronto.

Per vedere il cable originale clicca qui

Tuesday, December 14, 2010

RatziLeaks

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/12/13/ratzileaks/

RatziLeaks

Posted: 13 dicembre 2010 by neovitruvian

LE ACCUSE DI VIOLENZE SESSUALI “OFFENDONO” IL VATICANO


I funzionari del Vaticano furono piuttosto seccati quando i loro fratelli sacerdoti vennero convocati da Roma per testimoniare davanti a una commissione irlandese che stava indagando sulle accuse, a loro caso, per abusi sui bambini.

In un “cable” destinato a Washington, i diplomatici degli Stati Uniti hanno scritto che le richieste della Commissione alla Chiesa avrebbero “offeso molti in Vaticano”, come riportato dal quotidiano Guardian di Londra Venerdì sera.

La rivelazione proviene dal “tesoretto” di documenti top – secret del dipartimento di stato rilasciati dal noto sito Wikileaks.

Senza molta collaborazione da parte del Vaticano, la Commissione ha infine concluso che alcuni vescovi hanno cercato di coprire episodi di abuso. Tra il 1975 e il 2004, 320 persone sono state denunciate per abusi sessuali su minori nell’arcidiocesi di Dublino, secondo il rapporto della Commissione.

Nel “cable” circa le polemiche, i diplomatici degli Stati Uniti hanno scritto che i funzionari del Vaticano ritennero che i politici dell’opposizione irlandese volessero lucrare dalle indagini. I funzionari del Vaticano hanno ritenuto che il governo irlandese “non sia riuscito a rispettare e proteggere la sovranità del Vaticano durante le indagini”.

IL PAPA VUOLE TENERE FUORI LA TURCHIA DALL’UNIONE EUROPEA

(I diplomatici vaticani hanno anche fatto pressioni negative sul Venezuela di Chavez e pretendono che le “radici cristiane” vengano sancite nella Costituzione dell’Unione Europea)


Il papa è responsabile della crescente ostilità del Vaticano nei confronti della Turchia per l’entrata nell’UE, ci dicono dei”cables” precedentemente secretati inviati dall’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede a Roma.

Nel 2004 il Cardinale Ratzinger, il futuro papa, parlò contro l’entrata di uno stato musulmano nell’unione europea, anche se al momento il Vaticano era formalmente neutrale sulla questione.

In qualità di ministro degli esteri del Vaticano, monsignor Pietro Parolin, rispose dicendo ai diplomatici degli Stati Uniti che i commenti di Ratzinger erano una presa di posizione del cardinale e che non rappresentavano la posizione ufficiale del Vaticano.


Il “cable” pubblicato da Wikileaks dimostra che fù Ratzinger il deus ex machina principale dietro l’infruttuoso tentativo della Santa Sede di dare peso alla religione cristina all’interno della Costituzione europea. Il diplomatico USA ha osservato che Ratzinger “capisce chiaramente che permettere a un paese musulmano di entrare nell’Ue indebolirebbe ulteriormente le possibilità di innestare “fondamenti cristiani” all’interno dell’Europa”.

Ma nel 2006 Parolin lavorava ancora per Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, e il suo tono si placò decisamente. ”Né il Papa né il Vaticano vogliono ostacolare l’adesione della Turchia all’UE”, disse il responsabile americano per gli affari “, piuttosto, la Santa Sede è stata sempre aperta a questa possibilità, sottolineando soltanto come la Turchia dovesse soddisfare i criteri di Copenaghen per poter ricoprire il suo posto in Europa “.

“Una grande paura è che la Turchia possa entrare nell’Unione europea senza aver fatto i progressi necessari sulla libertà religiosa [Parolin] insistite sul fatto che i membri dell’Unione europea – e gli Stati Uniti – continuano a premere il [governo turco] su questi temi …

I “cables” rivelano che attraverso manovre di corridoio tra il governo americano, il governo di Roma e quello di Ankara si spingeva per l’adesione turca all’UE. ”Speriamo che un funzionario di reparto anziano possa visitare la Santa Sede e incoraggiarli a fare di più per ottenere un messaggio positivo sulla Turchia e l’integrazione”.

Ma dal 2009,prima della visita del presidente Barack Obama l’ambasciatore degli Stati Uniti era stato istruito sul fatto che “la posizione della Santa Sede è quella che, come membro non-UE, non abbia alcun ruolo di promozione o di veto della Turchia.”

Il cattolicesimo è la sola religione in tutto il mondo con lo status di Stato sovrano, che consente ai chierici più anziani del papa di sedersi al tavolo con i leader mondiali. I “cables” rivelano che il Vaticano regolarmente maneggia e influenza le decisioni attraverso i canali diplomatici, a volte negando la sua colpevolezza. Il Vaticano ha relazioni diplomatiche con 177 paesi e ha usato il suo status diplomatico per influenzare gli Stati Uniti, le Nazioni Unite e l’Unione Europea nel tentativo concertato di imporre la propria agenda morale attraverso i parlamenti nazionali e internazionali.

Su altre questioni globali come il cambiamento climatico, il Vaticano ha cercato di usare la sua autorità morale come leva, pur rifiutandosi di firmare trattati formali, come l’accordo di Copenaghen, che richiedono verifiche degli impegni presi.

In una riunione nel gennaio di quest’anno il dottor Paolo Conversi, il rappresentante del papa in materia di cambiamento climatico, avrebbe detto al segretariato dello Stato Vaticano, che il Vaticano si sarebbe impegnato ad “incoraggiare altri paesi, in maniera discreta, ad associarsi con l’accordo, quando ci sarebbe stata l’opportunità per farlo”.

Gli americani hanno osservato che Conversi si offrì per sostenere gli Stati Uniti, anche se con discrezione, ma risultò comunque significativo, perché il Vaticano è stato spesso riluttante nel compromettere l’indipendenza e l’autorità morale associandosi con le ideologie di un certo paese.

“Più importante, però, è l’influenza che il papa può avere sull’opinione pubblica nei paesi con grandi maggioranze cattolice e oltre”.

I “cables” rivelano anche che il Vaticano prevede di utilizzare la Polonia come un cavallo di Troia per diffondere i valori della famiglia cattolica, attraverso le strutture dell’Unione europea a Bruxelles.

L’allora ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Francis Rooney, ha informato Washington nel 2006, poco dopo l’elezione di Papa Benedetto XVI, che “la Santa Sede auspica che la Polonia servirà da contrappeso al secolarismo occidentale europeo, una volta che il paese si fosse integrato nell’Unione europea.

Il “cable” osserva che Papa Benedetto XVI è preoccupato dell’aumentare della distanza psicologica che l’Europa ha preso dalle sue origini cristiane

“Ha continuato a concentrarsi sul potenziale della Polonia nella lotta contro questa tendenza. Questo è stato uno dei temi della visita dei vari gruppi di vescovi polacchi in Vaticano alla fine del 2005. ‘E’ un argomento che torna sempre’, ha spiegato il monsignor Michael Banach, il ministro degli Esteri della Santa Sede paese direttore degli affari per la Polonia.

Dall’altra parte dell’Atlantico, il Vaticano ha espresso la volontà di voler “minare” il presidente venezuelano, Hugo Chávez, in America Latina a causa delle preoccupazioni per il deterioramento del potere cattolico. Si teme che Chávez stia seriamente danneggiando i rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato, individuando nella gerarchia ecclesiastica una parte della casta privilegiata.

Il Monsignor Angelo Accattino, responsabile delle questioni dei Caraibi e Andine per il Vaticano, ha detto che Obama dovrebbe riavvicinarsi a Cuba “al fine di ridurre l’influenza di Chávez e spezzare la sua cabala in America Latina”. Nel mese di dicembre dello scorso anno, il consigliere americano per l’europa occidentale presso le Nazioni Unite, Robert Smolik, ha detto che l’osservatore vaticano era “come sempre attivo e influente dietro le quinte” e “che attivamente faceva pressioni e influenzava le consultazioni informali, in particolare sulle questioni sociali”.

Nel 2001 un altro diplomatico americano in Vaticano, ha dichiarato: “La Santa Sede continuerà a cercare di svolgere un ruolo nel processo di pace in Medio Oriente mentre allo stesso tempo negheranno questa intenzione.”

Thursday, December 9, 2010

Italeaks

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/12/07/italeaks/

Italeaks

Posted: 7 dicembre 2010 by neovitruvian

I DIPLOMATICI A MOSCA SI LAMENTANO DEL RAPPORTO BERLUSCONI – PUTIN

Questo Cable è controverso. In effetti sembra essere stato diramato dall’ambasciata americana a Mosca, però il The Guardian lo da come originario dall’Italia. Purtroppo vista la complessità nel trattare queste informazioni è difficile sapere se il The Guardian abbia fatto un errore, ma è probabile che sia così. Il cable racconta di una fonte (che è stata censurata) che, a pranzo con il diplomatico americano a Mosca, esprime frustrazione per il rapporto fin troppo stretto fra Berlusconi e Putin. Questo rapporto, secondo la fonte, terrebbe talvolta gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese dai Primi Ministri. Il cable è datato 5 Febbraio 2010, è classificato come confidenziale ed è stato redatto probabilmente da John Beyrle, diplomatico americano a Mosca.

Di cosa si parla in questo cable:

  • Una fonte di Beyrle si definisce “frustrata” per la “linea diretta” fra Berlusconi e Putin, che terrebbe anche gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese.
  • I diplomatici non sarebbero a conoscenza dei retroscena, per quel che concerne le scelte prese nei rapporti Italia-Russia, l’unica informazione che avrebbero è “che Berlusconi e Putin approvano” le scelte in questione.
  • La burocrazia risentirebbe di questo comportamento in linea di massima, anche se a volte questa linea si rivela sbrigativa e positiva.
  • Un esempio citato è quello di Gazprom che avrebbe scelto di vendere in Italia mediante Eni (20% delle forniture Eni proverrebbero da Gazprom) a prezzo di mercato (e non sottoprezzo come inizialmente Gazprom aveva deciso di fare) solo dopo un colloquio privato fra Berlusconi e Putin
  • Il rappresentante di Eni a Mosca si rifiuterebbe di dialogare con ambasciate straniere, ma solo da due anni a questa parte
  • Secondo la fonte ‘censurata’ nel documenti il responsabile Eni a Mosca avrebbe ricevuto ordini di rispondere solo a Roma e di non parlare con “ambasciatori stranieri”
  • Enel avrebbe investito circa 6 miliardi di dollari in USA. Leggi l’originale

INCONTRO CON BERLUSCONI IN CONVALESCENZA

Questo documento è il sunto di un incontro per un pranzo privato fra Berlusconi e l’ambasciatore David H. Thorne. L’incontro è un pranzo fra il Presidente del Consiglio e l’ambasciatore italiano, all’incontro è presente anche Gianni Letta, che ha accompagnato l’ambasciatore nella residenza milanese di Berlusconi. Berlusconi è ancora in convalescenza in seguito all’aggressione subita a Milano da parte di Massimo Tartaglia. Il cable è datato 1 Gennaio 2010, l’incontro è avvenuto il 30 Dicembre 2010. L’autore del cable è David H. Thorne, Ambasciatore USA a Roma.

In questo cable si parla di:

  • Berlusconi è ancora ferito e fasciato per l’attacco subito in Dicembre, ma appare comunque ottimista e desideroso di mostrare i suoi progetti per “spingere” l’elite italiana, nonché di condividere pensieri su personaggi politici europei ed italiani
  • I progetti di Berlusconi prevedono la realizzazione di una scuola privata per “l’italian elite”.
  • Berlusconi è “depresso” per via dell’attentato di Tartaglia: lui è un imprenditore, vuole che tutti lo amino (parole di Gianni Letta)
  • Berlusconi ha “sfacciatamente dichiarato”, durante il pranzo, che l’Italia ha messo gli USA al primo posto nelle politiche internazionali e che l’Italia è pronta ad aiutare l’america in qualunque modo possibile
  • Secondo Berlusconi l’influenza ed il potere di Sarkozy sono molto scemati nell’ultimo anno e non ha più il potere che il leader francese aveva un anno prima
  • Berlusconi elogia il rapporto fra Putin e Medvedev e, neanche a dirlo, i saluti dopo pranzo vengono interrotti da una telefonata di Putin
  • Berlusconi esprime “sgomento” per le politiche repressive iraniane ed offre all’ambasciatore USA piena collaborazione sul trattamento delle dinamiche di Teheran, mettendo a disposizione anche i servizi italiani.
  • “Senza mezzi termini” Berlusconi descrive all’ambasciatore americano i magistrati italiani come “un grande problema” dicendosi pronto a stringere un alleanza con il centrosinistra pur di attuare la riforma della giustizia
  • Berlusconi e Letta mostrano un grande rispetto per i leader dell’opposizione, ed elogiano Pierluigi Bersani come un “duro avversario, dotato di una intelligenza superiore”
  • Letta, lontano da Berlusconi, si complimenta anche per l’operato di Massimo D’Alema che avrebbe fatto delle scelte positive molto difficili nei Balcani. L’efficienza di D’Alema è la ragione per cui Berlusconi avrebbe spinto pesantemente al fine di averlo come Ministro degli Esteri UE, nonostante le loro differenze.
  • Letta non esprime giudizio su Antonio Di Pietro, non avendo idea di quali saranno le scelte politiche di questo negli anni a venire
  • Berlusconi e Letta esprimono entrambi “preoccupazione” per l’evolversi della crisi economica nel 2010. I due valutano che l’Italia abbia reagito bene nell’anno decorso, ma sono preoccupati rispetto alla creazione di posti di lavoro nel 2010.
  • Berlusconi annuncia che guiderà l’ambasciatore personalmente in una visita a Roma, nello specifico gli mostrerà il suo progetto di un’Accademia per “l’elite italiana”. Il palazzo “Villa Gernetto”, completamente ristrutturato, ospiterà una scuola speciale per 100 giovani meritevoli e sarà interamente finanziata dalla fortuna personale di Silvio Berlusconi. L’apertura è prevista per Marzo 2010. Berlusconi in merito annuncia che sceglierà personalmente gli studenti. Leggi l’originale

PREPARAZIONE DELL’INCONTRO OBAMA – BERLUSCONI 15/06/2009

Questo documento è una relazione su Berlusconi ed il suo operato in vista dell’incontro fra il Premier italiano ed il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L’autore del cable è Elizabeth L. Diddle, incaricato affari esteri all’ambasciata USA a Roma. Il cable è datato 9 Giugno 2009 ed è classificato come confidenziale.

In questo cable si parla di:

  • Berlusconi viene raccontato dal punto di vista delle scelte politiche
  • Gli atteggiamenti di Berlusconi spesso frivoli e le sue numerose gaffe avrebbero fatto sì che molti (anche all’interno del Governo USA) siano convinti che lui sia un leader europeo inefficiente, vanitoso ed inetto.
  • Berlusconi verrebbe descritto come arrogante ma prezioso alleato nelle vicende internazionali
  • La gestione della crisi economica sarebbe stata “prudente” sotto il Governo Berlusconi
  • Il parere di Berlusconi sarebbe stato favorevole rispetto alla chiusura della prigione di Guantanamo
  • Il parere di Berlusconi sull’operato della NATO sarebbe “distorto” dai rapporti molto intimi e proficui a livello economico e personale che il Presidente del Consiglio intrattiene con la Russia e Vladimir Putin
  • La posizione di Berlusconi rispetto a Vladimir Putin cozzerebbe con la politica ONU di ridurre la dipendenza energetica europea rispetto alla Russia
  • Bisogna, secondo chi scrive il cable, chiarire con Berlusconi che la politica di gestione del nucleare dev’essere trasparente ed onesta, affinché gli americani possano entrare in concorrenza leale con la Russia nell’appalto del know-how necessario alla realizzazione delle centrali
  • Berlusconi negozierebbe con la Libia al fine di ottenere non solo una riduzione del flusso migratorio verso l’Italia, ma anche in funzione dell’ingresso dell’Eni nel mercato del petrolio libico
  • Berlusconi si è fortemente impegnato nel mantenimento delle truppe in Afghanistan ma è sceso dal quarto al sesto posto sulla scala dei contribuenti ISAF. L’Italia sarebbe stata “anemica” in questo frangente tagliando fortemente il budget delle missioni ma gli americani sono certi che con le dovute “pressioni” verso Berlusconi otterrebbero certamente una risposta positiva.
  • La politica italiana sulla presenza di basi americane in Italia è ben vista da chi scrive il cable, vengono elogiate disponibilità e persecuzione di una linea che permetta agli americani una buona presenza sul suolo italiano, con oltre 15.000 unità.
  • Berlusconi fa molte gaffe, ha atteggiamenti frivoli e discutibili, ma tagliare i legami con lui sarebbe sbagliato. E’ un alleato fedele, ammira l’america e intende consolidare i rapporti con essa sempre di più. Nonostante i suoi difetti è stato una pietra miliare nella politica italiana degli ultimi 15 anni e tutto fa pensare che questa presenza durerà ancora a lungo. Leggi l’originale

LE RELAZIONI ITALIA – RUSSIA VISTE DA ROMA

Questo documento, diversamente dai due diramati in precedenza, non è il verbale di una riunione. E’ invece una relazione sui rapporti bilaterali fra Russia e Italia, fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il cable è datato 26 Gennaio 2009. L’autore del cable è l’allora ambasciatore americano a Roma, Ronald P. Spogli. Il cable è classificato come segreto.

Di cosa si parla in questo documento:

  • la scarsa influenza che Frattini avrebbe nei confronti di Berlusconi riguardo le politiche estere in Russia
  • l’ambasciatore della Georgia a Roma riporta al collega statunitense che secondo il loro Governo Putin avrebbe promesso a Berlusconi dei proventi nella costruzione di gasdotti
  • le percentuali di export italiano in Russia aumentano del 230%
  • Berlusconi e Putin si scambierebbero “costosi regali” secondo una fonte dell’ufficio della Presidenza del Consiglio
  • l’assistente particolare (definizione Wikipedia) di Berlusconi, Valentino Valentini, si recherebbe spesso in Russia e sarebbe il suo “uomo chiave” in territorio elvetico ma per l’ambasciata “non è chiaro” cosa andrebbe a fare
  • l’ambasciatore americano sarebbe “irritato” dalla presenza di Berlusconi nella costruzione di rapporti fra Russia e USA e riterrebbe di dovergli mandare “un segnale”.Leggi l’originale

IL SEGRETARIO DELLA DIFESA AVVERTE FRATTINI: IMMINENTE GUERRA CON L’IRAN

Il Segretario alla Difesa Robert Gates (SecDef) si è incontrato con il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini nel corso di una visita ufficiale a Roma l’8 febbraio. Il Cable è datato 22 Gennaio 2010.

Di cosa si parla in questo cable:

  • Strategie in Afghanistan
  • Possibilità di guerra in Iran
  • Operazioni nel Corno d’Africa

Leggi l’originale

Fonte

Scarica l’Insurance File:



Wednesday, December 1, 2010

Cablegate: Gates, mette in guardia sulla guerra in Iran

http://neovitruvian.wordpress.com/2010/11/29/cablegate-gates-mette-in-guardia-sulla-guerra-in-iran/

Cablegate: Gates, mette in guardia sulla guerra in Iran

Posted: 29 novembre 2010 by neovitruvian

SOGGETTO: INCONTRO TRA IL SEGRETARIO DELLA DIFESA ROBERT GATES CON IL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO FRANCO FRATTINI

SOMMARIO:

Il segretario della Difesa Robert Gates e il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini si sono incontrati nel corso di una visita ufficiale a Roma l’8 febbraio. Sull’Afghanistan, Frattini era desideroso di andare oltre la Conferenza di Londra e lavorare per produrre risultati concreti per il popolo afgano. Ha proposto un migliore coordinamento civile-militare nei gradi più alti nella NATO, e ha proposto un coordinamento, in materia di progetti locali, attraverso il confine tra Afghanistan e Iran. Il Segretario della Difesa ha ringraziato Frattini per l’impegno mostrato dall’Italia nell’aumentare il suo contingente militare per le operazioni in Afghanistan e ha spiegato dove esistono lacune nella cooperazione civile-militare. Frattini ritiene che la comunità internazionale si sia defilata per quanto riguarda l’Iran e incoraggia un migliore coordinamento con i paesi al di fuori del P5-plus-1. Il segretario alla difesa ha avvertito che un Iran armato nuclearmente potrebbe portare ad una maggiore proliferazione nucleare in Medio Oriente, alla guerra, o a entrambi. Gates, è d’accordo con Frattini nel voler tenere una conferenza delle Nazioni Unite per evidenziare le sfide alla sicurezza nel Corno d’Africa.

AFGHANISTAN

Frattini ha iniziato il colloquio dicendo al Segretario alla difesa, che gli Stati Uniti possono contare sul pieno sostegno dell’Italia in Afghanistan, in Iran e dove c’è da combattere il terrorismo. Parlò recentemnte con il generale Jones e il Segretario Clinton e propose lo stesso messaggio. Espresse il desiderio di concentrarsi sull’ approccio comprensivo in modo tale da migliorare la vita quotidiana degli afgani. Affermò la necessità di fare pressioni sul presidente Karzai affinchè riuscisse a rendere più governabile il paese altrimenti avrebbe rischiato di perdere l’appoggio dei parlamenti della coalizione. Frattini ha preso atto dei progetti concreti messi in moto dall’Italia come la conversione delle piantagioni di papavero in terreni per la produzione di olio d’oliva e la creazione di una scuola superiore per la pubblica amministrazione.

Il Segretario alla Difesa ha elogiato gli sforzi di Roma per aumentare il contributo italiano, chiedendo se fossero disponibili più Carabinieri per l’addestramento delle forze di sicurezza afgane. Ha osservato che l’enfasi del generale McChrystal sulla protezione dei civili afgani ha cambiato l’atteggiamento delle opinioni pubbliche alleate. Il Segretario della difesa ha detto di essere a favore di un approccio comprensivo, sottolineando la necessità di tutte le parti interessate in Afghanistan di condividere le informazioni in maniera efficace. Egli spera che il nuovo Senior Civilian Representative della NATO, l’ambasciatore Mark Sedwill, potesse facilitare tutto questo. Il segretario alla difesa ha raccomandato in particolare di migliorare la governabilità al di sotto del livello del governo nazionale approfittando delle istituzioni tradizionali e di governatori competenti a livello regionale e sub-regionale. A livello nazionale, tuttavia, la nostra priorità deve essere lo sviluppo di quei ministeri più critici per il nostro successo, come la Difesa, l’Interno, le Finanze, l’Agricoltura, e la Salute. Riprendendo la recente dichiarazione del Gen. McChrystal e cioè che la situazione in Afghanistan non si sta più deteriorando, il segretario alla difesa dice che la sfida principale è quella sul piano psicologico – Bisogna convincere il popolo afghano che noi vinceremo e che alla fine non gli si abbandonerà.

Frattini è d’accordo sul fatto che l’integrazione civile-militare è la parte più debole della strategia afghana. Ha inoltre espresso la sua frustrazione riguardo il fatto che i ministri degli esteri della NATO discuto solo sull’agricoltura e sull’istruzione, mentre i ministri della difesa discutono solo di sicurezza. Il problema, ha suggerito Frattini, è che non si parlano tra loro. Ha proposto una riunione congiunta dei ministri degli esteri e della difesa, per cominciare dei colluqui tra esperti. Il segretario alla difesa ha risposto che il generale McChrystal e l’ambasciatore Eikenberry portano avanti una collaborazione civile-militare a livello nazionale sulla base di un piano comune, così come fanno i comandanti locali con i dirigenti del PRT. Ciò che manca è il livello in mezzo – i comandi regionali – e il segretario alla difesa ha espresso il desiderio di Sedwill di nominare sottoposti per affrontare la questione in ogni RC, sulla base dell’esempio della cellula civile-militare RC-Sud. L’effetto sarebbe una cascata di coordinamento civile-militare a livello nazionale, regionale e locale. Il segretario alla difesa ha notato che ci sono stati degli sforzi simili da parte di Kai Eide che fù ostacolato dalle scarse risorse e dall’avversione delle Nazioni Unite nel lavorare con i militari. Come rappresentante della NATO, Sedwill non dovrebbe avere questi problemi.

Frattini ha anche chiesto una cooperazione pratica attraverso il confine afgano-iraniano. Gli incentivi locali per la cooperazione potrebbero minare il traffico di droga e di armi e aiutare le operazioni di riconciliazione con i Talebani. Il segreatrio della difesa ha osservato che l’Iran sta facendo il doppio gioco – da una parte cercando di essere amichevole con il governo dell’Afghanistan dall’altra tentando di minare gli sforzi dell’ISAF. Ha fatto notare che l’intelligence indichi che ben poco materiale letale attraversa il confine afghano. Il segretario della difesa ha suggerito che la protezione della via commerciale dell’Afghanistan con l’Iran orientale, è molto importante per le economie locali su entrambi i lati del confine e che potrebbe essere un ottimo punto di partenza. Gates ha fatto notare che ogni sforzo dovrà essere coordinato con Kabul. Frattini ha convenuto sulla presa di posizione di Gates.

IRAN

Frattini ha sostenuto le recenti dichiarazioni pubbliche del segretario della difesa sull’ aumento delle tensioni in Iran. Egli ha dichiarato che di Ahmadinejad non ci si può fidare, soprattutto dopo essersi contraddetto per quanto riguarda le recenti dichiarazioni costruttive del suo stesso governo. Frattini, citando una recente conversazione con il Ministro degli Esteri russo Lavrov, ha detto che la Russia avrebbe sostenuto la pista delle sanzioni. La sfida era quella di portare la Cina dalla propria parte, la Cina e l’India, secondo Frattini, sono state fondamentali per l’adozione di misure che potrebbero influenzare il governo, senza danneggiare la società civile iraniana. Il ministro degli esteri italiano ha inoltre proposto di includere in particolare l’Arabia Saudita, la Turchia, il Brasile, il Venezuela e l’Egitto nella conversazione. Ha espresso frustrazione particolare per il “doppio gioco” dell’Ankhara. Frattini ha proposto una riunione informale dei paesi del Medio Oriente, che erano desiderosi di essere consultato sulla questione Iran, e ha fatto notare come il segretario Clinton fosse d’accordo.

Il segretario della difesa ha sottolineato che una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sarebbe stata importante perché avrebbe dato all’Unione europea e alle nazioni una base giuridica per imporre sanzioni anche più severe contro l’Iran. Il segretario della difesa ha acutamente avvertito della necessità di azioni urgenti. Senza progressi nei prossimi mesi, si rischia una proliferazione nucleare in Medio Oriente, una guerra sollecitata dall’intervento Israeliano, o entrambi. Il segretario della difesa ha previsto “un mondo diverso” in 4-5 anni se l’Iran avesse avuto la possibilità di sviluppare armi nucleari. Gates concorda con la valutazione di Frattini sull’Arabia Saudita e sulla Cina, osservando che l’Arabia Saudita è più importante, per Pechino e Mosca che per l’Iran.

Il segretario alla difesa ha esortato Frattini a riconsiderare la visita prevista in Italia di un prominente parlamentare iraniano sulla scia delle recenti esecuzioni degli studenti in opposizione al governo. Allo stesso tempo, dovremo accertarci di non screditare l’opposizione.

IL CORNO D’AFRICA

Frattini ha espresso preoccupazione per il deterioramento della situazione in Somalia e Yemen. Ha fatto notare, in una recente conversazione con il Presidente Sharif del governo di transizione somalo (TFG), il fatto che Sharif non sarebbe più stato in grado di pagare le forze di sicurezza dal termine di febbraio. Frattini ha detto che l’Italia ha cercato di incoraggiare la Presidenza UE a concentrarsi sulla Somalia e lo Yemen, e propose una conferenza delle Nazioni Unite sul Corno d’Africa, affrontandone i problemi di sicurezza. L’Italia stava fornendo finanziamenti al governo di transizione somalo. Il Segretario della difesa è d’accordo che le regioni meritato maggiore attenzione.