http://zret.blogspot.it/2013/10/ominose-omissioni.html
Ominose omissioni
Molte
persone si chiedono quali siano i criteri per distinguere la vera
informazione dalla disinformazione mascherata. Non è facile rispondere:
non esistono metodi semplici e sempre efficaci per discernere. Tuttavia è
possibile indicare delle tracce che permettono di separare il grano dal
loglio. In genere, i depistatori camuffati rivelano il 95 per cento di
verità intrecciato al 5 per cento di menzogne in modo da rendere ai
lettori arduo, se non impossibile, orientarsi. Esagerazioni si
aggrovigliano a ridimensionamenti. Paradossalmente la tendenza a
ridimensionare è spesso più insidiosa di certe affermazioni che, pur
sembrando iperboliche, contengono, invece, un fondo di verità.
I divulgatori contraffatti sono traditi anche dal linguaggio: abusano di termini ed espressioni come “cospirazionismo”, “teoria del complotto”, “complottisti” etc. Sono parole e diciture ghettizzanti nonché erronee. Lo evidenzia, ad esempio, Roberto Quaglia nel suo saggio “Il mito dell’11 settembre”. Il libro non è solo una ricostruzione meticolosa dei fatti occorsi a New York, Washington e Pennsylvania quel fatidico giorno, ma anche un’analisi sociologica di valore inestimabile. Eppure, dopo aver compiuto la sua acutissima disamina semantica, confinando il vocabolo “teoria” nell’ambito che gli è proprio, quello dei modelli scientifici, l’autore adotta il lessico malato della disinformazione. Ciò induce a formulare due ipotesi: o la patologia del linguaggio è endemica e cronica o certuni optano per un vocabolario che penetra a tal punto nella prassi linguistica e nel modo di pensare da rendere quasi del tutto inutile la diffusione di versioni non ufficiali.
Nondimeno l’argomento più forte che permette di inchiodare i gatekeepers è un altro: essi omettono di trattare certi temi o li affrontano in modo superficiale. La pietra di paragone, come è ovvio, è la biogeoingegneria clandestina: chi adduce motivazioni più o meno grottesche per ignorare o annacquare il genocidio globale, è senza dubbio un “guardiano del cancello”. Anche tra i ricercatori sul 9 11 si annovera chi appartiene ai negazionisti delle scie chimiche.
Un’altra omissione sintomatica è quella relativa al Vaticano: trascurare il ruolo della Chiesa di Roma nelle trame mondialiste o addirittura innalzarla a baluardo contro gli “Illuminati” è chiaro indizio di depistaggio.
Pure l’insistenza ossessiva sul potere dei banchieri e su questioni finanziarie è segnale inquietante: si pensi alla produzione nota come Zeitgeist o al Thrive movement, entrambi espressioni del sistema che fingono di contrapporsi al sistema. Gli usurai internazionali sono molto influenti, ma non sono al vertice della piramide. Le luride élites detengono da tempo il controllo delle risorse del pianeta: esse perseverano con la biogeoingegneria illegale e con mille altri delitti per perseguire scopi differenti dalla mera egemonia economica.
In generale i falsi informatori minimizzano o fingono di non vedere questioni in grado di sovvertire la visione consolidata del mondo, accontentandosi di fare il solletico all’establishment. Tralasciando tutti coloro che pontificano sui mali del capitalismo, sul riscaldamento globale causato dal biossido di carbonio, sui “politici“ corrotti... , è nel variegato universo dell’informazione “libera” che si annidano i maggiori pericoli.
Qui troveremo chi, ostentando atteggiamenti anti-sionisti, non rilancia i dossier di Gianni Lannes sulla strage di Ustica. Sono ricerche che indicano proprio in Israele il responsabile della carneficina... (Illustre Marco Preve, ha un altro appiglio per muovere accuse di “antisemitismo”). [1]
Qui troveremo chi, come Adam Kadmon, pur denunciando qualche misfatto governativo, difende le istituzioni in quanto tali: esse proteggono i cittadini, sono benevole, soccorrevoli. Se, in qualche caso una scheggia impazzita del potere causa un po’ di danni, il sistema in sé è buono. E’ vero il contrario: gli stati sono incarnazione della violenza e della corruzione, con qualche lodevole eccezione al loro interno.
Qui troveremo chi, come Giulietto Chiesa, si getta nelle braccia della Russia, inscenando una contrapposizione per lo più fittizia tra i Russi (buoni) e gli Statunitensi alias Ammerikani (cattivi).
Qui troveremo chi asserisce che esiste un Nuovo ordine mondiale positivo cui, presto o tardi, daremo il nostro consenso.
Qui troveremo chi farnetica di fantomatiche federazioni galattiche che salveranno il pianeta, ammonendo e punendo non gli infernali governi, ma i comuni abitanti “brutti, sporchi e cattivi”.
Questi dunque sono alcuni parametri per identificare la pseudo - informazione. Con un po’ di fiuto se ne potranno identificare altri. L’indagine continua...
[1] Corre l’obbligo precisare che altri giornalisti freelance, pur individuando in Israele l’autore dell’abbattimento del DC9, non concordano con Lannes per quanto attiene ad alcune circostanze.
I divulgatori contraffatti sono traditi anche dal linguaggio: abusano di termini ed espressioni come “cospirazionismo”, “teoria del complotto”, “complottisti” etc. Sono parole e diciture ghettizzanti nonché erronee. Lo evidenzia, ad esempio, Roberto Quaglia nel suo saggio “Il mito dell’11 settembre”. Il libro non è solo una ricostruzione meticolosa dei fatti occorsi a New York, Washington e Pennsylvania quel fatidico giorno, ma anche un’analisi sociologica di valore inestimabile. Eppure, dopo aver compiuto la sua acutissima disamina semantica, confinando il vocabolo “teoria” nell’ambito che gli è proprio, quello dei modelli scientifici, l’autore adotta il lessico malato della disinformazione. Ciò induce a formulare due ipotesi: o la patologia del linguaggio è endemica e cronica o certuni optano per un vocabolario che penetra a tal punto nella prassi linguistica e nel modo di pensare da rendere quasi del tutto inutile la diffusione di versioni non ufficiali.
Nondimeno l’argomento più forte che permette di inchiodare i gatekeepers è un altro: essi omettono di trattare certi temi o li affrontano in modo superficiale. La pietra di paragone, come è ovvio, è la biogeoingegneria clandestina: chi adduce motivazioni più o meno grottesche per ignorare o annacquare il genocidio globale, è senza dubbio un “guardiano del cancello”. Anche tra i ricercatori sul 9 11 si annovera chi appartiene ai negazionisti delle scie chimiche.
Un’altra omissione sintomatica è quella relativa al Vaticano: trascurare il ruolo della Chiesa di Roma nelle trame mondialiste o addirittura innalzarla a baluardo contro gli “Illuminati” è chiaro indizio di depistaggio.
Pure l’insistenza ossessiva sul potere dei banchieri e su questioni finanziarie è segnale inquietante: si pensi alla produzione nota come Zeitgeist o al Thrive movement, entrambi espressioni del sistema che fingono di contrapporsi al sistema. Gli usurai internazionali sono molto influenti, ma non sono al vertice della piramide. Le luride élites detengono da tempo il controllo delle risorse del pianeta: esse perseverano con la biogeoingegneria illegale e con mille altri delitti per perseguire scopi differenti dalla mera egemonia economica.
In generale i falsi informatori minimizzano o fingono di non vedere questioni in grado di sovvertire la visione consolidata del mondo, accontentandosi di fare il solletico all’establishment. Tralasciando tutti coloro che pontificano sui mali del capitalismo, sul riscaldamento globale causato dal biossido di carbonio, sui “politici“ corrotti... , è nel variegato universo dell’informazione “libera” che si annidano i maggiori pericoli.
Qui troveremo chi, ostentando atteggiamenti anti-sionisti, non rilancia i dossier di Gianni Lannes sulla strage di Ustica. Sono ricerche che indicano proprio in Israele il responsabile della carneficina... (Illustre Marco Preve, ha un altro appiglio per muovere accuse di “antisemitismo”). [1]
Qui troveremo chi, come Adam Kadmon, pur denunciando qualche misfatto governativo, difende le istituzioni in quanto tali: esse proteggono i cittadini, sono benevole, soccorrevoli. Se, in qualche caso una scheggia impazzita del potere causa un po’ di danni, il sistema in sé è buono. E’ vero il contrario: gli stati sono incarnazione della violenza e della corruzione, con qualche lodevole eccezione al loro interno.
Qui troveremo chi, come Giulietto Chiesa, si getta nelle braccia della Russia, inscenando una contrapposizione per lo più fittizia tra i Russi (buoni) e gli Statunitensi alias Ammerikani (cattivi).
Qui troveremo chi asserisce che esiste un Nuovo ordine mondiale positivo cui, presto o tardi, daremo il nostro consenso.
Qui troveremo chi farnetica di fantomatiche federazioni galattiche che salveranno il pianeta, ammonendo e punendo non gli infernali governi, ma i comuni abitanti “brutti, sporchi e cattivi”.
Questi dunque sono alcuni parametri per identificare la pseudo - informazione. Con un po’ di fiuto se ne potranno identificare altri. L’indagine continua...
[1] Corre l’obbligo precisare che altri giornalisti freelance, pur individuando in Israele l’autore dell’abbattimento del DC9, non concordano con Lannes per quanto attiene ad alcune circostanze.
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Poi qualcuno si stupisce quando salta fuori che gli italiani sono uno dei popoli più ignoranti...
ReplyDeleteSe questo è uno di coloro che dovrebbero insegnare...
Il complottismo non è solo italiano. Purtroppo :(
DeleteDiciamo che gli servirebbe un TSO, una persona così è malata
ReplyDelete"Gianni Lannes sulla strage di Ustica. Sono ricerche che indicano proprio in Israele il responsabile della carneficina"
ReplyDeleteMa secondo voi zret è più razzista o antisemita ??
io non vorrei che mio figlio fosse nella classe di un simile individuo
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DeleteE' anti-ebreo (e probabilmente nazista).
DeleteAntisemita vorrebbe dire essere contro l'etnia semita (di cui fanno parte anche gli arabi).
Anti-sionista vorrebbe dire essere, nello specifico, contro il sionismo, termine dietro cui sono soliti nascondersi gli anti-ebrei.
Se fosse così sarei già andato dal preside a dirgliene quattro sul muso, per poi segnalare la cosa a chi di dovere e ritirare dalla classe la prole.
DeletePiù che altro è un gran coglione bilioso, uno degli stupidi che, secondo le leggi fondamentali della stupidità umana del grande Carlo Maria Cipolla, sono le persone più pericolose, più dei banditi :
ReplyDeletehttp://www.giovis.com/cipolla.htm
mitico Cipolla:D
ReplyDeleteil suo quadrante vale quanto la Boston Matrix e l'analisi SWOT