L'immensa sputtanata a Zelig

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Scopo del Blog

Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.

Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.

Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.

Ciao e grazie della visita.

Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:

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Sunday, April 19, 2015

Una strada senza uscita: tra infiltrati, falsi attivisti ed incompetenti

http://www.tankerenemy.com/2015/04/una-strada-senza-uscita-tra-infiltrati.html

Una strada senza uscita: tra infiltrati, falsi attivisti ed incompetenti



Molti ci hanno chiesto perché non abbiamo pubblicizzato la manifestazione bolognese organizzata dal Signor Massimo Rodolfi di "Riprendiamoci il pianeta".

Per rispondere, bisogna in primo luogo ricordare che tempo fa proponemmo un articolo spiritoso, ispirato ad una sua testimonianza audio-video su Skype. Era un modo per prendere le distanze da un personaggio come Giulietto Chiesa, il temporeggiatore. Non riponevano e non riponiamo alcuna fiducia in Chiesa che avalla la fandonia del global warming da biossido di carbonio nonché la geoingegneria ufficiale per “salvare la Terra”. Apriti cielo! Sembrava che avessimo commesso un delitto di lesa maestà. Subito ci giunse una perentoria richiesta di rimozione della pasquinata, anche da blog che l’avessero nel frattempo rilanciata, con toni tanto veementi ed ultimativi, che veramente poco si addicono ad una persona che afferma di aver conseguito un alto livello spirituale. Non fu inteso che il testo era ironico: l’ironia è sinonimo di intelligenza…

Va bene: si può anche non avere il coraggio delle proprie opinioni, nonostante anche tale atteggiamento strida con la tanta ostentata “spiritualità”, ma la maniera minacciosa e brutale con cui si esigeva la cancellazione del pamphlet ci lasciò sconcertati. Passi! Per noi era finita lì. Non per il Signor Rodolfi che cominciò a scrivere una serie di altisonanti articoli e comunicati in cui con accenti oracolari deprecava la nostra condotta. Avevamo evidenziato senza peli sulla lingua l’inconcludenza di Chiesa e la reazione era stata inconsulta. Nei fatti Chiesa in tutti questi anni ha offerto come contributo alla lotta contro le chemtrails lo stesso apporto che i “politici” nostrani danno alla risoluzione dei problemi. In ogni caso ognuno è libero di scegliersi i suoi idoli e di trastullarsi con quelli, come i bambini amano dormire con l’orsacchiotto di peluche.

Comunque non replicammo alle accuse del Signor Rodolfi, neanche quando in una risposta ad un attivista osò definire Rosario Marcianò “un manipolatore” (sic!).



Negli anni il Signor Rodolfi ha seguito la sua strada nel campo dell’informazione inerente alla geoingegneria clandestina, commettendo, a nostro avviso, una serie di errori tattici e strategici, a causa di una preparazione piuttosto raffazzonata sul tema. Sebbene con questa trascuratezza screditasse e danneggiasse l’intero movimento, lo abbiamo ignorato, come abbiamo ignorato le sue iniziative e boutades.

Purtroppo non esiste solo la disinformazione degli invasati occultatori, ma esistono pure il sensazionalismo e la superficialità di chi, dopo aver spigolato informazioni da fonti eterogenee e talora inattendibili, si improvvisa conferenziere, magari elogiando la scrittrice Naomi Klein, nota negazionista e gatekeeper che accredita la versione ufficiale del riscaldamento planetario da CO2 ed incoraggiando l'acquisto dei suoi libri. Roba da pazzi! In un evento che ufficialmente serve a denunciare le cosiddette scie chimiche si dà spazio alle solenni scempiaggini della Klein, idiozie che, tra l’altro, sono incompatibili con le acquisizioni riguardanti le attività chimico-biologiche.

UN AIUTO PER TANKER ENEMY - solita marchetta che mi ermetto di rimuovere.

Dal 2005 ad oggi abbiamo compiuto delle ricerche serie, specialmente grazie ai contatti con scienziati e ricercatori italiani e stranieri (sempre citati, al contrario della prassi peculiare del Signor Rodolfi e di altri...): ne sono scaturite conclusioni che sono risultate corrette. In giro, però, si ciancia ancora di scie evanescenti che sarebbero di condensazione, di bidoni montati negli aerei, di acido cloridrico (sic!) e di amenità simili. Pazienza.

Non ci si chieda, però, di aderire a proteste che, fatta la tara di atteggiamenti folkloristici, sfociano solo in proclami, in un’accozzaglia di asserzioni farraginose. Già il cittadino medio stenta a comprendere i termini essenziali del problema, a distinguere una nuvola naturale da una sintetica, che cosa succede, se mescoliamo tutto ed il contrario di tutto: la sovranità monetaria, i cambiamenti climatici, i diritti degli animali, la crisi economica, la nuova sessualità, Naomi Klein?

Chi sono dunque i veri manipolatori? Quelli forse che dimostrano schiettezza e trasparenza, senza temere di smascherare venerati “guardiani del cancello”, anche a costo di attirarsi gli strali di certa magistratura e le falsità di finti attivisti, come se non bastassero i quotidiani attacchi di disinformatori mentecatti?

Non è in atto una lotta all’interno del movimento, perché certi “attivisti” sono soltanto degli arruffoni (sempre che siano in buona fede) e di fatto e di diritto dal gruppo sono fuori, senza dimenticare che alcuni, come quei due lì di Pordenone, sono fuori in ogni senso.

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Tuesday, September 2, 2014

Naturalisti ed artificialisti

http://www.tankerenemy.com/2014/09/naturalisti-ed-artificialisti.html

Naturalisti ed artificialisti


Come si devono interpretare oggigiorno i fenomeni climatici e meteorologici? Sono un complesso di situazioni per lo più naturali o artificiali?

Anche se rincresce ammetterlo, il dominio della natura per opera degli apparati miiltari ed industriali, è ormai un dato di fatto. Si pensi, a titolo di mero esempio, al caso della costa occidentale degli Stati Uniti dove anni di attività igroscopiche hanno portato ad una spaventosa siccità. Le perturbazioni da lustri sono in modo sistematico bloccate sul Pacifico o deviate verso il Midwest: entro un paio d’anni la California resterà senz’acqua. I danni all’agricoltura non si contano, mentre gli incendi divorano le foreste già sofferenti per la cronica penuria di piogge e le quantità abnormi di metalli pesanti nell’humus.

La sorte della California dimostra che è possibile piegare i fenomeni atmosferici ai proprio loschi fini. Ciò che accade nello stato della Federazione è emblematico e si può estendere a molte altre regioni del pianeta dove ormai il clima è “sintetico” o comunque sconvolto da diuturni, massicci interventi.



I “naturalisti” (definiamo così chi reputa che le manifestazioni meteorologiche attuali dipendano in gran parte da fattori naturali, quali l’attività solare, i cicli geologici, i raggi cosmici etc.) negano che la tecnologia possa soggiogare la natura. Essi adducono come prova il fatto che la calotta glaciale antartica si sta espandendo, a dispetto delle ciance circa il riscaldamento globale attribuito al biossido di carbonio. I “naturalisti” non hanno tutti i torti: è vero, in primo luogo, che l’incidenza del biossido di carbonio sul global warming è irrilevante o, per lo meno, sopravvalutata. E’ altresì indubbio che le forze naturali sono potenti e rigeneratrici di sé stesse, soprattutto quando non sono imbrigliate. E’ possibile che in talune zone, per una concomitanza di agenti endogeni ed esogeni, la natura riesca ancora a prevalere sulle armi climatiche.

Tuttavia nelle aree strategiche della Terra, assistiamo ad un’indiscutibile contraffazione dei fenomeni meteo. Lo sottolineano coloro che possiamo denominare “artificialisti”. Costoro ritengono che il tempo recuperi le sue complesse ma ordinarie dinamiche, quando sono sospese le operazioni di geoingegneria clandestina, incluse le attività che prevedono l’uso di armi elettromagnetiche et similia. L’osservazione di un cielo naturale e l’analisi dei relativi eventi atmosferici, dopo un periodo più o meno lungo rovinato da manipolazioni, attesta la correttezza delle asserzioni provenienti dagli “artificialisti”.

Come scrive Giulio Carlo Argan, a proposito di Frank Lloyd Wright e della sua celebre “casa sulla cascata”, tecnologia vs natura, 1 a 0. Almeno per ora.

Articoli correlati:

- Allarme siccità in California: lasciate dalle autorità senz'acqua 25 milioni di persone, 2014
- Antartico da record: anomalia positiva, 2014


Monday, March 31, 2014

Io, tu e le cose

Questa volta il contenuto e' anche condivisibile. La forma, purtroppo, lascia ancora molto a desiderare.


http://zret.blogspot.it/2014/03/io-tu-e-le-cose.html

Io, tu e le cose


Qual è il nostro rapporto con le cose? Nel mondo attuale, per lo più, gli uomini non possiedono le cose, ma sono posseduti da esse. La società materialista ha alienato gli individui, portandoli a conferire valore intrinseco ad un nuovo modello di cellulare, ad un’automobile fiammante: l’obsolescenza psicologica, però, è più rapida di quella merceologica. Si pensi soprattutto agli adolescenti: essi presto si stancano del marchingegno che hanno facilmente ottenuto da genitori permissivi. Subito i rampolli smaniano per un nuovo gadget dalle prestazioni sbalorditive e dalle linee accattivanti.

Può sembrare paradossale, ma chi brama sempre nuovi prodotti, invero non è attaccato alle cose, ma al loro valore simbolico (status symbol), alla possibilità di ostentare prestigio sociale. Spesso questa attrattiva per le cose si incanala verso strumenti tecnologici, visto che oggigiorno la persona tende a vivere in simbiosi con la téchne.

La materia lascia trasparire una filigrana spirituale. E’ una filigrana che gli esseri reificati non riescono ad intravedere. Gli oggetti, invece, per gli uomini più evoluti sono o possono assurgere, come ci ricorda Giulio Carlo Argan, a valori. E’ l’utensile appartenuto al nonno e che si rivela ancora adatto alla bisogna. E’ la suppellettile che ingentilisce un angolo della nostra casa. Di per sé il soprammobile è insignificante, ma è circonfuso di un’aura o perché è un dono di un amico o in quanto è legato ad un’esperienza indimenticabile e così via. Ecco che la cosa, inerte e vuota, si riempie di senso per noi. Sono soprattutto gli oggetti dell’infanzia a caricarsi di energie, di evocazioni, di odori: sappiamo sbarazzarci delle automobili in miniatura con cui ci divertivamo, quando eravamo piccoli? Anche le banali figurine raccolte con zelo paziente sarebbero ancora custodite in qualche cassetto, se madri un po’ corrive non le avessero gettate via. Forse l’attaccamento a certe cose è il legame con il nostro passato, ma il tentativo di aggrapparsi ad un passato altrui. Infatti oggi noi non siamo più chi fummo.

Il tempo trascorso, scrive Montale, “appartiene ad un altro”... ad un altro me stesso, bisogna chiosare, giacché la nostra identità è flusso, cambiamento, impermanenza: già dieci minuti addietro eravamo differenti da come siamo adesso. Allora gli oggetti diventano gli appendini cui sono sospesi i nostri molteplici e fallaci io. Che cos’è l’identità, se non una risma di fogli incollati l’uno sull’altro?

Seguiamo un‘intervista video, ma non ascoltiamo! Guardiamo l’ambiente in cui l’intervistato risponde alle domande: gli scaffali con i libri dietro di lui, l’arredamento, i dipinti e le stampe alle pareti, i vasi con le piante... esprimono dell’intervistato la natura intima, le sue abitudini, gusti, interessi, ubbie... in una parola, l’anima.

In un melanconico e bellissimo sonetto, il poeta barocco Tommaso Stigliani contempla l’arredamento della camera in cui suole soggiornare, pensando che, quando sarà conclusa la sua vita, gli oggetti, invece, muti e silenziosi, continueranno a vivere ancora per molte generazioni. L’immortalità appartiene a cose morte. Eppure non sono forse esse, almeno sotto certi rispetti, immagini che misteriosamente proietta la nostra prodigiosa coscienza? Non sono forse le ombre colorate della nostra fervida immaginazione?

Alcuni ritengono che, se esiste un mondo ultraterreno, esso sarà popolato dalle nostre proiezioni, dai desideri e dai sogni: se abbiamo sempre vagheggiato una villa su una scogliera, carezzata dall’azzurro del mare e del cielo, un giorno vivremo lì. Quella dimensione sarà abitata dalle persone, dagli animali e dagli oggetti che più abbiamo amato, sempre che abbiamo amato.

E’ folle incistarsi al denaro, al possesso, alle ricchezze. Nella novella “La roba”, Giovanni Verga descrive la disperazione del protagonista che, sapendo di essere prossimo a morire, vorrebbe portare tutto il suo patrimonio con sé. La ricchezza, però, è merce ed usura, mentre le cose amate, persino a volte quelle di “pessimo gusto”, come le definisce Guido Gozzano, si animano, come se scorresse al loro interno una linfa.

Spiritualizzare la materia, che forse è solo un simulacro dello spirito, è alchimia per eccellenza. La vita dunque può essere tentativo alchemico o deriva verso il nulla.


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Saturday, April 9, 2011

Il fattore cigno nero

http://zret.blogspot.com/2011/04/il-fattore-cigno-nero.html

Il fattore cigno nero

“Il fattore cigno nero” è il primo episodio della serie “The secret”, aprile 2011. Molti storceranno il naso, leggendo una recensione lusinghiera di un albo a fumetti: i “comics” sono sdegnosamente considerati un’espressione della sub-cultura o visti dai critici generosi come un prodotto della cosiddetta “cultura popolare”. Meglio forse i brogliacci di Umberto Eco?

Giulio Carlo Argan, nella sua schifiltosa analisi della Pop art, a proposito delle note opere di Roy Liechtenstein, si chiede se leggere un fumetto per provare una fuggevole emozione non sia una perdita di tempo. In una società di uomini per lo più meccanizzati l’emozione vale così poco? Inoltre il fumetto statunitense, serigrafico e seriale, è lontano dalle produzioni italiane che preservano, almeno negli esempi migliori, dignità estetica. Si pensi a “Dylan Dog”. In questo alveo si colloca “The secret” con le sue tavole incise, la sceneggiatura intelligente ed un accorto dosaggio degli ingredienti narrativi tra realtà e fantasia. Qual è poi il confine tra fiction e verità? Cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia: qui l’inventiva ci conduce non solo a vivere avventure, ma a compiere il viaggio per eccellenza, l’itinerario in noi stessi.

Non si legga “The secret” per attingere la Verità, ma per aprire degli spiragli possibili sul volto oscuro del potere: in questi tempi sinistri ci può accompagnare lungo il declinante tracciato, tra desiderio di conoscere e smania di evasione. Evasione? “Il fattore cigno nero” spinge a riflettere, anche con le sue citazioni alte (in primis la frase della “Lettera agli Efesini”, “La nostra lotta…”), sulla necessità di evadere dalla condizione di uomini-prigionieri. Uomo-prigioniero è il protagonista Adam Mack (nella caratterizzazione anagrafica, il ricordo della creatura prima della caduta ed uno sprazzo di fidente Ufologia): un personaggio quanto mai pragmatico e, per così dire, pentasensoriale, costretto da eventi sbalorditivi a confrontarsi con la natura contraddittoria e multidimensionale del mondo. Anche se attraverso la forma dell’intrattenimento, i lettori più sensibili intuiranno che non esiste solo la materia e che, se si rinuncia all’immaginazione, si rinuncia ad una parte di noi, la migliore.

Qualcuno si è rammaricato, perché “The secret”, risultato di una lunga e – penso – travagliata gestazione, è uscito solo nel 2011, a distanza di tanti anni dal 9 11, dalle abductions, dall’operazione “scie chimiche” etc. Immagino non sia stato facile contemperare le esigenze diegetiche, che si muovono tra analessi, montaggio sovrano e ripetuti cambiamenti di inquadratura, con lo scopo di disseminare frammenti di attualità censurata, ma Giuseppe di Bernardo, insieme con i suoi collaboratori, ci è riuscito in pieno.

Che “The secret” contribuisca a diffondere quel briciolo di coscienza, soprattutto tra gli adolescenti ed i giovani, tradizionali fruitori di fumetti, pur in questa età frigidamente digitale, coscienza da cui può dipendere qualche percorso del futuro. Se non è troppo tardi.



Friday, September 10, 2010

Scie chimiche, forum, intrecci e linguaggio orientato (Troppo tardi, Tom)

http://www.tankerenemy.com/2010/09/scie-chimiche-forum-intrecci-e.html

Scie chimiche, forum, intrecci e linguaggio orientato (Troppo tardi, Tom)

E' vero: è spiacevole ed anche doloroso addivenire a certe conclusioni, ma non si può sottacere che l'informazione considerata controcorrente è – piaccia o no - una costola del sistema. E' vero: crollano dei miti. Chi scrive un tempo ha dato fiducia a giornalisti e ricercatori che reputava liberi ed in buona fede, nonostante legittime divergenze di opinioni. Era una fiducia mal riposta, poiché alcuni personaggi hanno saputo e sanno coagulare attorno a sé il consenso, la stima e pure la simpatia di lettori nauseati dai media di regime.

Queste persone hanno creato siti, pubblicato riviste, organizzato e tenuto conferenze, non mirando al risveglio delle coscienze, ma per mantenerli nel recinto di infinite ed inutili discussioni. La loro strategia è come quella di Quinto Fabio Massimo: si basa sul temporeggiamento. Per discutere il luogo virtuale per eccellenza è il forum ed è proprio nei forum, simili a vivai, che sono nati e cresciuti disinformatori mascherati non di rado scelti come onnipotenti e tirannici moderatori. Non ci si riferisce ai forum del "Corriere" o della "Stampa", ma a quelli annessi a portali "indipendenti". Che cosa accade? Accade che un utente che denuncia le scie chimiche o altri temi scomodi subito è tollerato, ma poi diventa oggetto di denigrazioni e di angherie di ogni tipo. Il dibattito presto degenera e l'iscritto onesto viene isolato: ogni pretesto è utile poi per calunniare quei pochi ricercatori che non si lasciano traviare e che non si piegano alle intimidazioni.

Così, su un noto forum Fighter è espulso, il suo indirizzo IP è - in modo molto democratico - bloccato, mentre Gugumatz (figura legata al C.I.C.A.P.) è nominato moderatore: può avvenire ciò all'insaputa del capo e dei suoi esimi collaboratori, anzi senza il loro avallo? Su un altro forum, l’utente Brunotto che, tra l’altro, era stato sempre pacato e costruttivo, è estromesso, laddove i negazionisti imperversano con scherni e volgari offese.

Non sapendo più come colpire la ricerca, utenti subdoli e pseudo-attivisti si inventano accuse ridicole che sono vere e proprie falsità: "X ha indossato il cappellino della C.I.A., ergo è un agente segreto" (sic). "Y finge di occuparsi di scie chimiche, ma, con il suo atteggiamento rigido (la rettitudine viene definita “rigidità” o “ossessione” o “paranoia”), danneggia la causa, ergo è un disinformatore". "Noi, invece, utenti tolleranti e sinceri dibattiamo con tutti, persino con Attivissimo: noi siamo democratici". Si scambia la licenza per democrazia. Dietro il paravento della democrazia, certi iscritti ai forum compiono tutte le azioni più vergognose: diffondono insinuazioni, diffamano, seminano discordia, escogitano trappole per mettere in cattiva luce gli attivisti veri ed i loro collaboratori. Sono tecniche tipiche dei servizi (queste sì!): prima di uccidere i dissidenti, essi vengono sbeffeggiati, intimiditi, isolati.

Se si indaga un po’, si scoprono gli altarini: non ci riferisce qui tanto a certi colori simbolici ed ai loro abbinamenti che campeggiano sulla pagina principale di alcuni siti o riviste, piuttosto agli strani intrecci tra curatori di siti ed esperti… Segui la scia della nanotecnologia, della cavitazione, degli “studi” sull’ambiente, della gestione di sistemi informatici e di telecomunicazione… e troverai il disinformatore occulto. Cerca il collegamento con le università, centri di controllo mentale e luoghi di arruolamento e di addestramento per ciarlatani. Vi troverai il disinformatore.[1]

Non intendiamo disconoscere le benemerenze di direttori e redattori di pubblicazioni “eretiche”: hanno proposto articoli validi e contribuito ad incrinare l’egemonia del pensiero unico, ma il vero scopo dei vertici non è né la divulgazione né la lotta contro il potere costituito. Abbiamo pubblicato anche alcuni loro articoli di cui riconosciamo lo spessore: le verità possono prescindere dal messaggero. Il vero obiettivo, però, è acquisire una buon nome per poi anestetizzare l’opposizione ed impedire, fingendo di cambiare tutto, mentre non cambia niente, che la verità si affermi e che i cittadini agiscano.



Qui viene a taglio l’analisi di Giulio Carlo Argan, a proposito di Andy Warhol e più in generale della Pop art. Lo storico dell’arte scriveva che quella di Warhol era “un’opposizione voluta ed autorizzata dal sistema”. L’opposizione è voluta, poiché è valvola di sfogo, perché è un modo per liberare energie che potrebbero indebolire, se focalizzate, l’establishment. E’ autorizzata, perché il sistema può ostentare graziosamente il suo atteggiamento “democratico”. Non di rado questa “opposizione” è creata dal sistema stesso con il fine di surrogare quella vera: ad esempio, molti movimenti contro il nucleare sono stati fondati e finanziati da imprenditori che costruiscono centrali atomiche!

All’interno di questa strategia (che è soprattutto un raffinato metodo comunicativo), il giornalista “libero” gioca un ruolo fondamentale, il ruolo di guardiano del gregge o di custode del cancello, gatekeeper. Gugumatz ha come avatar una pecora: molto interessante.

Questa dissidenza blanda o fittizia ama il contraddittorio con i disinformatori di professione: un contraddittorio con questi figuri significa legittimare la propaganda, coonestare le menzogna di stato. Non solo, oltre a dare credibilità a personaggi la cui mala fede è arcinota, si perpetua la solita vana diatriba sul 9 11 e temi simili. Si continua a pestare l’acqua nel mortaio: la conferenza come brillante conversazione, come argomento da salotto. Intanto la gente si ammala e muore, il pianeta è devastato, ma le priorità sono altre: affibbiare l’aggettivo “paranoico” a chi contesta il sistema, raccogliere le “prove”. Fermate il mondo! Devo partecipare ad un convegno.

Intanto utenti e moderatori infiltrati o, meglio, reclutati ad hoc, sfruttando il mal acquisito credito di portali “autonomi” bazzicano in quasi tutti i forum della Rete, incuranti di negare la linea editoriale del sito di riferimento (una linea ufficiale), per subornare iscritti genuini: raccontano loro menzogne di ogni tipo e costringono gli altri fruitori ad estenuanti controversie sul punto di rugiada, sulla legge di Clausius Clayperon e quisquilie simili. Pontificano, sviano, plagiano, insultano… Quando si mettono al corrente i responsabili dei forum di questa condotta non proprio cristallina, che cosa avviene? I responsabili prima nicchiano, affermano di non avere tempo di leggere tutti gli interventi sul forum, quindi, criticati per la loro “clemenza”, prendono le difese degli imbonitori ed anzi ne giustificano le iniziative, con il consueto pretesto della “democrazia”. Infine ricorrono al termine “paranoico”: la maschera è stata gettata.

E’ così: sono dei disinformatori occulti e, se non lo sono, agiscono e scrivono come loro. Dai frutti li riconosceremo e non ci sembrano, nonostante le apparenze, gustosi frutti di bosco.




[1] Tra tutti gli atenei spicca l’Università di Pavia, roccaforte del C.I.C.A.P. Qui accenniamo al fatto che, come avviene nell’ambito delle società segrete (si pensi anche alla distinzione tra Partito interno ed esterno, in “1984” di George Orwell), è probabile che esista un C.I.C.A.P. esterno, cui appartengono i noti Eco, Morocutti, Toselli, Polidoro, Angela, Grassi, Hack etc., ed uno interno, dove operano personaggi insospettabili, ufficialmente autori e responsabili di alcuni siti ritenuti di informazione “libera”. A causa della compartimentalizzazione della struttura, si deve presumere che gli esterni non siano al corrente di chi siano gli interni, anzi costoro agiscono come detrattori dei primi.