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http://www.tankerenemy.com/2016/03/controinformazione.html
Vorrei iniziare citando qui una delle risibili sentenze espresse dallo Strakkino nel post.
"Occorre discernimento: impariamo a separare il contenuto dall’autore, valutiamo ogni asserzione, setacciamola, scrutiamola al microscopio, distinguiamo il vero dal falso, il plausibile dall’improbabile. Usiamo l’intuito, oltre al ragionamento. Prima di giungere ad una conclusione, analizziamo con scrupolo il problema, senza essere precipitosi né sensazionalisti."
Ma a questo punto non possiamo non citare un'altra, immortale, asserzione strakkiniana.
http://archive.is/qnYOd
Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Saturday, March 5, 2016
Monday, January 9, 2012
Informare ed agire
http://www.tankerenemy.com/2012/01/informare-ed-agire.html
Informare ed agire

Con
il presente comunicato, intendiamo chiarire alcune questioni
importanti. Siamo venuti a sapere che il Comitato “Tanker enemy” è stato
accusato all’interno di alcuni gruppi di aver ostacolato e di
ostacolare le azioni contro la Biogeoingegneria clandestina ed illegale,
addirittura insinuando che è formato da doppiogiochisti. Sono
contestazioni ridicole.
In verità, il Comitato, coerentemente con i princìpi e le finalità indicate nello statuto, ha sempre inteso ed intende privilegiare l’informazione sul tema, nella consapevolezza – l’abbiamo più volte ribadito – che la conoscenza è forza. Così abbiamo sempre ritenuto che le manifestazioni di piazza siano spesso controproducenti. Con ciò, non si vuole impedire a chicchessia di agire con proteste, sit in etc., ma si è consci che purtroppo tali iniziative sono suscettibili di strumentalizzazione per opera del sistema: si pensi alle strategie di infiltrazione teorizzate e suggerite da scaltri esponenti degli apparati, come l’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. Nel 2008 così si espresse, in concomitanza delle manifestazioni studentesche contro la riforma della Gelmini:
«Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell’Interno. In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito… Lasciarli fare (gli universitari - n.d.r.- ). Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine (sic) e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. (!) Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano (!). Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma, prima che divampi l’incendio».
Dare la propria adesione a tutte le campagne contro le scie chimiche diventa impraticabile, per ragioni di tempo, visto che occorrono parecchie ore per eseguire analisi, elaborare articoli, realizzare traduzioni, rispondere alle decine di messaggi che ogni giorno si ricevono etc. Il tutto va poi conciliato con e le incombenze della vita quotidiana. Per questo auspichiamo, nei limiti del possibile, che gli iscritti partecipino alle attività del Comitato in modo più incisivo ed anche indipendente. Vorremmo fosse chiaro che non intendiamo opporci ad alcuna azione non intrapresa dal Comitato Tanker enemy.
Bisogna anche precisare che il Comitato Tanker enemy, impegnato com’è nella divulgazione, attraverso la pubblicazione di ricerche ed articoli, nell’aggiornamento costante di vari blog, non può purtroppo, per motivi logistici e di tempo, coordinare l’azione di associazioni sparse in tutta Italia né ci si prefigge di “dirigere l’orchestra”. Comitati diffusi sul territorio italiano sono del tutto liberi di organizzare e gestire le iniziative ritenute più efficaci (convegni, contatti con le istituzioni, manifestazioni, petizioni…), con la possibilità di attingere all’amplissimo archivio, che abbiamo in questi anni creato, per ricavarne dati, osservazioni e documenti. In questo ambito, però, non si può pretendere di consultare articoli referati, poiché il potente e corrotto establishment “scientifico” impedisce ai pochi scienziati indipendenti di pubblicare le loro analisi con tutti i crismi dell’ufficialità. Ciò non toglie, però, che siano fruibili moltissimi testi, documenti ufficiali, studi scientifici, brevetti, redatti da esperti: questi studi formano una documentazione solidissima e persuasiva. Chi non si vuole convincere della gravità del problema o è stolto o in malafede. Aggiungere altro diventerebbe ridondante.
In verità, il Comitato, coerentemente con i princìpi e le finalità indicate nello statuto, ha sempre inteso ed intende privilegiare l’informazione sul tema, nella consapevolezza – l’abbiamo più volte ribadito – che la conoscenza è forza. Così abbiamo sempre ritenuto che le manifestazioni di piazza siano spesso controproducenti. Con ciò, non si vuole impedire a chicchessia di agire con proteste, sit in etc., ma si è consci che purtroppo tali iniziative sono suscettibili di strumentalizzazione per opera del sistema: si pensi alle strategie di infiltrazione teorizzate e suggerite da scaltri esponenti degli apparati, come l’ex Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. Nel 2008 così si espresse, in concomitanza delle manifestazioni studentesche contro la riforma della Gelmini:
«Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell’Interno. In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito… Lasciarli fare (gli universitari - n.d.r.- ). Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine (sic) e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. (!) Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano (!). Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma, prima che divampi l’incendio».
Dare la propria adesione a tutte le campagne contro le scie chimiche diventa impraticabile, per ragioni di tempo, visto che occorrono parecchie ore per eseguire analisi, elaborare articoli, realizzare traduzioni, rispondere alle decine di messaggi che ogni giorno si ricevono etc. Il tutto va poi conciliato con e le incombenze della vita quotidiana. Per questo auspichiamo, nei limiti del possibile, che gli iscritti partecipino alle attività del Comitato in modo più incisivo ed anche indipendente. Vorremmo fosse chiaro che non intendiamo opporci ad alcuna azione non intrapresa dal Comitato Tanker enemy.
Bisogna anche precisare che il Comitato Tanker enemy, impegnato com’è nella divulgazione, attraverso la pubblicazione di ricerche ed articoli, nell’aggiornamento costante di vari blog, non può purtroppo, per motivi logistici e di tempo, coordinare l’azione di associazioni sparse in tutta Italia né ci si prefigge di “dirigere l’orchestra”. Comitati diffusi sul territorio italiano sono del tutto liberi di organizzare e gestire le iniziative ritenute più efficaci (convegni, contatti con le istituzioni, manifestazioni, petizioni…), con la possibilità di attingere all’amplissimo archivio, che abbiamo in questi anni creato, per ricavarne dati, osservazioni e documenti. In questo ambito, però, non si può pretendere di consultare articoli referati, poiché il potente e corrotto establishment “scientifico” impedisce ai pochi scienziati indipendenti di pubblicare le loro analisi con tutti i crismi dell’ufficialità. Ciò non toglie, però, che siano fruibili moltissimi testi, documenti ufficiali, studi scientifici, brevetti, redatti da esperti: questi studi formano una documentazione solidissima e persuasiva. Chi non si vuole convincere della gravità del problema o è stolto o in malafede. Aggiungere altro diventerebbe ridondante.
Pubblicato da
Straker
Tuesday, August 16, 2011
I biofotoni
http://straker-61.blogspot.com/2011/08/i-biofotoni.html
I biofotoni

La teoria dei biofotoni, insegnata dal fisico Popp, sulle tracce di un'intuizione ardita del russo Gurwitsch (1922), offre la credibile interpretazione (avvalorata da molteplici esperimenti) del fatto che l’evento biologico primario alla base della vita ed anche delle alterazioni che portano alla malattia, sia un evento fisico di natura informazionale e quindi elettromagnetica (frequenze modulate).
Secondo Popp, l’elettromagnetismo ha un ruolo fondamentale nella sfera biologica degli esseri viventi. Allo stesso modo, Heinsenberg afferma che la forza fondamentale da cui dipende la vita è quella elettromagnetica, in quanto capace di modificare l’energia cinetica a livello atomico e molecolare.
L'emissione di biofotoni da parte di tutti gli esseri/organismi viventi (ormai comprovata e dimostrata) consente di comprendere il passaggio di informazioni sia dentro la cellula sia tra cellula e cellula; informazioni indispensabili per avviare i processi del metabolismo che regolano la crescita delle cellule stesse, la loro rigenerazione e differenziazione, i processi biochimici, enzimatici e l'informazione genetica.
Il corpo umano è costituito da miliardi di cellule che comunicano fra loro per organizzarne il corretto funzionamento. Si coordinano e trasmettono attraverso un preciso linguaggio in codice, i biofotoni, tramite il quale costituiscono gli organi, gli apparati e tutte le funzioni che rendono possibile la vita fisica e mentale.
Secondo Popp, questi biofotoni nascono dal nucleo cellulare che, quando la cellula è sana, emette un campo elettromagnetico e funziona come una “stazione ricetrasmittente” che guida ogni processo cellulare (interno ed esterno) attraverso una comunicazione che viaggia alla velocità della luce, consentendo il coordinamento praticamente istantaneo fra le varie parti dell'organismo.
La malattia non sarebbe nient'altro che un’interruzione delle linee di comunicazione biofotoniche all'interno dell'organismo, dovuta a parassiti, virus, funghi, sostanze inquinanti etc. Per via di questa interruzione causata dalle tossine si impedisce, del tutto o in parte, lo scambio di informazioni tra le cellule. Ciò crea inizialmente un'alterazione elettrica della cellula, successivamente un'alterazione chimica, infine compaiono i sintomi della malattia vera e propria.
Bibliografia:
F.A. Popp, Nuovi orizzonti in medicina. La teoria dei biofotoni, Nuova IPSA, 2003
F.A. Popp, Coherent photon storage in biological systems, Electromagnetic Bioinformation, Ed. by F.A.Popp, München-Wien-Baltimore 1989 (pp.144-167)
L. Rosa, E. Rosa, L.Sarner and S.Barrett, A Close Look at Therapeutic Touch, Journal of the American Medical Association 279, 1998 (pp.1005-1010).
Fonte: paroleinutili
Pubblicato da Zret
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Saturday, August 13, 2011
Neuropsicofisiologia: dalla coscienza al bit
http://zret.blogspot.com/2011/08/neuropsicofisiologia-dalla-coscienza-al.html
Neuropsicofisiologia: dalla coscienza al bit

Michele Trimarchi è il fondatore negli anni ‘70 del XX secolo della Neuropsicofisiologia, (d'ora in poi N.) disciplina che integra Neurologia, Psicologia, Fisiologia. Nata dagli studi sulla Fisica dell’informazione, sulle differenze funzionali tra emisfero destro e sinistro e sulle funzioni superiori del cervello umano, mira ad unire mente ed encefalo. Questa branca si prefigge di scoprire la fisiologia della coscienza, cercando di comprendere come si sviluppa l’Io cosciente dell’essere umano, quell’Io che permette di gestire l’esperienza in modo consapevole e creativo, integrando l’attività della mente con il soma nel suo rapporto con l’ambiente.
Semplificando, individuerei alcuni capisaldi della N., basandomi su un articolo del Dottor Trimarchi.
Nel cervello e nella sua espressione non esiste niente che non sia spiegabile con la Fisica, ovvero che non sia materia/energia/informazione. L’elettromagnetismo è la base della fisiologia cerebrale che si manifesta attraverso la realizzazione di circuiti biologici neurali governati dalle stesse leggi che regolano i circuiti elettrici e magnetici prodotti dalla tecnologia. L’emisfero destro palesa un’intelligenza genetica innata ed un’inclinazione all’autoapprendimento con cui conosce sé stesso ed il mondo che lo circonda. L’emisfero sinistro interiorizza i condizionamenti che provengono dall’esterno, inibendo la capacità creativa ed emotiva dell’emisfero destro. Ciò crea squilibri neuropsichici e, al limite, patologie. Ogni processo naturale è un sistema che, regolato da precisi princìpi fisici (causa ed effetto), scambia energia, materia ed informazione con gli altri complessi circostanti. Le norme che regolano la Fisiologia umana, animale e vegetale non sono codificate dall’uomo: la scienza può solo scoprirle, conoscerle e rispettarle. La fisiologia ontogenetica (dell’individuo) prevede centocinquant’anni di vita, purché la conoscenza non confligga con i bioritmi scanditi dall’ontogenesi stessa.
La N. si propone di indagare il dissidio tra la consapevolezza e la creatività, espresse dall’emisfero destro, e la logica del sinistro, per suggerire strategie risolutive basate su un’integrazione dei due sistemi.
Nonostante gli altisonanti titoli e le numerose ricerche di Trimarchi, mi pare che la N. non sia molto innovativa né apprezzabile. Anzi, se si eccettua la valorizzazione delle potenzialità latenti nella parte destra dell’encefalo e la riscoperta di antichi canoni medici inerenti all’importanza dell’equilibrio tra l’uomo e la natura, alcuni fondamenti suscitano forti perplessità.
Sorprende che Trimarchi, con incredibile nonchalance, stabilisca un’equivalenza tra materia-energia-informazione, quando già la corrispondenza tra le prime due è, talora, controversa. Sorprende che lo scienziato postuli la fisicità dell’informazione: l’informazione, infatti, benché passi attraverso un canale fisico, di per sé trascende la materialità. Sorprende ritrovare sic et simpliciter l’obsoleto dogma parascientifico del nesso tra la causa e l’effetto, come se Hume e Kant non fossero mai nati: tale nesso, che irrigidisce l’analisi dell’universo in strutture rigide, è altresì in contraddizione con l’idea di libertà, sottesa al dinamismo dell’emisfero destro. Pontifica lo scienziato: “Ogni ricercatore e scienziato deve sapere che il fenomeno che sta studiando ubbidisce sempre al principio fisico di causa ed effetto, ovvero è deterministico, anche se spesso la complessità del fenomeno cogli aspetti che sembrano probabilistici (sic)”.
Alla fine, questo pastiche di biologismo deterministico, cibernetica, teoria dell’informazione, medicina olistica è una riproposizione, solo con uno svecchiamento linguistico, del solito materialismo volto ad identificare coscienza e cervello e che distingue in modo ingenuo tra esterno ed interno, tra matrice e conseguenza. Ecco l’obiettivo: vivere sino a centotrent’anni anche in buona salute, in armonia con sé e con gli altri. E prima? E dopo? Certo è già un eccellente risultato, ma si esclude dall’orizzonte conoscitivo ogni riflessione e domanda sull’anima, tradotta (ridotta) in segnali bio-elettrici, laddove anche alcuni scienziati, senza citare vari filosofi, ammettono che la mente e la coscienza paiono situarsi al di fuori del cervello, benché tale organo funga da traduttore.
E’ noto che il discorso sull’anima è considerato una romanticheria. Viviamo in un mondo disanimato in cui uomini, animali, piante sono reificati, misurati in base al loro controvalore in denaro. Il termine “anima” appartiene solo al linguaggio fumoso e forviante di qualche superstite metafisico. Il corpo stesso, da tempio dell’interiorità, è ormai degradato in macchina che, non appena non funziona più, si getta in una discarica. Tutto è numero, bit, informazione. Tutto è materiale, ma la materia, lungi dall’essere un flusso vitale, è uno schedario di dati.
L’ideale di una vita oltre il cerchio biologico è sostituito dal progetto di un’esistenza prolungata in cui la Verità, la Giustizia, l’Amore, la Dignità, citati dal Trimarchi, sono parole che suonano come un omaggio formale ad una specie di orientamento para-scientifico con venature New age.
L’idolatria della scienza che tutto spiega, condendo la Neurologia con un filo d’olio di Psicologia, sancisce il definitivo, irreversibile fallimento di una ricerca che, mentre ardita spiega le vele verso l’oceano del futuro, si incaglia nelle secche del Positivismo ottocentesco.
Vedi M. Trimarchi, Neuropsicofisiologia: dal condizionamento alla consapevolezza, in Puntozero, n. 1, 2011
Semplificando, individuerei alcuni capisaldi della N., basandomi su un articolo del Dottor Trimarchi.
Nel cervello e nella sua espressione non esiste niente che non sia spiegabile con la Fisica, ovvero che non sia materia/energia/informazione. L’elettromagnetismo è la base della fisiologia cerebrale che si manifesta attraverso la realizzazione di circuiti biologici neurali governati dalle stesse leggi che regolano i circuiti elettrici e magnetici prodotti dalla tecnologia. L’emisfero destro palesa un’intelligenza genetica innata ed un’inclinazione all’autoapprendimento con cui conosce sé stesso ed il mondo che lo circonda. L’emisfero sinistro interiorizza i condizionamenti che provengono dall’esterno, inibendo la capacità creativa ed emotiva dell’emisfero destro. Ciò crea squilibri neuropsichici e, al limite, patologie. Ogni processo naturale è un sistema che, regolato da precisi princìpi fisici (causa ed effetto), scambia energia, materia ed informazione con gli altri complessi circostanti. Le norme che regolano la Fisiologia umana, animale e vegetale non sono codificate dall’uomo: la scienza può solo scoprirle, conoscerle e rispettarle. La fisiologia ontogenetica (dell’individuo) prevede centocinquant’anni di vita, purché la conoscenza non confligga con i bioritmi scanditi dall’ontogenesi stessa.
La N. si propone di indagare il dissidio tra la consapevolezza e la creatività, espresse dall’emisfero destro, e la logica del sinistro, per suggerire strategie risolutive basate su un’integrazione dei due sistemi.
Nonostante gli altisonanti titoli e le numerose ricerche di Trimarchi, mi pare che la N. non sia molto innovativa né apprezzabile. Anzi, se si eccettua la valorizzazione delle potenzialità latenti nella parte destra dell’encefalo e la riscoperta di antichi canoni medici inerenti all’importanza dell’equilibrio tra l’uomo e la natura, alcuni fondamenti suscitano forti perplessità.
Sorprende che Trimarchi, con incredibile nonchalance, stabilisca un’equivalenza tra materia-energia-informazione, quando già la corrispondenza tra le prime due è, talora, controversa. Sorprende che lo scienziato postuli la fisicità dell’informazione: l’informazione, infatti, benché passi attraverso un canale fisico, di per sé trascende la materialità. Sorprende ritrovare sic et simpliciter l’obsoleto dogma parascientifico del nesso tra la causa e l’effetto, come se Hume e Kant non fossero mai nati: tale nesso, che irrigidisce l’analisi dell’universo in strutture rigide, è altresì in contraddizione con l’idea di libertà, sottesa al dinamismo dell’emisfero destro. Pontifica lo scienziato: “Ogni ricercatore e scienziato deve sapere che il fenomeno che sta studiando ubbidisce sempre al principio fisico di causa ed effetto, ovvero è deterministico, anche se spesso la complessità del fenomeno cogli aspetti che sembrano probabilistici (sic)”.
Alla fine, questo pastiche di biologismo deterministico, cibernetica, teoria dell’informazione, medicina olistica è una riproposizione, solo con uno svecchiamento linguistico, del solito materialismo volto ad identificare coscienza e cervello e che distingue in modo ingenuo tra esterno ed interno, tra matrice e conseguenza. Ecco l’obiettivo: vivere sino a centotrent’anni anche in buona salute, in armonia con sé e con gli altri. E prima? E dopo? Certo è già un eccellente risultato, ma si esclude dall’orizzonte conoscitivo ogni riflessione e domanda sull’anima, tradotta (ridotta) in segnali bio-elettrici, laddove anche alcuni scienziati, senza citare vari filosofi, ammettono che la mente e la coscienza paiono situarsi al di fuori del cervello, benché tale organo funga da traduttore.
E’ noto che il discorso sull’anima è considerato una romanticheria. Viviamo in un mondo disanimato in cui uomini, animali, piante sono reificati, misurati in base al loro controvalore in denaro. Il termine “anima” appartiene solo al linguaggio fumoso e forviante di qualche superstite metafisico. Il corpo stesso, da tempio dell’interiorità, è ormai degradato in macchina che, non appena non funziona più, si getta in una discarica. Tutto è numero, bit, informazione. Tutto è materiale, ma la materia, lungi dall’essere un flusso vitale, è uno schedario di dati.
L’ideale di una vita oltre il cerchio biologico è sostituito dal progetto di un’esistenza prolungata in cui la Verità, la Giustizia, l’Amore, la Dignità, citati dal Trimarchi, sono parole che suonano come un omaggio formale ad una specie di orientamento para-scientifico con venature New age.
L’idolatria della scienza che tutto spiega, condendo la Neurologia con un filo d’olio di Psicologia, sancisce il definitivo, irreversibile fallimento di una ricerca che, mentre ardita spiega le vele verso l’oceano del futuro, si incaglia nelle secche del Positivismo ottocentesco.
Vedi M. Trimarchi, Neuropsicofisiologia: dal condizionamento alla consapevolezza, in Puntozero, n. 1, 2011
Pubblicato da Zret
Wednesday, October 13, 2010
In un anno 396 vittime del vaccino
http://controcorrente83.blogspot.com/2010/10/in-un-anno-396-vittime-del-vaccino.html
In un anno 396 vittime del vaccino
CRONACA
02/09/2010 - SANITÀ, A MUOVERE LA MAGISTRATURA LA DENUNCIA DI DUE DONNE
Danni alla salute invece
di prevenire l'influenza:
inchiesta della Procura
RAPHAËL ZANOTTI
TORINO
Nel giro di un anno le reazioni violente ai vaccini stagionali contro l’influenza, con danni alla salute dei pazienti, sono più che raddoppiate. Un dato preoccupante che il procuratore vicario di Torino, Raffaele Guariniello, ha deciso di indagare con l’apertura formale di un’inchiesta. La preoccupante statistica è dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, obbligata per legge alla sorveglianza sanitaria. Parla di 161 casi nella stagione 2008-2009 e di ben 396 in quella 2009-2010. Un dato che, in qualche modo, può essere spiegato dalla maggiore attenzione dovuta all’esplodere, nell’anno appena trascorso, della fobia per il virus A/H1N1, ma non solo.
L’indagine prende spunto da due querele, arrivate nei giorni scorsi sulla scrivania del magistrato, presentate da due donne (entrambe di una cinquantina d’anni, la prima torinese, la seconda di una cittadina della cintura) che lamentano di aver subito gravi conseguenze a seguito della somministrazione del vaccino.
La prima dichiara di essere stata colpita da Polimiosite, patologia che fa parte di un gruppo di malattie muscolari e che rientra nel novero delle malattie rare. All’inizio la signora non riusciva a chiudere i pugni e pensava a un’artrite. Ottenuta la diagnosi, ha fatto ulteriori controlli: i suoi consulenti medici sono sicuri che ci sia un nesso tra la somministrazione del vaccino antinfluenzale e la malattia insorta.
La seconda, invece, dichiara di aver contratto una mielopatia che la costringe a camminare appoggiata a un girello con quattro ruote. All’inizio ha dichiarato di avvertire un senso di spossatezza e stanchezza che è andato via via peggiorando fino a darle la sensazione di non riuscire a governare il proprio corpo.
Se queste patologie siano l’effetto collaterale non voluto del vaccino lo giudicheranno i tecnici, ma dall’indagine su questi due casi è emersa una situazione generale che merita approfondimenti.
Secondo l’Aifa nella stagione 2009-2010 due persone sono morte a seguito della vaccinazione (erano tre nel 2008-2009), ma sono aumentati i casi di gravi conseguenze (39 nel 2008-2009 e 72 nel 2009-2010) e di bambini piccoli di età compresa tra i sei mesi e i due anni (4 nella stagione 2008-2009 e addirittura 12 in quella 2009-2010).
L’inchiesta della procura di Torino è su un prodotto specifico, il Vaxigrip della Sanofi Aventis. Una delle due querelanti lamenta il fatto che nel foglietto delle istruzioni non sia contenuto, tra le controindicazioni, la possibilità di contrarre la polimiosite.
Una circostanza che potrebbe sfuggire al classico cittadino che di rado si sofferma a leggere il cosiddetto «bugiardino», ma che potrebbe tornare utile ai medici e agli specialisti quando somministrano questo genere di farmaci.
Guariniello ha già affidato una consulenza medica per accertare se le due malattie contratte dalle signore torinesi possano essere in qualche modo essere messe in collegamento con il vaccino antinfluenzale. Solo una volta arrivati gli esiti l’indagine prenderà corpo in una direzione piuttosto che un’altra.
L’indagine prende spunto da due querele, arrivate nei giorni scorsi sulla scrivania del magistrato, presentate da due donne (entrambe di una cinquantina d’anni, la prima torinese, la seconda di una cittadina della cintura) che lamentano di aver subito gravi conseguenze a seguito della somministrazione del vaccino.
La prima dichiara di essere stata colpita da Polimiosite, patologia che fa parte di un gruppo di malattie muscolari e che rientra nel novero delle malattie rare. All’inizio la signora non riusciva a chiudere i pugni e pensava a un’artrite. Ottenuta la diagnosi, ha fatto ulteriori controlli: i suoi consulenti medici sono sicuri che ci sia un nesso tra la somministrazione del vaccino antinfluenzale e la malattia insorta.
La seconda, invece, dichiara di aver contratto una mielopatia che la costringe a camminare appoggiata a un girello con quattro ruote. All’inizio ha dichiarato di avvertire un senso di spossatezza e stanchezza che è andato via via peggiorando fino a darle la sensazione di non riuscire a governare il proprio corpo.
Se queste patologie siano l’effetto collaterale non voluto del vaccino lo giudicheranno i tecnici, ma dall’indagine su questi due casi è emersa una situazione generale che merita approfondimenti.
Secondo l’Aifa nella stagione 2009-2010 due persone sono morte a seguito della vaccinazione (erano tre nel 2008-2009), ma sono aumentati i casi di gravi conseguenze (39 nel 2008-2009 e 72 nel 2009-2010) e di bambini piccoli di età compresa tra i sei mesi e i due anni (4 nella stagione 2008-2009 e addirittura 12 in quella 2009-2010).
L’inchiesta della procura di Torino è su un prodotto specifico, il Vaxigrip della Sanofi Aventis. Una delle due querelanti lamenta il fatto che nel foglietto delle istruzioni non sia contenuto, tra le controindicazioni, la possibilità di contrarre la polimiosite.
Una circostanza che potrebbe sfuggire al classico cittadino che di rado si sofferma a leggere il cosiddetto «bugiardino», ma che potrebbe tornare utile ai medici e agli specialisti quando somministrano questo genere di farmaci.
Guariniello ha già affidato una consulenza medica per accertare se le due malattie contratte dalle signore torinesi possano essere in qualche modo essere messe in collegamento con il vaccino antinfluenzale. Solo una volta arrivati gli esiti l’indagine prenderà corpo in una direzione piuttosto che un’altra.
Pubblicato da controcorrente83
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Vaccini
Sunday, September 13, 2009
Status quo
http://zret.blogspot.com/2009/09/status-quo.html
Un'analisi essoterica
Come l'amico Corrado, anch'io mi chiedo spesso come sia possibile che molti siti considerati di informazione non allineata, tacciano sulle scie chimiche e su soggetti altrettanto scabrosi, benché pubblichino articoli su temi sgraditi al sistema (ad esempio, il pericolo costituito dalle vaccinazioni e dall'energia nucleare).
Si può ipotizzare che manchi una presa di coscienza o che si tenda a chiudere gli occhi di fronte a verità in grado di stravolgere la propria visione del mondo. E' possibile che, in realtà, questi portali siano specchietti per allodole: si pubblicano ricerche sui vaccini, sugli organismi geneticamente modificati..., con la certezza che, nel migliore dei casi, i lettori firmeranno un'inutile petizione. Intanto gli impianti per la produzione dell'energia atomica sorgono da per tutto e veleni di ogni tipo sono inoculati con le siringhe rigorosamente sterilizzate. No. Non credo si tratti neppure della paura nutrita nei confronti dei potenti, di timore per le loro minacce e ritorsioni. Il sistema prevede un margine di "dissidenza" che non solo non intacca lo status quo, ma lo consolida.
L'opposizione viene incanalata verso terreni istituzionali, un po' alla volta viene anestetizzata, fino a quando non le è sottratta la vigoria che la animava all'inizio. Vediamo un esempio. Possiamo pensare che Bario Tozzi sia davvero contrario al nucleare? E' solo una sceneggiata: con la sua finta opposizione acquisisce la stima ed il sostegno di chi comprende quali sono i rischi per l'ambiente e per gli esseri viventi. Creatosi una buona reputazione, può continuare a nascondere l'operazione scie chimiche, a pronunciare aspre invettive contro il biossido di carbonio e tutto rimane com'è, anzi peggiora di giorno in giorno. Non mi stupirei se gli "ambientalisti" che tuonano contro gli inceneritori ricevessero congrui compensi dalle società che costruiscono questi impianti. Tanto nessuna protesta, nessuno studio sul pericolo connesso alle nanoparticelle dissuaderà mai un governo dalle sue azioni criminali. Tuttavia una parvenza di libertà e di dialettica viene così preservata e l'opinione pubblica si convince di vivere in una democrazia, per quanto imperfetta. L'importante è proprio questo: evitare che il cittadino compia una rivoluzione copernicana, comprendendo che lo stato non è inefficiente e corrotto, (nondimeno perfettibile), ma il nemico giurato sempre e comunque della nazione. Questa consapevolezza potrebbe cominciare ad incrinare il potere che tanto più si rafforza, quanto più le differenti, eterogenee, disordinate, velleitarie e spesso manipolate forme di contestazione, già in conflitto tra loro, si affannano a mettere alla berlina screditati politici, ma venerando idoli di cartapesta, come grillo, di pietro, travaglio e guitti simili.
Il quadro "culturale" è poi di uno squallore incredibile: in Italia, tra i pochi "intellettuali" che sembrano critici si annoverano figuri come Eco ed Odifreddi, vere nullità, ma sopravvalutate. Recentemente il Professor Francesco Lamendola ha dedicato un articolo ad Umberto Eco: resterà amareggiato il nostro amico, l'ottimo Orsovolante, quando scoprirà che non sono l'unico detrattore del semifreddo semiologo. In verità, il Professor Lamendola è stato fin troppo generoso con codesto fautore di una pedagogia invertita ed esponente del famigerato C.I.C.A.P. Infatti gli ha elegantemente riconosciuto qualche piccolo merito che io piuttosto attribuirei al ghost writer di Eco, ma il giudizio complessivo è una stroncatura senza appello per chi incarna la più spocchiosa ignoranza, dispensata come sublime sapere.
In questa breve riflessione sulle strategie gattopardesche adottate dagli Oscurati e dai loro turpi emissari, concludo con un cenno agli scienziati di frontiera ed ai divulgatori di innovativi filoni di ricerca, nel campo della fisica, della biologia, della chimica etc. Se si esclude qualche eccezione, tra cui spicca l'egregio Professor Nacci, il cui operato meritorio è culminato nella pubblicazione di testi gratuitamente consultabili in Rete sulle terapie anti-tumorali, per il resto mi pare che ci si adoperi per organizzare conferenze e per vendere libri. E' un contributo non disprezzabile, ma poco significativo, poiché non incide sul nostro mondo che abbisognerebbe di una svolta non solo teorica, ma pure pratica.
Ormai stiamo per recitare il De profundis per la "scienza" accademica ancora arroccata su Lavoisier e Darwin, ma si sta formando la nuova accademia della scienza dell'etere. Nella loro torre eburnea, splendida ma lontana dalla realtà, i nuovi ricercatori speculano su campi di torsione, campi morfogenetici, monopoli magnetici, particelle di Dio (sic), geometria sacra…, ma paiono poco inclini a tradurre le acquisizioni teoriche in strumenti ed applicazioni per tentare di invertire il processo degenerativo.
Se la Scienza, intesa in senso lato e nel valore nobile della parola, è senza coscienza, come osservava Tesla e se, aggiungo, non promuove un tangibile cambiamento, permeando di sé gli intelletti, gli strati più sensibili della società e le sue dinamiche, che scienza è? Sarà una costruzione intellettuale bellissima ma astratta. Non intendo affermare che la scienza debba tradursi in tecnologia, intesa come dominio e sfruttamento della natura, perché anzi dovrebbe proprio concretarsi in forme equilibrate per evitare la distruzione della Terra e l'annichilimento delle coscienze, per contrastare i piani di distruzione attuati dalle élites.
In questo ambito, giocano un ruolo negativo i sabotaggi operati dal sistema, (si pensi a come vengono osteggiate le ricerche sulla fusione fredda), ma forse alcune frange della nuova scienza sono gestite e controllate dai potenti affinché ancora una volta ci si illuda che il rinnovamento sia dietro l'angolo, mentre si preparano stragi, guerre, carestie e ladrocini.
Status quo

Come l'amico Corrado, anch'io mi chiedo spesso come sia possibile che molti siti considerati di informazione non allineata, tacciano sulle scie chimiche e su soggetti altrettanto scabrosi, benché pubblichino articoli su temi sgraditi al sistema (ad esempio, il pericolo costituito dalle vaccinazioni e dall'energia nucleare).
Si può ipotizzare che manchi una presa di coscienza o che si tenda a chiudere gli occhi di fronte a verità in grado di stravolgere la propria visione del mondo. E' possibile che, in realtà, questi portali siano specchietti per allodole: si pubblicano ricerche sui vaccini, sugli organismi geneticamente modificati..., con la certezza che, nel migliore dei casi, i lettori firmeranno un'inutile petizione. Intanto gli impianti per la produzione dell'energia atomica sorgono da per tutto e veleni di ogni tipo sono inoculati con le siringhe rigorosamente sterilizzate. No. Non credo si tratti neppure della paura nutrita nei confronti dei potenti, di timore per le loro minacce e ritorsioni. Il sistema prevede un margine di "dissidenza" che non solo non intacca lo status quo, ma lo consolida.
L'opposizione viene incanalata verso terreni istituzionali, un po' alla volta viene anestetizzata, fino a quando non le è sottratta la vigoria che la animava all'inizio. Vediamo un esempio. Possiamo pensare che Bario Tozzi sia davvero contrario al nucleare? E' solo una sceneggiata: con la sua finta opposizione acquisisce la stima ed il sostegno di chi comprende quali sono i rischi per l'ambiente e per gli esseri viventi. Creatosi una buona reputazione, può continuare a nascondere l'operazione scie chimiche, a pronunciare aspre invettive contro il biossido di carbonio e tutto rimane com'è, anzi peggiora di giorno in giorno. Non mi stupirei se gli "ambientalisti" che tuonano contro gli inceneritori ricevessero congrui compensi dalle società che costruiscono questi impianti. Tanto nessuna protesta, nessuno studio sul pericolo connesso alle nanoparticelle dissuaderà mai un governo dalle sue azioni criminali. Tuttavia una parvenza di libertà e di dialettica viene così preservata e l'opinione pubblica si convince di vivere in una democrazia, per quanto imperfetta. L'importante è proprio questo: evitare che il cittadino compia una rivoluzione copernicana, comprendendo che lo stato non è inefficiente e corrotto, (nondimeno perfettibile), ma il nemico giurato sempre e comunque della nazione. Questa consapevolezza potrebbe cominciare ad incrinare il potere che tanto più si rafforza, quanto più le differenti, eterogenee, disordinate, velleitarie e spesso manipolate forme di contestazione, già in conflitto tra loro, si affannano a mettere alla berlina screditati politici, ma venerando idoli di cartapesta, come grillo, di pietro, travaglio e guitti simili.
Il quadro "culturale" è poi di uno squallore incredibile: in Italia, tra i pochi "intellettuali" che sembrano critici si annoverano figuri come Eco ed Odifreddi, vere nullità, ma sopravvalutate. Recentemente il Professor Francesco Lamendola ha dedicato un articolo ad Umberto Eco: resterà amareggiato il nostro amico, l'ottimo Orsovolante, quando scoprirà che non sono l'unico detrattore del semifreddo semiologo. In verità, il Professor Lamendola è stato fin troppo generoso con codesto fautore di una pedagogia invertita ed esponente del famigerato C.I.C.A.P. Infatti gli ha elegantemente riconosciuto qualche piccolo merito che io piuttosto attribuirei al ghost writer di Eco, ma il giudizio complessivo è una stroncatura senza appello per chi incarna la più spocchiosa ignoranza, dispensata come sublime sapere.
In questa breve riflessione sulle strategie gattopardesche adottate dagli Oscurati e dai loro turpi emissari, concludo con un cenno agli scienziati di frontiera ed ai divulgatori di innovativi filoni di ricerca, nel campo della fisica, della biologia, della chimica etc. Se si esclude qualche eccezione, tra cui spicca l'egregio Professor Nacci, il cui operato meritorio è culminato nella pubblicazione di testi gratuitamente consultabili in Rete sulle terapie anti-tumorali, per il resto mi pare che ci si adoperi per organizzare conferenze e per vendere libri. E' un contributo non disprezzabile, ma poco significativo, poiché non incide sul nostro mondo che abbisognerebbe di una svolta non solo teorica, ma pure pratica.
Ormai stiamo per recitare il De profundis per la "scienza" accademica ancora arroccata su Lavoisier e Darwin, ma si sta formando la nuova accademia della scienza dell'etere. Nella loro torre eburnea, splendida ma lontana dalla realtà, i nuovi ricercatori speculano su campi di torsione, campi morfogenetici, monopoli magnetici, particelle di Dio (sic), geometria sacra…, ma paiono poco inclini a tradurre le acquisizioni teoriche in strumenti ed applicazioni per tentare di invertire il processo degenerativo.
Se la Scienza, intesa in senso lato e nel valore nobile della parola, è senza coscienza, come osservava Tesla e se, aggiungo, non promuove un tangibile cambiamento, permeando di sé gli intelletti, gli strati più sensibili della società e le sue dinamiche, che scienza è? Sarà una costruzione intellettuale bellissima ma astratta. Non intendo affermare che la scienza debba tradursi in tecnologia, intesa come dominio e sfruttamento della natura, perché anzi dovrebbe proprio concretarsi in forme equilibrate per evitare la distruzione della Terra e l'annichilimento delle coscienze, per contrastare i piani di distruzione attuati dalle élites.
In questo ambito, giocano un ruolo negativo i sabotaggi operati dal sistema, (si pensi a come vengono osteggiate le ricerche sulla fusione fredda), ma forse alcune frange della nuova scienza sono gestite e controllate dai potenti affinché ancora una volta ci si illuda che il rinnovamento sia dietro l'angolo, mentre si preparano stragi, guerre, carestie e ladrocini.
Pubblicato da Zret
Wednesday, July 29, 2009
La "cultura" della menzogna
Come sapete, non rientra nelle priorita' dei complottisti occuparsi dei disinformatori, pero' ogni tanto (un giorno si' e un giorno pure) ci dedicano un post da qualche parte.
http://zret.blogspot.com/2009/07/la-cultura-della-menzogna.html
Alcuni antropologi hanno definito "cultura della vergogna" la mentalità tipica di popoli antichi che ponevano al vertice della loro scala di valori la reputazione (in greco timé). Gli eroi omerici aspirano alla gloria e preferiscono morire che essere disonorati. La civiltà che pone al centro il senso del peccato e della contrizione è stata, invece, denominata "cultura della colpa". Il Medioevo "cristiano" è l'incarnazione di questo modo di pensare.[1] E' indubbio che, se intendiamo mutuare questa terminologia, si adatta alla nostra epoca lo stigma di "cultura della menzogna". E', infatti, la menzogna, in tutte le sue forme da quelle smaccate a manifestazioni tanto più sottili quanto più perniciose, il sigillo di codesti ultimi tempi. Imbroglioni mediatici ed organici al sistema si impancano per proclamare verità bugiarde. La "storia" e la "scienza" attuali sono intessute di falsità a tal punto da essere snaturate: in realtà sono ormai soltanto propaganda. Il mendacio è l'unica funzione di Jakobson all'interno della comunicazione, l'unico scopo.
Quel che è più grave non è l'inveterata abitudine dei media ad inventare, mentire, contraffare tutto, piuttosto il contagio che si è esteso alla società tutta. Italo Svevo, nel romanzo La coscienza di Zeno, aveva intuito che l'habitus dell'uomo contemporaneo è l'autoinganno. Lo si potrebbe definire anche bias di conferma. Se dapprincipio l'individuo è, in parte, ancora conscio dell'autoinganno, con il passare del tempo, il viluppo di autogiustificazioni soffoca l'ultimo respiro di verità. In una perversa spirale, la menzogna si alimenta di altre menzogne. Ombre fittizie sostituiscono gli eventi, la ripetizione ossessiva delle fandonie è grancassa assordante. "Luca Bianchini è lo stupratore romano", ribadiscono i mezzani ed i mezzibusti. La "prova" del D.N.A. lo inchioda: che questa "prova" sia un mito ed uno strumento per incastrare uno qualunque da gettare in pasto alla folla inferocita per nascondere il vero colpevole, non ha alcuna rilevanza, poiché ormai quasi nessuno più cerca di capire da sé.[2]
Come giudicare tutti quei sofismi, quei cavilli da causidici che, con l'apparenza del vero, irretiscono a volte anche l'opinione pubblica più scaltrita? Quando la bugia sfacciata non è più efficace, i ciarlatani ricorrono agli "argomenti" speciosi, ad una logica capziosa. Armati di "conoscenze scientifiche " e di "fonti accreditate", colpiscono con mirabile precisione i dubbiosi, coloro le cui coscienze intormentite cominciano appena a destarsi. Imbonitori dai pessimi propositi, sanno come circuire i lettori, simili a boa le cui spire si attorcigliano con letale lentezza al corpo della preda. Di fronte a queste mefistofeliche strategie, alle parole melliflue, spesso anche persone avvedute capitolano. E' la maledizione del linguaggio che non comunica più, ma condiziona. E' un linguaggio in cui i distinguo servono paradossalmente ora ad appiattire tutto, a dipingere una grisaille indistinta, ora ad inculcare nei fruitori un senso di inferiorità nei confronti degli "esperti". Tutto viene delegato a loro: nessuno deve compiere un'indagine in modo autonomo, perché l'uomo libero potrebbe imbattersi in una verità da occultare.
La cultura della menzogna ha partorito in senso letterale una stirpe di imbecilli, ossia di persone prive di sostegno (baculus) bisognose di sostegni, di protesi, di arti finti: ecco perché, in un'era - si ripete - all'insegna della scienza, della logica e della ragione, è ancora tanto diffuso il bisogno di credere, non in Dio, naturalmente, ma nel suo surrogato tecno-scientifico, la Televisione.
[1] Si tratta di generalizzazioni e, come tutte le generalizzazioni, sono riduttive, ma qui servono ad articolare il ragionamento.
[2] E' sospetto che il caso Bianchini, dopo che l'accusato ha chiesto che fosse ripetuto l'esame genetico, paia già caduto nell'oblio.
http://zret.blogspot.com/2009/07/la-cultura-della-menzogna.html
La "cultura" della menzogna

Quel che è più grave non è l'inveterata abitudine dei media ad inventare, mentire, contraffare tutto, piuttosto il contagio che si è esteso alla società tutta. Italo Svevo, nel romanzo La coscienza di Zeno, aveva intuito che l'habitus dell'uomo contemporaneo è l'autoinganno. Lo si potrebbe definire anche bias di conferma. Se dapprincipio l'individuo è, in parte, ancora conscio dell'autoinganno, con il passare del tempo, il viluppo di autogiustificazioni soffoca l'ultimo respiro di verità. In una perversa spirale, la menzogna si alimenta di altre menzogne. Ombre fittizie sostituiscono gli eventi, la ripetizione ossessiva delle fandonie è grancassa assordante. "Luca Bianchini è lo stupratore romano", ribadiscono i mezzani ed i mezzibusti. La "prova" del D.N.A. lo inchioda: che questa "prova" sia un mito ed uno strumento per incastrare uno qualunque da gettare in pasto alla folla inferocita per nascondere il vero colpevole, non ha alcuna rilevanza, poiché ormai quasi nessuno più cerca di capire da sé.[2]
Come giudicare tutti quei sofismi, quei cavilli da causidici che, con l'apparenza del vero, irretiscono a volte anche l'opinione pubblica più scaltrita? Quando la bugia sfacciata non è più efficace, i ciarlatani ricorrono agli "argomenti" speciosi, ad una logica capziosa. Armati di "conoscenze scientifiche " e di "fonti accreditate", colpiscono con mirabile precisione i dubbiosi, coloro le cui coscienze intormentite cominciano appena a destarsi. Imbonitori dai pessimi propositi, sanno come circuire i lettori, simili a boa le cui spire si attorcigliano con letale lentezza al corpo della preda. Di fronte a queste mefistofeliche strategie, alle parole melliflue, spesso anche persone avvedute capitolano. E' la maledizione del linguaggio che non comunica più, ma condiziona. E' un linguaggio in cui i distinguo servono paradossalmente ora ad appiattire tutto, a dipingere una grisaille indistinta, ora ad inculcare nei fruitori un senso di inferiorità nei confronti degli "esperti". Tutto viene delegato a loro: nessuno deve compiere un'indagine in modo autonomo, perché l'uomo libero potrebbe imbattersi in una verità da occultare.
La cultura della menzogna ha partorito in senso letterale una stirpe di imbecilli, ossia di persone prive di sostegno (baculus) bisognose di sostegni, di protesi, di arti finti: ecco perché, in un'era - si ripete - all'insegna della scienza, della logica e della ragione, è ancora tanto diffuso il bisogno di credere, non in Dio, naturalmente, ma nel suo surrogato tecno-scientifico, la Televisione.
[1] Si tratta di generalizzazioni e, come tutte le generalizzazioni, sono riduttive, ma qui servono ad articolare il ragionamento.
[2] E' sospetto che il caso Bianchini, dopo che l'accusato ha chiesto che fosse ripetuto l'esame genetico, paia già caduto nell'oblio.
Pubblicato da Zret
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