http://vedosentoeparlo-bacab.blogspot.com/2010/05/piero-angela-disinforma-sullenergia.html
Piero Angela disinforma sull'energia eolica (ma fa girare le pale)
Il punto è questo: in Italia siamo poco meno di una sessantina di milioni. Se c'è n'è uno solo che parla davanti a tutti, senza contraddittorio, costui ha delle responsabilità. Ha l'obbligo di non essere ingannevole, di non essere parziale, cioè di non presentare soltanto una faccia della medaglia, di non fare disinformazione su un tema delicato e così essenziale per il futuro dei nostri figli e dei nostri pronipoti, se mai ne avremo. E di non entrare a gamba tesa nell'agone politico sfornando argomentazioni parziali e quindi fuorvianti a sostegno delle posizioni politiche della maggioranza, neppure se è preso in prestito da RaiUno (regno di Minzolini detto l'Attila, perché ovunque passi lui non crescono più informazioni).
Piero Angela (per gli amici Piero Papera) ha scritto libri su qualsiasi cosa. Parla di tutto e non è esperto di niente. A lui interessano le connessioni. E' un po' come dire che a un automobilista interessano le autostrade ma sa poco o niente delle città che le autostrade collegano.
A 82 anni, decide il nostro futuro, insieme al 78enne sciupafemmine e all'85enne che tra uno sbadiglio e l'altro monita in continuazione, nonostante le ingenti pillole assunte dopo ogni pasto e la ferma opposizione contro l'Helicobacter pylori. In tre, assommano l'età complessiva di tutta la squadra di governo di David Cameron, chiamato due giorni fa a guidare l'Inghilterra a soli 44 anni, un'età sufficiente alla maggior parte dei leader della storia per esprimere la loro parabola di potere e andarsene all'altro mondo soddisfatti, lasciando il posto alle nuove generazioni.
Una volta, almeno, i figli uccidevano i padri. Non sarà stato civile, ma la società si rinnovava secondo natura e aveva modo di sopravvivere. Oggi gli anziani potenti non si tolgono piu' di mezzo, si fanno un lifting al mese, trasformano le poltrone di Montecitorio in sedie a rotelle dotate di ogni comfort e scrivono leggi a tutela di se stessi e della loro prostata. I nonni non esistono più: li fanno direttamente i genitori, che tanto sono disoccupati e curvi su una tastiera, a sfogarsi giorno e notte sui social networks. Se proprio devono fare qualcosa per i giovani, le mummie istituzionali lo fanno per i loro figli.
Dal trota ad Alberto Angela, per loro il posto si trova sempre. Ovviamente a discapito dei talenti reali che però non hanno genitori imbalsamati che le moderne e costose tecniche di tassidermia possano preservare all'infinito dalla decomposizione organica. Non già da quella cerebrale: i neuroni non si possono ancora ringiovanire. E del resto, che in Italia lo stipendio di papà finisca per determinare quello del figlio più che in ogni altro paese europeo, risulta da una ricerca dell'OCSE: "A family affair", dove ci giochiamo il primo posto ex aequo con l'Inghilterra. Ma almeno lì le mummie vanno al parco, a giocare con i nipotini, dopo essersi dimesse ed avere dichiarato - come ha fatto Gordon Brown - che è stato un privilegio servire il Paese come primo ministro, ma che ora è tempo di fare il nonno a tempo pieno. A 59 anni!
Per quanto tempo ancora sopporteremo il nauseabondo fetore di putrefazione che questa casta corrotta e decadente emana, ricoprendo il nostro Paese di uno strato di cenere corrosiva non simile tanto a quella del vulcano Eyjafjallajokull, quanto a quella che ha consegnato Pompei e tutta la cricca dei suoi peccatori definitivamente alla storia?
Per chi volesse sapere quello che Piero Angela ha omesso di dire mentre faceva il suo spot sul nucleare, sminuendo la reale portata della tecnologia eolica, basta consultare i dati e le previsioni messe a disposizione dall'EWEA, la European Wind Energy Association.
Le installazioni di eolico a tutto il 2009 coprono circa il 4.8% del fabbisogno di tutta la comunità europea. L'anno scorso ben il 39% delle nuove installazioni di centrali di produzione energetica hanno riguardato l'eolico. Quasi la metà, per oltre 10GW di potenza generata, con una crescita del 23% rispetto al 2008, che permettono attualmente un taglio alle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera di ben 106 milioni di tonnellate.
Sono 6 i miliardi di euro risparmiati ogni anno per il mancato acquisto di carburanti non più necessari, ma saliranno a 28 miliardi entro il 2020 e a 56 miliardi di euro nel 2030. Ben 192mila persone hanno trovato lavoro nella produzione, nell'installazione o nella manutenzione degli impianti eolici.
Entro dieci anni la produzione di corrente elettrica salirà fino al 17% del fabbisogno energetico della comunità europea, con un contenimento di oltre 333 tonnellate di C02 sulle emissioni, e tra vent'anni potemo raggiungere il 35% del fabbisogno, quasi la metà, e ben 600 milioni di tonnellate di anidride carbonica eviteranno di essere rilasciate nell'atmosfera.
Questi risultati potrebbero subire una drammatica accelerazione se applicassimo dei microgeneratori alla radice dell'appendice genitale maschile dei telespettatori italiani, perché anche se a Piero Angela l'eolico non piace, preferendo di gran lunga il nucleare, come fa girare le pale agli italiani lui non ci riesce nessuno.
In conclusione, lascio al solutore esperto il compito di decifrare questa brutta pagina di cinica e bieca rappresentazione deformata e revisionista, in senso sminuente, dei tragici fatti occorsi a Chernobyl.
Subito dopo il passo seguente, contenuto nel testo La sfida del secolo, di Angela Piero, consiglio la visione di alcune immagini che ritraggono i bambini deformi partoriti dopo il disastro della centrale nucleare sovietica, che per rispetto del lettore evito di inserire qui.
« Fare comunque un bilancio dei morti di Chernobyl non è facile, perché almeno il 25% dei decessi per tumori e leucemie avviene anche senza incidenti nucleari. Probabilmente piccole dosi di radiazioni, differite nel tempo, fanno aumentare il rischio di decessi, ma non c’è nulla di sicuro. Anche perché siamo tutti immersi in un fondo naturale di radioattività; a Roma ad esempio la dose di radioattività sembra essere addirittura più alta di quella di Chernobyl. »
Articolo di: Claudio Messora
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A parte i dati falsi che dichiari dove gli mettiamo tutti questi generatori eolici ??
ReplyDeleteprobabilmente però l'autore ha un ottima capacità di dar aria ai denti forse possiamo contare su di lui per alimentare i generatori quando non cè vento
http://noalcampoeolicoaisarenas.blogspot.com/
ReplyDeletehttp://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2009/10/09/via_i__padroni_del_vento__dal_mare_sardo__2012422-shtml/
http://www.sudnews.it/notizia/35206.html
Eh, che bello l'eolico, lo vogliono tutti... :D
Ma si mettessero d'accordo, una buona volta.
E il nucleare no, e l'eolico no, e le dighe no, e le centrali termoelettriche no, e i termovalorizzatori no, e le raffinerie no...
E CAZZO!
Volete stare al calduccio d'inverno? Volete andare a fare la spesa in macchina? Volete guardare la tv e stare al pc?
Dovete sapere che non esistono pasti gratis!
Saluti
Michele
Ho vissuto a lungo in Germania e ho visto campi eolici di dimensioni spropositate e sono perfino un grande fan dell'eolico. Ma per sostituire ogni altra fonte di energia con l'eolico che razza di estensioni ci vorrebbero? E i costi? Questi geni che hanno sempre la soluzione di tutto perchè non vanno a studiare e non si impegnano attivamente a cercare soluzioni concrete invece di sparare cifre di cui neanche sanno il significato?
ReplyDeleteil blog di sto tizio mi fa venire in mente uno sketch di aldo giovanni e giacomo: NON vedo, NON sento, MA parlo.
ReplyDeleteBah, spero che la frase sul confronto tra Chernobyl e Roma sia falsa o decontestualizzata, perché così com'è non sta in piedi.
ReplyDeletePer il resto, mi pare che la confusione tra le cifre dipende dal fatto che Angela si riferisca alla quota nazionale di eolico, che è molto più bassa di quella europea. Certo, dire che siccome ce n'è poca, non potrà essercene tanta, di potenza eolica installata, è un misero espidiente dialettico.
Insomma, stavolta, lasciatemelo dire, al di là dei toni, sto con i complottisti. Piero Angela l'ho già sentito altre volte fare dichiarazioni quantomeno opinabili in campo energetico.
Piuttosto, il fatto che la stessa persona che parla di scie comiche parli poi anche di eolico non può non farmi pensare a un raffinato schema di disinformazione sulle energie alternative.
PS @anonimo che chiede "dove le mettiamo". Mezzo Adriatico ha fondali bassi e venti abbastanza costanti (sul mare non c'è il problema dell'effetto suolo), e poi c'è tutta la Sardegna. A me non pare poco.
Secondo me (ma non sono un esperto) la soluzione Adriatico non e' fattibile. Indipendentemente dai rischi per la navigazione, i venti sono troppo variabili: se il tempo e' bello hai libeccio al mattino e scirocco al pomeriggio. Se e' brutto puoi avere bora, maestrale, ostro o libeccio a raffiche. Qualche volta ho assistito a vendo di levante che mi faceva fare dei salti della madonna col windsurf, ma solo una volta ogni qualche anno.
ReplyDeleteCredo che sia impossibile sfruttare l'eolico quando la direzione dei venti e' cosi' variabile.
Correggetemi se sbaglio.
Marko, se vuoi trovarti con qualche mercantile spatasciato contro i mulini a vento, a mo' di don Chisciotte, la soluzione Adriatico e' l'ideale... :D
ReplyDeleteSaluti
Michele
eSSSe il generatore si orienta automaticamente nel vento. In pratica tutta la testa ruota fin quando il generatore non è nella posizione ideale.
ReplyDeleteIo però credo che le alternative possono essere efficaci solo se si affiancano anche tante piccole fonti diffuse (es. Tetti solari, ma anche piccoli generatori eolici come quelli usati in ambito nautico) e se si comincia davvero a ragionare in termini di risparmio).
Credo comunque Angela abbia diritto ad un opinione. Non è la mia non per questo lo butterei giù dalla torre dell'informazione.
@eSSSe
ReplyDeletein termini di producibilità quella zona andrebbe pure bene, vedere qui:
atlanteeolico.erse-web.it
E la tecnologia esiste, la usano i danesi da 20 anni in condizioni climatiche anche peggiori. Ma a mio parere il problema è che in Italia non c'è abbastanza "stabilità" delle regole perché un imprenditore rischi l'investimento con tempi di approvazione e costruzione molto lunghi. Infatti i campi eolici in Italia sono pochi e relativamente piccoli, anche dove il vento ci sarebbe. ...e "ovviamente" sono avversati, come sottolineato da Hanmar, dai vari comitati che non vogliono nulla nel proprio giardino ma il culo caldo sì.
Il problema peggiore è, dal mio punto di vista, che ogni governo che sale al potere si sente in dovere di lasciare la sua impronta dando una nuova svolta, con buona pace della pianificazione di lungo periodo.
Detto questo, il problema sulla certezza delle regole è ancora più evidente sul nucleare: non penserete mica che le decisioni prese (forse) adesso possano rimanere valide per 30 anni? In Italia, intendo...
Infine: anch'io non condivido le conclusioni di Angela sull'energia, ma non per questioni tecniche, bensì per quanto sopra esposto; ma da lì a classificarlo come disinformatore...
ciao
gian un po' polemico sull'energia
Hanmar, direi che l'Adriatico è abbastanza largo per far passare le navi insieme con i generatori eolici. Basta togliere qualche pozzo metanifero, così evitiamo anche di farti affogare con la subsidenza :-P
ReplyDeleteComunque è un problema risolvibile (pdf che non ho letto), certo più facile che convincere quelli di Scanzano Jonico...
Per quanto riguarda la costanza del vento, da quel che ne so la direzione non è un problema, il problema sono le raffiche rispetto al vento medio (lo "sfilato"). Certo la Bora non è adatta per i generatori eolici, nonostante l'apparente enorme potenza. Ma penso che al largo e con il moto alquanto laminare sul mare il problema sia gestibile. Casomai se trovo qualcosa vi aggiorno.
In ogni caso la soluzione off shore dovrebbe presentare meno problemi "nimbyci".
@Marko:
ReplyDeleteCome detto sono un fan dell'eolico e non sono un amante del nucleare. Tuttavia, per quanto non addetto ai lavori, non so se questo tipo di soluzione possa essere il famoso uovo di colombo. Certo potrebbe anche essere che non voglio darti ragione completamente perchè il mio senso di friulano mi impedisce di concordare in pieno con un triestino. :P
Noto comunque che anche tematiche su cui si potrebbero imbastire discussioni serie ed appassionanti messe in mano ai complottisti diventano m***a. ;)
Alessandro, lungi da me pensare che esista un uovo di colombo da qualche parte. Servono tante soluzioni complementari, questa dell'eolico (off-shore o meno) va sfruttata insieme a tante altre. Per il Friuli, ad esempio, vedrei bene il recupero e la combustione di alcol etilico proveniente dagli etilometri :-P
ReplyDeleteA quanto pare a Messora gli riesce meglio vendere dvd http://www.byoblu.com/Lang/it-IT/page/INTERNET-FOR-GIULIANI.aspx che scrivere articoli.
ReplyDeleteComunque sia, sull'eolico off shore qualcosa si muove anche in Italia e staremo a vedere, anche se, come diceva gian, nel nostro paese i bastoni nelle ruote non mancano da una parte e dall'altra.
ReplyDeleteMichele.