http://zret.blogspot.com/2010/05/eppure.html
Eppure...
L'eterno silenzio di questi spazi infiniti mi agghiaccia (B. Pascal).
Le ombre fatali degli eventi si allungano sulla vita. Siamo punti sperduti nell'immensità del tempo, attori che non ricordano la battuta proprio quando potrebbe venire a taglio.
Il cosmo è un giardino di meraviglie ed un'infinita, silente gratitudine si innalza come l'inno di un incenso verso gli astri. Eppure, a volte, ci pare di essere le ombre fluttuanti di un sogno sognato da un altro. Dove siamo? Perché questi gesti si perdono nel dedalo dei giorni? Immobili procediamo lungo il sentiero che serpeggia nella notte. Siamo riflessi sulla superficie del cielo, immagini che si dissolvono all'imbrunire.
Che cos'è la realtà? Dov'è? Nella nostra testa o nella coscienza di Dio? O esiste un pur labilissimo simulacro là fuori? Siamo idee che ora sgorgano nella mente, ora muoiono, come flutti che il vento suscita sul mare per spegnerli infine sulla riva. Agìti, quando crediamo di agire, ci aggiriamo in mondi immaginari. La concretezza, muro dilavato da una pioggia di sangue, si sgretola ai nostri piedi.
Tutto è perfetto ed un giorno forse non lontano l'orizzonte si svolgerà in un filo d'oro. Tutto è perfetto: il senso è ignoto, ma implicito. Tutto è perfetto, eppure...
Le ombre fatali degli eventi si allungano sulla vita. Siamo punti sperduti nell'immensità del tempo, attori che non ricordano la battuta proprio quando potrebbe venire a taglio.
Il cosmo è un giardino di meraviglie ed un'infinita, silente gratitudine si innalza come l'inno di un incenso verso gli astri. Eppure, a volte, ci pare di essere le ombre fluttuanti di un sogno sognato da un altro. Dove siamo? Perché questi gesti si perdono nel dedalo dei giorni? Immobili procediamo lungo il sentiero che serpeggia nella notte. Siamo riflessi sulla superficie del cielo, immagini che si dissolvono all'imbrunire.
Che cos'è la realtà? Dov'è? Nella nostra testa o nella coscienza di Dio? O esiste un pur labilissimo simulacro là fuori? Siamo idee che ora sgorgano nella mente, ora muoiono, come flutti che il vento suscita sul mare per spegnerli infine sulla riva. Agìti, quando crediamo di agire, ci aggiriamo in mondi immaginari. La concretezza, muro dilavato da una pioggia di sangue, si sgretola ai nostri piedi.
Tutto è perfetto ed un giorno forse non lontano l'orizzonte si svolgerà in un filo d'oro. Tutto è perfetto: il senso è ignoto, ma implicito. Tutto è perfetto, eppure...
E uno che scrive cosi pretende di esprimere giudizi su Umberto Eco...?
ReplyDeleteUno che scrive così non può esprimere giudizi neanche su Babbi l'Orsetto!
ReplyDeleteDorate aurette lievi
ReplyDeletedi voi schermìro i parti
e tratti apersi ragli
infransi ardor di dacî
né Cato omai recolli
d'affàn rapito 'l crin
a scriver queste poesie
è come andare
a toccare la merda
collo steccolo.
tiè Zret ecco come si scrive
eppure...
Non è lui che scrive, ma il rettiliano che è dentro di lui.
ReplyDeletePS: a guardarlo bene in faccia il rettiliano non è nemmeno tanto nascosto!
L'eterno silenzio di questi spazi infiniti mi agghiaccia (B. Pascal).
ReplyDeletePurtroppo non abbastanza da farti stare zitto.
Saluti
Michele
Il vicino di tavolo ideale in un'allegra serata tra amici
ReplyDelete"Anonymous said...
ReplyDeleteIl vicino di tavolo ideale in un'allegra serata tra amici"
E' un problema che zretino non ha di certo: l'unico vicino di tavolo a cui può aspirare è il suo onestissimo fratellone. E la cosa è reciproca, per loro!
@Anonynous delle 10:58AM.
ReplyDeleteTra andare ad un'allegra serata con un personaggio cosi' e spararmi un colpo in testa, la seconda e' un'opzione enormemente piu' gradevole!
zrettino, ma vivere una vita NORMALE e DECENTE, mai?