http://vedosentoeparlo-bacab.blogspot.com/2011/02/lirritante-ed-inesorabile-perfezione.html
L'irritante ed inesorabile perfezione della dieta vegana
Circola su internet un articoletto che riportiamo integro, senza modificarlo nemmeno di una virgola:
Roma, 2 feb (Adnkronos Salute) - “Rinunciare del tutto alla carne e ai prodotti di origine animale potrebbe nuocere alla salute. La dieta fra le più in voga del momento, quella vegana, può infatti aumentare il rischio di trombi e di ateriosclerosi, e dunque di infarto e di ictus nelle persone che la adottano, poiché contribuisce a rendere i vasi sanguigni più duri.
E’ la conclusione a cui è giunta un’analisi di una dozzina di articoli pubblicati sul tema negli ultimi 30 anni, e che appare sulla rivista Journal of Agricultural and Food Chemistry. Duo Li della Zhejiang University-China e il suo team non negano certo che i forti consumatori di carne siano quelli a maggior rischio vascolare. Ma anche i vegani, secondo i loro studi, potrebbero non essere immuni da questo pericolo. La loro alimentazione tende infatti a essere carente di alcuni nutrienti-chiave come il ferro, lo zinco, la vitamina B12, gli acidi grassi Omega3 e i grassi in generale. Come risultato i vegani tendono ad avere elevati livelli di omocisteina e bassi livelli di colesterolo buono Hdl nel sangue, entrambe situazioni che espongono al rischio di malattie cardiache.
Ma una soluzione mirata esiste, assicurano gli esperti. Basta aumentare l’apporto di vitamina B12 e di acidi grassi Omega3. E per chi non accetta di mettere in tavola questi alimenti, anche gli integratori possono servire”.
Questo è l’ultimo spot della serie, adatto ad essere scarabocchiato sui muri di qualche latrina ferroviaria in tempo di Carnevale.
Dovessi reagire con serietà a queste farneticazioni giornaliere dei perdenti, cioè di quelli che si vedono mancare il terreno sotto i piedi, e che non trovano uno straccio di argomento scientifico a sostegno delle proprie scelte, starei tutto il giorno a rintuzzare scemenze, scemenzette e scemenzone.
Non avrei mai commentato un articoletto del genere. Lo faccio solo perché mi è arrivato da dieci lettori diversi, scandalizzati dall’iniquità, dalla faccia tosta e dalla diseducazione pubblica insita in esso.
Posso capire Duo Li, ammesso che esista in carne ed ossa, e che non sia stato inventato di sana pianta, ma la McDonalds è sbarcata in Cina a livello massiccio ormai da oltre 30 anni. Il business del fast food americano in Cina è diventato secondo solo all’America, e se servono supporti pubblicitari i Tazebao in Cina funzionano più che da qualsiasi altra parte.
Basta scucire quattro patacche agli squattrinati docenti di una qualsiasi università di stato e ti ritrovi con in mano un commento firmato contenente le cose che interessano a te.
Non serve dire frasi assurde, tipo “Vegani vi viene l’ictus”, che sarebbero imbarazzanti e compromettenti, oltre che irrealistiche. Basta dire invece “Vegani vi potrebbe venire l’ictus”, e il giochino è fatto. La gente si dimentica della valanga di prove che dimostrano come, proprio per evitare le citate terribili patologie, è indispensabile essere vegani e niente altro che vegani. La gente sente sì quella frase sull’ "ictus vegano" come improbabile, come stonata e falsa, ma ciononostante la battuta imbrogliona le rimane in testa e crea confusione, sospetto e dubbio. Esattamente quanto preme ai produttori di prodotti cadaverali. Creare almeno il dubbio. E, nel dubbio, la gente continua a consumare i loro prodotti.
Non serve convincere, dimostrare, portare formule, fornire documenti affidabili e non artefatti. Anzi, severamente vietato farlo.
Trovare statistiche che associno infarti, ictus e cancro ai vegetariani e ai vegani, sarebbe impresa non difficile ma impossibile. Neanche pagando si riuscirebbe.
Sarebbe come voler dimostrare che il sangue fa bene e il succo d’arancia no. Sarebbe come voler dimostrare che l’acqua ti fa ubriacare e il vino no. Alla fine otterresti l’effetto opposto.
Ma il vero problema non è la Cina, ma l’Italia. Un Paese che, nei tradizionali settori della meccanica, trova tuttora difficoltà a piazzare i suoi prodotti industriali all’estero, mentre invece nell’orrido e nauseante comparto carneo-alimentare, sta viaggiando a gonfie vele. E non è solo questione di grana e di prosciutto di Parma o di San Daniele.
I marchi di qualità dell’Agroalimentare funereo ormai si sprecano. Altro che Dante, Leonardo e San Francesco di Assisi! “Benedetti siano gli animali, soprattutto quelli da macello!” pare essere lo slogan obbligatorio del Bel Paese di oggi.
Ecco allora spiegato il perché di questi sibillini messaggi, di queste controffensive carnivoristiche a tutti i livelli. La televisione spudoratamente macellaia, al pari di tutti i media, non basta più.
Occorre disseminare sporcizia culturale e concetti capziosi e falsi in ogni ogni dove e in ogni quando. Occorre insozzare con pubblicità carnofila ogni latrina e ogni cesso. Gli accoppa-animali si stanno accorgendo che il movimento vegano sta crescendo! Ecco dunque il loro sbracciarsi, il loro penoso e disperato tentativo di sovvertire la situazione, e di modificare le tendenze in atto.
Siamo arrivati alla paranoia. Non contenti dei Gerry Scotti che, bontà loro, esaltano la trippa persino fuori dagli spot, non contenti delle cuoche squinternate tutte “uova-gallina-pesce-burro-zucchero”, ricorrono adesso ai cuochi-macellai e ai cuochi-boia, che cucinano in diretta con addosso ancora la puzza di interiora ed il grembiule insanguinato.
Uno spettacolo davvero rivoltante e raccapricciante che ha sullo sfondo non solo le scene apocalittiche degli animali spinti o trascinati a corda nelle camere della morte, ma anche le scene non meno disperanti dei reparti ospedalieri, dove il 95% delle peggiori patologie cardiache e cancerogene riguarda esclusivamente i consumatori della proteina animale, ovvero del cibo più malsano e patologico adottato dalla scempiaggine umana.
Serve forse andare in Cina? Basta recarsi in qualsiasi saletta ospedaliera di anatomia e parlare col primo ricercatore oncologico che trovi. Non sentirai mai parlare di frutta e di verdura, né tantomeno di stronzate su B12 e Omega3. Ti parlerà con voce grave di aldeide malonica, di acreolina, di dietil-silbestrolo, di trimetil-colantrene, di coprosterolo, di etil e metil-mercaptani, di putrescina e cadaverina, di ammoniaca, di nitrosammine ed aflatossine, di bacillus suipestifer, di bacillus streptococcus bovis, di bacillus clostidrium. Tutte cose di pertinenza esclusiva dei macelli.
Sono andati a prendere delle statistiche in Cina, e le hanno elaborate mettendo assieme scritti degli ultimi 30 anni. Sono 30 anni esatti che il sottoscritto vive prevalentemente nella regione asiatica. Se c’è un paese al mondo dove non esiste un singolo vegano è la Cina.
La parola vegetariano in cinese significa uno che mangia tanta verdura e, in questo esatto senso, i cinesi sono vegetariani. Ma si ingozzano dal primo all’ultimo di carne bianca, cioè di pollo, di anatra e di pesce, ovvero delle peggiori carni del mondo.
Peggiori ancora di quelle di maiale e di manzo, che negli ultimi anni stanno pure espandendosi notevolmente. Oltre ai noti fenomeni putrefattivi, acidificanti, diabetizzanti e nefritizzanti, esse danno pure la falsa idea dell’innocuità, per cui la gente non adopera nemmeno i freni dell’accortezza e del buon senso.
Il lato comico della questione è che le statistiche sui vegani non esistono né in Cina né in Italia. Non esistono perché scarseggia la popolazione vegetariana ammalata, e manca del tutto la popolazione vegana ammalata.
Negli Stati Uniti sì, le statistiche abbondano e, per cercare dei campioni validi e consistenti, ci si deve rivolgere ai Mormoni, oppure agli Avventisti del Settimo Giorno, dove trovare un vegano che si ammali di cancro, di cardiopatia, di diabete e di problemi renali è un’impresa impossibile.
Stiamo dunque attenti ai messaggi che lanciamo alla popolazione. Usiamo il metro del senso di responsabilità, se non quello dell’amore e del rispetto per il prossimo, sia per la gente in calzoni e camicia che per quella col pelo, le pinne e le piume.
Diamo a Cesare quello che è di Cesare. Ossia la salute al veganismo e la micidiale triade cancro-infarto-ictus al caseinismo, al bianco-carnivorismo e al rosso-carnivorismo.
Parliamo allora un po’ di scienza e non di mercenarie e venali puttanate. Il cibo più facilmente scomponibile dall’organismo umano è la frutta. Il più problematico e difficile sono le proteine animali. Più proteine si mangiano e meno energia disponibile abbiamo per le altre migliaia di funzioni corporee, prima fra tutte quella basilare della eliminazione delle nostre scorie organiche.
Il corpo ricicla il 70% dei residui e delle scorie proteiche, e perde solo 23 grammi medi di proteine al giorno. Il nostro corpo attinge a un pool di aminoacidi simile a un Bancomat aperto 24 ore al giorno, e si tratta degli aminoacidi che circolano nel sangue e nel sistema linfatico.
Non esiste mai carenza proteica ma sempre eccesso acidificante, soprattutto se uno si carica di oltre 24 grammi di proteine al giorno (quantità che si trova anche nella più squinternata e anoressica dieta vegana).
Dove stanno allora i veri fanatici e i veri farneticanti?
Stanno nella maggioranza della gente inquadrata dagli inquadratori di regime, confusionata dagli autori di questi messaggi tanto demenziali quanto assimilati dalle menti già deboli e ampiamente diseducate.
Primo grave errore, l’uso della proteina animale, con scadente nutrimento e conseguente affamamento cellulare.
Secondo grave errore, il logico sovraconsumo compensativo di amidi (pasta, pane, dolci e zucchero concentrato).
Terzo grave errore, la carenza di sodio organico (quella del cavolo crudo, del sedano, del crescione, ecc), provocata da amidi e zuccheri, e collaterale consumo compensativo di sale marino e di integratori minerali.
I cibi che causano più problemi sono carne, pollame, pesce, latte, formaggi, zuccheri e grassi, tutto materiale-devitalizzato, tutto materiale-spazzatura, tutto materiale privo delle sue vitamine naturali, dei suoi enzimi e dei suoi minerali organicati.
Il rimedio è di una semplicità sconcertante: ridurre al minimo il cibo energetico-calorico ma vuoto. Puntare con decisione a frutta, verdure crude, radici, germogli e semi, nonché alle farine integrali di cereali, legumi (ceci), castagne, carrube, banane, manioche.
Solo le piante, dotate di apparati foliari ricettivi, sono in grado di catturare la luce e la forza elettromagnetica del sole, e di depositarla nei germogli, nei tuberi, nelle radici, nella frutta, nei semini.
Una dieta di frutta e verdura è alimento solare a livello atomico. Il cibo vivo è facile da digerire, al punto che si autodigerisce a costo energetico zero, mentre la carne ti dà 1000 calorie e te ne ruba 1100 nei lunghi processi digestivi-assimilativi-espulsivi.
Non a caso sta nelle zone ammalanti ed oscure colorate di grigio e di raggi X, con vibrazioni sotto i 3000 Agstrom, mentre il corpo umano in piena salute sta sulla media minima e invalicabile dei 6500 Angstrom.
Col cibo vivo, l’obesità, che con la stitichezza è la più pericolosa delle malattie, diventa cosa rara. I vegetali crudi, specie ravanelli, cresione, prezzemolo, sedano, topinambur, rape, cavoli, contengono insuline ed inuline vegetali, autentiche dighe al diabete.
Oltre a ciò anche l'aria fresca e la luce solare fanno parte essenziale della nutrizione, anche perché il calcio lavora sempre in associazione con la vitamina D. State dunque il più possibile al sole e all’aperto!
C’è una generale carenza di calcio e di fosforo organico tra la popolazione, specialmente tra i bambini in crescita. I caseari ne approfittano illudendo il mondo che col calcio inorganico-colloso-caseinico si risolvano le carenze, mentre in realtà amplificano a macchia d’olio un popolo già troppo osteoporotico e calcificato.
Trattiamoci bene, dunque, vegani, vegetariani e pseudo-carnivori, e ne guadagneremo in salute e in karma!
E’ estremamente sciocco che l’uomo tradisca se stesso per soddisfare i falsi bisogni del proprio palato. Ammazzare altri esseri porta solo effetti distruttivi alla nostra salute mentale e spirituale, nonché, in seconda battuta, alla nostra salute fisica. Il corpo è il nostro giardino e la nostra abitazione!
Dobbiamo riservargli sempre la massima cura. E’ fondamentale selezionare per lui il carburante giusto.
Non ne siete convinti? Vi interessano davvero i numeretti e i confronti?
Esistono statistiche dettagliate e verificabili su una nazione intera, che è quella nordamericana degli indiani Pimas, divisi dal confine messicano-statunitense. I Pimas americani dell’Arizona da un lato, diventati in pochi decenni il popolo più obeso, dializzato, diabetico e cancerogeno del mondo, e i Pimas messicani dall’altro, rimasti nella zona montagnosa adiacente della Sierra Madre, chiamata Pimeira, tuttora forti, sani e muscolosi.
I Pimas dell’Arizona rovinati da McDonald’s e Coca-Cola, e quelli della Pimeira salvati dalla loro tradizionale dieta vegana o quasi-vegana (vedi mia tesina "La formidabile controprova dei Pimas", del 02/05/2009).
Articolo di: Valdo Vaccaro
Clicca qui per leggere l'articolo dalla fonte.
Roma, 2 feb (Adnkronos Salute) - “Rinunciare del tutto alla carne e ai prodotti di origine animale potrebbe nuocere alla salute. La dieta fra le più in voga del momento, quella vegana, può infatti aumentare il rischio di trombi e di ateriosclerosi, e dunque di infarto e di ictus nelle persone che la adottano, poiché contribuisce a rendere i vasi sanguigni più duri.
E’ la conclusione a cui è giunta un’analisi di una dozzina di articoli pubblicati sul tema negli ultimi 30 anni, e che appare sulla rivista Journal of Agricultural and Food Chemistry. Duo Li della Zhejiang University-China e il suo team non negano certo che i forti consumatori di carne siano quelli a maggior rischio vascolare. Ma anche i vegani, secondo i loro studi, potrebbero non essere immuni da questo pericolo. La loro alimentazione tende infatti a essere carente di alcuni nutrienti-chiave come il ferro, lo zinco, la vitamina B12, gli acidi grassi Omega3 e i grassi in generale. Come risultato i vegani tendono ad avere elevati livelli di omocisteina e bassi livelli di colesterolo buono Hdl nel sangue, entrambe situazioni che espongono al rischio di malattie cardiache.
Ma una soluzione mirata esiste, assicurano gli esperti. Basta aumentare l’apporto di vitamina B12 e di acidi grassi Omega3. E per chi non accetta di mettere in tavola questi alimenti, anche gli integratori possono servire”.
Questo è l’ultimo spot della serie, adatto ad essere scarabocchiato sui muri di qualche latrina ferroviaria in tempo di Carnevale.
Dovessi reagire con serietà a queste farneticazioni giornaliere dei perdenti, cioè di quelli che si vedono mancare il terreno sotto i piedi, e che non trovano uno straccio di argomento scientifico a sostegno delle proprie scelte, starei tutto il giorno a rintuzzare scemenze, scemenzette e scemenzone.
Non avrei mai commentato un articoletto del genere. Lo faccio solo perché mi è arrivato da dieci lettori diversi, scandalizzati dall’iniquità, dalla faccia tosta e dalla diseducazione pubblica insita in esso.
Posso capire Duo Li, ammesso che esista in carne ed ossa, e che non sia stato inventato di sana pianta, ma la McDonalds è sbarcata in Cina a livello massiccio ormai da oltre 30 anni. Il business del fast food americano in Cina è diventato secondo solo all’America, e se servono supporti pubblicitari i Tazebao in Cina funzionano più che da qualsiasi altra parte.
Basta scucire quattro patacche agli squattrinati docenti di una qualsiasi università di stato e ti ritrovi con in mano un commento firmato contenente le cose che interessano a te.
Non serve dire frasi assurde, tipo “Vegani vi viene l’ictus”, che sarebbero imbarazzanti e compromettenti, oltre che irrealistiche. Basta dire invece “Vegani vi potrebbe venire l’ictus”, e il giochino è fatto. La gente si dimentica della valanga di prove che dimostrano come, proprio per evitare le citate terribili patologie, è indispensabile essere vegani e niente altro che vegani. La gente sente sì quella frase sull’ "ictus vegano" come improbabile, come stonata e falsa, ma ciononostante la battuta imbrogliona le rimane in testa e crea confusione, sospetto e dubbio. Esattamente quanto preme ai produttori di prodotti cadaverali. Creare almeno il dubbio. E, nel dubbio, la gente continua a consumare i loro prodotti.
Non serve convincere, dimostrare, portare formule, fornire documenti affidabili e non artefatti. Anzi, severamente vietato farlo.
Trovare statistiche che associno infarti, ictus e cancro ai vegetariani e ai vegani, sarebbe impresa non difficile ma impossibile. Neanche pagando si riuscirebbe.
Sarebbe come voler dimostrare che il sangue fa bene e il succo d’arancia no. Sarebbe come voler dimostrare che l’acqua ti fa ubriacare e il vino no. Alla fine otterresti l’effetto opposto.
Ma il vero problema non è la Cina, ma l’Italia. Un Paese che, nei tradizionali settori della meccanica, trova tuttora difficoltà a piazzare i suoi prodotti industriali all’estero, mentre invece nell’orrido e nauseante comparto carneo-alimentare, sta viaggiando a gonfie vele. E non è solo questione di grana e di prosciutto di Parma o di San Daniele.
I marchi di qualità dell’Agroalimentare funereo ormai si sprecano. Altro che Dante, Leonardo e San Francesco di Assisi! “Benedetti siano gli animali, soprattutto quelli da macello!” pare essere lo slogan obbligatorio del Bel Paese di oggi.
Ecco allora spiegato il perché di questi sibillini messaggi, di queste controffensive carnivoristiche a tutti i livelli. La televisione spudoratamente macellaia, al pari di tutti i media, non basta più.
Occorre disseminare sporcizia culturale e concetti capziosi e falsi in ogni ogni dove e in ogni quando. Occorre insozzare con pubblicità carnofila ogni latrina e ogni cesso. Gli accoppa-animali si stanno accorgendo che il movimento vegano sta crescendo! Ecco dunque il loro sbracciarsi, il loro penoso e disperato tentativo di sovvertire la situazione, e di modificare le tendenze in atto.
Siamo arrivati alla paranoia. Non contenti dei Gerry Scotti che, bontà loro, esaltano la trippa persino fuori dagli spot, non contenti delle cuoche squinternate tutte “uova-gallina-pesce-burro-zucchero”, ricorrono adesso ai cuochi-macellai e ai cuochi-boia, che cucinano in diretta con addosso ancora la puzza di interiora ed il grembiule insanguinato.
Uno spettacolo davvero rivoltante e raccapricciante che ha sullo sfondo non solo le scene apocalittiche degli animali spinti o trascinati a corda nelle camere della morte, ma anche le scene non meno disperanti dei reparti ospedalieri, dove il 95% delle peggiori patologie cardiache e cancerogene riguarda esclusivamente i consumatori della proteina animale, ovvero del cibo più malsano e patologico adottato dalla scempiaggine umana.
Serve forse andare in Cina? Basta recarsi in qualsiasi saletta ospedaliera di anatomia e parlare col primo ricercatore oncologico che trovi. Non sentirai mai parlare di frutta e di verdura, né tantomeno di stronzate su B12 e Omega3. Ti parlerà con voce grave di aldeide malonica, di acreolina, di dietil-silbestrolo, di trimetil-colantrene, di coprosterolo, di etil e metil-mercaptani, di putrescina e cadaverina, di ammoniaca, di nitrosammine ed aflatossine, di bacillus suipestifer, di bacillus streptococcus bovis, di bacillus clostidrium. Tutte cose di pertinenza esclusiva dei macelli.
Sono andati a prendere delle statistiche in Cina, e le hanno elaborate mettendo assieme scritti degli ultimi 30 anni. Sono 30 anni esatti che il sottoscritto vive prevalentemente nella regione asiatica. Se c’è un paese al mondo dove non esiste un singolo vegano è la Cina.
La parola vegetariano in cinese significa uno che mangia tanta verdura e, in questo esatto senso, i cinesi sono vegetariani. Ma si ingozzano dal primo all’ultimo di carne bianca, cioè di pollo, di anatra e di pesce, ovvero delle peggiori carni del mondo.
Peggiori ancora di quelle di maiale e di manzo, che negli ultimi anni stanno pure espandendosi notevolmente. Oltre ai noti fenomeni putrefattivi, acidificanti, diabetizzanti e nefritizzanti, esse danno pure la falsa idea dell’innocuità, per cui la gente non adopera nemmeno i freni dell’accortezza e del buon senso.
Il lato comico della questione è che le statistiche sui vegani non esistono né in Cina né in Italia. Non esistono perché scarseggia la popolazione vegetariana ammalata, e manca del tutto la popolazione vegana ammalata.
Negli Stati Uniti sì, le statistiche abbondano e, per cercare dei campioni validi e consistenti, ci si deve rivolgere ai Mormoni, oppure agli Avventisti del Settimo Giorno, dove trovare un vegano che si ammali di cancro, di cardiopatia, di diabete e di problemi renali è un’impresa impossibile.
Stiamo dunque attenti ai messaggi che lanciamo alla popolazione. Usiamo il metro del senso di responsabilità, se non quello dell’amore e del rispetto per il prossimo, sia per la gente in calzoni e camicia che per quella col pelo, le pinne e le piume.
Diamo a Cesare quello che è di Cesare. Ossia la salute al veganismo e la micidiale triade cancro-infarto-ictus al caseinismo, al bianco-carnivorismo e al rosso-carnivorismo.
Parliamo allora un po’ di scienza e non di mercenarie e venali puttanate. Il cibo più facilmente scomponibile dall’organismo umano è la frutta. Il più problematico e difficile sono le proteine animali. Più proteine si mangiano e meno energia disponibile abbiamo per le altre migliaia di funzioni corporee, prima fra tutte quella basilare della eliminazione delle nostre scorie organiche.
Il corpo ricicla il 70% dei residui e delle scorie proteiche, e perde solo 23 grammi medi di proteine al giorno. Il nostro corpo attinge a un pool di aminoacidi simile a un Bancomat aperto 24 ore al giorno, e si tratta degli aminoacidi che circolano nel sangue e nel sistema linfatico.
Non esiste mai carenza proteica ma sempre eccesso acidificante, soprattutto se uno si carica di oltre 24 grammi di proteine al giorno (quantità che si trova anche nella più squinternata e anoressica dieta vegana).
Dove stanno allora i veri fanatici e i veri farneticanti?
Stanno nella maggioranza della gente inquadrata dagli inquadratori di regime, confusionata dagli autori di questi messaggi tanto demenziali quanto assimilati dalle menti già deboli e ampiamente diseducate.
Primo grave errore, l’uso della proteina animale, con scadente nutrimento e conseguente affamamento cellulare.
Secondo grave errore, il logico sovraconsumo compensativo di amidi (pasta, pane, dolci e zucchero concentrato).
Terzo grave errore, la carenza di sodio organico (quella del cavolo crudo, del sedano, del crescione, ecc), provocata da amidi e zuccheri, e collaterale consumo compensativo di sale marino e di integratori minerali.
I cibi che causano più problemi sono carne, pollame, pesce, latte, formaggi, zuccheri e grassi, tutto materiale-devitalizzato, tutto materiale-spazzatura, tutto materiale privo delle sue vitamine naturali, dei suoi enzimi e dei suoi minerali organicati.
Il rimedio è di una semplicità sconcertante: ridurre al minimo il cibo energetico-calorico ma vuoto. Puntare con decisione a frutta, verdure crude, radici, germogli e semi, nonché alle farine integrali di cereali, legumi (ceci), castagne, carrube, banane, manioche.
Solo le piante, dotate di apparati foliari ricettivi, sono in grado di catturare la luce e la forza elettromagnetica del sole, e di depositarla nei germogli, nei tuberi, nelle radici, nella frutta, nei semini.
Una dieta di frutta e verdura è alimento solare a livello atomico. Il cibo vivo è facile da digerire, al punto che si autodigerisce a costo energetico zero, mentre la carne ti dà 1000 calorie e te ne ruba 1100 nei lunghi processi digestivi-assimilativi-espulsivi.
Non a caso sta nelle zone ammalanti ed oscure colorate di grigio e di raggi X, con vibrazioni sotto i 3000 Agstrom, mentre il corpo umano in piena salute sta sulla media minima e invalicabile dei 6500 Angstrom.
Col cibo vivo, l’obesità, che con la stitichezza è la più pericolosa delle malattie, diventa cosa rara. I vegetali crudi, specie ravanelli, cresione, prezzemolo, sedano, topinambur, rape, cavoli, contengono insuline ed inuline vegetali, autentiche dighe al diabete.
Oltre a ciò anche l'aria fresca e la luce solare fanno parte essenziale della nutrizione, anche perché il calcio lavora sempre in associazione con la vitamina D. State dunque il più possibile al sole e all’aperto!
C’è una generale carenza di calcio e di fosforo organico tra la popolazione, specialmente tra i bambini in crescita. I caseari ne approfittano illudendo il mondo che col calcio inorganico-colloso-caseinico si risolvano le carenze, mentre in realtà amplificano a macchia d’olio un popolo già troppo osteoporotico e calcificato.
Trattiamoci bene, dunque, vegani, vegetariani e pseudo-carnivori, e ne guadagneremo in salute e in karma!
E’ estremamente sciocco che l’uomo tradisca se stesso per soddisfare i falsi bisogni del proprio palato. Ammazzare altri esseri porta solo effetti distruttivi alla nostra salute mentale e spirituale, nonché, in seconda battuta, alla nostra salute fisica. Il corpo è il nostro giardino e la nostra abitazione!
Dobbiamo riservargli sempre la massima cura. E’ fondamentale selezionare per lui il carburante giusto.
Non ne siete convinti? Vi interessano davvero i numeretti e i confronti?
Esistono statistiche dettagliate e verificabili su una nazione intera, che è quella nordamericana degli indiani Pimas, divisi dal confine messicano-statunitense. I Pimas americani dell’Arizona da un lato, diventati in pochi decenni il popolo più obeso, dializzato, diabetico e cancerogeno del mondo, e i Pimas messicani dall’altro, rimasti nella zona montagnosa adiacente della Sierra Madre, chiamata Pimeira, tuttora forti, sani e muscolosi.
I Pimas dell’Arizona rovinati da McDonald’s e Coca-Cola, e quelli della Pimeira salvati dalla loro tradizionale dieta vegana o quasi-vegana (vedi mia tesina "La formidabile controprova dei Pimas", del 02/05/2009).
Articolo di: Valdo Vaccaro
Clicca qui per leggere l'articolo dalla fonte.
Articolo di: Valdo Vaccaro...
ReplyDeleteAh, ecco perchè è pieno di vaccate...
Ancora una cazzata del Vaccaro.....
ReplyDeleteChi si fa una bella Fiorentina da 1kg?? :-)
A proposito, caro Dottor Valdo Vaccaro, ci spieghi come mai gli inuit, o eschimesi che dir si voglia, la cui dieta è basata esclusivamente su carne (tra l'altro soprattutto carne di foca, ricchissima di grassi) e pesce non sono ancora morti tutti, e sì che sono secoli e secoli che continuano in questo modo e, ma è una mia impressione, non stanno sicuramente peggio dei leggendari pimas messicani...
ReplyDelete@longaclimb
ReplyDeleteio volentieri, anzi ci berrei sopra un bel fiasco di chianti e alla fine mi fumerei pure mezzo toscano (anche se sono anni che non fumo più, ma quando ci sta bene...). Alla faccia del vaccaro e di tutti i vegani.
@longaclimb, subaceto, ci sono anch'io!
ReplyDeletePer una bella fiorentina, un po' (tanto!) di chianti e un toscano, sono sempre pronto!
Poi, domani, faccio un po' di dieta per smaltire (ma senza troppo impegno), ma per oggi ci si diverte.
Quando ci vuole, ci vuole, e che cazzo!
"Dovessi reagire con serietà a queste farneticazioni giornaliere dei perdenti, cioè di quelli che si vedono mancare il terreno sotto i piedi, e che non trovano uno straccio di argomento scientifico a sostegno delle proprie scelte.."
ReplyDeleteEggià, ci sono miliardi di persone che mangiano quantitativi di carne che secoli fa la gente si sognava (per la fame!), che vivono più a lungo di prima e meglio di prima.... e lui è l'unico che non se n'è accorto!
Dategli qualcosa perchè lo stiamo perdendo del tutto.
Dove lo hai visto che vivono meglio?
DeleteA me pare invece una societa di zombie e schizofrenici...
:-) allora si va per la bistecca!!
ReplyDeleteHo avuto una collega di lavoro vegana, magnificava la salute di cui godeva rispetto a noi mangiatori di carne. Un bel giorno è svenuta sul lavoro, hanno dovuto chiamare l'ambulanza che l'ha portata in ospedale, le hanno diagnosticato una grave anemia associata ad uno stato di generale denutrizione...Non so che ne sia stato di lei dopo la dimissione dell'ospedale (era avventizia ed ha lasciato il lavoro, senza rimpianti da parte dei colleghi che si erano stufati di sentirla).
ReplyDeleteIl sign. Vaccaro, in perfetto stile complottista-cazzaro, si è "dimenticato" di fornire un briciolo di studio ATTENDIBILE che dimostri quello che lui sostiene...
ReplyDeleteCome nello stile del perfetto fuffaro dice "Negli Stati Uniti sì, le statistiche abbondano e, per cercare dei campioni validi e consistenti, ci si deve rivolgere ai Mormoni, oppure agli Avventisti del Settimo Giorno, dove trovare un vegano che si ammali di cancro, di cardiopatia, di diabete e di problemi renali è un’impresa impossibile.".
So che sto per porre una domanda difficile a cui non risponderà MAI, ma ci provo comunque... ;-)
Ci fornisce dei dati statistici sull'incidenza delle malattie nelle popolazioni citate e poi ce le confronta con quelle analoghe della popolazione degli USA? Dire che le statistiche "abbondano" e non fornirne neppure una d'esempio è il classico modo per propinare una cazzata.
Comunque, se servisse di esempio, ecco un piccolo studio sull'incidenza del cancro in Utah... www.demographic-research.org/volumes/vol10/3/10-3.pd
Direi che si commenta da solo.
Jabba
a parte il "bacillus streptococcus subtilis" che non esiste, semmai esiste lo streptococcus subtilis, in questo (troppo lungo da commentare integralmente) post ci sono informazioni esatte e vaccate. Il rischio di carenze con una dieta vegana c'è ed è conosciuto (o almeno dovrebbe esserlo) anche dai vegani e per questo la dieta deve essere strabilanciata coi controcosi e, in ogni caso, c'è bisogno di B12 in qualche forma di integrazione.
ReplyDeleteChe non esistano statistiche è una balla totale, ma è anche vero che una dieta onnivora è più rischiosa, non fosse altro per il fatto che non tutti gli onnivori (molto pochi, in effetti) mangiano correttamente.
Ho avuto una collega di lavoro vegana, magnificava la salute di cui godeva rispetto a noi mangiatori di carne. Un bel giorno è svenuta sul lavoro, hanno dovuto chiamare l'ambulanza che l'ha portata in ospedale, le hanno diagnosticato una grave anemia associata ad uno stato di generale denutrizione
ReplyDeleteLa dieta evidentemente non era bilanciata. Non succede con persone che sanno come alimentarsi, anche vegane.