Scopo del Blog
Raccolgo il suggerimento e metto qui ben visibile lo scopo di questo blog.
Questo e' un blog satirico ed e' una presa in giro dei vari complottisti (sciacomicari, undicisettembrini, pseudoscienziati e fuori di testa in genere che parlano di 2012, nuovo ordine mondiale e cavolate simili). Qui trovate (pochi) post originali e (molti) post ricopiati pari pari dai complottisti al fine di permettere liberamente quei commenti che loro in genere censurano.
Tutto quello che scrivo qui e' a titolo personale e in nessun modo legato o imputabile all'azienda per cui lavoro.
Ciao e grazie della visita.
Il contenuto di questo blog non viene piu' aggiornato regolarmente. Per le ultime notizie potete andare su:
http://indipezzenti.blogspot.ch/
https://www.facebook.com/Task-Force-Butler-868476723163799/
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Saturday, February 6, 2016
Monday, November 23, 2015
Il solito Alfa-beto
http://zret.blogspot.it/2015/11/il-solito-alfa-beto.html
Zretino, una bella trombata ti farebbe davvero bene.
https://archive.is/hGHMi
Sunday, February 22, 2015
Iside velata
http://zret.blogspot.ch/2015/02/iside-velata.html
Iside velata
La
storia ama ammantarsi di simboli. Così anche il sedicente "califfato
islamico", l’I.S.I.S., adombra, come hanno notato alcuni accorti autori,
per mezzo del suo acrostico, la dea egizia Iside. I vessilli neri di Al Baghdadi
evocano il lato notturno della realtà, quel lato oscuro che la dea
primigenia incarna in una delle sue innumeri, mutevoli ipostasi.

Siamo ormai giunti ad una cruciale fase delle vicende “umane” la cui natura emblematica, abilmente offuscata dietro una cortina di pretesti economici e politici, si palesa in una simbiosi tra verità e finzione, tra dura razionalità ed eterea fantasia. Tutto è simbolo, poiché, in senso letterale, tutto è gettato insieme, saldato, fuso in un denso coagulo.
E’ questa un’era di angeli furiosi e di demoni patetici, un’epoca in cui la ferocia stessa è coperta da una glassa dolcissima sino ad essere stomachevole. Oggi ogni cambiamento, per quanto spaventoso, si insinua con la soavità di un sopore. E’ in questo modo che, quasi inavvertito, il microprocessore, si infila sottopelle, con la lieve, quasi piacevole trafittura di una sinistra iniziazione. E’ in questa maniera che l’umanità affluisce verso il cimitero delle macchine, come se si riversasse nei Campi Elisi.
Oggidì la Coscienza, là dove ne sopravvive una larvale ombra, non riesce a destarsi da un sonno popolato di incubi setosi.
Si è innescata una reazione a catena e di questa catena non troviamo l’anello debole.
Siamo prigionieri della precarietà, tutti contratti in un hic et nunc che ci stringe sino a strangolarci. Le nostre vite sono spanate: continuano a ruotare su sé stesse a vuoto, senza interruzione.
Solo un drappello di uomini oggigiorno interroga il mondo, cerca di comprendere la morfo-sintassi del reale, le regole dell’universo. Invano, perché la grammatica di Dio conosce solo eccezioni. Che cosa può offrire la filosofia? La filosofia è il gancio cui ci aggrappiamo per non precipitare nell’abisso, ma quel gancio è confitto nel nulla.
Mai come in questi tempi crepuscolari, la storia collettiva si incunea nell’esistenza individuale. Siamo incastrati in un meccanismo impazzito: dal sangue che sprizza dagli arti stritolati comprendiamo che la fine è prossima, ma che siamo noi ad essere i vivi.

Siamo ormai giunti ad una cruciale fase delle vicende “umane” la cui natura emblematica, abilmente offuscata dietro una cortina di pretesti economici e politici, si palesa in una simbiosi tra verità e finzione, tra dura razionalità ed eterea fantasia. Tutto è simbolo, poiché, in senso letterale, tutto è gettato insieme, saldato, fuso in un denso coagulo.
E’ questa un’era di angeli furiosi e di demoni patetici, un’epoca in cui la ferocia stessa è coperta da una glassa dolcissima sino ad essere stomachevole. Oggi ogni cambiamento, per quanto spaventoso, si insinua con la soavità di un sopore. E’ in questo modo che, quasi inavvertito, il microprocessore, si infila sottopelle, con la lieve, quasi piacevole trafittura di una sinistra iniziazione. E’ in questa maniera che l’umanità affluisce verso il cimitero delle macchine, come se si riversasse nei Campi Elisi.
Oggidì la Coscienza, là dove ne sopravvive una larvale ombra, non riesce a destarsi da un sonno popolato di incubi setosi.
Si è innescata una reazione a catena e di questa catena non troviamo l’anello debole.
Siamo prigionieri della precarietà, tutti contratti in un hic et nunc che ci stringe sino a strangolarci. Le nostre vite sono spanate: continuano a ruotare su sé stesse a vuoto, senza interruzione.
Solo un drappello di uomini oggigiorno interroga il mondo, cerca di comprendere la morfo-sintassi del reale, le regole dell’universo. Invano, perché la grammatica di Dio conosce solo eccezioni. Che cosa può offrire la filosofia? La filosofia è il gancio cui ci aggrappiamo per non precipitare nell’abisso, ma quel gancio è confitto nel nulla.
Mai come in questi tempi crepuscolari, la storia collettiva si incunea nell’esistenza individuale. Siamo incastrati in un meccanismo impazzito: dal sangue che sprizza dagli arti stritolati comprendiamo che la fine è prossima, ma che siamo noi ad essere i vivi.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
Pubblicato da
Zret
Friday, July 24, 2009
The silicon crops
http://zret.blogspot.com/2009/07/silicon-crops.html
The silicon crops

La nuova stagione dei pittogrammi nel grano è stata seguita con entusiasmo da molti ricercatori ed appassionati. Parecchie persone si chiedono quali messaggi trasmettano questi crop circles e soprattutto che significato assuma l'evoluzione dei glifi che, comparsi come cerchi, con il passare degli anni, hanno assunto forme sempre più complesse, articolate e cifrate. Quando si affronta un fenomeno tanto elusivo, non si deve scartare alcuna ipotesi e bisogna ponderare tutte le ipotesi esplicative, cercando pure di comprendere quali potrebbero essere gli artefici dei disegni nei campi di cereali. Trascuriamo tutte le creazioni dei circlemakers ed i falsi, resta un repertorio di figure che, allo stato attuale degli studi, potrebbero essere attribuite ai seguenti artefici:
- La Terra
- Civiltà extraterrestri
- Militari
- Entità di altre dimensioni
Poiché la Terra è un essere vivente, non è impossibile che essa si esprima con questo alfabeto misterioso. E' un'interpretazione che certo suscita la derisione degli scientisti, ma non priva di fondamento, sebbene sia difficile ricondurre tutte le tipologie di glifi, anche quelli dal disegno tecnologico ed "alieno" a Gaia.
Gli ufologi di solito attribuiscono i pittogrammi alle star nations e vi vedono una correlazione con il calendario Maya, i cui snodi temporali sarebbero codificati in varie formazioni. Le civiltà delle stelle preannuncerebbero il loro prossimo ritorno, adombrato pure in antichi testi di culture per lo più americane.
Uno sparuto gruppo di studiosi ritiene che i crop circles siano creati dai militari forse con apparati a microonde, nell'ambito di una manipolazione tesa a far leva su "miti" oggi diffusi, come l'attesa palingenetica per il 2012 ed il contatto con popoli delle stelle. Certo, risulta in contraddizione con questa congettura che elicotteri militari sorvolino le aree in cui si formano le sinopie, cercando di allontanare curiosi ed investigatori. A volte i velivoli intervengono, allorquando si manifestano sfere di luce che sono forse all’origine di alcune formazioni.
Chi vede in azione delle entità provenienti da altre dimensioni, si fonda su una concezione dell'universo in cui si compenetrano differenti piani di realtà. I piani superiori sono abitati da esseri la cui biologia sarebbe basata sulla matrice carbonio-silicio, sul silicio e sulla luce. (Ipotesi dell'universo armonico).
E' arduo districarsi: se conoscessimo con certezza chi sono gli autori dei simboli, comprenderemmo qualcosa in più del loro significato, fermo restando che gli emblemi sono polisemici e stratificati, quindi difficili da decifrare ed inesauribili nei loro valori pregnanti. Non è neppure certo che i destinatari dei messaggi siano gli uomini. Forse, invece di indugiare su presunte valenze semantiche, occorrerebbe indugiare sul senso degli aspetti formali: si nota allora, di là dalle diversità apparenti, una costante platonica (geometrica) collegata alla fisica iperdimensionale nonché a fenomeni cosmici e biologici, a cambiamenti (tutti naturali?) in atto nel pianeta, nel sistema solare e non solo. Qualcuno ci vuole avvisare circa immani eruzioni di plasma solare, foriere di disastri per l'umanità? Se è così, che senso ha usare questo linguaggio in codice per predire eventi che paiono ineluttabili? Forse questi cambiamenti fisici sono soltanto il riflesso di una trasformazione più profonda che trascende la stessa materia-energia. In tal caso, il mutamento radicale sul piano storico ed empirico sarebbe il sigillo di un processo metastorico, il battesimo di fuoco (si pensi alla Fenice di Yatesbury del 12 giugno 2009) suscitatore di una rigenerazione. E’ probabile che andremo incontro ad un cocente disinganno: l’arrivo del veltro non è così vicino.
Fra i recenti pittogrammi, quello di Alton Priors (Inghilterra) apparso il 21 giugno 2009, è un "testo" che pare segnare una svolta, poiché include una specie di matrice tecnologica, una lunga "coda" di circuiti integrati che sembrano nel contempo una scrittura arcana ed arcaica. Alle consuete coordinate cronologiche e cosmiche (il sestante ed i pianeti), si aggiunge un'appendice sintetica (tre filamenti del D.N.A.?) che lascia un po' perplessi. Siamo al cospetto di una fenomenologia che potrebbe lasciar intravedere, almeno in qualche caso, l'ombra di un regista occulto. D’altronde alcuni personaggi addentro le segrete cose accennano ad un passaggio dell’umanità ad una matrice carbonio-silicio: ciò appare - ricordando comunque che i veri orizzonti sono spirituali e non tecnologici - poco rassicurante, perché sono le tetre élites a vagheggiare una trasformazione degli uomini in esseri bionici.
In tale quadro interpretativo di correlazione tra organico ed inorganico, cruciale appare il celebre glifo di Chilbolton incentrato sul silicio. In fondo anche il virus è una sorta di macchina: un avvertimento circa le insidie di un "progresso" tutto all’insegna della tecnologia?
Occorre usare il discernimento per vagliare i singoli casi ed evitare sia un’ingenua ed acritica lettura dei crop circles, seguendolo come un oroscopo da rotocalco, sia la sufficienza degli accademici che si rifiutano di studiare un fenomeno che, piaccia o no, è peculiare di questi ultimi decenni.
Articolo correlato: Brian L.Crissey, Analisi del Codice di Chilbolton, 2007
Si ringrazia il gentilissimo Richard di A.G. per la collaborazione nella ricerca.
Pubblicato da Zret
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Teoria dell'universo armonico,
Ufologia
Sunday, May 10, 2009
L'angelo esadattilo nel portale del Duomo di Ventimiglia
http://zret.blogspot.com/2009/05/langelo-esadattilo-nel-portale-del.html
L'angelo esadattilo nel portale del Duomo di Ventimiglia

La cattedrale di Santa Maria Assunta è ubicata nel comune di Ventimiglia (Imperia). Secondo alcune fonti, la cattedrale dell'Assunta fu eretta tra l'XI e il XII secolo sulle rovine di una precedente chiesa dell'epoca carolingia. Quest'ultima, stando alle tradizioni locali, era stata innalzata sul sito ove anticamente sorgeva un tempio pagano dedicato alla dea Giunone. Ancor prima il luogo era sacro alla divinità celtica Sirona. Durante l'alto Medioevo, la struttura della chiesa fu ad unica navata: al principio dell'XI secolo il tempio fu completamente ricostruito a tre navate. Del XIII secolo sono il portale, ad arco acuto, le tre absidi ed il presbiterio sormontato dal tiburio di forma ottagonale, mentre il tetto ligneo fu sostituito con volte a botte sostenute da semicolonne e pilastri compositi in stile romanico.
Come si accennava, al di sotto della Cattedrale romanica restano vestigia di un edificio altomedioevale, composto da un’unica navata e dalla cripta, in cui sono stati rinvenuti frammenti di sculture.
Il portale della chiesa, di forme gotiche, ma concepite ancora secondo un saldo rapporto tra architettura e plastica di stampo romanico, è un "testo" che squaderna segni tradizionali, per lo più apotropaici. Il Cervini illustra i soggetti nel modo seguente: "Sugli spigoli esterni dell'avancorpo si dispongono due coppie di oranti che sono anche pseudo-telamoni (di uno sopravvive solo la testa)... A sinistra i capitelli sono decorati, nell'ordine, da tre teste umane incorniciate da un rudimentale sistema ad archetti pensili, da un mascherone zoomorfo ed ancora da tre teste. Sulla mensola si nota un telamone-orante nudo. La mensola opposta presenta, invece, la figura di un angelo ad ali spiegate (con mani di sei dita), vestito di una lunga tunica. Un altro angelo torna sul primo capitello interno dello strombo destro, insieme con due teste umane e due croci. Nel secondo capitello due quadrupedi araldici, speculari, dall'apparenza di lepri, mordono una protome umana; l'ultima testa, nel terzo capitello, è fiancheggiata da due mascheroni cornuti, presumibilmente diabolici."
Così viene descritta la sobria decorazione scultorea dall'erudito Cervini che non indugia sulla particolarità costituita dall'angelo con mani di sei dita. Nell'ambito culturale comprendente la Provenza e la Liguria occidentale, tra i secoli XI e XIII, persistenze altomedievali e declinazioni popolari si spiegano con il relativo isolamento ed il tradizionalismo di un'area in cui filtrarono influssi genovesi ed antelamici, ma che fu restia a mutuare le originali invenzioni gotiche d'oltralpe. Questo chiarisce per quale motivo il complesso scultoreo del portale intemelio manifesti una struttura paratattica con lessemi arcaici (figure sbozzate di valore magico-profilattico), ma motiva pure singolari reminiscenze come la figura esadattila? E' forse possibile congetturare una sopravvivenza di espressioni ereticali e di segnali esoterici, in un contesto appartato e distante dal rigido controllo esercitato dalle diocesi più importanti. Vescovi e canonici della zona tollerarono un linguaggio imperniato su credenze paganeggianti, ancorché cristianizzate, ma che non configurarono cicli iconografici desunti dalla Bibbia.
Il repertorio tematico del portale intemelio annovera angeli e mostri in un’antitesi tra Bene (a destra) e Male (a sinistra): l’angelo, le cui mani terminano in sei dita, occupa il capitello della colonnina addossata al pilastro che sorregge l’architrave: capo grosso e sproporzionato rispetto al torso, la figura tiene gli avambracci alzati, mentre le ali, accennate con incisioni sommarie e poco profonde, sovrastano, come a proteggerle, due teste. Annota il Cervini: “In questo caso, il protettore-angelo è una creatura cristiana (conclusione un po’ affrettata e molto generica, n.d.a.). Di fronte, solo teste ed un mascherone animale… All’esterno dell’avancorpo i quattro ‘oranti’, rappresentanti simbolici del popolo di Dio, si atteggiano anche a telamoni, quindi a peccatori che reggono un peso.” [1]
Genova pullulò di eretici. Nella regione si erano diffuse comunità catare provenienti dal Piemonte. I "buoni cristiani" erano concentrati nell'Occitania, ma con propaggini nelle plaghe limitrofe. [...]
Non è facile individuare chi, alieno da investigazioni aridamente erudite e da interessi compilativi, si cimenti nella decifrazione di testimonianze tanto eccentriche, come l'angelo esadattilo di Ventimiglia, forse un pallido vestigio di un remoto retaggio, il cui significato emblematico o naturale è in buona parte caduto nell'oblio.
[1] Un altro motivo iconografico piuttosto insolito, che connota il duomo della città ligure, è l’eptagramma dell’avancorpo: “Sul fronte del pilastro di levante, nel portale, all’ingresso principale, la superficie del concio di ponente, della settima fila dal basso, è scolpita: contiene una stella a sette punte, inscritta in un cerchio”. Cfr Maccario, La stella della cattedrale nella tradizione enigmatica (sic), 2002, con la bibliografia ivi contenuta.
Fonti:
F. Cervini, La pietra e la croce, Cantieri medievali tra le Alpi ed il Mediterraneo, Ventimiglia, 2005
Id., Liguria romanica, Milano, 2002
N. Lamboglia, Note sulla cattedrale di Albenga, 1949
N. Pazzini, R. Paglieri, Chiese di Liguria, Genova, 1990
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