http://undicisettembre.blogspot.com/2009/04/supertermite-al-wtc-i-complottisti-si.html
e
http://undicisettembre.blogspot.com/2009/04/active-thermitic-material-claimed-in.html
Post del comandante: http://straker-61.blogspot.com/2009/04/scoperta-la-nano-termite-nelle-twin.html
Scoperta la nano-termite nelle Twin Towers
La termite è la sostanza (alluminio ed ossido di ferro) che, innescata, sviluppa temperaure capaci di liquefare il ferro. Usata tipicamente nelle armi anticarro a carica cava, è sospettata [da alcuni gonzi] di essere stata usata per far collassare le due torri del World Trade Center l’11 settembre 2001.
Adesso, questo sospetto è comprovato. E non già da qualche blogger complottista, ma da un rapporto pubblicato su una rivista scientifica ufficiale [che per soli 600$ pubblica anche l'oroscopo] - l'Open Chemical Physics Journal - che, dunque, ha superato la «peer review», ossia l’analisi critica di altri scienziati indipendenti.
Ecco il titolo del rapporto, i nomi degli autori, e le indicazioni bibliografiche relative:
«Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe» pagine 7-31 (25) Authors: Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James R. Gourley, Bradley R. Larsen doi: 10.2174/1874412500902010007
I ricercatori, che hanno sottoposto ad esame quattro campioni di materiali tratti dale macerie delle Towers, hanno trovato termite ancora «attiva», ossia non del tutto combusta, che durante le prove ha «reagito vigorosamente» sviluppando intenso calore.
Altre indicazioni molto significative ottenute dalle analisi sono:
1 - La sostanza raccolta si innesca a 430 gradi centigradi, ossia a temperatura molto inferiore ai 900 gradi richiesti per la normale termite; ciò che fa pensare ad una «super-termite» preparata in modo estremamente sofisticato.
2 - Le componenti-base, alluminio purissimo («elemental») ed ossido di ferro, non sono solo finemente polverizzate: sono polverizzate in particelle nanometriche (meno di 120 nanometri), il che implica un processo di fabbricazione ad altissima tecnologia in laboratori molto avanzati.
3 - I due componenti metallici sono «affogati» e intimamente mischiati in un materiale rossastro che sembra essere insieme responsabile della bassa temperatura di innesco e un «potenziante» dell’effetto calorico-esplosivo. Vi è stata rilevata la presenza di carbonio, che indica una sostanza organica, e che secondo i ricercatori «è quel che ci si aspetta in una formula di super-termite per produrre gas ad alta pressione dopo l’ignizione e renderla esplosiva» (la termite di per sè non è esplosiva, brucia sviluppando un’altissima temperatura).
4 - Nel materiale rossastro sono stati identificati altri elementi, «potassio, zolfo, piombo, bario e rame», che sono «potenzialmente reattivi», ossia adatti a potenziare l’effetto.
Tutti questi ed altri risultati portano i ricercatori a concludere che «lo strato rosso dei grumi rossi-grigi trovati nella polvere del WTC è un materiale termitico attivo e che non ha (ancora) reagito, prodotto con nanotecnologia, ed è un materiale pirotecnico od esplosivo ad alta energia».
Insomma, la termite c’era, ed una termite preparata in modo molto particolare ed avanazato. Sarà interessante vedere se questo articolo (che è scomparso dal sito della rivista, ma dovrebbe essere pubblicato sulla versione cartacea) avrà risposta e smentita.
Il solo dubbio residuo che può essere avanzato è sui campioni di materiali esaminato: viene veramente dalle macerie delle Twin Towers?
I ricercatori dicono di aver analizzato quattro diversi campioni: uno raccolto da un residente di Manhattan «dieci minuti dopo il crollo», due il giorno seguente l’attentato, e il quarto una settimana più tardi. Tutti sono stati raccolti, a quanto si intuisce, da persone incuriosite dall’aspetto di questa strana materia rossastra.
Le proprietà della materia sono state analizzate al microscopio ottico, al microscopio elettronico (SEM, Scanning Electron Microscopy), alla spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (XEDS), e al calorimetro a scansione differenziale (DSC). Le componeneti metalliche sono state ottenute per separazione con l’uso di metil-etil-ketone.
Combusto il materiale al DSC a 700 gradi, ne sono residuate «sferette e sferoidi di ferro» che indicano che si sono sviluppate temperature altissime, in quanto il materiale ferroso deve essere liquefatto per ottenere quelle sferette. In molte di queste sfere il ferro «eccede l’ossigeno in modo significativo», il che induce a concludere che è avvenuta una reazione di riduzione.ossidazione ad alta temperatura, ossia «la reazione (tipica) della termite)», dove l’alluminio è il «carburante» che brucia producendo l’altissima temperatura, utilizzando per la combustione l’ossigeno estratto dall’ossido di ferro (Fe2O3).
Il primo firmatario del rapporto, Niels Harrit, è professore associato di Chimica, esperto di nano-chimica, alla Università di Copenhagen in Danimarca, Niels Bohr Institute, un centro sotto l’egida della Danish National Reserach Foundation.
Qui di seguito riportiamo il sunto (abstract) dello studio, come riportato da Bentham Open Access, un sito editoriale che pubblica articoli scientifici «aperti».
The Open Chemical Physics Journal
Volume 2
ISSN: 1874-4125
Abstract
We have discovered distinctive red/gray chips in all the samples we have studied of the dust produced by the destruction of the World Trade Center. Examination of four of these samples, collected from separate sites, is reported in this paper. These red/gray chips show marked similarities in all four samples. One sample was collected by a Manhattan resident about ten minutes after the collapse of the second WTC Tower, two the next day, and a fourth about a week later. The properties of these chips were analyzed using optical microscopy, scanning electron microscopy (SEM), X-ray energy dispersive spectroscopy (XEDS), and differential scanning calorimetry (DSC). The red material contains grains approximately 100 nm across which are largely iron oxide, while aluminum is contained in tiny plate-like structures. Separation of components using methyl ethyl ketone demonstrated that elemental aluminum is present. The iron oxide and aluminum are intimately mixed in the red material. When ignited in a DSC device the chips exhibit large but narrow exotherms occurring at approximately 430 °C, far below the normal ignition temperature for conventional thermite. Numerous iron-rich spheres are clearly observed in the residue following the ignition of these peculiar red/gray chips. The red portion of these chips is found to be an unreacted thermitic material and highly energetic.
Keywords: JScanning electron microscopy, X-ray energy dispersive spectroscopy, Differential scanning calorimetry, DSC analysis, World Trade Center, WTC dust, 9/11, Iron-rich microspheres, Thermite, Super-thermite, Energetic nanocomposites, Nano-thermite
Qui di seguito, l’introduzione e le conclusioni:
INTRODUCTION
The destruction of three skyscrapers (WTC 1, 2 and 7) on September 11, 2001 was an immensely tragic catastrophe that not only impacted thousands of people and families directly, due to injury and loss of life, but also provided the motivation for numerous expensive and radical changes in domestic and foreign policy. For these and other reasons, knowing what really happened that fateful day is of grave importance.
A great deal of effort has been put forth by various government-sponsored and -funded investigations, which led, in large part, to the reports released by FEMA [1] and NIST [2]. Other studies of the destruction have been less well publicized but are no less important to the outstanding obligation that remains to the victims of that tragedy, to determine the whole truth of the events of that day [3-10]. A number of these studies have appropriately focused attention on the remaining physical material, and on available photographs and video footage, as sources of evidence still in public hands, relating to the method of destruction of the three skyscrapers.
CONCLUSIONS
We have discovered distinctive red/gray chips in significant numbers in dust associated with the World Trade Center destruction. We have applied SEM/XEDS and other methods to characterize the small-scale structure and chemical signature of these chips, especially of their red component. The red material is most interesting and has the following characteristics:
1. It is composed of aluminum, iron, oxygen, silicon and carbon. Lesser amounts of other potentially reactive elements are sometimes present, such as potassium, sulfur, lead, barium and copper.
2. The primary elements (Al, Fe, O, Si, C) are typically all present in particles at the scale of tens to hundreds of nanometers, and detailed XEDS mapping shows intimate mixing.
3. On treatment with methyl ethyl ketone solvent, some segregation of components occurred. Elemental aluminum became sufficiently concentrated to be clearly identified in the pre-ignition material.
4. Iron oxide appears in faceted grains roughly 100 nm across whereas the aluminum appears in thin platelike structures. The small size of the iron oxide particles qualifies the material to be characterized as nanothermite or super-thermite.
5. Analysis shows that iron and oxygen are present in a ratio consistent with Fe2O3. The red material in all four WTC dust samples was similar in this way. Iron oxide was found in the pre-ignition material whereas elemental iron was not.
6. From the presence of elemental aluminum and iron oxide in the red material, we conclude that it contains the ingredients of thermite.
7. As measured using DSC, the material ignites and reacts vigorously at a temperature of approximately 430 °C, with a rather narrow exotherm, matching fairly closely an independent observation on a known super-thermite sample. The low temperature of ignition and the presence of iron oxide grains less than 120 nm show that the material is not conventional thermite (which ignites at temperatures above 900 °C) but very likely a form of super-thermite.
8. After igniting several red/gray chips in a DSC run to 700 °C, we found numerous iron-rich spheres and spheroids in the residue, indicating that a very high temperature reaction had occurred, since the iron-rich product clearly must have been molten to form these shapes. In several spheres, elemental iron was verified since the iron content significantly exceeded the oxygen content. We conclude that a high-temperature reduction-oxidation reaction has occurred in the heated chips, namely, the thermite reaction.
9. The spheroids produced by the DSC tests and by the flame test have an XEDS signature (Al, Fe, O, Si, C) which is depleted in carbon and aluminum relative to the original red material. This chemical signature strikingly matches the chemical signature of the spheroids produced by igniting commercial thermite, and also matches the signatures of many of the microspheres found in the WTC dust [5].
10. The carbon content of the red material indicates that an organic substance is present. This would be expected for super-thermite formulations in order to produce high gas pressures upon ignition and thus make them explosive. The nature of the organic material in these chips merits further exploration. We note that it is likely also an energetic material, in that the total energy release sometimes observed in DSC tests exceeds the theoretical maximum energy of the classic thermite reaction.
Based on these observations, we conclude that the red layer of the red/gray chips we have discovered in the WTC dust is active, unreacted thermitic material, incorporating nanotechnology, and is a highly energetic pyrotechnic or explosive material.
Fonte: effedieffe.com
Le dichiarazioni dello scenziato danese Niels Harrit sulla nano-termite ritrovata nella polvere del WTC
Adesso, questo sospetto è comprovato. E non già da qualche blogger complottista, ma da un rapporto pubblicato su una rivista scientifica ufficiale [che per soli 600$ pubblica anche l'oroscopo] - l'Open Chemical Physics Journal - che, dunque, ha superato la «peer review», ossia l’analisi critica di altri scienziati indipendenti.
Ecco il titolo del rapporto, i nomi degli autori, e le indicazioni bibliografiche relative:
«Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe» pagine 7-31 (25) Authors: Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James R. Gourley, Bradley R. Larsen doi: 10.2174/1874412500902010007
I ricercatori, che hanno sottoposto ad esame quattro campioni di materiali tratti dale macerie delle Towers, hanno trovato termite ancora «attiva», ossia non del tutto combusta, che durante le prove ha «reagito vigorosamente» sviluppando intenso calore.
Altre indicazioni molto significative ottenute dalle analisi sono:
1 - La sostanza raccolta si innesca a 430 gradi centigradi, ossia a temperatura molto inferiore ai 900 gradi richiesti per la normale termite; ciò che fa pensare ad una «super-termite» preparata in modo estremamente sofisticato.
2 - Le componenti-base, alluminio purissimo («elemental») ed ossido di ferro, non sono solo finemente polverizzate: sono polverizzate in particelle nanometriche (meno di 120 nanometri), il che implica un processo di fabbricazione ad altissima tecnologia in laboratori molto avanzati.
3 - I due componenti metallici sono «affogati» e intimamente mischiati in un materiale rossastro che sembra essere insieme responsabile della bassa temperatura di innesco e un «potenziante» dell’effetto calorico-esplosivo. Vi è stata rilevata la presenza di carbonio, che indica una sostanza organica, e che secondo i ricercatori «è quel che ci si aspetta in una formula di super-termite per produrre gas ad alta pressione dopo l’ignizione e renderla esplosiva» (la termite di per sè non è esplosiva, brucia sviluppando un’altissima temperatura).
4 - Nel materiale rossastro sono stati identificati altri elementi, «potassio, zolfo, piombo, bario e rame», che sono «potenzialmente reattivi», ossia adatti a potenziare l’effetto.
Tutti questi ed altri risultati portano i ricercatori a concludere che «lo strato rosso dei grumi rossi-grigi trovati nella polvere del WTC è un materiale termitico attivo e che non ha (ancora) reagito, prodotto con nanotecnologia, ed è un materiale pirotecnico od esplosivo ad alta energia».
Insomma, la termite c’era, ed una termite preparata in modo molto particolare ed avanazato. Sarà interessante vedere se questo articolo (che è scomparso dal sito della rivista, ma dovrebbe essere pubblicato sulla versione cartacea) avrà risposta e smentita.
Il solo dubbio residuo che può essere avanzato è sui campioni di materiali esaminato: viene veramente dalle macerie delle Twin Towers?
I ricercatori dicono di aver analizzato quattro diversi campioni: uno raccolto da un residente di Manhattan «dieci minuti dopo il crollo», due il giorno seguente l’attentato, e il quarto una settimana più tardi. Tutti sono stati raccolti, a quanto si intuisce, da persone incuriosite dall’aspetto di questa strana materia rossastra.
Le proprietà della materia sono state analizzate al microscopio ottico, al microscopio elettronico (SEM, Scanning Electron Microscopy), alla spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (XEDS), e al calorimetro a scansione differenziale (DSC). Le componeneti metalliche sono state ottenute per separazione con l’uso di metil-etil-ketone.
Combusto il materiale al DSC a 700 gradi, ne sono residuate «sferette e sferoidi di ferro» che indicano che si sono sviluppate temperature altissime, in quanto il materiale ferroso deve essere liquefatto per ottenere quelle sferette. In molte di queste sfere il ferro «eccede l’ossigeno in modo significativo», il che induce a concludere che è avvenuta una reazione di riduzione.ossidazione ad alta temperatura, ossia «la reazione (tipica) della termite)», dove l’alluminio è il «carburante» che brucia producendo l’altissima temperatura, utilizzando per la combustione l’ossigeno estratto dall’ossido di ferro (Fe2O3).
Il primo firmatario del rapporto, Niels Harrit, è professore associato di Chimica, esperto di nano-chimica, alla Università di Copenhagen in Danimarca, Niels Bohr Institute, un centro sotto l’egida della Danish National Reserach Foundation.
Qui di seguito riportiamo il sunto (abstract) dello studio, come riportato da Bentham Open Access, un sito editoriale che pubblica articoli scientifici «aperti».
The Open Chemical Physics Journal
Volume 2
ISSN: 1874-4125
Abstract
We have discovered distinctive red/gray chips in all the samples we have studied of the dust produced by the destruction of the World Trade Center. Examination of four of these samples, collected from separate sites, is reported in this paper. These red/gray chips show marked similarities in all four samples. One sample was collected by a Manhattan resident about ten minutes after the collapse of the second WTC Tower, two the next day, and a fourth about a week later. The properties of these chips were analyzed using optical microscopy, scanning electron microscopy (SEM), X-ray energy dispersive spectroscopy (XEDS), and differential scanning calorimetry (DSC). The red material contains grains approximately 100 nm across which are largely iron oxide, while aluminum is contained in tiny plate-like structures. Separation of components using methyl ethyl ketone demonstrated that elemental aluminum is present. The iron oxide and aluminum are intimately mixed in the red material. When ignited in a DSC device the chips exhibit large but narrow exotherms occurring at approximately 430 °C, far below the normal ignition temperature for conventional thermite. Numerous iron-rich spheres are clearly observed in the residue following the ignition of these peculiar red/gray chips. The red portion of these chips is found to be an unreacted thermitic material and highly energetic.
Keywords: JScanning electron microscopy, X-ray energy dispersive spectroscopy, Differential scanning calorimetry, DSC analysis, World Trade Center, WTC dust, 9/11, Iron-rich microspheres, Thermite, Super-thermite, Energetic nanocomposites, Nano-thermite
Qui di seguito, l’introduzione e le conclusioni:
INTRODUCTION
The destruction of three skyscrapers (WTC 1, 2 and 7) on September 11, 2001 was an immensely tragic catastrophe that not only impacted thousands of people and families directly, due to injury and loss of life, but also provided the motivation for numerous expensive and radical changes in domestic and foreign policy. For these and other reasons, knowing what really happened that fateful day is of grave importance.
A great deal of effort has been put forth by various government-sponsored and -funded investigations, which led, in large part, to the reports released by FEMA [1] and NIST [2]. Other studies of the destruction have been less well publicized but are no less important to the outstanding obligation that remains to the victims of that tragedy, to determine the whole truth of the events of that day [3-10]. A number of these studies have appropriately focused attention on the remaining physical material, and on available photographs and video footage, as sources of evidence still in public hands, relating to the method of destruction of the three skyscrapers.
CONCLUSIONS
We have discovered distinctive red/gray chips in significant numbers in dust associated with the World Trade Center destruction. We have applied SEM/XEDS and other methods to characterize the small-scale structure and chemical signature of these chips, especially of their red component. The red material is most interesting and has the following characteristics:
1. It is composed of aluminum, iron, oxygen, silicon and carbon. Lesser amounts of other potentially reactive elements are sometimes present, such as potassium, sulfur, lead, barium and copper.
2. The primary elements (Al, Fe, O, Si, C) are typically all present in particles at the scale of tens to hundreds of nanometers, and detailed XEDS mapping shows intimate mixing.
3. On treatment with methyl ethyl ketone solvent, some segregation of components occurred. Elemental aluminum became sufficiently concentrated to be clearly identified in the pre-ignition material.
4. Iron oxide appears in faceted grains roughly 100 nm across whereas the aluminum appears in thin platelike structures. The small size of the iron oxide particles qualifies the material to be characterized as nanothermite or super-thermite.
5. Analysis shows that iron and oxygen are present in a ratio consistent with Fe2O3. The red material in all four WTC dust samples was similar in this way. Iron oxide was found in the pre-ignition material whereas elemental iron was not.
6. From the presence of elemental aluminum and iron oxide in the red material, we conclude that it contains the ingredients of thermite.
7. As measured using DSC, the material ignites and reacts vigorously at a temperature of approximately 430 °C, with a rather narrow exotherm, matching fairly closely an independent observation on a known super-thermite sample. The low temperature of ignition and the presence of iron oxide grains less than 120 nm show that the material is not conventional thermite (which ignites at temperatures above 900 °C) but very likely a form of super-thermite.
8. After igniting several red/gray chips in a DSC run to 700 °C, we found numerous iron-rich spheres and spheroids in the residue, indicating that a very high temperature reaction had occurred, since the iron-rich product clearly must have been molten to form these shapes. In several spheres, elemental iron was verified since the iron content significantly exceeded the oxygen content. We conclude that a high-temperature reduction-oxidation reaction has occurred in the heated chips, namely, the thermite reaction.
9. The spheroids produced by the DSC tests and by the flame test have an XEDS signature (Al, Fe, O, Si, C) which is depleted in carbon and aluminum relative to the original red material. This chemical signature strikingly matches the chemical signature of the spheroids produced by igniting commercial thermite, and also matches the signatures of many of the microspheres found in the WTC dust [5].
10. The carbon content of the red material indicates that an organic substance is present. This would be expected for super-thermite formulations in order to produce high gas pressures upon ignition and thus make them explosive. The nature of the organic material in these chips merits further exploration. We note that it is likely also an energetic material, in that the total energy release sometimes observed in DSC tests exceeds the theoretical maximum energy of the classic thermite reaction.
Based on these observations, we conclude that the red layer of the red/gray chips we have discovered in the WTC dust is active, unreacted thermitic material, incorporating nanotechnology, and is a highly energetic pyrotechnic or explosive material.
Fonte: effedieffe.com
Le dichiarazioni dello scenziato danese Niels Harrit sulla nano-termite ritrovata nella polvere del WTC
Chissà perché agli Ignoranti piace così tanto la parola "Scienziato"?
ReplyDeleteSecondo me non vuol dire proprio nulla, anzi fa tanto di scifi degli anni 50/60.
http://attivissimo.blogspot.com/2009/04/119-la-pubblicazione-scientifica-dei.html
ReplyDeleteGià sbufalata giorni fa.. Rosario Marcianò perde colpi?