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Bill Gates e gli OGM in Africa
articolo di Gabriele Bindi del 10/04/2009 tratto dal sito Aam terra nuova
La fondazione creata dall'inventore di Windows punta dritto al continente africano per imporre un pacchetto tecnologico di prodotti chimici e sementi geneticamente modificati. La resistenza locale verrebbe sistematicamente ignorata. Una ricerca del 2008 dimostra i maggiori benefici dell'agricoltura biologica: rese duplicate, una maggiore sicurezza alimentare e resistenza alla siccità.
In molti si aspettavano che la fondazione lanciata da Bill Gates segnasse una svolta etica dell'inventore di Windows.
L’Alleanza per una rivoluzione verde in Africa (AGRA), diretta dalla Fondazione creata da Bill Gates, ha l'ambizione di diventare un veicolo istituzionale chiave capace di cambiare l’agricoltura africana. Dovremmo metterci il cuore in pace? Le cose sembrano in realtà un po' più preoccupanti.
La fondazione Gates infatti punta ad introdurre un pacchetto tecnologico di prodotti chimici e di sementi geneticamente modificati, senza consultare gli agricoltori e le comunità che intende beneficiare.
Gli esperti dell’industria biotecnologica che occupano posizioni chiave nella Fondazione Gates stanno elaborando un progetto sulla rivoluzione agricola in Africa. I suoi consulenti esterni sono esponenti dell’élite politica africana, come Ruth Oniang’o, le cui opinioni sono esposte sulle pagine web della multinazionale Monsanto, in una difesa dell’urgente necessità di biotecnologia in Africa.
Per mettere a tacere ogni critica della società civile, la Fondazione si è mantenuta piuttosto vaga circa il proprio ruolo nella promozione di colture geneticamente modificate. I suoi donatori, però, si starebbero dando da fare per ostacolare la diffusa resistenza locale all’impiego di prodotti transgenici in agricoltura.
Uno studio del 2008 della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) e del Programma Onu per l’ambiente (Unep), dimostrano chiaramente che l’agricoltura biologica offre maggiori benefici rispetto all’agricoltura a uso intensivo di prodotti chimici, e che perciò è più adatta per favorire la sicurezza alimentare in Africa. Da un’analisi di 114 progetti in 24 Paesi africani è emerso che nelle coltivazioni in cui sono state utilizzate pratiche di agricoltura biologica o affini, la produzione è duplicata.
La ricerca ha anche rivelato in queste aree enormi benefici ambientali, come il miglioramento della fertilità del suolo, una migliore ritenzione idrica e resistenza alla siccità. I risultati non sono stati presi in considerazione nel piano agricolo della Fondazione Gates: il rapporto 2008-2001 della Strategia di sviluppo agricolo della Fondazione dimostra quanto questi piani siano lontani dalle persone che intende aiutare.
Per saperne di più consiglio la lettura dell'articolo correlato La banca genetica dell'apocalisse, ma anche dell'articolo di Luciano Giannizza DNA e Nuovo Ordine Mondiale.
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